ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01602

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 357 del 15/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: CENNI SUSANNA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 15/06/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
SIANI PAOLO PARTITO DEMOCRATICO 15/06/2020
CIAMPI LUCIA PARTITO DEMOCRATICO 15/06/2020
CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO 15/06/2020
BRUNO BOSSIO VINCENZA PARTITO DEMOCRATICO 15/06/2020
PEZZOPANE STEFANIA PARTITO DEMOCRATICO 17/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO PER IL SUD E LA COESIONE TERRITORIALE
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER IL SUD E LA COESIONE TERRITORIALE delegato in data 15/06/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 17/06/2020

ATTO MODIFICATO IL 17/06/2020

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01602
presentato da
CENNI Susanna
testo presentato
Lunedì 15 giugno 2020
modificato
Mercoledì 17 giugno 2020, seduta n. 358

   CENNI, SIANI, CIAMPI, CARNEVALI, BRUNO BOSSIO e PEZZOPANE. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'interno, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere — premesso che:

   il lavoro irregolare in agricoltura, cui è associato il caporalato ma che vede anche altre forme di irregolarità contrattuale e retributiva, ha registrato una crescita costante negli ultimi 10 anni. In questa fase, le situazioni di irregolarità e la presenza di braccianti immigrati residenti in contesti privi di sicurezza igienico-sanitaria restano purtroppo una realtà, nonostante il lavoro che in alcuni contesti le istituzioni hanno svolto per chiudere «ghetti» e campi per lo più controllati dalla criminalità organizzata;

   la legge 29 ottobre 2016, n. 199, recante «Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo» ha introdotto norme per garantire una maggiore efficacia all'azione di prevenzione e contrasto, con significative modifiche al quadro vigente, prevedendo la repressione penale del caporalato e la tutela delle vittime e dei lavoratori agricoli;

   nonostante la normativa vigente, vengono comunque riscontrati periodicamente nel nostro Paese episodi di caporalato e di sfruttamento del lavoro nero in agricoltura. L'Eurispes ha infatti segnalato che il fenomeno coinvolge ancora circa 450 mila lavoratori nelle campagne italiane;

   l'emergenza sanitaria da COVID-19 sembra purtroppo non aver rallentato ma addirittura intensificato tali episodi, come anche denunciato dai media, dai sindacati e dalle associazioni impegnate a contrastare tale fenomeno. In particolare:

    nel mese di marzo del 2020 un giovane bracciante agricolo indiano, che si era ribellato all'imprenditore per il quale lavorava a Terracina, chiedendo dispositivi di protezione, è stato picchiato e ricoverato in ospedale;

    una recente inchiesta del giornalista Marco Omizzolo ha svelato che le organizzazioni criminali continuano ad utilizzare il mercato ortofrutticolo di Fondi (uno dei più grandi d'Europa) come strumento privilegiato per operazioni illecite di agromafia, sfruttamento del lavoro nero e traffico di droga;

    nei giorni scorsi sono state sequestrate dalla Guardia di finanza 14 aziende agricole, di cui 12 in provincia di Matera e due in provincia di Cosenza, per un valore di quasi 8 milioni di euro, e di 20 automezzi utilizzati per il trasporto dei braccianti agricoli reclutati. Secondo quanto emerge dalla stampa i lavoratori venivano chiamati «scimmie», fatti dissetare con l'acqua dei canali di scolo, sfruttati nei campi con turni di lavoro massacranti, per 80 centesimi a cassetta di agrumi;

    il 6 giugno 2020 si è tolto la vita a Sabaudia Joban Singh, bracciante indiano di 25 anni, impiegato da tempo in condizioni di grave sfruttamento nelle campagne circostanti (si tratta del tredicesimo suicidio tra i braccianti in nero negli ultimi tre anni);

    venerdì 12 giugno 2020 un cittadino senegalese, bracciante agricolo anch'esso sfruttato e costretto a vivere in condizioni non dignitose, è rimasto ucciso in un incendio nel rifugio improvvisato in cui viveva nella baraccopoli di Borgo Mezzanone, a Foggia. Si tratta della quarta vittima in un anno nel ghetto pugliese;

   appare quindi evidente che nonostante l'attuale impianto normativo, comunque utile per individuare e reprimere tale sfruttamento, sia altrettanto necessario intensificare le misure da mettere in atto per prevenire il caporalato e tutelare i braccianti in nero. È oggi infatti fondamentale sconfiggere questa piaga, contrastare le agromafie, sostenere il lavoro e le filiere legali, valorizzando ed incentivando al tempo stesso quelle imprese convinte che la qualità del lavoro in agricoltura sia un elemento fondamentale per il made in Italy –:

   se il Governo intenda assumere, in relazione a quanto espresso in premessa, iniziative urgenti al fine di rafforzare l'attuale quadro normativo per contrastare il lavoro nero e il caporalato e per salvaguardare la salute e la sicurezza dei braccianti agricoli, anche in relazione all'attuale emergenza sanitaria in atto.
(3-01602)