Legislatura: 18Seduta di annuncio: 331 del 24/04/2020
Primo firmatario: D'ETTORE FELICE MAURIZIO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 24/04/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CANNIZZARO FRANCESCO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/04/2020 MUGNAI STEFANO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 24/04/2020
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
- MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
- MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 24/04/2020
Partecipanti allo svolgimento/discussione RISPOSTA GOVERNO 28/07/2020 Resoconto MORANI ALESSIA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO) REPLICA 28/07/2020 Resoconto D'ETTORE FELICE MAURIZIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
DISCUSSIONE IL 28/07/2020
SVOLTO IL 28/07/2020
CONCLUSO IL 28/07/2020
D'ETTORE, CANNIZZARO e MUGNAI. —
Al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
il 19 aprile 2020 il gruppo Volkswagen ha annunciato di aver raggiunto un accordo extragiudiziale con circa due terzi dei proprietari di auto prodotte dal gruppo, che avevano aderito a una class action intentata dall'associazione di tutela dei consumatori Vzbv, in relazione allo scandalo sulle emissioni truccate di gas inquinanti, che ha preso il nome di Dieselgate. Nei test di omologazione di taluni modelli posti in commercio dall'azienda, i dati sulle emissioni risultavano in linea con le specifiche ambientali richieste; viceversa, nella normale guida su strada le emissioni reali hanno superato fino a 40 volte quelle dichiarate;
in base ai termini dell'accordo, Volkswagen pagherà 620 milioni di euro ai 200.000 consumatori su 260.000 che hanno deciso di accettare i termini dell'intesa. La deadline per aderire all'accordo è stata estesa al 30 aprile 2020, mentre rimane in sospeso il destino di altri 21.000 casi che potrebbero ricevere pagamenti compresi fra 1.350 e 6.250 euro, a seconda del modello e dell'anno di immatricolazione dell'auto. Per questa class action la Volkswagen ha accantonato un fondo da 830 milioni di euro;
il Dieselgate ha preso avvio nel 2015 quando il gruppo ammise l'utilizzo di software illegali per superare i test sulle emissioni di gas nocivi negli Stati Uniti. Per chiudere i contenziosi (attraverso spese legali, multe e risarcimenti) il produttore tedesco ha pagato in tutto oltre 30 miliardi di euro, soprattutto oltreoceano;
a fronte di questa affermazione dei diritti dei consumatori tedeschi, che segue quella dei consumatori americani, negli stessi giorni sul fronte italiano Volkswagen ha riportato una significativa vittoria. Il pubblico ministero della procura di Verona ha chiesto l'archiviazione per i vertici italiani della compagnia automobilistica tedesca rispetto all'ipotesi di frode in commercio. Secondo la magistratura veronese non vi sarebbero i presupposti per perseguire Volkswagen Italia per tale reato, in quanto mancherebbe la prova del dolo. Nel dicembre 2019 la stessa procura aveva archiviato la posizione di sei manager di Volkswagen Italia per reati ambientali. I consumatori, rappresentati dal Codacons, si sono opposti alla richiesta di archiviazione davanti al giudice per le indagini preliminari, preannunciando che le conclusioni del pubblico ministero, ove accolte, verranno sottoposte al giudizio della Corte dei conti, affinché verifichi eventuali danni sul fronte erariale;
procede, invece, seppur a rilento (la prima udienza è stata a maggio 2016, l'ultima il 4 marzo 2020), la class action contro Volkswagen sempre per lo scandalo Dieselgate al tribunale di Venezia. Si tratta di un procedimento diverso da quello del procedimento penale, portato avanti dall'associazione Altroconsumo. In tale ambito, la relazione redatta dai consulenti del pubblico ministero di Verona è stata depositata a ulteriore dimostrazione degli illeciti (civili) commessi dal gruppo Volkswagen e del danno subito dai consumatori;
in questo momento l'Italia è l'unico Paese dove la falsificazione dei dati relativi alle emissioni di taluni modelli di auto diesel non ha ancora alcuna sanzione effettiva –:
di quali elementi dispongano i Ministri interrogati in ordine alla vicenda e se non ritengano opportuno adottare iniziative per rafforzare gli strumenti di tutela dei cittadini rispetto alle frodi commerciali commesse in particolare da imprese multinazionali. (3-01486)