ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01464

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 328 del 21/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: BALDINI MARIA TERESA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 21/04/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 21/04/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01464
presentato da
BALDINI Maria Teresa
testo di
Martedì 21 aprile 2020, seduta n. 328

   BALDINI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   nelle ultime ore è circolata la notizia del ritrovamento di «tracce del COVID-19» in campioni idrici «non potabili» del comune di Parigi. Stando alle notizie rilasciate dalle autorità francesi, si tratta di «tracce minime» rinvenute nella rete dell'acqua non potabile;

   stando a quanto riportato dai media, il laboratorio che lavora per la rete idrica comunale ha rinvenuto queste «tracce minime» nelle ultime 24 ore in quattro dei 27 punti di prelevamento campionati, pertanto il Municipio avrebbe sospeso, «per precauzione», l'utilizzo dell'acqua non potabile;

   le autorità hanno ribadito la sicurezza della rete idrica cittadina di acqua potabile, ribadendo che la configurazione della rete idrica non potabile sia «totalmente indipendente» da quella dell'acqua potabile, la quale, di contro, «non presenta alcuna traccia di Covid-19»;

   il report dell'Oms del 19 marzo 2020 Water, sanitation, hygiene, and waste management far the COVID-19 virus, evidenzia che «sebbene sia possibile la persistenza del virus nell'acqua potabile, non esiste evidenza che i coronavirus possano contagiare attraverso l'acqua potabile contaminata. Il COVID-19 è un “virus avvolto”, con una fragile membrana esterna. In genere, i virus avvolti sono meno stabili nell'ambiente e sono più sensibili agli ossidanti, come il cloro. Sebbene non vi siano evidenze fino ad oggi sulla sopravvivenza del virus di COVID-19 nell'acqua o nelle acque reflue, è probabile che il virus venga inattivato in modo significativamente più rapido rispetto ai virus con trasmissione nota a base acquosa»;

   uno studio del 2005, richiamato nel suddetto report, ha dimostrato che un coronavirus umano surrogato sia sopravvissuto solo due giorni in acqua di rubinetto declorurata;

   il report evidenzia, inoltre, che «è possibile adottare una serie di misure per migliorare la sicurezza dell'acqua, a cominciare dalla protezione dell'acqua di fonte» e che «I metodi convenzionali e centralizzati di trattamento dell'acqua che utilizzano filtrazione e disinfezione dovrebbero inattivare il virus COVID-19» e che «Altri coronavirus umani hanno dimostrato di essere sensibili alla clorazione e alla disinfezione con luce ultravioletta (UV)»;

   l'approccio dell'Oms appare cauto, poiché, in assenza di prove e di una conoscenza conclamata e approfondita della configurazione virale, della sua evoluzione e della sua persistenza in ambienti «apparentemente» ostili, si parla di probabilità, utilizzando il «condizionale» segnatamente con riferimento all'efficacia dei metodi convenzionali di trattamento dell'acqua per l'inattivazione del virus, potendosi basare soltanto sull'esperienza degli altri coronavirus;

   è evidente, a giudizio dell'interrogante, che la certezza con cui il Ministero della salute ha affermato la totale assenza di rischi per l'acqua potabile, sia in contrasto con la cautela dell'Oms; infatti, si legge sul portale che «Bere l'acqua del rubinetto è sicuro. Le pratiche di depurazione cui è sottoposta l'acqua del rubinetto sono efficaci nell'abbattimento dei virus»;

   malgrado non si abbia piena contezza delle analisi francesi sulla rete idrica, le notizie diramate in queste ore sollevano una questione complessa e meritevole di approfondimento nelle competenti sedi, in ragione della sussistenza virale nella rete idrica e della promiscuità tra reti che potrebbe innescare una potenzialità della propagazione virale e in assenza di evidenze chiare circa l'efficacia dei trattamenti di depurazione –:

   se, alla luce delle suesposte evidenze, non si ritenga opportuno avviare nuove indagini, anche in sede di confronto internazionale, nella prospettiva di avere certezze, attualmente non pienamente confermate, circa la capacità di inattivazione del virus con i metodi convenzionali di trattamento dell'acqua;

   quali siano, allo stato attuale, le procedure vigenti in Italia in materia di trattamento delle acque e se queste siano state adattate alla specificità del virus e alla sua conclamata evoluzione.
(3-01464)