ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01163

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 269 del 02/12/2019
Firmatari
Primo firmatario: ASCARI STEFANIA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 02/12/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
OLGIATI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
MARTINCIGLIO VITA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
D'ORSO VALENTINA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
SARLI DORIANA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
AIELLO DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
VILLANI VIRGINIA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
NAPPI SILVANA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
GRIPPA CARMELA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
D'ARRANDO CELESTE MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
PENNA LEONARDO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
DEL SESTO MARGHERITA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
SPORTIELLO GILDA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
PERANTONI MARIO MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019
GIULIANO CARLA MOVIMENTO 5 STELLE 02/12/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA' E LA FAMIGLIA
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 02/12/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA' E LA FAMIGLIA delegato in data 05/12/2019
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 05/02/2020

SOLLECITO IL 26/02/2020

SOLLECITO IL 31/07/2020

SOLLECITO IL 11/09/2020

SOLLECITO IL 30/09/2020

SOLLECITO IL 14/12/2020

SOLLECITO IL 03/08/2021

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01163
presentato da
ASCARI Stefania
testo di
Lunedì 2 dicembre 2019, seduta n. 269

   ASCARI, OLGIATI, MARTINCIGLIO, D'ORSO, SARLI, DAVIDE AIELLO, VILLANI, NAPPI, GRIPPA, D'ARRANDO, PENNA, DEL SESTO, SPORTIELLO, PERANTONI e GIULIANO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia, al Ministro della difesa, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute, al Ministro dell'interno, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 3 della Convenzione di Istanbul stabilisce che la «violenza nei confronti delle donne» comprende gli atti di violenza fondati sul genere che provocano danni o sofferenze, anche di natura economica (lettera a)); mentre alla lettera b) stabilisce che la «violenza domestica» designa tutti gli atti di violenza, anche economica, che si verificano all'interno della famiglia o tra attuali o precedenti coniugi o partner;

   la guida sulla violenza economica della Casa di accoglienza delle donne maltrattate (Cadmi), scrive che «la violenza economica si riferisce a atti di controllo e monitoraggio del comportamento di una donna in termini di uso e distribuzione del denaro, con la costante minaccia di negare risorse economiche, ovvero attraverso un'esposizione debitoria, o ancora impedendole di avere un lavoro e un'entrata finanziaria personale e di utilizzare le proprie risorse secondo la sua volontà», ed è diffusa trasversalmente ed indipendentemente dalle fasce di reddito delle donne;

   da una ricerca Episteme sulle donne e sulla gestione economica delle famiglie emerge che oltre tre donne su 10 non hanno un conto corrente personale;

   l'Italia si trova al quinto posto in Europa per divario (2,7 per cento) del rischio di indigenza a sfavore del sesso femminile; nel nostro Paese le donne non hanno lo stesso accesso alle risorse finanziarie degli uomini e i loro stipendi sono mediamente più bassi;

   dati Istat 2016 mostrano che le donne in povertà assoluta sono 2 milioni e mezzo (il 7,9 per cento della popolazione femminile) e sono soprattutto madri (un bambino su otto, infatti, si trova a vivere nella più totale indigenza);

   la difficoltà di rilevare e comprendere il fenomeno della violenza economica è dovuta anche al fatto che non sono rilevati i dati sulla violenza economica a livello nazionale e in maniera sistematica;

   nel rapporto di monitoraggio 2016 dei Centri della regione Emilia-Romagna risulta che il 41,5 per cento delle donne che si rivolgono ai Centri medesimi subisce violenza economica;

   a livello regionale sono state adottate buone pratiche per sostenere le donne vittime di violenza economica, come il «reddito di libertà» o il «contributo di libertà», al fine di favorire l'autonomia delle stesse e lo sviluppo di un progetto di vita indipendente; tuttavia, si tratta di misure distribuite a macchia di leopardo;

   per supportare le donne che denunciano violenza sono state create in questi mesi nelle caserme dei carabinieri e nei commissariati numerose stanze per accogliere le vittime di violenza, le cosiddette «stanze rosse», in cui le vittime che decidono di denunciare riescono a sentirsi più a loro agio;

   per aiutare l'inserimento nel mondo del lavoro delle donne vittime di violenza, occorre prorogare ed estendere gli sgravi contributivi per l'assunzione di queste vittime a tutte le categorie di datori di lavoro;

   al fine di affrontare il problema della violenza economica, si rende necessario acquisire tutte le informazioni salienti sin dall'inizio, per esempio sin dalla fase della denuncia –:

   se il Governo intenda adottare iniziative per estendere alle donne vittime di violenza una quota di riserva sul numero di dipendenti dei datori di lavoro pubblici e privati ex articolo 18 della legge n. 68 del 1999;

   se il Governo intenda promuovere in tutto il Paese la creazione delle «stanze rosse» di cui in premessa;

   se il Governo intenda adottare iniziative al fine di promuovere una misura universale e omogenea su tutto il territorio nazionale di sostegno economico per le donne che denunciano violenza;

   se il Governo intenda promuovere iniziative al fine di informare le donne sui loro diritti in ambito economico e su come riconoscere la violenza economica ed eliminarla dalla propria vita;

   se il Governo non intenda promuovere un protocollo nazionale al fine di garantire che, sin dalla fase della denuncia, sia assicurata l'acquisizione delle informazioni relative alla situazione economica delle denuncianti.
(3-01163)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza del lavoro

tensione mentale

conseguenza economica