ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00680

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 158 del 08/04/2019
Firmatari
Primo firmatario: MOLLICONE FEDERICO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 08/04/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 08/04/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 02/05/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00680
presentato da
MOLLICONE Federico
testo di
Lunedì 8 aprile 2019, seduta n. 158

   MOLLICONE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in data 27 marzo 2019 il Presidente della Banca centrale europea, dottor Mario Draghi, ha inviato la lettera siglata L/MD/19/85 al Parlamento europeo nella quale, riferendosi ad un'interrogazione sul tema della proprietà legale delle riserve auree degli Stati membri, ha affermato esplicitamente che, ai sensi della parte del Trattato dell'Unione europea riguardante il Sistema europeo di banche centrali, il compito della Bce è solo quello di «detenere e gestire le riserve ufficiali degli Stati Membri», mentre non viene utilizzato «il concetto di proprietà» per determinare la competenza della Bce in relazione alle riserve;

   ciò è stabilito in particolare dagli articoli 30 e 31 dello Statuto del Sistema della banca centrale europea;

   la sentenza n. 16751 del 2006 delle Sezioni riunite della Corte suprema di Cassazione ha stabilito che la Banca d'Italia è un istituto di diritto pubblico – denominazione che si attribuisce ad un organo dello Stato, e non ad un soggetto privato – e che la Banca d'Italia e la Banca centrale europea sono «soggetti giuridici diversi con distinte personalità giuridiche»;

   attualmente la Banca d'Italia detiene le riserve auree italiane, equivalenti a circa 2.500 tonnellate d'oro, presso i propri forzieri e in parte depositate in Paesi esteri;

   quindi quelle riserve appaiono a giusto titolo proprietà dello Stato italiano (come peraltro ricordato dallo stesso Mario Draghi quando nella sua lettera si riferisce senza ulteriori specificazioni a «riserve auree degli Stati Membri» e non delle banche partecipanti al Sistema della banca centrale europea), anche perché esse sono state costituite in molti decenni di gestione dei titoli di Stato, delle riserve valutarie, dell'emissione di moneta, del servizio di tesoreria da parte della Banca d'Italia la quale, dal 1936 e fino alla data odierna, è stata ed è un istituto di diritto pubblico;

   il Presidente del Consiglio dei ministri il 21 febbraio 2019, in Senato, – rispondendo all'interrogazione n. 3-00622 dei senatori di Fratelli d'Italia Luca Ciriani e Isabella Rauti, – affermò perentoriamente: «risulta quindi che la proprietà (sottolineiamo questa parola) delle riserve auree nazionali è della Banca d'Italia, ente pubblico che svolge le funzioni (funzioni, quindi un'azione delegata dallo Stato) di banca centrale della Repubblica italiana» –:

   se, alla luce di quanto esposto in premessa, il Governo non intenda rivedere la posizione espressa in occasione della risposta all'interrogazione sopra citata;

   se non ritenga opportuno e urgente, alla luce delle considerazioni suesposte e delle precisazioni effettuate dal presidente della Banca centrale europea, assumere un'apposita iniziativa normativa per stabilire che le riserve auree, appartenenti di diritto allo Stato italiano, sono solo affidate in deposito e gestione alla Banca d'Italia, nella sua qualità di istituto di diritto pubblico della Repubblica.
(3-00680)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

Banca centrale europea

riserve valutarie

funzionario europeo