ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/00275

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 74 del 30/10/2018
Firmatari
Primo firmatario: PEZZOPANE STEFANIA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 30/10/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 30/10/2018
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 30/10/2018
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 20/11/2018
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-00275
presentato da
PEZZOPANE Stefania
testo di
Martedì 30 ottobre 2018, seduta n. 74

   PEZZOPANE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   da articoli di stampa si apprende la notizia del respingimento all'unanimità dal «Comitato percorso nascite nazionali» del Ministero della salute della richiesta della regione Abruzzo di derogare alla chiusura del punto nascite di Sulmona, in provincia dell'Aquila;

   stando al dicastero, l'ospedale peligno non rientrerebbe tra le zone disagiate poiché «il bacino d'utenza non dista più di un'ora dai punti nascita alternativi e il disagio orografico – richiamato dalla regione – sembra contenuto anche nel periodo invernale»;

   viene evidenziata, altresì, la bassa natalità dell'intero comprensorio e il fatto che «alcune donne, nel 2017, hanno già scelto di partorire in punti nascita alternativi», senza contare «le carenze nell'organico sia dei ginecologi che degli anestesisti e dei neonatologi»;

   la Fp Cgil provinciale, in una nota, definisce «inaccettabile» quanto appreso dagli organi di stampa in merito alla «sciagurata chiusura del Punto nascita di Sulmona deliberata da parte del Comitato Percorso Nascite del Ministero della Salute». «A nostro parere – spiega il sindacato – tale decisione configura un vero e proprio attacco non solo al territorio di Sulmona e della Valle Peligna ma a tutte le aree interne dell'Abruzzo»;

   è assurdo e inaccettabile che debbano essere le future madri a recarsi in centri lontani dalle proprie abitazioni e non possa essere il servizio ad avvicinarsi a chi ne ha bisogno, essendo il diritto alla salute inalienabile e di prossimità;

   il punto nascita di Sulmona è prima di tutto una questione di civiltà e sguarnire un territorio così vasto di un presidio fondamentale sarebbe una scelta scellerata;

   si apprende che il suddetto Comitato avrebbe deliberato anche in relazione al numero di parti effettuati, ma tale criterio deve essere analizzato nella sua interezza. Infatti, non possono essere imputati ai cittadini e agli utenti i mancati investimenti, sia in termini di personale che in termini di tecnologie, che avrebbero consentito in questi anni un'inversione di tendenza dell'attrattività del reparto e il rilancio del nosocomio peligno;

   si ritiene strategica e fondamentale la permanenza del punto nascita nel territorio della Valle Peligna, anche in considerazione della qualità del servizio prestato dagli operatori sanitari. Si ricorda che nel 2016 il reparto è stato trasferito nell'ala più sicura dell'ospedale, restituendo così maggiore fiducia alle madri in termini di sicurezza logistica, un sito che ad oggi risulta tra i pochi presidi adeguati alle normative antisismiche;

   appaiono all'interrogante incomprensibili le dichiarazioni del Comitato nell'escludere l'ospedale di Sulmona dalle zone disagiate quando afferma: «il suo bacino di utenza non dista più di un'ora dai punti nascita alternativi» e, nel contempo: «il disagio orografico, anche nel periodo invernale, sembra contenuto»; si tratta di affermazioni che testimoniano, ad avviso dell'interrogante, l'assoluta non conoscenza delle aree interne, territori penalizzati da una scelta che rinnega le necessità di aree svantaggiate; territori che a fronte del «taglio» di un servizio essenziale vedranno inevitabilmente accelerarsi il fenomeno dello spopolamento;

   il diritto alla salute delle donne in gravidanza e dei nascituri non può essere messo in discussione e vivere di due pesi e due misure. Le donne in gravidanza e i loro piccoli devono avere gli stessi diritti alla tutela in ogni angolo del Paese;

   è inaccettabile e gravissimo che in Italia vi siano gravidanze palesemente meno tutelate di altre, perché le donne in attesa di un bimbo sono nate e risiedono in aree svantaggiate;

   è compito della politica tutelare tutte le cittadine e tutti i cittadini, con particolare attenzione per coloro che risiedono in aree svantaggiate del Paese –:

   quali orientamenti il Governo intenda esprimere in riferimento a quanto esposto e, conseguentemente, quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze.
(3-00275)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti della donna

condizione della donna

diritto alla salute