ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01571

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 728 del 20/07/2022
Firmatari
Primo firmatario: MAGI RICCARDO
Gruppo: MISTO-AZIONE-+EUROPA-RADICALI ITALIANI
Data firma: 19/07/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE delegato in data 19/07/2022
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01571
presentato da
MAGI Riccardo
testo di
Mercoledì 20 luglio 2022, seduta n. 728

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   a quanto si apprende dal diretto interessato, il cittadino italiano residente in Djibouti dal 2014, signor Vincenzo Iannucci, nato a Roma il 2 febbraio 1978, si trova attualmente bloccato nel Paese, in una grave situazione nella quale sarebbe coinvolto anche il console generale onorario d'Italia in Djibouti, signor Gianni Rizzo, senza che gli sia garantita alcuna tutela consolare da parte del Governo italiano, né per il tramite del Consolato onorario del Djibouti, né dell'Ambasciata d'Italia in Addis Abeba;

   in una segnalazione all'interrogante, il signor Iannucci riferisce di avere costituito nel 2017 una società nel settore delle costruzioni con il console Rizzo, su richiesta di quest'ultimo, che – come da accordi intercorsi – avrebbe dovuto finanziarla, mentre il signor Iannucci avrebbe dovuto occuparsi della gestione. La società, tuttavia, si sarebbe ben presto trovata in difficoltà in ragione del fatto che, a detta del signor Iannucci, il console Rizzo non avrebbe mantenuto gli accordi economici di cui sopra;

   in data 26 dicembre 2018 il signor Iannucci sarebbe stato convocato dalla Gendarmeria del Djibouti, che in quella sede gli avrebbe riportato alcune lamentele che erano state presentate, verbalmente, da parte di alcuni clienti della società, per via di ritardi nell'esecuzione di un lavoro ad essa assegnato, e ritirato il passaporto italiano, per evitare che il signor Iannucci lasciasse il Paese;

   il giorno seguente ai fatti sopraesposti il signor Iannucci si sarebbe recato dal socio, console onorario Rizzo, al fine di informarlo dell'accaduto. Il console gli avrebbe quindi proposto di occuparsi personalmente della restituzione del denaro a favore dei creditori della società, minacciando al contempo il signor Iannucci di farlo arrestare in caso di mancato successivo rimborso della somma;

   senza sapere se l'Ambasciata d'Italia in Addis Abeba fosse informata dei fatti, in data 10 febbraio 2019 il signor Iannucci è stato effettivamente arrestato dalle autorità del Djibouti, e trattenuto in prigione per ventuno giorni, durante i quali nessun rappresentante consolare o diplomatico italiano si è mai recato a verificare le condizioni disumane in cui lo stesso veniva detenuto;

   il vice direttore del carcere avrebbe riferito al suo avvocato che le condizioni estreme alle quali era sottoposto fossero una «disposizione» di Rizzo, il quale avrebbe cercato con ogni mezzo di estorcere il rimborso di cui sopra;

   il 3 marzo 2019 Iannucci è stato rilasciato con la condizione di non lasciare il Paese, con il passaporto sequestrato dal tribunale secondo le normative vigenti, e l'imposizione dell'obbligo di firma di presenza con cadenza settimanale;

   sempre secondo quanto riferito da Iannucci, lo stesso avrebbe ricevuto la prima visita di un rappresentante consolare soltanto il 29 luglio 2019, nella persona del dottor Giuseppe Coppola, primo consigliere. Nel corso dell'incontro, che sarebbe dovuto rimanere privato e confidenziale, il dottor Coppola avrebbe invitato Iannucci a riconoscere una somma di denaro al console Rizzo, affinché lo stesso ritirasse la denuncia. Nello stesso incontro Coppola ammetteva che Iannucci non avesse commesso alcun reato, ma, considerato il contesto e le prospettive che la questione andasse per le lunghe, gli avrebbe al contempo consigliato caldamente di pagare;

   il 30 giugno 2021, il pubblico ministero incaricato delle indagini preliminari emette un'ordinanza di non luogo a procedere in cui evidenzia come il console Rizzo abbia ostacolato la giustizia; lo stesso ha poi presentato ricorso contro l'ordinanza (che risulterebbe fuori dai tempi e senza requisiti), che è stato comunque accettato ad ottobre 2021, e da allora si attende che le indagini riprendano. Nella fattispecie le prove che il pubblico ministero chiede sono quelle relative alla contabilità della società, documenti sequestrati nel 2019 dal console Rizzo quando Iannucci gli avrebbe fatto presente che la frode da lui evocata sarebbe stata facilmente confutabile da una verifica contabile. Da allora due diversi tecnici nominati dal pubblico ministero si sarebbero visti rifiutare la collaborazione, comportamento che in Italia costituirebbe un reato;

   a luglio 2021 Iannucci è stato costretto a separarsi dalla moglie e dal figlio di nove anni, per via delle condizioni ormai insostenibili, anche considerato che l'interessato è rimasto senza impiego dal gennaio del 2019, e che, nonostante lo abbia richiesto più volte al consolato italiano, non dispone neppure di una carta di soggiorno;

   il dottor Coppola è nel frattempo rientrato a Roma, sostituito dalla dottoressa Catalano, che Iannucci ha incontrato il 26 gennaio 2022, alla presenza del suo legale in loco; tuttavia, ad oggi, nonostante le rassicurazioni ricevute dal suo legale italiano a Roma, non vi è stato alcun concreto sviluppo –:

   se sia a conoscenza dei gravi fatti riportati in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare per garantire la dovuta tutela al signor Vincenzo Iannucci.
(2-01571) «Magi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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