ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01557

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 721 del 07/07/2022
Firmatari
Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 07/07/2022


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 07/07/2022
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01557
presentato da
RAMPELLI Fabio
testo di
Giovedì 7 luglio 2022, seduta n. 721

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:

   desta sconcerto la notizia, passata clamorosamente in sordina, di presunte pressioni esercitate da Maria Cristina Messa, all'epoca dei fatti rettore dell'Università Bicocca di Milano, oggi Ministro di tutte le università d'Italia alle prese con materie delicate come i concorsi e le carriere dei docenti, per «promuovere le ex consoli di Ecuador e Bolivia e una funzionaria»;

   secondo quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, «Il 19 marzo 2018 la professoressa Silvia Buzzelli entra in punta di piedi e di fronte c'è lei, Maria Cristina Messa, all'epoca al vertice dell'Università (...). La docente è stata convocata in qualità di responsabile di un Master in Diritti Umani e Sicurezza che si è concluso il 23 febbraio con 11 bocciati, tre dei quali stanno particolarmente a cuore alla rettrice»; una di loro, che «ha presentato la tesi con due settimane di ritardo», era il console Generale della Repubblica dell'Ecuador a Milano; l'altra era la ex console della Bolivia a Milano, «che attaccava fogli già scritti per superare gli esami» e, poi, «un'impiegata contabile nelle istituzioni di governo messicane che agli esami neppure si presentava [...]»;

   secondo quanto ricostruito sul quotidiano, l'incontro era dovuto al fatto «che per promuoverle bisogna che recuperino i giudizi di scarso rendimento e frequenza che le avevano fatte bocciare, ma per fare tutto questo serve una proroga del master e due membri del Comitato di Coordinamento si son messi di traverso»;

   ad avere impedito la proroga ad personam del master sono stati, infatti, professori e avvocati, che non si sono piegati alla richiesta di regalare titoli accademici, a scapito di chi li aveva meritoriamente acquisiti;

   le pressioni della rettrice sono riportate nei verbali del Comitato e confermate da una mail del 2 aprile 2018 della direttrice del Master ai colleghi: «Il 19 marzo ho incontrato, sollecitata con urgenza, il Rettore che mi ha chiesto di attivarmi in relazione a Basurto (dovrebbe rifare la tesi), Chuquimia (2 esami mancanti), Tirado Paz (3 esami mancanti)»;

   il 10 aprile 2018, la direttrice scrive a Messa, mettendo in copia i coordinatori: «Comprendo la delicatezza della situazione e, per questo, assumendomi ogni responsabilità tenterò comunque di trovare una soluzione ragionevole», che, fortunatamente, non è stata trovata perché per statuto e regolamento l'unico organo dell'ateneo che può richiedere proroghe è il Comitato, organo autonomo rispetto al rettore che, sempre da statuto, è il «garante dei diritti degli studenti»;

   nonostante le insistenze della professoressa Buzzelli che, a suo dire, deve pur sempre «obbedire agli ordini del Rettore, cui non ho alcuna intenzione di fare la guerra: mi taglio i rapporti, tutto, e io in questa università lavoro e devo restarci per degli anni», i membri del Comitato non desistono;

   il 24 aprile 2018, a più di due mesi dalla chiusura del master, l'amministrazione comunica ai docenti che non può chiudere il ciclo di studi perché non trova la documentazione degli esami, benché regolarmente spedita per posta interna il 23 febbraio 2018; tre giorni prima, peraltro, la stessa amministrazione aveva scritto alle tre studentesse prescelte che «l'Ateneo è disponibile ad attivare un ultimo appello di recupero per gli esami mancanti, così da poterla ammettere a sostenere la prova finale»;

   la vicenda è arrivata anche in Tribunale: il 5 maggio 2018 uno dei docenti ha depositato un esposto presso la Procura di Milano per abuso d'ufficio e traffico d'influenze;

   si legge nell'atto, «Il Rettore Messa asseriva che a prescindere dal loro rendimento accademico e dal comportamento tenuto, le studentesse avrebbero dovuto ottenere il titolo di Master, altrimenti l'immagine dell'università sarebbe stata danneggiata», non solo discriminando, ma penalizzando gli altri studenti perché «l'assenza dei titoli di master ha impedito loro di iscriversi ad altre carriere accademiche di più alto livello»;

   al Tribunale di Milano, però, il fascicolo con i suoi 26 allegati non si trova, ma si sa che è stato archiviato, dopo tre anni, il 23 febbraio 2021, una settimana dopo il giuramento di Messa; eppure, chi ha denunciato la rettrice non è mai stato convocato, pur avendolo richiesto, né lo sono stati i testi indicati; né l'archiviazione gli è mai stata notificata, impedendo alla parte lesa di opporsi alla decisione nei termini previsti dalla legge, cosa che sarebbe, comunque, intenzionato a fare, a costo di portare il caso alla Corte europea dei diritti dell'uomo e alle Nazioni Unite;

   al di là di ogni considerazione, quella denunciata da Il Fatto Quotidiano e, ancora prima, da chi ha deciso di stare dalla parte degli studenti, resta una storia delicata e complessa che squarcia il velo sulle dinamiche interne agli atenei, tanto radicate e profonde da sfuggire a chi sta fuori e da impedire a chi volesse farlo di domarle –:

   se e quali immediate iniziative di competenza, anche di carattere ispettivo, il Governo intenda assumere per fare chiarezza sulla grave vicenda di cui in premessa.
(2-01557) «Rampelli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti umani

parita' di trattamento

insegnante