ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01227

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 512 del 20/05/2021
Firmatari
Primo firmatario: SAVINO ELVIRA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 20/05/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 20/05/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01227
presentato da
SAVINO Elvira
testo di
Giovedì 20 maggio 2021, seduta n. 512

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'istruzione, per sapere – premesso che:

   per quanto riguarda la storia della partecipazione femminile al gioco calcio in Italia, dalle poche e frammentarie notizie disponibili si sa che la prima squadra fu formata intorno agli anni '30, quando a Milano venne formato il Gruppo femminile calcistico, che fu un fenomeno estemporaneo cui fece seguito, solo dopo quasi due decenni, la formazione di altre squadre fino al 1968, quando fu fondata la Federazione italiana calcio femminile (Ficf) che fece partire il primo campionato italiano;

   dopo due anni, si formò la Federazione italiana femminile giuoco calcio che occupò lo spazio della Ficf e chiese al Coni il riconoscimento come entità sportiva: riconoscimento che gli viene negato; il calcio femminile resterà per anni, e ancora oggi nonostante si assista a una inversione di rotta, un fenomeno di nicchia, che attira pochi finanziamenti ma molte perplessità: per molti anni il calcio è stato considerato uno sport non adatto alle donne e alle bambine, non esistevano strutture sportive aperte alla loro partecipazione e anche quando venivano inserite in squadre costituite da maschi, l'effetto prodotto era di schiacciamento e di allontanamento;

   per via di molti pregiudizi e preconcetti, i soggetti femminili non esploravano l'opzione del calcio; eppure, nel gennaio 1989, la Gazzetta dello Sport pubblicava un'inchiesta sul calcio femminile in cui si evidenziavano le similitudini tra uomini e donne dal punto di vista tecnico e fisico, sottolineando come anche gli infortuni fossero identici tra atleti e atlete;

   sul finire degli anni Ottanta, per ogni calciatrice vi erano circa 14 colleghi maschi, con uno scarto del 7 per cento, nel 2017 la forbice si è allargata sino a toccare il 2 per cento;

   nel 1996, in Italia, erano tesserate 8.800 atlete, mentre nei Paesi scandinavi e in Germania si superavano le centinaia di migliaia, per non parlare degli Stati Uniti d'America dove le donne calciatrici superavano il milione;

   per il nostro Paese c'è ancora molta strada da percorrere, la tendenza a considerare il calcio uno sport prettamente maschile è ancora troppo radicata nel tessuto sociale italiano. Il calcio femminile è ancora relegato ai margini, mancano le strutture o i fondi per realizzarle, c'è scarsissima visibilità e la situazione non è omogenea nel Paese: in diverse regioni del Sud i numeri sono decisamente inferiori rispetto al Nord; all'estero, come predetto, l'attenzione verso il calcio femminile è elevatissima, i media garantiscono un'ampia copertura e il seguito di pubblico negli stadi è notevole; non è probabilmente un caso che dove le nazionali femminili sono più forti, si registra una più alta partecipazione delle donne al lavoro;

   i mondiali di calcio femminile che si sono svolti nel giugno 2019 hanno portato alla luce un universo in fermento fatto di atlete, visibili anche a livello internazionale, non abbastanza riconosciuto in Italia sia a livello giuridico che economico. Pochi sono gli investimenti da parte delle società anche in virtù della scarsa attenzione dei media; la poca visibilità che il calcio femminile ottiene non consente a società e sponsor di investire con progetti a medio e lungo termine dando vita a un circolo vizioso in cui la mancanza di risorse finanziarie impedisce al settore di evolvere tecnicamente ma la scarsa visibilità non favorisce gli investimenti che possono permettere tale evoluzione;

   nel 2019 la Uefa ha lanciato il progetto quinquennale Time for Action – strategia per il calcio femminile – che si propone, attraverso il sostegno alle federazioni nazionali per migliorare le strutture, di incentivare la pratica femminile del calcio, di cambiare la percezione del calcio femminile, di raddoppiare la partecipazione delle ragazze e delle donne al gioco del calcio entro il 2024, di innalzare il profilo e la posizione delle donne nel calcio in Europa, nonché gli standard tecnici di gioco: finalmente si stanno aprendo i campetti di calcio anche per le bambine e si rafforza nella società l'idea di calcio al femminile;

   la Uefa, mediante Time for action, si propone di raddoppiare la presenza delle donne nei propri organi di rappresentanza;

   nel 2020 la Uefa ha inoltre avviato un progetto dedicato alle bambine tra 5 e 8 anni, sviluppato a livello europeo, teso ad avvicinare le bambine al calcio e promuovendo, in tal modo, anche l'educazione a uno stile di vita sano e attivo; il progetto darà a moltissime bambine l'opportunità di scoprire il calcio, coltivare la passione, e potrà costituire una chance anche per il mondo federale e le società sportive coinvolte –:

   quali concrete iniziative intenda intraprendere il Governo nel nostro Paese al fine di sensibilizzare, fin dalle scuole primarie, le bambine affinché si avvicinino per la prima volta al mondo dello sport in generale e al gioco del calcio in particolare, per dare la possibilità a tutte di scegliere di praticare l'attività calcistica senza nessun pregiudizio o limiti di natura fisica o psicologica;

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere, anche sul piano finanziario, al fine di incentivare e potenziare il settore calcistico femminile.
(2-01227) «Elvira Savino».