ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01225

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 510 del 18/05/2021
Firmatari
Primo firmatario: COSTANZO JESSICA
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 18/05/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 18/05/2021
Stato iter:
15/06/2021
Fasi iter:

RITIRATO IL 15/06/2021

CONCLUSO IL 15/06/2021

Atto Camera

Interpellanza 2-01225
presentato da
COSTANZO Jessica
testo di
Martedì 18 maggio 2021, seduta n. 510

   La sottoscritta chiede di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:

   il Gruppo Sicuritalia, che si occupa di vigilanza privata, conta 15 mila dipendenti in tutta Italia, 100 mila clienti e un ricavo consolidato da 650 milioni di euro, che l'azienda conferma anche per il 2020;

   in Italia, il comparto sicurezza e vigilanza privata vale 3,5 miliardi di euro, ma il 40 per cento del fatturato è prodotto dalle dieci aziende più grandi. Sicuritalia è il gruppo principe in quanto a fatturato e a dimensioni occupazionali;

   a tutt'oggi, gli addetti della vigilanza non armata hanno retribuzioni fra le più basse d'Italia. Il contratto collettivo nazionale di lavoro di categoria prevede paghe base che, ai primi livelli, variano dai 797,14 euro lordi (livello F), ai 930,00 euro lordi (livello D);

   il Ccnl è quello della «Vigilanza privata e servizi fiduciari», stipulato nel 2013 e valido fino al 31 dicembre 2015. Sottoscritto da Cgil e Cisl, ad oggi è scaduto da 5 anni e 4 mesi;

   i tribunali del lavoro di Torino e Milano hanno stabilito che si tratta di salari al di sotto della soglia di povertà, incompatibili con l'articolo 36 della Costituzione;

   come riportato da Franz Baraggino su ilfattoquotidiano.it, in data 16 aprile 2021, gli oltre 4000 soci lavoratori della cooperativa Sicuritalia servizi fiduciari, da otto anni, approvano deroghe al Ccnl per affrontare continue crisi aziendali. «All'iniziale piano di crisi del 2013 segue a ruota quello del 2017», spiegano i sindacati. Le ragioni sono nel verbale di assemblea: «La crisi del settore, la difficile congiuntura economica e la diminuzione delle tariffe che i clienti sono disposti a pagare». E dunque: «Un immediato adeguamento al contratto avrebbe ripercussioni sui livelli occupazionali» o peggio, «determinerebbe il dissesto economico-finanziario della cooperativa»;

   ilfattoquotidiano.it spiega che le deroghe avrebbero dovuto terminare a maggio 2020, con il pieno adeguamento a un Ccnl che ad oggi la cooperativa non ha mai applicato integralmente. Invece è stata convocata un'assemblea in data 20 aprile 2020 e «per l'ennesima volta i soci lavoratori sono stati invitati a derogare al già misero contratto collettivo di categoria perché l'immediato adeguamento a quel contratto comprometterebbe seriamente la continuazione dell'attività»; ancora su ilfattoquotidiano.it vengono riportate le dichiarazioni in merito dei sindacati, che denunciano «incongruenze nelle informazioni dovute ai soci lavoratori» e attaccano: «con le deroghe al contratto Sicuritalia ha ridotto il costo del lavoro e fatto man bassa di appalti pubblici e privati», sostiene Stefano Franzoni (Uiltucs);

   secondo quanto riportato da ilfattoquotidiano.it, ai soci lavoratori di Sicuritalia è stata proposta negli ultimi anni la cancellazione dell'integrazione per la malattia, che l'accordo del 2013 sul Ccnl volle pagata al 100 per cento. Ma non solo. «Per ogni ora di straordinario i lavoratori hanno avuto molto meno di quanto previsto dal Ccnl, indifferentemente che si trattasse di lavoro diurno, notturno o festivo», spiega il sindacalista Franzoni (Uiltucs), che aggiunge: «Con salari così bassi, gli straordinari fanno la differenza, arrivando anche a un terzo del guadagno»;

   i sindacati hanno invitato i soci lavoratori a contattare l'azienda, richiedere il regolamento e rivendicare la partecipazione telematica. Secondo quanto riportato da ilfattoquotidiano.it, l'azienda ha allegato alle risposte un regolamento sociale depositato presso l'Ispettorato territoriale del lavoro nel 2018, ma diverso da quello del 2017, al quale fa riferimento la recente convocazione di assemblea, e dove sono assenti i tagli agli straordinari riscontrabili invece dalle buste paga, coerentemente con il citato regolamento del 2017;

   le risposte dell'azienda sarebbero «le premesse di un'assemblea che si terrà a porte chiuse, dove a rappresentare i lavoratori sarà una persona indicata dall'azienda», affermano dalla Filcams denunciando al Fatto Quotidiano la «raccolta di deleghe in bianco»;

   nel 2020, il tribunale del lavoro di Bergamo ha dato ragione a un lavoratore della cooperativa di Sicuritalia, condannata in contumacia a risarcirlo per gli straordinari in deroga al contratto collettivo. La sentenza si aggiunge ad altre e anche la Cassazione, pronunciandosi sulla materia, nel febbraio 2019, ha affermato che il principio costituzionale della «sufficienza della retribuzione» si soddisfa proprio rispettando i minimi previsti dai Ccnl di categoria –:

   se il Governo non intenda adottare iniziative, per quanto di competenza, volte a verificare i fatti esposti in premessa e il rispetto da parte della cooperativa Sicuritalia delle procedure e della normativa nazionale in relazione alle criticità esposte in premessa;

   se non ritenga opportuno e in che tempistiche adottare iniziative per rivedere la normativa nazionale sulle cooperative, sugli appalti e sulla somministrazione di lavoro, tutelando i lavoratori e impedendo che possano ripetersi le storture di questi anni, in particolare in relazione alle disposizioni in cui si consente agli stessi soci di deliberare, in caso di crisi aziendale acclarata, «forme di apporto anche economico alla soluzione della crisi, in proporzione alle disponibilità e capacità finanziarie».
(2-01225) «Costanzo».