ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01127

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 465 del 09/03/2021
Firmatari
Primo firmatario: D'ATTIS MAURO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 09/03/2021


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA' SOSTENIBILI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DELLA MOBILITA' SOSTENIBILI delegato in data 09/03/2021
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01127
presentato da
D'ATTIS Mauro
testo di
Martedì 9 marzo 2021, seduta n. 465

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, per sapere – premesso che:

   nelle analisi di sviluppo macro-economico del territorio italiano è sempre stata presente la necessità di migliorare la funzione di grande piattaforma logistica del sistema Italia, sfruttando al meglio la posizione al centro del Mediterraneo del nostro Paese, quale porta di ingresso delle merci verso i mercati europei. Nell'attuale momento storico il flusso degli scambi avviene soprattutto con i Paesi dell'Est Asiatico ed i porti italiani sono potenzialmente avvantaggiati rispetto ad altri;

   tuttavia, sebbene l'Italia sia ben posizionata, nel contesto del mercato globale mondiale i suoi 20 porti commerciali movimentano oggi, tutti insieme, lo stesso volume di merci (in container) del solo porto di Rotterdam nel nord Europa. Si verifica il paradosso che la merce proveniente dall'Oriente, transita davanti alle coste italiane per sbarcare nel NordEuropa e giungere poi in treno in Italia;

   gli studi sulla portualità nazionale parlano della opportunità, non raccolta appieno, consistente nell'investire sui collegamenti ferroviari di «ultimo miglio» necessari a mettere i «porti in rete». Ciò darebbe impulso all'industria della logistica ed alle semi-lavorazioni retro portuali, in considerazione del fatto che l'Italia è di per sé piattaforma portuale;

   diverse realtà portuali stanno operando in tal senso (si vedano gli investimenti ferroviari in atto nei porti di Genova, La Spezia, Trieste); purtroppo gravi lacune rimangono proprio nel sistema ferroviario e nei porti commerciali del Mezzogiorno che restano ancora lontani dallo sviluppare una economia retro-portuale e logistica;

   nonostante la strategia sia caldeggiata dalle politiche europee dei trasporti relativa alle reti Ten-T, il precedente Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non sembra aver perseguito in maniera continuativa e convinta il raggiungimento di questi target. In tale ambito alla direzione generale dello sviluppo del territorio è spettato il compito di sviluppare la rete ferroviaria ed i collegamenti con i porti del Sud Italia tramite del programma europeo «PON Infrastrutture e Reti 2014-2020» destinato principalmente a completare in quelle regioni le infrastrutture strategiche e i collegamenti multimodali per i porti commerciali di interesse nazionale;

   l'analisi dei dati dimostra che si è ben lontani dallo spendere i fondi assegnati nella programmazione dell'ormai remoto 2014. Oggi, dopo 7 anni, la spesa realmente certificata per l'infrastrutturazione di ferrovie e porti del Sud ascende ad 846,1 milioni di euro. Mentre nel prossimo 2023, termine ultimo per certificare la spesa, il target dovrebbe arrivare a 1,564 miliardi di euro, peraltro ridotti, a causa del Covid-19 e di mancati impegni di spesa, dagli originari 1,844 miliardi di euro, tralasciando così importanti finanziamenti verso porti commerciali del Sud;

   nel medesimo periodo di programmazione, ulteriori 670,5 milioni di euro del Programma di azione e coesione (Pac) 2014-2020 (programma complementare al Pon infrastrutture e reti) sono stati assegnati con delibera del Cipe n. 58 nel 1° dicembre 2016 per integrare e rafforzare gli investimenti già previsti dal Pon, secondo 6 Assi distinti (digitalizzazione della logistica, recupero waterfront, accessibilità turistica, progetti infrastrutturali ferroviari e portuali e Green Ports). Le risorse per l'asse: «assistenza tecnica» sono le uniche già finalizzate;

   solo nella Gazzetta ufficiale n. 74 del 21 marzo 2020, il Ministero ha pubblicato 4 bandi per 480 milioni di euro, parte dei 670,5 milioni di euro del Pac destinati alla «digitalizzazione della logistica, recupero waterfront, accessibilità turistica e Green Ports»;

   dopo 11 mesi da quei bandi sono stati pubblicati sul web solo «esiti provvisori», nell'ambito dei quali si apre ad interventi non in linea con gli obiettivi originari: è opportuno chiedersi quale siano le competenze del Ministero verso investimenti di carattere regionale se non locale, quali porti turistici, lungomari e borghi storici;

   la delibera del Cipe n. 58 espressamente affermava che si sarebbero utilizzati i fondi complementari al Pon «Infrastrutture e Reti» 2014-2020, per integrare e rafforzare gli interventi in esso previsti. Ad aggravare la situazione c'è l'evidenza che non si ha nessuna notizia di spesa sull'Asse E: «Progetti infrastrutturali ferroviari e portuali)»;

   al di là dello spreco temporale e del rischio concreto di disimpegno delle risorse nel 2023, occorre sottolineare che importanti obiettivi nazionali per la logistica del Mezzogiorno, quali i nodi ferroviari dei porti di Gioia Tauro, Taranto, Brindisi, Napoli, Augusta e dell'area logistica di Bari Lamasinata, restano solo sulla carta e preziose risorse sono stornate altrove;

   in definitiva, la precedente gestione del Ministero, istituzionalmente responsabile della strategia nazionale e degli investimenti nelle ferrovie e nei porti del Mezzogiorno, ad avviso dell'interpellante, non solo ha evidenziato una colpevole e ingiustificata lentezza burocratica di spesa, che rischia di precludere ogni tipo di obiettivo, ma ha anche mostrato una preoccupante assenza di visione programmatica –:

   quali informazioni intenda fornire il Ministro interpellato su quanto sopra esposto, con riferimento soprattutto allo stato degli investimenti programmati e ai pericoli di disimpegno delle risorse, e quali iniziative intenda intraprendere per indirizzare e velocizzare la spesa per le infrastrutture per il Mezzogiorno, con particolare riferimento all'intermodalità tra porti commerciali e ferrovie ad alta capacità.
(2-01127) «D'Attis».