ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01036

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 442 del 17/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: BELLUCCI MARIA TERESA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 16/12/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 27/12/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO PER LE PARI OPPORTUNITA' E LA FAMIGLIA
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 16/12/2020
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 27/12/2020

Atto Camera

Interpellanza 2-01036
presentato da
BELLUCCI Maria Teresa
testo presentato
Giovedì 17 dicembre 2020
modificato
Domenica 27 dicembre 2020, seduta n. 446

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, il Ministro per le pari opportunità e la famiglia, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   la sospensione delle attività giudiziarie, giustificata dall'esigenza di tutelare il bene primario della salute pubblica a fronte dell'emergenza da Covid-19, rischia di creare irreparabili danni soprattutto nell'ambito delle relazioni familiari;

   le famiglie hanno, infatti, bisogno di avere risposte immediate, soprattutto quando si tratta di tutela dei diritti dei minori, per i quali, ad esempio, essere privati della presenza di uno o entrambi i genitori, perché magari affidati «temporaneamente» alle comunità, potrebbe produrre un pregiudizio irreparabile;

   nonostante il Governo abbia previsto un sistema di celebrazione alternativo delle udienze, la maggior parte degli uffici giudiziari è rimasto fermo per mesi;

   è il caso, ad esempio, che sta facendo molto discutere nel Luinese, di un padre che lotta da oltre un anno per poter riavere i propri figli, affidati ad una comunità dove la gestione viene definita «priva di regole, piena di pericoli e senza una base sanitaria adeguata sia fisica che psicologica»;

   secondo la ricostruzione dei fatti, esposta dal legale del padre, nel luglio 2019 i servizi sociali, venuti a conoscenza di una coppia alle prese con una crisi coniugale culminata nell'abbandono della famiglia da parte della madre, informano il pubblico ministero che attiva la procedura d'urgenza con l'allontanamento dei figli minori dalla casa genitoriale;

   a settembre 2019 viene fissata l'udienza in tribunale per i coniugi, al fine di valutare il provvedimento con cui era stata limitata la potestà genitoriale e da allora è iniziato un percorso di incontri tra gli assistenti sociali ed i genitori, che possono vedere i bambini solo in area protetta;

   a fine 2019 i servizi sociali hanno consegnato la loro relazione al Tribunale, e da allora, nonostante i continui solleciti, le parti attendono di conoscere il destino dei bambini, che chiedono di poter tornare a casa dal padre;

   secondo il legale del padre, sarebbe bastato un bicchiere di gelato sul tavolo e qualche indumento dei bambini sparso per la casa per definire l'ambiente familiare come diseducativo e pericoloso per la prole;

   come si apprende da fonti di stampa, la denuncia più grave riguarderebbe gli abusi da parte degli operatori sociali che agiscono ricattando e mettendo in condizioni di soggezione e terrore psicologico i bambini, tanto che diverse famiglie, tutte vittime di questo «sistema», si sarebbero riunite raccogliendo prove inconfutabili;

   sia pure con le opportune cautele, rimane prioritario il diritto dei bambini a tornare a casa, secondo il principio della «protezione del miglior interesse del minore», sancito dall'articolo 3 della convenzione di New York sulla protezione di diritti del fanciullo del 1989 e recepito dalla legislazione comunitaria e nazionale e dalla giurisprudenza;

   esiste un numero enorme di genitori che sta piangendo per i figli strappati dalle loro braccia, a volte perché non in grado di esercitare la responsabilità genitoriale, ma a volte anche amorevoli, «imprigionati» in un sistema devastante, che per inerzia o inefficienza rischia di negargli per sempre il diritto a un'infanzia serena;

   da troppi anni vengono denunciati casi eclatanti di adozioni mascherate, affidamenti «facili», servizi sociali incompetenti e case-famiglia inadeguate, con l'aggravante di un sistema giudiziario che rende di fatto impossibile ai genitori qualsiasi possibilità di intervento tempestivo e li obbliga a estenuanti percorsi giudiziari;

   una delle pochissime inchieste sul tema, realizzata incrociando dati dell'università di Padova con quelli del Ministero della giustizia, parla di 160 mila bambini allontanati dai giudici negli ultimi vent'anni e la metà dei casi è stata archiviata;

   al di là delle posizioni ideologiche e del periodo straordinario di emergenza sanitaria, quello degli allontanamenti dal nucleo familiare e degli affidi è un sistema da rivedere al più presto: l'affidamento ai servizi sociali dovrebbe essere solo la extrema ratio, cui ricorrere in casi d'urgenza, ed i bambini dovrebbero tornare al più presto nella loro famiglia naturale, come espressamente riconosciuto dalla Corte di Cassazione (4 novembre 2019, n. 28244), che ha rimarcato il principio secondo cui la «famiglia naturale» deve essere preferita alla comunità, che deve essere il riferimento soltanto per affidi temporanei –:

   quali siano i dati aggiornati dei minori collocati fuori famiglia per decisione del tribunale dei minori, quanti di loro siano rientrati in famiglia e quale sia il tempo medio di permanenza nelle strutture di accoglienza;

   se non ritenga necessario adottare iniziative normative per riformare il sistema degli allontanamenti dei minori dal nucleo familiare e degli affidi, al fine di garantire la piena attuazione del principio del diritto dei minori a vivere e crescere all'interno della famiglia;

   se non si ritenga lesivo dei diritti dei bambini attendere per oltre un anno che le autorità giudiziarie si pronuncino su un provvedimento «temporaneo» e quali iniziative di competenza intenda adottare per superare i rallentamenti drammatici causati dalla pandemia;

   se non ritenga necessario aprire una riflessione, anche in un'ottica di spending review, sul sistema delle comunità e dei costi esorbitanti, non più sostenibili, a carico della collettività.
(2-01036) «Bellucci, Ciaburro».