ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/01025

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 437 del 02/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: BARONI MASSIMO ENRICO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 20/11/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO PER GLI AFFARI REGIONALI E LE AUTONOMIE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 20/11/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO PER LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE delegato in data 11/12/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-01025
presentato da
BARONI Massimo Enrico
testo di
Mercoledì 2 dicembre 2020, seduta n. 437

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro per la pubblica amministrazione, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro per gli affari regionali e le autonomie, per sapere – premesso che:

   la burocrazia rappresenta da decenni una ferita emorragica cronica del nostro sistema amministrativo; basti pensare al «Rapporto sui principali problemi dell'amministrazione dello Stato» presentato nel 1979 alle Camere dal Ministro pro tempore per la funzione pubblica Massimo Severo Giannini, con cui mise a nudo fin da allora, tutte le anomalie e disfunzionalità prodotte dalla macchina burocratica, soprattutto nella sua ultima manifestazione più concreta: l'erogazione dei servizi ai cittadini;

   era evidente, già a quel tempo, che gli interventi normativi da soli non erano sufficienti, eppure si è continuato a produrne a livello nazionale e a cascata se ne sono prodotti anche a livello regionale, provinciale e locale, andando a formare, col passare degli anni, una matassa sempre più grande e difficile da dipanare;

   come riportato dal rapporto DataRoom di Milena Gabanelli pubblicato il 26 luglio 2020 sul Corriere della Sera, in Italia, chi intende aprire un bar ha bisogno di 72 autorizzazioni, 65 per aprire un parrucchiere, 86 per un autoriparatore, da ottenere presso enti diversi, con fasi e tempi non coincidenti; non a caso nella classifica dei Paesi europei Doing Business 2020, a cura della Banca Mondiale, l'Italia si trova al quintultimo posto per facilità di fare impresa, con un indice del 72,9 per cento decisamente indietro rispetto alla media europea del 76,5 per cento;

   a riprova che, in concomitanza al crescendo di leggi, sono proliferati anche gli enti preposti a occuparsi di determinate tematiche, la suddetta fonte di stampa cita la materia ambientale le cui competenze si articolano tra 4 ministeri (Ambiente, salute, interno, agricoltura), 20 regioni, 110 province, e più di 8.000 comuni, camere di commercio, Asl, Arpa, a cui si aggiunge l'ultima nata: l'Ispra, istituita nel 2008: a fronte delle notevoli somme di denaro pubblico impiegato per mantenere tutte queste strutture, ci si aspetterebbe che tanti problemi siano stati risolti, ma non è così;

   secondo il rapporto pubblicato dall'Istat «Situazione e prospettive delle imprese nell'emergenza sanitaria Covid-19», nel periodo tra marzo e aprile 2020, ben quattro imprese su dieci hanno realizzato oltre il 50 per cento di fatturato in meno, il 42,6 per cento ha chiesto nuovi prestiti, il 70,2 per cento ha ricorso alla cassa integrazione guadagni o a strumenti analoghi. Si è registrata la maggiore incidenza di imprese non in grado di riprendere l'attività dal 4 maggio 2020 nel Mezzogiorno (3, 8 per cento di imprese e 1,2 per cento di occupati) e al Centro (2,7 per cento e 0,8 per cento). Inoltre, le chiusure delle attività previste dai decreti hanno infierito soprattutto sulle imprese di minori dimensioni, che in Italia, più che in altri Paesi europei, rappresentano quote elevate in termini di occupazione e di risultati economici del sistema produttivo;

   gli articoli 12-16 del titolo II, del decreto-legge n. 76 del luglio 2020, noto come «Decreto Semplificazioni», modificano la legge n. 241 del 1990 — nota come «Legge sul procedimento amministrativo» — introducendo nelle amministrazioni procedure telematiche per semplificare e velocizzare le comunicazioni tra enti, e con i cittadini e imprese al fine di accelerare gli adempimenti amministrativi. Tuttavia l'articolo 15 prevede che, entro il 17 dicembre 2020, lo Stato, le regioni e le autonomie locali, «sentite le associazioni imprenditoriali, gli ordini e le associazioni professionali, devono completare la ricognizione dei procedimenti amministrativi al fine di individuare» i diversi regimi applicabili, allo scopo di semplificare e snellire le procedure amministrative e autorizzative. L'esito della ricognizione dovrà essere comunicata al «Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro per la pubblica amministrazione, alla Conferenza delle regioni e delle province autonome, all'Unione delle province italiane e all'Associazione nazionale dei comuni italiani». Tuttavia, non viene fornita una chiara indicazione sul «dopo» ricognizione, ossia in che modo verranno elaborati gli esiti della ricognizione, entro quando verranno attuate le nuove misure e protocolli, con quali strumenti e da chi –:

   quali iniziative di competenza il Governo intenda adottare non appena ricevuto l'esito della ricognizione, per fornire tempestivamente nuovi strumenti e protocolli alle imprese, e metterle così nelle condizioni di ottenere, nel modo più agevole e semplificato possibile, le autorizzazioni necessarie all'esercizio di nuove attività, in un'ottica di ripartenza e ripresa economica veloce, del nostro Paese.
(2-01025) «Massimo Enrico Baroni».