ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00824

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 350 del 03/06/2020
Firmatari
Primo firmatario: D'ATTIS MAURO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 03/06/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 03/06/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00824
presentato da
D'ATTIS Mauro
testo di
Mercoledì 3 giugno 2020, seduta n. 350

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   si è svolta lunedì 28 ottobre 2019 l'assemblea dei soci di Mediobanca S.p.a. da cui è emersa la composizione della compagine azionaria che vedeva all'epoca, quali soci rilevanti Unicredit (8,81 per cento), Leonardo Del Vecchio attraverso la holding Delfin (7,52 per cento), Vincent Bolloré – imprenditore bretone, al 6,73 per cento –, Blackrock e Mediolanum rispettivamente al 4,98 e al 3,28 per cento;

   in pochi mesi, la compagine azionaria di Mediobanca ha subito un terremoto, con Del Vecchio salito al 9,89 per cento, Vincent Bollore sceso al 5,7 per cento, Medionalum ferma al 3,28 per cento e Unicredit che ha messo sul mercato il suo intero pacchetto di azioni il 6 novembre 2019;

   l'intenzione di Del Vecchio, secondo indiscrezioni di stampa, sarebbe stata quella di salire oltre il 10 per cento ma, nel maggio 2020, l'imprenditore ha invece chiesto l'autorizzazione alla Banca Centrale Europea, probabilmente dopo aver acquisito il parere favorevole di Bankitalia, a rilevare fino al 20 per cento delle azioni. Sarebbe il primo socio, nella storia recente dell'istituto, a controllare un'azione su cinque;

   la quota acquisita servirebbe a incidere nelle scelte strategiche della banca, probabilmente attraverso una politica più aggressiva su fusioni, acquisizioni e dismissioni di asset ma senza aver comunicato il proprio piano industriale o le proprie intenzioni;

   l'amministratore delegato di Mediobanca Nagel ha rimarcato come «dal 2005 a oggi, il Gruppo è cresciuto così tanto nelle altre componenti che la quota delle assicurazioni è andata diluendosi: la nostra dipendenza dalla compagnia triestina è venuta molto meno rispetto al passato, con i ricavi scesi in oltre un decennio dal 25 per cento a circa la metà, il 12 per cento»;

   le Generali, sempre secondo Nagel: «sono gestite in maniera efficace e corretta, i risultati si vedono sia dal punto di vista dell'utile sia del titolo». Obbiettivo dell'AD sarebbe far rimanere l'assicurazione indipendente e con base in Italia;

   Del Vecchio invece riterrebbe Mediobanca troppo dipendente dai risultati di Generali, di cui è già importante socio tramite la lussemburghese Delfin, e sarebbe intenzionato a proporre una dismissione degli asset assicurativi per concentrare l'attività dell'azienda sull'investimento bancario;

   Del Vecchio avrebbe in mente per Generali una partnership col gruppo francese AXA. Proprio tramite una banca francese, Natixis, l'imprenditore ha messo insieme sul mercato la sua attuale quota in Mediobanca, e proprio ad una società francese, Essilor, ha legato la sua Luxottica con la fusione avvenuta nel corso del 2018;

   Generali è la prima compagnia assicurativa italiana, la terza in Europa, con 500 miliardi di euro di attività investite di cui circa 60 in titoli del tesoro italiani;

   per l'intero sistema assicurativo e finanziario italiano l'indipendenza e la presenza in Italia di un soggetto di primo piano a livello internazionale come Generali è fondamentale;

   Mediobanca S.p.a. – terzo gruppo bancario italiano per capitalizzazione – risulta già oggi controllata per il 14 per cento del capitale da investitori istituzionali di origine francese, ma il suo assetto azionario e l'assenza di un patto di sindacato, soprattutto dopo l'uscita di Unicredit, lascia alla finanza straniera la porta spalancata;

   Mediobanca, inoltre, oggi è una «preda» ambita, perché dà accesso al controllo di Generali, e perché, rispetto alla quotazione massima del 10 novembre 2019, anche a causa dell'emergenza; Covid-19, vale oggi poco più della metà;

   l'attivismo di un imprenditore come Del Vecchio, messo in campo tramite una holding con residenza fiscale all'estero, parimenti all'interesse che la stampa italiana ha dato alla vicenda, destano sospetti in merito a quali siano i veri interessi in campo;

   la grande finanza francese ha già detto di essere interessata al patrimonio economico italiano e l'Italia non ha risposto adeguatamente in difesa degli interessi nazionali, oggi minacciati anche dal possibile interesse di Crédit Agricole per il gruppo Ubi che sta cercando alleati per respingere l'offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo –:

   se il Governo sia stato preventivamente messo al corrente delle notizie riportate in premessa;

   se il Governo sia al corrente del fatto che gli acquisti di titoli Mediobanca sono stati effettuati da società lussemburghesi, e che questo vuol dire che Mediobanca sta per diventare una società controllata da un, Gruppo estero;

   di quali elementi disponga il Governo, anche tramite la Consob, ai sensi del dodicesimo comma dell'articolo 1 del decreto-legge n. 95 del 1974, circa l'evoluzione del quadro azionario di Mediobanca S.p.a. e di Assicurazioni Generali S.p.a. e se siano state rilevate procedure anomale;

   quali iniziative di competenza il Governo sia intenzionato ad assumere per tutelare l'interesse nazionale evitando che il controllo di Assicurazioni Generali S.p.a. possa finire in mani straniere;

   se al Governo risulti che siano state valutate motivazioni e «vocazione» effettiva dell'operazione messa in campo da Del Vecchio, quale ne sia stato l'esito, e se risulti che sussistano quei parametri di sviluppo e strategici richiamati dalla Banca d'Italia e di cui ai regolamenti stessi della Bce che sottendono programmi di sviluppo ai fini del rilascio di ogni autorizzazione all'operazione, anche in relazione alla «mission» effettiva del socio lussemburghese e dei piani generazionali e successori regolati dalla legge italiana.
(2-00824) «D'Attis».