ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00765

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 332 del 29/04/2020
Firmatari
Primo firmatario: FIORINI BENEDETTA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 29/04/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
NEVI RAFFAELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
SPENA MARIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
BARONI ANNA LISA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020
PEREGO DI CREMNAGO MATTEO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 29/04/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 29/04/2020
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 05/05/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00765
presentato da
FIORINI Benedetta
testo di
Mercoledì 29 aprile 2020, seduta n. 332

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   è in corso una campagna mediatica su televisione («Sapiens» di Mario Tozzi; «Indovina chi viene a cena», di Sabrina Giannini; «Report» di Sigfrido Ranucci), stampa e web (basta digitare: «coronavirus allevamenti») nella quale il sistema zootecnico è additato tra i maggiori responsabili dell'inquinamento atmosferico, fino a ipotizzare una associazione fra diffusione delle pandemie, allevamenti intensivi e consumo di carne;

   poiché non è plausibile un legame tra il modello di sviluppo italiano e l'insorgenza di talune emergenze sanitarie, non sono accettabili, ad avviso degli interpellanti, né le conclusioni estrapolate da studi del tutto parziali, né l'utilizzo del sistema dei media per diffondere lo sconcerto nel pubblico, peraltro utilizzando interviste, filmati e foto degli allevamenti italiani;

   i dati certi a disposizione dimostrano che:

    a) le pandemie di origine zoonotica sono trasmesse soprattutto da animali selvatici;

    b) tali pandemie si sviluppano in aree di promiscuità uomo animale e di scarsa igiene, cioè l'esatto contrario degli iper-controllati allevamenti italiani;

    c) le più catastrofiche pandemie si sono sviluppate in epoche premoderne, ritenute astrattamente, dai fautori della decrescita felice, periodi in cui sussisteva un corretto equilibrio tra uomo e natura;

    d) l'agricoltura e l'allevamento moderni sono attività essenziali per l'alimentazione umana. Ma sono anche tradizioni millenarie caratterizzate da elevata circolarità;

    e) la zootecnia nazionale sta facendo ogni possibile sforzo, in linea con le prescrizioni comunitarie, in favore del benessere animale e per ricondurre il sistema nell'ambito dell'economia circolare, mediante riduzione dei gas serra prodotti, riutilizzo dei sottoprodotti e valorizzazione dei principali inquinanti che derivano da tale attività, cioè le deiezioni animali. L'Italia è il quarto produttore mondiale di biogas con 2.000 impianti di cui il 77 per cento con residui di origine agricole;

    f) in merito all'inquinamento, secondo i dati dell'Ispra, in Italia l'agricoltura rappresenta il 7,2 per cento di tutte le emissioni di gas serra a livello nazionale, con 30 milioni di tonnellate di CO2 equivalenti (di cui l'80 per cento di fonte zootecnica) contro i 76 milioni di tonnellate della Francia, i 66 della Germania, i 41 milioni del Regno Unito e i 39 milioni della Spagna. Per quanto riguarda le emissioni di polveri sottili, solo l'11,8 per cento proviene dall'assieme di agricoltura e allevamento;

   la campagna mediatica, rispetto alla quale, in particolare sul mezzo televisivo, non è stato garantito, ad avviso degli interpellanti, un adeguato diritto di replica, ha allarmato la filiera zootecnica nazionale per l'inaccettabile impostazione culturale: oltre a spaventare i cittadini, si accrescono sospetti e paure verso il modello alimentare italiano, screditando ingiustamente gli operatori del settore;

   il settore agro-alimentare italiano, in particolare quello legato alla zootecnia, sta compiendo un enorme sforzo per garantire che nei negozi e supermercati si possano trovare alimenti e prodotti sicuri e di qualità. E questo in una fase in cui il comparto zootecnico soffre di una contrazione di un volume d'affari di almeno il 20 per cento e di un aumento dei costi per l'alimentazione animale del 5 per cento;

   gli oltre 250.000 lavoratori addetti al mondo delle produzioni zootecniche e le 270.000 aziende agricole e di trasformazione, che generano un fatturato per il nostro Paese di oltre 40 miliardi di euro, operano con responsabilità e sono, per legge e per vocazione, al servizio dei consumatori, per garantire l'approvvigionamento di beni alimentari primari in totale sicurezza –:

   se il Governo non intenda, nell'ambito delle misure volte alla tutela del made in Italy e della filiera agroalimentare italiana, farsi promotore di una iniziativa sui principali media a sostegno del settore zootecnico e del food italiano, eccellenze del nostro Paese riconosciute nel mondo, tesa anche a rilevare e puntualizzare quanto erroneamente sostenuto – a parere degli interpellanti, come illustrato in premessa – da campagne mediatiche imprecise che potrebbero minare e distruggere con danni irreparabili, non solo d'immagine, un settore fondamentale del made in Italy.
(2-00765) «Fiorini, Nevi, Spena, Anna Lisa Baroni, Perego Di Cremnago».