ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00636

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 302 del 11/02/2020
Firmatari
Primo firmatario: DE GIORGI ROSALBA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/02/2020


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 10/02/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00636
presentato da
DE GIORGI Rosalba
testo di
Martedì 11 febbraio 2020, seduta n. 302

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:

   l'ennesimo infortunio sul lavoro che, verificatosi in data 5 febbraio 2020, ha visto un operaio riportare gravi lesioni agli arti inferiori ripropone le gravi carenze che a livello di sicurezza si registrano da anni all'interno dello stabilimento ex Ilva di Taranto. Dove nulla è cambiato nonostante dall'autunno del 2018 a gestirlo sia la multinazionale franco-indiana ArcelorMittal, che, all'atto del suo insediamento, tramite la propria dirigenza aveva testualmente affermato: «Non c'è una tonnellata d'acciaio da produrre che vale se non possiamo tornare a casa in piena salute. Sicurezza, salute e ambiente per noi sono dei pilastri che vanno di pari passo con le performance della produzione»;

   ad oggi, anche a fronte delle pubbliche dichiarazioni con cui la stessa ArcelorMittal Italia ha ribadito di voler puntare sul polo industriale tarantino facendo ricorso alle cosiddette «best practice», nessuna delle lacune che da decenni penalizzano la regolare attività della fabbrica, ad avviso dell'interpellante, è stata colmata. Come del resto, con la complicità di impianti non adeguati e strutture vetuste, stanno a dimostrare incidenti divenuti ormai una pericolosa costante;

   i rischi che quotidianamente corrono i dipendenti del siderurgico nel prestare la propria opera sono stati più volte evidenziati dalle organizzazioni sindacali ai vertici dell'azienda, i quali non risulta all'interpellante abbiano mai posto in essere iniziative finalizzate a scongiurare in modo incisivo qualsiasi tipo di pericolo per le maestranze. E questo nonostante ArcelorMittal Italia aderisca al programma globale «Journey to Zero» secondo cui dovrebbe essere assicurato il rispetto delle misure di sicurezza in tutti i propri stabilimenti;

   a destare preoccupazione sono anche le emissioni derivanti da una produzione industriale non ancora in grado di far leva su tecniche a minore impatto ambientale e capaci di migliorare la qualità dell'aria che si respira a Taranto, con tutte le conseguenze (intuibilmente negative) di cui, da tempo, si fa carico suo malgrado un'intera popolazione;

   l'ormai probabile accordo, che dovrebbe essere siglato da ArcelorMittal e da Ilva in amministrazione straordinaria allo scopo di scongiurare il recesso (da parte della stessa multinazionale franco-indiana) dal contratto di affitto dello stabilimento siderurgico tarantino, se da un lato evita un lungo e complicato contenzioso giudiziario, dall'altro sembra essere ammantato da garanzie e requisiti che si ritengono non sufficienti per fugare i dubbi in ordine alla efficienza di un'industria che fino ad oggi non ha mostrato la capacità di assicurare certezze né dal punto di vista lavorativo, né da quello ambientale –:

   quali siano gli strumenti dei quali il Governo intende avvalersi per controllare che gli impegni assunti da ArcelorMittal Italia in relazione alla prosecuzione dell'attività industriale sul territorio italiano siano effettivamente rispettati a tutela della sicurezza dei lavoratori e della salute della cittadinanza di Taranto.
(2-00636) «De Giorgi».