Legislatura: 18Seduta di annuncio: 156 del 04/04/2019
Primo firmatario: RACITI FAUSTO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 04/04/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ORFINI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 RIZZO NERVO LUCA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 ANNIBALI LUCIA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 MANCINI CLAUDIO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 NAVARRA PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 FRAILIS ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 CANTONE CARLA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 CARDINALE DANIELA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 CARNEVALI ELENA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 BAZOLI ALFREDO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 CARE' NICOLA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 MICELI CARMELO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 SCHIRO' ANGELA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 ROTTA ALESSIA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 GRIBAUDO CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 NOJA LISA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 GADDA MARIA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 ZAN ALESSANDRO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 MORASSUT ROBERTO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 DE FILIPPO VITO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 PAGANO UBALDO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 ANZALDI MICHELE PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 PRESTIPINO PATRIZIA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 VERINI WALTER PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 PELLICANI NICOLA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 ROSSI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 DI MAIO MARCO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 BRAGA CHIARA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 MADIA MARIA ANNA PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 LEPRI STEFANO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019 MANCA GAVINO PARTITO DEMOCRATICO 04/04/2019
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELL'INTERNO
- MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
- MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 04/04/2019
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 12/04/2019 Resoconto RACITI FAUSTO PARTITO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 12/04/2019 Resoconto SIBILIA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO) REPLICA 12/04/2019 Resoconto RACITI FAUSTO PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 12/04/2019
SVOLTO IL 12/04/2019
CONCLUSO IL 12/04/2019
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:
il 2 aprile 2019 il servizio Alarm Phone ha dato notizia di aver ricevuto la sera precedente una chiamata da un'imbarcazione vicino alle coste libiche con a bordo circa 50 persone tra cui donne e bambini e che la comunicazione si è interrotta dopo l'invio della posizione Gps; Alarm Phone ha affermato di aver più volte tentato di segnalare la posizione dell'imbarcazione alla guardia costiera libica senza riuscirci e di aver successivamente contattato il Centro nazionale di coordinamento del soccorso marittimo (Mrcc) di Roma;
il 2 aprile la Guardia costiera italiana avrebbe chiarito, come si apprende dalle agenzie di stampa, che «Watch the Med – Alarm Phone ha segnalato alla Centrale Operativa della Guardia Costiera italiana la probabile partenza, nella serata di ieri, di un barcone dalla Libia con circa 50 persone a bordo. Veniva inoltre riferita la probabile posizione dell'unità, a nord di Zwara, ancora all'interno delle acque territoriali libiche» ed «essendo la posizione segnalata all'interno dell'area Sar di responsabilità libica, ha immediatamente inoltrato le informazioni ricevute alla Guardia Costiera libica, che ha assicurato l'avvenuta ricezione degli elementi forniti, per le successive azioni di competenza»; lo stesso giorno il portavoce della Marina libica, l'ammiraglio Ayob Amr Ghasem, ha dichiarato all'ANSA che la Guardia Costiera libica non è intervenuta alla ricerca del gommone perché la segnalazione ricevuta risultava «incompleta» e di aver chiesto alle piattaforme petrolifere presenti nell'area di «seguire la situazione, inviare loro rimorchiatori e fare il necessario»;
risulta evidente che in una situazione di emergenza in mare la richiesta di aiuto possa essere lanciata anche in modo incompleto e decidere di non intervenire comporta l'altissimo rischio di mettere seriamente a rischio la vita di chi ha chiesto aiuto;
ad oggi non risulterebbe esservi traccia dell'imbarcazione dispersa, come dimostrano le ricerche compiute senza alcun risultato nella zona segnalata dalla nave Alan Kurdi della Ong Sea Eye;
la Marina e la Guardia costiera libica, come si apprende da media locali, avrebbero intimato alle Ong di non entrare nelle loro acque territoriali e di non intervenire vicino alle loro coste;
la missione Sophia è stata ridotta al solo pattugliamento aereo con il ritiro delle navi;
pochi giorni fa, l'Oim – l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, presente in Libia per assistere i migranti – ha dichiarato che la Libia non può essere considerata un porto sicuro e che la stessa organizzazione non può garantire la protezione dei migranti che spesso vengono trasferiti in centri di detenzione nei quali le condizioni sono «inaccettabili e inumane» e «la detenzione di uomini, donne e bambini è arbitraria»;
l'Onu ha pubblicato nel mese di dicembre 2018 un documento a cura dell'Unsmil e dell'Unchr nel quale si denunciano gravi violazioni, atrocità e abusi commessi in Libia «dai funzionari pubblici, dai miliziani che fanno parte di gruppi armati e dai trafficanti»;
si tratta di un rapporto nel quale si descrivono gli «orrori inimmaginabili» che migranti rifugiati patiscono in Libia, tra torture, detenzioni arbitrarie, stupri, schiavitù e lavori forzati; solamente pochi giorni fa, il segretario generale aggiunto dell'Onu per i diritti umani, Andrew Gilmour, ha ribadito ancora una volta che «i migranti vengono sottoposti a orrori inimmaginabili dal momento in cui entrano in Libia»;
in una dichiarazione del 29 marzo 2019 la portavoce della Commissione europea responsabile per la migrazione, Natasha Bertaud, ha ribadito che «la Commissione ha sempre detto che al momento in Libia non ci sono le condizioni di sicurezza» e che «tutte le imbarcazioni che battono bandiera Ue non possono fare sbarchi in Libia». «Come definito dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare – ha affermato testualmente la portavoce – un luogo di sicurezza è un luogo in cui la sicurezza della vita delle persone soccorse non è più minacciata e dove i bisogni umani di base possono essere soddisfatti e possono essere presi accordi per il trasporto della destinazione successiva o finale delle persone soccorse. La Commissione ha sempre affermato di non ritenere che tali condizioni siano attualmente soddisfatte in Libia» –:
se i Ministri interpellati, per quanto di competenza, abbiano avviato o intendano avviare iniziative per verificare cosa sia effettivamente accaduto all'imbarcazione dispersa nelle acque libiche e le ragioni che ne abbiano determinato il mancato soccorso, nonostante la richiesta di aiuto, e se, alla luce delle documentate violazioni dei diritti umani in Libia, si intendano adottare iniziative per rivedere gli accordi vigenti con il Governo libico, al fine di assicurare che la collaborazione con il nostro Paese sia condizionata al rispetto dei diritti umani.
(2-00342) «Raciti, Orfini, Rizzo Nervo, Annibali, Mancini, Navarra, Frailis, Carla Cantone, Cardinale, Carnevali, Bazoli, Carè, Miceli, Schirò, Rotta, Gribaudo, Noja, Gadda, Zan, Morassut, De Filippo, Ubaldo Pagano, Anzaldi, Prestipino, Verini, Pellicani, Rossi, Marco Di Maio, Braga, Madia, Lepri, Gavino Manca».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):prevenzione dell'inquinamento
diritti umani
acque territoriali