ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00325

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 151 del 28/03/2019
Firmatari
Primo firmatario: NEVI RAFFAELE
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 28/03/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BARELLI PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/03/2019
BRUNETTA RENATO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/03/2019
CARRARA MAURIZIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/03/2019
FIORINI BENEDETTA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/03/2019
PORCHIETTO CLAUDIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/03/2019
POLIDORI CATIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/03/2019
SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 28/03/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 28/03/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00325
presentato da
NEVI Raffaele
testo di
Giovedì 28 marzo 2019, seduta n. 151

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:

   il 27 marzo 2019 il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha scritto al presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, in merito al massiccio aumento dell'importazione dell'acciaio dall'Indonesia, chiedendo di rivedere immediatamente l'elenco dei Paesi in via di sviluppo a cui si applicano le misure di salvaguardia in base alle cifre di importazione disponibili nel 2018;

   l'autorevole iniziativa è stata adottata a seguito della lettera congiunta inviata alla metà di marzo 2019 dai produttori e dai sindacati dei lavoratori siderurgici, riuniti nella European Steel Association e nella IndustriAll Europa (la lettera è firmata sia dal direttore dell'associazione dei produttori siderurgici Axel Eggert, sia dal segretario generale del sindacato europeo Luis Colunga), al commissario europeo per il commercio e l'industria, Malmström, volta a sensibilizzare la Commissione sull'aggiramento delle regole di salvaguardia che si sta verificando in particolare a partire dalla seconda metà dell'anno 2018;

   la richiesta di intervento prende le mosse dagli ultimi dati ufficiali sulle quote di mercato delle importazioni di acciaio inossidabile dall'Indonesia: l’import di piani a caldo, per esempio, è passato dallo 0 per cento del 2017 al 10,1 per cento del 2018 (18,2 per cento se si considera solo la seconda metà del 2018);

   la netta crescita delle esportazioni del Paese asiatico verso l'Unione europea in sede di riscrittura del regolamento di salvaguardia nel luglio 2018, non era stata considerata in quanto il provvedimento di contenimento dell’import ha inserito l'Indonesia tra i Paesi esenti da contingente, dal momento che tra il 2015 e il 2017 la sua media di importazioni era nulla e pertanto ben al di sotto di quella soglia del 3 per cento utilizzata per definire i Paesi in via di sviluppo;

   secondo le associazioni europee di settore la «... massiccia espansione della capacità produttiva indonesiana è alimentata sia dalle imprese siderurgiche cinesi che ricevono sussidi statali, sia dagli stessi sussidi indonesiani. Ciò si somma alle restrizioni all’export di materie prime. Questi vantaggi possono essere considerati concorrenza sleale e consentono ai produttori indonesiani di beneficiare di costi di produzione significativamente inferiori rispetto ai competitor e di distorcere i prezzi dell'acciaio inossidabile in tutto il mondo. Di conseguenza, l'industria europea dell'acciaio inossidabile, che rappresenta più di 100 mila posti di lavoro diretti e indiretti, ha visto le proprie vendite sul mercato interno calare in modo significativo (-5,3 per cento su base annua nella seconda metà del 2018) e a cascata i prezzi base sono scesi del 30 per cento, con conseguenze negative considerevoli sui margini del settore...»;

   le misure di protezione dell'industria europea dell'acciaio adottate nel luglio 2018, accolte dall'unanime sostegno dagli Stati membri dell'Unione europea, erano concentrate in particolare sull'importazione dell'acciaio da altri Paesi verso il mercato dell'Unione europea a seguito delle restrizioni all’import adottate dagli Stati Uniti nel giugno 2018, le quali avevano sottoposto a dazi del 25 per cento l'acciaio e del 10 per cento sull'alluminio, colpendo quasi 5 milioni di tonnellate di prodotti europei. L'introduzione dei dazi statunitensi ha colpito anche acciaio proveniente dall'Asia esponendo l'Europa a divenire il luogo verso cui dirottare milioni di tonnellate di prodotto asiatico, che non trovavano più sbocco sui mercati del nord-America;

   l'aggiornamento dell'elenco dei Paesi in via di sviluppo cui applicare le misure di salvaguardia si basa su uno schema puramente meccanico e su statistiche relative alle importazioni. Secondo le associazioni europee del settore acciaio «... ritardare la valutazione dei livelli di import a luglio 2019 non farebbe che incoraggiare un ulteriore aumento delle importazioni dall'Indonesia e promuovere l'accumulo di scorte per coprire il mercato dell'Unione per la restante parte dell'anno...»;

   l'allarme era stato lanciato già nell'autunno scorso dai sindacati operanti presso le acciaierie di Terni, in quanto presso la Acciai speciali Terni (AST) erano in lavorazione semilavorati provenienti dall'Indonesia;

   AST opera in tal caso come centro servizi, ma il timore subito sollevato dai sindacati è che, con tale modalità operativa, l'acciaieria potrebbe fare a meno dei forni con ricadute occupazionali pesantissime. Nonostante le rassicurazioni aziendali che parlavano di un episodio sporadico il fenomeno pare stia continuando;

   giova rilevare come l'aggiramento delle regole di difesa dell'Unione europea sopra esposto appare agli interpellanti accortamente studiato e posto in essere, facendo leva sulla rigidità e sulle lentezze sia decisionali, sia applicative che affliggono l'Unione, nel quadro di una politica sistematica ed aggressiva di dumping economico, che ha rilevantissimi effetti sociali –:

   se il Governo non ritenga necessario farsi promotore di una iniziativa nelle opportune sedi dell'Unione europea, al fine di rivedere immediatamente l'elenco dei Paesi in via di sviluppo a cui si applicano le misure di salvaguardia in materia di import di acciaio;

   se intenda adottare specifiche e soprattutto rapide iniziative, a livello nazionale, volte a salvaguardare l'industria italiana dell'acciaio.
(2-00325) «Nevi, Barelli, Brunetta, Carrara, Fiorini, Porchietto, Polidori, Squeri».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

industria siderurgica

importazione

esportazione comunitaria