ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00299

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 139 del 11/03/2019
Firmatari
Primo firmatario: PETTARIN GUIDO GERMANO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 11/03/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
FERRAIOLI MARZIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/03/2019
FITZGERALD NISSOLI FUCSIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/03/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 11/03/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 10/04/2019
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 15/03/2019

MODIFICATO PER MINISTRO DELEGATO IL 10/04/2019

Atto Camera

Interpellanza 2-00299
presentato da
PETTARIN Guido Germano
testo presentato
Lunedì 11 marzo 2019
modificato
Venerdì 15 marzo 2019, seduta n. 142

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, per sapere – premesso che:

   oltre il 90 per cento dei commerci tra Europa e Cina si svolge via mare, e in particolare nel Mar Mediterraneo che ha riacquisito centralità nei traffici commerciali mondiali. Nell'ambito dell'iniziativa «One Belt One Road», nota come «Via della Seta» (2014), la Cina sta creando una gigantesca infrastruttura per far giungere le proprie merci in Europa, Medio Oriente e Nord Africa. La Cina ha acquisito il controllo di alcuni porti del Nord Africa e del Pireo (Grecia), oltre a partecipazioni rilevanti in alcuni porti italiani, Vado Ligure e Gioia Tauro;

   i principali porti dell'Italia settentrionale, Genova, Venezia, ma soprattutto Trieste, sono diventati centrali, non essendo il Pireo in grado di assorbire tutto il traffico tra Cina e Sud Europa;

   le strategie di sviluppo del porto di Trieste guardano con necessario interesse ai mercati e alle rotte che collegano l'Europa alla Cina. Tuttavia, negli ultimi mesi pressoché tutte le forze politiche italiane, nonché il Governo degli Stati Uniti, hanno espresso il proprio pensiero sulle opportunità di investimento di capitali cinesi nel porto di Trieste, manifestando diverse perplessità in particolare sull'assenza di dettagli dell'operazione;

   si ha notizia di una bozza di intesa che dovrebbe essere firmata durante la visita di Xi Jinping segretario generale del partito comunista cinese e presidente della repubblica popolare il 20-21 marzo in Italia, assieme ad almeno 70 capitani di industria cinesi. La gran parte degli attori coinvolti, presidenti di regioni, autorità portuali e parte dei componenti del Governo più direttamente interessati, non conosce i contenuti di tale documento;

   nella loro visita del 1° febbraio 2019, il viceministro dello sviluppo economico e il sottosegretario per lo sviluppo economico hanno diffuso dichiarazioni non del tutto condivisibili. Hanno preannunciato la firma di una intesa il 20-21 marzo 2019 sotto forma di aut aut «...o si è dentro o si è fuori(...) Con la Cina non si tratta una questione alla volta, ma tutte insieme...», e dichiarato che la «negoziazione UE (con la Cina) è perdente..»;

   è esplicita la posizione di Confindustria Pordenone, «concorrenza cinese è spesso sleale e Confindustria si oppone a un ingresso cinese nel commercio senza barriere. La Cina aggredisce Paesi con problemi di debito pubblico. Serve UE per negoziare o rischiamo grosso...»;

   nel frattempo le autorità portuali italiane si muovono in ordine sparso:

   nel mese di giugno 2018, il porto di Ravenna diventa la sede europea della Cmit Europe, società della compagnia statale China Merchants Group. A breve uscirà il bando progetto hub portuale Ravenna, investimento da oltre 260 milioni di euro;

   l'11 febbraio 2019, il presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico settentrionale e il presidente dell'Autorità portuale del Pireo, Fu Chengqiu, hanno sottoscritto un memorandum of understanding volto a rafforzare le relazioni tra i due enti e potenziare flussi di traffico tra il porto greco e il sistema portuale di Venezia e Chioggia. La China Merchants Group è già lì;

   il 21 settembre 2018, il Ministro dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, l'assessore alle attività produttive della regione Friuli Venezia Giulia e il presidente dell'Autorità di sistema portuale dell'Adriatico orientale si sono incontrati. Ciò è legittimo, se non fosse per il luogo in cui è avvenuto l'incontro: la città di Chengdu, nella provincia industriale del Sichuan, dove era in corso la fiera Western China International per promuovere proprio la «Belt and Road Initiative»;

   pochi giorni prima il Ministro dell'economia e delle finanze era in Cina e la stampa nazionale ha evidenziato come tra i suoi obiettivi vi fosse anche quello di piazzare una quota delle emissioni dei titoli necessari a finanziare il debito pubblico italiano;

   a Trieste si esclude possa accadere quanto accaduto ad Atene dove il Pireo è stato ceduto all'ingrosso alla Cina con risultati che eufemisticamente possono definirsi insoddisfacenti;

   la Cina sta acquisendo un progressivo controllo geoeconomico sugli scambi mondiali mediante prestiti o creando infrastrutture per Governi o enti locali;

   tali tematiche acquisiscono ancora maggiore importanza alla vigilia del secondo Forum sulla Via della seta, in programma a fine aprile a Pechino –:

   quali siano gli orientamenti del Governo in merito alle ipotesi di investimento di fondi di Pechino nel porto di Trieste e più in generale, nei porti italiani;

   se il Governo non intenda evitare di sottoscrivere documenti impegnativi senza aver ottenuto specifici indirizzi operativi dal Parlamento;

   se il Governo intenda, in occasione del secondo forum sulla via della Seta del 25-27 aprile 2019 a Pechino, sottoscrivere un memorandum impegnativo e di quale tenore siano gli impegni che il Governo stesso intenderebbe eventualmente assumere in questa sede;

   se non intenda adoperarsi affinché tali iniziative si muovano nel quadro di una strategia nazionale concordata e coordinata tra tutte le autorità coinvolte, in primis le regioni e le autorità portuali interessate, tenuto conto del ruolo che l'Italia riveste dell'Unione europea e nello scacchiere strategico internazionale.
(2-00299) «Pettarin, Ferraioli, Fitzgerald Nissoli».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sicurezza marittima

impianto portuale

sviluppo economico