ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00279

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 131 del 21/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: FIORINI BENEDETTA
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 21/02/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 21/02/2019
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 21/02/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 25/03/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00279
presentato da
FIORINI Benedetta
testo di
Giovedì 21 febbraio 2019, seduta n. 131

   La sottoscritta chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:

   il settore delle costruzioni soffre di una crisi di sistema che coinvolge l'intero Paese con gravi ripercussioni sulla società civile e sulla crescita economica; dieci anni fa l'edilizia rappresentava oltre l'11 per cento del prodotto interno lordo nazionale, oggi poco più dell'8 per cento. Secondo l'Ance dall'inizio della crisi a oggi gli investimenti nel settore delle costruzioni sono scesi del 36 per cento;

   il patrimonio immobiliare italiano tuttora vale ben 3,8 volte il prodotto interno lordo, circa 6.227 miliardi di euro. Ma secondo l'Istat il valore delle case di abitazione è crollato del 15,8 per cento dal 2010 al 2018. Cifre confermate dal Consiglio nazionale del notariato secondo il quale negli anni 2008-2016 il valore medio delle compravendite di tutte le tipologie di fabbricati è diminuito di quasi il 15 per cento;

   dal 2008 al 2016 (fonte Eurostat) le imprese edilizie sono diminuite di 125.000 unità, da 634.988 e 508.696, e i posti di lavoro sono 600.000 in meno (2008: 2.011.143 occupati, 2016: 1.324.178 occupati); nel rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro edili (luglio 2018), si è dato atto che dall'inizio della crisi (2008) la perdita complessiva degli addetti nel settore è pari al 46,5 per cento;

   le attività di costruzione di edifici residenziali e non residenziali nel quinquennio 2013-2018 hanno subito un calo del 20,3 per cento, le attività connesse, quali la fabbricazione di prodotti di carpenteria e falegnameria per l'edilizia, un calo del 20,1 per cento. Il rivestimento di pavimenti e di muri ha registrato un calo del 15,5 per cento. Alla fine del 2018 le imprese artigiane che risultavano operative nel Paese era pari a 1 milione e 300 mila unità. Di queste, il 37,7 per cento lavora nell'edilizia; secondo la Gcia di Mestre negli ultimi 10 anni la contrazione è stata pesantissima: -165.500 attività (-11,3 per cento);

   la pressione fiscale grava sul settore immobiliare nella misura complessiva di 50 miliardi di euro l'anno. Con l'incremento dei moltiplicatori catastali, voluto nel 2011 dal Governo Monti, il carico tributario locale è passato dai 9 miliardi dell'Ici ai 21 miliardi dell'Imu. Gli effetti negativi dell'aumento della pressione fiscale sugli immobili sono sotto gli occhi di tutti; in Italia oltre 500.000 case sono state costruite e non consegnate sia per il fallimento delle società edili, sia per la frenata del mercato. Gli immobili ridotti a ruderi rispetto al 2011 sono raddoppiati;

   nella recente legge di bilancio, le risorse per le opere pubbliche nel 2019 sono state ridotte dell'85 per cento, da 3,5 miliardi di euro aggiuntivi a soli 550 milioni di euro. Il 15 febbraio il procuratore generale della Corte dei conti ha lanciato un avvertimento al Governo, affermando che «...i recenti assetti di bilancio sembrano andare verso una politica riduttiva degli investimenti. È auspicabile che si tratti di un ridimensionamento solo temporaneo, giustificato in qualche modo dalla necessità di rimodulare le priorità e di definire nuovi modelli procedurali»;

   l'Ance (Associazione nazionale costruttori edili) ha censito oltre 400 opere bloccate, per un importo superiore ai 27 miliardi di euro. In sede di esame del «decreto semplificazioni» sono state richieste, senza essere accolte, misure in grado di accelerare la trasformazione delle risorse in cantieri – più di 140 miliardi di euro stanziati negli ultimi 2 anni –, snellendo i passaggi procedurali ed eliminando le stratificazioni normative. Secondo i sindacati questa operazione potrebbe creare 400.000 posti di lavoro;

   lo stato di crisi non coinvolge più soltanto le piccole e medie imprese, ma si è esteso anche alle grandi realtà del settore, con il rischio di un pericoloso effetto domino. La crisi delle cinque grandi imprese di costruzione in concordato preventivo o amministrazione controllata (Astaldi, Condotte, Cmc, Grandi Lavori Fincosit, Tecnis) mette a rischio circa 25.000 posti di lavoro, tra diretti e indiretti;

   l'Ance a più riprese ha formulato appelli affinché in sede istituzionale ci si impegnasse a un cambio di indirizzo nei confronti del settore edile, con nuovi investimenti pubblici e la previsione di grandi opere capaci di dare nuova linfa alle imprese del settore, contribuendo a sostenere e favorire la crescita di tutto il tessuto economico e produttivo nazionale;

   a fine gennaio 2019 si è tenuta una riunione al Ministero dello sviluppo economico che si è conclusa senza risultati apprezzabili, in quanto, in mancanza di volontà politica di affrontare il problema, i tavoli tecnici rappresentano una risposta parziale. Per il 15 marzo 2019 sono previsti uno sciopero generale di 8 ore del settore costruzioni e manifestazioni a Roma –:

   se non ritengano opportuna la convocazione urgente di un tavolo istituzionale realmente operativo per definire un piano d'azione volto ad affrontare la crisi di uno dei settori chiave per l'occupazione e la crescita del Paese;

   se non ritengano opportuno adottare iniziative urgenti che consentano l'apertura dei cantieri già finanziati;

   se non ritengano opportuno adottare ogni iniziativa di competenza per escludere ufficialmente l'istituzione di una imposta patrimoniale sugli immobili, al fine di non deprimere ulteriormente il settore dell'edilizia.
(2-00279) «Fiorini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

creazione di posti di lavoro

impresa in difficolta'

industria edile