ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00253

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 119 del 01/02/2019
Firmatari
Primo firmatario: MAGI RICCARDO
Gruppo: MISTO-+EUROPA-CENTRO DEMOCRATICO
Data firma: 01/02/2019


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI E DELLA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 01/02/2019
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 01/02/2019
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 20/02/2019
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00253
presentato da
MAGI Riccardo
testo di
Venerdì 1 febbraio 2019, seduta n. 119

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della difesa, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, per sapere – premesso che:

   il 20 dicembre 2001 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite autorizzava con la risoluzione n. 1386 il dispiegamento di forza militari nella Provincia di Kabul, dando avvio alla missione di tipo «combat», denominata international Security Assistance Force (ISAF) con il compito di assistere le istituzioni politiche provvisorie afgane a mantenere un ambiente sicuro nel quadro degli accordi di Bonn del 5 dicembre 2001;

   la missione ISAF si concludeva ufficialmente il 31 dicembre 2014 e il 1° gennaio 2015 veniva avviata la nuova missione NATO di tipo «no combat» denominata Resolute Support (RS) sull'addestramento, la consulenza e l'assistenza in favore delle Afghan National Security Forces (ANSF) e delle istituzioni nazionali;

   RS opera nella capitale Kabul e nelle aree di Mazar-e Sharif (nord), Herat (ovest), Kandahar (sud) e Laghman (est) sotto la guida del generale statunitense Austin Scott Miller;

   l'attuale contributo nazionale prevede un impiego massimo di 900 militari, 148 mezzi terrestri e 8 aeromobili, suddivisi tra personale con sede a Kabul ed il contingente militare italiano dislocato ad Herat presso il Train Advise Assist Command West (TAAC-W);

   la regione in cui il contingente italiano opera il TAAC-W comprende quattro province occidentali del Paese, Harat, Badghis, Ghor e Farah, operanti nell'ambito della Task Force Arena, del Joint Multimodal Operation Unit (JMOU), l’Infrastructure Management Center (IMC), il Comando sanitario di contingente, della Force Protection Task Group, del Forward Support Base (FSB), del Centro amministrativo d'intendenza, la Joint Air Task Force, della Military Advisory Team-Regional Corps Battle School (MAT\RCBS), dell’Operations Coordination Centre-Regional Advisor Team (OCC-R AT), della Police Advisor Team (PAT) e della Task Group Fenice;

   nella seconda sezione della relazione tecnica sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante «Ripartizione delle risorse del fondo di cui all'articolo 4, comma 1, della legge 21 luglio 2016, n. 145, per il finanziamento delle missioni internazionali e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione» per il periodo 1° ottobre - 31 dicembre 2018 sono previste spese di personale per un fabbisogno annuale di 58.681.000 euro e spese di funzionamento per un fabbisogno annuale 108.483.489 euro per un totale di 167.164.527 euro;

   secondo il rapporto MIL€X dell'Osservatorio sulle spese militari, l'Italia ha stanziato per la missione in Afghanistan fino al 2017 un totale di 7,5 miliardi di euro (1,2 milioni di euro al giorno), di cui 6,3 miliardi stanziati direttamente per il contributo nazionale, 360 milioni di euro a sostegno delle ANSF e circa 900 milioni di spese aggiuntive;

   a luglio 2018 Alice Wells, alto funzionario del dipartimento di Stato americano, ed i rappresentanti dei talebani si sono incontrati ufficialmente a Doha, in Qatar, mettendo fine al monopolio del Governo afgano rispetto ai negoziati di pace con i talebani;

   a settembre 2018 Jim Mattis, segretario alla Difesa americano, si è recato in Afghanistan per riavviare il processo di riconciliazione nazionale anche con i talebani, riportando un miglioramento della situazione nel Paese;

   di recente è stato annunciato il progressivo disimpegno statunitense dal Presidente Donald Trump;

   il 28 gennaio 2019 Zalmay Khalilzad, inviato del Dipartimento di Stato americano per i negoziati di pace con i talebani ha confermato che si è arrivati a un «accordo quadro» tra le parti;

   il 29 gennaio 2019 fonti della difesa affermano che «il Ministro Trenta ha dato disposizioni al Comando operativo di Vertice interforze di valutare l'avvio di una pianificazione per il ritiro del contingente italiano in Afghanistan» e che l'orizzonte temporale potrebbe essere quello di 12 mesi –:

   se il Governo intenda esplicitare come intenda ridurre le spese per i contingenti militari annunciata dal Governo da ultimo ad ottobre 2018, considerato che la legge 30 dicembre 2018, n. 145, recante bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021, all'articolo 1 comma 797, prevede che il Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro il 30 gennaio 2019, ridetermini i programmi di spesa dei settori interessati e le relative consegne, e se confermi l'intenzione di far sì che l'Italia raggiunga il 2 per cento del Pil destinato alle spese militari entro il 2024, passando da 64 a 100 milioni di euro giornalieri;

   se con la prossima deliberazione sulle missioni di cui alla legge n. 145 del 2016, che peraltro avrebbe dovuto già essere stata trasmessa alle Camere alla fine del 2018, sarà confermata la preannunciata riduzione del contingente per la missione in Afghanistan da 900 a 700 unità;

   se il Governo ritenga migliorate le condizioni del Paese e condivida, quindi, la posizione espressa dall'attuale amministrazione americana; se ritenga positivo il dialogo tra gli americani e le forze talebane; se il Governo, che ha il terzo contingente militare in Afghanistan, intenda giocare attivamente un ruolo per la promozione del dialogo con i talebani; se sia a conoscenza di una ipotesi federalista promossa da intellettuali ed attivisti afgani quale condizione per la facilitazione dell'incontro tra Governo afgano e talebani;

   se il Governo intenda assumere iniziative per la rapida conversione degli interventi militari in attività di cooperazione militare e civile (CIMIC).
(2-00253) «Magi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

risoluzione

prevenzione dell'inquinamento

spese di funzionamento