Legislatura: 18Seduta di annuncio: 104 del 28/12/2018
Primo firmatario: BENAMATI GIANLUCA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 21/12/2018
Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CANTONE CARLA PARTITO DEMOCRATICO 21/12/2018 CRITELLI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 21/12/2018 DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 21/12/2018 RIZZO NERVO LUCA PARTITO DEMOCRATICO 21/12/2018 BORGHI ENRICO PARTITO DEMOCRATICO 21/12/2018
Ministero destinatario:
- MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
- MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 21/12/2018
Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 01/02/2019 Resoconto DE MARIA ANDREA PARTITO DEMOCRATICO RISPOSTA GOVERNO 01/02/2019 Resoconto DI MAIO LUIGI MINISTRO - (SVILUPPO ECONOMICO) REPLICA 01/02/2019 Resoconto BENAMATI GIANLUCA PARTITO DEMOCRATICO
DISCUSSIONE IL 01/02/2019
SVOLTO IL 01/02/2019
CONCLUSO IL 01/02/2019
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per sapere – premesso che:
Industria italiana autobus (lia) è un'azienda nata nel 2015 attraverso il raggruppamento dell'ex Bredamenarini di Bologna e l'Irisbus di Avellino;
l'azienda, stante la crisi industriale e finanziaria partita nel 2016, che rischia di compromettere il futuro dei lavoratori (154 a Bologna e 290 a Flumeri), ha richiesto l'intervento del Ministero dello sviluppo economico per cercare delle soluzioni che consentano la ristrutturazione degli stabilimenti e la piena ripresa dell'attività produttiva, anche alla luce della scadenza, il 31 dicembre 2018, degli ammortizzatori sociali attualmente erogati;
l'8 ottobre 2018 si è svolto presso il Ministero dello sviluppo economico l'ultimo tavolo di crisi durante il quale Ferrovie dello Stato italiane ha confermato l'interesse al progetto, Leonardo ha ribadito l'intenzione di incrementare la propria partecipazione societaria nell'azienda, Invitalia ha ribadito la volontà di proseguire nell'operazione di rilancio;
l'11 dicembre 2018 l'assemblea degli azionisti di lia ha deciso di ricapitalizzare l'azienda, che è ora controllata al 70 per cento dall'ormai ex socio turco di minoranza, Karsan, e per il restante 30 per cento da Leonardo: secondo fonti ministeriali, si tratterebbe di una soluzione «tampone» che dovrebbe durare circa un mese e che ha consentito di evitare il fallimento dell'azienda a causa dei debiti, mantenendola in attività, in attesa che torni sotto il controllo pubblico;
è evidente, invece, come il Governo finora, ad avviso degli interpellanti, non sia stato assolutamente in grado di finalizzare l'annunciato progetto di favorire la creazione di un polo pubblico per la produzione di autobus, e che quanto fatto finora, per evitare la delocalizzazione della produzione, sia stato insufficiente: nell'ultimo anno lia ha vinto numerosi bandi pubblici e la scorsa estate aveva in casa ordini per 1.100 nuovi autobus da costruire, ma, a causa dell'immobilismo del Governo, peraltro già segnalato dagli interpellanti, non si è arrivati a una soluzione che consentisse il rilancio dell'azienda e l'avvio della produzione. A Bologna e a Flumeri, infatti, si continua con la cassa integrazione e con una produzione a singhiozzo, stante il fatto che le commesse sono state in buona parte delocalizzate in Turchia, presso la controllata Karsan, che è diventata il nuovo socio di maggioranza –:
quale sia lo stato della trattativa in corso, che per ora ha contraddetto tutte le indicazioni ufficiali fornite, e quali iniziative urgenti intenda intraprendere il Governo per assicurare l'erogazione degli stipendi e degli ammortizzatori sociali in favore dei lavoratori e la continuità aziendale e per trovare una soluzione alle problematiche esposte in premessa circa la crisi di Industria italiana autobus.
(2-00210) «Benamati, Carla Cantone, Critelli, De Maria, Rizzo Nervo, Enrico Borghi».
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):impresa in difficolta'
crisi monetaria
fallimento