ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00148

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 66 del 18/10/2018
Firmatari
Primo firmatario: PENNA LEONARDO SALVATORE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 18/10/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 18/10/2018
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00148
presentato da
PENNA Leonardo Salvatore
testo di
Giovedì 18 ottobre 2018, seduta n. 66

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

   dall'ultima relazione annuale sull'attuazione della legge n. 194 del 1978, presentata al Parlamento dal Ministro della salute pro tempore in data 29 dicembre 2017 e contenente dati aggiornati al 2016, emergono due tendenze, ormai consolidate;

   la prima è che in questi quarantanni di applicazione della legge è costantemente e progressivamente diminuito il ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza (Ivg): «Nel 2016 (...) per il terzo anno di seguito il numero totale delle Ivg è stato inferiore a 100.000, più che dimezzato rispetto ai 234.801 del 1982, anno in cui si è riscontrato il valore più alto in Italia. Considerando solamente le Ivg effettuate da cittadine italiane, per la prima volta il valore scende al di sotto di 60.000: la riduzione dal 1982 ha subito un decremento percentuale del 74,7 per cento, passando da 234.801 a 59.423 nel 2016»;

   questo, a ulteriore prova della bontà ed efficacia di una legge che, come ribadito all'articolo 1, «garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile» e non è affatto, come sostengono certi suoi detrattori, una legge che inciti all'aborto;

   la seconda tendenza, invece, riguarda il tema dell'obiezione di coscienza da parte di medici e personale sanitario, non sanitario e, non ultimo, da parte dei farmacisti per ciò che concerne la prescrizione dei contraccettivi d'emergenza: per quanto riguarda i ginecologi obiettori, negli ultimi dieci anni si è registrato un aumento notevole, a livello nazionale, stabilizzatosi soltanto nell'ultimo biennio rilevato: dal 58,7 per cento di medici obiettori del 2005, si è giunti al 70,9 per cento del 2016;

   il dato più preoccupante proviene dalle regioni meridionali, dove si sfiorano punte di medici obiettori del 90 per cento;

   il riconoscimento legale dell'obiezione di coscienza – citando l'ultimo parere espresso sul tema dal Comitato nazionale di bioetica nel 2012 – è un'istituzione democratica necessaria a tenere vivo il senso della problematicità riguardo ai limiti della tutela dei diritti inviolabili (nella specie il diritto alla vita). «D'altra parte, – si legge sempre nel parere del Comitato di Bioetica – non si può negare la grave problematicità della stessa obiezione di coscienza imputata, non sempre a torto, di poter essere piegata a strumento di sabotaggio nelle mani di minoranze fortemente organizzate oppure oggetto di abuso opportunistico da parte di singoli»;

   a tutela del diritto delle donne ad accedere all'Ivg, l'articolo 9 della legge, infatti, prevede che: «Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare lo espletamento delle procedure previste dall'articolo 7 e l'effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l'attuazione anche attraverso la mobilità del personale»;

   a tal proposito: a livello nazionale, nel 2015 l'8 per cento dei ginecologi non obiettori, pari a 98 ginecologi, e il 6,6 per cento nel 2016, pari a 69 ginecologi, sono assegnati ad altri servizi e non a quello di Ivg, cioè non effettuano Ivg pur non avvalendosi del diritto all'obiezione di coscienza;

   non bastassero i numeri risicati dei medici non obiettori, ci si consente il lusso di non impiegarli tutti nel servizio di Ivg, affidandoli ad altri servizi;

   nonostante queste criticità, il Ministro della salute pro tempore on. Beatrice Lorenzin, tratteggiava una situazione, quanto all'applicazione della legge, tutto sommato in linea con la media dei Paesi occidentali;

   purtroppo, le tendenze degli ultimi anni, rilevate nella stessa relazione e le numerose denunce relative alle difficoltà nell'accesso all'Ivg, da parte di singole cittadine ed associazioni – denunce che in occasione del quarantennale dal varo della legge hanno ritrovato lo spazio mediatico necessario – raccontano una realtà ben diversa rispetto a quella illustrata nell'ultima relazione;

   non mancano, tuttavia, le buone pratiche: negli ultimi anni, alcune regioni, come la Toscana, per sopperire alla mancanza di ginecologi non obiettori, ha introdotto quote riservate ai medici non obiettori nei concorsi per le assunzioni, in questo modo garantendo il diritto individuale all'obiezione di coscienza, ma al contempo salvaguardando quello delle donne a beneficiare della legge –:

   quali iniziative, al di là dell'ordinario monitoraggio, il Ministro interpellato intenda intraprendere, di concerto con le regioni, per garantire la piena attuazione della legge n. 194 del 1978 e per porre un rimedio strutturale alla carenza di medici non obiettori, specialmente nelle strutture sanitarie del centro-sud Italia.
(2-00148) «Penna».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

diritti della donna

professione sanitaria

obiezione di coscienza