ATTO CAMERA

INTERPELLANZA 2/00004

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 4 del 10/04/2018
Firmatari
Primo firmatario: BIGNAMI GALEAZZO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 05/04/2018


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 05/04/2018
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interpellanza 2-00004
presentato da
BIGNAMI Galeazzo
testo di
Martedì 10 aprile 2018, seduta n. 4

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:

   l'Associazione nazionale dei giudici di pace e l'Unione nazionale giudici di pace, con un comunicato diramato il 16 marzo 2018, hanno annunciato uno sciopero nazionale dal 9 aprile al 6 maggio 2018;

   alla base della nuova protesta i contenuti della riforma della magistratura di pace ed onoraria del Ministro interrogato, la quale andrebbe ulteriormente a precarizzare la categoria attraverso, tra l'altro, l'impiego dei giudici a due giorni la settimana;

   nella comunicazione ufficiale dell'Unagipa e dell'Angdp inviata il 19 marzo 2018 al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, alla Commissione per la garanzia dello sciopero nei servizi pubblici, al Consiglio superiore della magistratura e a tutti i presidenti delle corti di Appello vengono esplicitati ampiamente i motivi dello sciopero come di seguito si sintetizza:

    1) la riforma andrebbe a porre gli oneri contributivi a carico dei magistrati onorari «parametrando il sistema previdenziale a quello dei lavoratori autonomi»; inoltre abbatterebbe ulteriormente gli emolumenti senza riconoscere tutela per maternità, paternità e malattia;

    2) vengono palesati «ulteriori e numerosi aspetti di assoluta criticità» quali il potere dei magistrati professionali di impartire direttive ai magistrati onorari nell'esercizio delle loro funzioni giurisdizionali, la previsione di retrocessione, immediata per i giudici onorari di tribunale e dopo il primo quadriennio per i giudici di pace in servizio, ai compiti di natura prevalentemente amministrativa e di sostegno, la previsione di licenziamento in tronco «mascherato sotto l'eufemismo della dispensa d'ufficio dei magistrati onorari che per cause di forza maggiore (gravidanza, grave malattia) dovranno assentarsi dall'ufficio per oltre 6 mesi»;

    3) il Consiglio di Stato con parere del 7 aprile 2017 aveva rilevato che la stabilizzazione dei giudici di pace e degli altri magistrati onorari in servizio poteva essere legittimamente perseguita con un provvedimento legislativo ad hoc articolato sul modello della legge n. 217 del 1974 ma, ad oggi, non risulta essere stata assunta nessuna iniziativa legislativa a tale scopo;

    4) nel frattempo, le più alte istituzioni europee avrebbero avviato procedure in merito a violazioni di diritto comunitario, in particolare la Commissione europea avrebbe già chiuso una procedura EU Pilot (7779/15/EMPL) con valutazione negativa dell'operato dell'Italia in riferimento a diverse violazioni di direttive comunitarie tra le quali la 2003/88/CE sull'orario di lavoro, la 92/85/CEE sulla maternità o – a seconda della natura del servizio prestato – la 2010/41/UE sulla parità di trattamento tra uomini e donne che esercitano un'attività di lavoro autonomo, la 1999/70/CE sul lavoro a tempo determinato;

    5) il 23 marzo 2017 sarebbe pervenuta al Ministro della giustizia una lettera del Parlamento europeo sulle predette criticità: a tale sollecitazione, a quanto consta all'interrogante, pare non abbia fatto seguito una risposta da parte del Ministro;

    6) risultano tuttora pendenti numerose procedure giudiziarie interne dinanzi al giudice onorario ed amministrativo, presentate dai singoli magistrati o organizzazioni di categoria;

   nelle ultime settimane l'accelerazione impressa dal Ministro interrogato per rendere operativa la riforma si sarebbe già esplicitata nella pubblicazione di bandi di concorso e nell'avvio dell'ufficio del processo «al fine di rendere tale processo irreversibile e precludere al nuovo Esecutivo di realizzare il suo programma di governo»;

   le richieste avanzate dalla categoria riguardano pertanto la sospensione «immediata » di ogni attività di attuazione della «riforma Orlando», si chiede inoltre al nuovo Governo «di abrogare la riforma medesima e procedere, con decreto legge, alla stabilizzazione dei 5.000 giudici di pace e magistrati onorari in servizio sulla falsariga della legge 217 del 1974, positivamente vagliata da Corte Costituzionale e Consiglio di Stato, che stabilizzò illo tempore i vice pretori onorari, riconoscendo loro lo stesso trattamento economico e previdenziale dei magistrati di Tribunale, peraltro in linea con il principio di non discriminazione fra categorie di lavoratori comparabili sancito dall'ordinamento comunitario»;

   non è la prima volta che i giudici di pace proclamano lo sciopero. L'astensione nazionale dalle udienze era già stata messa in atto dal 21 al 25 novembre 2016, dal 19 al 22 dicembre 2016, dal 26 gennaio al 1° febbraio 2017, dal 21 al 25 febbraio 2017, dal 20 al 24 marzo 2017, dal 2 al 6 ottobre 2017, dal 21 al 25 novembre 2017 e dall'8 gennaio al 4 febbraio 2018, senza che il Governo manifestasse «segnale alcuno di sensibilità nei confronti delle istanze di categoria» –:

   se si intenda procedere alla immediata sospensione di ogni attività di attuazione della «riforma Orlando» promuovendo inoltre la stabilizzazione dei 5000 giudici di pace e magistrati onorari come da richiesta dell'Unagipa e dell'Angdp e accogliendo le istanze delle medesime associazioni a tutela della categoria;

   quali siano le motivazioni che abbiano portato il Governo a non dare riscontro alle istanze dell'Unagipa e dell'Angdp nonostante i numerosi scioperi proclamati;

   come si intenda agire rispetto alla non conformità al diritto comunitario dell'operato dell'Italia in relazione alle vicende esposte in premessa.
(2-00004) «Bignami».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

magistrato

magistrato non professionale

violazione del diritto comunitario