ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00691

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 723 del 11/07/2022
Firmatari
Primo firmatario: MORETTO SARA
Gruppo: ITALIA VIVA
Data firma: 11/07/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GADDA MARIA CHIARA ITALIA VIVA 11/07/2022
D'ALESSANDRO CAMILLO ITALIA VIVA 11/07/2022
ROSATO ETTORE ITALIA VIVA 11/07/2022
LIBRANDI GIANFRANCO ITALIA VIVA 11/07/2022
TROIANO FRANCESCA ITALIA VIVA 11/07/2022
MOR MATTIA ITALIA VIVA 11/07/2022
FREGOLENT SILVIA ITALIA VIVA 11/07/2022
UNGARO MASSIMO ITALIA VIVA 11/07/2022
VITIELLO CATELLO ITALIA VIVA 11/07/2022
OCCHIONERO GIUSEPPINA ITALIA VIVA 11/07/2022


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00691
presentato da
MORETTO Sara
testo di
Lunedì 11 luglio 2022, seduta n. 723

   La Camera,

   premesso che:

    il treno della ripresa in Italia, dopo due anni di crisi e di stop intermittente a causa della pandemia, nonostante il processo inflattivo innescatosi a seguito del conflitto russo-ucraino e dell'aumento dei costi energetici, sta tornando a correre, trainando il mercato del lavoro e la richiesta di nuova occupazione da parte delle imprese;

    in particolare, con l'arrivo della bella stagione e i flussi turistici in forte ripresa, le strutture turistiche e ricettive nazionali cercano personale per un comparto che da solo vale circa 7 miliardi di euro;

    sono molte le figure richieste, che vanno dal semplice personale di sala, ai receptionist, barman, cameriere di camera e personale di cucina a tutti i livelli, per un fabbisogno complessivo che, per i soli servizi di alloggio, ristorazione e accoglienza, nel periodo tra maggio e luglio, sfiora le 390.000 unità, secondo i dati forniti da Anpal;

    purtroppo, soprattutto a fronte del fatto che il lavoro offerto è, per la gran parte, di natura stagionale e con una fascia di entrata che si pone al primo gradino del contratto nazionale, quindi con retribuzioni intorno ai 1.100 euro, le aziende faticano molto a trovare forza lavoro e i posti vacanti nel settore, ad oggi sono circa 200.000;

    le motivazioni di tale carenza di disponibilità, a fronte di una richiesta massiccia da parte di datori di lavoro ed aziende, sono senza dubbio molteplici e risiedono, solo per citarne alcune, nell'elevato costo del lavoro che comprime le retribuzioni nette, nella poca flessibilità del lavoro, nell'abolizione totale del sistema dei voucher, che andavano riformati, circoscritti, ma non totalmente cancellati e indubbiamente anche nell'istituto del reddito di cittadinanza che, offrendo una retribuzione di poco inferiore allo stipendio percepito in caso di assunzione, quantomeno rallenta l'urgenza di una fetta di popolazione nella ricerca di una occupazione, ancor più se di natura stagionale;

    i dati dimostrano come il reddito di cittadinanza, al quale almeno sulla carta era assegnato il duplice obiettivo di contrasto alla povertà e stimolo dell'occupazione, non è stato strumento efficace né per intervenire nelle reali situazioni di fragilità sociale né per creare nuove occasioni di impiego lavorativo, confermando come sia necessario individuare linee di intervento diverse, strutturali e aperte al coinvolgimento di enti locali e terzo settore;

    altri settori fortemente esposti sono quelli dell'agricoltura, della pesca e dell'acquacoltura che scontano sovente la mancanza di ricambio generazionale e la difficoltà di reperimento di lavoratori e lavoratrici stagionali, in particolare per l'attività di raccolta;

   secondo i dati rilevati da Confagricoltura, solo in Emilia-Romagna mancherebbe oltre il 30 per cento della forza lavoro necessaria per garantire la continuità produttiva ordinaria; relativamente alla raccolta stagionale, anticipata quest'anno dalla stagione particolarmente calda e arida e dagli effetti dei cambiamenti climatici, secondo quanto segnalato da Coldiretti nel mese di giugno mancherebbero all'appello circa 100mila lavoratori e lavoratrici con particolare riferimento al settore ortofrutticolo;

   l'attività stagionale del settore agricolo ha un forte legame con la manodopera di lavoratori provenienti dell'estero, con connotati spesso strutturali se si pensa ad esempio a comparti dove sono richieste competenze specifiche e rapporti professionali che durano per anni, come nel caso della viticoltura, dove trovano spesso impiego lavoratori provenienti dall'est Europa e Nord Africa che nel corso del tempo sono stati formati dalle imprese; come evidenziato dal rapporto Idos di recente pubblicazione, un prodotto agricolo su quattro in Italia viene raccolto da lavoratori stranieri che rappresentano il 29 per cento del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore;

   il «decreto flussi» emanato a dicembre 2021 ha innalzato a 69 mila unità, delle quali 42 mila per l'agricoltura, e questo avrebbe consentito di gestire la corrente stagione per tempo e in modo ordinato;

   le imprese segnalano purtroppo il perdurare di un problema tecnico dovuto all'aggiornamento del programma del Ministero dell'interno che impedisce alle prefetture e agli sportelli unici di chiudere la procedura, e quindi di firmare i contratti di soggiorno per i lavoratori stagionali che sono già arrivati dall'estero sul territorio nazionale per iniziare la stagione di raccolta come nel caso del Trentino Alto Adige, del Veneto e del Piemonte;

   tali difficoltà burocratiche ed amministrative rischiano, peraltro, di compromettere i risultati positivi determinati dalla lotta al caporalato e contrasto al lavoro nero, talvolta fortemente agevolato dall'assenza di ulteriori strumenti in grado di gestire con trasparenza anche il lavoro giornaliero come nel caso dei voucher;

   anche il settore della pesca e dall'acquacoltura, fortemente provato dai rincari energetici e dalla progressiva riduzione dello sforzo di pesca, sconta gravi sofferenze sul fronte del ricambio generazionale e soprattutto degli ammortizzatori sociali mancando un sistema stabile e strutturato;

   la normativa italiana sul lavoro, poi, non identificando e definendo chiaramente il lavoro stagionale e caratterizzandosi per il forte ritardo nell'emanazione dei decreti attuativi riferiti alle leggi nazionali, si basa prevalentemente sulle note prodotte dall'ispettorato nazionale del lavoro, le quali forniscono indirizzi alle articolazioni periferiche, con conseguenti ritardi, inerzie e situazioni di estrema incertezza di cui pagano le spese aziende ed i professionisti che si trovano ad operare con norme non adeguate alla realtà;

   purtroppo, non si tratta di ritardi relativi a casi isolati, ma della mancanza di un quadro normativo che definisca con chiarezza il lavoro stagionale, lasciando un vuoto che non garantisce piena aderenza tra domanda e offerta in un mercato del lavoro che è profondamente cambiato e necessita di nuove forme contrattuali, seppur circoscritte a determinati settori e situazioni;

   la formazione professionale, infine, ha storicamente pagato, nel nostro Paese, il pregiudizio di un percorso scolastico di minor valore e, al contempo, la sua strategia frazionata e altalenante all'interno e all'esterno delle singole realtà regionali, anche se, soprattutto in un mercato del lavoro nuovo e sempre più esigente e variegato, dovrebbe costituire il principale strumento per la preparazione degli operatori di professioni e mestieri vecchi e nuovi che caratterizzano il made in Italy e i settori strategici dell'economia italiana quali il turismo e l'agricoltura,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative, nel quadro di misure atte a sostenere l'incremento del personale nei settori del turismo e dell'agricoltura e delle relative filiere, volte a superare, il reddito di cittadinanza, mettendo in campo efficaci strumenti alternativi di tutela e sostegno sociale affiancati da serie politiche attive del lavoro, in un'ottica di coprogettazione e cogestione in grado di coinvolgere enti locali e terzo settore;

2) a risolvere con tempestività le problematiche dell'aggiornamento e dell'operatività del sistema del Ministero dell'interno, garantendo in tempi rapidissimi la possibilità di chiudere le procedure del «decreto flussi», attraverso la firma dei contratti di soggiorno per i lavoratori stagionali che provengono dall'estero e definire procedure maggiormente stabili e strutturate che possano consentire a imprese e lavoratori di programmare le attività;

3) ad adottare iniziative per integrare e aggiornare il quadro normativo sul lavoro stagionale, emanando i decreti attuativi ad oggi mancanti ma anche rivedendo gli ambiti di applicazione, al fine di fornire a lavoratori ed imprese un contesto chiaro, certo e attuale;

4) ad adottare iniziative per rivedere il sistema dei buoni lavoro, anche sulla scorta della disciplina dei «voucher», al fine di rafforzare uno strumento di regolarità dei rapporti di lavoro non continuativi e spesso giornalieri, favorire l'emersione di lavoro occasionale «in nero» e offrire una soluzione a sporadiche e impreviste necessità di prestazioni lavorative da parte delle imprese;

5) ad adottare iniziative per rivedere e ridurre, in un prossimo provvedimento legislativo e compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, gli importi del cuneo fiscale, garantendo, in tal modo, buste paga più alte e costi aziendali più bassi tali da rendere maggiormente appetibili alcune attività, quali quelle qui in esame, garantendo anche una maggiore capacità di spesa al lavoratore;

6) a individuare, anche attraverso iniziative normative e d'intesa con le regioni, modalità di sostegno e incentivazione della formazione tecnica e professionale, con particolare riferimento ai giovani, incrementando e rafforzando i percorsi connessi ai settori del turismo, dell'agricoltura e della pesca.
(1-00691) «Moretto, Gadda, D'Alessandro, Rosato, Librandi, Troiano, Mor, Fregolent, Ungaro, Vitiello, Occhionero».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

lavoro stagionale

gestione della pesca

ricambio generazionale