ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00686

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 723 del 11/07/2022
Abbinamenti
Atto 1/00675 abbinato in data 12/07/2022
Firmatari
Primo firmatario: LOLLOBRIGIDA FRANCESCO
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 11/07/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MELONI GIORGIA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
ALBANO LUCIA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
BIGNAMI GALEAZZO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
CAIATA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
DE TOMA MASSIMILIANO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
MANTOVANI LUCREZIA MARIA BENEDETTA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
RUSSO GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
SILVESTRI RACHELE FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
VINCI GIANLUCA FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 11/07/2022


Stato iter:
IN CORSO
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 12/07/2022
Resoconto CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 12/07/2022
Resoconto MURELLI ELENA LEGA - SALVINI PREMIER
Resoconto BUBISUTTI AURELIA LEGA - SALVINI PREMIER
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 12/07/2022

DISCUSSIONE IL 12/07/2022

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 12/07/2022

ATTO MODIFICATO IL 13/07/2022

Atto Camera

Mozione 1-00686
presentato da
LOLLOBRIGIDA Francesco
testo presentato
Lunedì 11 luglio 2022
modificato
Mercoledì 13 luglio 2022, seduta n. 725

   La Camera,

   premesso che:

    l'Italia, dopo le emergenze del 2003 e del 2017, sta attualmente affrontando il più grave episodio di siccità degli ultimi 70 anni, nonostante sia il Paese europeo con più piogge e corsi d'acqua di qualsiasi altro Paese dell'Unione europea: sono stimati circa 7.596 corsi d'acqua, di cui 1.242 fiumi e 342 laghi;

    la scarsità di precipitazioni dell'inverno 2021 ha fatto emergere le prime criticità già ad inizio dell'anno 2022, mentre i pochi millimetri di pioggia caduti nel mese di giugno non sono stati in alcun modo sufficienti ad arginare il manifestarsi di una emergenza senza precedenti, che mette a rischio miliardi di euro di produzioni agroalimentari e decine di migliaia di posti di lavoro, portando numerosi piani di emergenza, almeno a livello di ipotesi sul territorio, a contemplare misure di razionamento dell'acqua anche per usi domestici;

    poiché l'85 per cento della produzione agroalimentare nazionale deriva da colture irrigue, la risorsa idrica costituisce un presidio fondamentale per l'agricoltura nazionale: il 60 per cento di essa è destinata ad uso agricolo, il 25 per cento al settore energetico ed industriale ed il 15 per cento ad uso civile;

    nonostante il fenomeno abbia inizialmente colpito il Nordovest italiano, ad oggi l'intero territorio nazionale è interessato dal fenomeno, ma resta particolarmente grave la situazione nella Pianura Padana dove, per la mancanza di acqua, è minacciato oltre il 30 per cento della produzione agricola nazionale e il 50 per cento delle attività zootecniche;

    sul punto, il livello idrico del fiume Po è in secca, sceso di quasi quattro metri rispetto alla media, con oltre il 28 per cento del territorio nazionale a rischio di desertificazione, fenomeno particolarmente grave e pericoloso, in quanto il bacino del Po vale il 45 per cento della produzione agricola nazionale e l'indotto economico afferente al fiume Po rappresenta il 40 per cento del prodotto interno lordo nazionale;

    l'attuale siccità ha ripercussioni anche sul fronte energetico: la produzione di energia idroelettrica vale da sola il 40 per cento dell'energia rinnovabile prodotta in Italia, per un totale che sfiora i 50 terawattora all'anno, corrispondente ad una totalità di oltre 4.300 impianti secondo quanto calcolato a fine 2018 dal Gestore dei servizi energetici (Gse) e da Tema S.p.A.;

    in termini di produzione energetica, il solo fiume Po ha un'incidenza di circa il 55 per cento sul prodotto interno lordo idroelettrico nazionale, al punto che la siccità rischia di avere ripercussioni concrete anche sui costi di produzione dell'energia con eventuali conseguenze sulle utenze, considerando come l'acqua sia necessaria, a livello industriale, non solo per alimentare l'idroelettrico, ma per il raffreddamento degli impianti;

    come riportato da un portavoce di Utilitalia, da gennaio a maggio 2022 la produzione idroelettrica sarebbe diminuita di circa il 40 per cento rispetto al corrispondente periodo del 2021 proprio in ragione della grave carenza di acqua;

    l'attuale situazione emergenziale obbliga l'adozione di scelte di triage con ripercussioni evidenti sia sull'agroalimentare nazionale che sulla produzione energetica da fonte idroelettrica;

    negli ultimi venti anni la siccità ha provocato danni all'agricoltura italiana superiori ai 15 miliardi di euro, mentre secondo le più recenti stime, i danni della siccità sull'agricoltura nazionale sono stimati essere superiori ai 2 miliardi di euro nel solo 2022, con il 30-40 per cento delle colture agricole di riso e mais che rischiano di scomparire, in una fase dove l'Italia è attualmente deficitaria per oltre il 50 per cento nella campagna di raccolta del grano e la guerra tra Russia e Ucraina sta pregiudicando ulteriormente la sovranità alimentare nazionale nella misura dell'approvvigionamento di materie prime agroalimentari;

    per quanto riguarda la sola produzione del riso, la situazione è particolarmente drammatica nelle risaie del Nord, con le risaie venete in asciutta da quasi un mese, con intere coltivazioni che rischiano di morire, con particolare riguardo per le produzioni del Delta del Po, zona in cui viene coltivato riso di varietà Carnaroli, Arborio e Baldo, eccellenze nazionali con forte valore non solo in termini di produzione tutelata, ma anche come presidio di biodiversità, richiedendo quanto prima la predisposizione di barriere antisale in tutti i rami principali del fiume Po;

    la siccità si sta diffondendo dal Nord in tutto il Paese, con gravi ricadute in Emilia-Romagna e Toscana, ma anche al Centro-sud, con profondi disagi anche in Abruzzo, Umbria, Calabria e Puglia, dove oltre il 57 per cento delle aree coltivabili è a rischio di desertificazione, con ripercussioni molto gravi su tutta la produzione agroalimentare e con particolare riferimento alle varie eccellenze territoriali a marchio di tutela, che rischiano, se non di sparire, di subire importanti tracolli produttivi;

    la grave secca che sta colpendo il Lago Trasimeno, e l'economia ad esso collegata, sta causando pesanti ripercussioni in tutto il territorio umbro e, per contro proprio, l'Umbria è rimasta del tutto esclusa da qualsiasi intervento previsto nel «decreto Emergenza» annunciato dal Governo, mentre poter accedere alle risorse messe a disposizione nella misura emergenziale sarebbe fondamentale per arginare, almeno in parte, questa carestia idrica, anche per i riflessi nell'approvvigionamento del lago di Chiusi, ma soprattutto sarebbero fondamentali i poteri commissariali necessari per intervenire in modo incisivo sulle criticità di questo e altri laghi ed in particolare su dragaggi e approvvigionamento idrico;

    la scarsità di risorse idriche mette a repentaglio tanto la produzione agroalimentare quanto il turismo, in particolare quello montano, con riferimento ai rifugi, di cui oltre il 20 per cento rischia di rimanere senz'acqua e chiudere con largo anticipo, nonché quello termale;

    con particolare riferimento alla situazione della Pianura Padana, i grandi bacini del Nord sono ai livelli minimi della serie storica all'inizio della stagione più calda;

    i laghi di Como (13,5 per cento di riempimento) e d'Iseo sono ormai vicini al massimale negativo, già più volte superato invece dal lago Maggiore che risulta riempito solo al 20 per cento;

    situazione di analogo disagio è stata registrata nel 2021, a causa di una ricorrente siccità al Nord, senonché al tempo i bacini settentrionali erano ancora oltre il 90 per cento del riempimento e la neve sui monti era abbondante, mentre ad oggi essa risulta drammaticamente esaurita;

    il fiume Po persiste dunque nel registrare una magra preoccupante lungo tutto il corso: con la risalita del cuneo salino a 20 chilometri di profondità e procede, seminando distruzione, poiché interviene su terreni che dovrebbero essere fertilizzati dall'acqua dolce del fiume e non seccati dal mare;

    nel solo Piemonte, il fiume Po ha raggiunto una portata d'acqua inferiore del 72 per cento rispetto alla media, con forti ripercussioni anche sulle portate degli affluenti Trebbia, Secchia e Reno, ai minimi storici dal 1972, con Dora Baltea, Adda e Ticino che registrano una portata d'acqua inferiore del 75 per cento sulla media storica registrata;

    a livello nazionale, nelle fasce costiere, il cuneo salino sta penetrando per 15-20 chilometri nell'entroterra, con la conseguente riduzione delle falde dolci costiere ed un incremento della desertificazione in loco;

    ad oggi, il 20 per cento della fascia costiera è completamente desertificato, e l'agricoltura non vi può essere praticata;

    in alcuni territori non piove da oltre tre mesi e in decine di comuni di Piemonte e Lombardia sono già in azione le autobotti per l'approvvigionamento di acqua, in quanto i serbatoi locali aderiscono a sorgenti ormai completamente esaurite;

    sempre in riferimento al Nord, la regione Lombardia è ricca di laghi, ospitando oltre il 40 per cento delle superfici lacustri e oltre il 65 per cento dei volumi d'acqua italiani complessivi;

    per il torrente Pioverna, affluente del lago di Como, che si innesta a Bellano (Lecco), nelle ultime ore è stato segnalato un continuo calo con il valore di meno 23 centimetri con tratti di alveo praticamente in secca, mentre la stazione lago di Como/Cernobbio ha osservato un calo nelle ultime 72 ore di meno 11,5 centimetri, così come la stazione a Lavello (Lecco) di meno 16 centimetri;

    la Lombardia si conferma da diversi anni la prima regione agricola d'Italia, producendo – tra le altre – il 37 per cento del latte italiano, il 42 per cento del riso, il 40 per cento dei prodotti suinicoli, conseguendo altresì il primato per superficie dedicata all'agricoltura, le cui attività coprono il 69 per cento del territorio;

    le conseguenze della crisi sono evidenti, con gravissime ripercussioni in termini di riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come girasole, mais, grano, foraggi per l'alimentazione degli animali e degli altri cereali, tutte materie prime agricole oggetto dell'attuale crisi inflattiva e di approvvigionamento, esplosa con la guerra russo-ucraina, con la quale altre materie essenziali come concimi o gasolio hanno subito rincari superiori rispettivamente al 170 per cento e al 129 per cento rispetto al 2021;

    il perdurare di questa commistione tra crisi inflattiva, scarsità di materie prime e siccità è destinato a ripercuotersi tanto sui produttori quanto sui consumatori, con un'ulteriore risalita dell'inflazione;

    in Piemonte sono state adottate misure di razionamento dell'acqua in oltre 200 comuni e misure analoghe stanno diffondendosi anche in molti comuni della Lombardia;

    in Friuli-Venezia Giulia sono state irrigidite le modalità di gestione dei flussi d'acqua dai pozzi artesiani, in Veneto numerosi comuni sono oggetto di misure di razionamento dell'acqua e coltivazioni agricole, con particolare riguardo alle sopramenzionate produzioni risicole, rischiano di scomparire;

    in Emilia-Romagna sono state registrate particolari sofferenze per gli impianti di produzione energetica idroelettrica, nel centro Italia numerosi fiumi sono al minimo storico e nel sud Italia è sempre più allarmante il rischio di desertificazione;

    la Componente 4 (Tutela del territorio e della risorsa idrica) della Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica) prevede un investimento complessivo di circa 4,38 miliardi di euro per il servizio idrico, da suddividere in servizio idrico integrato e irrigazione;

    sul punto, l'investimento 4.1 – Investimenti in infrastrutture idriche primarie per la sicurezza dell'approvvigionamento idrico, prevede uno stanziamento di risorse per 2 miliardi di euro, l'investimento 4.2 – Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell'acqua compresa la digitalizzazione ed il monitoraggio delle reti, prevede uno stanziamento per 900 milioni di euro, l'investimento 4.3 – Investimenti nella resilienza dell'agrosistema irriguo per una migliore gestione delle risorse idriche, prevede uno stanziamento per 880 milioni di euro e, infine, l'investimento 4.4 – Investimenti in fognatura e depurazione, prevede uno stanziamento per 600 milioni di euro;

    con decreto del 16 dicembre 2021, n. 517, il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, in relazione alla M2C4 – linea di investimento 4.1 del Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr), ha individuato risorse per progetti da programmare e rendicontare con interventi imputabili al Piano nazionale settore idrico – sezione «Invasi» e sezione «Acquedotti» per un totale di 710 milioni di euro;

    i fondi previsti nel Pnrr per il solo piano «Invasi» sono pari a circa 400 milioni di euro;

    considerando come l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) già nel 2020, in corso di audizione in Parlamento, avesse evidenziato la necessità di investire almeno 10 miliardi di euro unicamente per adeguare l'attuale infrastruttura di raccolta, trasporto e gestione della risorsa idrica, emerge come le risorse messe a disposizione dal Pnrr siano insufficienti;

    sul punto, i 400 milioni di euro per il piano «Invasi» non sono assolutamente sufficienti per sostenere l'ammodernamento e la resilienza del comparto agroalimentare e della destinazione ad uso civile, ambientale ed industriale della risorsa idrica alla luce di frequenti cambiamenti climatici e crisi di approvvigionamento;

    poiché in Italia si perde ogni anno l'89 per cento dell'acqua piovana, appare indispensabile approntare con estrema urgenza una rete di piccoli invasi diffusi sul territorio, per conservare l'acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all'industria e all'agricoltura, con una ricaduta importante sull'ambiente e sull'occupazione;

    sulla scorta delle precedenti emergenze, il settore agricolo nazionale ha incrementato la propria resilienza, ottimizzando la propria produzione anche mediante agricoltura di precisione, andando a ridurre il consumo idrico di quasi il 40 per cento, mostrando forte sensibilità alle necessità di tutela della risorsa idrica;

    allo stato attuale, infatti, l'Italia è il primo Paese europeo per prelievo d'acqua, e buona parte delle difficoltà conseguenti all'attuale siccità è dovuta ad una dotazione infrastrutturale obsoleta ed inadeguata al presente scenario;

    a livello infrastrutturale, in Italia sono presenti 526 grandi dighe e circa 20.000 piccoli invasi che, nell'arco di 50 anni, sono passati da immagazzinare il 15 per cento dell'acqua all'11,3 per cento, anche per mancanza e scarsità di attività manutentive;

    a fronte di una rete idrica di circa 600.000 chilometri, l'inefficienza dell'infrastruttura comporta la perdita di oltre il 42 per cento dell'acqua trasportata, ponendo un livello di spreco della risorsa idrica estremamente elevato;

    i livelli di spreco sono talmente elevati che l'acqua potabile è utilizzata anche per raffreddare gli impianti produttivi o per attività di lavaggio; inoltre, essendo l'Italia l'unico Paese europeo che non utilizza acqua di depurazione, i livelli di spreco sono ancora più elevati;

    buona parte degli interventi di ammodernamento ed infrastrutturazione di invasi e risorse idriche necessitanti di essere agevolati con uno sfoltimento delle pratiche burocratiche, richiedendo la tempestiva approvazione di procedure istruttorie ed approvative per migliorare la rete di distribuzione nazionale, potenziando gli interventi previsti con l'investimento su meccanismi a doppio invaso ed a pompaggio idroelettrico, nonché su tecnologie ed impianti di desalinizzazione dell'acqua marina, data la posizione geografica privilegiata della Penisola italiana;

    l'Italia ha bisogno di risorse da investire nelle reti idriche, al fine di efficientare quelle dei comuni, realizzare depuratori (oggi in molti luoghi ancora assenti), pianificare invasi nell'ottica di una programmazione a livello territoriale e su vasta scala, rinnovare concessioni idroelettriche delle grandi derivazioni, ripensare alle modalità di utilizzo della risorsa – anche all'interno delle case e degli edifici pubblici – nonché predisporre l'installazione di strumenti e meccanismi volti al recupero ed al riuso delle acque;

    la progettazione di nuovi invasi ad uso plurimo della risorsa idrica (potabile, energetica, irriguo, e altro) è indispensabile anche per far fronte alla grande siccità che incombe sul Paese e per mitigarne i conseguenziali danni;

    è necessaria ed improcrastinabile la programmazione di invasi da realizzare a livello territoriale per far fronte all'attuale modificata situazione climatica che sta generando forti ripercussioni negative in ogni ambito, da quello agricolo a quello civile nonché a quello industriale;

    in alcune regioni (Lombardia, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto) risultano adottati idonei provvedimenti volti all'applicazione, in aree definite, del deflusso minimo vitale estivo, che consentirà di prelevare e accumulare più acqua in caso di precipitazioni;

    in ottica strategica continentale, i Paesi del bacino mediterraneo sono aree privilegiate per la raccolta e lo sfruttamento della risorsa idrica, con riferimento al conseguimento della sovranità alimentare nazionale, ma anche comunitaria, e pertanto è improcrastinabile il potenziamento dello strumento del Next Generation EU, anche mediante nuove strategie di stampo europeo, per lo sviluppo di nuove tecnologie di gestione e distribuzione della risorsa idrica, profittando altresì della particolare posizione della Penisola italiana nel Mediterraneo per la riconversione dell'acqua di mare in acqua potabile mediante lo sviluppo di impianti di desalinizzazione,

impegna il Governo:

1) ad assumere ogni iniziativa utile a ridurre l'impatto territoriale della siccità sul territorio nazionale, prevedendo inoltre lo stanziamento di risorse economiche idonee a favore dei comparti oltremodo penalizzati quali risultano essere quello turistico, agricolo e quello della produzione di energia idroelettrica, contenendo eventuali rincari delle utenze energetiche su cittadini e imprese;

2) ad adottare ogni utile iniziativa affinché siano incrementate, in sede europea, le risorse di cui al Next Generation EU per il contrasto della siccità, anche tramite l'elaborazione di una apposita strategia a largo impatto tale da consentire il finanziamento di tutte le infrastrutture idriche necessarie a garantire un congruo approvvigionamento di risorsa idrica a favore di cittadini ed imprese, garantendo la sovranità alimentare ed idrica dell'Italia e dei Paesi membri;

3) ad assumere le necessarie iniziative per rendere più rapida e coordinata la progettazione e la realizzazione di un piano invasi a livello territoriale, prevedendo inoltre lo stanziamento di ulteriori risorse, oltre a quelle già individuate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza – allo stato attuale del tutto insufficienti – per avviare in modo tempestivo l'ammodernamento delle modalità di gestione della risorsa idrica, incrementando anche gli investimenti nella tecnologia del doppio invaso e del pompaggio idroelettrico, nonché in impianti e tecnologie di desalinizzazione del mare;

4) a scongiurare l'adozione di misure di razionamento che comportino disagio e danno al tenore di vita dei cittadini;

5) a richiedere alla Commissione europea maggiore flessibilità nell'ambito della normativa degli aiuti di Stato per sostenere i settori colpiti dall'emergenza siccità e per agevolare gli investimenti infrastrutturali finalizzati alla costruzione di nuovi invasi e all'ammodernamento delle reti esistenti, con criteri che favoriscano altresì la predisposizione di una rete infrastrutturale tecnologicamente avanzata, basata su criteri di raccolta di dati digitalizzati, intellegibili ed in regime di interoperabilità tra di loro;

6) ad adoperarsi perché venga riconosciuto immediatamente lo stato di emergenza per il lago Trasimeno, visto anche i dragaggi bloccati da oltre 15 anni a causa delle vigenti norme ambientali;

7) a promuovere ogni iniziativa per la salvaguardia nel lungo periodo della preziosa risorsa idrica del Trasimeno, patrimonio ambientale di rilevanza nazionale la cui salvaguardia e tutela preserverebbe l'ambiente e lo sviluppo socio-economico delle comunità produttive ivi insediate, così come previsto dalla proposta di legge specifica di Fratelli d'Italia presentata alla Camera dei deputati;

8) a cooperare con le regioni affinché siano realizzate barriere antisale nei principali corsi d'acqua, con la finalità di tutelare le produzioni agroalimentari e contenere la desertificazione del territorio e l'incremento del cuneo salino nei principali fiumi italiani;

9) a promuovere una significativa semplificazione normativa volta a razionalizzare ed ottimizzare la gestione della risorsa idrica sul territorio e la costruzione di nuove infrastrutture nell'alveo di programmazioni strategiche nazionali, con particolare riguardo alle procedure burocratico-autorizzative per la costruzione di dissalatori sul territorio nazionale;

10) ad adottare iniziative per stanziare ulteriori risorse in favore dello sviluppo dell'agricoltura di precisione con la finalità di ottimizzare l'impatto del comparto sull'utilizzo della risorsa idrica;

11) a favorire lo sviluppo di infrastrutture e tecnologie volte a contenere l'impatto della siccità e della scarsità di acqua nelle aree con meno concentrazione idrica, nonché a salvaguardare e agevolare la ricarica gestita delle falde acquifere;

12) ad adottare iniziative per sviluppare strategie di investimento finalizzate al miglioramento dello stoccaggio e dello sfruttamento della risorsa idrica, con particolare riguardo alle infrastrutture di irrigazione sotterranea e di precisione, nonché alla realizzazione di nuovi bacini di stoccaggio;

13) a valutare tempestivamente la possibilità di individuare – d'intesa con le organizzazioni sindacali del settore agricolo – pratiche sostenibili finalizzate al minore consumo della risorsa idrica, anche favorendo con specifiche agevolazioni economiche il ricorso all'utilizzo delle migliori tecnologie di cui il settore dispone, e comunque verificando, d'intesa con le regioni, la possibilità che le acque reflue siano recuperate per fini irrigui, in linea con quanto stabilito dalle norme comunitarie;

14) ad adottare ogni utile iniziativa di competenza volta a potenziare il riutilizzo dell'acqua piovana, sia per scopi industriali che irrigui e a promuovere gli improcrastinabili interventi di ristrutturazione della rete idrica nazionale;

15) a promuovere, nelle forme che saranno individuate e nel rispetto delle competenze, il potenziamento delle autorità di bacino in un'ottica di efficacia ed efficienza dell'utilizzo delle risorse economiche già stanziate o da stanziare per una migliore programmazione e realizzazione degli investimenti;

16) a promuovere iniziative diplomatiche per lo sviluppo di strategie di ottimizzazione della risorsa idrica sulla base delle pratiche virtuose internazionali del settore, anche tramite lo sviluppo di partenariati diplomatico-internazionali per il trasferimento di conoscenze.
(1-00686) (Nuova formulazione) «Lollobrigida, Meloni, Caretta, Ciaburro, Foti, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

prodotto agricolo

produzione d'energia

risorse idriche