ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00628

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 678 del 19/04/2022
Firmatari
Primo firmatario: BINELLI DIEGO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 19/04/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
MOLINARI RICCARDO LEGA - SALVINI PREMIER 19/04/2022
ANDREUZZA GIORGIA LEGA - SALVINI PREMIER 19/04/2022
CARRARA MAURIZIO LEGA - SALVINI PREMIER 19/04/2022
COLLA JARI LEGA - SALVINI PREMIER 19/04/2022
FIORINI BENEDETTA LEGA - SALVINI PREMIER 19/04/2022
GALLI DARIO LEGA - SALVINI PREMIER 19/04/2022
MICHELI MATTEO LEGA - SALVINI PREMIER 19/04/2022
PETTAZZI LINO LEGA - SALVINI PREMIER 19/04/2022
PIASTRA CARLO LEGA - SALVINI PREMIER 19/04/2022
SALTAMARTINI BARBARA LEGA - SALVINI PREMIER 19/04/2022


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00628
presentato da
BINELLI Diego
testo di
Martedì 19 aprile 2022, seduta n. 678

   La Camera,

   premesso che:

    l'odierna crisi derivante dal conflitto Russia-Ucraina ha posto di fronte all'evidenza della necessità di una indipendenza energetica nazionale;

    la Russia è il primo fornitore dell'Italia di petrolio greggio e gas naturale, con una quota del 20,1 per cento davanti ad Azerbaigian con 15,2 per cento, Libia con 14,2 per cento, Algeria con 13,0 per cento. La Russia, inoltre, è il primo Paese fornitore di gas sia dell'Unione europea che dell'Italia: per il nostro Paese, la quota del valore delle importazioni di gas russo nei primi 10 mesi del 2021 sale al 43,0 per cento, in aumento di 1,5 punti rispetto al 41,5 per cento dello stesso periodo del 2020;

    questo fattore va posto in correlazione con gli obiettivi di lunga durata dell'Unione europea, con il green new deal e con gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 e 2050;

    nell'ottica di una riduzione delle emissioni l'Europa ha deciso di intraprendere un percorso economico e progettuale verso fonti rinnovabili e a basso impatto ecologico. Perché l'Unione europea possa raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 servono ingenti investimenti privati. La tassonomia dell'Unione europea è intesa a guidare gli investimenti privati verso le attività necessarie a tal fine;

    tra le opzioni della decarbonizzazione è prevista l'elettrificazione spinta dei consumi finali dall'attuale quota del 22 per cento al 55 per cento entro il 2050;

    l'Unione europea chiede una rapida e ambiziosa attuazione di piani di investimento per l'idrogeno elaborati dagli Stati membri come elemento fondamentale per la transizione energetica della Unione europea;

    atteso che tali obiettivi non potranno essere raggiunti facendo affidamento alle sole fonti rinnovabili, anche a causa della non programmabilità del fotovoltaico e dell'eolico, la Commissione europea, ha inserito nella tassonomia verde anche determinate attività del settore del gas e del nucleare, alla luce degli obiettivi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici;

    la posizione della Commissione mostra una soluzione di forte pragmatismo, considerato che allo stato attuale le fonti rinnovabili non sono completate ed implementate ovunque e non sono in grado autonomamente di sopperire al fabbisogno energetico delle diverse nazioni;

    è necessario poi compiere alcune importanti considerazioni:

     l'energia elettrica importata dall'Italia da Francia, Svizzera, Austria e Slovenia, pari a circa il 13 per cento dei consumi nazionali, è in prevalenza prodotta da tecnologia nucleare;

     l'Agenzia internazionale per l'energia (Iea) ha messo in risalto che per raggiungere le emissioni nette di gas serra pari a zero entro il 2050 sarà necessario incrementare la quota di energia nucleare a livello globale, dato confermato anche da uno studio prodotto dall'Ufficio parlamentare francese per la valutazione scientifica e tecnologica;

     secondo l'Intergovernmental panel on climate change, l'organismo scientifico intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, le emissioni da produzione elettronucleare sono pari a 12 grammi di anidride carbonica per chilowattora di elettricità, simile ai valori registrati per l'energia eolica, mentre i pannelli solari per produzione fotovoltaica arrivano a un valore di 41 grammi per chilowattora per installazioni domestiche e 48 grammi per chilowattora per i parchi solari;

     nel mondo esistono attualmente 437 reattori in operazione, una sessantina in costruzione e molti altri in progettazione avanzata;

     nell'Unione europea sono attualmente in funzione 103 reattori nucleari, 4 in costruzione e 7 in progetto e nel mix energetico europeo la generazione nucleare rappresenta circa il 26 per cento del totale con circa 732 terawattora all'anno;

     l'energia nucleare rappresenta un'alternativa low carbon agli altri combustibili fossili ed è un componente critico dei mix energetici di tutti gli Stati europei;

     la Francia che possiede il maggior numero di reattori nucleari (56) è la nazione in Europa che presenta, insieme ai Paesi scandinavi, la minore intensità di carbonio nella produzione elettrica (misurata in grammi equivalenti di anidride carbonica per chilowatt all'ora);

     l'Italia ha abbandonato definitivamente il nucleare dopo i referendum che hanno fatto seguito agli incidenti nucleari di Chernobyl del 1986 e di Fukushima del 2011 senza però riflettere sulla sicurezza relativa delle diverse fonti di energia; secondo uno studio dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica e di «Forbes» che ha calcolato il numero di morti per miliardo di chilowattora di energia prodotta: il nucleare risulta infatti la fonte di energia più sicura a fronte del carbone, di gran lunga il meno sicuro, seguito da petrolio, biomasse, gas naturale, idroelettrico, solare ed eolico;

    la crisi energetica che l'Italia sta vivendo è un fenomeno strutturale e non transitorio, esacerbato da due anni di pandemia e dalla recente crisi in Ucraina, che potrà essere affrontato solo ricorrendo all'utilizzo di un insieme di risorse che possano garantire una transizione energetica sostenibile anche da un punto di vista sociale ed economico;

    è necessario contenere il costo dell'energia per assicurare la tenuta del comparto industriale e sociale del Paese;

    bisogna rendere sostenibile la transizione ecologica, tenendo presente il forte costo per l'approvvigionamento di gas dall'estero e contestualmente tenendo a mente che i componenti per la produzione di rinnovabili provengono quasi in toto dalla Cina. La transizione ecologica deve, quindi, essere sostenuta e accompagnata dalla fruizione e sviluppo dei sistemi energetici conosciuti e attualmente in funzione. Tra i vari, il nucleare si dimostra la fonte energetica con maggiore potenziale di crescita e con un impatto climatico sempre minore;

    il nucleare si dimostra una fonte energetica su cui puntare potenziando la ricerca nell'ottica di sviluppo del nucleare di IV generazione;

    il nucleare di quarta generazione prende il nome dal Generation IV International Forum (Gif), un'iniziativa di cooperazione internazionale avviata nel 2001 dal Dipartimento dell'energia degli Stati Uniti con l'obiettivo di «sviluppare le ricerche necessarie per testare la fattibilità e la performance di reattori nucleari di quarta generazione», rendendoli poi disponibili per l'uso industriale a partire almeno dal 2030;

    gli obiettivi primari sono quelli di migliorare la sicurezza nucleare, ridurre la produzione di scorie nucleari, minimizzare gli sprechi e l'utilizzo di risorse naturali e diminuire i costi di costruzione e di esercizio di tali impianti;

    nel mondo della ricerca sul nucleare, inoltre, si discute ormai da anni degli Small modular reactors, piccoli reattori modulari che avrebbero il vantaggio di essere realizzati in gran parte in fabbrica, aumentando la certificazione sulla sicurezza. Se una centrale tradizionale ha la taglia di mille megawatt, un piccolo reattore modulare si fermerebbe a 100, un decimo; si tratta di nuovi reattori nucleari di piccola taglia basati sulla tecnologia light water reactor di III generazione provata, nota e a maggiore sicurezza intrinseca, che in virtù delle loro ridotte dimensioni e modularità garantiscono una migliore e più agevole localizzazione rispetto ai tradizionali impianti nucleari. Consentono, inoltre, la riduzione dei tempi di costruzione, la capacità di abbattere drasticamente la quantità del rifiuto finale e la possibilità di essere utilizzati in modo flessibile come integrazione delle reti con impianti rinnovabili per correggere l'intermittenza che oggi ne pregiudica il pieno e continuo utilizzo e quindi essere un supporto alla stabilità della rete elettrica;

    a ciò si aggiunga l'alacre studio per passare dalla fissione alla fusione nucleare. Una materia sempre in maggiore crescita e che, secondo tutti gli esperti del settore, innoverà e stravolgerà le conoscenze in campo energetico, anche in tema di approvvigionamento e costi;

    tra fissione e fusione vi sono notevoli differenze. Infatti, nella fissione, i nuclei di elementi pesanti vengono bombardati da neutroni aventi un'energia relativamente bassa e si spezzano in due nuclei più leggeri. I neutroni, rallentati da un «moderatore», colpiscono altri nuclei di uranio creando la famosa «reazione a catena». Il calore prodotto dalla reazione nucleare viene convertito in energia elettrica da un «ciclo termodinamico» e infine da un alternatore, come in qualsiasi centrale termica. Nella fusione, due nuclei di elementi leggeri (in particolare due isotopi dell'idrogeno, il deuterio e il trizio), portati ad altissima temperatura, circa 10 volte la temperatura al centro del Sole, fondono dando origine come «prodotto della fusione» ad un nucleo più pesante (in particolare l'elio) e un neutrone dotato di moltissima energia. Un'altra differenza fondamentale tra i due processi risiede nel fatto che i prodotti della fissione sono fortemente radioattivi, mentre il prodotto della fusione è un gas, l'elio, non solo assolutamente innocuo per le persone e l'ambiente ma anche utilissimo in tante applicazioni. C'è, inoltre, da sottolineare che entrambi i processi non producono né anidride carbonica né inquinanti e perciò vanno considerate a basso impatto ambientale;

    la fusione, quindi, è CO2-free. Una produzione di energia elettrica senza immissione in atmosfera né di elementi inquinanti come ossidi di azoto od ossidi di zolfo né di anidride carbonica, il principale gas ad effetto serra. L'aspetto è centrale perché potrebbe, in futuro, garantire il giusto connubio tra transizione ecologica e potenza energetica. Sviluppando le suddette tecnologie e sostenendo la ricerca nel settore, anche mediante convenzioni con le Università e i centri di ricerca italiani, si potrebbe giungere ad un'energia green, in grado di sopperire al fabbisogno energetico nazionale ed europeo;

    importanti aziende italiane, come Exor che nel 2021 ha ottenuto uno dei maggiori contributi positivi investendo in due società canadesi attive nel ciclo dell'uranio, investono nell'energia nucleare fuori dai confini nazionali portando all'estero capitali che potrebbero creare ricchezza e lavoro in Italia,

impegna il Governo:

1) ad adottare iniziative a sostegno della ricerca nel campo nucleare al fine di proseguire nello sviluppo del settore e nel raggiungimento di risultati applicabili al contesto industriale in materia di fissione e fusione nucleare, favorendo, altresì il dibattito sull'energia dell'atomo, in particolare per quello di ultima generazione, basato su rigore scientifico;

2) a favorire una campagna di informazione oggettiva al fine di evitare opposizioni preconcette con la consapevolezza che il problema dell'accettazione sociale rappresenta una tappa essenziale per la realizzazione di qualsivoglia impianto energetico;

3) ad aderire a progetti internazionali di realizzazione di impianti di nuova generazione, anche mediante collaborazione diretta con quelle Nazioni che hanno già in essere o stipuleranno trattati bilaterali, con il nostro Paese;

4) ad adottare iniziative per istituire idonei percorsi di ricerca e sviluppo al fine di recuperare il ruolo dell'Italia nel campo dello studio e dello sviluppo tecnico in materia, anche attraverso convenzioni con atenei e centri di ricerca per la creazione di appositi corsi universitari;

5) a definire una nuova strategia nazionale sul nucleare ed un piano nazionale che contempli un mix bilanciato fra tutte le fonti energetiche, al fine di ridurre la vulnerabilità e dipendenza dell'Italia dall'import di energia, emerse ormai con evidenza e con crescente preoccupazione agli occhi di tutti i cittadini italiani;

6) ad individuare luoghi da adibire quali depositi unici nazionali dei rifiuti nucleari;

7) ad adottare iniziative per prevedere, ove venissero realizzate sul suolo nazionale centrali nucleari di nuova generazione, misure di compensazione ambientale per enti e territori.
(1-00628) «Binelli, Molinari, Andreuzza, Carrara, Colla, Fiorini, Galli, Micheli, Pettazzi, Piastra, Saltamartini».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

energia nucleare

gas a effetto serra

gas naturale