ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00575

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 633 del 04/02/2022
Firmatari
Primo firmatario: CABRAS PINO
Gruppo: MISTO-ALTERNATIVA
Data firma: 04/02/2022
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COLLETTI ANDREA MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
TRANO RAFFAELE MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
FORCINITI FRANCESCO MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
CORDA EMANUELA MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
RADUZZI RAPHAEL MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
MANIERO ALVISE MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
TESTAMENTO ROSA ALBA MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
SPESSOTTO ARIANNA MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
VOLPI LEDA MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
GIULIODORI PAOLO MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
VALLASCAS ANDREA MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
VIANELLO GIOVANNI MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
COSTANZO JESSICA MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022
SAPIA FRANCESCO MISTO-ALTERNATIVA 04/02/2022


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00575
presentato da
CABRAS Pino
testo di
Venerdì 4 febbraio 2022, seduta n. 633

   La Camera,

   premesso che:

    nel corso degli ultimi mesi del 2021 si è determinata nel contesto ucraino una pericolosa contrapposizione tra la Nato e la Federazione Russa, innescata, tra le altre, dall'ipotesi che la Repubblica di Ucraina possa aderire all'Alleanza atlantica ed entrare nella sua organizzazione militare, la Nato;

    tali dispositivi, politico e militare, videro la luce sulle macerie della Seconda guerra mondiale e furono prodromi della contrapposizione armata tra gli Stati uniti, potenza egemone del cosiddetto «mondo libero», e l'Unione sovietica;

    l'ipotesi che l'Ucraina possa entrare a far parte di tale dispositivo militare porta con sé un elevato significato simbolico: si tratta infatti di una ex repubblica sovietica e di un ex membro della Comunità degli Stati Indipendenti (Csi), organizzazione composta dalla gran parte delle repubbliche ex sovietiche fondata sul finire del 1991, proprio in seguito alla dissoluzione dell'Unione sovietica;

    tale ipotesi, tuttavia, ha un portato militare altamente sensibile e ancora più decisivo per la sicurezza internazionale, in quanto comporta la possibilità concreta che la Nato possa dispiegare in territorio ucraino postazioni per il lancio di missili a testata nucleare a media e corta gittata, a poche centinaia di chilometri da Mosca;

    dal punto di vista del Cremlino l'anzidetto scenario costituisce una minaccia concreta e immediata alla sicurezza nazionale della Federazione Russa;

    come era ampiamente prevedibile, il contesto ha innescato una pericolosa spirale di reazioni e controreazioni che porta con sé inevitabili conseguenze militari, politiche ed economiche, potenzialmente drammatiche e difficilmente confinabili alla sola regione interessata;

    al fine di tracciare quelle che sono considerate delle invalicabili linee rosse per la propria sicurezza nazionale, nelle ultime settimane del 2021 la Federazione Russa ha, da un lato, avviato imponenti esercitazioni militari sul confine con l'Ucraina e, dall'altro, inviato una lista di richieste per assicurare la pace e la sicurezza internazionale, tra cui l'astenersi dall'estendere il dispositivo Nato all'Ucraina;

    la controreazione degli Stati uniti e della Nato è stata particolarmente dura e inflessibile, con l'attivazione di assetti navali e aerei e la mobilitazione di 8.500 soldati, in particolare in Polonia e nelle repubbliche baltiche aderenti alla Nato e confinanti con la Federazione Russa;

    tale controreazione è stata accompagnata da una narrazione secondo cui la Federazione Russa starebbe per invadere l'Ucraina e installarvi un governo «fantoccio», costituendo così essa stessa la minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale;

    tale narrazione, tendenziosa e in alcuni frangenti intossicata da apposite veline di alcuni apparati di sicurezza, ha trovato ampio spazio nella cassa di risonanza dei principali media mainstream degli Stati Uniti e di alcuni Paesi europei;

    il 25 gennaio 2022 il Generale Leonardo Tricarico, già Capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica, ha affermato ai microfoni di Radio1 che la situazione può sfuggire di mano, perché «in troppi stanno gettando benzina sul fuoco», e ha aggiunto: «Se vogliamo parlare di accerchiamento, il Paese che più di altri può rivendicare questa posizione è proprio la Russia. Nessun Paese della Nato oggi è minacciato da Putin. Questi rinforzi non hanno alcun senso. È una partita che si sta giocando tra la Russia e gli Stati uniti. Stati uniti incaparbiti in questa isteria anti-russa che ha condizionato anche la Nato»;

    la contrapposizione tra gli Stati uniti e la Federazione Russa incentrata sull'Ucraina, a prescindere dagli effettivi sviluppi che ne discenderanno, influisce grandemente sugli equilibri geopolitici europei, a partire dal ruolo assertivo di Washington rispetto agli alleati europei della Nato, in particolare rispetto alla Germania e alla sua politica energetica con la Russia, tra cui il gasdotto congiunto North Stream 2;

    si manifestano evidenti differenziazioni interne al mondo Nato, dal ruolo attivo del Regno Unito nella fornitura di mezzi, armamenti e addestramento alle forze armate ucraine attraverso un ponte aereo che evita di sorvolare Paesi meno propensi al coinvolgimento, alle prese di posizione del presidente della Croazia contro qualsiasi tipo di coinvolgimento militare del suo Paese nella crisi ucraina;

    la sfida ha inevitabili ricadute anche su temi di sensibile interesse strategico per il nostro Paese, dal punto di vista della sicurezza, della collocazione geopolitica e dell'economia;

    la Federazione Russa è il principale fornitore di prodotti energetici al mondo, ma ha una base industriale e un settore primario ancora relativamente poco sviluppati; l'Italia, al contrario, non dispone di materie prime, ma vanta un ampio e diversificato settore manifatturiero e agroalimentare; si tratta dunque di una complementarietà fra i due sistemi produttivi che rende i due Paesi naturali partner economici e commerciali e che si riflette non solo nella bilancia commerciale ma anche nelle numerose joint ventures che favoriscono il trasferimento di tecnologia;

    la Federazione Russa possiede le maggiori riserve mondiali di gas, di cui è il primo esportatore; la cooperazione italo-russa nel campo dell'energia risale alla fine degli anni '50 e si è evoluta, nell'ultimo periodo, dai consolidati rapporti commerciali a un partenariato industriale fondato su una più stretta interdipendenza; Enel è il primo investitore italiano in Russia con attività di generazione elettrica tramite Enel OGK-5 e vendita di energia tramite RusEnergoSbyt; Eni è il primo cliente europeo di Gazprom, partecipa al gasdotto Blue Stream e ha concluso un accordo di cooperazione strategica con Rosneft che prevede l'esplorazione di due blocchi offshore nel Mare di Barents e uno nel Mar Nero, lo scambio di tecnologie e la partecipazione di Rosneft a progetti internazionali di Eni; Saipem ha partecipato alla costruzione del North Stream;

    sebbene si inizi ad affrontare la prospettiva pluridecennale di una vera transizione ecologica che possa ridurre e perfino azzerare l'utilizzo di fonti fossili, l'Italia intanto produce circa il 40 per cento dell'energia elettrica utilizzando il gas naturale che, per oltre il 95 per cento, viene importato dall'estero e di cui oltre il 47 per cento proviene dalla Russia, di gran lunga il primo fornitore di tale materia prima, ben prima di Algeria e Qatar, da cui l'Italia importa, rispettivamente, circa il 18 per cento e il 9 per cento;

    durante l'incontro in videoconferenza del 26 gennaio 2022 degli amministratori di 16 grandi imprese italiane con il presidente russo Putin, questi ha spiegato che le compagnie energetiche italiane stanno ricevendo gas russo a prezzi «molto più bassi di quelli di mercato», grazie ai contratti a lungo termine, laddove molti problemi sui prezzi per molti Paesi europei nascono da impostazioni delle forniture legate al breve periodo con fluttuazioni drammatiche;

    inoltre, nonostante le sanzioni attualmente in vigore, l'Italia è il 7° fornitore mondiale della Federazione Russa che, a sua volta, è il 14° mercato di destinazione dell'export italiano per un valore di oltre 7 miliardi di euro e un interscambio commerciale di 20 miliardi di euro;

    dunque, nell'attuale contesto di crisi, in cui vengono minacciate ulteriori sanzioni, la nostra interdipendenza economica con la Federazione Russa e la ripresa del commercio italo-russo sono alla base di forte preoccupazione per la vulnerabilità del nostro Paese di fronte a una ulteriore possibile degenerazione della crisi,

impegna il Governo:

1) ad attivarsi, in tutte le opportune sedi multilaterali e bilaterali, al fine di disinnescare la contrapposizione tra Nato e Federazione Russa e scongiurarne una degenerazione armata;

2) ad attivarsi, in tutte le opportune sedi multilaterali e bilaterali, al fine di impedire l'istituzione di nuove ulteriori sanzioni economiche contro la Federazione Russa che, inevitabilmente, colpirebbero anche l'Italia;

3) a farsi promotore in seno all'Unione europea affinché vengano predisposte tutte le iniziative utili alla rimozione delle sanzioni e delle controsanzioni attualmente in vigore tra Unione europea e Federazione Russa, anche attraverso l'organizzazione di una commissione di dialogo permanente tra le istituzioni europee e quelle russe;

4) a non partecipare ad alcuna operazione militare ostile nei confronti della Federazione Russa e a ritirare ogni assetto militare eventualmente dispiegato.
(1-00575) «Cabras, Colletti, Trano, Forciniti, Corda, Raduzzi, Maniero, Testamento, Spessotto, Leda Volpi, Giuliodori, Vallascas, Vianello, Costanzo, Sapia».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

NATO

sicurezza pubblica

addestramento militare