ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00462

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 486 del 14/04/2021
Firmatari
Primo firmatario: PETTARIN GUIDO GERMANO
Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 14/04/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BALDELLI SIMONE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/04/2021
D'ETTORE FELICE MAURIZIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/04/2021
SQUERI LUCA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/04/2021
GIACOMETTO CARLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/04/2021
BARELLI PAOLO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/04/2021
TORROMINO SERGIO FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/04/2021
BALDINI MARIA TERESA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/04/2021
PORCHIETTO CLAUDIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/04/2021
POLIDORI CATIA FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 14/04/2021


Stato iter:
20/04/2021
Fasi iter:

RITIRATO IL 20/04/2021

CONCLUSO IL 20/04/2021

Atto Camera

Mozione 1-00462
presentato da
PETTARIN Guido Germano
testo di
Mercoledì 14 aprile 2021, seduta n. 486

   La Camera,

   premesso che:

    l'European Banking Authority (Eba) ha stabilito da tempo criteri più restrittivi in materia di definizione di «default» rispetto a quelli attualmente in uso presso gli intermediari creditizi italiani, con l'obiettivo di rendere omogenee dal 1° gennaio 2021 queste nuove modalità in tutti gli istituti finanziari europei;

    l'automatica classificazione a «default» sarà applicata ai clienti imprese che presentino arretrati superiori a 500 euro da oltre 90 giorni consecutivi; per le persone fisiche e le aziende che presentano un indicatore dimensionale inferiore ai 2,5 milioni di euro ed esposizioni verso la banca per un ammontare complessivo inferiore a 1 milione di euro, l'importo sarà invece ridotto a 100 euro;

    gli spazi per interventi normativi nazionali sulla nuova disciplina sono molto limitati e riguardano essenzialmente la possibilità, al ricorrere di determinate condizioni, di modificare le soglie solo in termini più restrittivi, quindi inferiori ai 100 o 500 euro, oltre le quali un'obbligazione in arretrato è considerata rilevante ai fini della disciplina del default. Quanto alla soglia relativa, l'autorità competente può adottare un valore tra lo 0 e il 2,5 per cento, nel caso in cui la soglia dell'1 per cento non corrispondesse ad un livello ragionevole di rischio. Per potersene discostare, l'autorità competente deve dimostrare che la soglia dell'1 per cento determina il riconoscimento di un numero eccessivo di default non effettivamente imputabili a difficoltà finanziarie del debitore;

    nel periodo intercorrente tra la elaborazione della nuova disciplina del «default», oggetto di pubblicazione nella loro ultima formulazione nel gennaio del 2017, mentre il regolamento delegato è stato pubblicato nel febbraio 2018, e la data di entrata in vigore, si è stati travolti dalla pandemia di COVID-19, che ha avuto un impatto devastante sulle piccole e medie imprese, sulle aziende e sulle famiglie. Peraltro l'Abi – Associazione bancaria italiana ha espresso la propria contrarietà al nuovo quadro normativo sin dal 2015;

    gran parte delle imprese di tutta Europa hanno l'esigenza di affrontare interruzioni degli approvvigionamenti, chiusure temporanee e diminuzioni profondissime della domanda, mentre molte famiglie sono state colpite dalla disoccupazione e dalla diminuzione del reddito e, spesso, a causa di tali inattese difficoltà economiche, si trovano nell'impossibilità di rimborsare i debiti;

    le banche hanno attuato un'ampia gamma di misure di sostegno tra cui, in particolare, moratorie temporanee sui pagamenti dei debiti. Tuttavia, le moratorie scadranno a metà 2021 e da quel momento le banche, le piccole e medie imprese e le famiglie dovranno affrontare nuovamente a tutto tondo il quadro legislativo sui crediti deteriorati (Npl) sulle esposizioni in stato di «default» e sul rispetto pieno delle obbligazioni in merito alle linee di credito, senza la dovuta flessibilità;

    una volta scadute le moratorie l'impatto sarà tutto sull'economia reale; in particolare, una piccola media impresa o una famiglia che si trovino in ritardo di 90 giorni nel pagamento del debito sarà automaticamente segnalata come cattivo debitore, con l'ulteriore conseguenza che, quando richiederà un prestito alla propria o ad un'altra banca, si vedrà con ogni probabilità rifiutare la richiesta;

    inoltre, l'attuale impianto normativo sugli Npl costringerà le banche ad attivare i processi di recupero crediti contro i cattivi pagatori, con ulteriore aggravio delle conseguenze di questa situazione e con il moltiplicarsi a dismisura di procedure esecutive e concorsuali;

    la nuova definizione di default rileva anche per i decisivi riflessi che avrà sulla rappresentazione della clientela nelle informazioni della Centrale dei rischi che la Banca d'Italia mette a disposizione degli intermediari per le valutazioni del «merito di credito»;

    come già richiesto anche dal presidente della commissione per gli affari costituzionali al Parlamento europeo e vicepresidente del Partito Popolare europeo, Antonio Tajani, con una lettera ai commissari McGuinness e Breton, si deve evitare il «rischio di una stretta creditizia per famiglie e imprese». Nella sua risposta la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen ha affermato che «Bruxelles sta lavorando con le autorità bancarie europee... per fornire flessibilità nel quadro prudenziale, comprese le regole su come le banche valutano il rischio che i debitori non ripagheranno i prestiti»;

    per evitare un profondo impatto economico e sociale negativo, è necessario introdurre all'interno della cornice normativa sui crediti deteriorati, anche una flessibilità temporanea e mirata, intervenendo in particolare sulla definizione di «esposizioni scadute» e sul framework relativo agli accantonamenti (cosiddetti calendar provisioning rules) di cui al regolamento sui requisiti patrimoniali (Crr) nonché sulla definizione default per quanto riguarda la ristrutturazione del credito fornita dalle linee guida dell'Eba;

    in materia di sofferenze bancarie, già interviene il «calendar provisioning» della Banca centrale europea (Bce) che, imponendo accantonamenti automatizzati, porrà le banche in situazioni di deficit patrimoniale e le costringerà a necessarie ricapitalizzazioni, con significativi rischi anche in termini di scalate ostili e di necessari e conseguenti salvataggi pubblici;

    l'andamento delle sofferenze degli ultimi mesi è stato in parte attenuato dalle misure governative di sostegno al credito che, ad oggi, in Italia ammontano ad oltre 425 miliardi di euro. Diversi analisti stimano che il 40 per cento circa di questa cifra si trasformerà, nel corso del 2021, in posizioni deteriorate. La stessa Bce quantifica in 1.400 miliardi di euro il rischio di nuove sofferenze per le banche europee;

    tutto ciò non potrà far altro che determinare effetti restrittivi sull'offerta di credito e incentivare la rapida chiusura da parte degli intermediari delle posizioni problematiche con ricorso a procedure giudiziarie in danno di famiglie ed imprese; i mancati pagamenti rischiano di amplificare il contagio finanziario ad altri soggetti, con un effetto a catena sull'intera economia;

    nonostante la liquidità a fondo perduto concessa nel 2020 abbia evitato il fallimento di molte imprese, l'Ufficio Studi di Confcommercio stima, nel 2020, a causa del COVID-19, la chiusura definitiva di più di 390 mila imprese del commercio non alimentare dei servizi a fronte di 85 mila nuove aperture. Pertanto, la riduzione delle aziende in questi settori sarebbe di quasi 305 mila imprese (-11,3 per cento);

    dai dati recentemente diffusi dalla task force Bankitalia-ABI si attestano ad oltre 2,7 milioni, per un valore di circa 294 miliardi di euro, le domande di adesione alle moratorie sui prestiti e superano quota 149 miliardi le richieste di garanzia per i nuovi finanziamenti bancari per le micro, piccole e medie imprese presentati al Fondo di Garanzia per le Attraverso «Garanzia Italia» di Sace i volumi dei prestiti garantiti raggiungono i 22,3 miliardi di euro, su 1.699 richieste ricevute;

    la Ministra della giustizia, illustrando presso la commissione Giustizia alla Camera le linee guida del suo Ministero ha sottolineato che per contrastare la possibile esplosione del contenzioso civile legato agli squilibri generati dagli gli effetti economici della pandemia la giustizia preventiva e consensuale rappresenta una strada necessaria, quando cesseranno gli effetti dei provvedimenti che bloccano controversie relative all'esecuzione di sfratti, licenziamenti e contratti commerciali. La Ministra si è detta favorevole a «... misure alternative di risoluzione delle controversie, come mediazione, negoziazione e conciliazione... offrendo al giudice la possibilità di incoraggiare misure alternative...», anche attraverso misure premiali;

    in sede di risposta all'interpellanza 2-01063, il 15 gennaio 2021 il Governo ha sottolineato che «la particolare, difficile condizione nella quale versa il sistema economico e sodale, così gravato dal COVID, consiglia una gestione prudenziale e flessibile da parte del sistema bancario e da intermediari finanziari dei parametri di definizione di default in ordine alla quantità e ai tempi previsti. Il Governo italiano ha più volte evidenziato questa preoccupazione in sede UE e continuerà a farlo nelle prossime occasioni di confronto a livello comunitario»,

impegna il Governo:

1) a mettere in campo iniziative urgenti ed indifferibili, anche a livello europeo, per dare impulso alla necessaria revisione della disciplina dei crediti in «default» e deteriorati e di quella degli accantonamenti;

2) ad adottare tutte le iniziative necessarie per assicurare liquidità alle imprese e garantirne la solvibilità sino al termine dell'emergenza, prorogando fino al 31 dicembre 2021:

   a) la moratoria su mutui in favore delle micro, piccole e medie imprese;

   b) l'operatività dell'intervento straordinario del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese previsto dall'articolo 13, comma 1, del decreto-legge n. 23 del 2020, valutando altresì l'incremento della garanzia piena fino a 50.000 euro e dell'estensione della durata temporale del prestito fino a 12 anni;

   c) l'operatività del Fondo patrimonializzazione piccola media impresa, di cui all'articolo 26 del decreto-legge, n. 34 del 2020, valutando altresì la possibilità di abbassare le soglie di accesso al fondo da 5-10 milioni di euro a 2 e 5 milioni di euro;

   d) l'operatività delle disposizioni di cui all'articolo 32 del decreto-legge n. 34 del 2020 in materia di garanzia sulla cartolarizzazione delle sofferenze – Gacs;

3) ad adottare iniziative per introdurre misure, anche premiali, volte a favorire e rafforzare soluzioni negoziali nella giustizia civile, al fine di dirimere i rischi di esplosione del contenzioso in materia di contratti commerciali, sfratti non abitativi e licenziamenti, tramite percorsi alternativi di risoluzione delle controversie, come mediazione, negoziazione e conciliazione, assicurando la parità tra le parti negoziali;

4) ad adottare iniziative per rafforzare le misure esistenti per concorrere all'assorbimento delle perdite e al consolidamento del debito delle imprese, anche con riferimento alle filiere che caratterizzano il tessuto produttivo italiano.
(1-00462) «Pettarin, Baldelli, D'Ettore, Squeri, Giacometto, Barelli, Torromino, Baldini, Porchietto, Polidori».