ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00408

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 443 del 18/12/2020
Firmatari
Primo firmatario: MELONI GIORGIA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 18/12/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 18/12/2020
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 18/12/2020
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 18/12/2020
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 18/12/2020


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00408
presentato da
MELONI Giorgia
testo di
Venerdì 18 dicembre 2020, seduta n. 443

   La Camera,

   premesso che:

    l'azionariato di Tim, come risulta dalla relazione semestrale al 30 giugno 2020, è composto da Vivendi (23,94 per cento), investitori istituzionali esteri (51,68 per cento), Cassa depositi e prestiti (9,89 per cento), altri azionisti (11,13 per cento), investitori istituzionali italiani (2,16 per cento), Paul Elliott Singer (0,14 per cento), Gruppo Telecom Italia (1,06 per cento);

    l'assetto azionario di Open Fiber (OF) è costituito da una partecipazione paritetica tra Enel S.p.A. e Cdp Equity S.p.A. (CDPE), società del gruppo Cassa depositi e prestiti, ed Enel S.p.A., a sua volta, è partecipata per il 23,6 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze, che detiene la quota di maggioranza relativa e il controllo; Cassa depositi e prestiti è altresì partecipata all'82,77 per cento dal Ministero dell'economia e delle finanze;

    l'ingresso di Open Fiber nel mercato delle telecomunicazioni, oltre a rappresentare di per sé un rilevante contributo in termini di diffusione della copertura in fibra nella sua versione FTTH (Fiber to the home), tecnologicamente avanzata e «a prova di futuro» (ad oggi Open Fiber ha connesso circa nove milioni di abitazioni), ha svolto la fondamentale funzione di stimolo agli investimenti da parte dell'ex-monopolista Tim, che ha dovuto fortemente accelerare i suoi investimenti in connessioni in fibra in modalità FTTH (assestandosi Oggi a poco più di un milione di connessioni);

    l'accelerazione sugli investimenti generata dalla concorrenza si è tradotta in un conseguente miglioramento del posizionamento del nostro Paese nell'indice di digitalizzazione dell'economia europea (Desi): l'Italia è infatti passata dal 27° posto nel 2015 al 14° posto del 2019 per quanto concerne la copertura next generation access;

    grazie alla spinta di Open Fiber, l'Italia è oggi al terzo posto in Europa per connessioni in fibra in modalità FTTH;

    i miglioramenti infrastrutturali e dei livelli di servizio conseguenti all'introduzione della concorrenza hanno reso possibile la gestione dell'emergenza sanitaria da Covid-19, seppur con ulteriori e possibili margini di miglioramento;

    se gli investimenti fossero continuati con la progressione lineare precedente al 2016 non sarebbe stato possibile garantire la continuità di molti servizi essenziali, nonché di molte attività lavorative e sociali durante le fasi di lockdown;

    il perdurante dispiegarsi degli effetti nefasti della pandemia da Covid-19 ha evidenziato come, in un regime di riduzione della libertà personale mai sperimentata nell'Italia dalla sua unificazione, i collegamenti telematici hanno garantito l'unica c residua possibilità di esercitare questo diritto fondamentale su cui si fonda la nostra Repubblica, in ossequio al dettato costituzionale;

    la strategicità delle reti fisse di telecomunicazioni è dimostrata anche dal fatto che una l'infrastruttura di rete fissa trasporta anche tutto il traffico generato dalle reti mobili e che una parte crescente delle attività del Paese in qualsiasi campo, dal monitoraggio dei consumi energetici alla didattica, dalla cultura alla logistica, dai trasporti alla gestione della salute e della sanità pubblica e privata, passeranno per le reti di nuova generazione;

    il 5G è talmente strategico per lo sviluppo del Paese da aver richiesto il riconoscimento di uno specifico diritto del Governo a imporre restrizioni e ad esercitare il veto sulle forniture di apparati tecnologici, attraverso lo strumento della golden power, per evitare che potenze straniere potessero infiltrarsi nelle reti telematiche ed effettuare operazioni di sabotaggio e di spionaggio industriale;

    la totalità del traffico generato sulle reti 5G transita per la fibra posata e gestita da Tim e da Open Fiber, e in un futuro non lontano la maggior parte delle transazioni economiche, la sicurezza del traffico automobilistico e la telemedicina saranno gestite attraverso le reti cellulari 5G e, quindi, attraverso le reti delle citate società;

    a causa dei ritardi di copertura nelle aree remote ed interne del Paese, e alla luce delle nuove esigenze conseguenti alla diffusione della pandemia, appare necessario interrompere una virtuosa concorrenza infrastrutturale per procedere ad un progetto di integrazione delle reti fisse di telecomunicazione in un'unica società, al fine di garantire la massima efficienza nel completamento dell'ormai urgentissima copertura in fibra del Paese, cogliendo, a tal fine, anche l'occasione delle risorse che si renderanno disponibili a valere sul piano di rilancio europeo Next Generation EU;

    il controllo della società della rete unica, in ragione della sua importanza e strategicità, rappresenta una condizione imprescindibile per la sicurezza dello Stato, per la sicurezza dei cittadini e per l'esercizio stesso delle prerogative afferenti alla sovranità dello Stato, e deve pertanto essere saldamente mantenuto in mani italiane e sotto un controllo effettivo dello Stato;

   peraltro, la stragrande maggioranza dell'infrastruttura di rete fissa e la quasi totalità della rete di accesso è stata costruita ed è comunque gestita dalle due società che sono quindi in possesso di tutto l'expertise nazionale sul tema di realizzazione e gestione di reti geografiche complesse;

    si rappresenta inoltre l'importanza che il perimetro che la società della rete debba necessariamente includere, per garantirne la sicurezza end-to-end del traffico dati, non possa limitarsi all'infrastruttura passiva di accesso secondario, ma debba comprendere l'infrastruttura di accesso primario, le centrali dove sono ospitati i concentratori di traffico di tutti gli operatori nazionali, e in generale anche gli apparati attivi di rete, necessari per assicurare l'uso dell'infrastruttura ai cosiddetti operatori virtuali (come Poste Italiane, Sorgenia eccetera);

    questo è fondamentale per vari ordini di motivi, in primo luogo per garantire la sicurezza nella gestione del traffico dati e la massima tutela dell'infrastruttura attiva e passiva, ma anche per evitare distorsioni competitive e per avere un unico soggetto in grado di rispondere del buon funzionamento dell'intera rete di accesso;

    secondo il nuovo Codice delle comunicazioni elettroniche la neutralità e terzietà della rete unica rispetto agli altri operatori è condizione imprescindibile: infatti, una volta che si sia sviluppata una concorrenza infrastrutturale, come dappertutto in Europa e ora anche in Italia, il ritorno ad una infrastruttura unica è possibile solo se essa è indipendente, terza e neutrale rispetto ai concorrenti, come peraltro affermato anche dai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico, Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli, nella lettera all'Enel;

    Open Fiber, considerati la sua compagine azionaria e il controllo saldamente in mani pubbliche, è il soggetto ideale per effettuare questa aggregazione avendo tutti i requisiti di competenza, sicurezza e nazionalità necessari,

impegna il Governo:

1) ad assumere le iniziative necessarie affinché ci sia un controllo pubblico sulla società della rete unica che gestirà in regime di monopolio, limitatamente al segmento del wholesale only, la rete di telecomunicazioni del Paese;

2) ad assumere le iniziative di competenza per garantire che la società della rete unica non sia verticalmente integrata e che limiti la propria attività alla vendita all'ingrosso di linee e di traffico dati e telefonico agli operatori di telecomunicazioni, che a loro volta si faranno carico di veicolare le proprie offerte di accesso a imprese, famiglie e pubblica amministrazione;

3) a definire il perimetro della rete «unica» in modo da comprendere, oltre alla rete secondaria, anche la rete primaria, e dunque le centrali e i collegamenti che uniscono queste ai cabinet, sino all'ingresso presso l'utente finale;

4) a subordinare l'approvazione dell'operazione alla consistenza di un apposito piano industriale e ad una preventiva discussione parlamentare sul medesimo Piano;

5) ad imprimere una rilevante accelerazione ai piani di copertura in fibra ottica con modalità FTTH attualmente previsti ed assicurare nel più stretto arco di tempo uno switch-off dal rame e comunque non oltre il 2025;

6) a garantire che il piano della società unica connetta in FTTH almeno 25 milioni di abitazioni entro il 2025;

7) a promuovere entro il mese di gennaio 2021 un tavolo per un primo confronto con le forze parlamentari (come da più parti richiesto sia in seno alla maggioranza che alle opposizioni), partecipato da tutte le amministrazioni, gli enti, le società interessate (a partire da tutti i principali operatori di servizi di TLC, ivi compresa Open Fiber e i suoi azionisti), i consumatori, come espressamente previsto dalla mozione n. 1-00274 approvata dalla Camera il 16 luglio 2020, impegno che il Governo ha finora disatteso, nonché ad avere interlocuzioni con le strutture antitrust dell'Unione europea;

8) ad assumere iniziative affinché sin da ora sia Cassa depositi e prestiti sia Enel congelino ogni azione in ambito di realizzazione della società della rete unica, sino alla conclusione dei lavori del tavolo di confronto sopra indicato.
(1-00408) «Meloni, Lollobrigida, Butti, Silvestroni, Rotelli».