ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00365

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 374 del 17/07/2020
Firmatari
Primo firmatario: MELONI GIORGIA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 17/07/2020
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
ACQUAROLI FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
BALDINI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
BIGNAMI GALEAZZO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
BELLUCCI MARIA TERESA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
BUTTI ALESSIO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
CAIATA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
DE CARLO LUCA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
DONZELLI GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
MANTOVANI LUCREZIA MARIA BENEDETTA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
MONTARULI AUGUSTA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
OSNATO MARCO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
RIZZETTO WALTER FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
SILVESTRONI MARCO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
TRANCASSINI PAOLO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
VARCHI MARIA CAROLINA FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020
ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020


Elenco dei co-firmatari che hanno ritirato la firma
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma Data ritiro firma
CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA 17/07/2020 17/07/2020
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00365
presentato da
MELONI Giorgia
testo di
Venerdì 17 luglio 2020, seduta n. 374

   La Camera,

   premesso che:

    negli, ultimi mesi l'opinione pubblica è stata sensibilmente raccolta attorno alla vicenda di Enrico Forti (detto Chico), connazionale recluso da venti, anni in un carcere di massima sicurezza non lontano da Miami con l'accusa di omicidio, condannato in base a un processo indiziario, senza prove e basato su un movente dal quale lo stesso Forti era stato assolto mesi prima da un altro tribunale;

   è sempre più difficile far luce, a distanza di venti anni, su una vicenda giudiziaria sconcertante che vede coinvolto Enrico Forti, nostro connazionale nato e Cresciuto a Trento diventato all'inizio degli anni Ottanta uno dei pionieri del windsurf mondiale, grazie alle sue abilità e al suo carisma che fanno di lui uno sportivo con numerosi riconoscimenti nel circuito internazionale;

    negli anni Novanta si trasferisce, a Miami, in Florida, dove intraprende un'attività di filmaker e in seguito si dedica anche ad intermediazioni immobiliari ed è proprio svolgendo questa attività che conosce Anthony John Pike, che si presenta come proprietario di un omonimo albergo sull'isola di Ibiza, in Spagna, Dale Pike, figlio del proprietario di una discoteca che Forti stava acquistando, venne ucciso nella notte del 15 febbraio 1998, il suo corpo venne trovato il giorno dopo da un surfista in un boschetto che limita una spiaggia a poca distanza da un parcheggio dove Enrico Forti sembra lo avesse lasciato;

    al processo Enrico Forti venne accusato e condannato come, «mandante» dell'omicidio e le accuse si basarono tutte sul fatto che in un primo momento egli tacque sulla circostanza dell'arrivo di Dale Pike domenica 15 febbraio 1998 ed omise la verità su un loro precedente incontro all'aeroporto di Miami. Nello specifico venne accusato di «felony murder», ovvero di un omicidio compiuto in esecuzione di un altro reato. Secondo i giudici americani Forti ha ucciso Dale Pike in esecuzione di una truffa verso di lui e suo padre;

    gli venne inflitta una condanna severissima, vale a dire l'ergastolo senza condizionale. Durante il processo e in tutti questi anni l'ex velista, si è sempre proclamato innocente e ritiene ancora oggi di essere vittima di una vera e propria macchinazione;

    a rendere più grave il caso è l'evidenza che, se non fosse stato per la sensibilizzazione dell'opinione pubblica e per l'interessamento politico trasversale, la vicenda sarebbe caduta nel dimenticatoio, nonostante gli inequivocabili errori della polizia e le negligenze e le approssimazioni della magistratura giudicante. Nemmeno il giudizio di condanna è riuscito a dimostrare il movente dell'omicidio e contro di lui non ci sono né testimonianze né prove decisive;

    a Chico Forti sono stati negati anche diritti previsti dalla Convenzione di Vienna: i Paesi firmatari di questa Convenzione garantiscono l'immediata assistenza legale in caso di arresto di un loro cittadino in uno Stato diverso dal proprio;

    inoltre, non è stata trasmessa l'automatica simultanea comunicazione alle autorità consolari locali del cittadino, e ad aggravare ulteriormente la situazione sempre a discapito del nostro connazionale, il consolato italiano venne a conoscenza del suo primo arresto solo casualmente attraverso i giornali ben nove giorni dopo. La risposta a questi gravi errori, fu che la polizia inviò una lettera di scuse per «l'involontaria» omissione e solo conseguentemente alla protesta ufficiale che ne seguì;

    gli errori giudiziari sul caso si sono susseguiti e, nonostante si fosse in grado di dimostrare ampiamente che Enrico Forti era rimasto vittima di un clamoroso errore, cinque appelli presentati per la revisione del processo sono stati tutti rifiutati sistematicamente dalle varie corti, senza alcuna motivazione né opinione;

    negli ultimi anni, dalla politica al mondo dello spettacolo, molte personalità si sono attivate per chiedere la revisione del processo, ma negli Stati Uniti, questo può avvenire solo ed esclusivamente sulla base di una nuova prova determinante che, se presentata nel corso del processo stesso, ne avrebbe potuto modificare l'esito e che, si dimostri, non poteva essere trovata al tempo del processo. Tutte le prove, anche a sua discolpa, che sono passate, o avrebbero potuto passare, davanti ad una corte sono inadempienze procedurali e, quindi, non valgono;

    Enrico Forti ha sempre lottato per dimostrare che è stato vittima di un grave errore giudiziario, e gli elementi emersi da diversi anni su palesi irregolarità nelle indagini e nel processo, lo fanno seriamente ritenere;

    da tempo si attende, da parte americana un provvedimento di clemenza nei suoi, confronti, come è d'altra parte avvenuto dal nostro Paese, in diversi casi anche recenti, nei confronti di cittadini americani;

    Chico Forti ha, sempre mostrato una straordinaria forza d'animo, riuscendo a infondere sempre coraggio e fiducia ai suoi famigliari e ai suoi numerosissimi amici e sostenitori. Campione sportivo, imprenditore di successo, entusiasta nel promuovere l'Italia nel mondo, anche nella lunga e difficilissima condizione nella quale da vent'anni si trova, ha sempre dimostrato il suo profondo amore per il proprio Paese;

    all'esito della discussione sulla mozione n. 1-00291 approvata nella passata legislatura alla Camera, il Governo pro tempore si era impegnato ad affiancare Forti nella sua battaglia giudiziaria, ma da allora si è concretizzato molto poco e Forti è ancora recluso,

impegna il Governo

1) a proseguire incisivamente le azioni già intraprese dal Governo nei confronti dello Stato della Florida e del Governo federale degli Usa, non consentendo ulteriori dilazioni, e ad attivarsi attraverso ogni iniziativa necessaria e di competenza atta a consentire la riapertura del caso, caratterizzato da indagini e processo negli Stati Uniti d'America pieni di lacune e irregolarità, garantendo al nostro connazionale Chico Forti, uomo con una grande dignità, uno sportivo e un imprenditore, di rientrare in Italia e scontare il residuo della pena qui in Patria, così come più volte in precedenza è stato fatto in difesa di altri concittadini condannati e detenuti all'estero.
(1-00365) «Meloni, Lollobrigida, Acquaroli, Baldini, Bignami, Bellucci, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Luca De Carlo, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Zucconi».