ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00135

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: 135 del 01/03/2019
Firmatari
Primo firmatario: BELLUCCI MARIA TERESA
Gruppo: FRATELLI D'ITALIA
Data firma: 01/03/2019
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
RAMPELLI FABIO FRATELLI D'ITALIA 01/03/2019
LOLLOBRIGIDA FRANCESCO FRATELLI D'ITALIA 01/03/2019
FRASSINETTI PAOLA FRATELLI D'ITALIA 01/03/2019
MOLLICONE FEDERICO FRATELLI D'ITALIA 01/03/2019
BUCALO CARMELA FRATELLI D'ITALIA 01/03/2019
DEIDDA SALVATORE FRATELLI D'ITALIA 01/03/2019
FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 01/03/2019
GEMMATO MARCELLO FRATELLI D'ITALIA 01/03/2019
MASCHIO CIRO FRATELLI D'ITALIA 01/03/2019


Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Mozione 1-00135
presentato da
BELLUCCI Maria Teresa
testo di
Venerdì 1 marzo 2019, seduta n. 135

   La Camera,

   premesso che:

    la terza indagine internazionale sull'educazione civica e per la cittadinanza International Civic and Citizenship Education Study (Iccs) promossa dalla International Association for the Evaluation of Educational Achievement (Iea), che si è posta l'obiettivo di identificare ed esaminare, all'interno di una dimensione comparativa, i modi in cui i giovani vengono preparati a svolgere in modo attivo il proprio ruolo di cittadini in società democratiche, ha rilevato che in Italia l'educazione alle competenze sociali ed emotive rappresenta il «pezzo mancante» dei curricula scolastici e della formazione degli insegnanti;

    l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), rivedendo il proprio concetto di prevenzione in senso formativo, piuttosto che igienico-sanitario, ha optato per il termine Skills for Life15, emanando un documento programmatico intenzionalmente rivolto ai sistemi educativi formali, all'interno del quale si sottolinea il ruolo della scuola nel fornire le competenze utili per «mettersi in relazione con gli altri e per affrontare i problemi, le pressioni e gli stress della vita quotidiana»;

    ancora, l'Oms ha dichiarato la correlazione tra il gap di queste competenze ed i rischi sanitari specifici: «La mancanza di tali skills socio-emotive può causare, in particolare nei giovani, l'instaurarsi di comportamenti negativi e a rischio in risposta allo stress: tentativi di suicidio, tossicodipendenza, fumo, alcolismo»;

    nel mondo del lavoro, l'intelligenza emotiva sta conquistando sempre più considerazione: è stata infatti inserita tra le prime dieci competenze richieste entro il 2020 dal World Economic Forum. Lo studio Workplace Trend 2018, condotto dal gruppo Sodexo, mostra che il 34 per cento degli head-hunters ricerca e valuta positivamente questa capacità nelle selezioni lavorative;

    si tratta della capacità di percepire emozioni, accedere ad esse e saperle generare per sostenere il pensiero razionale, comprendere sentimenti altrui, e saperli gestire in modo da promuovere la crescita, intellettuale ed emotiva;

    nell'ambito didattico, aspetti correlati all'intelligenza emotiva, teorizzata da Daniel Goleman nel suo best seller mondiale intitolato Emotional Intelligence (1996), quali consapevolezza, autocontrollo, motivazione, empatia e abilità sociali influenzano il comportamento, l'apprendimento e la condotta sociale;

    i primi a parlare di intelligenza emotiva sono stati nel 1990 due accademici statunitensi, Peter Salovey e John D. Mayer, definendola come «la capacità di percepire emozioni, accedere ad esse e saperle generare per sostenere il pensiero razionale, comprendere sentimenti altrui, e saperli gestire in modo da promuovere la crescita, intellettuale ed emotiva»;

    la consapevolezza emotiva, pertanto, si dimostra un elemento chiave per maturare una vita sociale fondata sullo scambio empatico, ossia la capacità di dare valore e sentire le emozioni dell'altro, utile ad arginare il dilagare degli ultimi anni di eventi conflittuali all'interno degli istituti scolastici, dove la violenza si manifesta tra coetanei, tra studenti e insegnanti, tra insegnanti e genitori;

    questa emergenza sociale più volte riportata dai media e documentata, altresì, da video caricati in rete, può essere arginata solo se, accanto a sanzioni ex post, si realizza un'attività di prevenzione stabile e continuativa tramite l'alfabetizzazione emotiva;

    il disagio giovanile, inquadrato in un insieme di comportamenti disfunzionali quali scarsa partecipazione, disattenzione, atti di bullismo e rifiuto della scuola, è correlato ad una calcificazione emotiva originata dall'isolamento in famiglia ma anche aggravata dall'uso smodato delle moderne tecnologie, a cui spesso si ricorre a causa della condizione di disagio e solitudine;

    molteplici studi di psicologia sociale, infatti, evidenziano come l'eccessivo utilizzo di smartphone possa alimentare spirali depressive e isolamento nella vita online virtuale, piuttosto che partecipazione attiva a quella offline reale;

    lo stato di malessere documentato da numerosi studiosi, oltre ad esporre ad una sofferenza psicologica, causare depressione precoce, disturbi del comportamento alimentare, abusi di alcol e sostanze, presenta anche ricadute negative sulle capacità di studio e sull'applicazione futura di quanto imparato durante il periodo scolastico;

    le neuroscienze dimostrano che si apprende principalmente tramite le emozioni, risulta pertanto auspicabile l'esistenza di un processo formativo che insegni a comprendere le proprie ed altrui emozioni (consapevolezza di sé ed empatia), per permettere ai giovani di riappropriarsi di vocaboli emotivi ormai scomparsi;

    come riportato dal documento del 2017 «Lingua italiana. Crisi della comunicazione linguistica: una sfida democratica» redatto dalla Fondazione Di Vittorio e dall'Associazione Proteo Fare Sapere, la comunicazione dialogica sta assumendo forme di riduzione e semplificazione. La difficoltà espressiva ha come origine una crisi educativa: la realtà delle persone, infatti, è intessuta di elementi percettivi, affettivi, intellettivi e una complessità a raccontare e raccontarsi è indicativa di una problematicità a rappresentare se stessi e comunicare con gli altri;

    gli studi in materia di Scienza del sé forniscono risposte eccellenti all'impellente emergenza sociale. L'intelligenza emotiva, ritenuta dall'Unesco come la più grande conquista della modernità, dopo internet, può essere appresa a tutte le età. Essa è strumento di crescita per alunni e docenti;

    l'insegnante formato in materia di intelligenza emotiva può, infatti, sintonizzarsi con il tessuto emozionale della vita degli studenti, indirizzando al meglio il loro sviluppo. Inoltre, l'apprendimento tramite inferenze emotive perdura nel tempo, a differenza di un apprendimento meramente razionale;

    è largamente dimostrato, inoltre, che studenti in grado di regolare le proprie emozioni e comportamenti e di interpretare ruoli sociali hanno una maggiore probabilità di raggiungere il successo formativo prima e la realizzazione personale poi;

    l'alfabetizzazione emozionale si è diffusa nelle scuole a partire dagli ultimi venti anni, soprattutto in Usa, dove il Neuva Learning Center di San Francisco ha istituito la disciplina della «Scienza del sé». Questo nuovo intervento educativo, obbligatorio dal 2014, promuove il benessere socio-emozionale degli alunni che imparano a risolvere i conflitti prima che degenerino in scontri, a riconoscere le proprie emozioni, dargli un nome e gestirle insieme agli altri. L'attività viene spesso condotta senza banchi, con disposizioni circolari, per abbattere barriere fisiche e relazionali;

    in Danimarca, la Klassens tid – tempo di classe – è una lezione sociale, introdotta nei programmi di studio nel 1970. A partire dal 2016 ha iniziato ad essere legata al concetto di empatia. In questa occasione, gli alunni espongono i propri problemi e a seguito di uno scambio di opinioni, consigli e solidarietà, tutti concorrono a trovare una soluzione. Come sostiene Iben Sandahl, psicoterapeuta, ex insegnante e autrice del libro «The Danish Way of Parenting: A Guide To Raising The Happiest Kids in the World», si viene a creare un legame tra studenti che li rende estranei ad atti di bullismo;

    in Spagna l'ora di intelligenza emotiva è ispirata al modello di problem solving creativo dello psicologo Edward De Bono con lo scopo di insegnare ai più piccoli a ricercare da soli le soluzioni e ad essere autonomi e responsabili,

impegna il Governo:

1) a promuovere campagne nazionali di informazione sull'importanza della conoscenza e della consapevolezza delle emozioni, dell'empatia e di esempi positivi incentrati sulla solidarietà, sul valore del volontariato e dell'impegno sociale;

2) ad adottare iniziative per garantire una maggiore sensibilizzazione delle istituzioni scolastiche, delle famiglie e degli studenti sui temi delle emozioni, dell'empatia e della costruzione di relazioni sane e, nel contempo, un'adeguata formazione degli insegnanti, perché siano in grado di implementare il nuovo approccio in classe;

3) ad adoperarsi per il perseguimento degli obiettivi di riduzione della conflittualità in classe, di violenza e di bullismo tra coetanei e nei confronti degli insegnanti, anche attraverso iniziative che coinvolgano famiglie e docenti, oltre agli studenti;

4) ad adottare iniziative per preparare i giovani a svolgere in modo attivo il proprio ruolo di cittadini in società democratiche attraverso l'inserimento nei curricula scolastici dell'educazione a competenze sociali ed emotive;

5) a promuovere l'educazione all'intelligenza emotiva ed all'educazione sociale in classe, affinché gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado possano sviluppare le proprie capacità sociali, imparino a riconoscere e verbalizzare le emozioni, a controllarle e a prevenire e risolvere i conflitti.
(1-00135) «Bellucci, Rampelli, Lollobrigida, Frassinetti, Mollicone, Bucalo, Deidda, Ferro, Gemmato, Maschio».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

formazione degli insegnanti

formazione professionale

ordinamento scolastico