XVIII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 14 di Giovedì 27 maggio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Stumpo Nicola , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE AMMINISTRATIVE CONNESSE ALL'AVVIO E ALL'ESERCIZIO DELLE ATTIVITÀ DI IMPRESA

Audizione di rappresentanti dell'Unione delle Province d'Italia – UPI
Stumpo Nicola , Presidente ... 3 
Poma Vittorio , presidente Upi Lombardia e presidente della provincia di Pavia ... 3 
Stumpo Nicola , Presidente ... 6

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
NICOLA STUMPO

  La seduta comincia alle 8.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti dell'Unione delle Province d'Italia – UPI

  PRESIDENTE Ricordo che trattandosi di seduta dedicata all'attività conoscitiva, ai componenti della Commissione è consentita la partecipazione da remoto. Ricordo, inoltre, che per i componenti che intendono partecipare ai lavori secondo la predetta modalità è necessario che risultino visibili alla presidenza, soprattutto nel momento in cui svolgono il loro eventuale intervento.
  Nella seduta odierna prosegue lo svolgimento dell'indagine conoscitiva in materia di semplificazione delle procedure amministrative connesse alle attività di impresa, con l'audizione dell'Unione delle province Italiane (UPI), rappresentata da Vittorio Poma, presidente UPI Lombardia e presidente della provincia di Pavia e Barbara Perluigi, responsabile dell'ufficio stampa, che partecipano ai nostri lavori in videoconferenza e che ringrazio per aver prontamente aderito all'invito a partecipare ai nostri lavori.
  Vorrei brevemente ricordare che la semplificazione delle procedure amministrative relative alle attività imprenditoriali è da tempo al centro dell'attenzione del legislatore ed è ora unanimemente avvertita come un tassello fondamentale per un'efficace ripartenza del sistema economico italiano. A ciò si accompagna l'esigenza di dare piena attuazione al principio once only da parte delle amministrazioni pubbliche coinvolte nei procedimenti amministrativi che riguardano l'attività di impresa, compiendo un ulteriore passo verso una reale sinergia tra pubblica amministrazione e imprese.
  In tale quadro, nel corso delle audizioni svolte nell'ambito dell'indagine conoscitiva, è emerso più volte come la completa digitalizzazione degli sportelli unici per le attività produttive e di quelle per l'edilizia, nonché la possibilità che essi possano operare attraverso un'unica piattaforma tecnologica, rappresenterebbe un reale passo in avanti nella costruzione di un rapporto più efficace tra gli operatori economici e le amministrazioni pubbliche. Si tratta di obiettivi che assumono carattere di assoluta priorità per far ripartire la crescita e supportare il Piano nazionale di ripresa e di resilienza (PNRR) trasmesso all'Unione europea il 30 aprile scorso.
  Chiederei ai rappresentanti dell'UPI di portare all'attenzione della Commissione le proposte e le criticità che dal punto di vista delle province possono contribuire a lavorare nella direzione indicata. Do, quindi, la parola al presidente dell'UPI Lombardia e della provincia di Pavia, dottor Vittorio Poma. Prego, dottor Poma, a lei la parola.

  VITTORIO POMA, presidente Upi Lombardia e presidente della provincia di Pavia. Buongiorno. Innanzitutto grazie per l'opportunità che ci viene concessa, quella di poter esprimere le posizioni relativamente a un tema particolarmente sentito che – Pag. 4come è già stato spiegato molto bene nell'introduzione – riguarda un percorso importante, che lega il tema dell'efficienza amministrativa a quello della semplificazione, anche se posso dire nell'imminenza di un ampio piano di rilancio e di ripresa del nostro Paese, grazie alle missioni contenute nel PNRR.
  Il tema della semplificazione amministrativa nelle procedure che riguardano le attività di impresa e che ricomprendono anche le autorizzazioni che – soprattutto le province – sono chiamata a rilasciare nell'ambito del settore ambientale, limitatamente a tutti quegli impianti che producono energia da fonti rinnovabili e sono dal legislatore considerate di pubblico interesse, è sicuramente un tema che non deve farci dimenticare come il contesto all'interno del quale noi collochiamo le procedure di semplificazione, vada letto anche in funzione di quello che riteniamo essere un aspetto quasi pregiudiziale, cioè quello del potenziamento e rafforzamento della capacità amministrativa degli enti locali.
  Qui io rappresento le province e quindi mi permetto di sottolineare l'importanza che può rivestire la provincia. Qual è questo ruolo che noi da tempo chiediamo possa essere apprezzato e adeguatamente valorizzato anche attraverso strumenti legislativi? Quello che il legislatore ci ha attribuito, cioè il ruolo di «Case dei comuni». Le province sono da tempo ormai diventate espressione delle tante realtà territoriali, si propongono di fare sintesi sul territorio e cercano, con i mezzi che hanno a disposizione, di trasferire al territorio procedure, informazioni, attività che siano coerenti con una comune strategia. In questo ambito ha preso forma e sta sempre più emergendo un progetto che punta da una parte al potenziamento del ruolo di stazione unica appaltante e dall'altra mira alla creazione di centri di competenza per la transizione digitale, proprio nella logica di dare supporto ai piccoli comuni e agli enti locali di minori dimensioni.
  Mi permetto di fare una considerazione forse ovvia e scontata, quando parliamo di comuni non dobbiamo sempre pensare al ruolo e all'importanza che hanno i grandi comuni, questo è un Paese che è formato da tante piccole realtà locali che negli ultimi tempi sono sempre più in sofferenza per mancanza di risorse, ma soprattutto per mancanza di strutture adeguate. La dimensione locale spesso si declina attraverso la capacità della provincia di saper svolgere un ruolo di supporto a favore dei comuni. A questo proposito l'UPI ha avanzato tutta una serie di proposte che sono finalizzate da una parte a dare forza a queste strutture amministrative per rendere l'azione amministrativa sempre più efficiente, dall'altra parte per riempire queste strutture amministrative anche di personale qualificato.
  Io vorrei aprire una piccolissima parentesi sul personale. Credo sia noto a tutti loro come le province hanno subìto una progressiva riduzione del personale – conseguenza dell'attuazione della legge n. 56 del 2014 – e che questo processo non abbia solo impoverito numericamente le province, ma l'abbia impoverite professionalmente. Purtroppo si è verificata una perdita di professionalità che deve assolutamente essere compensata, perché questo possa rendere più efficace l'azione delle province sulle funzioni fondamentali che lo Stato chiede di svolgere, ma soprattutto perché possa dare spazio ed aprire le porte a quel ruolo di supporto ai piccoli comuni che si esprime attraverso anche le funzioni di stazione appaltante e i centri di competenza per la transizione digitale.
  Del resto non faccio una considerazione priva di un legame stretto anche con la più recente produzione legislativa. Mi permetto di ricordare come il decreto-legge n. 76 del luglio del 2020 dica espressamente come gli enti locali possono gestire in forma associata in ambito provinciale o metropolitano l'attuazione delle disposizioni previste dalla legge n. 241 del 1990, addirittura aggiunge che le province e le città metropolitane nelle assemblee dei sindaci definiscono lo svolgimento delle funzioni conoscitive, strumentali e di controllo connesse all'attuazione delle norme di semplificazione della documentazione e dei procedimenti amministrativi. Pag. 5
  In questo contesto qual è il ruolo che potremmo svolgere? Intanto quello di presidio territoriale per il monitoraggio e la mappatura dei procedimenti finalizzati alla riduzione degli oneri amministrativi e degli adempimenti che non sono necessari, e sostenere una serie di procedure standardizzate; penso ai tanti i comuni che – autonomamente o ricorrendo a volte al supporto di sistemi operativi messi a disposizione – fanno fatica a gestire la complessità dei dati, in maniera tale da renderla coerente con una gestione territorialmente rilevante. Penso anche alla possibilità che il ruolo della provincia sia anche quello di rendere coerenti le tante modalità che vengono richieste per gli adempimenti amministrativi, per i procedimenti amministrativi. L'obiettivo è quello, che è stato richiamato molto bene nell'introduzione, di rispettare il principio della once only, cioè una sola volta il cittadino o l'impresa deve rendere l'informazione alla pubblica amministrazione.
  La dispersione e la polverizzazione dei sistemi operativi non favorisce, attraverso il controllo, procedure di carattere unitario. In questo contesto aggiungiamo anche che il ruolo decisivo e rilevante degli sportelli unici delle attività produttive. Qui non mi azzardo ad entrare in un campo che è prevalentemente prerogativa dell'ANCI, e quindi dei comuni, mi limito però anche qui a sottolineare l'importanza di come i tanti piccoli comuni – attraverso il SUAP (sportello unico per le attività produttive) – possono essere utilmente coordinati da un'azione di supporto tecnico che le province possono svolgere. È chiaro ed evidente anche qui, che la riflessione che va fatta in aggiunta alle considerazioni precedenti è che abbiamo bisogno di personale qualificato.
  Già da tempo le province hanno chiesto al Governo di poter prendere in considerazione le due diverse strade, una è quella del piano straordinario gestito direttamente dallo Stato per l'assunzione di personale qualificato, soprattutto sulle funzioni fondamentali. L'altra è quella di ritornare a procedure ordinarie che permettono di reintegrare i volumi organici che sono stati impoveriti, per non dire di più, da una legislazione forse un po' iniqua che ha un po' troppo sbrigativamente tentato di liquidare il ruolo delle province.
  L'attuale fase pandemica – mi permetto anche qui di dire – ha fatto capire come in realtà le province possano avere un ruolo utile ad integrare con la catena di collaborazione di solidarietà istituzionale molto importante per uscire da una fase difficile. Abbiamo anche dimostrato di saper essere tempestivi nella richiesta di rendere il più possibile immediate le nostre decisioni. Chiaro ed evidente è che questo sforzo straordinario fa parte in una situazione di emergenza, noi vorremmo rendere questo sforzo strutturale, ma perché lo sia abbiamo bisogno di poter rafforzare gli strumenti di lavoro che passano anche e soprattutto attraverso la dotazione organica del personale.
  Infine vorrei aggiungere una considerazione di carattere generale che però attiene molto il ragionamento che stiamo facendo. In ogni azione di sistema che punti a rendere stabili i risultati che ci prefiggiamo e gli obiettivi che vogliamo raggiungere, il tema della riforma strutturale della pubblica amministrazione è essenziale. Noi abbiamo già da tempo avviato un percorso e sollecitato il Governo a prendere in considerazione il riordino istituzionale attraverso la revisione del TUEL (Testo unico degli enti locali). Abbiamo bisogno di maggiori certezze rispetto alle funzioni che dobbiamo svolgere, superando in alcuni casi anche la confusione generata dalla sovrapposizione di competenze e di strutture che ancora oggi incombono nel nostro ordinamento amministrativo. Questa revisione del TUEL – peraltro già annunciata dal Governo da un po' di tempo e che è ancora in itinere – è a nostro avviso lo strumento essenziale per il riordino della pubblica amministrazione, soprattutto a fronte degli impegni previsti per l'attuazione del PNRR. Noi vogliamo essere protagonisti in positivo di questa fase, abbiamo bisogno di strumenti per poter dimostrare la capacità delle province di saper rendere al meglio le proprie funzioni, aiutateci ad avere questi strumenti. Grazie.

Pag. 6

  PRESIDENTE. Grazie a lei dottor Poma, non so se c'è qualcosa ancora da aggiungere. C'è qualche domanda da parte dei colleghi? Se non ci sono domande, io ringrazio il presidente e accolgo questo grido di aiuto, anche perché le province – io sono d'accordo con lei – in questi anni sono state ingiustamente sottodimensionate tanto nel personale quanto anche sotto altri aspetti, ma non sono state sottratte delle funzioni, quindi si è in qualche modo sovraccaricato tanto sulle responsabilità politiche, quanto sulle forze reali e operative del personale delle province una mole di lavoro oggettivamente maggiore rispetto al passato, per quella che oggi è la dimensione delle province. Anzi, venendo da una piccola provincia come quella di Crotone, conosco anche le difficoltà a restare effettivamente in piedi per il bilancio e quant'altro. Per questo noi anche in questa funzione pensiamo che voi possiate, con ausili nuovi, fornire servizi ai comuni. Io sono d'accordo con lei, in tanti piccoli comuni ci sarebbe bisogno di fare un'opera di semplificazione, se posso dire copiando dal titolo della nostra Commissione, per essere più utili ai propri cittadini e non essere soltanto una mera funzione che non riesce in nessun modo ad essere di utilità alla collettività.
  Per quello che noi possiamo – stiamo provando a farlo – lo facciamo senza sigle di appartenenza, in modo istituzionale. Abbiamo la vostra relazione, l'avete mandata, ne faremo tesoro per quanto riguarda poi la relazione conclusiva. Io vi ringrazio di tutto questo e dichiaro conclusa l'audizione odierna.

  La seduta termina alle 9.10.