XVIII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Giovedì 6 maggio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Stumpo Nicola , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SEMPLIFICAZIONE DELLE PROCEDURE AMMINISTRATIVE CONNESSE ALL'AVVIO E ALL'ESERCIZIO DELLE ATTIVITÀ DI IMPRESA

Audizione di rappresentanti dell'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID).
Stumpo Nicola , Presidente ... 3 
Paorici Francesco  ... 4 
Stumpo Nicola , Presidente ... 5 
Pera Guido , responsabile Centro di competenza della semplificazione amministrativa dell'Agenzia per l'Italia digitale (AgID) ... 5 
Stumpo Nicola , Presidente ... 10 
Buratti Umberto (PD)  ... 10 
Ciaburro Monica (FDI)  ... 11 
Stumpo Nicola , Presidente ... 11 
Pera Guido , responsabile Centro di competenza della semplificazione amministrativa dell'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) ... 11 
Stumpo Nicola , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
NICOLA STUMPO

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Ricordo che, trattandosi di seduta dedicata all'attività conoscitiva, ai componenti della Commissione è consentita la partecipazione da remoto secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 4 novembre 2020.
  In proposito, ricordo che per i componenti che intendono partecipare ai lavori secondo la predetta modalità è necessario che risultino visibili alla Presidenza al momento in cui svolgono il loro eventuale intervento.

Audizione di rappresentanti dell'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla semplificazione delle procedure amministrative connesse all'avvio e all'esercizio delle attività di impresa, l'audizione di rappresentanti dell'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID), rappresentata dal direttore generale, l'ingegnere Francesco Paorici e dal dottor Guido Pera, responsabile del Centro di competenza della semplificazione amministrativa, che partecipano ai nostri lavori in videoconferenza e che ringrazio per aver prontamente aderito all'invito a partecipare ai nostri lavori.
  Nel corso delle precedenti audizioni è emersa l'unanime esigenza da parte degli operatori economici, da un lato, di standardizzare l'attività degli sportelli unici per le attività produttive e di quelli per l'edilizia e, dall'altro, di dare piena attuazione al principio del once only da parte delle amministrazioni pubbliche coinvolte nei procedimenti amministrativi che riguardano l'attività di impresa.
  Da questo punto di vista, il fascicolo informatico d'impresa rappresenta lo strumento cruciale per concentrare in un unico punto tutta la documentazione concernente le imprese, che può così essere messa a disposizione tanto dalla Pubblica amministrazione (PA), quanto dalle imprese stesse. Agire in questa duplice direzione consente di sollevare le imprese, in particolare quelle di piccole e medie dimensioni, da oneri burocratici che rallentano i processi autorizzatori e che generano forte incertezza anche tra i professionisti che assistono le imprese e che producono una situazione a macchia di leopardo sul territorio.
  A questi obiettivi l'AgID sta lavorando da tempo, come è stato spiegato dalla Commissione per la semplificazione nelle audizioni che l'AgID ha svolto nella corrente legislatura. La Commissione ritiene evidentemente prioritari tali obiettivi ai fini della ripartenza della nostra economia e del supporto che le amministrazioni pubbliche devono garantire al sistema economico in questa fase tanto delicata per il Paese.
  Chiederei quindi agli auditi di fornire alla Commissione visibilità sull'avanzamento dell'attività dei gruppi di lavoro di cui l'AgID fa parte in materia di standardizzazione dell'attività dello sportello unico per le attività produttive (SUAP) e dello Pag. 4sportello unico per l'edilizia (SUE) e sul fascicolo informatico di impresa.
  Darei quindi la parola all'ingegnere Paorici. Prego, ingegnere, a lei la parola.

  FRANCESCO PAORICI, direttore generale dell'Agenzia per l'Italia digitale (AgID). Buongiorno, presidente. Buongiorno a tutti. Ringrazio per l'invito all'audizione.
  L'oggetto del mio intervento e di quello del dottor Pera è relativo alla semplificazione amministrativa, con particolare attenzione al progetto SUAP e alle sue evoluzioni. In questo intervento spenderò, innanzitutto, alcune parole sul contesto di riferimento del progetto nell'ambito dell'Agenda per la semplificazione 2020-2023 e in quello del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e poi illustrerò le competenze che AgID mette in campo per sostenere il progetto. Successivamente il dottor Pera fornirà una descrizione dettagliata del progetto, vi illustrerà il lavoro svolto negli ultimi mesi, l'esperienza maturata, le azioni necessarie e le sfide tecniche da affrontare per la completa digitalizzazione delle procedure SUAP e SUE. L'ultimo punto dell'agenda è relativo a come si colloca il progetto nel contesto europeo. Infatti, il SUAP è una delle 21 procedure che dovrà uniformare a livello europeo l'accesso ai servizi da parte dei cittadini dell'Unione attraverso la sua completa digitalizzazione.
  Nell'Agenda per la semplificazione 2020-2023, AgID è stata indicata tra le amministrazioni responsabili dell'Azione 3.3 che riguarda la digitalizzazione delle procedure del SUAP, insieme ad altri soggetti, in particolare al Ministero dello sviluppo economico, al Dipartimento della funzione pubblica, alle regioni e le province autonome, all'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) e a Unioncamere. L'obiettivo è la gestione interamente digitale delle procedure per l'avvio, la modifica e la cessazione dell'attività di impresa.
  AgID è anche coinvolta nella digitalizzazione delle procedure edilizie e nelle linee di Azione 1.3 e 3.5, vale a dire l'azione di standardizzazione della modulistica e form digitali e quella di messa a disposizione di repository centralizzati, in cui queste due azioni dovranno produrre alcuni dei mattoncini necessari per la piena digitalizzazione del SUAP e del SUE, come si vedrà poi nel corso dell'intervento.
  I progetti SUAP e SUE sono stati ovviamente ripresi anche all'interno del PNRR, specificatamente, all'interno dell'investimento 2.2 «Task force, digitalizzazione, monitoraggio e performance». Nel PNRR è stato messo l'accento, in particolare, sul miglioramento degli sportelli unici attraverso una gestione efficace ed efficiente del back office, ridisegnando i relativi processi e assicurando l'interoperabilità delle informazioni fra le amministrazioni.
  Dal punto di vista tecnico, la digitalizzazione dei SUAP è di fatto una grande sfida di interoperabilità tra sistemi. Il contributo che può dare AgID va esattamente in questa direzione. Su questo grande progetto, AgID mette a disposizione le competenze dei suoi esperti di interoperabilità, di design del processo di modellazione dei dati e di design delle PA, vale a dire dell'interfaccia con cui le applicazioni e le piattaforme software dialogano tra di loro. Aggiungo che AgID ha anche scritto e messo in consultazione pubblica le linee guida sull'interoperabilità tecnica delle PA. Queste linee guida sono uno strumento utile e direi necessario per fornire alle amministrazioni specifiche indicazioni in questo ambito. Le linee guida, infatti, individuano le tecnologie e gli standard che le PA devono tenere in considerazione durante la realizzazione dei propri sistemi informativi al fine di permettere un corretto coordinamento dei dati tra le amministrazioni centrali, regionali e locali e aggiungo che devono farlo anche in modo sicuro.
  Gli obiettivi del progetto SUAP e SUE vanno nell'eliminazione dei vincoli burocratici e soprattutto vanno nella direzione della riduzione dei tempi e dei costi delle procedure per le attività di imprese per i cittadini. Per ottenere questo, occorre rendere efficienti e uniformi i procedimenti amministrativi delle PA coinvolte, omogeneizzare le istanze presentate dai cittadini e dalle imprese, standardizzare le interfacce di comunicazione tra le PA coinvolte, effettuare le verifiche di compatibilità automatica e dei sistemi informatici delle PA Pag. 5coinvolte, monitorare attentamente i tempi per il completamento dei procedimenti amministrativi e anche avere sistemi di misurazione efficaci che permettono la misurazione certa dei tempi di risposte delle singole PA coinvolte.
  Ora lascio la parola al dottor Pera per la seconda parte dell'intervento, che entrerà nel dettaglio del progetto, nello stato d'avanzamento, illustrando che cosa è stato fatto, e vi spiegherà il design dell'architettura dietro il SUAP che dovrà essere realizzata. Vi ringrazio per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie, ingegnere. Prego, dottor Pera, a lei la parola.

  GUIDO PERA, responsabile Centro di competenza della semplificazione amministrativa dell'Agenzia per l'Italia digitale (AgID). Buongiorno a tutti. Parto da un punto che è stato inserito in un'audizione del gennaio scorso del Ministro della funzione pubblica, nella quale il Ministro della Funzione pubblica dell'epoca dichiarava come l'obiettivo che ci siamo posti sia quello di realizzare una drastica riduzione dei costi e dei tempi delle procedure nonché di erogare servizi secondo nuovi standard di qualità. Certamente questo fa parte essenzialmente dell'obiettivo che ci siamo posti e che ci continuiamo a porre da quattro anni a questa parte, da quando insieme con il Ministero della funzione pubblica e il Ministero dello sviluppo economico abbiamo iniziato un processo di ammodernamento della parte tecnologica degli sportelli unici delle attività produttive.
  Lo sportello unico è, in effetti, la porta di accesso ai procedimenti amministrativi più complessi che esistono all'interno della PA. Tale complessità è dovuta soprattutto al numero delle amministrazioni coinvolte, in quanto si tratta di procedimenti che coinvolgono più amministrazioni, tant'è vero che lo scopo stesso della creazione degli sportelli unici era quello di orchestrare l'invio della documentazione alle PA competenti, di raccogliere le loro risposte e di accelerare i provvedimenti conclusivi. A 11 anni di distanza dall'emanazione del decreto del Presidente della Repubblica 11 settembre 2010, n. 160, che è il regolamento per la semplificazione ed il riordino della disciplina sullo sportello unico per le attività produttive, questo obiettivo non è stato completamente raggiunto, secondo noi per due ordini di motivi. Innanzitutto, la distribuzione dei SUAP sul territorio, che riguarda 7.904 comuni – in effetti è previsto un SUAP per ogni comune – rende particolarmente difficile in parecchi comuni trovare le professionalità adatte a svolgere queste funzioni di orchestrazione. Un'altra cosa estremamente importante è che non si è ancora riusciti a creare una rete efficiente per distribuire e reperire documentazione tra gli enti coinvolti, mentre vedrete che molto è stato fatto dal punto di vista del front-end.
  Quello che stiamo cercando di fare, che sarà anche finanziato dal PNRR, è di risolvere soprattutto il problema esistente nella parte del back-end, dopo che l'istanza è stata presentata al SUAP, ovvero tutta quell'orchestrazione e quell'efficientamento dei tempi che riguardano gli scambi di informazione e di documentazione con tutti quanti gli enti coinvolti per arrivare a quello che è il documento conclusivo, il processo finale.
  Per quanto riguarda il numero dei procedimenti amministrativi coinvolti, come vedete nelle slide, si tratta di un numero molto alto, siamo a circa 500 procedimenti amministrativi, per quanto riguarda la somma di quelli che avvengono per iniziare un'attività commerciale e quelli che avvengono, invece, per quanto riguarda le pratiche edilizie.
  Per quanto riguarda l'Agenda della semplificazione, ci siamo concentrati sui punti 3.3 e 3.4, che prevedono innanzitutto un'analisi condivisa dei processi che caratterizzano i procedimenti amministrativi e i relativi endoprocedimenti – con «endoprocedimenti» indichiamo quei procedimenti che rimangono all'interno della singola amministrazione coinvolta –; l'identificazione di un modello dati strutturato per le comunicazioni tra le pubbliche amministrazioni, senza il quale quell'efficientamento della trasmissione di informazione documentale non può avvenire; una serie di Pag. 6specifiche tecniche per garantire l'interoperabilità dei sistemi informatici; l'adeguamento dei sistemi informatici per l'attuazione di queste specifiche tecniche, dando dei tempi e immaginando dei controlli per poter vedere se veramente questi sistemi informatici hanno attuato le specifiche tecniche nonché la messa a regime di una gestione integralmente digitale delle procedure per l'avvio la modifica e la cessazione dell'attività di impresa.
  Questi sono gli obiettivi che si pone l'Agenda per la semplificazione 2020-2023, i quali sono associati a una serie di azioni complementari che, come abbiamo visto, sono la struttura dati, ovvero la standardizzazione della modulistica e dei form digitali che significa soprattutto che da qualsiasi punto nel territorio si possa accedere ai SUAP utilizzando gli stessi moduli. Utilizzare gli stessi modelli non è soltanto una semplificazione nei confronti dei cittadini e delle imprese che devono portare le loro istanze, ma è soprattutto il punto iniziale grazie al quale si può semplificare tutto il sistema e renderlo soprattutto più efficiente.
  Un altro discorso che riguarda sempre l'Agenda per la semplificazione è l'obiettivo della definizione degli standard per la messa a disposizione di repository centralizzati. Come vedrete questo in parte è collegato con un altro progetto, quello già iniziato da qualche anno, del Fascicolo d'impresa che è stato messo a punto ed è stato portato avanti dal sistema camerale con il fascicolo elettronico delle imprese.
  Per quanto riguarda il discorso dell'esperienza che abbiamo fatto negli ultimi quattro anni, sottolineo che l'esperienza è iniziata nel 2017, quando all'interno del Dipartimento della funzione pubblica si è avviato un processo di standardizzazione a livello nazionale dei moduli SUAP e SUE. In quell'occasione AgID ha iniziato a coordinare un tavolo tecnico di interoperabilità. A questo tavolo, in questi quasi ormai quattro anni, abbiamo interagito un po' con tutti gli stakeholder, ovvero regioni, l'ANCI, il Centro interregionale per i sistemi informatici geografici e statistici (CISIS), per quanto riguarda la struttura tecnica della Conferenza dei presidenti delle regioni, la Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa (CNA), la Confcommercio, il Formez e soprattutto InfoCamere e Unioncamere, il Corpo nazionale dei vigili del fuoco – che è uno degli enti terzi pilota per quanto riguarda il progetto stesso – e anche alcune società in house delle PA stesse, soprattutto le società in house delle regioni, che hanno prodotto delle applicazioni per quanto riguarda il front-end. In questo caso come regioni di punta possono essere considerate il Friuli-Venezia Giulia, il Piemonte l'Emilia-Romagna, la Sardegna e la Calabria.
  All'interno di questo lavoro sono stati costituiti tre i gruppi di lavoro. Il primo è il gruppo di lavoro degli XML Schema che ha predisposto i SUAP e i SUE digitali, definendo i relativi XML Schema, approvati in Conferenza unificata. Sottolineo questo processo, perché è la prima volta che succede che non si approvano soltanto moduli come i PDF o moduli come quelli che di solito si trovano sui siti delle pubbliche amministrazioni e che devono essere riempiti liberamente da chi presenta le istanze, ma in Conferenza unificata siamo riusciti ad approvare direttamente gli schemi stessi, quindi la struttura dati che permette l'avvio di quel processo di razionalizzazione delle informazioni che si inseriscono all'interno del flusso riguardante i procedimenti amministrativi.
  Il secondo gruppo di lavoro è quello che ha definito i processi di interoperabilità per l'attuazione dei regimi amministrativi. Qui abbiamo affrontato i regimi amministrativi attuati dai SUAP e dalle amministrazioni coinvolte, formalizzandoli con la notazione BPMN (business process model and notation). Per quanto riguarda l'annotazione BPMN, BPMN è un metodo per definire i diagrammi di flusso che modella dall'inizio alla fine una fase di processo. In effetti è uno strumento che a me è capitato in questo momento di usare per la prima volta all'interno della pubblica amministrazione, ma è uno strumento conosciuto all'interno di chi si occupa della razionalizzazione dei processi aziendali. Visto che è una definizione estremamente standardizzata Pag. 7 di questi flussi per ogni processo, ha la possibilità di creare in tempi brevissimi tramite delle applicazioni particolari dei prototipi e di visualizzare immediatamente, dopo aver definito il processo, come realmente il processo poi si può riportare all'interno di un'applicazione che può essere utilizzata direttamente dagli operatori.
  Questo discorso della struttura che abbiamo trovato all'interno dei moduli e la definizione tramite BPMN dei diagrammi di flusso, in effetti, portano a una definizione di specifiche tecniche molto stringenti che noi di solito paragoniamo alla metafora dei vagoni dei treni.
  Il progetto stesso, cioè, non è tende a realizzare un'unica applicazione da distribuire poi a 7.904 comuni. Questo è stato tentato intorno al 2010 con Impresa in un giorno, ma dopo 11 anni ci siamo accorti che la situazione continua a essere variegata: abbiamo circa il 40-50 per cento di amministrazioni comunali che dichiarano di utilizzare Impresa in un giorno; un altro 35-40 per cento che utilizza applicazioni regionali; il restante 10-15 per cento che usa applicazioni che, invece, vengono direttamente dal mondo del mercato e da esperienze fatte nelle aziende ICT (information communication technology).
  Con questo progetto abbiamo cercato di obbligare tutti questi sistemi ad aggiornarsi per poter a questo punto dialogare tra di loro. È un po' l'esempio dei vagoni dei treni: possono essere costruiti da qualsiasi fornitore, ma l'importante è che rispettino le caratteristiche che gli permettono di costituire un convoglio.
  Per quanto riguarda le considerazioni a valle dell'esperienza con i gruppi di lavoro, non era sufficiente la sola definizione dei moduli SUAP digitali ed era comunque indispensabile condividere i processi di interoperabilità realizzati dalle amministrazioni coinvolte. Soprattutto la digitalizzazione SUAP doveva rappresentare un'azione preliminare per la realizzazione degli sportelli unici, prevedendo la successiva integrazione dei SUE con i SUAP e quindi inserire tutta la parte riguardante gli sportelli unici dell'edilizia insieme con gli sportelli unici per le attività produttive. Spesso e volentieri le concessioni edilizie, la segnalazione certificata di inizio attività (SCIA) sono procedimenti che si integrano con quelli di inizio di un'attività commerciale.
  Un'altra cosa estremamente importante era la necessità di costruire queste specifiche tecniche e una nuova architettura e, quindi, mettere mano e aggiornare l'allegato tecnico del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 160 del 2010. Una notizia che vi posso dare è che in queste ore sta girando all'interno dei ministeri competenti la bozza di decreto ministeriale per poter aggiornare questo allegato tecnico e far sì che questo allegato tecnico sia coerente con le architetture che adesso andrò a illustrare.
  Questa è la gap analysis a valle dei gruppi. Da una parte vi è il front-end. Il fatto di assicurare l'interazione all'impresa e il cittadino è una cosa ormai raggiunta, si usano i vari sistemi di identificazione da Sistema pubblico di identità digitale (SPID) dal domicilio digitale, al pagamento elettronico, all'applicazione Io. Questi sono una serie di progetti che hanno sviluppato una buona interazione tra imprese e cittadino. Questa interazione tra impresa e cittadino è semplicemente il 20 per cento dell'effort per il completamento del procedimento. Esistono comunque diverse soluzioni per la presentazione di istanza – ve le ho dette prima –, ma il problema è che queste istanze sono presentate con documenti digitali non strutturali, almeno non tutte. Inoltre, anche i documenti espressi dalle amministrazioni terze, quelle che di solito devono dare il nulla osta o vengono espressi con una documentazione che rende più difficile un flusso automatico fra le varie fra i vari sistemi.
  Il back-end, la parte che riguarda l'80 per cento dell'effort, dello sforzo che fa una pubblica amministrazione per emettere un documento conclusivo riguardante, per esempio, la possibilità di creare un centro commerciale, è completamente trasparente all'utenza impresa-cittadino, ma mancano tutta una serie di oggetti che possono rendere questo flusso e questa burocrazia molto più semplice ed efficiente. Il modello va ristrutturato, vanno condivisi i processi di Pag. 8interoperabilità e soprattutto non si usano mai, nonostante se ne parli ormai da anni, le API (application programming interface), che sono quei programmi che fanno sì che i sistemi informativi si interfaccino fra di loro, perché queste API in effetti non sono presenti e non sono sviluppate in questi tipi di procedimenti amministrativi.
  Questo dovrebbe essere il sistema degli sportelli unici, costituito dagli esistenti sistemi informatici. Questi sistemi devono assicurare l'interazione adottando delle regole di interoperabilità e implementando le API condivise. Noi dobbiamo verificare il rispetto di queste regole di interoperabilità e la corretta implementazione delle API.
  Quello che dovrebbe assolutamente avvenire è che i sistemi informatici che partecipano al sistema degli sportelli unici assicurino il trattamento dei dati e dei moduli a livello digitale e l'implementazione dei processi di interoperabilità condivisi.
  Questo è a livello generale, ma entrando nel particolare, viene fuori un disegno di questo tipo. Il disegno fa vedere come potremmo avere diversi tipi di front office, diversi tipi di back office, ma soprattutto che ci debba essere centralmente il nucleo, un catalogo, che non è nient'altro che un contenitore di informazioni che permettono al front office e al back office dei sistemi SUAP di orchestrare tutte quante le informazioni che gli arrivano dai cittadini e dalle imprese, inviarle agli enti terzi coinvolti nel procedimento amministrativo, recuperare i documenti e le informazioni dagli enti terzi, per poi accelerare il documento finale che sarebbe l'autorizzazione o la conclusione della pratica stessa.
  Andando nel particolare, l'architettura di interoperabilità proposta che farà parte integrante del nuovo allegato tecnico del citato decreto del Presidente della Repubblica n. 160 del 2010, prevede un front office SUAP che permette l'interazione con i soggetti che presentano l'istanza, assicura la raccolta delle informazioni relative al singolo procedimento amministrativo e realizza tutte le comunicazioni necessarie per la gestione e conclusione del procedimento amministrativo.
  Una novità che abbiamo inserito, una delle caratteristiche degli oggetti che permette un controllo costante della pratica durante il flusso che avviene attraverso le diverse amministrazioni, è quello della generazione di codice univoco a ogni istanza presentata. Questo codice sarà univoco nei confronti di tutte quante le istanze che saranno presentate, perché sarà composto da una serie di codici che faranno capire chi ha presentato l'istanza, che tipo di procedimento amministrativo è, a quale SUAP è stato presentato e conterrà un numero che vada a identificare quella precisa istanza presentata. Questo codice univoco poi seguirà tutti i documenti che finiscono per essere inviati alle amministrazioni coinvolte, le quali ne faranno tesoro. In questo modo si potrà avere in tempo reale un controllo della pratica sia da parte dei cittadini, sia da parte dello stesso SUAP che deve fare da orchestratore e quindi si potranno sapere in tempo reale i tempi che ci mette quella pratica per poter essere completata.
  Questo è un altro punto fondamentale di architettura, che costituisce la parte del back office SUAP che assicura il coordinamento delle comunicazioni da e verso gli enti terzi. Ogni comune si può dotare di un back office SUAP in autonomia, aderendo al portale Impresa in un giorno o a un SUAP regionale. Questo discorso della possibilità da parte dei comuni sia per quanto riguarda il front-end che la parte del back office di avere delle scelte e di non dover utilizzare la stessa applicazione fa sì che tutto il progetto stesso possa avere un'accelerazione, in quanto l'importante è che i sistemi che vengono utilizzati siano sistemi compliance, compatibili con quelle specifiche tecniche che vi dicevo prima. Questo fa sì che non è necessario creare qualcosa di ex novo, ma semplicemente aggiornare quello che è già esistente.
  In qualche misura pensiamo che questo possa in definitiva accelerare di molto tutto quanto il sistema, fermo restando che i sistemi che non verranno aggiornati saranno considerati fuori dal sistema e perciò non potranno essere utilizzati. I sistemi attualmente utilizzati che non rispondono Pag. 9alle caratteristiche di interoperabilità che andremo a chiedere dovranno necessariamente essere sostituiti da altri sistemi che, invece, sono compatibili. Questo dovrà avvenire in un tempo che noi prevediamo che sia tra i sei mesi e un anno dal momento stesso in cui le specifiche tecniche saranno messe a punto.
  Questo è il coinvolgimento importante degli enti terzi che fino ad adesso sono stati lasciati un po' da parte in tutti quanti i progetti di digitalizzazione riguardanti il SUAP e il SUE. Anche gli enti terzi, come i vigili del fuoco, le ASL (Azienda sanitaria locale) e le sovrintendenze, dovranno aggiornare i loro sistemi per renderli interoperabili con il front-end e il back-end dei SUAP. Se non dovessero riuscirci, è prevista all'interno del progetto la creazione di un'applicazione sussidiaria che permetta soprattutto nelle periferie di alcune amministrazioni centrali – come nel caso dei vigili del fuoco e nei casi delle sovrintendenze che sono abbastanza malmesse dal punto di vista della gestione digitale di questi procedimenti amministrativi – di potersi integrare all'interno del flusso.
  Questo, invece, è l'oggetto principale, quello che secondo noi è il core di tutto quanto il sistema, ovvero il catalogo del sistema degli sportelli unici, in cui ci sarà l'elenco dei sistemi informatici coinvolti, che funziona solo con i sistemi informatici che sono stati resi compatibili e definisce l'insieme delle regole per lo svolgimento dei procedimenti amministrativi. Quando si dice «le regole dello svolgimento dei procedimenti amministrativi» stiamo immaginando regole tecniche, tutte quelle regole che permettano alle macchine di dialogare fra di loro, perché il paradigma che si utilizza all'interno di questo sistema è il paradigma machine to machine, cioè sono le macchine che fanno la maggior parte del lavoro e sono le macchine che, come un sistema ferroviario di scambi completamente automatico, fanno sì che avvenga l'invio delle informazioni e della documentazione da un'amministrazione all'altra. Naturalmente il front-end continua ad essere un sistema human to machine e viceversa. Inoltre, immaginiamo che tutto il resto, tutta quanta l'operazione di scambio di informazioni e documentazioni avvenga soltanto tramite le macchine e quindi che si tratti di scambi automatici.
  Come andiamo a definire le specifiche tecniche per l'interoperabilità? Abbiamo immaginato che presso del Ministero dell'interno – questo è quello che dice il nuovo allegato tecnico – ci sarà un gruppo tecnico, in cui sono rappresentati l'ANCI, la Conferenza delle regioni, le province autonome e Unioncamere. Si tratta di un gruppo essenzialmente tecnico, che dovrebbe essere coordinato da AgID ed è quello che ha il compito di definire e proporre al Ministero le specifiche tecniche per l'interoperabilità. Questo gruppo, fatto non più di 7 od 8 persone, verrà coadiuvato da quei gruppi di lavoro che vengono maggiormente formalizzati di cui parlavo prima, ovvero i gruppi di lavoro già costituiti, quelli dell'XML Schema, dei processi e delle architetture. Questo fa sì che, come vedete, si parta da un'esperienza già esistente, da una condivisione di obiettivi già esistente a livello di regioni, di sistema camerale e di ANCI, nella quale saranno coinvolti sempre più gli enti terzi – sto parlando del Ministero dell'interno per quanto riguarda i vigili del fuoco, del Ministero della cultura per quanto riguarda le sovrintendenze e via via gli altri – per poter definire queste specifiche tecniche. Il gruppo sarà aperto – già oggi lo si fa – a consultazioni con i portatori di interesse: le associazioni imprenditoriali, gli ordini professionali e anche i fornitori di soluzioni ICT, come le società in house delle pubbliche amministrazioni, essenzialmente quelle delle regioni, ma anche altre società in house che sono associate ai ministeri coinvolti e le aziende ICT.
  Vorrei finire con una particolare attenzione al contesto europeo. Tutto questo progetto parte anche da una serie di verifiche che abbiamo fatto con i referenti europei sulle architetture che abbiamo adottato. Innanzitutto, nel 2019 abbiamo fatto una verifica con la Commissione europea che ha confermato la compatibilità delle architetture che andiamo a definire nelle specifiche tecniche con l'architettura di interoperabilità Pag. 10 dell'European Interoperability Reference Architecture. È un lavoro che abbiamo fatto con la Commissione europea e da un certo punto di vista siamo stati anche confortati da loro per quanto riguarda la rappresentazione architetturale logica che andremo a inserire all'interno del progetto e in questa nuova normativa, che sarebbe l'allegato tecnico del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n. 160 del 2010.
  Un altro momento di integrazione con il contesto europeo è quello dell'attuazione del regolamento (UE) 2018/1724, il Single Digital Gateway. Come vi ho detto all'inizio, tutte le istanze che arrivano ai SUAP e ai SUE possono essere considerate come procedimenti amministrativi più complessi che vengono attuati dalla pubblica amministrazione. L'avvio, la gestione e la chiusura di un'impresa è una delle 21 procedure individuate dal regolamento che gli Stati membri devono offrire interamente online entro il 12 dicembre 2023. In questa slide dico che corrisponde a «500 procedimenti amministrativi italiani», ma probabilmente saranno un po' meno, forse saranno circa 400. Ad ogni modo, è lo sforzo più grande che dovremmo fare entro dicembre 2023 all'interno del progetto Single Digital Gateway, anch'esso coordinato da AgID e finanziato all'interno del PNRR. Dal momento che questo è uno dei punti a cui la Commissione europea dedica maggiore attenzione, quello della transfrontalità dell'avvio, della gestione e della chiusura di un'impresa, in questo caso il progetto Single Digital Gateway dipende profondamente dalla riuscita del progetto del sistema degli sportelli unici, così da essere perfettamente integrati per poter riuscire nell'impresa. È un bello sforzo e credo che questi due progetti insieme da parte di AgID rappresentino forse i due progetti più sfidanti che noi abbiamo da qui ai prossimi anni.
  Concludendo, dandovi un'indicazione più precisa anche con riferimento ai tempi, per quanto riguarda la roadmap che stiamo pensando in questi giorni, riguardante il progetto Sistema sportelli unici, per poter andare incontro ai tempi e alle richieste del Single Digital Gateway è previsto che tutta la parte riguardante il SUAP sia pronta – almeno per la gran parte dei procedimenti amministrativi – entro la data del 12 dicembre 2023. Abbiamo già fatto questo tipo di ragionamento e dovremmo farcela se e in quali tempi i finanziamenti del PNRR saranno messi a disposizione dei progetti, sia del progetto del sistema degli sportelli unici, sia del progetto Single Digital Gateway.
  A questo punto credo che di aver finito qui. Vi ringrazio per la pazienza e per l'attenzione. Grazie a tutti.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, dottor Pera per l'esaustiva relazione. Chiederei sia all'ingegner Paorici sia a lei se è possibile avere queste slide che noi prontamente gireremo a tutti i commissari in modo tale da poter avere più tempo per approfondire la relazione oggettivamente impegnativa anche perché, da quello che si evince, nonostante gli 11 anni passati, non siamo proprio alla curva finale. C'è ancora un po' di lavoro da fare e speriamo di poterla fare nel minor tempo possibile.
  Chiedo ai commissari se c'è qualcuno che vuole intervenire subito oppure se, avendo le slide nei prossimi giorni, vogliamo provare a fare delle domande scritte che potremmo rivolgere poi agli auditi. Prego, Buratti.

  UMBERTO BURATTI. Intanto ringrazio gli auditi per tutte queste informazioni e per la relazione. Ho soltanto due brevi considerazioni. La prima è questa: l'esperienza ci ha dimostrato che vengono realizzati questi gruppi tecnici di lavoro e in molti casi sono i rappresentanti delle varie realtà, ma principalmente non sono persone che operano sul campo. Se voi volete fare una verifica sul SUAP di un comune per capire quali sono le problematiche, credo che sarebbe opportuno, invece che chiamare il presidente dell'ANCI o il direttore generale dell'ANCI a Roma – persona che conosce sicuramente tutto – chiamare il signor Mario Rossi, impiegato del comune tal dei tali, il quale magari è sul campo e si trova a vivere quelle difficoltà.
  Dottor Pera, prima parlava delle sovrintendenze. Ora purtroppo abbiamo tutti Pag. 11fretta, poiché a breve inizia l'Aula, ma se dovessi raccontare le vicende delle sovrintendenze, altro che Agenda digitale, su alcune sovrintendenze siamo ancora all'età della pietra.
  Vedremo il nuovo allegato tecnico al decreto del Presidente della Repubblica n. 160 del 2010. Mentre passavano le slide, anche lei ragionava sul fatto che ogni comune può fare tutto questo in autonomia. La parola «autonomia» – quando siamo partiti con il SUAP, io ero sindaco –, ha fatto sì che ognuno abbia fatto non i vagoni ma i suoi binari del treno. Non c'era solo da capire quale vagone era rispetto all'altro, ma c'era da comprendere chi aveva fatto la galleria e poi si è fermato e chi, invece, ha fatto altri binari. Sono molto preoccupato su questo.
  In altre audizioni ho rappresentato il fatto che il sistema camerale è un sistema che funziona. Non sono qui a sponsorizzare ogni volta le camere di commercio ma, avendo avuto esperienza anche professionali con le camere di commercio, posso confermare che queste ultime avevano lo stesso modulo in tutta Italia, anche quello cartaceo e poi via via si sono adeguate anche sulle altre cose. Purtroppo questo non è accaduto sui comuni, però questo è il lavoro che avete fatto e che state facendo. Volevo solo dirvi di valutare se sia opportuno o meno questo aspetto di dire «ogni comune in autonomia», perché è vero che lei poi ha detto che devono essere comunque sistemi compatibili, però questo mi preoccupa un po', vista l'esperienza che abbiamo fatto e che stiamo facendo giorno per giorno. Grazie.

  MONICA CIABURRO. Condivido tutto quello che ha detto l'onorevole Buratti, perché da sindaco conosco le realtà dei piccoli comuni, se non coinvolgiamo l'operatività dei comuni. È vero che si è detto che le macchine fanno tutto, però al di là della macchina, soprattutto se vogliamo portare il SUE attraverso questo meccanismo molto utile perché velocizza i tempi, dall'altra parte ci deve essere qualcuno che verifichi le pratiche e le porti avanti.
  Nell'illustrazione si è parlato anche del problema delle competenze e della presenza fisica di qualcuno che possa poi evadere le pratiche, perché altrimenti è vero che velocizziamo tutto il sistema attraverso la digitalizzazione, ma resta bloccata la figura umana che procede per ultimare, per dare i pareri o per dare l'autorizzazione.
  Nelle interrogazioni e nel coinvolgimento di ANCI e tutte le categorie, forse sono mancati i professionisti per definire quella che è la modulistica di base. Anche su questo aspetto fare una modulistica unica è sicuramente utile, ma serve anche semplificare tutti i processi e attraverso i professionisti si può anche riuscire a trovare una condivisione rispetto a quello che serve e quello che è davvero utile.
  Anche io aspetto di vedere bene le slide, in modo tale da fare delle domande più puntuali. Grazie.

  PRESIDENTE. Bene. Ingegnere Pera, vuole dire qualcosa? Prego.

  GUIDO PERA, responsabile Centro di competenza della semplificazione amministrativa dell'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID). Le preoccupazioni che sono state espresse attualmente dai due onorevoli, in effetti sono anche le nostre, non lo nascondiamo.
  Partendo dal discorso delle competenze, noi mettiamo a disposizione le nostre competenze dal punto di vista tecnologico, quindi di poter far sì che le macchine possano assolutamente velocizzare e rendere più fluido il processo stesso. Certamente riconosciamo che esistono delle problematiche riguardanti le competenze, invece, dei singoli comuni. In passato ho seguito il progetto che all'epoca si chiamava «CNIPA» (Centro nazionale per l'informatica nella pubblica amministrazione) dei centri servizi territoriali che in qualche maniera prevedeva che le competenze venissero raggruppate in singoli soggetti.
  Come cittadino non posso credere che il comune di Saracinesco in provincia di Roma con 128 abitanti abbia tutte quante le competenze per poter rispondere alle esigenze di un SUAP, però questo compito di poter creare dei momenti di raccolta di queste competenze e far sì che ci sia un SUAP che Pag. 12possa rispondere alle esigenze di più comuni probabilmente spetta ai ministeri competenti.
  Per quanto riguarda, invece, il discorso dell'esperienza di Impresa in un giorno e di InfoCamere, in effetti in questi ultimi quattro anni sono stati quattro anni molto prolifici. Le architetture che vi ho mostrato sono venute fuori grazie anche a un rapporto stretto e coordinato che abbiamo fatto con il sistema camerale e con InfoCamere.
  Il discorso di aver scelto un'architettura che in definitiva prevede la compatibilità come momento obbligatorio è un tentativo di sgrossare almeno nella fase iniziale quello che non si è riusciti a fare in questi 11 anni. Noi già sappiamo che InfoCamere è già compatibile con quello che stiamo dicendo. Tuttavia, il problema è riuscire a far sì che questa verifica della compatibilità sia una verifica realmente fattibile e che arrivi a compimento in pochissimo tempo. Su questo facciamo affidamento soprattutto sul fatto che le specifiche tecniche ci permettono di fare una verifica da remoto delle compatibilità dei sistemi e quindi lo stesso Ministero dello sviluppo economico sarà messo nelle condizioni di poter intervenire con più celerità e maggiore tempestività nei confronti delle amministrazioni che non hanno sistemi compatibili. Questo è quanto si può fare.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Pera. Se non ci sono altri che chiedono di intervenire, attendiamo le slide che manderemo a tutti i commissari, così da provvedere a inviarvi le eventuali domande attraverso la Segreteria della Commissione per avere delle risposte scritte. Grazie a tutti. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.25.