XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 30 di Mercoledì 24 febbraio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione in videoconferenza di Olivier Onidi, vicedirettore del Dipartimento migrazioni e affari interni, coordinatore dell' antitrafficking della Commissione europea.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 
Onidi Olivier , vicedirettore del Dipartimento migrazioni e affari interni, coordinatore dell' ... 2 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 3 
Zuliani Cristiano  ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 4 
Onidi Olivier , vice direttore del Dipartimento migrazioni e affari interni, coordinatore dell' ... 4 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 4

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta comincia alle 14.05.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori sarà assicurata mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione in videoconferenza di Olivier Onidi, vicedirettore del Dipartimento migrazioni e affari interni, coordinatore dell' antitrafficking della Commissione europea.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza di Olivier Onidi, vice direttore del Dipartimento migrazioni e affari interni, coordinatore dell'antitrafficking della Commissione europea. Desidero ricordare che l'audizione si svolge nell'ambito dell'indagine conoscitiva «Gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'Accordo di Schengen, nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali legate al traffico di migranti e alla tratta di persone». In tale ambito, il dottor Onidi ci illustrerà le principali attività connesse in qualità di coordinatore del Dipartimento antitrafficking della Commissione europea, con particolare riferimento ai dati acquisiti in merito ai flussi provenienti dalla rotta balcanica. Avverto che l'audizione si svolgerà in lingua inglese e che è stato attivato l'impianto di traduzione simultanea, con un collegamento in una sala adiacente realizzato per l'occasione dai tecnici informatici e radiotelevisivi. Ringrazio gli interpreti che ci coadiuvano in questa nostra audizione, che quindi sarà possibile ascoltare in lingua italiana. Anche le eventuali domande saranno poste in lingua italiana e tradotte in inglese per il dottor Onidi al quale do quindi la parola e che ringrazio per aver accettato il nostro invito.

  OLIVIER ONIDI, vicedirettore del Dipartimento migrazioni e affari interni, coordinatore dell'antitrafficking della Commissione europea (intervento da remoto). È un grande onore, presidente, avere ricevuto questo invito al Comitato Schengen per darvi informazioni aggiornate sul fenomeno della tratta di persone nell'Unione europea. Si tratta di un tema di grandissima importanza e sono profondamente grato al Comitato per l'attenzione che sta dedicando a questo fenomeno, che purtroppo è in crescita: il numero delle vittime cresce anno dopo anno. I dati non sono molto attendibili perché le fonti delle vittime del traffico non sono affidabili, si parla di diecimila vittime all'anno, ma probabilmente il dato è sottovalutato e in crescita. La metà delle vittime del traffico è composta da cittadini dell'Unione europea. I flussi del traffico avvengono all'interno dell'Area Schengen, per cui si tratta di una questione che ha una dimensione di genere molto marcata per l'Unione. Il 70 per cento delle vittime è composto da donne o addirittura da ragazze. Il 60 per cento delle vittime è anche vittima di sfruttamento sessuale e il 90 per cento delle vittime è composto da donne e ragazze. Per quanto riguarda il traffico dei minori le cifre sono molto elevate: il 25 per cento delle vittime Pag. 3è composto da minori, quindi persone estremamente vulnerabili a ogni tipo di violenza. Alla radice di questi abusi ci sono gruppi di criminalità organizzata molto sofisticati. Noi facciamo affidamento su un Paese come l'Italia, che ha una grande esperienza nel contrasto alla criminalità organizzata, per poter meglio reprimere e smantellare queste organizzazioni, che spesso hanno carattere internazionale e transfrontaliero. Queste organizzazioni sono molto abili anche nello spostare denaro. I proventi della criminalità organizzata nell'UE ammontano all'incirca a 110 miliardi di euro all'anno. Appena il 2,2 per cento di questi beni è congelato e solo l'1,1 per cento viene confiscato. C'è molto da fare per potere condannare queste persone, tra l'altro molto abili nell'uso delle nuove tecnologie, e sequestrare i proventi delle loro attività criminose. In questi sciagurati tempi di COVID-19 queste organizzazioni criminose si sono rivelate estremamente versatili, capaci di utilizzare gli strumenti online e gli strumenti dello spazio cibernetico per svolgere le loro attività: dalla fase di reclutamento a quella di sfruttamento delle vittime. Uno dei principali fenomeni che noi vogliamo contrastare è quello degli abusi sessuali a carico dei minori, una delle sfaccettature più importanti di questo fenomeno. Per sostenere gli Stati membri nelle attività di repressione e contrasto e nel sostegno alle vittime abbiamo un quadro normativo che prevede la fattispecie di reato del traffico di esseri umani e una definizione giuridica minima armonizzata valida per tutti gli Stati membri. Nell'UE sono ancora basse le percentuali di processi e condanne a carico dei trafficanti. La Commissione sta valutando la possibilità di nuove misure per la criminalizzazione dell'utilizzo dei servizi di sfruttamento da parte delle vittime del traffico di esseri umani. Sosteniamo gli Stati membri anche nell'attività di tutela delle vittime supportando e finanziando le organizzazioni della società civile e lo scambio di buone pratiche, organizzando reti di coordinatori nazionali dei Paesi membri. Occorre sostenere le agenzie specializzate come Europol negli sforzi investigativi, non solo in relazione all'azione penale. Sosteniamo gli Stati membri anche per quanto riguarda le procedure che possono portare alla condanna di questi criminali. Il nostro sguardo va anche al di là dei confini dell'Unione europea perché molte delle vittime provengono da Paesi terzi. Noi diamo sostegno finanziario anche in quei casi, ad esempio ai Paesi che sono più vicini a noi. Cerchiamo di creare in loco delle opportunità economiche per dissuadere le persone dall'emigrare, dal cadere preda delle reti dei trafficanti. Sosteniamo questi Paesi anche nelle capacità di svolgere indagini penali e stiamo approfondendo in questa fase anche la dimensione virtuale online. Cerchiamo di coinvolgere attori su Internet per incoraggiare questi stessi Paesi, anche con obblighi di legge, a vagliare, a filtrare i risultati delle ricerche obbligando alcune piattaforme a rimuovere contenuti collegati al reclutamento di potenziali vittime. Questi sono alcuni esempi. Esamineremo la Direttiva Anti-traffico per vedere se affronta le sfide attuali. Le verifiche obbligatorie ai confini dovrebbero consentire di individuare in una fase precoce le potenziali vittime di traffico, aumentando anche le risorse per il contrasto al contrabbando, visto che alcune attività di contrabbando includono anche il traffico di persone. Ci occupiamo anche di politiche occupazionali, per evitare forme di lavoro forzato e per contrastare l'uso del lavoro forzato all'interno delle nostre economie. Questa è una prima disamina delle iniziative a livello europeo. Nell'ottica di sostenere le azioni nazionali abbiamo – voglio ribadirlo – la fortuna di avere nell'Italia un partner forte, un interlocutore estremamente efficace nel contrasto a questi fenomeni e sempre pronto a collaborare con altri Paesi dell'Unione. Grazie, presidente.

  PRESIDENTE. La ringrazio per il suo intervento. Per quanto riguarda il Comitato, confermo ogni azione che possa essere utile per dare l'apporto del Parlamento italiano contro l'ignobile fenomeno del traffico di esseri umani che coinvolge anche nel territorio italiano minori e donne.
  Ha chiesto di intervenire il senatore Zuliani.

Pag. 4

  CRISTIANO ZULIANI. Grazie per l'illustrazione. Vorrei chiedere alcune precisazioni in merito ai dati esposti, secondo i quali il 50 per cento del traffico delle vittime avviene in ambito UE. Può precisare quali siano i Paesi maggiormente coinvolti e come lei consiglierebbe l'intenzione di lavorare con il nuovo Governo e con il Parlamento al fine di contrastare il traffico all'interno dello spazio UE? Inoltre lei ha detto che si renderebbero necessarie verifiche obbligatorie ai confini per individuare le vittime: può essere più preciso su questo o ci può consigliare su quali siano le azioni da adottare ai fini di individuare le vittime di tratta? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie senatore Zuliani. Restituisco la parola al dottor Onidi per la replica.

  OLIVIER ONIDI, vice direttore del Dipartimento migrazioni e affari interni, coordinatore dell'antitrafficking della Commissione europea (intervento da remoto). Se andiamo a vedere tutte le vittime che sono identificate riscontriamo che la metà, il 50 per cento delle vittime, è composta da cittadini di uno Stato membro dell'Unione europea, provengono e sono cittadini dell'Unione. Nel 2017-2018 Romania, Ungheria, Francia, Paesi Bassi e Bulgaria erano tra i Paesi di cittadinanza delle vittime dell'UE del traffico di esseri umani. Circa metà delle vittime era composta da cittadini non dell'UE. I dati sulle vittime del traffico di esseri umani che arrivano nell'UE attraverso flussi migratori irregolari non sono disponibili a livello di UE. Nel 2017-2018, molte vittime non-UE registrate nell'UE provenivano da Nigeria, Cina, Ucraina, Marocco e India. Per questo è necessario un forte supporto nel contrastare le attività di contrabbando che facilitano l'arrivo di immigranti illegali nell'UE e rafforzare anche la nostra capacità di individuare, ai nostri confini, l'arrivo di migranti illegali e individuare coloro che sono potenziali vittime della tratta. Se si analizzano le origini delle vittime che non sono cittadini europei, molti provengono dai Paesi dei Balcani occidentali, quindi si tratta di un traffico di prossimità, ma anche da molti Paesi indigenti nel mondo, in particolare da Paesi africani e passano attraverso ogni forma di sfruttamento, non soltanto lavoro forzato o sfruttamento sessuale, ma un ampio spettro di forme di sfruttamento di cui sono vittime. In tutti gli Stati membri c'è bisogno di rafforzare la capacità dello Stato di proteggere le vittime, molte delle quali rimangono ignote, non denunciano i maltrattamenti e non sono neanche in grado di cooperare in un'indagine o in un possibile esito giudiziario. Questo accade perché il livello di protezione non è adeguato e quindi non sono in grado di cooperare. Noi stiamo lavorando con i vari Stati membri per appurare in quali Paesi vengono garantiti adeguati livelli di protezione. A volte si rivela necessario addirittura fornire un'identità diversa, sostegno psicologico, morale, materiale per aiutare le autorità a trovare i criminali responsabili di questi fenomeni. Promuoviamo sostegni anche tramite organizzazioni della società civile presenti sul territorio. Sono molti gli Stati membri che aiutano le vittime e fanno da raccordo tra queste e le autorità di polizia e l'Autorità giudiziaria, al fine di facilitare la partecipazione delle vittime all'iter investigativo e giudiziario.

  PRESIDENTE. La ringrazio nuovamente per il prezioso apporto e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.25