XVIII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 28 di Mercoledì 18 novembre 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA GESTIONE DEL FENOMENO MIGRATORIO NELL'AREA SCHENGEN, CON PARTICOLARE RIFERIMENTO ALL'ATTUALITÀ DELL'ACCORDO DI SCHENGEN, NONCHÉ AL CONTROLLO E ALLA PREVENZIONE DELLE ATTIVITÀ TRANSNAZIONALI LEGATE AL TRAFFICO DI MIGRANTI E ALLA TRATTA DI PERSONE

Audizione del direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP), generale Giuseppe Spina.
Zoffili Eugenio , Presidente ... 2 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 2 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 6 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 6 
Zuliani Cristiano  ... 7 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 7 
Zuliani Cristiano  ... 7 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 7 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 7 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 7 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 7 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 8 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 8 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 9 
Iwobi Tony Chike  ... 9 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 10 
Zuliani Cristiano  ... 10 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 10 
Zuliani Cristiano  ... 10 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 10 
Testor Elena  ... 10 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 10 
Testor Elena  ... 10 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 11 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 11 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 11 
Iwobi Tony Chike  ... 12 
Spina Giuseppe , direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP) ... 12 
Zoffili Eugenio , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
EUGENIO ZOFFILI

  La seduta comincia alle 14.05.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente)

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione in diretta streaming, con modalità sperimentale, sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP), generale Giuseppe Spina.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, generale Giuseppe Spina, accompagnato dal vice questore della Polizia di Stato, Federico Sciaudone.
  Desidero ricordare che l'audizione del generale Spina si svolge nell'ambito dell'indagine conoscitiva «Gestione del fenomeno migratorio nell'area Schengen, con particolare riferimento all'attualità dell'Accordo di Schengen, nonché al controllo e alla prevenzione delle attività transnazionali legate al traffico di migranti e alla tratta di persone», con particolare riferimento alle banche dati e allo scambio di informazioni tra le forze di polizia dei Paesi europei, anche in relazione alle possibili infiltrazioni di soggetti pericolosi per il tramite dei flussi migratori. Sarebbe, inoltre, di interesse del Comitato conoscere eventuali sviluppi in merito alla collaborazione con il Regno Unito, in vista dell'approssimarsi della Brexit. In tali ambiti, il Comitato ha ritenuto di svolgere un approfondimento sull'attività dell'Unità nazionale Europol.
  Do quindi la parola al generale Spina, che ringrazio per aver accettato il nostro invito in un momento particolare e delicato a causa dell'emergenza pandemica in corso.
  Io sono appena arrivato da Lampedusa dove ho avuto modo di effettuare un sopralluogo nell'hotspot e ho trovato una situazione di sovraffollamento, a tratti surreale. È stata una visita personale, nella mia veste di deputato. La capienza del centro è di 192, ieri le presenze riferite dalle forze dell'ordine presenti si attestavano a 685 persone, anche con casi di positività tra i migranti. Una situazione veramente difficile.
  Al generale Spina chiediamo un approfondimento anche in relazione ai fatti recenti, gravi che si sono determinati e riguardano il terrorismo a livello internazionale. Chiediamo anche un approfondimento rispetto ai legami tra il traffico di esseri umani e criminalità. Le do la parola, ringraziandola nuovamente per essere qui presente.

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). Grazie presidente per la presentazione, per l'accoglienza e per l'invito che mi avete rivolto a essere qui presente, per portare un contributo di conoscenza e di informazione ai lavori del Comitato. Saluto tutti gli onorevoli senatori e deputati presenti in questa sala, nonché quelli che sono collegati in modalità videoconferenza.
  Rispetto ai temi che mi sono stati anticipati, sui quali avrei dovuto esporre il mio contributo, cioè le banche dati per lo scambio di informazioni tra le forze di polizia Pag. 3dei Paesi europei, con riferimento all'attuale assetto, alle evoluzioni già definite, farò un'esposizione che cercherò di contenere in 15-20 minuti, poi eventuali approfondimenti o questioni potranno essermi poste.
  Organizzerò la mia esposizione parlando dei sistemi informatici e delle banche dati attualmente in funzione, quelle che sono in via di sviluppo, la cooperazione di polizia nell'utilizzo di questi sistemi e un punto di situazione anche sugli automatismi, cioè le iniziative nazionali per rendere più performanti gli utilizzi di questi sistemi. Poi un breve cenno, come mi è stato richiesto, sulla cooperazione di polizia con il Regno Unito, in vista dell'ormai prossima uscita del Regno Unito dal sistema cooperazionale di polizia europeo.
  Non verrò a illustrare a questo consesso gli atti istitutivi del sistema Schengen, quindi quello del sistema unionale europeo. Dopo il Trattato di Schengen è intervenuto il Trattato di Amsterdam del 1997, quello di Lisbona del 2007. Tutto quello che riguarda i sistemi informativi che operano nel contesto europeo, rientra sotto la gestione tecnica e non soltanto, ma anche operativa dell'Unione europea.
  Ho ritenuto che possa essere utile esporvi quali siano i progetti di rimodulazione dei sistemi esistenti. Il sistema Schengen è un sistema di cooperazione di polizia per il controllo delle frontiere dell'Unione europea. È in corso d'opera la rimodulazione dei sistemi esistenti, la creazione di tre nuovi sistemi che per un miglior controllo delle frontiere unionali e dei flussi migratori e – cosa molto importante – la previsione di un sistema informatico definito «interoperabilità» dei sistemi informatici delle banche dati europee.
  Attualmente in funzione abbiamo tre sistemi. Il ben noto sistema di informazione Schengen (SIS) oggi rappresenta sicuramente il database più utilizzato per la condivisione dello scambio di informazioni per il contrasto al crimine, ma soprattutto per il contrasto all'immigrazione irregolare. È un database nel quale vengono inserite segnalazioni che riguardano persone e oggetti, come a voi ben noto. La differenza del SIS, una banca dati molto potente rispetto alle banche dati di Interpol, è che il SIS non soltanto prevede e tipicizza gli inserimenti relativi a persone o a cose, quindi persone colpite da MAE (Mandato di arresto europeo), persone verso le quali bisogna esercitare una sorveglianza, persone da identificare, ma soprattutto – e questa è la differenza rispetto alle banche dati di Interpol – indica anche l'azione che deve essere svolta nel momento in cui c'è un esito positivo delle interrogazioni della persona o dell'oggetto.
  Non vi darò i contenuti delle categorie di persone, ma sicuramente posso aggiungere che dal 2019 è stata avviata la funzionalità di ricerca denominata AFIS (sistema automatico per il riconoscimento delle impronte digitali) – questo è molto importante – per verificare la presenza di provvedimenti inseriti in SIS, utilizzando le impronte digitali di colui che è sottoposto al controllo. Se un soggetto viene controllato, tramite le impronte si vede se ha qualche provvedimento in SIS.
  Dal settembre del 2020, il personale designato dall'Agenzia europea di polizia (Europol) può accedere in SIS. Questa è la banca dati, ma il sistema informatico Schengen prevede anche che ogni Paese abbia un ufficio SIRENE (Supplementary Information Request at the National Entry) per lo scambio di informazioni che non possono essere inserite, per la loro fluidità e mutevolezza, nella segnalazione SIS che è tipicizzata. Tutto quanto viene inserito in SIS è tipicizzato. Nel momento in cui viene, ad esempio, inserita la segnalazione per la ricerca di una persona nei cui confronti è stato emesso un mandato di arresto europeo, è consentito sganciare un formulario che contiene tutte le indicazioni. Gli uffici SIRENE dialogano tra di loro per scambiare le informazioni a supporto della segnalazione inserita. Hanno anche la funzione molto importante di controllo della qualità del dato inserito e soprattutto della legittimità degli inserimenti. Questo è il SIS II, il sistema attualmente in uso e in funzione dal 2013 e sarà operativo fino al prossimo avvio di una nuova versione aggiornata denominata SIS II (recast). Nella Pag. 4versione del SIS recast, il cui avvio è previsto intorno al primo trimestre del 2022, saranno introdotte delle novità, delle migliorie tecniche, delle funzionalità di ricerca. Sarebbe la seconda fase del SIS AFIS, la ricerca per fotografie e la possibilità di inserire due nuove segnalazioni inerenti al return, quindi ai provvedimenti di espulsione e alla ricerca di persone sconosciute. Queste sono funzionalità molto importanti, perché è possibile inserire un'interrogazione in SIS con delle impronte latenti rilevate su una scena del crimine o in un'altra circostanza, senza avere un'identità. Se si inserisce una impronta latente si ha la possibilità di controllare se è presente nel SIS. Ci sono quindi in vista degli sviluppi molto importanti.
  Il sistema VIS (Visa information system) è un sistema di controllo dell'immigrazione, attraverso il trattamento dei dati di cittadini di Paesi terzi che richiedono un visto di ingresso in area Schengen, cioè di Paesi terzi non esenti dalla necessità, per entrare nel territorio unionale, di richiedere un visto. Questa banca dati gestisce i visti d'ingresso di cittadini di Paesi terzi. È importante perché prevede la verifica elettronica del titolo all'atto del controllo della frontiera e contiene dati relativi alle domande di visto, alle fotografie, alle impronte digitali, alle decisioni assunte dalle autorità competenti e ai collegamenti tra le diverse domande presentate. Il VIS è una banca dati consultabile in sede di controlli di frontiera, ma può anche essere consultata dalle autorità nazionali competenti per il contrasto di crimini gravi, per l'immigrazione clandestina, nell'ambito di attività accertative o di indagine. Uno sviluppo del VIS è dato dal fatto che la divisione N.SIS del servizio per il sistema informativo interforze, che è l'autorità nazionale del sistema informazioni Schengen – il Servizio per il sistema informativo interforze è un servizio della Direzione centrale della Polizia criminale, a cui appartiene anche lo SCIP – ha avviato un dialogo con il Ministero degli affari esteri per abilitare il sistema VIS nazionale all'utilizzo della funzione AFIS, quindi attraverso l'utilizzo delle impronte digitali.
  L'ultimo sistema, tra quelli attualmente in funzione, è l'EURODAC (European Dactyloscopie), un sistema per il riconoscimento delle impronte digitali. È un sistema dove vengono immesse le impronte digitali ed è in grado di determinare la competenza di uno Stato rispetto alle domande di asilo che vengono presentate. Le domande di asilo devono essere trattate dal primo Stato dove questo cittadino di Paesi terzi ha fatto ingresso. L'EURODAC contiene le impronte di quelli che vengono identificati in fase di ingresso irregolare nel territorio dello Stato, dunque consente di risalire al primo ingresso e quindi alla competenza alla trattazione delle domande di asilo internazionale. Questa banca dati contiene i dati biometrici di cittadini di Paesi terzi che hanno richiesto protezione internazionale o abbiamo fatto illegalmente ingresso nel territorio.
  Tra i sistemi in via di sviluppo abbiamo l'Entry-Exit System (EES), che è un sistema di banche dati dove viene inserito il dato dell'ora e del giorno dell'ingresso e il dato dell'ora e del giorno dell'uscita dal territorio unionale, quindi funziona come i visti che venivano messi con il timbro sul passaporto. Questo sistema consente però di verificare che il soggiorno nel territorio dell'Unione europea sia corrispondente a quello concesso dal visto, dal permesso di soggiorno e nel caso in cui questo periodo venga superato scatta un alert. In passato, rispetto alla posizione dei rischi manuali, un cittadino che entrava in territorio italiano e poi usciva da un territorio dell'Unione europea come la Germania non poteva essere monitorato. Questa banca dati, invece, unisce questi elementi e li riaggrega.
  L'European Travel Information and Authorisation System (ETIAS) è un sistema che dovrebbe entrare in funzione nel mese di maggio del 2022 ed è in avanzata fase di sviluppo. È un sistema il cui sviluppo ha subìto un certo ritardo, come anche altri sistemi, per questo particolare periodo che ha rallentato lo sviluppo di alcune attività. Mentre il VIS è il sistema relativo all'ingresso di cittadini muniti di visto, l'ETIAS invece è il sistema per i cittadini di Paesi terzi che non hanno l'obbligo di munirsi Pag. 5del visto, per esempio gli Stati Uniti d'America. Ci sono alcuni Paesi terzi che sulla base di accordi governativi, di accordi bilaterali, per entrare nel territorio dell'Unione europea non hanno bisogno di visto. L'ETIAS verifica che l'ingresso di cittadini di Paesi terzi nel territorio dell'Unione europea non rappresenti un pericolo per la sicurezza europea, in tema di terrorismo e criminalità e soprattutto in tema di immigrazione irregolare e sanità. Questo è un sistema che autorizza preventivamente il viaggio dei cittadini di Paesi terzi prima del loro arrivo ai valichi di frontiera, perché quando arrivano ai valichi di frontiera potrebbe non essere possibile fare tutta una serie di accertamenti che invece vengono fatti in sede di richiesta di ingresso e consistono nella verifica della pericolosità del richiedente. All'atto della presentazione dell'istanza, vengono interrogati tutti i database europei dell'area Giustizia e affari interni (GAI), nonché i sistemi anche Interpol. ETIAS interroga anche le banche dati Interpol dei documenti. Questo è un sistema che dovrebbe entrare in funzione, salvo ritardi, nel primo semestre del 2023.
  Abbiamo l'ultimo sistema in via di sviluppo l'ECRIS (European Criminal Records Information System of third country nationals) che contiene i dati di cittadini di Paesi terzi condannati definitivamente in uno degli Stati membri. È un sistema che viene gestito dalla parte giustizia e anche questo dovrebbe entrare in funzione non prima del 2023.
  Adesso passiamo all'interoperabilità. È un progetto che è seguito da eu-LISA (Agenzia europea per la gestione operativa dei sistemi IT su larga scala nello spazio di libertà, sicurezza e giustizia). Gli Stati membri dovranno soltanto creare tecnicamente l'interfaccia per collegarsi a questo sistema di interoperabilità. Consente agli Stati membri e ai Paesi associati al sistema Schengen di ricercare, contemporaneamente in tutti i database dell'area GAI, i dati personali e biometrici di un soggetto sottoposto a un controllo di polizia di frontiera, con una risposta hit o non hit. Tecnicamente consiste nella creazione di un contenitore di dati anagrafici di soli database, dove sono registrati i record di cittadini di Paesi terzi, il CIR, di un motore di ricerca biometrico che è il BMS, di un sistema di ricezione dei link anagrafici tra diverse banche dati interessate, il MID, che è un link di dati anagrafici tra il SIS e il CIR. Quindi è un sistema che consentirà la cosiddetta interoperabilità europea, di interrogare tutte le banche dati dell'area GAI e anche le banche dati Europol e Interpol. Quando si effettua un controllo di un cittadino, facendo l'interrogazione, si fa una verifica in tutte le banche dati dell'area GAI, anche sulle banche dati Europol, che sono banche dati di scambio informativo di analisi. Quindi si va a vedere se quel nominativo è mai venuto fuori in attività investigative di qualche Paese membro, ma anche in dati Interpol, perché possono avere degli avvisi di ricerca anche di Paesi terzi che non fanno parte dell'area Schengen. Nel 2024 questo sistema dovrebbe essere operativo.
  Nell'attività di cooperazione di polizia per noi il SIS rappresenta il sistema principe, il sistema cardine molto importante. È un sistema che funziona bene e con i miglioramenti che sono previsti con il SIS II (recast) sicuramente sarà un sistema molto performante.
  Negli anni 2017-2019 grazie a questo sistema sono state localizzate quasi 19 mila persone sul nostro territorio che avevano delle segnalazioni di altri Paesi e quasi 8 mila oggetti, mentre all'estero sono state individuate quasi 71 mila persone che avevano delle segnalazioni italiane e quasi 25 mila oggetti che erano ricercati dall'Italia.
  In relazione all'attività di contrasto dell'immigrazione clandestina la consultazione del SIS diventa un elemento chiave nell'identificazione dei soggetti che sono inseriti da uno Stato membro, in quanto ritenuti pericolosi per la sicurezza nazionale o pericolosi in tema di immigrazione clandestina. La recente implementazione della funzionalità di ricerca mediante l'utilizzo delle impronte digitali costituisce un utilissimo strumento per il perseguimento del contrasto all'immigrazione clandestina, perché consente di rintracciare i soggetti destinatari di segnalazioni SIS, anche in caso in cui le generalità fornite non corrispondano, Pag. 6 quindi l'identificazione tramite impronte digitali. Questa funzionalità è molto importante in tema di controllo dei flussi migratori, soprattutto nel caso di soggetti segnalati per terrorismo o per altri gravi reati.
  Passiamo alla procedura in consultazione e agli automatismi nazionali in via di sviluppo.
  Mi accompagna oggi il vicequestore Federico Sciaudone, in forza alla Divisione SIRENE dello SCIP e che inquadra l'ufficio SIRENE nazionale, che non soltanto si occupa di questi temi, ma fa parte anche di molti working group e consessi a livello europeo, proprio per l'implementazione e l'evoluzione di tutti questi sistemi.
  Come automatismi nazionali in via di sviluppo avremo sicuramente la funzionalità SIS AFIS, che è l'avvio della funzionalità che recentemente ha fornito agli Stati membri un efficace strumento di contrasto al crimine dell'immigrazione clandestina, consentendo di verificare la presenza di segnalazioni SIS a carico di una persona che utilizza identità fraudolente, attraverso la ricerca delle impronte digitali. Noi ci siamo fatti promotori di una serie di iniziative tese a sviluppare questi applicativi. Nell'inserimento automatico di impronte, stiamo facendo degli automatismi importanti. Non c'è dubbio che la funzionalità delle banche dati sia veramente un passaggio molto importante nell'attività di contrasto ai crimini, nell'attività di contrasto all'immigrazione clandestina, nell'attività di contrasto in genere nei controlli di polizia. Noi dobbiamo realizzare dei sistemi – ecco l'interoperabilità – che abbiano i maggiori automatismi e riducano l'attività dell'operatore alla sola interrogazione. Degli automatismi che facciano confluire e rendano lo scambio di dati tra banche dati, senza la necessità che questo avvenga manualmente. Questa è la nostra attività da un anno e mezzo, il dottor Sciaudone è un collaboratore preziosissimo in questo in questo senso. Noi abbiamo proposto l'inserimento automatico di impronte. Nel momento in cui l'operatore di polizia incaricato dell'inserimento di una segnalazione Schengen, la inserisce su una persona, automaticamente il sistema deve poter trascinare da AFIS le impronte nel sistema SIS.

  PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo. Volevo chiedere come i sistemi attualmente in uso – perché questi sono in via di sviluppo – interagiscono con lo SDI (Sistema d'indagine) in uso nelle nostre forze dell'ordine?

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). Lo SDI interagisce con SIS e dal 2016 interagisce anche con Interpol. Lo dico con una nota di orgoglio, se mi è consentito, perché in questi due anni girando per i contesti internazionali, ho constatato che il sistema italiano è veramente tra migliori al mondo. Ad esempio l'interoperabilità delle banche dati nazionali con quelle di Interpol è un progetto italiano, che nessun altro Paese ha realizzato, tanto che il Segretario generale di Interpol, Jurgen Stock, quando è venuto in Italia nel gennaio 2019 e ha incontrato il Capo della polizia, prefetto Franco Gabrielli, ha avuto consapevolezza di questo progetto italiano e ha chiesto che l'Italia lo presentasse all'Assemblea generale dei capi dell'NCB (National Central Bureau). Io nell'aprile del 2019 ho presentato con grande orgoglio questo progetto italiano. L'operatore abilitato alla banca dati SDI può fare interrogazioni SDI, interrogazioni SIS e interrogazioni Interpol, quindi dal cruscotto operativo dell'autovettura, l'operatore di strada può interrogare tutte le banche dati. L'obiettivo è rendere le varie banche dati (AFIS, VIS) interoperabili – questo è il progetto dell'interoperabilità europea – perché occorre poter avere la possibilità che l'operatore di polizia faccia un'interrogazione sul nome e questo vada ad essere ricercato su tutto il sistema delle banche dati europeo.
  Tra gli altri automatismi nazionali che stiamo perseguendo c'è quello dell'interrogazione sistemica SIS AFIS all'atto di ogni segnalamento AFIS nazionale. Oggi, quando una persona viene fermata e non ha documenti, viene fotosegnalata e le impronte finiscono in AFIS, la banca dati delle impronte Pag. 7 digitali. Nel momento in cui ha questo inserimento, l'AFIS deve andare automaticamente a interrogare il SIS, senza bisogno che l'operatore faccia un'altra operazione, in virtù di automatismi. Inserisco le impronti in AFIS che interroga direttamente il SIS e mi restituisce subito se c'è un IT positivo o no sulla persona che è stata fotosegnalata.
  Infine l'integrazione della funzionalità SIS AFIS nell'applicativo «Stranieri web» che utilizzano le questure in sede di rilascio di permessi di soggiorno. Sui provvedimenti di espulsione abbiamo avviato un'ulteriore iniziativa tesa a consentire l'inserimento automatico di un provvedimento di espulsione sia nello SDI, quindi la banca dati nazionale, sia nel SIS, attraverso lo sviluppo di una cooperazione applicativa tra questi due sistemi e la banca dati della Direzione centrale immigrazione e polizia di frontiere, diretta dal prefetto Massimo Bontempi, che sarà ospite di questo Comitato prossimamente, per quello che ho letto. La banca dati è utilizzata per la gestione dei rimpatri e delle espulsioni. Questa progettualità garantirà un elevato standard nella qualità del dato, nonché un notevole risparmio nel tempo, perché tutti i provvedimenti di espulsione sono rinvenibili in SIS e in SDI. Questa è un'implementazione legata però al SIS (recast), quindi entrerà in funzione nel primo trimestre di 2021.
  Adesso un cenno alla questione uscita del Regno Unito dall'Unione europea. Noi sappiamo tutti che il 31...

  CRISTIANO ZULIANI. Vorrei una precisazione, perché forse non ho capito bene. Lei diceva che i dati biometrici vengono inseriti nel Paese di primo ingresso, giusto?

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). Parliamo di EURODAC?

  CRISTIANO ZULIANI. Esatto. Forse l'ha detto e mi è sfuggito. Nel caso che un soggetto, per esempio, transitasse dalla rotta balcanica, passasse dall'Italia e venisse pescato in Germania, non avendo inserito i dati biometrici, perché non c'è stato un rilievo nel Paese di primo ingresso in quanto clandestino, in Germania il soggetto verrebbe rilevato con i dati biometrici...

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). Vengono inseriti i dati biometrici dalla Germania. Quindi, dal momento in cui la Germania inserisce i dati biometrici, EURODAC dice se questo soggetto è stato mai inserito da un altro Paese dell'area Schengen in EURODAC. In questo caso, se è negativo, il Paese competente a valutare la domanda di asilo internazionale è la Germania.

  PRESIDENTE. Sono assolutamente interessanti queste disposizioni rispetto ai sistemi in uso e agli sviluppi futuri. Complimenti per le nostre eccellenze italiane, motivo d'orgoglio anche suo, personale, rispetto agli altri Paesi. Esportiamo ad uso nostro, ma anche per la sicurezza e il bene di altri, nostre realtà, nostre invenzioni e anche nostri sforzi di personale tecnico che diventano concreti. Portare la nostra bandiera nel mondo e in Europa è sempre motivo di orgoglio e di vanto. Mi soffermo su questo aspetto. È assolutamente interessante ascoltarla nel merito, anche così tecnico, dei sistemi in uso, perché il Comitato si è recato due volte in visita alla sede di Europol all'Aia dove ha conosciuto il direttore De Bolle ed è stato al fianco della nostra équipe, del nostro desk Italia, composto – come mi insegna – da Carabinieri, Polizia di Stato.

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). In questi giorni articoli di stampa hanno riportato la notizia che il dottor Claudio Galzerano è diventato capo del European Counter Terrorism Center (ECTC).

  PRESIDENTE. Gli facciamo i complimenti e anticipiamo un invito presso il Comitato. Nelle due occasioni in cui siamo stati all'Aia, abbiamo avuto dei briefing specifici rispetto ai sistemi in uso per agevolare l'attività di analisi di Europol. Abbiamo visitato la sala operativa, siamo stati Pag. 8anche presso la sede di Frontex. Quando finirà l'emergenza sanitaria riprenderemo le nostre missioni. Era in programma una terza visita presso la sede Europol. Quando sarà di nuovo possibile svolgere delle missioni, saremmo onorati se lei potesse accompagnarci in qualità di capo dell'unità nazionale Europol. Andare all'Aia insieme e incontrare i nostri agenti che vi operano sarebbe una bella occasione per tutti noi.

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). Grazie dell'invito. Io seguo anche il Direttore generale della Polizia criminale che è anche vicecapo della Polizia e vicedirettore del Dipartimento della pubblica sicurezza, prefetto Vittorio Rizzi, membro titolare del management board di Europol, al quale partecipo anche io. Come sicuramente lei saprà, un gruppo di lavoro si sta dedicando alla modifica del regolamento di Europol (del 2016), al momento in discussione, e dovrebbe produrre entro fine anno una bozza del nuovo regolamento che sostanzialmente tende a definire un ruolo di Europol rafforzato in relazione alla sua missione. Secondo i punti in discussione, Europol potrà richiedere l'avvio di indagini, scambiare dati con parti terze.

  PRESIDENTE. La ringrazio anche per questo inciso relativo al regolamento. Per quanto ci riguarda, dal punto di vista politico, il parere che eventualmente noi possiamo esprimere rispetto a un nuovo regolamento, non può prescindere da un confronto con i primi interlocutori, partendo da lei, gli agenti, gli uomini che lavorano in quest'ambito. Quindi è e sarà prezioso conoscere la vostra opinione per calibrare le nostre eventuali azioni politiche a riguardo.

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). In quest'ottica cerchiamo di irrobustire il nostro impegno, proprio in vista di quello che noi abbiamo compreso. Ricordo di avere partecipato più di un anno e mezzo fa all'EPCC (Conferenza europea dei capi delle polizie), quindi alla riunione dei capi delle polizie dei Paesi membri di Europol e nella serata di gala, Avramopoulos – che era il commissario uscente dell'immigrazione dell'Unione europea, perché la Commissione era in chiusura di mandato – ha detto che Europol si stava avviando a diventare una polizia federale europea.
  Le previsioni di contenuto di questo nuovo regolamento vanno a disciplinare anche importanti rapporti tra Europol e l'EPPO (European Public Prosecutor's Office), quindi il procuratore europeo. Anche sotto questo punto di vista è molto importante questo processo. Noi abbiamo irrobustito e stiamo rafforzando il nostro ufficio di collegamento presso Europol, lo stiamo irrobustendo in termini non soltanto numerico, ma soprattutto di competenze, perché sia in grado di essere performante. Lo scambio formativo che viene oggi su Europol è molto cresciuto in termini percentuali molto elevate.

  PRESIDENTE. Generale, se vuole concludere il suo intervento con un cenno alla Brexit, darei poi la parola ai colleghi.

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). Il periodo di transizione dura fino al 31 dicembre 2020, situazione ben nota a tutti. In tema di collaborazione nell'ambito Schengen, abbiamo due scenari.
  Sono in corso dei negoziati tra Unione europea e Regno Unito, questo significherà molto. Due sono gli scenari con riferimento al SIS, ovvero che il Regno Unito, pur uscendo dall'Unione europea, resti agganciato alla banca SIS II o che si verifichi un distacco totale dal SIS.
  Il Regno Unito è un attore importante perché in SIS il 6 per cento dei dati è inserito dal Regno Unito. Lo scenario che noi dobbiamo prevedere è se decidesse di non continuare perché, se continuasse a rimanere agganciato a SIS, per noi poco cambierebbe. Potremmo continuare a collaborare con UK, così come abbiamo fatto finora. Diverso è se il Regno Unito decidesse oppure non potesse più continuare a rimanere agganciato a SIS come Paese associato, perché, non facendo parte di Schengen, Pag. 9 è uno dei Paesi associati. Quindi l'Italia e gli altri Paesi facenti parti del sistema Schengen dovranno trovare altre forme per lo scambio di informazioni in tema di cooperazione di polizia. Comunque lo scenario è questo, vi do soltanto dei dati temporali.
  Il primo gennaio 2021, alle ore 00, Capodanno, l'agenzia eu-LISA, provvederà – a meno che non intervengano delle novità – a disconnettere il Regno Unito dalla banca centrale verso il SIS. Contestualmente il Regno Unito inizierà la cancellazione del sistema SIS di tutti i dati che sono stati inseriti in SIS. Da quel momento inizierà gradualmente la cancellazione di tutti i dati che sono stati inseriti da SIS dal Regno Unito. Questa procedura dovrebbe durare tra le quattro e le sei settimane. Poi ogni Stato membro dovrà garantire l'oscuramento di tutte le segnalazioni del Regno Unito che sono presenti ancora a livello nazionale. Rimarrà operativo il canale SIRENE fino al mese di marzo 2021, per lo scambio di informazioni riguardanti i riscontri positivi antecedenti, quindi con l'ufficio SIRENE continueremo a dialogare, per scambi informativi, per le interrogazioni antecedenti alle ore 00 del primo gennaio 2021. Questo fino al mese di marzo.
  Qualcosa cambierà, soprattutto con riferimento ai MAE e gli ordini europei di indagine. Il MAE è una procedura che supera la dinamica estradizionale, è un provvedimento emanato da un'autorità giudiziaria europea che è direttamente eseguibile nel territorio di un altro Paese, anche in termine di consegna del ricercato. Dal punto di vista del MAE, nel momento in cui inevitabilmente dovesse realizzarsi questo scenario, tutte le segnalazioni del MAE dovranno confluire, da parte di UK e da parte italiana, sul canale Interpol. Oggi un magistrato italiano può emettere un ordine di indagine europeo verso un'autorità giudiziaria di Londra e l'esecuzione di questa attività è direttamente acquisibile nel procedimento penale italiano. Questo non sarà più possibile, per queste attività dovremo tornare sulla via della rogatoria.
  Quindi lo scenario è che nel momento in cui dovesse venire la disconnessione di UK dal sistema SIS, non soltanto della banca, ma da tutto il sistema di cooperazione, la cooperazione dovrà essere svolta sul canale di Interpol. Tra l'altro l'ufficio centrale nazionale di Interpol di UK, che ha sede a Manchester, ha già chiesto e ottenuto dal Segretario generale la possibilità di girare sulla piattaforma Interpol tutte le segnalazioni sulle persone che sono in SIS, di trasferirle nella banca dati di Interpol.
  Per quanto riguarda Europol, il Regno Unito diventerà un Paese terzo, per cui Europol dovrà redigere un agreement come con altri Paesi terzi. Tra l'altro il capo dell'unità nazionale Europol di UK ha già scritto a noi, per cercare di capire. Noi abbiamo assicurato ogni possibile collaborazione per cercare delle soluzioni, fermo restando che noi non potremo che attenerci a quello che saranno i contenuti della negoziazione.

  PRESIDENTE. La ringrazio, generale. Questo punto è molto delicato e importante, a mio avviso. Ritengo opportuno svolgere degli approfondimenti, sentendo i ministeri interessati, per capire come a livello di Parlamento possiamo essere utili. La questione è stata posta anche nel corso dell'ultima visita ad Europol, ci è stato risposto che i proprietari dei dati attualmente in possesso di Europol sono i Paesi. Quindi, a meno che non dovesse intervenire un accordo, una convenzione, anche in tempi di terrorismo, credo che questo possa rappresentare una criticità. Ha chiesto di intervenire il senatore Iwobi.

  TONY CHIKE IWOBI. I miei complimenti, generale, per la sua esaustiva relazione.
  Il sistema tecnologicamente all'avanguardia rende il nostro Paese unico, uno dei migliori al mondo in termini di sicurezza nazionale e non soltanto, anche a livello comunitario. Sul sistema di database, mentre lei stava parlando, io stavo cercando di entrare nel merito tecnicamente. Il SIS, gestito da esperti italiani, ci rende orgogliosi e la ringrazio per questo. In questo delicato momento stiamo riscrivendo la storia e il nostro Paese è maggiormente coinvolto, Pag. 10 consapevole che la schiavitù moderna è un crimine, una violazione dei diritti umani fondamentali.
  Il nostro Paese ha mezzi informatici all'avanguardia che potremmo usare per combattere l'immigrazione irregolare, stiamo combattendo anche l'economia sommersa, come è giusto che sia, anche se non in modo appropriato, non capisco perché non ci sia la volontà politica di combattere l'immigrazione irregolare con questi mezzi a nostra disposizione. Ci ha dato degli input per poter formulare delle domande, per capire perché non si riesce a trovare una soluzione con i mezzi informatici a disposizione per poter debellare la piaga dell'immigrazione clandestina che sta infestando il nostro Paese. Con questi database credo che anche i Paesi terzi possano collegarsi per scambiarsi informazioni, per poter prevedere in anticipo, trovando la soluzione a questa piaga. Io mi fermo qua, ringraziandola per questa sua relazione. È importante sapere che il Paese possiede questi mezzi informatici all'avanguardia, per poter gestire al meglio la sicurezza nazionale. Grazie mille.

  PRESIDENTE. Generale, se dovesse ritenere opportuno comunicarci dati o informazioni ritenuti sensibili, abbiamo la possibilità di andare in seduta segreta. Senatore Zuliani, prego.

  CRISTIANO ZULIANI. Volevo chiedere una precisazione per essere sicuro di avere compreso i dati prima esposti. Per quel che riguarda le segnalazioni di soggetti da altri Paesi, se non ricordo male, 19 mila persone sono state fermate in Italia. Delle persone segnalate dall'Italia ne sono state trovate 71 mila persone in altri Paesi.

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). Sono numeri corretti, senatore.

  CRISTIANO ZULIANI. Conforta sapere che le persone che l'Italia segnala, sono individui transitanti qui dall'Italia che vanno nel resto dei Paesi europei. Quindi il fatto che l'immigrazione che arriva qui in Italia di soggetti a rischio poi si sposti verso altri Paesi, conferma che il problema italiano è un problema europeo. Purtroppo l'Italia viene disattesa per le richieste di cercare a livello europeo di risolvere questa situazione. Degli individui che l'Italia ha segnalato che sono andati in altri Paesi europei o viceversa, delle 19 mila persone segnalate dagli altri Paesi arrivate in Italia, è possibile sapere quanti individui avessero avuto problemi, per quel che riguarda l'estremismo religioso o i fenomeni di terrorismo? Grazie.

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). Confermo che nel triennio 2017-2019 l'utilizzo del SIS ha consentito di localizzare sul territorio nazionale quasi 19 mila persone e quasi 8 mila oggetti immessi da altre autorità estere, mentre il tracciato sul territorio nazionale, quasi 70 mila persone e quasi 25 mila oggetti inseriti dalle autorità italiane. Ho diviso gli hit con riferimento agli articoli dello Schengen. Articolo 26, mandato d'arresto; articolo 32, scomparse; articolo 34, ricerca di autorità giudiziarie; articolo 36, sottoposti a controlli specifici. Questo dato non ce l'ho, ma ve lo farò avere.

  ELENA TESTOR. Innanzitutto la ringrazio anch'io, generale, per la sua relazione. È stato molto interessante sapere che ci sono dei mezzi informatici che permettono di rintracciare le persone e consentono a un cittadino di sentirsi più sicuro. Volevo fare una domanda in merito alla Brexit. Uscendo dall'Unione europea – lei ha spiegato bene il meccanismo che ci sarà dopo il 31 dicembre 2020 – resteranno collegati con dati di Interpol, ho capito bene?

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). Sì, UK fa parte di Interpol, quindi rimangono collegati a Interpol.

  ELENA TESTOR. Essendo uno Stato dove ci sono tanti cittadini che provengono dall'Europa e tra questioni di lavoro o di Pag. 11studio resteranno in Gran Bretagna, non sarebbe stato meglio forse mantenere un contatto o avere un rapporto anche trasversale con la Gran Bretagna, senza arrivare a una chiusura di rapporti tra Europol, per andare su Interpol?

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). Questa è una vicenda più politica che tecnica-operativa. Non vi è dubbio che il sistema del law enforcement – e glielo dico perché noi siamo nel consiglio di amministrazione di Europol, una stanza in cui la discussione sulla Brexit era tra i punti più importanti in agenda – sente molto questa vicenda dell'uscita di UK. Non abbiamo alternative, nella misura in cui noi ci dovremo sicuramente adeguare a quelli che saranno gli esiti dei negoziati. Sicuramente non ho avuto modo di dirlo l'altra volta, ne ho fatto cenno in questa circostanza, come Servizio per la cooperazione internazionale di polizia proiettiamo una rete di esperti per la sicurezza all'estero, tra le altre cose. Siamo presenti in 46 Paesi al mondo, dove il Servizio per la cooperazione di polizia, insieme alla Direzione centrale dei servizi antidroga, ha una presenza. Se dovesse uscire, sarebbe una decisione politica e noi non potremmo fare niente, stiamo da tempo guardando, perché per noi UK è un partner importante. Nell'ultimo periodo abbiamo localizzato oltre 45 latitanti, c'è stato quindi un aumento nell'ultimo anno della localizzazione di persone ricercate dall'autorità giudiziaria italiana in UK. Vuol dire che il Regno Unito continua a essere un luogo, un territorio, un Paese dove i latitanti italiani si collocano per la loro latitanza. Per noi UK è veramente un partner importante. Abbiamo avuto degli incontri di importanti esponenti del mondo dell'enforcement UK che sono venuti da noi. Abbiamo parlato, abbiamo anche cercato, attraverso i rapporti interpersonali, di creare le condizioni migliori, perché nel momento in cui ci troveremo con UK fuori da SIS, dal sistema Schengen, noi dobbiamo in qualche altro modo continuare ad essere performanti nello scambio di informazioni, nella collaborazione di polizia con UK. È da tempo che noi cerchiamo di farlo, anche irrobustendo l'ufficio per l'esperto della sicurezza che abbiamo a Londra, con l'invio di altro personale che possa sostenerlo, perché molto andrà sul sistema bilaterale, sui rapporti. Ogni Paese, in qualche modo, si dovrà organizzare anche sul bilaterale con UK, quindi noi su questo stiamo lavorando, non soltanto in tema rapporti, di incontri. Questo terribile periodo ci ha impedito di sostenere incontri in presenza che, se mi è consentito, hanno un altro risultato rispetto agli incontri in videoconferenza. Credo che questa sia un'affermazione che pochi possono smentire. Questo ci ha messo un po' in difficoltà, però noi abbiamo lavorato molto sui rapporti bilaterali, perché, ripeto, per noi UK – non soltanto per l'Europa, ma anche per l'Italia – alla luce anche di alcuni dati è un partner molto importante. Così come l'Italia lo è per UK, con un concetto di reciprocità.

  PRESIDENTE. Se mi consente, generale, volevo chiudere l'audizione con la questione molto delicata e di particolare attualità che ho menzionato nell'introdurre la sua audizione, ossia quella dei legami tra terrorismo, immigrazione clandestina, traffico di esseri umani.
  Cosa ci può riferire su questo aspetto? Ci sono stati degli attentati a Nizza, a Vienna, dei transiti del nostro Paese, cosa ci può riferire che possa essere utile per la nostra attività di parlamentari? Ci sono importanti atti al prossimo vaglio del Parlamento, penso al lavoro che si sta facendo adesso in prima Commissione rispetto ai decreti immigrazione. Ci interessa il suo parere rispetto alla minaccia attuale.

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). È un tema su cui non posso che trovarmi in piena condivisione con lei e immagino con quello che è il pensiero del Comitato, circa il fatto che questo sia un tema di estrema delicatezza.
  Posso aggiungere veramente poco, nella misura in cui, come Servizio per la cooperazione internazionale di polizia noi ci occupiamo dello scambio informativo, quindi non abbiamo attività delegate, attività investigative, Pag. 12 ma la funzione istituzionale di realizzare lo scambio informativo da e per l'estero.
  Non vi è dubbio che i recenti episodi, quello di Nizza e quello in Austria, abbiano riproposto questo tema in maniera importante. In questi giorni il sistema Schengen si è rivelato molto significativo e importante per la sicurezza dei Paesi dell'Unione europea rispetto alla minaccia terroristica. Su cosa di più si possa fare a livello di sistema dei Paesi dell'Unione europea per prevenirla e anticiparla non sono in grado di introdurre degli elementi situazionali, perché non mi occupo di attività specifiche. Questa è competenza della direzione centrale di prevenzione, della Polizia di Stato e del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei carabinieri.

  TONY CHIKE IWOBI. Ho avuto modo di recarmi in missione, due anni fa circa, in Nigeria dove ho visitato un centro di controllo delle frontiere, tramite una sala macchina all'avanguardia. Ho riscontrato anche che ci sono alcuni funzionari italiani del Ministero dell'interno che collaborano con loro. Mi viene da chiedere se c'è questo interscambio di dati tra voi e funzionari nigeriani, su questo tema.

  GIUSEPPE SPINA, direttore del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (SCIP). In tema di immigrazione e controllo di frontiere, prima vi ho accennato che come Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, unitamente alle persone della Direzione centrale servizi antidroga, disponiamo di una rete di esperti per la sicurezza dislocata in 46 Paesi al mondo. Il concetto di sicurezza interna e di sicurezza esterna ormai sempre più si fonde nel concetto di sicurezza globale, cioè per garantire la sicurezza del tuo Paese devi andare ad anticipare la minaccia che arriva dall'esterno. Le minacce del terrorismo jihadista in questi ultimi anni hanno reso questa fusione ancora più convinta Sotto questo punto di vista stiamo anche migliorando e rendendo più performante questa rete. Al fianco di questa rete di esperti della sicurezza gestito dal Servizio per la cooperazione internazionale, ce ne è una che non è così numericamente significativa, ma è molto delicata e mirata: degli esperti per l'immigrazione, della Direzione centrale dell'immigrazione delle frontiere, diretta dal prefetto Bontempi. Questi esperti per l'immigrazione sono proiettati in quei Paesi, soprattutto nella regione africana, proprio per creare delle collaborazioni su questo tema, con le strutture preposte ai controlli di frontiera di quei Paesi. Sarà mia cura riportare ai miei collaboratori gli apprezzamenti che lei, presidente, e i membri del Comitato hanno rivolto rispetto al lavoro che facciamo. È stato un piacere essere qui oggi per portare un contributo di informazioni ai nostri lavori. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie ancora, generale e buon lavoro a lei, ai suoi uomini, collaboratori e a tutte le persone che ogni giorno garantiscono la nostra sicurezza. L'audizione è conclusa.

  La seduta termina alle 15.25.