XVIII Legislatura

Giunta delle elezioni

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Mercoledì 4 maggio 2022

INDICE

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE MODALITÀ APPLICATIVE, AI FINI DELLA VERIFICA ELETTORALE, DELLA LEGGE 27 DICEMBRE 2001, N. 459

Audizione dell'on. Ivan Scalfarotto, Sottosegretario di Stato all'interno.
Giachetti Roberto , Presidente ... 2 
Scalfarotto Ivan (IV) , Sottosegretario di Stato all'Interno ... 2 
Giachetti Roberto , Presidente ... 7 
Maggioni Marco (LEGA)  ... 7 
Giachetti Roberto , Presidente ... 8 
Scalfarotto Ivan (IV) , Sottosegretario di Stato all'Interno ... 8 
Giachetti Roberto , Presidente ... 9 
Fontana Gregorio (FI)  ... 9 
Giachetti Roberto , Presidente ... 10 
Siragusa Elisa (Misto-EV-VE)  ... 10 
Giachetti Roberto , Presidente ... 11 
Scalfarotto Ivan (IV) , Sottosegretario di Stato all'Interno ... 11 
Giachetti Roberto , Presidente ... 13 
Siragusa Elisa (Misto-EV-VE)  ... 13 
Scalfarotto Ivan (IV) , Sottosegretario di Stato all'Interno ... 13 
Giachetti Roberto , Presidente ... 13 

Audizione del prefetto Fabrizio Orano, Direttore centrale per i Servizi elettorali del Ministero dell'interno:
Giachetti Roberto , Presidente ... 13 
Orano Fabrizio , Direttore centrale per i Servizi elettorali del Ministero dell'interno ... 13 
Giachetti Roberto , Presidente ... 16 
Orano Fabrizio , Direttore centrale per i Servizi elettorali del Ministero dell'Interno ... 17 
Giachetti Roberto , Presidente ... 17 
Siragusa Elisa (Misto-EV-VE)  ... 17 
Giachetti Roberto , Presidente ... 18 
Fontana Gregorio (FI)  ... 18 
Giachetti Roberto , Presidente ... 18 
Scalfarotto Ivan (IV) , Sottosegretario di Stato all'Interno ... 18 
Orano Fabrizio , Direttore centrale per i Servizi elettorali del Ministero dell'interno ... 19 
Giachetti Roberto , Presidente ... 19 
Siragusa Elisa (Misto-EV-VE)  ... 20 
Giachetti Roberto , Presidente ... 20 
Orano Fabrizio , Direttore centrale per i Servizi elettorali del Ministero dell'interno ... 20 
Giachetti Roberto , Presidente ... 20

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ROBERTO GIACHETTI

Audizione dell'on. Ivan Scalfarotto, Sottosegretario di Stato all'interno.

  La seduta comincia alle 15.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'onorevole Ivan Scalfarotto, Sottosegretario di Stato, all'interno nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle modalità applicative ai fini della verifica elettorale della legge 27 dicembre 2001, n. 459 sul voto dei cittadini italiani residenti all'estero. Ringrazio il Sottosegretario Scalfarotto e per il suo tramite la Ministra Lamorgese per aver assicurato la più qualificata partecipazione del Ministero dell'interno agli approfondimenti in corso nell'ambito dell'indagine parlamentare, considerato il ruolo cruciale svolto dal Ministero stesso nell'organizzazione di tutti i procedimenti elettorali.
  Avverto che il Sottosegretario Scalfarotto è accompagnato dal prefetto Fabrizio Orano, direttore centrale per i servizi elettorali del Ministero dell'interno, di cui pure è prevista l'audizione a seguire, ma se è utile anche congiuntamente con il Sottosegretario Scalfarotto in maniera che riusciamo a tenere un ragionamento a tutto campo, anche in base alle eventuali domande che saranno avanzate dai membri della Giunta.
  A questo punto darei, senza indugi, la parola all'onorevole Scalfarotto per svolgere la sua relazione. Prego, Sottosegretario.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato all'Interno. Grazie, Presidente Giachetti, onorevoli componenti della Giunta delle elezioni della Camera dei deputati. Il vostro gradito invito insieme al prefetto Fabrizio Orano, capo dei servizi elettorali, quindi la persona che più da vicino segue gli aspetti tecnici della materia, mi offre l'opportunità di chiarire alcuni aspetti della normativa vigente in materia di voto degli italiani all'estero. Presenterò qui una breve sinossi del procedimento, incentrando il mio intervento sui suoi snodi principali per fornirvi un'immagine aderente ai dati e alla prassi applicativa, non senza sottolineare fin d'ora che il procedimento in questione, per sua stessa natura e per il modo stesso in cui è stato disegnato dal legislatore, implica il coinvolgimento di una pluralità di amministrazioni.
  Nel sottolineare che il Ministero dell'interno garantisce da sempre che il voto dei cittadini italiani si esprima nella più stretta aderenza ai principi previsti dalla Carta costituzionale, in particolare ai requisiti di personalità, uguaglianza, libertà e segretezza del voto, esporrò anche alcune considerazioni sulle prospettive di riforma della materia, con particolare riferimento all'impatto derivante dal possibile impiego di strumenti tecnologici più flessibili atti a incrementare la partecipazione al voto.
  Partiamo dal quadro normativo. Con riferimento al voto degli italiani all'estero, previsto dalla legge 27 dicembre 2001, n. 459, è stato riconosciuto ai cittadini italiani residenti all'estero, in attuazione dell'articolo 48, terzo comma, della Costituzione, il diritto di voto per corrispondenza. Tale diritto è esercitabile nella circoscrizione Estero per le elezioni politiche generali e per le consultazioni referendarie in base agli articoli 75 e 138 della Costituzione. In particolare la legge n. 459 del 2001, attuata con il regolamento di cui al DPR 2 aprile 2003, n. 104 e successive Pag. 3modificazioni, ha istituito la circoscrizione Estero, suddividendola in quattro ripartizioni: Europa, compresi i territori asiatici della Federazione Russa e della Turchia; America meridionale; America settentrionale e centrale; Africa, Asia, Oceania e Antartide.
  Per le elezioni politiche la legge prevede che in ciascuna delle predette ripartizioni sia eletto almeno un deputato e un senatore. Alla luce della riduzione del numero di parlamentari disposta dalla legge costituzionale 19 ottobre 2020, n. 1, nella circoscrizione Estero a decorrere dalle prossime consultazioni politiche saranno assegnati otto seggi per la Camera dei deputati e quattro seggi per il Senato della Repubblica. Questo significa che in ognuna di esse, quelle del Senato, essendo quattro e dovendosi eleggere almeno un senatore, le quattro ripartizioni eleggeranno ciascuna un senatore, salvo eventuali modifiche legislative che il Parlamento vorrà intraprendere al fine di correggere la sproporzione in termini di rappresentatività che naturalmente si avrà tra la ripartizione più piccola e quella più grande che avranno un solo senatore indipendentemente dal numero dei votanti. I seggi assegnati nella circoscrizione Estero vengono detratti dal numero complessivo dei seggi costituzionalmente assegnati ai due rami del Parlamento.
  Nello specifico il diritto di voto è riconosciuto ai cittadini iscritti all'anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) che vengono inseriti d'ufficio nell'elenco degli elettori aventi diritto al voto per corrispondenza. In ogni caso è fatta salva la possibilità di presentare al consolato di residenza entro il decimo giorno successivo alla pubblicazione del decreto di indizione del referendum o delle consultazioni politiche, l'opzione, da formalizzare per ogni consultazione, di esercizio del voto in Italia presso la sezione elettorale del comune italiano nelle cui liste elettorali il cittadino è iscritto. Inoltre, possono votare per corrispondenza, sempre previa opzione espressa entro il trentaduesimo giorno antecedente la votazione, anche gli elettori – nonché i familiari con i loro conviventi – che si trovino temporaneamente all'estero per motivi di lavoro, studio o cure mediche per un periodo di almeno tre mesi, nel quale ricada la data di svolgimento della consultazione elettorale. Pertanto tali elettori ricevono il plico elettorale presso l'indirizzo postale estero da essi indicato nella dichiarazione di opzione.
  Invece, negli Stati in cui a causa di particolari condizioni politico sociali non è garantito che l'esercizio del voto per corrispondenza si svolga senza turbative, gli elettori ricevono una apposita cartolina avviso per esercitare il voto facendo rientro in Italia. Tuttavia, la legge prevede, per alcune particolari categorie di elettori, ovvero le Forze armate di Polizia temporaneamente all'estero nello svolgimento di missioni internazionali nonché gli elettori domiciliati presso le ambasciate e i consolati, la possibilità di votare comunque negli Stati dove è escluso il voto per corrispondenza e saranno i competenti Ministeri dell'interno, esteri e difesa a determinare specifiche modalità organizzative a tale scopo.
  Andiamo alle operazioni di voto che sono complesse. In base al DPR n. 104 del 2003 il Ministero dell'interno predispone, in collaborazione con il Ministero degli esteri e della cooperazione internazionale, un elenco aggiornato degli elettori residenti all'estero aventi diritto al voto, allineandolo con le risultanze presenti nell'anagrafe degli italiani residenti all'estero e con quelli degli schedari consolari.
  Nell'anno corrente, in base al decreto del Ministro dell'interno del 28 gennaio 2022, i cittadini italiani residenti all'estero iscritti al 31 dicembre 2021 nell'elenco aggiornato previsto dall'articolo 5 della citata legge n. 459 del 2001, sono 5.806.068. Invece, gli elettori residenti all'estero aventi diritto al voto, secondo i dati provvisori elaborati al 20 aprile del corrente anno, sono 4.846.009.
  Se si considera la distribuzione degli elettori nelle varie ripartizioni della circoscrizione Estero, la statistica al sessantesimo giorno precedenti le consultazioni, nella fattispecie relativa al referendum del 12 giugno 2022, indica che gli elettori sono: in America meridionale 1.530.454, in America settentrionale e centrale 433.489; in Pag. 4Africa, Asia, Oceania e Antartide 248.797 e infine in Europa 2.633.269. In effetti la ripartizione Europa si conferma quella di gran lunga più numerosa.
  Allo scopo di offrire una visione più chiara dell'articolazione del procedimento di voto all'estero, che dicevo essere complesso, è utile soffermarsi sui suoi principali adempimenti e sulla relativa molto precisa scansione cronologica. Diventa così più agevole situare le fasi dell'iter procedimentale nel tempo e comprendere il ruolo delle varie amministrazioni che sono coinvolte. In concreto gli adempimenti possono essere riassunti in questi termini. Tra il quarantaquattresimo e il quarantaduesimo giorno precedente alla data del voto ha luogo il deposito dei simboli presso il Ministero dell'interno, tra il trentacinquesimo e il trentaquattresimo giorno precedente la data del voto si effettua il deposito delle liste dei candidati presso la Corte di appello di Roma, il trentaduesimo giorno precedente la data della votazione sono assunte le decisioni sull'ammissione delle liste dei candidati presentate, tra il trentesimo e ventinovesimo giorno precedente la data del voto i delegati di lista possono presentare ricorso all'Ufficio centrale nazionale costituito presso la Corte di cassazione che finisce di pronunciarsi su di essi entro il ventisettesimo giorno precedente la votazione, il ventiseiesimo giorno precedente la data del voto il Ministro dell'interno consegna al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale le liste dei candidati e le schede relative alle ripartizioni della circoscrizione Estero, il diciottesimo giorno precedente la data della votazione in Italia gli uffici consolari inviano agli elettori residenti all'estero il plico contenente le schede elettorali da votare per corrispondenza, entro il decimo giorno precedente la data della votazione in Italia l'elettore all'estero spedisce la busta con le schede votate, dopo le ore 16 del giovedì precedente alla data della votazione in Italia gli uffici consolari inviano al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale le buste con le schede votate per corrispondenza dagli elettori all'estero. Le ore 23 del giorno di votazione costituiscono il termine ultimo per l'arrivo in Italia delle schede votate dagli elettori all'estero.
  Degli adempimenti procedurali appena menzionati vale la pena precisare alcuni aspetti pratici. Un primo profilo che è utile conoscere verte sugli aspetti preparatori del voto a cura delle rappresentanze diplomatiche degli uffici consolari, i quali provvedono alla stampa in apposite tipografie all'estero delle schede di votazione, sulla scorta del modello consegnato dal Ministero dell'interno entro il ventiseiesimo giorno antecedente la votazione, e del restante materiale da inserire nei plichi da recapitare agli elettori della circoscrizione Estero.
  Circa la prospettiva de iure condendo di affidare al Ministero dell'interno le operazioni di stampa del materiale elettorale non posso che concordare convintamente con le riserve già espresse dal Ministro Di Maio innanzi a questa Giunta e ciò per due ragioni pratiche: la prima è che si dilaterebbero di molto i tempi rispetto a un procedimento complesso che è caratterizzato da termini obbligati già ridottissimi, mentre la seconda è l'impossibilità di adeguare le modalità di invio alle diverse esigenze dei servizi postali di tutto il mondo. Devo sottolineare che la carenza di risorse che affligge i consolati è propria anche delle prefetture e dei comuni, che già devono provvedere con risorse sempre più esigue alle molteplici incombenze previste dalla normativa vigente.
  Ritorno agli aspetti operativi disciplinati dalla normativa attuale. Gli uffici consolari spediscono «con il sistema postale più affidabile e ove possibile con posta raccomandata o con altro mezzo di analoga affidabilità» al domicilio di tutti gli elettori, non oltre 18 giorni prima della data stabilita per le votazioni in Italia, un plico che contiene: il certificato elettorale, la scheda e la relativa piccola busta nonché una busta più grande affrancata recante l'indirizzo dell'ufficio consolare competente e un foglio esplicativo delle modalità di voto.
  Un secondo profilo pratico che è bene mettere a fuoco concerne gli adempimenti che sono a carico degli elettori una volta che abbiano ricevuto il plico. In concreto Pag. 5l'elettore cosa deve fare? Deve anzitutto esprimere il proprio voto sulla scheda elettorale, votando la lista ed eventualmente esprimendo la preferenza o le due preferenze nelle ripartizioni in cui sono assegnati due seggi, poi deve introdurre la scheda nella piccola busta e chiuderla, inserire nella busta grande la busta piccola contenente la scheda votata, unitamente al tagliando staccato dal certificato elettorale comprovante l'avvenuto esercizio del diritto di voto. Deve spedire il tutto al consolato competente. Saranno considerate valide le buste pervenute al consolato entro le ore 16, ora locale, del giovedì antecedente la data stabilita per la votazione in Italia. Preciso che il termine per l'arrivo delle schede presso il consolato è assolutamente tassativo. Infatti i responsabili degli uffici consolari provvedono per legge, dopo l'invio dei plichi in Italia, all'immediato incenerimento delle schede che siano pervenute dopo il suddetto termine delle ore 16 del giovedì. Gli elettori residenti all'estero che a 14 giorni dalla data della votazione in Italia non abbiano ricevuto a casa il plico con tutta la documentazione, possono farne richiesta presentandosi di persona al proprio consolato.
  Veniamo alla fase successiva al voto che è quello dello scrutinio, anch'esso complesso. Lo scrutinio è un momento centrale dell'intero procedimento per il quale è competente l'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero che è istituito presso la Corte di appello di Roma composto da sei magistrati che prende in consegna i plichi pervenuti in Italia con appositi aerei. L'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero è competente all'organizzazione relativa alla costituzione dei seggi elettorali per lo scrutinio dei voti inviati dagli elettori all'estero. Fino a oggi, solo presso tale ufficio, sono stati costituiti seggi elettorali, ordinariamente uno per un minimo di 2000 e un massimo di 3000 elettori, incaricati di procedere allo spoglio del voto postale contemporaneamente allo scrutinio delle schede effettuato nei seggi istituti sul territorio nazionale e dunque in caso di votazione in unica giornata dalle 23 della stessa giornata di domenica.
  Evidenzio, ed è importante sottolineare, che nell'ultimo Consiglio dei Ministri tali operazioni sono state significativamente modificate con un decreto-legge. Infatti, nel corso degli anni il numero degli elettori residenti all'estero è costantemente aumentato, passando dai 2.359.807 conteggiati in occasione del referendum del 2003, che costituì la prima applicazione della legge n. 459, agli attuali 4.846.009 risultanti dai dati aggiornati al 20 aprile 2022. Ciò ha reso eccessivamente onerosa l'attribuzione di tutti gli adempimenti alla sola Corte di appello di Roma, non solo per l'impegno richiesto ai magistrati e al personale amministrativo, ma anche per le difficoltà di ordine logistico legate all'individuazione di spazi idonei a consentire la costituzione di un rilevante numero di seggi per lo svolgimento in sicurezza delle operazioni.
  Si è così ritenuto di distribuire le operazioni di spoglio tra più corti di appello individuando le sedi di Napoli, Firenze, Bologna e Milano in quanto città di adeguate dimensioni, munite di aeroporto e ben collegate con Roma. È stata quindi prevista la costituzione di quattro uffici decentrati incaricati delle sole operazioni di spoglio, mentre tutte le attività precedenti e successive allo spoglio delle schede resteranno concentrate presso l'ufficio centrale presso la Corte d'appello di Roma.
  In particolare, si è ritenuto necessario suddividere la ripartizione Europa, quella più numerosa delle altre, tra le sedi decentrate di Milano, Bologna e Firenze, mentre la sede di Napoli provvederà allo spoglio per la ripartizione America settentrionale e centrale e per quella Africa, Asia, Oceania e Antartide, mantenendo la competenza relativa alla ripartizione America meridionale, quella di maggiori dimensioni una volta suddivisa in tre la ripartizione Europa, all'ufficio centrale di Roma. La norma approvata detta anche le disposizioni di raccordo necessarie all'attuazione di tale innovazione e, al fine di consentire i complessi adeguamenti organizzativi necessari, prevede che per le imminenti consultazioni referendarie si continui ad applicare la normativa previgente.Pag. 6
  Come accennato, anche con il nuovo riparto dello spoglio delle schede, rimane attribuita all'Ufficio centrale di Roma la redazione del verbale ufficiale del numero degli elettori che hanno votato all'estero e dei risultati della votazione, che nel caso di referendum viene trasmesso anche all'Ufficio centrale per il referendum che è istituito presso la Corte di cassazione, procedendo in occasione delle elezioni politiche alla proclamazione ufficiale degli eletti nella circoscrizione Estero.
  Per completezza di informazione preciso che il nuovo sistema si applicherà a partire dalle consultazioni elettorali e referendarie indette successivamente all'entrata in vigore del citato provvedimento di urgenza in corso di pubblicazione. In fase di scrutinio il Ministero dell'interno provvede a diffondere in maniera progressiva, rispetto ai dati di scrutinio che pervengono durante lo spoglio, i risultati non ufficiali del voto espresso all'estero.
  Veniamo a qualche cenno sui dati sulla partecipazione al voto, che ritengo utile illustrare a questa Giunta, e sui risultati delle ultime elezioni per la Camera e il Senato del 4 marzo del 2018, allo scopo di meglio mettere a fuoco gli esiti elettorali del sistema esistente. Come accennato, il numero degli elettori all'estero è aumentato negli anni, ma il valore assoluto del numero dei votanti è rimasto più costante. Analizzando i dati riferiti alla partecipazione al voto delle elezioni per la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica tenutesi negli anni 2006, 2008, 2013 e 2018 emerge un sostanziale allineamento delle percentuali di votanti per i due rami del Parlamento in relazione alle corrispondenti tornate elettorali, con valori sostanzialmente oscillanti tra il 40 per cento circa delle prime due tornate elettorali e il 30 per cento di quella del 2018.
  Inoltre, se si considerano le otto consultazioni referendarie effettuate tra il 2003 e il 2020, molte delle quali aventi plurimi quesiti, l'analogo rapporto tra elettori e votanti fa registrare valori tendenzialmente inferiori a quelli appena citati in relazione alle elezioni politiche: infatti si va nella partecipazione massima del 30,76 per cento in occasione del referendum del dicembre 2016 confermativo della legge di riforma costituzionale a una incidenza del 19,73 per cento nell'aprile 2016 in occasione del referendum sulla durata delle trivellazioni in mare.
  Concludo con le prospettive di riforma. Quello fin qui esposto è il quadro sintetico, per quanto possibile, dal punto di vista giuridico e formale che emerge dalla legislazione vigente sul voto degli italiani all'estero. Siamo peraltro consapevoli che l'esigenza di assicurare la più ampia partecipazione popolare al voto, in un contesto di stretta coerenza con i principi costituzionali sopra richiamati – le caratteristiche di personalità, uguaglianza, libertà e sicurezza del voto –, rende ancora più essenziale la ponderazione attenta della compatibilità tra semplificazione del procedimento elettorale, mediante nuovi strumenti tecnologici di espressione del voto, e i principi fondanti della Costituzione in ordine alla partecipazione democratica dei cittadini alla vita del Paese.
  In concreto, anche in coerenza con il dibattito in corso in sede parlamentare, la novità principale concerne il cosiddetto «voto elettronico». Come sapete, la legge 27 dicembre 2019, n. 160, ha previsto l'introduzione in via sperimentale di modalità di espressione del voto in via digitale dal turno elettorale del 2022. In attuazione di tale disposizione, il Ministro dell'interno ha adottato, di concerto con il Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale, un decreto contenente le linee guida per la sperimentazione di modalità di espressione del voto in via digitale per le elezioni politiche ed europee e per i referendum previsti dagli articoli 75 e 138 della Costituzione, successivamente estese anche alle elezioni regionali e amministrative con un decreto integrativo del 21 ottobre 2021.
  In particolare è stato delineato un percorso graduale, prevedendo una prima fase di simulazione in zone limitate nelle quali il voto elettronico viene espresso in parallelo a quello tradizionale senza avere valore giuridico, seguita da una seconda fase di sperimentazione con il voto elettronico che si sostituisce a quello cartaceo.Pag. 7
  Successivamente il Ministero dell'interno ha elaborato uno studio di fattibilità anche sui requisiti tecnici del sistema di voto elettronico, sottoponendolo alla valutazione dell'Agenzia per la cyber security nazionale del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dell'Agenzia per l'Italia digitale. Nelle riunioni tecniche tra le suddette amministrazioni sono emerse rilevanti criticità specie sul piano della sicurezza da attacchi informatici. Di conseguenza sono ancora in corso ulteriori complessi approfondimenti tecnici per una ponderata comparazione tra i potenziali rischi e le possibili mitigazioni anche alla luce dell'attuale grave situazione di politica internazionale. Si tratta, infatti, di procedere a un'approfondita attività di risk assessment che risulta quanto mai opportuna in questo particolare momento.
  Ritengo interessante fornire anche un dato comparativo. Un percorso analogo a quello da noi avviato in chiave di sperimentazione e prudente implementazione è stato seguito da numerosi altri Stati europei ed extraeuropei, tra i quali Germania, Regno Unito, Francia e Stati Uniti d'America, facendo anche lì registrare significative criticità. Sempre ragionando de iure condendo, una possibilità meritevole di approfondimento concerne la cosiddetta «opzione inversa», di cui vi ha parlato anche il Ministro Di Maio che, come è noto, legittima la partecipazione al voto degli elettori residenti all'estero solo di coloro che abbiano provveduto a una preiscrizione.
  Sotto un profilo eminentemente tecnico, ritengo che una simile innovazione comporterebbe certamente una consistente riduzione delle schede da inviare per posta e dunque un plausibile risparmio di spesa, ma d'altro canto devo sottolineare il rischio di una potenziale riduzione del numero dei partecipanti al voto. Di conseguenza si tratta di valutare il giusto punto di equilibrio tra i due termini della questione, cioè tra l'opportunità di semplificazione e la possibile riduzione della partecipazione al voto, ma questo evidentemente resta all'attenzione e alla valutazione del Parlamento. Operare questo prudente bilanciamento sarà compito del legislatore che sarà pertanto chiamato a individuare il punto di equilibrio più opportuno che conseguirebbe all'attuazione di un simile meccanismo.
  Appartiene all'ambito delle possibili semplificazioni anche la possibilità di inserire un QR code all'interno della busta interna preaffrancata da spedire all'elettore al fine di identificarlo in modo univoco. Si tratta di uno strumento che necessita di approfondimento sotto i profili delle modalità di impiego, della fattibilità e della sicurezza oltre che degli eventuali oneri conseguenti, fermo restando le valutazioni che al riguardo saranno espresse in sede parlamentare.
  Presidente, concludo questa mia illustrazione, dicendo che la legge n. 459 nella sua ultraventennale esistenza ha maturato una significativa esperienza applicativa e ha subìto modifiche migliorative. Spero di avervi fornito un quadro sufficientemente chiaro degli adempimenti di competenza del Ministero dell'interno connessi al procedimento di voto degli italiani all'estero e di avervi anche indicato alcune delle più rilevanti prospettive di riforma rispetto alle quali il Parlamento potrà assumere le scelte che riterrà più opportune. Resta fermo il fatto che il Ministero dell'interno non mancherà di offrire il proprio contributo su una materia tecnicamente complessa e anche politicamente delicata in quanto attiene all'esercizio della sovranità popolare. Vi ringrazio molto per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Siamo noi che la ringraziamo, onorevole Scalfarotto. Direi che potremo procedere così: abbiamo da ascoltare ancora l'intervento del dottor Orano, ma se ci sono delle domande, magari specifiche, che vogliamo fare all'onorevole Scalfarotto, possiamo avanzarle ed eventualmente nell'interlocuzione può intervenire anche il dottor Orano. Ricordo che oltre ai presenti c'è anche la collega Siragusa che è collegata in via telematica. Prego onorevole Maggioni.

  MARCO MAGGIONI. Sì, grazie, Presidente. Ringrazio il Sottosegretario Scalfarotto. Faccio due considerazioni sulla base Pag. 8di quanto emerso dalla sua relazione. Prima considerazione è che lei, nell'esporre i numeri, ha in modo chiaro evidenziato come non ci sia una chiara e giusta proporzionalità tra il numero degli eletti e gli elettori, perché abbiamo potuto sentire come i numeri importanti e preponderanti siano localizzati in Europa, mentre invece si va a eleggere, a prescindere dal numero degli elettori, lo stesso numero di parlamentari negli altri continenti. Facendo una battuta, è un po' come se in Italia la Valle d'Aosta e il Molise avessero gli stessi eletti della Lombardia o del Lazio. Avremmo qualche problema di rappresentatività.
  La seconda considerazione riguarda la sicurezza del voto elettronico che lei ci ha esposto come qualcosa che, in particolare nel periodo che stiamo vivendo, va maneggiata con cura e quindi prima di introdurla bisogna fare parecchi approfondimenti.
  Le chiedo però una valutazione su quanto emerso durante l'audizione del Ministro Di Maio proprio ieri in merito all'impossibilità di garantire la segretezza e la personalità del voto degli italiani all'estero. Questo è un elemento su cui ieri si è dibattuto parecchio, su cui il Ministro Di Maio ha insistito e credo che sia il vero rischio per la credibilità del sistema del voto degli italiani all'estero. Le chiedo se anche lei conferma questo rischio oppure se è di un avviso diverso. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Prego onorevole Scalfarotto.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato all'Interno. Sulla proporzionalità, diciamo che noi abbiamo una norma di legge costituzionale che, con la riforma del numero del totale dei parlamentari, ci dice quanti sono i parlamentari eletti all'estero, cioè otto più quattro, e abbiamo una legge ordinaria che dice che ogni ripartizione della circoscrizione estero deve eleggere almeno un parlamentare. Stante queste due norme, una costituzionale e una ordinaria, che – dal punto di vista aritmetico – fanno sì che non si possa fare nient'altro ed è per questo che mi sono permesso di dire «salvo che il Parlamento non modifichi la legge ordinaria», ovvero quella che ci dà la condizione di almeno un eletto in ogni ripartizione. Essendo tenuti all'applicazione della legge e della Costituzione, ahimè, non possiamo fare che questo. Siamo passati a quattro senatori da sei, mentre prima c'erano due seggi in più che consentivano di premiare le due circoscrizioni maggiori e ridurre il difetto della proporzionalità, in questo caso, ci troviamo – come tra Scilla e Cariddi – con una norma costituzionale e una norma di legge ordinaria che ci dicono di fare così e noi non possiamo che fare così. Quello che posso fare io è evidenziare il problema, sottoporlo al Parlamento che nella sua discrezionalità ha la possibilità di modificare la norma. Se la norma è così, il problema che lei evidenzia esiste, ma non abbiamo modo di risolverlo.
  Sul voto elettronico, come dicevo, per noi l'articolo 48 della Costituzione è una stella polare che si apre dicendo «Il voto è personale ed uguale, libero e segreto». La nostra Costituzione non conosce altro voto: o è così o non è. L'attenzione verso la garanzia di queste quattro caratteristiche ugualmente importanti è per noi imperativa e categorica. La garanzia di quelle quattro caratteristiche – personalità, uguaglianza, libertà e segretezza – si ottiene in modo perfetto con il voto in presenza. Si entra nella cabina elettorale, siamo sicuri che la persona è identificata, che si esprime liberamente, che i voti sono tutti uguali. Ci sono normative sul divieto di fotografare e altro per mantenere queste quattro caratteristiche. Nel momento in cui si introduce il voto per corrispondenza è evidente che la soluzione è subottimale, ma ho visto che il Ministro Di Maio ieri spiegava che la possibilità di costituire seggi all'estero, per molteplici motivi, è praticamente impossibile per una questione di numero, per una questione di sicurezza e per una questione di trovarci in un territorio estero, poiché non possiamo chiedere alla Polizia o all'esercito di un altro paese di custodire i nostri seggi. Inoltre, le ripartizioni sono amplissime; si pensi a costituire dei seggi nella circoscrizione Oceania, Asia, Africa: sarebbe uno sforzo immenso. Quello di cui non possiamo che prendere atto è che ci si Pag. 9può solo avvicinare alle garanzie del voto in presenza e che lo sforzo da fare è quello di identificare modalità di voto, auspicabilmente anche sperando che la tecnologia ci venga in soccorso, per poter ottenere questo risultato.
  Tuttavia va detto che per noi, pur comprendendo che la necessità di ampliare la platea ci spinge a nuovi strumenti per mantenere la maggiore segretezza possibile, è importante salvaguardare questo meccanismo così bene oliato – devo dire che al Ministero dell'interno siamo molto orgogliosi di come le elezione vengono amministrate e organizzate in Italia e credo che il Ministero dell'interno abbia un'importante reputazione da questo punto di vista –, prima di adottare tecnologie nuove, che non ci diano sufficienti garanzie di una integrità del procedimento elettorale, proprio per la sua fondamentale importanza, perché il procedimento elettorale è il procedimento con il quale si esprime la sovranità popolare e si decide quello che è l'assetto politico del Paese. È chiaro, mi sento di dire, che non si potrà assumere una soluzione di questo tipo fin tanto che non ci sentiremo al cento per cento sicuri che non presenti dei rischi.

  PRESIDENTE. Bene. Onorevole Fontana, prego.

  GREGORIO FONTANA. Innanzitutto ringrazio il Sottosegretario Scalfarotto e il prefetto Orano e loro tramite ringrazio tutta la catena del Ministero dell'interno che è assolutamente sempre massimamente impegnata in questi momenti elettorali nazionali, anche per quello che riguarda gli italiani all'estero.
  Il Sottosegretario Scalfarotto ha riepilogato in maniera meticolosa il meccanismo di voto all'estero e questo è servito – noi ne siamo consapevoli, ma serve anche agli atti del nostro lavoro – per capire quanto i problemi siano complessi. La questione principale sta in una serie di norme che ormai sono superate o che si sono rivelate fuori dal tempo. Questo è il vero punto.
  Il Sottosegretario Scalfarotto giustamente dice che le amministrazioni – quella dell'interno nella fase iniziale, quella degli esteri nella fase di gestione e quella della giustizia nella fase dello scrutinio – a volte sono travolte da un meccanismo che è sbagliato e che si è prestato a quello che purtroppo in sede di Giunta delle elezioni abbiamo dovuto verificare, a volte anche quasi impotenti.
  Mi auguro che grazie a questi passaggi e a queste audizioni cresca la consapevolezza di operare dal punto di vista legislativo. Già una prima cosa è stata fatta dal punto di vista legislativo, ovvero il decreto della divisione della competenza tra le corti di appello sulle ripartizioni, e ringrazio il Governo per avere recepito quasi con immediatezza le indicazioni che venivano dal nostro lavoro. Era una cosa assurda che ci trovassimo di fronte a 1.700 sezioni tutte concentrate in un unico luogo e poi era chiaro che c'era un alto tasso di rinuncia, ma probabilmente il tasso di rinuncia vi era perché erano tutti concentrati lì. Magari il tasso di rinuncia che viene nel resto delle sezioni è simile, ma il fatto che rinunciassero in centinaia, tutti in quel posto, era un elemento sicuramente complicato. Ci auguriamo, e io penso che sia così, che questa divisione dello scrutinio possa aiutare.
  Per quello che riguarda il voto elettronico, mi confortano le affermazioni del Sottosegretario Scalfarotto, perché con la metafora della stella polare ha giustamente individuato bene questo punto di riferimento, ovvero quello della Costituzione e delle caratteristiche che deve avere il voto per la Costituzione. È chiaro quindi che, da un punto di vista così di prospettiva, di modernizzazione si deve sempre guardare a quella che è l'applicazione della tecnologia che, ad esempio, come ben sa il prefetto Orano, ci ha reso possibile fare dei passi in avanti straordinari nella rendicontazione dei risultati elettorali e nella pubblicazione dei risultati, benché provvisori, che comunque sono importantissimi per la notte degli scrutini. Su questo il Ministero dell'interno ha fatto un lavoro straordinario con il meccanismo di «Eligendo» e dei grandi passi in avanti che hanno consentito di garantire a tutti i cittadini la trasparenza di Pag. 10un momento come quello dello scrutinio, che deve essere un punto fondamentale. Gli approfondimenti e l'attenzione sulle ipotesi di voto elettronico sono sicuramente opportuni; su questo noi abbiamo esaminato proprio ieri in prima Commissione, in maniera sommaria, le risultanze del lavoro della Commissione sull'astensionismo. L'ipotesi della digitalizzazione della tessera elettorale è strettamente collegata anche al problema, nel voto degli italiani all'estero, del riconoscimento con il QR code, con strumenti informatici, che consentano nella fase di scrutinio di evitare quella grande difficoltà che c'è per stabilire i votanti e per poi procedere allo scrutinio. Questa è una fase molto concitata e complessa che spesso ha dato origine a grande confusione. Già questi passi in avanti e questi spiragli, per quello che possono fare e che hanno fatto le amministrazioni, sono sicuramente positivi. Adesso penso che toccherà al Parlamento e alle forze politiche dare soluzioni concrete a quelle che sono le problematiche che ormai mi sembrano evidenti.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Fontana. Do la parola all'onorevole Siragusa.

  ELISA SIRAGUSA. Sì, grazie, signor Presidente. Grazie onorevole Scalfarotto per il suo intervento. Nella sua descrizione del processo elettorale ha spiegato anche quello che fa un italiano all'estero quando vota, ma, come ho detto ieri durante l'audizione del Ministro Di Maio, quando si invia il plico, non c'è un tracciamento di quel plico e l'elettore non sa se quel plico arriva al consolato, non sa se quel plico arriva a Roma e non sa se quel plico viene contato come voto. Penso che l'idea di introdurre un'informatizzazione e un tracciamento del plico elettorale sarebbe una misura che dovremmo seriamente pensare di adottare, anche per evitare compravendite di plichi, perché un elettore che non ha ricevuto il plico, tramite il tracciamento, può sapere se qualcuno ha votato al posto suo; potenzialmente potremmo anche introdurre delle soluzioni di annullamento di una scheda, perché se io elettore vedo che qualcuno ha votato al mio posto, posso segnalarlo e dire «no, quella scheda lì deve essere annullata». Non sono un informatico, ma con un sistema di lettura ottica, di codice a barre o un software che gestisce tutte queste problematiche si potrebbe già risolvere un grande problema.
  Parlando dell'opzione inversa, giustamente ha detto che a livello tecnico sarebbe un'opzione meritevole e parlava della riduzione della partecipazione. Io penso che in questo momento il nostro principale obiettivo debba essere quello di assicurare la regolarità del voto all'estero, più che cercare di aumentare la partecipazione, anche perché la partecipazione all'estero è già bassa ed è bassa anche per l'eterogeneità con cui la comunità all'estero si caratterizza. Quando parliamo di sei milioni di italiani all'estero, pensiamo sempre agli italiani emigrati all'estero, quando invece sappiamo che gli italiani che hanno vissuto in Italia e che sono emigrati all'estero sono poco più del 50 per cento, quindi tre milioni e i restanti sono spesso cittadini stranieri che hanno la cittadinanza italiana. Inoltre, tra i cittadini che sono iscritti all'AIRE per emigrazione contiamo anche cittadini stranieri che, naturalizzati italiani per residenza, poi decidono di emigrare nuovamente dal nostro Paese. È davvero complessa la comunità degli italiani all'estero, quindi non sorprende che la partecipazione al voto sia molto bassa.
  Uno dei temi sollevati in Giunta, ma anche dalla Commissione guidata dal professore Bassanini, era proprio quello di valutare una riforma delle modalità di riconoscimento della cittadinanza ai cittadini che vivono all'estero.
  Secondo me poi dobbiamo parlare di soluzioni. Noi in questo momento inviamo milioni di plichi a degli indirizzi non verificati, perché non sappiamo effettivamente chi ci vive, perché, se non vengono aggiornati regolarmente – e non lo sono – non sappiamo chi ci vive. Quindi inviamo dei plichi elettorali a indirizzi non verificati e casuali. Qualche italiano lo troviamo, qualche italiano non lo troviamo e non sappiamo qual è la percentuale. Mi chiedo, nel caso non si introduca l'opzione inversa, Pag. 11qual è il modo per assicurarci che il plico arrivi al legittimo destinatario? Questa è la mia prima domanda.
  Secondo me un altro dei problemi che abbiamo oggi è che il plico elettorale contiene tutto il necessario per poter esercitare il diritto di voto. Infatti, noi abbiamo una busta dove c'è la scheda elettorale e il certificato elettorale. Quindi, chiunque riceve il plico elettorale può usarlo. Secondo me sarebbe interessante, come primo passo, fare in modo che il certificato elettorale, così come avviene in Italia, dove ogni cittadino italiano ha il proprio certificato elettorale, venga in qualche maniera disgiunto dal plico elettorale. Ovviamente se si dovesse introdurre un'inversione dell'opzione di voto, questa cosa si potrebbe facilmente fare. Nel momento in cui l'italiano si registra ed esercita l'opzione di voto, gli potrebbe essere assegnato un codice a barre o un certificato elettorale che di volta in volta può inserire nel plico elettorale, quando riceve la scheda. Con questo sistema, se non dovesse essere introdotta l'inversione dell'opzione di voto, mi chiedo come possiamo garantire di non inviare plichi a cittadini stranieri o a non legittimi destinatari. Qual è la soluzione tecnica senza l'inversione dell'opzione di voto? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Siragusa. Prima di dare la parola al Sottosegretario Scalfarotto, direi che a seguire il dottor Orano può fare la sua relazione e magari, se lo ritiene, intervenire anche su alcune questioni che sono state poste dai colleghi.
  Vorrei aggiungere una mia domanda, una considerazione, al Sottosegretario e anche al dottor Orano. È del tutto evidente che questa Giunta non avrà nessun tipo di potere dal punto di vista legislativo, nel senso che stiamo facendo un'indagine conoscitiva. Quello che ci eravamo ripromessi fin dall'inizio all'unanimità è di cercare di raccogliere tutte le possibili questioni che afferiscono alla criticità conclamata, verificata e nota a tutti del voto all'estero e poi consegnare al Parlamento e alle Commissioni competenti, eventualmente, delle nostre possibili proposte che sappiamo perfettamente non possono essere risolutive, ci sarà necessità probabilmente nella prossima legislatura di un intervento sistemico sul tema degli italiani all'estero, che deve farsi carico delle modifiche costituzionali. La riduzione del numero degli eletti all'estero ha trasformato, di fatto, le ripartizioni in collegi uninominali quando – come ricordava l'onorevole Scalfarotto – devono essere eletti quattro rappresentanti in altrettante ripartizioni e ciascuna ripartizione ha diritto a un rappresentante. Ma, tralasciando queste questioni sostanziali che dovranno essere affrontate, vorrei fare una domanda sulle problematicità riscontrate nell'ultima verifica dei poteri. Ad esempio, ci siamo resi conto che ci sono stati errori macroscopici nell'esame che è stato fatto nei vari seggi, rispetto all'attribuzione dei voti. Vorrei sapere se, per quel minimo che si può fare per migliorare il procedimento, al di là di grandi e importanti innovazioni sul piano legislativo, c'è qualcosa che si sta facendo al Ministero dell'interno e se c'è qualcosa che può essere fatto, anche a legislazione invariata. Grazie.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato all'Interno. Allora, io do qualche risposta e poi passo volentieri la parola al prefetto Orano perché alcune delle questioni sono veramente molto tecniche. Mi sembra che l'onorevole Siragusa abbia sollevato qualche elemento più politico e di valutazione di merito, in particolare quello relativo al bilanciamento tra partecipazione e sicurezza. L'onorevole Siragusa dice: «io credo che sia più importante garantire la sicurezza del voto e, dovendo scegliere, darei una prevalenza a questa». Mi sento di dire che questa è una di quelle valutazioni che, rimanendo nel rigoroso rispetto dei principi costituzionali relativi alla segretezza del voto, sono tipicamente rimesse al Parlamento, nel senso che esistono in questo momento in Commissione affari costituzionali proposte di legge che si riferiscono al voto dei fuori sede, che sono chiaramente ispirate a un principio di promozione della partecipazione e talvolta, se le guardo con occhio puramente tecnico, anche a scapito della sicurezza. Questa è veramente una valutazione politica: la massima sicurezza è ovviamente data dal voto Pag. 12fisico, nel seggio, protetto con le forze dell'ordine a garantire il procedimento.
  La mia valutazione personale è che la questione debba essere rimessa alla valutazione del Parlamento. Quello che io posso dire è che se noi adottassimo l'opzione inversa, certamente il procedimento diventerebbe più snello. Credo che, ovviamente, ogni volta si pone un onere al fine dell'esercizio del diritto di voto sulle spalle dell'avente diritto, si corre il rischio che il titolare non eserciti il diritto perché ritiene gravoso quell'onere. Tuttavia, penso che di questo debbano fare una valutazione la politica e il legislatore. È una cosa che si può fare e che si è fatta per esempio per l'elezione dei Comites (Comitati degli italiani all'estero), esiste in letteratura e da questo punto di vista si potrebbe fare.
  L'onorevole Siragusa mi chiedeva innanzitutto se si può sapere se l'elettore ha votato. Di fatto se il plico è arrivato e il voto è stato conteggiato, lo si può sapere, perché nella busta grande, oltre alla busta piccola, viaggia anche il talloncino. Il talloncino viene spuntato, per cui io posso sapere, a posteriori, se l'elettore ha esercitato il diritto di voto, una volta che la scheda è stata spogliata. Si può migliorare? Certo. Un tracciamento di tipo elettronico come un QR code alla fine servirebbe proprio a questo, è una cosa che secondo me va valutata e la tecnologia qui ci assiste. Dove, invece, mi piace sollevare un tema è sulla separazione tra il certificato elettorale e la scheda. Devo dire la verità ero anche un po' preoccupato di venire qui quest'oggi e farvi questa lunga lista della spesa, con tutti quei termini che, come avete visto, sono molto stretti. Immaginate cosa succederebbe a quello scadenzario, se noi aggiungessimo che le spedizioni dei plichi non sono una, ma due, perché bisognerebbe mandare prima il certificato elettorale, in modo da separarlo dalla scheda, ma poi arriverebbe anche la scheda allo stesso indirizzo. Mi chiedo se sarebbe effettivamente utile questo doppio invio. Poi il prefetto Orano ci racconterà anche meglio di come queste liste vengono aggiornate. È evidente, con riferimento al cambiamento di indirizzo da parte dell'italiano residente all'estero, come per chiunque di noi che cambia residenza se non ci facciamo parte diligente nel comunicarlo, che l'amministrazione, in particolare all'estero, ha difficoltà a capire se qualcuno abbia cambiato residenza, ma sono certo che il prefetto Orano ci dirà ancora qualcosa.
  Voglio dire una cosa al Presidente, che sollevava nuovamente il tema proposto dall'onorevole Maggioni sulle quattro ripartizioni del Senato che diventano elettrici ciascuna di un unico parlamentare. Per fare un esempio, una possibile modifica che il Parlamento potrebbe decidere di valutare è quella non di aumentare il numero dei seggi per ripartizione, ma di cambiare il numero delle ripartizioni. Se il Parlamento decidesse che le ripartizioni non sono più quattro, ma sono tre, accorpando per esempio le due più piccole, quindi l'America settentrionale e Africa, Asia e Oceania, in una terza, i senatori sarebbero comunque quattro, le ripartizioni sarebbero tre, cui potrebbero attribuirsi, rispettivamente, un seggio, un seggio e due seggi. Questa potrebbe essere una possibile soluzione che il Governo rimette completamente all'apprezzamento del legislatore. Soluzioni legislativamente possibili sulla carta esistono, ma bisogna valutare se il legislatore ritiene di applicarle. Si tratterebbe della modifica di una legge ordinaria e neanche di una legge costituzionale quindi, volendolo, si potrebbe fare.
  Speriamo che le nuove normative rendano lo spoglio delle schede dei seggi in questo grande hangar romano più semplice, ma è chiaro che lo spoglio manuale può talvolta portare – auspicabilmente sempre nel numero inferiore possibile – a schede contestate. So che in altri Paesi esistono anche strumenti come la lettura ottica delle schede, o cose di questo tipo, ma questo non riduce necessariamente i rischi. Per esempio, negli Stati Uniti esiste la punzonatura e talvolta viene lamentato il fatto che il punzone non colpisce la scheda nel modo corretto. Temo che fino a quando non troviamo uno strumento di lettura che sia affidabile, qualche problema possa in natura sempre presentarsi. Per il resto, per i maggiori dettagli lascerei la parola al Pag. 13prefetto Orano che di questi temi si occupa da tempo con grande perizia e autorevolezza.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Siragusa.

  ELISA SIRAGUSA. Grazie, sarò sintetica. Grazie, onorevole Scalfarotto per la risposta. Volevo solo dire che ci sono dei principi e poi ci sono delle modalità con cui possono essere applicati questi principi. Quando parlo di dividere il certificato elettorale dall'invio della scheda elettorale non intendo dire che inviamo a ogni elezione due spedizioni diverse, ma magari si possono prevedere dei sistemi dove, ad esempio, l'italiano che si iscrive all'AIRE viene dotato o di un codice che può stampare o di un libretto con dei codici, con dieci o venti certificati elettorali che di volta in volta nelle elezioni può aggiungere o semplicemente stampare. Ci sono delle modalità tecniche che possono essere individuate. Un conto è il principio di rendere il plico inutilizzabile senza una verifica dell'identità e un conto è la soluzione tecnica, per la quale ci saranno le persone che possono trovare la soluzione migliore.
  Sull'inversione dell'opzione di voto e sulla partecipazione non dobbiamo dimenticarci anche che ci sono tanti italiani all'estero che vorrebbero votare, ma non ricevono il plico. A queste persone viene impedito il diritto di voto perché non ricevono il plico elettorale, perché non c'è un tracciamento o perché probabilmente tra i milioni di plichi che inviamo a indirizzi anche non verificati qualcuno va perso. Quindi volevo solo sottolineare questi due aspetti. Grazie.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato all'Interno. Con il QR code si risolverebbe il problema. Chi non riceve il plico, come dicevamo prima, può andare al consolato a ritirarlo, tant'è che abbiamo detto che hanno diritto di voto anche coloro che non sono residenti all'estero, ma che sono all'estero in quanto fuori sede per motivi di studio, di lavoro o per motivi sanitari. Quindi chi non dovesse ricevere il plico nei 14 giorni antecedenti al voto può sempre farlo. Non dimentichiamoci che stiamo parlando di un'operazione che riguarda milioni di persone sparse sull'intero globo terraqueo. L'elettore che fosse un missionario nella foresta equatoriale avrebbe diritto di votare come la persona che vive nel centro di Londra, quindi la complessità di raggiungere tutti gli elettori, che sono uguali davanti alla legge, è sicuramente una complessità dalla quale non riusciremo a sfuggire in nessun modo.

  PRESIDENTE. Mi permetto di aggiungere che sono giustissime le considerazioni dell'onorevole Siragusa, ma è anche vero che per noi cittadini residenti in Italia, se perdiamo o se completiamo la tessera elettorale, comunque dobbiamo farci carico di andare all'anagrafe per farcela ridare. L'onere per l'elettore in talune situazioni estreme lo abbiamo anche in Italia. Se uno non va a prendere la tessera elettorale, non vota.
  Sottoscrivo assolutamente, per essere molto chiari, le considerazioni sull'esigenza della sicurezza a cui dobbiamo tendere. Mi sembra che alcuni piccoli ma importanti accorgimenti comincino a prendere atto di una situazione che era eccessivamente precaria, cercando di dare delle soluzioni nei limiti del possibile, che sono anche quelli dell'iniziativa amministrativa e non necessariamente legislativa, perché poi abbiamo anche questo problema.

Audizione del prefetto Fabrizio Orano, Direttore centrale per i Servizi elettorali del Ministero dell'interno.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del prefetto Fabrizio Orano, Direttore centrale per i Servizi elettorali del Ministero dell'interno, al quale cedo la parola. Prego, prefetto Orano.

  FABRIZIO ORANO, Direttore centrale per i Servizi elettorali del Ministero dell'interno. Sì, buongiorno a tutti. A questo punto una vera e propria relazione non avrebbe nemmeno senso, perché finirei per ripetere, sostanzialmente, quanto detto dal Sottosegretario Scalfarotto e perché già abbiamoPag. 14 sceverato tantissimi argomenti. Entro, diciamo, «a gamba tesa» sugli argomenti tecnici per cercare in qualche modo di essere sintetico, ma al tempo stesso di rispondere ancora più ampiamente alle obiezioni e alle osservazioni finora svolte.
  La formazione degli elenchi degli elettori italiani all'estero è un problema che si è posto da tanti anni. Devo dire che sono stati fatti molti passi in avanti, credendo nell'utilità del progetto e soprattutto facendo colloquiare sempre di più i comuni con i consolati, il Ministero dell'interno con il Ministero degli esteri e i consolati con i comuni. In modo scevro da gelosie amministrative di parte, abbiamo lottato per decenni per far colloquiare i comuni con i consolati e devo dire con una certa soddisfazione che abbiamo ottenuto dei grandi progressi e dei soddisfacenti risultati.
  Provo a sintetizzare brevemente il sistema, poiché credo che possa essere utile e interessante. Come voi sapete, da Costituzione ci sono 70 giorni dallo scioglimento delle Camere per svolgere le elezioni politiche. Tuttavia, noi come Ministero dell'interno abbiamo, ai sensi dell'art. 5, ottavo comma, del d.P.R. n. 104 del 2003, quella clamorosa «Spada di Damocle» del termine del sessantesimo giorno antecedente la votazione per l'invio dell'elenco provvisorio degli elettori residenti all'estero al Ministero degli esteri. Quante volte da parte politica ci è stato detto: «Ma perché avete bisogno di 60 giorni?». In realtà perché l'elenco elettori all'estero non è un qualcosa che può essere cristallizzato a una data, ma è un database che cambia e deve cambiare continuamente, poiché si parla di milioni di posizioni e di centinaia di milioni di informazioni in continua trasformazione. Il suo necessario aggiornamento è una difficoltà enorme dal punto di vista tecnico e informatico.
  Detto questo, prima del sessantesimo giorno antecedente e talvolta paradossalmente prima di sapere qual è la data delle elezioni politiche o dei referendum (data che purtroppo impatta sulla formazione dell'elenco elettori, perché in tale elenco vanno inseriti solo i diciottenni alla data della consultazione) noi allineiamo i dati del Ministero dell'interno con quelli degli schedari consolari. Cosa vuol dire l'allineamento dei dati? Vuol dire che vengono allineate informaticamente le due suddette banche dati e che, in caso di corrispondenza di nome, cognome e data di nascita, viene assunto in elenco elettori l'indirizzo risultante dagli schedari consolari. Abbiamo dovuto convincere i comuni della bontà di tale soluzione (elaborata d'accordo con i colleghi degli Esteri) nello scrivere il famoso DPR n. 104 del 2003 che è il regolamento di attuazione della legge n. 459 del 2001. Ciò, infatti, perché si ritiene che i consolati abbiano delle informazioni più aggiornate e più recenti rispetto ai comuni. Non me ne vogliano i comuni, ma tale soluzione ha portato di fatto, tramite i vari allineamenti, a un aggiornamento costante degli indirizzi dei nostri residenti all'estero anche alla luce degli schedari consolari, indipendentemente da quello che risulta come indirizzi nell'AIRE dei nostri comuni.
  Detto questo, al sessantesimo giorno non sono finiti i nostri compiti sull'elenco elettori all'estero. Noi diamo un elenco provvisorio ai consolati, ma perché da DPR n. 104 si chiama «provvisorio»? Perché a loro volta i consolati devono lavorarci e devono verificare se le persone che sono inserite nell'elenco provvisorio a loro risultano esistenti. Può capitare che negli ultimi anni molti nominativi inseriti in elenco avrebbero dovuto ricevere più volte il plico, che però è sempre tornato indietro per «irreperibilità» della persona. In questo caso attribuiamo una facoltà ai consolati di flaggare questa posizione, cioè di «surgelarla» – scusatemi il termine – e non inviare il plico a tutti gli elettori che i consoli ritengono essere in quel momento irreperibili all'estero. Questa è un'attività molto complessa e anche di grande responsabilità da parte dei consolati che noi stessi, come Ministero dell'interno, pur avendo la competenza in materia anagrafica, abbiamo voluto – d'accordo ovviamente col Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale – conferire ai consoli perché obiettivamente hanno un quadro della situazione più aggiornato.Pag. 15
  Se poi l'elettore si fa vivo presso il consolato, viene immediatamente ammesso a votare.
  Inoltre, nelle ultime settimane prima del voto ci sono delle persone che sono residenti all'estero, ma che si spostano all'ultimo momento sempre all'estero. A quel punto, d'accordo con i colleghi degli Esteri, facciamo flaggare quella posizione al consolato di residenza; se sappiamo che il cittadino è andato, ad esempio, ad Hannover, questi viene ammesso al voto ad Hannover, proprio per attualizzare fino all'ultimo queste situazioni.
  Per coloro che, invece, vengono omessi dall'elenco elettori, c'è un altro sistema, poiché magari risultano presenti presso gli schedari consolari, ma non sono ancora iscritti all'anagrafe degli italiani residenti all'estero. Cosa può succedere? Che vi sono decine di migliaia di persone che magari ancora non hanno perfezionato la loro iscrizione all'AIRE, o che per un qualunque motivo non sono inseriti in elenco provvisorio. Questi vengono ammessi al voto dai consoli, ai sensi dell'articolo 17 del DPR n. 104, tramite attestazione consolare, previo nullaosta comunale. Quindi c'è uno scambio di corrispondenza molto ampio tra comuni e consolati fino all'ultimo. Praticamente abbiamo delle situazioni di flag anche di 80/100 mila persone e di ammissione al voto di altre 80/90 mila a seconda del tipo di consultazione. È un grosso movimento, che tende ad aggiornare nella maniera migliore l'elenco degli elettori fino all'ultimo. È chiaro comunque che, se non mi sono registrato e nessuno sa che sto lì, è difficile poter pretendere di ricevere il plico ad un indirizzo non comunicato a nessuno. Certo, in caso di opzione inversa, sarebbe più semplice, perché si fa domanda e magari si dichiara l'indirizzo (nemmeno la residenza, perché molti sono domiciliati in un posto diverso da quello di residenza). Il voto per corrispondenza presuppone in qualche modo una presenza dell'elettore nella propria abitazione.
  Per quanto riguarda il doppio invio agli elettori del certificato elettorale, credo che i colleghi del Ministero degli esteri non sarebbero molto d'accordo. Mi segnalano, infatti, che i nostri connazionali all'estero possono fare «confusione» se ricevono più plichi, si agitano e chiedono notizie ai consolati. Questo può creare anche una certa disaffezione da parte degli elettori, un inevitabile disorientamento; essi potrebbero non capire questi ripetuti invii di materiale, per non parlare poi dei costi elevatissimi di tali operazioni.
  Peraltro, per quanto riguarda gli errori macroscopici rilevati dalla Giunta nello scrutinio, certamente uno scrutinio centralizzato in un'unica sede dell'Ufficio centrale della circoscrizione Estero crea oggettivamente confusione. Secondo noi si potevano anche già prevedere in passato, pur mantenendo le schede nel territorio romano o nella provincia di Roma, più sedi di scrutinio, che avrebbero evitato il trasporto di milioni di schede in giro per il territorio nazionale. Nella loro autonomia i presidenti pro-tempore dell'Ufficio centrale per la circoscrizione Estero non hanno mai voluto individuare più sedi, per un discorso di maggior controllo e vigilanza centralizzata. Adesso sono state individuate con il decreto-legge n. 41 del 2022 quattro sedi decentrate; se dobbiamo parlare di qualche criticità, sollevo la problematica di smistamento di questi milioni di schede votate nelle quattro sedi, smistamento che deve essere fatto anche in tempi brevissimi e che può comportare degli errori, perché quello che deve andare a Bologna, per un errore potrebbe essere indirizzato a Milano e, in tal caso, in tempo velocissimo deve essere nuovamente trasbordato nella sede competente allo scrutinio per legge. Aggiungo per esperienza che come al solito c'è sempre qualche problema sul piano voli. I colleghi degli Esteri sono bravissimi, ma non possono controllare tutti i voli mondiali, perché c'è il COVID-19, ci sono gli scioperi e ci sono le emergenze internazionali. Quindi, lo spacchettamento dello scrutinio va bene, ma c'è questa criticità; la distribuzione in più sedi, purtroppo, non è la panacea di tutti i mali. Speriamo in futuro di evitare problematiche non risolvibili. Tuttavia, sappiate che la diffusione dei risultati provvisori potrebbe avere una maggiore lentezza, perché lo spacchettamento in più sedi dello Pag. 16scrutinio rallenterà quasi sicuramente l'inizio dello spoglio delle schede e, quindi, anche la diffusione dei risultati ufficiosi da parte del Ministero dell'interno a conclusione dello scrutinio stesso.
  Certamente potrebbe esserci un maggiore ordine nell'organizzazione complessiva, però c'è il problema logistico che le quattro corti d'appello non hanno esperienza di organizzazione di questi eventi: quindi vanno «formate» e devono trovare i locali, ma non è facile. Ormai gli «eventi» si organizzano con un anno di anticipo in Italia, quindi farlo in 45 giorni per questi referendum del 12 giugno 2022 era probabilmente impossibile. Infatti, era stato segnalato da noi come Ministero dell'interno che risultava particolarmente complesso procedere immediatamente all'attuazione di tale riforma già dai referendum di quest'anno, a causa, appunto, delle inevitabili difficoltà nel reperimento all'ultimo momento di locali idonei per i seggi. Peraltro, al di là di queste criticità, ove si riuscisse a mettere in pratica l'auspicato «smarcaggio» (analogamente a quanto avviene nei supermercati) del QR code che verrebbe applicato sulle buste, registrando il votante automaticamente, si potrebbero sicuramente semplificare le attività preliminari allo scrutinio che devono svolgere i seggi della circoscrizione Estero. Se si agevolasse tale fase, poi i seggi avrebbero certamente più tempo e più energie da dedicare allo scrutinio; tuttavia le corti d'appello dovrebbero occuparsi anche dell'organizzazione di tale servizio, tramite il Ministero della giustizia, credo con dei fondi in più da stanziare per detto Dicastero, provvedendo all'approvvigionamento di queste postazioni elettroniche in grado di leggere il QR code registrando i votanti. Noi gli possiamo fornire l'elenco degli elettori elettronicamente, ma questi macchinari devono essere ovviamente in rete fra di loro, perché, ad esempio, – considerando che per i consolati con moltissimi elettori sono competenti anche 50 o 60 seggi – se viene «smarcato» da un seggio un QR code di una persona non può essere più smarcato lo stesso QR code da un altro seggio competente per il medesimo consolato.
  Per quanto riguarda il voto postale, questa è una precisa scelta del legislatore, quindi non posso che rimettermi alla decisione politica. Noi non abbiamo assolutamente obiezioni anche dal punto di vista tecnico sul discorso dell'inversione dell'opzione, però è molto probabile che nel momento in cui la legge chiedesse una domanda formale per poter votare per la circoscrizione Estero, gli elettori di tale circoscrizione diminuirebbero moltissimo.
  Aggiungo che ovviamente il fatto di omettere la domanda di voto per posta non potrebbe costituzionalmente privare del diritto al voto questi elettori residenti all'estero e quindi, ove si inserisse l'opzione inversa, i nominativi di coloro che non avessero esercitato l'opzione dovrebbero essere poi comunicati ai comuni per l'inserimento nelle liste elettorali in Italia; in sostanza, se non faccio domanda per votare per posta, poi non posso essere privato costituzionalmente del voto. Questi elettori dovrebbero rientrare tra gli elettori delle circoscrizioni del territorio nazionale. È vero che non tornano in molti, ma chi sta in Svizzera o in Francia, potrebbe agevolmente prendere il treno e tornare a votare nel seggio italiano di iscrizione.
  Aggiungo molto brevemente che ho visto, nelle varie considerazioni che ha fatto la Giunta delle elezioni sulla precedente esperienza della circoscrizione Estero, dei suggerimenti anche molto utili sui plichi e sulle buste che vanno consolidate. Terremo conto di quanto abbiamo letto.
  Aggiungo, infine, che, come ha già detto il Sottosegretario Scalfarotto, per garantire la più assoluta segretezza, personalità, libertà e uguaglianza del voto, l'unica soluzione è la cabina in cui si entra previa identificazione. Qualunque altra forma di voto ha dei rischi maggiori.

  PRESIDENTE. Mi permetto di dire: in Italia. Perché all'estero anche quel tipo di garanzia nel seggio, sia per il personale addetto al seggio sia per altri aspetti, non sarebbe esattamente assicurata, ad eccezione dei seggi costituiti in consolati o ambasciate, che non potrebbero essere sufficienti. Se volessimo fare degli uffici ad hoc in giro per il mondo come seggi elettorali,Pag. 17 non potremmo avere tutto il personale che garantisce tutto quello che viene fatto in Italia.

  FABRIZIO ORANO, Direttore centrale per i Servizi elettorali del Ministero dell'Interno. Ma certo, anche perché non tutti gli Stati esteri hanno il nostro stesso background. Noi lottiamo perennemente contro il doppio voto, non lo accettiamo. Invece, ci sono degli Stati esteri che in passato hanno ampliato in maniera esponenziale le modalità di voto, non controllando il doppio o triplo voto. Non facciamo nomi, ma noi sappiamo per certo che è così e dobbiamo considerare questo. Gli elettori all'estero per i referendum vengono poi cancellati dalle liste elettorali sezionali dei nostri comuni, perché una persona non può votare più volte. Teoricamente può sembrare complesso, ma chi vota per posta all'estero 20 giorni prima, potrebbe in teoria tornare in Italia ed esercitare il diritto di voto. Noi facciamo tutta un'attività, d'accordo con i consolati e con i comuni, proprio per aggiornare costantemente le liste elettorali ed evitare il doppio voto. Questo ci tengo a dirlo.
  Per ora avrei concluso. Aggiungerei solo questo: tra le varie questioni sul tappeto vi era la fissazione del termine del mercoledì antecedente la data della votazione, quindi la possibilità di anticipare di un giorno il termine per l'arrivo presso i consolati dei plichi con le schede. Per carità, è una valutazione anche politica, ma dal punto di vista tecnico non posso non dire che più si anticipa quel termine, più c'è il rischio che i consolati debbano incenerire più schede. Se il sistema finora sostanzialmente ha finora funzionato con il giovedì, il martedì è sicuramente termine troppo anticipato.
  Come ha detto il Sottosegretario Scalfarotto, il procedimento elettorale delle politiche è estremamente compresso, quindi un giorno in più per l'arrivo dei plichi è fondamentale. Purtroppo, il procedimento elettorale per le elezioni politiche ha termini brevissimi: ad esempio, per il voto all'estero il Ministero dell'interno ha solo un giorno per predisporre i modelli delle schede elettorali e i manifesti (ed inviarli agli Esteri).
  Il fatto dello «spacchettamento» dello scrutinio aiuta comunque a risolvere il problema del reperimento del personale dei comuni limitrofi che era stato segnalato da questa Giunta alla luce delle difficoltà tecniche che c'erano state a Castelnuovo di Porto, dove vi erano stati anche dei blocchi stradali e addirittura un allagamento durante l'accesso al sito in occasione dello scrutinio del voto postale estero delle politiche 2018.
  .

  PRESIDENTE. Poi un giorno, se vuole, le racconto anche quello che è successo nelle circoscrizioni nazionali, dove siamo andati anche a cercare schede che «navigavano» a Tivoli, in locali allagati. La parola all'onorevole Siragusa, prego.

  ELISA SIRAGUSA. Sì, grazie. Volevo solo un attimo chiarire che non intendevo parlare di doppio invio, che sarebbe assurdo, ma più che altro di rendere il plico elettorale di per sé inutilizzabile senza che l'elettore faccia un'operazione. Può essere un QR code dato all'utente in maniera difforme o un libretto elettorale dato all'iscrizione all'AIRE. Se rubo il plico di una persona, non posso votare al posto suo. È questo il principio, poi andrebbero definite le modalità tecniche. È ovvio che sarebbe assurdo un doppio invio. Volevo solo chiarire questo.
  Nel suo intervento penso che abbia reso molto bene l'idea della fatica delle operazioni per preparare il voto degli italiani all'estero. Non è una fatica che viene fatta una volta ogni cinque anni, perché se guardiamo a questi ultimi anni, abbiamo avuto le elezioni politiche del 2018, il referendum costituzionale, quest'anno avremo altri referendum, l'anno scorso abbiamo avuto le elezioni del Comites – anche quello è andato a pesare sul lavoro dei consolati –, e ci saranno le elezioni politiche del 2023. È quindi un'operazione che deve essere fatta più volte in cinque anni.
  Le faccio semplicemente una domanda. Anche per via di una legge sulla cittadinanza molto generosa, la comunità degli italiani all'estero sarà sempre in aumento, Pag. 18perché ai discendenti del 1800 si aggiungono i discendenti della nuova emigrazione, a cui si aggiungono i cittadini stranieri diventati cittadini italiani in Italia che sono emigrati e magari sono tornati nel loro Paese, a cui si aggiungono anche i loro discendenti e i loro coniugi. La comunità degli italiani all'estero aumenterà sempre e quindi si è passati da due milioni a cinque milioni.
  Le chiedo se questo sistema, senza l'inversione dell'opzione di voto, quindi inviare i plichi elettorali a milioni di indirizzi che se i cittadini non aggiornano non sono verificati, sia «scalabile» e sostenibile nel caso che la comunità italiana arrivi a 10 milioni o 15 milioni. A livello di prospettiva futura, prevedendo un aumento della cittadinanza degli italiani all'estero, questo sistema è sostenibile economicamente e organizzativamente parlando, se non si introduce l'opzione inversa?
  Anche qui: un conto è il principio, un altro sono le modalità con cui si applica. Nulla vieta al Parlamento di decidere che, una volta che un elettore si iscrive, rimanga iscritto finché continua a esercitare il proprio diritto di voto. Se, in un lasso di tempo di dieci anni, l'elettore al quale viene inviato il plico non vota mai, allora lo si cancella dal registro degli elettori e lo si torna a inserire nelle liste dei votanti in Italia. Questa è una soluzione proposta anche da un professore audito nelle scorse settimane.
  Volevo solo farle questa domanda, quindi se secondo lei questo sistema è sostenibile, qualora la comunità degli italiani all'estero dovesse arrivare a 10 milioni o 15 milioni, che non è così folle.

  PRESIDENTE. Onorevole Fontana, vuole fare subito la domanda?

  GREGORIO FONTANA. È semplice la mia domanda, anche perché nasce da una sollecitazione che ha fatto l'onorevole Siragusa, che secondo me ha colto nel pieno una delle questioni che si sono rilevate anche dalla valutazione dei ricorsi che sono stati esaminati negli anni dalle Giunte di Camera e Senato, ovvero quello della garanzia della personalità del voto. Io auspico possa essere valutata la questione dell'opzione inversa, ma comunque, anche stando questo sistema, se ci fosse un meccanismo che consentisse alla persona – non è una doppia spedizione – la possibilità di ricavare da sé il famoso codice che viene inserito – e che oggi viene spedito insieme alla busta della scheda – con, ad esempio, lo SPID (sistema pubblico di identità digitale), avremmo la certezza che si stroncherebbero alla radice, pur mantenendo questo sistema, anche meccanismi di gestione del consenso, di associazioni più o meno lecite che hanno gestito, come abbiamo letto dai ricorsi, il consenso in queste situazioni estreme che abbiamo visto. Questo può essere anche messo in relazione al lavoro che il Ministero dell'interno sta facendo sulla digitalizzazione della tessera elettorale. Questo potrebbe essere un campo dove si potrebbe sperimentare in tempo breve questo meccanismo, proprio perché questo garantirebbe la personalità del voto: quindi io posso votare con la scheda che riceverò al mio indirizzo più o meno giusto, ma solo se sono io e solo se ricavo direttamente io quel tagliando in maniera univoca con le credenziali che ho solo io.

  PRESIDENTE. Onorevole Scalfarotto, prego.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato all'Interno. Sì, volevo rispondere io all'onorevole Siragusa sulla domanda ipotetica. Le dico la verità, onorevole, sono un po' restio a rispondere a domande che si riferiscono a ipotesi di cui non conosciamo l'effettiva, reale, potenziale e futura realizzabilità, che si realizzino effettivamente oppure no.
  Quello che posso dire, e che devo dire, è che il Ministero dell'interno è tenuto a rispettare la legge. Fintanto che la legge è questa, il Ministero dovrà applicare questa legge e qualsiasi sia stato il numero degli elettori, di cui noi abbiamo assistito a un notevole aumento – come ho detto prima dall'inizio dell'applicazione della legge, i numeri sono aumentati –, il Ministero dell'interno, come sempre, non è venuto meno alle sue responsabilità.Pag. 19
  Confermo che qualsiasi sia lo scenario noi dovremo essere all'altezza di quello che la legge ci chiede di fare ed eventualmente il Ministero dovrà fornirsi di maggiori risorse e maggiori capacità operative e ovviamente si rivolgerà alla politica per averle. Tuttavia, secondo me la scelta di applicare un'opzione inversa non può basarsi sul fatto che io le dica oggi che tra dieci anni non ce la faremo più.
  Se il Parlamento ritiene di approvare questa ipotesi, come ho già detto, da un lato otterrà sicuramente una maggiore semplificazione e uno snellimento del processo che non possiamo che guardare con simpatia ma, mi corre l'obbligo di sottolineare, come ha detto anche il prefetto Orano, che nel momento in cui l'onere di esercitare l'opzione venisse invertito, naturalmente questo darebbe luogo, da un lato, a una potenziale, severa riduzione della partecipazione, di cui dovremo tenere conto; dall'altro lato – ringrazio il prefetto Orano per avere completato il concetto – non si può privare del voto chi non esercita l'opzione. Bisognerebbe dare a chi non ha esercitato quell'opzione un'ulteriore possibilità di votare e anche quello comporterebbe un aggravamento. Quindi andremo a semplificare un processo, ma sicuramente ne andremo ad aggravare un altro.

  FABRIZIO ORANO, Direttore centrale per i Servizi elettorali del Ministero dell'interno. Già che ci stiamo, volevo formulare una piccola riflessione sul discorso dell'opzione inversa, sempre in un'ottica di assoluta garanzia della regolarità del voto. È da valutare questa scelta, la mia non è una posizione che implica contrarietà, però ritengo di formularla per lasciarla alla valutazione; l'idea che il voto nella circoscrizione estero possa essere subordinato a una espressa dichiarazione di volontà, potrebbe in qualche modo agevolare chi volesse convogliare un determinato consenso nei propri confronti tramite apposite organizzazioni/associazioni; in sostanza, la stessa associazione, formulando essa stessa la domanda e agevolando in tal modo l'elettore (notoriamente restio ad occuparsi di aspetti burocratici, specie all'estero) si potrebbe precostituire un «pacchetto di voti» da poter in qualche modo «gestire» illecitamente al momento dell'invio dei plichi. Scusate, la mia è una riflessione «fuori dai denti», però è da valutare anche questo.

  PRESIDENTE. Abbiamo un tema: nelle audizioni che sono state fatte – ci riferiamo soprattutto alla parte dei professori – quella dell'inversione è stata oggettivamente individuata come la soluzione più semplice rispetto al voto elettronico, che è impraticabile, e al voto in presenza all'estero che è altrettanto impraticabile.
  Perché nasce questo tema? Perché è giustissimo quello che lei evidenzia, però noi siamo contenti di queste audizioni perché è emerso qualcosa che tutti sapevamo e che forse non eravamo riusciti a mettere in rilievo in modo così evidente. Quello che va interrotto è il rischio che la più o meno grande partecipazione – non totalmente, ma in talune occasioni in modo consistente – riguardi palesemente una votazione nella quale votano persone che non sanno di aver votato.
  Adesso possiamo anche archiviare l'inversione, però il problema è che, secondo me (e parlo ai colleghi, ma ci dovrà essere anche l'opinione del Governo, se dovessimo arrivare a qualche soluzione legislativa, che non compete a questa Giunta, ma che compete alle forze politiche), una volta che abbiamo scoperchiato e messo in evidenza tutta questa vicenda, non possiamo pensare che andiamo alle prossime elezioni politiche facendo finta di niente e sapendo che, per non arrivare a una problematicità come quella che lei giustamente metteva in evidenza – anche con la possibilità di rilievi costituzionali – facciamo finta di non vedere.
  Tolto il voto elettronico, perché comunque non è procedibile con le prossime elezioni, tolto il tema di organizzare seggi elettorali all'estero, perché comunque non saremo nelle condizioni di farlo, non possiamo dare per scontato che rimane tutto così, perché ormai siamo perfettamente consapevoli che così come è non va bene. Probabilmente lo sforzo che dobbiamo fare è capire – non so se i colleghi sono d'accordo – che cosa bisogna fare assolutamente, perché abbiamo di fronte una realtà Pag. 20che non possiamo far finta che non ci sia. La parola all'onorevole Siragusa.

  ELISA SIRAGUSA. Io vorrei dire che l'unica altra via principale che vedo è quella di rendere il voto personale, quindi garantire che il plico elettorale di per sé sia inutilizzabile, a meno che non ci sia un'identificazione dell'elettore con un procedimento diverso che non può essere quello di inviare un tagliandino nel plico elettorale che si invia all'elettore. Secondo me il primo obiettivo deve essere rendere il plico inutilizzabile a chiunque lo trovi per strada, lo rubi o lo compri.

  PRESIDENTE. Su questo secondo voi c'è una strada percorribile? Lo chiedo a lei, prefetto. Anzi, le faccio una domanda ancora più complicata: c'è una strada percorribile a legislazione invariata oppure comunque bisognerebbe immaginare una modifica legislativa?

  FABRIZIO ORANO, Direttore centrale per i Servizi elettorali del Ministero dell'interno. Non è una problematica facile da risolvere, perché se mando un QR code e lo stesso QR code viene preso da un'altra persona... È sicuramente vero che il QR code agevola nella tracciabilità del percorso postale, però è difficile poter garantire che sia proprio quella persona ad aver votato. Si parla anche di firmare la scheda (o comunque il plico). In realtà, anche la firma in teoria può essere falsificata e comunque non può essere firmata la scheda stessa, altrimenti il voto diventa riconoscibile. Obiettivamente è complicato conciliare il voto per corrispondenza con l'assoluta certezza che quella scheda è votata esattamente dall'avente diritto.

  PRESIDENTE. Va bene. Direi che a questo punto possiamo ringraziare il Sottosegretario Scalfarotto e il prefetto Orano per la loro interessante comunicazione e anche i colleghi che sono intervenuti. Grazie e buon pomeriggio a tutti.

  La seduta termina alle 16,30.