XVIII Legislatura

XIV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Mercoledì 21 luglio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Battelli Sergio , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUGLI STRUMENTI PER LA PREVENZIONE E LA RIDUZIONE DELLE PROCEDURE DI INFRAZIONE A CARICO DELL'ITALIA

Audizione del dottor Massimo Bello, presidente di AIGET, Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader.
Battelli Sergio , Presidente ... 3 
Bello Massimo , presidente di AIGET, Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader ... 3 
Battelli Sergio , Presidente ... 6 
Galizia Francesca (M5S)  ... 6 
Battelli Sergio , Presidente ... 6 
Rossini Emanuela (Misto-Min.Ling.)  ... 6 
Battelli Sergio , Presidente ... 7 
Bello Massimo , presidente di AIGET, Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader ... 7 
Battelli Sergio , Presidente ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE-PSI: Misto-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
SERGIO BATTELLI

  La seduta comincia alle 13.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del dottor Massimo Bello, presidente di AIGET, Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del dottor Massimo Bello, presidente di AIGET, Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader.
  Do il benvenuto e ringrazio per la sua disponibilità il dottor Bello. Prima di cedere la parola al dottor Bello per il suo intervento, ricordo che l'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto ai parlamentari che lo desiderino. In proposito richiamo l'attenzione dei parlamentari collegati da remoto sulla necessità che risultino visibili alla Presidenza, soprattutto nel momento in cui svolgono il loro eventuale intervento, pregandoli nel contempo di tenere spenti i microfoni fintanto che non sia giunto il momento di intervenire.
  Chiedo inoltre ai gruppi di far pervenire fin da ora alla Presidenza le richieste di intervento, al fine di organizzare il dibattito in modo più ordinato e consentire a tutti i colleghi che lo desiderino di intervenire. Do subito la parola al dottor Bello. Prego.

  MASSIMO BELLO, presidente di AIGET, Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader. Grazie. Buongiorno a tutti. AIGET, che significa Associazione Italiana dei Grossisti di Energia e Trader, è l'associazione che rappresenta gli operatori del mercato dell'energia diversi dagli operatori tradizionali, quindi diversi dagli ex monopolisti. AIGET rappresenta circa i due terzi del mercato dell'energia esclusi gli ex monopolisti. Sono associati di AIGET tanto gruppi multinazionali quanto aziende medio-grandi attive in Italia, aziende municipalizzate, produttori di energia rinnovabile e aziende di dimensione medio-piccola.
  Le tematiche di cui ci occupiamo vanno dai mercati dell'energia e del gas, sia all'ingrosso che al dettaglio, a tutti i servizi di contorno, che riguardano la transizione energetica, di cui ci occuperemo sempre di più nei prossimi anni.
  La principale finalità di AIGET è di difendere e promuovere la concorrenza, perché solo avendo concorrenti che operano ad armi pari si può ottenere un beneficio sui prezzi e anche lo sviluppo di nuovi servizi. AIGET è anche tra i soci fondatori di EER (European Energy Retailers), associazione europea attraverso la quale noi monitoriamo la normativa comunitaria.
  Fatta questa premessa, tra le cose che riteniamo opportuno segnalare alla Commissione vi sono le seguenti. Il Recovery Plan dell'Italia a nostro avviso deve tutelare la concorrenza, evitando che si formino nuovi monopoli o oligopoli. Il Recovery Plan implementerà misure atte a favorire lo sviluppo di diverse tecnologie, per esempio la mobilità elettrica, l'efficienza energetica, l'idrogeno, le energie rinnovabili. Pag. 4Per fare questo è importante che ci si ponga sempre come priorità la tutela della concorrenza.
  Facciamo un esempio. Nel caso della mobilità elettrica molto spesso stiamo osservando che i comuni che assegnano il servizio di ricarica delle auto elettriche lo assegnano a un unico operatore. Crediamo che questo sia errato, perché si creano in questo modo dei monopoli locali. Quindi tanto le ricariche pubbliche delle auto elettriche, quanto i servizi di sharing dovrebbero sempre essere assegnati a più di un operatore. Questo è solo un esempio.
  Un altro tassello importante del Recovery Plan dovrà essere la stabilità e la chiarezza delle regole. Se prendiamo, ad esempio, l'importante misura del Superbonus, abbiamo ravvisato regole di difficile interpretazione e di una durata certe volte troppo breve. Per cui siamo assolutamente favorevoli al fatto che in queste ultime settimane c'è stato anche un chiarimento sulla prosecuzione delle regole del Superbonus. Adesso il quadro risulta più chiaro. Sarebbe auspicabile, sempre fin da subito, avere un orizzonte temporale più stabile.
  Come dicevo, occorre evitare altresì che aziende monopolistiche, che godono di rendite di posizione in alcuni settori, possano poi sfruttare la propria posizione di vantaggio da un punto di vista finanziario per creare posizioni dominanti in altri settori che sono invece aperti alla concorrenza. Stiamo assistendo, per esempio, all'ingresso dei cosiddetti TSO (Transmission System Operator) nei settori dell'efficienza energetica e dei biocombustibili. Per noi questo è un punto di attenzione.
  Occorre poi evitare quanto accaduto con il conto energia del fotovoltaico, cioè quando degli incentivi molto generosi sono stati poi riversati in bolletta appesantendo il lavoro di esazione svolto da tutti i fornitori di energia. L'Unione europea si è raccomandata di inserire in bolletta solo componenti attinenti. Gli oneri generali di sistema, che oggi pesano circa un terzo della bolletta di un'utenza domestica, rappresentano di fatto parafiscalità e disincentivano la concorrenza, perché quando un cliente cambia fornitore non percepisce il vantaggio, trovandosi in bolletta altre voci che non rappresentano l'energia. Ricordiamoci che oggi l'energia in bolletta pesa solo il 40-50 per cento del totale. Il resto è rappresentato da oneri di sistema, costi per l'uso delle reti, imposte e tasse.
  Infine è importante rendere anche rapide le tempistiche per il cambio di fornitore, se vogliamo favorire la concorrenza. In Francia, ad esempio, sono necessari pochi giorni per cambiare un fornitore; in Italia ancora mediamente siamo all'incirca a un mese di tempo.
  Questo è un quadro generale che volevamo citarvi. C'è poi il tema più importante di tutti, perché si relaziona anche a iniziative della Comunità europea: quello del superamento delle tutele di prezzo. Oggi nell'energia esiste una gran parte dei clienti che è approvvigionata alla tariffa cosiddetta «di maggior tutela», e ci troviamo in ritardo nel processo di superamento dei prezzi regolati che era stato a suo tempo definito dalla legge sulla concorrenza. Nutriamo preoccupazioni su questo tema, anche perché ancora talvolta si parla di un possibile rinvio.
  Secondo noi è importante far riferimento alla direttiva 944/019 dell'Unione europea, che stabilisce in modo inequivoco il principio generale in base al quale deve essere il mercato a definire il prezzo dell'energia per i clienti finali, e non consente questa direttiva una proroga oltre il 31 dicembre 2020 dei prezzi regolati per le piccole imprese. Consente invece un servizio di prezzi amministrati per micro imprese e clienti domestici anche dopo il 31 dicembre 2020 nella misura in cui questo servizio sia transitorio e sia accessibile in via non discriminatoria a tutte le imprese energetiche. Questo secondo noi esclude il mantenimento di un servizio di maggior tutela come quello di oggi, che è affidato a quelle imprese, possiamo dire, tradizionali, dove la fornitura di energia è integrata con il servizio di distribuzione, ovvero di gestione della rete.
  La direttiva 944/2019 e anche la legge sulla concorrenza comportano alcuni vincoli importanti sull'evoluzione del quadro relativo ai prezzi tutelati. In particolare, Pag. 5per le piccole e medie imprese non era possibile andare oltre il 31 dicembre 2020, e su questo siamo intervenuti in extremis perché nel primo semestre del 2021 è stata attuata la procedura di fine tutela per le PMI. Invece, per i clienti domestici e per le micro imprese, la cui liberalizzazione ad oggi è prevista per il 2023, e ci auguriamo che non emerga nessuna ulteriore proroga, è possibile prevedere un regime di prezzi amministrati per un periodo di tempo limitato, allo scadere del quale il cliente poi deve entrare nel mercato concorrenziale.
  Non è possibile continuare a prevedere un affidamento del regime dei prezzi regolati alle imprese verticalmente integrate alle imprese ex monopoliste, perché questo sarebbe non coerente con il principio di accessibilità del cliente da parte di tutte le imprese energetiche in maniera non discriminatoria. Tale servizio, ovvero quello della fornitura a prezzi regolati, dovrebbe essere erogato da tutte le imprese energetiche. In ogni caso, il percorso di superamento dei prezzi regolati deve avvenire con un disegno che preveda una concorrenza effettiva, accompagnata anche da un'efficace comunicazione istituzionale.
  Questo è il nostro spunto, il nostro pensiero, su come gestire la fine dei prezzi regolati dell'energia. È importante secondo noi, visto che è un tema di attualità, anche commentare alcuni dei dati che sono emersi dall'ultima relazione che ha fatto l'ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) sullo stato dei mercati energetici. L'anno della pandemia ha fatto registrare una riduzione dei consumi, ovviamente – perché c'è stata meno attività economica – più forte nel settore commerciale, dove c'è stata una riduzione tra il 4 e il 6 per cento e meno forte sul settore residenziale, dove anzi si è registrato un incremento del 2 per cento dei consumi.
  La pandemia però, per fortuna, non ha limitato la dinamicità del mercato. Anzi, abbiamo assistito anche alla nascita di nuovi fornitori. Questo è un tema importante. Noi stessi, come associazione, vorremmo che fossero velocizzate le operazioni per introdurre un albo dei venditori, perché questo dà una maggiore garanzia anche ai clienti finali nel momento in cui finiscono i prezzi regolati.
  Ci sono segnali incoraggianti anche sulle statistiche relative ai cambi di fornitore, che non sembra abbiano risentito della situazione emergenziale. Per circa il 14 per cento nell'energia elettrica e circa il 10 per cento nel gas, la domanda si è rivolta a un nuovo fornitore anche in questo periodo di pandemia. Vuol dire che il dinamismo è ancora presente sul mercato dell'energia, e ha portato i clienti domestici serviti in maggior tutela in contrazione a circa il 46 per cento del totale. D'altra parte, però, ci troviamo in un mercato ancora molto concentrato, dove il principale operatore, l'ENEL, ha la quota di mercato in maggioranza e i primi cinque operatori riforniscono l'80 per cento dei volumi.
  C'è un altro punto molto delicato, che va guardato con attenzione. La maggior parte dei cambi fornitore che avvengono all'interno di questo settore, i cosiddetti switch, sono dei cambi di fornitore all'interno dello stesso gruppo societario. Cioè, sono rifornito da un fornitore in maggior tutela, passo al mercato libero presso altra società dello stesso gruppo, ed è la società di mercato libero. Questo è un altro punto di attenzione in relazione alla concorrenza perché se il servizio di tutela, come è oggi, viene gestito solo da un numero limitato di fornitori, esiste un trend abbastanza affermato per cui c'è un'agevolazione, una semplicità maggiore, nel far passare al mercato libero il cliente all'interno dello stesso gruppo societario.
  AIGET ritiene fondamentale l'impegno di tutte le istituzioni affinché si completi il processo di liberalizzazione del mercato al dettaglio mediante l'implementazione di un quadro di regole che garantisca davvero una minore concentrazione all'interno del mercato e una sana competizione tra operatori, che devono essere affidabili ma anche in grado di operare ad armi pari, perché solo questo può portare convenienza e innovazione nel servizio.
  Io mi fermerei qui, penso di aver citato tutte le cose che per noi sono prioritarie. A valle poi invieremo anche una nota che riassume le cose che ho detto.

Pag. 6

  PRESIDENTE. Okay, perfetto. La ringrazio, dottor Bello. Iniziamo con gli interventi. Ho la collega Galizia, del gruppo Movimento 5 Stelle. Prego.

  FRANCESCA GALIZIA. Grazie, presidente. Io la ringrazio per il suo intervento. Ci ha dato sicuramente delle importanti e interessanti informazioni che possiamo utilizzare a livello parlamentare.
  La prima domanda è sulla questione del Superbonus, perché lei ha detto che molti aspetti sono stati chiariti anche attraverso, immagino, questo decreto «Semplificazione», ma ovviamente tutti attendono una proroga. Io mi auguro che questa proroga ci possa essere già nella prossima legge di bilancio. Le chiedo se voleva segnalarci, eventualmente, altri elementi su cui lei pensa sia necessario intervenire per renderla una misura effettivamente efficace e uno strumento utile per realizzare questa transizione verde.
  Ha fatto un passaggio sulla questione delle colonnine per le ricariche delle automobili. Non mi è stato chiaro il passaggio perché, mi scusi, non sono riuscita a seguirla bene. Si riferisce alle colonnine che vengono installate dai comuni? Quindi sono i comuni quelli che dovrebbero affidarle a più operatori? Se è così, riguarda i comuni e io sono d'accordo, perché magari quando un servizio viene sospeso da un operatore si garantisce sempre un servizio alla cittadinanza.
  Poi le volevo chiedere, in vista di un decreto che potrebbe arrivare alla Camera a breve, perché era previsto per luglio, e sarà il cosiddetto decreto «Concorrenza», io sarei ben lieta di accogliere da parte sua delle osservazioni, perché tanti dei temi che lei ha sollevato potrebbero essere oggetto di questo decreto o quantomeno di emendamenti parlamentari che possiamo sostenere anche attraverso questa Commissione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Galizia. Do la parola alla vicepresidente Rossini. Prego.

  EMANUELA ROSSINI. Buongiorno. Grazie per la vostra presenza oggi e di aver accolto questo invito di approfondimento. Collegandomi anche a quanto ha detto adesso la mia collega, attendiamo anche noi questa riforma sulla concorrenza. A questo proposito vi chiedo qual è l'aspettativa del ruolo, maggiore o minore, dello Stato, che secondo voi dovrebbe giocarsi in questo momento, in questa fase cruciale di costruzione di un nuovo equilibrio che dobbiamo tenere tra pubblico e privato, per sostenere non tanto le energie, ma sostenere un progetto di transizione energetica che è fortemente collegato a un progetto di sostenibilità ambientale. Sul ruolo dello Stato lei ha detto che ci aspettiamo delle linee guide, delle regolamentazioni. Le chiedo se può approfondire un attimo questo.
  L'altra domanda è sugli operatori affidabili. La preoccupazione è che chi si occupa di fornitura di energia resti dentro questo settore e quindi ragioni in termini di business. In realtà noi abbiamo bisogno di tenere insieme le anime, che sono le tipologie di energie, per un cambiamento anche nel nostro Paese, quindi integrare di più energie con meno impatto, con una sostenibilità ambientale, con una capacità dei territori di creare anche quel nuovo design istituzionale di servizi. I comuni devono poi creare il servizio, che è la centralina, affidandone la diffusione a più operatori, quindi operatori non solo affidabili ma anche che ci aiutino a creare un'integrazione di queste tre componenti, su cui tra l'altro è nato il nuovo dipartimento: sostenibilità, efficientamento energetico e ambiente. Voi cogliete e sentite questa visione olistica che si sta creando, anche proprio nel modo in cui si sta operando?
  Terzo punto e ultimo: parliamo di diverse tipologie di energie, quindi energie elettriche, energie rinnovabili, idrogeno. Idrogeno verde? Non è ancora stato detto con chiarezza. Si dice che la partita ormai il nostro Paese l'ha persa sul fotovoltaico. Secondo lei abbiamo già fatto scelte o avremmo bisogno di fare scelte più precise? Dove andare, o anche quanto puntare su alcuni tipi di energie (parliamo poi anche di biomassa e il campo è ancora ampio). Come vedete in questo momento la Pag. 7situazione, pensando alla prospettiva in cui il Paese deve marciare e deve crearsi tutta un'infrastruttura attorno ai servizi energetici? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Rossini. Non ho altri interventi. Dottor Bello, le lascio subito la parola. Prego.

  MASSIMO BELLO, presidente di AIGET, Associazione Italiana di Grossisti di Energia e Trader. Grazie per tutti gli spunti, che sono molto interessanti. Provo a rispondere sui vari argomenti e poi ci riserviamo di mandarvi qualche materiale aggiuntivo, perché magari non tutto mi viene in mente adesso.
  Sul Superbonus io raccolgo dalle imprese questa necessità. Si tratta di lavori complessi. Nella gran parte dei casi c'è una fase iniziale di sanatoria, perché ci sono sempre delle difformità che vengono rilevate all'interno delle abitazioni, che devono essere sistemate. Il concepimento di un progetto di Superbonus è molto lungo, e parliamo di un tempo dai tre ai sei mesi. Questo vuol dire che servirebbe poi un orizzonte temporale abbastanza più ampio per poter poi implementare i progetti.
  Nella configurazione precedente, dove non era ancora chiara la prosecuzione al 2022 del Superbonus, ci si muoveva in una situazione di forte incertezza. Adesso c'è già un po' più di chiarezza, posto che andare oltre il 2022, soprattutto per condomini di grande dimensione, è molto sensato, perché oggi ci troviamo in una contingenza che porta anche a carenza di materiali e di materie prime per gli interventi del Superbonus, nonché a un'impennata dei prezzi molto importante generata dall'orizzonte temporale molto breve. Se ci fosse un orizzonte temporale più ampio, sarebbe possibile avere anche un effetto positivo sui prezzi dei materiali dell'edilizia, che in questo momento sono un po' fuori controllo.
  Oggi qual è l'esigenza che mi viene più spesso segnalata? È questa: non esistono nella gran parte dei casi progetti che sono solo 110, cioè solo efficientamento dell'edificio attraverso gli interventi del Superbonus. Gran parte di questi interventi sono un mix di agevolazioni: quelle al 50, quelle al 90, quelle al 110. Allo stato attuale ci si trova in un'anomalia, in base alla quale al 31 dicembre del 2021 le agevolazioni del 50 e del 90 terminano, così come termina la possibilità per queste due agevolazioni di fare sconto in fatture a cessione del credito. Gli operatori oggi si trovano ad avere una rassicurazione sul fatto che il 110 può continuare ad operare nel 2022, ma le commesse che si muovono nell'ambito di più agevolazioni sono in difficoltà perché una gamba può andare avanti e le altre gambe no. Questa è la cosa che ci terrei a segnalare oggi, posto che se raccogliamo altre informazioni in associazione volentieri ve le facciamo avere.
  Sui comuni volevo dire questo: oggi i comuni emanano dei bandi, che possono riguardare l'installazione in concessione di stazioni di ricarica per le auto elettriche, ma anche per esempio l'affidamento di servizi di sharing, come lo scooter sharing, lo sharing di monopattini eccetera; e i comuni invitano delle aziende a partecipare. Quello che secondo noi deve essere proprio un principio basilare è non affidare mai il servizio a un solo soggetto, perché altrimenti si vengono a creare dei monopoli locali; anche nelle condizioni economiche ci si può trovare in una situazione per cui un solo operatore fa il prezzo all'interno di un'area comunale, e questo non è mai un bene.
  Sullo sharing abbiamo osservato che i comuni si stanno già indirizzando sull'affidamento a più gestori. Sulle colonnine di ricarica no: di solito si affida al servizio un unico operatore, e questo non è ottimale secondo noi. Anche su questo ci riserviamo di inviarvi qualche altro spunto, perché un'altra cosa che oggi osserviamo è che non esiste uno standard di riferimento per l'accesso alle colonnine. Ogni operatore fa la sua regola e questo può anche limitare la concorrenza sulla singola colonnina, perché il proprietario della colonnina non è tenuto oggi a offrire uno standard di accesso alla colonnina a tutti i fornitori di energia che possono erogare energia ai clienti.
  Poi, operatori affidabili. Operatori affidabili secondo me vuol dire questo: dobbiamo Pag. 8 avere un occhio particolare a quegli operatori che si rivolgono alle famiglie, cioè quegli operatori che hanno l'ambizione e hanno l'obiettivo di diventare fornitori delle famiglie dei piccoli utenti che usciranno dal servizio regolato. Non sono tutti così. Oggi si dice sempre che ci sono in Italia 400 fornitori di energia. Sì, però di questi soltanto qualche decina ha davvero come strategia aziendale quella di fornire i consumatori a livello nazionale.
  L'abbiamo visto quando è stata fatta proprio nel 2021 l'asta per le PMI. Gli operatori che hanno partecipato erano qualche decina, forse venti. Questi operatori sono quelli che hanno l'ambizione di diventare fornitori a livello nazionale anche per i consumatori. Questi devono essere particolarmente affidabili. È per questo motivo che l'albo dei venditori, che oggi non esiste, dovrebbe definire requisiti economici, ma anche requisiti di affidabilità e di competenza.
  Di fatto è così, perché le proposte che sono state elaborate dal Ministero competente vanno in questa direzione. Dovrebbe a nostro avviso essere completato l'iter, perché questo dà una maggiore garanzia di affidabilità agli utenti finali.
  Dopodiché metto insieme il tema delle nuove forme di energia e di che cosa ci aspettiamo dalle regole, dall'impostazione che verrà data alla transizione ecologica. La domanda è complicata, ci sono implicazioni di vario tipo. Però quello che noi vorremmo veramente scongiurare è quanto accaduto con il conto energia, che era l'incentivazione che è stata implementata una decina di anni fa per lo sviluppo del fotovoltaico. Che cosa è successo con questa incentivazione? È successo che gli investitori nel fotovoltaico sono stati prevalentemente investitori di tipo finanziario, fondi di investimento anche non necessariamente italiani. Gli incentivi hanno portato all'acquisto in massima parte di tecnologia non italiana, quindi di tecnologia prodotta in Cina, perché è da lì che arriva l'approvvigionamento dei pannelli fotovoltaici, che sono stati adoperati in prevalenza per il conto energia.
  L'effetto di questa incentivazione è stato quello di non creare alcuna filiera nazionale, alcuna ricaduta industriale nazionale. Ovviamente sto parlando una visione generale. È ovvio che ci sono stati casi, invece, di imprese italiane che si sono distinte nell'ambito del fotovoltaico, però in generale non è stata un'incentivazione che ha portato alla creazione di una filiera industriale italiana. Noi invece vorremmo che questo fosse un punto di grande attenzione. Siccome i fondi dedicati al Recovery Plan saranno straordinariamente importanti, le scelte da prendere dovranno far sì che si crei una ricaduta industriale tecnologica di competenza nazionale e far questo anche attraverso la concorrenza. Cioè, non solo ricadute sui grandi campioni nazionali, ma ricadute in grado di creare un'industria, di creare competizione, nuove imprese e nuovi servizi.
  Questo è il nostro principio. Mi rendo conto che è un principio difficile da declinare, però in passato è stato fatto un po' l'opposto e non abbiamo colto tutto il beneficio e il potenziale di quella misura che avremmo potuto invece cogliere se ci fosse stata una maggiore ricaduta sull'industria nazionale.

  PRESIDENTE. Perfetto. Io non ho altri interventi. La ringrazio molto, dottor Bello. Sì, come sempre noi chiediamo in queste audizioni se gli auditi possono inviarci del materiale, delle memorie, da allegare poi all'indagine conoscitiva. Potete sicuramente mandarla ai nostri uffici. Io la ringrazio, le auguro un buon lavoro e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.35.