XVIII Legislatura

XI Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Giovedì 19 dicembre 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tripiedi Davide , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SUL RIORDINO DEL SISTEMA DELLA VIGILANZA IN MATERIA DI LAVORO, CONTRIBUZIONE E ASSICURAZIONE OBBLIGATORIA A SEGUITO DELLE MODIFICHE INTRODOTTE DAL DECRETO LEGISLATIVO 14 SETTEMBRE 2015, N. 149, NELLA PROSPETTIVA DI UNA MAGGIORE EFFICACIA DELLE AZIONI DI CONTRASTO AL LAVORO IRREGOLARE E ALL'EVASIONE CONTRIBUTIVA

Audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo.
Tripiedi Davide , Presidente ... 2 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 2 
Tripiedi Davide , Presidente ... 5 
Cominardi Claudio (M5S)  ... 5 
Gribaudo Chiara (PD)  ... 7 
Costanzo Jessica (M5S)  ... 8 
Cantone Carla (PD)  ... 9 
Cubeddu Sebastiano (M5S)  ... 10 
Cominardi Claudio (M5S)  ... 10 
Tripiedi Davide , Presidente ... 10 
Cubeddu Sebastiano (M5S)  ... 11 
Tripiedi Davide , Presidente ... 11 
Catalfo Nunzia , Ministra del lavoro e delle politiche sociali ... 11 
Tripiedi Davide , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
DAVIDE TRIPIEDI

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati, nonché la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul riordino del sistema della vigilanza in materia di lavoro, contribuzione e assicurazione obbligatoria a seguito delle modifiche introdotte dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, nella prospettiva di una maggiore efficacia delle azioni di contrasto al lavoro irregolare e all'evasione contributiva, l'audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali, Nunzia Catalfo.
  Nel ringraziare la Ministra per la disponibilità, le cedo immediatamente la parola per la relazione.

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Desidero innanzitutto ringraziare la Commissione per l'avvio della presente indagine conoscitiva centrata sul riordino del sistema di vigilanza, nella prospettiva di una maggiore efficacia dell'azione di contrasto al lavoro irregolare e all'evasione contributiva.
  I contributi resi dagli esperti e dai rappresentanti degli enti coinvolti, sentiti nel corso dell'indagine, sono risultati preziosi al fine di avere chiaro il quadro dell'attuale sistema di vigilanza introdotto dal decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 149, che ha istituito l'Agenzia unica per le ispezioni del lavoro, integrando i servizi ispettivi del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell'INPS e dell'INAIL. Occorre entrare nel merito dei dati, in parte già discussi dalla Commissione, per capire se la riforma ha centrato l'obiettivo di razionalizzare e semplificare le attività di vigilanza, evitando la sovrapposizione dei controlli nelle aziende e centralizzando l'operatività delle realtà ispettive in capo all'Ispettorato. Bisogna, in particolare, soffermarsi sui risultati relativi all'attività compiuta dall'Ispettorato negli ultimi due anni, ovvero da quando lo stesso è divenuto operativo. Secondo il Rapporto annuale delle attività di vigilanza 2018, pubblicato sul sito istituzionale dell'Ispettorato, i recuperi contributivi assicurativi nel 2017 ammontano a 1,1 miliardi di euro. Nel 2016 il totale dei contributi e premi evasi è stato invece pari a 1.101.105.790 euro, con una sostanziale invarianza del dato di riferimento. Il recupero dei premi INAIL ha fatto altresì registrare un saldo positivo, con un recupero nel 2017 di 80.398.967 euro, a fronte di 74 milioni nel 2016. Ancor più significativi appaiono i risultati delle attività di vigilanza conseguiti nel 2018. Dai dati resi dall'Ispettorato nazionale del lavoro sull'accertamento dei contributi previdenziali da parte dell'Ispettorato si registra un aumento annuo di oltre il 20 per cento. Dai dati resi dall'INPS in relazione all'attività di vigilanza previdenziale, effettuata dal solo personale dell'Istituto, si evidenzia un aumento dell'efficacia ispettiva Pag. 3rispetto al 2017, con un incremento del 25 per cento. Analogamente, per ciò che riguarda la vigilanza assicurativa, si rileva un aumento ancor più evidente dell'efficacia, passando da 80 milioni di euro nel 2017 a 126 milioni di euro nel 2018, con un aumento del 57 per cento.
  Il trend è positivo anche con riferimento alle attività di vigilanza compiute nel primo semestre 2019, nel quale il tasso delle irregolarità riscontrate presso le imprese controllate è salito del 3 per cento, passando dal 69 al 72 per cento; così come è aumentato del 7,7 per cento il numero delle posizioni lavorative risultati irregolari: dalle 72.222 del primo semestre 2018 alle 83.191 attuali. In crescita del 14 per cento (da 20.398 a 23.300) è anche il numero dei lavoratori in nero accertati.
  L'attività di contrasto è risultata ancora più incisiva negli ambiti di intervento complessi e insidiosi. È infatti più che raddoppiato (da 5.161 a 10.454) il numero dei lavoratori soggetti a forme di appalto e somministrazione illeciti ed è pressoché triplicato (da 150 a 413) quello dei lavoratori interessati da accertamenti in materia di distacco transnazionale illecito. Le indagini svolte sul fronte della lotta al caporalato hanno altresì portato alla denuncia di 263 persone, 59 delle quali in stato di arresto, in netto incremento rispetto alle 80 denunce del medesimo periodo del 2018, con un'incidenza del fenomeno che si è confermata prevalente, con un numero di denunce pari a 147, nel settore agricolo. In sensibile aumento sono anche i recuperi contributivi risultanti dall'attività di vigilanza previdenziale e assicurativa, che, nel primo trimestre 2019, sono stati pari a 530 milioni di euro (con un aumento del 43 per cento), rispetto ai 351 milioni di euro del corrispondente primo semestre 2018. La circostanza per cui nel 2018 l'indice di irregolarità delle aziende ispezionate è stato pari al 70 per cento, ovvero cinque punti percentuali in più rispetto al 2017, quando era al 65 per cento – tre punti percentuali in più nel raffronto tra il primo semestre 2018 (69 per cento) e il primo semestre 2019 (72 per cento) –, è indicativa di un importante miglioramento dell'attività di intelligence. Dai dati emerge che la concentrazione della forza ispettiva permette una razionalizzazione degli interventi, limitando onerose movimentazioni del personale su tutto il territorio nazionale. Questi dati avvalorano l'importanza di proseguire in questa direzione, rafforzando l'attività di contrasto ai fenomeni di irregolarità, primi tra tutti il lavoro nero, il caporalato, i fenomeni di appalto illecito e le altre forme di esternalizzazione irregolare, nonché la piaga dell'evasione contributiva, intervenendo contemporaneamente anche su tutte le criticità che l'attuale sistema presenta, al fine di meglio indirizzare le azioni di contrasto.
  Al fine di efficientare il modello organizzativo, è stata svolta un'intensa attività di formazione del personale ispettivo avente ad oggetto le funzioni di polizia giudiziaria, l'esercizio del potere di sospensione dell'attività imprenditoriale e l'utilizzo della diffida accertativa quale strumento per tutelare i crediti da lavoro dipendente. Parallelamente, per il personale ispettivo oggi dipendente del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, sono stati definiti specifici percorsi formativi in materia previdenziale e assicurativa, realizzati senza ulteriori oneri per l'amministrazione, poiché organizzati con l'ausilio delle strutture del personale dell'Ispettorato, dell'INPS e dell'INAIL. Con tale attività è stata garantita una maggiore uniformità di competenze che, in prospettiva, consentirà una maggiore fungibilità del personale di vigilanza e di impiegare con maggior efficacia tutto il personale ispettivo verso obiettivi che, di volta in volta, costituiranno priorità di intervento, così come già avviene in relazione al fenomeno del caporalato.
  A tale proposito, occorre precisare che le dotazioni organiche dell'Ispettorato, censite in complessive 5.673 unità all'inizio della sua attività (in data 1° gennaio 2017), ammontavano a poco meno di 5.100 unità al 30 giugno di quest'anno e si assesteranno a circa 4.940 alla fine del 2019, con un decremento nel triennio di circa il 13 per cento delle risorse spendibili nello svolgimento delle attività istituzionali. Sul punto, occorre anzitutto evidenziare che le diverse Pag. 4finalità degli accertamenti, lavoristico, previdenziale e assicurativo e prevenzionistico, sono rimaste in capo al personale ispettivo di diversa provenienza, in quanto dotato della specifica professionalità necessaria. In altri termini, sebbene l’ex corpo ispettivo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dell'INPS e dell'INAIL sia oggi dotato dei medesimi poteri, allo stesso non è mai stato richiesto di svolgere accertamenti al di fuori delle competenze acquisite. Al personale di provenienza ministeriale sono assegnati compiti di vigilanza lavoristica, così come al personale degli Istituti sono assegnati compiti di vigilanza specificamente previdenziale e assicurativa. Nell'ipotesi in cui siano necessari accertamenti di diversa natura, gli stessi sono effettuati da squadre miste, composte da personale ispettivo di diversa provenienza.
  La permanenza di tali distinzioni all'interno dell'Ispettorato, se, da un lato, può costituire un valore aggiunto, in quanto consente sinergie destinate al raggiungimento di obiettivi comuni, dall'altro, suggerisce la necessità di un progressivo ampliamento delle professionalità, da realizzare attraverso percorsi formativi mirati di tutto il personale. L'obiettivo, in generale, è quello di migliorare le professionalità di ciascuno mediante l'acquisizione di un più ampio spettro di competenze e di consentire a tutto il personale ispettivo un'ottimale gestione dei diversi profili che possono rinvenirsi nel corso degli accertamenti.
  L'istituzione dell'Ispettorato nazionale del lavoro è avvenuta effettivamente senza alcun ulteriore onere a carico della finanza pubblica. Ciò ha impedito una strutturazione dell'Agenzia secondo i canoni del decreto legislativo n. 300 del 1999; è stata prevista, ad esempio, l'applicazione della contrattazione collettiva del comparto Ministeri, comportando una diversità di trattamento economico in capo al personale ispettivo, in base alla diversa provenienza. Al riguardo, giova altresì rammentare che l'articolo 1, comma 455, della legge di bilancio 2019, nell'ottica di rafforzare la funzione ispettiva, ha autorizzato, con contestuale incremento della dotazione organica, l'Ispettorato nazionale del lavoro a procedere all'assunzione nel prossimo triennio di quasi mille unità di personale, in prevalenza appartenenti ai ruoli ispettivi.
  Il rafforzamento dell'attività, impegno prioritario nell'agenda di Governo, passerà necessariamente anche attraverso l'investimento in risorse umane. In tale senso, ricordo che il decreto-legge n. 101 del 2019, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 128 del 2019, ha previsto un concorso finalizzato a implementare la dotazione organica dell'Ispettorato nazionale del lavoro con l'assunzione a tempo indeterminato di personale ispettivo fino a centocinquanta unità a decorrere dal 2021.
  Nonostante i dati segnalati fotografino una situazione di progressivo miglioramento nel raggiungimento degli obiettivi dell'attività di vigilanza, deve darsi atto che la riforma, così come introdotta nel 2015, ha bisogno di essere completata. A tale fine, si rende necessario implementare le modalità di raccordo tra gli ex ispettori del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, gli ispettori dell'Ispettorato nazionale e gli ispettori dell'INPS e dell'INAIL. Attualmente, ci sono due protocolli siglati dall'Ispettorato nazionale del lavoro, rispettivamente, in data 21 febbraio 2017 con INPS e in data 10 luglio 2017 con INAIL, che, nelle more della definizione della normativa secondaria, sono finalizzati a disciplinare la collaborazione istituzionale tra gli enti, allo scopo di garantire la continuità dell'efficace svolgimento dell'attività di vigilanza ispettiva in materia di contribuzione obbligatoria, nonché in materia assicurativa. Parallelamente, è necessario rafforzare la partecipazione delle parti sociali alla riforma del sistema prevenzionistico. A tale proposito, ricordo che con questi soggetti è aperto un tavolo di confronto sui temi della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, finalizzato all'individuazione di proposte condivise, tese al rafforzamento e all'eventuale aggiornamento del quadro di tutele e misure di prevenzione disciplinate dal decreto legislativo n. 81 del 2008 e all'introduzione di un meccanismo premiale per le aziende che investono in sicurezza. Sin dai primi incontri è emersa la Pag. 5necessità di agire in più direzioni. Mi riferisco al coordinamento delle banche dati sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e all'attivazione del rating, quale strumento volto a selezionare le imprese più virtuose nell'accesso ad appalti e commesse pubbliche.
  Tra i primi interventi da dover compiere, nella prospettiva della razionalizzazione e della semplificazione dell'attività di vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale, vi è senz'altro quello dell'interoperabilità delle banche dati dei vari istituti. L'effettiva condivisione dei database e di tutte le informazioni sulle aziende ispezionate e da ispezionare rappresenta anche una condizione necessaria per una piena valorizzazione dell'attività ispettiva, così come previsto dall'articolo 11, comma 5, del decreto legislativo n. 149 del 2015. A tale fine, è stata istituita una banca dati delle aziende ispezionate, ossia un sistema di raccolta dei dati di sintesi relativi alle ispezioni effettuate dagli ispettori dell'Ispettorato nazionale del lavoro, dell'INPS e dell'INAIL. A ciò si è affiancato, ad oggi, un investimento effettuato dall'Ispettorato nazionale del lavoro, finalizzato a dotare l'Ispettorato di strumenti avanzati, che consentiranno allo stesso di gestire ogni informazione messa a disposizione dagli istituti.
  Per quanto concerne l'istituzione delle Commissioni regionali di programmazione, queste hanno contribuito al miglioramento dei problemi legati alla sovrapposizione degli interventi ispettivi. Sul ruolo delle Commissioni territoriali di programmazione, l'intenzione del Governo è di implementare le misure volte a responsabilizzare il maggior numero dei soggetti istituzionalmente coinvolti nella vigilanza in materia di lavoro e legislazione sociale. In tale prospettiva, va in questa sede ricordato che, ferma l'individuazione delle linee di intervento da parte della Commissione centrale di coordinamento della vigilanza, presieduta dal Ministro del lavoro, l'istituzione delle Commissioni regionali di coordinamento ha permesso di procedere a una selezione degli obiettivi di vigilanza più significativi in relazione ai fenomeni territorialmente più rilevanti, evitando così la sovrapposizione degli interventi ispettivi. È proprio nell'ambito di tale programmazione a livello territoriale che sono stati condivisi appositi progetti di vigilanza speciale, quali, ad esempio, quello per il contrasto al caporalato.
  In conclusione, è interesse del Ministero e del Governo definire la strada da percorrere per giungere a un miglioramento e a un potenziamento dell'attività di vigilanza. È in atto una approfondita riflessione sul tema, che da gennaio affronteremo con i vari attori coinvolti (INPS, INAIL e INL), tenendo conto, ovviamente, delle proposte avanzate anche nell'ambito dell'indagine conoscitiva svolta proprio da questa Commissione.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre questioni o formulare osservazioni.

  CLAUDIO COMINARDI. Grazie, Presidente. Ringrazio la Ministra. Ho seguito con molto interesse l'indagine conoscitiva proposta dalla collega Jessica Costanzo. Ho seguito con molto interesse gli interventi dei singoli auditi e posso dire, in merito all'efficacia dell'Ispettorato del lavoro, che l'indagine conoscitiva riguarda un tema centrale: l'annosa questione dell'abrogazione del ruolo a esaurimento dei singoli corpi ispettivi. Cito solo alcuni interventi fatti: secondo il presidente dell'INPS, professor Tridico, non è urgente, ma urgentissimo intervenire, perché i dati ufficiali che l'INPS fornisce al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e al Ministero dell'economia e delle finanze sull'evaso ci dicono che le aziende ispezionate e l'evaso recuperato si sono ridotti tremendamente. Per non parlare dell'intervento di Maria Sandra Petrotta, alla direzione centrale entrate dell'INPS fino a poco tempo fa, che chiede la stessa cosa; così come il direttore generale dell'INAIL, Giuseppe Lucibello; e ancora, il direttore centrale rapporto assicurativo. A questi si aggiungono anche alcuni sindacati: USB, USB comparto pubblico. Mi risulta che, in un'assemblea del 10 dicembre scorso a Bologna, gli ispettori hanno incaricato il sindacato CGIL di affrontare una serie di punti, tra i quali, l'abrogazione del Pag. 6ruolo a esaurimento. Per non parlare delle inchieste giornalistiche che sono state fatte da Report e da Presa Diretta sull'inefficacia del coordinamento. Poi entrerò più nel dettaglio. Si aggiungono le iniziative di tutti i gruppi politici.
  Durante questa indagine conoscitiva sono intervenuti membri di opposizione e di maggioranza e tutti hanno manifestato la medesima necessità di affrontare questo tipo di problema.
  Questa è una questione che io seguo del 2014, quando si parlava ancora della legge delega in materia di lavoro, che poi si è tradotta, per questa fattispecie, nel decreto legislativo n. 149 del 2015. L'ho sempre seguita, l'ho seguita anche durante il Governo «Conte 1», quando sono riuscito a riunire intorno al medesimo tavolo il Ministero, l'INL, i vertici INPS e INAIL: sembrava di essere arrivati a un punto, però, purtroppo, è venuto meno il Governo ed è venuta meno anche questa iniziativa.
  Dico che è urgente intervenire in questo senso. Non lo dico io, lo dicono i dati che ci hanno portato i vertici dei singoli corpi ispettivi. Posso prendere il numero delle aziende ispezionate dall'INPS: nel 2015 eravamo a 39.548, ora ci ritroviamo a 14.860. Un dato incredibile, c'è un tracollo nel numero delle aziende ispezionate. Queste si riducono perché gli ispettori, siccome sono sempre meno, devono cercare di focalizzarsi su meno imprese e fare interventi mirati su imprese più grandi, più importanti. Questo significa che viene trascurata la capillarità dell'intervento. Le aziende irregolari riscontrate sono calate: da 31.840 nel 2015 a 12.033; il numero di lavoratori irregolari riscontrati è passato da 42.892 – sempre nel 2015, quindi prima della riforma – a 25.936. Così anche l'evaso contributivo è calato, anche se non di molto, devo dire: questo perché c'è un importante know how all'interno dei singoli corpi ispettivi, una grande conoscenza, un lavoro importante di intelligence, della competenza. Per quello ci si chiede: adesso, nel breve termine, in alcuni contesti si riesce a «tenere botta», ma, con il ruolo a esaurimento, chi potrà portare avanti queste attività con la medesima efficacia? Sempre i vertici INPS e INAIL ci dicono che per formare un ispettore ci vogliono dieci anni. E nel frattempo? Questo diventa problematico.
  C'è anche il discorso delle banche dati, che è sicuramente un tema importante. Bisogna sapere che, ad oggi, l'INPS ha ceduto tutti gli applicativi utili per la contestazione immediata degli addebiti contributivi, compresa la piattaforma dell'attività di vigilanza.
  C'è il discorso, purtroppo ricorrente, delle duplicazioni dei controlli, della sovrapposizione. Ce lo dice l'INAIL: loro riscontrano l'1 per cento di queste sovrapposizioni. Sarebbe bastato mettere a sistema le banche dati e non ci sarebbe stato bisogno di fare questa riforma. Quindi, che fare? Tornare indietro non si può, alla situazione precedente il Jobs act, però si può fare qualcosa che è molto semplice: superare il ruolo a esaurimento. Io non voglio che si creino contrapposizioni tra INL, INPS e INAIL. So che nell'INL gli ispettori fanno, giustamente, delle rivendicazioni salariali e, secondo me, bisogna dare delle risposte in questo senso. So che ha già fatto qualcosa il Governo «Conte 1», ma non è ancora sufficiente. Non è semplice, però so che c'è tutta la sensibilità su questo argomento.
  Altro tema importante è l'attività ispettiva. Essa, con l'avvento dell'Ispettorato nazionale del lavoro, oggi risulta rallentata, più che coordinata, proprio a causa delle Commissioni regionali, che si convocano una volta al mese per approvare le liste delle ispezioni. Questo comporta che viene meno la tempestività dell'azione e, non da meno, che si inficia la necessità di riservatezza, perché sempre più soggetti vengono coinvolti; il numero rilevante di soggetti coinvolti prima di un'ispezione, con un preavviso di un certo tipo, può creare dei problemi sull'efficacia.
  Concludo dicendo che, nonostante il numero ridotto, gli ispettori INAIL e INPS hanno sempre portato grandi risultati, grazie alle tecnologie, ai software, che sono conoscenze che non si possono trasferire nell'immediato, e che la stima sull'evasione contributiva nel nostro Paese si attesta a Pag. 7100 miliardi di euro. Quindi noi abbiamo anche un bacino economico molto importante da aggredire, e chiedo a gran voce, per quanto possibile, di prendere un impegno in questo senso, che non è più procrastinabile.

  CHIARA GRIBAUDO. Grazie, Presidente. Grazie, signora Ministra, per una relazione che, purtroppo, non ci conforta. Sappiamo che il tasso dell'evasione fiscale e contributiva è elevatissimo nel nostro Paese, ma i dati dell'INAIL ci ricordano che, nei primi otto mesi del 2019, 685 sono stati gli esiti mortali, 416.894 sono state le denunce di infortunio sul lavoro: significa che abbiamo quasi tre eventi mortali ogni ventiquattro ore. Quindi, si tratta di un'emergenza nazionale importantissima. So che la Ministra su questo si è già espressa e sta lavorando in questa direzione, quindi la ringrazio. È fondamentale mettere il tema al centro di questa riflessione. Ringrazio anche la collega Costanzo, che ha voluto affrontare questa tematica, anche con riferimento alla opportunità di verificare l'attuazione delle norme che il legislatore ha approvato.
  Io non posso non partire dal decreto legislativo n. 149 del 2015, che è già stato ricordato, da quel decreto legislativo di attuazione del Jobs act che aveva uno spirito – io penso – che possiamo condividere quasi tutti. Dispiace vedere che le opposizioni non sono presenti in questa occasione. Lo trovo grave, signor Presidente, non solo per rispetto della Ministra, ma, più in generale, per la discussione complicata e complessa che stiamo facendo. Questo è un tema davvero importante e che la Commissione non si riunisca al completo – peraltro l'Assemblea non è convocata – è veramente spiacevole e lo ritengo sbagliato. Sottolineo questo aspetto: che non ci siano le opposizioni in quest'aula lo trovo davvero molto grave, perché è un tema urgente e importante.
  Ritorno al decreto legislativo n. 149 del 2015, perché il suo intento, secondo me, era quello di istituire un coordinamento indispensabile. Del resto, noi abbiamo otto controllori che non si parlano tra di loro, otto forze ispettive nel nostro Paese che fanno i controlli senza relazionarsi tra loro. L'obiettivo del coordinamento di un'agenzia che facesse da raccordo lo ritengo, non solo indispensabile, ma anche doveroso in questo Paese. Altrimenti, oggi ognuno va per sé e ci troviamo in questa condizione.
  L'errore fatto con il decreto legislativo n. 149 del 2015 è che, per quella riforma, non sono state previste risorse finanziarie, e io credo che questo sia un errore che dobbiamo evitare. Visto che siamo al Governo, io penso che per questo problema bisogna trovare le risorse e far ripartire un'azione di coordinamento che ritengo indispensabile, fondamentale, che non metta in contrapposizione gli ispettori dell'INPS, formati nell'INPS, gli ispettori dell'INAIL e gli ispettori di altri enti, perché non è accettabile che abbiamo otto filiere di controllo. A differenza del collega Cominardi, che forse, nel suo intervento, non ci si è soffermato a sufficienza, ritengo che il tema delle banche dati sia centrale oggi e penso che la banca dati unica sia la sfida su cui dobbiamo lavorare, Ministra, perché è doverosa. Ricordo che anche il fatto che i protocolli siano fermi dal 2017 non costituisce un indice di collaborazione, e credo che questo vada stigmatizzato, perché le banche dati pubbliche non sono banche di aziende private. Quindi, sempre nel rispetto dell'autonomia dei ruoli delle istituzioni, ricordiamo a tutti che sono banche dati pubbliche, quindi gli istituti devono fare gli sforzi necessari per mettere in comune le competenze e le conoscenze. Altrimenti non ne usciamo.
  Sul ruolo a esaurimento sono d'accordo con il collega Cominardi. Più che andare a vedere il ragionamento che stanno facendo le singole realtà, la professionalità va rispettata, va riconosciuta; ripeto, è uno sforzo in più che dobbiamo chiedere di fare e forse quello che dobbiamo fare, da forza di maggioranza, è di non mettere i diversi enti in contrapposizione, ma di farli sedere intorno a un tavolo.
  Effettivamente – do atto al collega Cominardi – si era iniziato un percorso, dalle sue parole vedo che auspica che proseguano i tavoli di confronto; è fondamentale che venga riunita la Commissione centrale Pag. 8di vigilanza, in cui non siedono solo i soggetti che pianificano le ispezioni, ma io penso che sia fondamentale che di quella Commissione facciano parte anche i sindacati e le parti datoriali e che si riprenda quindi un dialogo proficuo.
  Approfitto per aggiungere ancora un elemento alla discussione che faremo: quello del consiglio di amministrazione dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Credo che anche su questo dobbiamo fare una riflessione. Una riflessione perché, attualmente, all'interno del Cda sono rappresentati l'INPS, l'INL, l'INAIL e, ovviamente, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. In questa sede, faccio una proposta ai colleghi: penso che dovremmo ripensare quel Cda, immaginando al suo interno – ovviamente le strutture interessate sono già state ascoltate e sono coinvolte pienamente in questo processo –, vista la gravità della situazione nel nostro Paese, figure autorevoli, per esempio, professori universitari, esperti, magistrati, che abbiano un approccio diverso ai problemi e con autorevoli competenze in questi temi. Essi potrebbero costituire un elemento che arricchisce e che aiuta ad arrivare dove oggi lo Stato non riesce ad arrivare. Fermo restando che, dobbiamo ricordare, non mancano solo gli ispettori, ma tutta la struttura amministrativa. È in corso in questi giorni una petizione, che sta raccogliendo molte firme, non solo per richiedere, giustamente, parità di retribuzioni, perché le professionalità vanno salvaguardate ovunque esse siano, nell'INL, nell'INPS, come nell'INAIL. Infatti, penso che sia importante ricordare che non c'è solo un problema di ispettori – certo, più ce ne sono, meglio è –, ma c'è anche un problema di carico del lavoro amministrativo. Quindi, forse, dobbiamo fare una riflessione più attenta e puntuale anche su questo tema, proprio perché, se gli ispettori sono liberati dal lavoro amministrativo, possono fare più e meglio il lavoro ispettivo. D'altra parte, se c'è un lavoro amministrativo più coordinato, si riesce anche a lavorare meglio.
  Ritengo che lo sforzo debba essere quello di andare avanti e non di tornare indietro. Le riforme a costo zero non si fanno, tanto più in questi settori. Penso che le condizioni in cui ci troviamo ci dimostrino che è importante agire, investire risorse e anche motivare le persone che oggi svolgono un lavoro prezioso e delicato come quello degli ispettori, da qualunque istituto lo facciano. È però fondamentale riuscire a fare uno sforzo di modernità, che in questo Paese manca e di cui, invece, abbiamo bisogno, perché la situazione, così com'è, non va bene, e ce lo ricordano i casi di infortunio e di morte che troppo spesso ricorrono ancora nel nostro Paese.

  JESSICA COSTANZO. Grazie, Presidente. Io ringrazio la Ministra soprattutto per il riepilogo che ha fatto dei dati del rapporto annuale dell'INL.
  Siamo giunti alla conclusione di questa indagine conoscitiva, che ha raccolto diverse testimonianze attraverso diverse audizioni e che, addirittura, era partita con un'altra maggioranza, evidenziando proprio che le riforme, quando vengono fatte, devono sempre avere un approccio costruttivo di lungo periodo. Quindi, a prescindere dal Governo che c'è, bisogna evitare approcci disfattisti o poco costruttivi, bisogna monitorare nel tempo qualsiasi riforma e, laddove sia necessario, anche potenziarla e rilanciarla per evitare di perdere di vista gli obiettivi di fondo. Questo è il senso di questa indagine conoscitiva, che oggi si conclude, purtroppo – e me ne rammarico, come già la collega Gribaudo –, alla presenza delle sole forze di maggioranza: quando si tratta di un tema che riguarda la sicurezza sui luoghi di lavoro e la regolarità del lavoro in sé, non ci dovrebbero essere divisioni politiche. Quindi, penso che l'assenza delle opposizioni sia una perdita per tutti, ma soprattutto per il mondo del lavoro del nostro Paese.
  Tornando al riepilogo fatto, ho sentito, dai dati elencati, dei risultati positivi. L'obiettivo però è nel lungo periodo, soprattutto perché queste audizioni hanno innescato delle frizioni, anche delle divergenze di vedute e difficoltà di vari enti: INL, INPS e INAIL. Ovviamente, sono state fatte richieste differenti. Il collega Cominardi ne ha riassunte molte, ma anche la collega Gribaudo; in particolare, ricordiamo quella Pag. 9più recente del presidente dell'INPS, professor Tridico, che ha lanciato un grido d'allarme sulla necessità di abrogare la norma che prevede il ruolo a esaurimento degli ispettori di INPS e INAIL.
  Da quanto ho sentito, Ministra Catalfo, con questa riforma negli ultimi due anni si è puntato tanto sulla formazione del personale ispettivo e sulla dotazione organica, la cui implementazione non era prevista nella riforma, perché, essendo a costo zero, non poteva prevederla. Lei ha poi fatto riferimento alla diversità di trattamento economico, perché è uno dei problemi che innesca queste frizioni e che comporta, inevitabilmente, delle conseguenze per quanto riguarda l'efficacia e l'efficienza della vigilanza nel mondo del lavoro. Ha fatto riferimento anche al tavolo delle parti sociali, che ritengo fondamentale, perché sono parti complementari dello stesso problema, al coordinamento delle banche dati e al rating di impresa.
  Io vorrei sapere quali strumenti, se tutti questi elencati, se solo una parte o, eventualmente, altri che non sono stati citati, lei considera risolutivi ai fini del potenziamento dell'efficacia e dell'efficienza della vigilanza sui luoghi di lavoro. Quindi, le chiedo come vede la riforma dell'INL negli anni a seguire, qual è la visione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali.

  CARLA CANTONE. Grazie, Presidente. Ho ascoltato volentieri la relazione della Ministra, che ringrazio, perché è stata molto puntuale. È importante questo rapporto continuo fra la Commissione e il Ministero e, quindi, la Ministra.
  Quando parliamo di coordinamento, io penso a un coordinamento «di strada»: non del palazzo o dei palazzi o degli uffici. Noi abbiamo bisogno di avere delle task force sul territorio. Quando penso alle task force, penso alle organizzazioni sindacali, ai sindaci, ai vigili, addirittura, anche alla polizia e agli ispettorati, perché dietro al lavoro nero e dietro al caporalato c'è illegalità e criminalità. Basta pensare solo alle campagne. Poi c'è un mancato rispetto dei diritti, c'è uno sfruttamento terribile, anche in aziende che, magari, uno non sospetta neppure. Se penso a tutta la filiera del commercio, se andassimo a verificare adesso, sotto le feste di Natale, tutti i commessi assunti per questo periodo, vorrei sapere quanti ne troveremmo in regola con i contributi.
  Ne approfitto per ricordare una cosa. Noi abbiamo un grande problema che riguarda la pensione dei giovani e la condizione degli anziani. Scusate se ritorno su questa cosa. Le difficoltà sia per i giovani sia per gli anziani derivano dal fatto che la disoccupazione è quella che è, e l'occupazione in nero e la grande evasione contributiva, il mancato rispetto dei contratti e l'omesso versamento dei contributi portano a un deficit di risorse per il sostegno della previdenza futura e a mettere in discussione anche le pensioni in essere. Con tutto questo lavoro nero e questa evasione contributiva, fra cinque anni ci saranno due lavoratori e un pensionato, fra dieci anni un pensionato e un lavoratore. Bisogna che noi, quando parliamo di interventi, di ispezioni, di fare un salto di qualità nei controlli, che devono essere severi, severissimi, dobbiamo tenere conto anche del fatto che, se non interveniamo e non recuperiamo tutto l'evaso, Ministra, lei può fare tutti i tavoli di confronto che vuole con quelli che adesso sono qui davanti a Montecitorio a manifestare e che domani faranno una fiaccolata perché attendono risposte dal tavolo che lei per fortuna ha aperto – ed è una bella cosa... Però, io mi rendo conto che le risposte si danno nella misura in cui c'è un quadro generale che si muove per garantire trasparenza, restituire un diritto alle persone e, soprattutto, ridare il lavoro. Quando parliamo di disoccupazione, in particolare al Sud, o parliamo di numeri degli occupati, non includiamo mai gli immigrati che lavorano nelle campagne; non includiamo mai le squadre di cottimisti dell'edilizia, perché nessuno sa che esistono. Sappiamo che esistono, ma non sono censiti. L'illegalità è quella che è. Sto dicendo delle cose che lei, Ministra, conosce benissimo, però non riesco a stare in silenzio in queste situazioni.
  Ministra – parliamoci chiaro – trovo gravissimo il fatto che oggi siamo qui solo noi della maggioranza ad ascoltare la sua Pag. 10relazione e non c'è nessuno delle opposizioni, perché è un problema che deve riguardare anche chi sta all'opposizione e dovremmo dirglielo, perché non si può venire soltanto quando si discute, fare l'interventino del caso e poi, quando abbiamo problemi come questi che lei dovrà affrontare insieme a tutta le organizzazioni sociali, politiche e istituzionali, non è più un problema loro. Io lo trovo grave! Ci sono dei problemi che vanno affrontati non fra chi è al Governo e chi è all'opposizione: sono problemi del Paese. E aiutiamo anche lei a fare il suo lavoro, che non è sicuramente facile.
  Io mi scuso per lo sfogo, però credo che, almeno noi che siamo qui, dobbiamo provare ad andare avanti comunque, per dare un contributo anche al Ministero che lei guida, per fare le cose che i miei colleghi prima di me hanno detto in modo molto più chiaro e più preciso. Però lei ha capito benissimo che cosa intendo dire.
  Io non so cosa andrà a dire lei al tavolo dei pensionati e dei pensionandi, però mi rendo conto che tutto parte dal fatto che ci vogliono occupazione e lavoro, ma ci vuole un lavoro regolare, senza il quale gli sforzi «stanno a zero». Deve essere davvero un impegno di tutti, chiunque sia al suo posto, Ministra, qualunque sia la maggioranza che sostiene il Governo.
  La sua relazione è comunque importante, serve a tutti noi per ragionare e poi tornarci sopra. Io penso che dobbiamo contribuire tutti a dare una mano, perché questa è una piaga che riguarda tutto il Paese.

  SEBASTIANO CUBEDDU. Grazie, Presidente. Grazie, signora Ministra, per la relazione che abbiamo appena ascoltato.
  Io in questa relazione trovo due elementi molto positivi, che confermano la bontà dell'azione su questi temi del Governo e della Ministra per l'impegno proprio in tema di sicurezza del lavoro e in tema di attività ispettiva. Do una lettura un po’ diversa e molto più favorevole dei dati che sono stati rappresentati, perché non è detto che a un minor numero di ispezioni corrisponda una minore efficacia dell'azione ispettiva o un minor coordinamento. Addirittura, questi dati ci comprovano il contrario, perché, a fronte di un minor numero di ispezioni, è rimasto saldo il recupero contributivo. Questo dimostra due cose per chi opera nel settore: una maggiore qualità dell'azione ispettiva e un maggior coordinamento, perché, se, riducendo della metà le ispezioni, si ottiene il risultato opposto, ovvero una maggiore entrata contributiva, cioè un maggior intervento di recupero, vuol dire che l'azione è migliorata, con minore sforzo e con maggior coordinamento. Non solo, ma se – come ho sentito dalla relazione – si investe nell'attività ispettiva e in quella di prevenzione, il minor numero di ispezioni può comunque dare come risultato una maggiore prevenzione, perché un'azienda, una volta che sia stata ispezionata, non va a omettere il versamento della contribuzione successivamente. Quindi ci sono tutti questi elementi che lasciano ben sperare, perché si investe su un maggior numero di risorse umane, su una maggiore formazione, su una maggiore attività di prevenzione e su un maggior numero di forze dell'ordine che possono intervenire. Non si dimentichi che si sta investendo sulle assunzioni di carabinieri destinati a funzioni di supporto all'attività ispettiva.
  Tutti questi elementi messi insieme e le intenzioni rappresentate dall'azione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ci confortano e ci lasciano ben sperare. Per questo la ringraziamo.

  CLAUDIO COMINARDI. Intervengo nuovamente solo per una puntualizzazione, ricordando che, in realtà, minori ispezioni vogliono dire, nel contempo, minore deterrenza. Questo è un problema che, purtroppo, si riscontra.

  PRESIDENTE. Io spero che la Ministra abbia colto il grido d'allarme di un'intera Commissione. Manca l'opposizione, ma durante l'indagine conoscitiva è comunque emersa una posizione chiara da parte della Lega, di Forza Italia, da parte di tutti i gruppi politici.
  Io non so come mai oggi non siano qua i colleghi delle opposizioni, non lo voglio Pag. 11neanche sapere, vorrei che comunque emergesse un punto fondamentale: il grido d'allarme emerso dalla Commissione. Non è accettabile che in INAIL ci siano meno di trecento ispettori, in un Paese grande come il nostro. È inaccettabile che le competenze di INAIL e INPS vengano perse. Questo non vuol dire che ci debba essere un conflitto tra INL, INPS, INAIL e singoli corpi ispettivi.
  Io spero che la Ministra abbia veramente colto la preoccupazione della Commissione e credo anche che la Commissione medesima presto farà una proposta, firmata da tutti i gruppi politici, per abrogare finalmente la previsione del ruolo a esaurimento dei singoli corpi ispettivi, perché in questo modo noi diamo una mano a tutto il Paese. Dobbiamo cercare di essere uniti, perché il contrasto all'evasione contributiva e la promozione della sicurezza sul lavoro devono essere una priorità di tutta la Commissione.
  Do la parola nuovamente all'onorevole Cubeddu, che vorrebbe fare una precisazione.

  SEBASTIANO CUBEDDU. Grazie, Presidente. Io ho molta fiducia nell'investimento nella formazione e non avrei troppi timori rispetto alla durata o agli anni che occorrono per formare, nel senso che l'attività ispettiva ha sempre conosciuto, nella sua storia, la difficoltà di dover intervenire o operare con risorse umane limitate, tant'è che essa, negli anni e nei decenni scorsi, non è stata svolta solo dagli ispettori, ma anche dagli addetti alla vigilanza, che erano sesti livelli retributivi. Quindi l'investimento e il percorso di formazione che si sta facendo, proprio per definire meglio la professionalità in relazione agli sviluppi contrattualistici delle diverse fattispecie, sono assolutamente positivi.

  PRESIDENTE. Do ora la parola alla Ministra per la replica.

  NUNZIA CATALFO, Ministra del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, Presidente. Io ringrazio di nuovo la Commissione per il lavoro svolto e per gli importanti spunti che possono venire da questa indagine conoscitiva. Sicuramente è un tema che riguarda noi, tutti noi. Quindi, dico anche a quelli che oggi non ci sono, trasversalmente, a tutte le forze politiche presenti in Parlamento e alle forze che sostengono il Governo, che è necessario affrontare questo tema, perché riguarda la vita dei nostri lavoratori nelle nostre aziende, perché un lavoratore di qualità corrisponde a un'azienda che è altrettanto di qualità.
  Come sapete, e come risulta da precedenti audizioni, il tema della lotta al caporalato e il tema della sicurezza sul lavoro mi stanno molto a cuore e stanno a cuore a tutto il Governo, alla maggioranza e a tutti noi, tant'è che la prima cosa che ho fatto è stata insediare il tavolo sul caporalato e quello sulla sicurezza sul lavoro. Sulla sicurezza sul lavoro, ovviamente, va fatta un'azione di prevenzione, di formazione e di vigilanza. La vigilanza è frammentata, ancor più frammentata perché – come sapete – la vigilanza non è una competenza attribuita solo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, ma è esercitata insieme alle Regioni e al Ministero della salute, tant'è che al Tavolo sulla sicurezza siamo presenti sia io, come Ministra del lavoro e delle politiche sociali, sia il Ministro Speranza come Ministro della salute, proprio per evitare quella frammentazione di cui parlava giustamente l'onorevole Gribaudo e che, purtroppo, esiste. Quindi, quello che dobbiamo fare è semplificare ed evitare le frammentazioni, puntare sulla banca dati unica, perché il coordinamento può avvenire sicuramente, in prima istanza, attraverso le banche dati coordinate. Ovviamente, le Commissioni territoriali, se svolgono una funzione suppletiva di quello che dovrebbe essere un coordinamento di diverso tipo, non vanno bene; se, invece, svolgono un'azione in più, essendovi già un coordinamento nazionale, svolgono la funzione di task force – pensiamo alla lotta al caporalato, a quello che si può fare a livello territoriale mettendo insieme tutti coloro i quali operano per il contrasto di determinati fenomeni –, certamente si possono avere ricadute positive sul territorio. Ovviamente, vi sono aspetti Pag. 12da rivedere, l'ho affermato e voi stessi, nei vostri interventi, lo avete sottolineato. In particolare, quello che dobbiamo affrontare – mi consenta il Presidente – non è solo il tema del ruolo unico a esaurimento. Secondo il mio parere, dall'analisi che ho fatto del problema, che continueremo – spero – ad approfondire insieme, il tema va affrontato nella sua interezza, per far sì che ci sia un reale coordinamento, che non ci sia più frammentazione, che le banche dati si parlino, che ci sia una rete territoriale, che si investa sul personale, perché è necessario che lo si faccia. Sono stati presentati diversi emendamenti al disegno di legge di bilancio in discussione al Senato e sono dispiaciuta che non siano stati approvati, nonostante il parere favorevole del mio Ministero, però avremo modo e tempo di riproporli e di portarli avanti. Essi riguardavano gli investimenti sul personale, perché bisogna adeguare anche la retribuzione del personale, in modo tale che non ci sia una disparità di trattamento, nonché l'implementazione, non solo degli ispettori dell'INAIL, ma anche degli amministrativi. È chiaro che anche su quello bisogna puntare. Tutti questi sono temi all'attenzione del mio Ministero, di tutta la maggioranza e, credo, anche delle opposizioni – anche se non sono presenti – che, se affrontati nel modo giusto, quindi guardando a tutto quello che si può fare per potenziare, rafforzare e rendere efficace ed efficiente la vigilanza in Italia, potranno efficacemente contrastare quello che avviene in Italia a danno dei cittadini, in materia, quindi, di caporalato, di infortuni, di sicurezza sul lavoro, di evasione contributiva, potendo comportare un miglioramento, non solo per i nostri lavoratori, ma anche dell'economia, a tutela delle imprese, anche di quelle che forse non se ne rendono conto. Quindi vanno analizzati i dati.
  Io vi ringrazio per avere promosso questa importantissima indagine conoscitiva, perché ci consente di analizzare tutti i dati che ci sono stati forniti e di capire come meglio intervenire su vari livelli, quindi tenendo in considerazione tutto quello che ci siamo detti, per rendere efficace ed efficiente la vigilanza. Ovviamente, non è una cosa che noi dobbiamo pensare solo a lungo termine. Ci sono certo interventi che possiamo fare a lungo termine, ma ci sono anche interventi che possiamo fare a brevissimo e a medio termine, proprio per rafforzare questo sistema in Italia.

  PRESIDENTE. Ringrazio la Ministra, ringrazio i commissari e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.05.