XVIII Legislatura

VIII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Martedì 21 giugno 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Butti Alessio , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA NELL'AMBITO DELL'ESAME DELLE PROPOSTE DI LEGGE C. 1428 PELLICANI, 2358 BAZZARO E 2907 BRUNETTA, RECANTI «MODIFICHE E INTEGRAZIONI ALLA LEGISLAZIONE SPECIALE PER LA SALVAGUARDIA DI VENEZIA E DELLA SUA LAGUNA»

Audizione, in videoconferenza, di Ilaria Bramezza, Capo del Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.
Butti Alessio , Presidente ... 2 
Bramezza Ilaria , Capo del Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ... 2 
Butti Alessio , Presidente ... 5 
Sorrentino Francesco , Responsabile dell'Ufficio 2 – Tecnico per la Regione Veneto del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia ... 5 
Butti Alessio , Presidente ... 6 
Pellicani Nicola (PD)  ... 6 
Butti Alessio , Presidente ... 7 
Bramezza Ilaria , Capo del Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ... 7 
Butti Alessio , Presidente ... 8 
Pellicani Nicola (PD)  ... 8 
Bramezza Ilaria , Capo del Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ... 8 
Butti Alessio , Presidente ... 8 

ALLEGATO: Documentazione depositata dalla dottoressa Ilaria Bramezza ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ALESSIO BUTTI

  La seduta comincia alle 14.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, di Ilaria Bramezza, Capo del Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito l'audizione, in videoconferenza, di Ilaria Bramezza, Capo del Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, in sede di indagine conoscitiva deliberata nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 1428 Pellicani, 2358 Bazzaro e 2907 Brunetta, recanti «Modifiche e integrazioni alla legislazione speciale per la salvaguardia di Venezia e della sua laguna».
  Ricordo che anche alla nostra ospite è stato inviato un questionario per orientare il suo contributo ai lavori della Commissione. Comunico, inoltre, preliminarmente che la dottoressa Bramezza ha chiesto l'autorizzazione di essere accompagnata dall'ingegner Sorrentino e dall'ingegner Volpi del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia-Giulia, per l'integrazione della sua relazione.
  Ringrazio quindi la dottoressa Ilaria Bramezza per la presenza e le cedo la parola per lo svolgimento della relazione.

  ILARIA BRAMEZZA, Capo del Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie, presidente. Buongiorno a lei e buongiorno anche a tutti gli onorevoli deputati presenti. Desidero innanzitutto ringraziarvi per questo invito che per me ha un significato particolare sia per le mie origini, ma anche per il mio percorso professionale, perché a Venezia sono stata direttore generale del comune per cinque anni, in regione Veneto sono stata segretario generale per un periodo altrettanto lungo e infine per il ruolo che ricopro oggi al Ministero delle infrastrutture della mobilità sostenibili, perché questo mi consente di parlare di Venezia e mettere in evidenza tutto ciò che il Ministero e il mio Dipartimento, e naturalmente il Provveditorato, sta facendo per la città e per la laguna di Venezia con questo Governo.
  Mi soffermerei su alcune delle domande poste nel questionario, naturalmente quelle di nostra competenza, e in primis la numero 7 – per la parte in cui si chiede quali siano i tempi per la liquidazione del Consorzio Venezia Nuova e quali iniziative andranno realizzate per i lavoratori del Consorzio e delle società collegate – con cui inizierei a relazionare quanto segue.
  Ad agosto 2021, quindi subito dopo l'entrata in vigore del cosiddetto «decreto grandi navi», il Ministro Giovannini ha convocato Pag. 3un tavolo tecnico per Venezia, affidato alla gestione del mio Dipartimento. Il tavolo tecnico è stato convocato con l'obiettivo di impostare un confronto che fosse il più possibile partecipato e condiviso tra tutte le parti interessate per la definizione di una roadmap e di un lavoro istruttorio per la soluzione delle diverse problematiche che concernevano l'operatività quotidiana del MOSE, le questioni più a lungo termine, quindi strutturali, relative al MOSE, e le opere necessarie all'applicazione del «decreto grandi navi».
  Queste naturalmente l'anno scorso erano sfide fondamentali che avrebbero impattato – e impattano infatti – sul futuro dell'intera laguna e della comunità portuale, ma anche della città e si è intervenuti infatti con un piano di investimenti a breve, medio e lungo termine provenienti da diverse linee di finanziamento tra cui anche il PNRR.
  Il tavolo tecnico si è riunito più volte, da ultimo lo scorso 10 giugno se non ricordo male, e hanno partecipato alle varie riunioni i rappresentanti di molte istituzioni, a partire dalla Capitaneria di porto, ovviamente, il Provveditorato, l'Autorità di sistema portuale, il Commissario straordinario del MOSE, il Consorzio Venezia Nuova, la prefettura di Venezia, l'Avvocatura dello Stato, la regione Veneto, il comune di Venezia, la città metropolitana, i comuni di Chioggia e Cavallino Treporti, CAV Spa (Concessioni Autostradali Venete) e la Venezia Port Mobility.
  A quasi un anno dall'inizio dei lavori molti traguardi sono stati raggiunti, molte problematiche sono state portate a soluzione, a partire dal MOSE. All'inizio di quest'anno abbiamo salvato il Consorzio Venezia Nuova, che versava in una condizione finanziaria di grave difficoltà, tanto che aveva intrapreso la strada del concordato preventivo, e con esso abbiamo salvato tutte le imprese del territorio a esso collegate. A fine gennaio è stato, infatti, firmato un accordo transattivo tra lo Stato, quindi tra il concedente, il Provveditorato e il Consorzio Venezia Nuova concessionario del MOSE, che ha permesso al Consorzio Venezia Nuova di depositare il piano di risanamento, approvato anche dalla Corte dei conti, che a inizio marzo ha fatto sì che il tribunale fallimentare dichiarasse il Consorzio Venezia Nuova fuori dallo stato di crisi.
  Abbiamo poi firmato il settimo atto aggiuntivo alla convenzione originaria, fondamentale perché autorizza l'utilizzo di risorse della delibera CIPESS, i famosi 538 milioni che derivano da risparmi di interessi sui mutui contratti in passato, per il completamento del MOSE e del sistema MOSE.
  Abbiamo approvato e sottoscritto il cinquantesimo atto attuativo, che disciplina le attività di avviamento. Non spaventatevi quando vi dico che siamo al cinquantesimo atto attuativo; vuol dire che ce ne sono stati quarantanove prima, ma non saranno neanche gli ultimi. Entro giugno, cioè entro breve, firmeremo il cinquantunesimo atto attuativo alla convenzione, che tratta la manutenzione di tre delle quattro barriere, perché la barriera di Treporti è stata già affidata a un'impresa e i lavori di manutenzione provvisoria iniziano a luglio.
  Abbiamo poi affidato ad Eni il progetto di decarbonizzazione del MOSE, in accordo con la Sovrintendenza, e questo ci consentirà di rendere il MOSE autonomo, autosufficiente per quanto riguarda l'uso dell'energia elettrica. È stato inoltre approvato il cronoprogramma dei lavori: i lavori alle barriere per quanto riguarda il MOSE termineranno entro il 31 dicembre 2023, mentre continueranno le altre opere di salvaguardia che hanno tempi più lunghi. Parlo per esempio del Piano Europa, che comprende moltissimi interventi e altre opere di salvaguardia.
  Tutto ciò ha permesso la ripartenza dei cantieri, che si erano rallentati durante la fase di crisi finanziaria del Consorzio, per ultimare l'opera che comunque, ricordo, a oggi è già funzionante e completata per il 95 per cento e che ha già tenuto per due stagioni la città e gli abitanti dei territori circostanti all'asciutto.
  Venendo alle questioni più specifiche del questionario, risponderò alle domande 2, 8 e 9, se concordate. Alla domanda 2, per la parte relativa all'Autorità per la laguna Pag. 4di Venezia, rispondo in linea tecnica, perché la scorsa settimana il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge n. 68 del 20 giugno 2022 recante «Disposizioni urgenti per la sicurezza e lo sviluppo delle infrastrutture, dei trasporti e della mobilità sostenibile, nonché in materia dei grandi eventi e per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili».
  L'articolo 4 è dedicato a Venezia e i primi tre commi riguardano misure urgenti in materia di trasporto marittimo di passeggeri, di adeguamenti infrastrutturali portuali e per la laguna di Venezia. In sostanza il Commissario straordinario, che è il presidente dell'Autorità portuale, nominato con il «decreto grandi navi», è autorizzato a realizzare un ulteriore punto di attracco temporaneo nella città di Chioggia e anche ad utilizzare, per eventuali necessità, i porti delle banchine di Monfalcone e Trieste. Tutto questo naturalmente è a vantaggio del traffico e dell'attività crocieristica e volto a migliorare la qualità del trasporto per i passeggeri.
  L'articolo 4, comma 4, di questo decreto-legge prevede alcune novità per l'Autorità per la laguna di Venezia, innanzitutto nel nome: viene ridenominata «Autorità per la Laguna di Venezia – Nuovo Magistrato alle Acque». Si prevede, altresì, che la nomina del presidente dell'Autorità sia d'intesa con il sindaco della città metropolitana di Venezia. Un'altra novità importante è che lo statuto sia adottato sì dal presidente dell'Autorità per la laguna, ma sentiti il presidente della regione Veneto e il sindaco della città metropolitana di Venezia. Sono inoltre previste alcune modifiche puntuali alla disciplina inerente ai compiti dell'Autorità. Si disciplina il Comitato di gestione in modo un po' più ampio, come comitato consuntivo.
  Infine per quanto riguarda il «Comitatone», cioè il comitato previsto dall'articolo 4 della legge n. 798 del 1984, le principali modifiche riguardano le funzioni a esso affidate. Oltre alle funzioni di indirizzo, coordinamento e controllo per l'attuazione degli interventi previsti dalla legge n. 798 del 1984, che vengono ovviamente confermate, viene previsto che il Comitatone approvi anche il piano degli interventi nell'ambito della laguna di Venezia e decida sulla ripartizione delle risorse stanziate per la loro attuazione.
  Passerei poi alla domanda numero 8 e colgo l'occasione per dirvi che i colleghi collegati – l'ingegner Sorrentino e l'ingegner Volpe – sono qui in rappresentanza del Provveditorato alle opere pubbliche per il Veneto, Friuli e Trentino-Alto Adige. La domanda numero 8 riguarda gli interventi per la salvaguardia della basilica e di piazza San Marco.
  Parliamo di piazza San Marco. Abbiamo tre interventi in atto: il primo è il progetto esecutivo delle opere di difesa dell'insula di San Marco dalle acque medio alte, riduzione del rischio di allagamento nel nartece e nelle aree limitrofe della basilica di San Marco. È un progetto che è stato approvato nel 2018 per un importo di circa 4 milioni di euro. Gli interventi realizzati hanno impedito l'allagamento del nartece e della basilica di San Marco per maree da più 68 centimetri a più 86 centimetri e di fatto scongiurato l'allagamento del nartece per oltre duecento periodi in un anno solare. I lavori hanno riguardato anche il ripristino delle canalette di scolo delle acque meteoriche e il grigio sottostante alla pavimentazione di piazza San Marco, ripristinando anche la tenuta dell'acqua, l'installazione di valvole pneumatiche - che di fatto chiudevano la comunicazione delle condotte in caso di marea superiore ai 68 centimetri - e il convogliamento in laguna, mediante un apposito impianto di pompe di sollevamento.
  Oltre a tale intervento è in corso di realizzazione anche una protezione con barriere di vetro dell'intera basilica, che di fatto proteggerà la stessa basilica per maree anche eccezionali, superiori ai 190 centimetri sul medio mare. I lavori ammontano a complessivi 5,2 milioni di euro; sono in corso di realizzazione, la percentuale di lavori eseguiti è pari a circa 30 per cento; l'ultimazione è fissata per il 30 settembre del 2022, quindi prima della prossima stagione delle acque alte.Pag. 5
  Altro importante intervento per la messa in sicurezza dell'area, dell'intera insula di San Marco, e quindi anche della basilica, sono i lavori complessivi di messa in sicurezza per maree ordinarie fino a 110 centimetri sul medio mare, quota di salvaguardia oltre la quale vengono attivate le barriere del MOSE. Il progetto generale definitivo è stato esaminato nel giugno 2020, per un importo complessivo pari a 47,5 milioni di euro. Di questo progetto è stato sviluppato il progetto esecutivo di un primo stralcio funzionale, per un importo pari a 11 milioni e mezzo di euro, approvato sia in linea tecnica sia in linea economica. I lavori affidati al concessionario Consorzio Venezia Nuova sono di imminente avvio.
  Per quanto riguarda invece le altre domande del questionario passerei la parola, se lei mi autorizza presidente, all'ingegnere Sorrentino.

  PRESIDENTE. La ringrazio dottoressa Bramezza. Per la verità, nella nostra scaletta iniziale l'intervento dell'ingegner Sorrentino non era previsto, però in via del tutto eccezionale e confidando nella brevità del suo intervento, le do la parola, dottor Sorrentino, pregandola, nella sua introduzione, di qualificarsi in modo più preciso.

  FRANCESCO SORRENTINO, Responsabile dell'Ufficio 2 – Tecnico per la Regione Veneto del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per il Veneto, il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia. Sì, assolutamente. Sono un dirigente del Provveditorato alle opere pubbliche con la qualifica di provveditore vicario per il Triveneto. Rappresento a tutti gli effetti il Provveditorato interregionale alle opere pubbliche.
  Come diceva la dottoressa Bramezza, nella scheda allegata al documento che ha predisposto, che depositiamo agli atti della Commissione, sono state riportate tutte le linee di finanziamento a valere sulla legge speciale di Venezia.
  In particolare i finanziamenti nel corso degli anni, dal luglio del 1985 fino a fine del 2021, a valere sulla legge speciale di Venezia ammontano a 2.751 milioni di euro. Nel questionario veniva anche richiesto quali fondi erano poi stati assegnati successivamente, ovvero dopo l'inizio dei lavori del MOSE. Successivamente al 2003 – perché questa è la data di avvio dei lavori del MOSE – di questi 2.751 milioni di euro sono stati assegnati 168 milioni di euro.
  In particolare veniva richiesto nel questionario come erano stati impegnati questi finanziamenti e se erano stati impegnati in parte per il MOSE, per la difesa e il recupero morfologico della laguna di Venezia e se erano stati finanziati alcuni interventi per quanto riguarda l'arresto del degrado dell'ecosistema lagunare.
  Nella tabella allegata si fa riferimento a tutti i finanziamenti che si sono avuti, che ammontano a 2.751 milioni di euro. I primi importi finanziati per il MOSE sono pari a 195 milioni di euro. Questi sono gli importi originari che si sono resi necessari per la progettazione di massima e per la progettazione preliminare nonché per tutte le indagini, monitoraggi e studi connessi alle bocche di porto. I primi 195 milioni di euro effettivamente sono serviti per dare impulso, avvio, agli studi, alla progettazione e per tutte le indagini e monitoraggi necessari.
  Successivamente altri 108 milioni di euro, quindi poco più di 300 milioni di euro complessivi, sono stati utilizzati per le attività strettamente connesse alle bocche di porto, quindi è stata realizzata la diga foranea a protezione della bocca di Malamocco, la diga foranea a protezione della bocca di Chioggia, alcuni campi prova sulla barriera di lido San Nicolò e la progettazione.
  Sempre su questa linea di finanziamento sono stati impegnati circa 908 milioni di euro per l'adeguamento delle difese locali dalle acque medio alte, ovvero sono state innalzate le quote delle insule e dei marginamenti per portarle alle quote necessarie affinché gli abitati di Chioggia, di Venezia e tutte le parti della laguna di Venezia fossero protetti fino alla quota in cui doveva entrare in funzione il MOSE.
  Quindi, tanto per capire, sono stati fatti questi sopralzi e adeguamenti delle fondamenta, fino ad una quota di +110 centimetriPag. 6 sulla città di Venezia e +130 centimetri sul medio mare per la città di Chioggia.
  Altra linea di finanziamento ha riguardato la ristrutturazione dei moli foranei delle bocche di porto, sono stati impegnati circa 107 milioni di euro.
  Altri finanziamenti, pari a 350 milioni di euro sono stati previsti e impegnati – le opere sono state realizzate al cento per cento – per la difesa dalle mareggiate dei litorali di Pellestrina e Ca' Roman del litorale di Jesolo e Cavallino Treporti, il litorale di Sottomarina, il litorale del Lido, il litorale di Isola Verde, la manutenzione ordinaria di altri litorali, le foci del Brenta e dell'Adige e il monitoraggio di alcuni interventi e vari studi per i litorali.
  Successivamente una quota parte dei finanziamenti pari a 520 milioni di euro, ha riguardato interventi praticamente tutti finanziati e realizzati relativi al recupero morfologico di gran parte della laguna di Venezia. Rapidamente, sono stati realizzati interventi di recupero morfologico all'isola di Campalto, all'isola degli Armeni, all'isola di Poveglia, all'isola di San Giacomo in Paludo, di San Michele, di Santo Spirito, interventi al Lazzaretto nuovo, a San Francesco del Deserto, all'isola di San Servolo, all'isola delle Vignole, all'isola di Mazzorbetto e alcuni argini come l'argine di Taglio Barbieri e Bogliantino.
  In uno dei quesiti contenuti nel questionario, si chiedeva quali fondi, di questi finanziamenti a valere sulla legge speciale di Venezia, e per quali attività erano stati impegnati per l'arresto del degrado dell'ecosistema lagunare. Sono stati impegnati e praticamente completamente realizzati interventi per 415 milioni di euro complessivi.
  Sono stati fatti degli interventi di bonifica o messa in sicurezza permanente per le discariche di Ca' Rossa, la discarica di Campalto e la discarica Val da Rio a Chioggia.
  Sono stati poi realizzati altri interventi per limitare gli apporti degli inquinanti provenienti da depositi e rifiuti abbandonati all'interno della conterminazione lagunare. La voce preponderante di questi 415 milioni sono 193 milioni di euro per gli interventi della messa in sicurezza permanente delle macro isole a Porto Marghera. Quindi questi 193 milioni di euro sono in larga parte stati destinati ai lavori di marginamento del petrolchimico di Marghera, dell'area del SIN di Porto Marghera, per far sì che si evitasse che il caso di piogge ci fossero percolazioni delle acque e che i terreni inquinati potessero contaminare la laguna di Venezia.
  Oltre a questi interventi ci sono stati altri interventi per complessivi 150 milioni di euro e questo è il totale dei finanziamenti impegnati per 2.751 milioni di euro.
  È da premettere che poi nel 2003 il MOSE è stato finanziato a valere sulla «legge obiettivo», la legge n. 443 del 2001 e quindi sono stati assegnati finanziamenti pluriennali, sia a valere sulla legge obiettivo che su altre attribuzioni di legge, per complessivi 5.900 milioni di euro.
  Come diceva prima giustamente il Capo dipartimento, la dottoressa Bramezza, gli ultimi 538 milioni di euro della delibera CIPESS del giugno del 2021 sono una rimodulazione, un recupero delle economie sugli interessi dei mutui a valere sui finanziamenti pluriennali. Quindi il CIPESS ha accertato che c'era un'economia per i minori interessi corrisposti per i mutui che anticipava il concessionario Consorzio Venezia Nuova e quindi, con una rimodulazione, ha potuto recuperare e rendere disponibili per il completamento e per alcune attività di avviamento per il MOSE questi ulteriori 538 milioni di euro, che sono stati oggetto del settimo atto aggiuntivo stipulato a gennaio del 2022. Se servono altri chiarimenti rimango a disposizione.

  PRESIDENTE. Grazie dottor Sorrentino. La pregheremo di depositare in Commissione la relazione e soprattutto le tabelle di cui ha parlato, di modo che la documentazione sia a disposizione.
  Chiedo se vi sono colleghi che intendono intervenire. Prego onorevole Pellicani.

  NICOLA PELLICANI. Grazie presidente. Ringrazio e saluto la dottoressa Bramezza, l'ingegner Sorrentino e anche l'ingegner Pag. 7Volpe che sta seguendo. Cercherò di essere molto sintetico facendo domande puntuali; vediamo se la dottoressa Bramezza può rispondere oppure se ci può fare avere una relazione completa su quello che ha detto prima, che è stato molto interessante, perché ha fatto il punto soprattutto sull'efficacia del tavolo tecnico che in un anno ha consentito di raggiungere risultati, ma soprattutto ha messo insieme i tanti soggetti che insistono sui problemi e sugli interessi della laguna.
  Venendo alle domande, lei prima diceva che nel 2023, come da cronoprogramma, i lavori del MOSE saranno conclusi e resteranno da concludere le opere complementari col Piano Europa. Volevo sapere se il Piano Europa è finanziato all'interno dei 538 milioni citati o attraverso altre risorse sempre destinate al sistema MOSE. Poi ho appreso con soddisfazione, se non ho capito male, magari se me lo conferma, che i lavori sono ripartiti, perché negli ultimi tempi attraverso articoli di stampa era emersa qualche incertezza su questo, sulla ripartenza effettiva dei lavori dopo l'accordo transattivo che ha citato.
  Come incide l'aumento dei prezzi delle materie prime sui lavori del MOSE? Come in tutti i grandi cantieri immagino che anche per il MOSE ci saranno delle ricadute e volevo sapere se queste rientrano sempre nei finanziamenti già previsti o se sono previste delle risorse aggiuntive.
  Infine, in relazione al porto offshore, c'è stato il ricorso della Duferco che ha bloccato al momento la prosecuzione della progettazione. Se non ho capito male dagli articoli di stampa – non so chi sia il soggetto che poi è titolato ad opporsi al ricorso, se il Ministero o l'Autorità portuale o altri soggetti – ma comunque è stata presentata un'opposizione al ricorso.
  Le chiedo anche se il porto offshore viene immaginato dal Ministero come un porto che, in base al decreto che abbiamo votato, si configuri sia in funzione crocieristica, sia in funzione commerciale e se si immagina destinato a tutto l'alto Adriatico.
  Infine, una cosa più particolare relativa ai cantieri del MOSE: sulla conca di navigazione del Malamocco sono previsti, e se sì quando, gli interventi per la sistemazione della conca che come è noto è stata danneggiata da una mareggiata di qualche un anno fa e che è stata costruita con alcuni difetti già rilevati e quindi non utilizzabile? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Pellicani. Non essendovi altri colleghi che desiderano intervenire, cedo la parola alla dottoressa Bramezza per la replica.

  ILARIA BRAMEZZA, Capo del Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Grazie. Provo a rispondere alle domande che mi sono appuntata.
  La prima: il piano Europa è totalmente finanziato anche dalle risorse della delibera CIPESS, anzi sono previsti maggiori finanziamenti rispetto al piano originario. Quindi sì, i soldi ci sono e sono anche più di quelli originali.
  I lavori dei cantieri sono ripartiti? Sì stanno ripartendo, stanno completando gli ordini di servizio, le varie direzioni lavori dei vari cantieri stanno ripartendo proprio in questi giorni. Abbiamo visto gli operai tornare in cantiere non in forma così sporadica come era successo prima – i cantieri in realtà non si sono mai fermati ma si sono solo rallentati – e adesso le attività sono riprese e stanno riprendendo a pieno ritmo.
  Per quanto riguarda l'aumento dei prezzi, come tutti i lavori pubblici anche il MOSE e quindi i cantieri beneficeranno del decreto-legge n. 50 del 17 maggio del 2022. Così come potrebbero beneficiare anche dell'articolo 1-septies del cosiddetto «decreto sostegni-bis» che riguarda le compensazioni per il rincaro di alcuni materiali da costruzione per il primo e il secondo semestre del 2021. Quindi sì anche loro ne potranno beneficiare, naturalmente dopo l'approvazione dei SAL, degli stati di avanzamento lavori, come per tutti gli altri.
  Le risorse ci sono, così come è probabile che ci siano anche come stazione appaltante, quindi la prima verifica che la stazionePag. 8 appaltante dovrà fare è se ha delle risorse proprie; se non dovesse averle, ci saranno i vari fondi, e in questo caso ci sarà un fondo ad hoc che per il 2022 provvederà a riconoscere i rincari dei prezzi dei materiali da costruzione.
  Per il porto offshore, è l'Autorità portuale che ha opposto il ricorso in Consiglio di Stato. Sulla sua domanda se il porto off-shore fungerà anche per il traffico commerciale e crocieristico per tutto l'alto Adriatico, su questo bisognerà aspettare la valutazione delle offerte che sono pervenute con il concorso di idee e sarà la Commissione a valutarle naturalmente, quindi non so risponderle in questo caso.
  Per la conca di navigazione di Malamocco si stanno apportando delle modifiche, nel senso che le riparazioni dei danni della mareggiata che ci fu mi pare del 2015 sono già avviate e stanno per essere ripristinati e proprio l'altro giorno, al tavolo tecnico per Venezia, abbiamo deciso di fare un approfondimento, un tavolo di lavoro per verificare, fare delle prove per il passaggio delle navi, perché, come diceva lei, il progetto originario non contemplava il passaggio di navi di grandi dimensioni, perché a quel tempo non esistevano. Questo è sempre il rischio di quando si progetta un'opera e ci si mette decenni per farla, che non venga contemplato il futuro.
  Faremo delle prove in questo tavolo tecnico, al quale ovviamente parteciperanno l'Autorità portuale e soprattutto la Capitaneria di porto, proprio per evitare eventuali problematiche e valutare quali interventi migliori possono essere messi in atto per ovviare a eventuali problematiche.

  PRESIDENTE. Grazie dottoressa. Restituisco la parola all'onorevole Pellicani per un'altra breve domanda.

  NICOLA PELLICANI. Grazie. Mi scusi, ma ho un'altra domanda, dottoressa Bramezza. In più occasioni l'Autorità portuale ha fatto capire in modo molto esplicito la necessità di riconoscere al porto di Venezia la tipicità di porto regolato, ovvero funzionante 24 ore su 24, a maggior ragione quando sarà in funzione in modo permanente il MOSE. Voi come vedete questa prospettiva?

  ILARIA BRAMEZZA, Capo del Dipartimento per le opere pubbliche, le politiche abitative e urbane, le infrastrutture idriche e le risorse umane e strumentali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Assolutamente questo è uno dei temi che stiamo affrontando al tavolo tecnico per Venezia, c'è un sottotavolo ad hoc che sta predisponendo una norma che preveda il porto regolato.
  Mi permetto solo di dire, rispetto alla sua affermazione che il MOSE sarà sempre in funzione, che noi ci auguriamo che il MOSE non sia mai in funzione. Se fosse sempre in funzione vorrebbe dire che saremmo sommersi dalle acque alte, mi perdoni la battuta.
  Però tornando al porto regolato, sì ci stiamo assolutamente lavorando, perché è importante il funzionamento h24 del porto di Venezia anche per altre ragioni.

  PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa Ilaria Bramezza e l'ingegner Sorrentino per il contributo offerto ai lavori della Commissione e per il documento depositato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato alla seduta odierna (vedi allegato), e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.10.

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ALLEGATO

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