XVIII Legislatura

VII Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Martedì 2 agosto 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Casa Vittoria , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA IN MATERIA DI INNOVAZIONE DIDATTICA, ANCHE LEGATA ALL'USO DI NUOVE TECNOLOGIE

Esame del documento conclusivo.
Casa Vittoria , Presidente ... 3 
Fusacchia Alessandro (Misto-MAIE-PSI-FE)  ... 3 
Casa Vittoria , Presidente ... 4 
Aprea Valentina (FI)  ... 4 
Casa Vittoria , Presidente ... 5 
Frassinetti Paola (FDI)  ... 5 
Casa Vittoria , Presidente ... 5 
Orrico Anna Laura (M5S)  ... 5 
Casa Vittoria , Presidente ... 6 
Di Giorgi Rosa Maria (PD)  ... 6 
Casa Vittoria , Presidente ... 6 
Fusacchia Alessandro (Misto-MAIE-PSI-FE)  ... 7 
Casa Vittoria , Presidente ... 7 

ALLEGATO: Documento conclusivo approvato ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
Lega - Salvini Premier: Lega;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Insieme per il Futuro: IPF;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva-Italia C'è: IV-IC'È;
Liberi e Uguali - Articolo 1 - Sinistra Italiana: LEU-ART 1-SI;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Vinciamo Italia-Italia al Centro con Toti: Misto-VI-ICT;
Misto-Coraggio Italia: Misto-CI;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
VITTORIA CASA

  La seduta comincia alle 14.55.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, essendo la Commissione riunita in sede di indagine conoscitiva, per la discussione del documento conclusivo, la pubblicità di questa seduta sarà assicurata anche attraverso il resoconto stenografico (e non semplicemente sommario) degli interventi.

Esame del documento conclusivo.

  PRESIDENTE. Comunico che l'Onorevole Fusacchia ha predisposto, a conclusione delle audizioni svolte nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'innovazione didattica, anche legata all'uso di nuove tecnologie, una proposta di documento conclusivo, che è già stata anticipata in via informale ai rappresentati dei gruppi nella Commissione e il cui testo è disponibile su GeoComm e in distribuzione. Chiedo al collega Fusacchia se intende illustrare la sua proposta di documento conclusivo. Prego Onorevole.

  ALESSANDRO FUSACCHIA. Grazie Presidente. Ho anticipato ai colleghi informalmente, per il tramite della Presidenza, questa proposta di documento. Ci eravamo lasciati, ricordo a tutti, con l'idea che avendo concluso le audizioni e avendo trascinato, inevitabilmente per l'arrivo della pandemia, questa indagine conoscitiva per quasi 3 anni, mi sembrava opportuno provare a mettere un punto finale, nonostante, lo scioglimento anticipato delle Camere, anche per dare conto delle tante audizioni che abbiamo fatto, che possono essere materiale importante per la prossima legislatura e il prossimo Governo.
  In quest'ottica, però, Presidente – lo dico ai colleghi che non hanno avuto modo di guardarla – ho evitato di produrre una relazione come avrebbe meritato l'indagine, di decine di pagine, molto articolata, da discutere con i colleghi, e mi sono limitato a 5 pagine e mezza, in cui le prime 4 ricordano che cosa abbiamo fatto in termini di audizioni, qual era lo spirito dell'indagine e, nell'ultima pagina, che è quella su cui attiro l'attenzione dei colleghi, mi sono permesso di ricordare lo spirito di questo testo, di questo rapporto conclusivo per lasciare alla prossima legislatura un atto e una base di approfondimento, perché sono temi che resteranno. Ho fatto una sintesi di 5 punti che, a mio avviso, erano emersi in maniera più significativa dalle audizioni e che mi sembrava potessero valere la pena di essere citati. Il primo: il fatto di recuperare una visione sana dell'apporto che le tecnologie possono dare alla scuola italiana. Noi abbiamo vissuto la DAD (didattica a distanza) sapendo che quella non era la scuola digitale, quella era un'altra cosa di emergenza, inevitabilmente fatta come si poteva e non come si doveva; però l'alfabetizzazione digitale resta importante.
  Il secondo punto: l'idea che l'innovazione digitale, come è emerso chiaramente nel corso delle audizioni, non è una materia nuova, si applica a tutti e quindi così deve essere trattata. In questo contesto c'è anche un punto essenziale sull'insegnamento critico dell'uso degli strumenti digitali.
  Il terzo punto, Presidente, è un punto che è venuto fuori, apparentemente secondario,Pag. 4 ma che credo assumerà sempre più importanza; quindi ho tenuto a citarlo espressamente. Ha a che fare con il fatto che stiamo parlando di milioni di minori che sono stati, durante la pandemia e in parte prima, e sicuramente lo saranno dopo, esposti a una dimensione on line, che comporta un trattamento e una tutela dei dati personali. Questo è un aspetto che va curato.
  Infine, gli ultimi 2 punti. Ho citato il punto su come l'innovazione della didattica digitale possa essere, e deve essere, collegata a uno dei compiti principali che la scuola deve sempre avere, che è quello di orientamento, non solo di insegnamento, ai ragazzi.
  Infine, l'ultimo punto, che è il punto dei punti, dove torniamo sempre: la formazione dei docenti, che abbiamo visto quanto è rilevante e quanto è importante. Da questa indagine emerge anche che la strumentazione digitale, l'innovazione digitale e didattica possono essere, e devono essere, un veicolo per migliorare la qualità della formazione, che prima di tutto facciamo ai docenti, perché poi siano a loro volta in grado di fare una formazione adeguata agli studenti e alle studentesse.
  Questo era il testo molto breve e molto essenziale che volevo proporre alla Commissione per lasciare questo atto pressoché compilativo, mi verrebbe da dire, delle tante audizioni, ma che sono sicuro in tanti potranno trovare utile poi nel futuro, nei prossimi anni, perché sono temi che resteranno cardine per la scuola italiana. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Onorevole Aprea, prego.

  VALENTINA APREA. Grazie Presidente. Carissimi colleghi, voglio innanzitutto ringraziare il collega Fusacchia. Come sapete, per il gruppo di Forza Italia, ma personalmente, ho sempre sostenuto la bontà di questa indagine conoscitiva, ma prima ancora, evidentemente, la bontà dell'innovazione digitale, la necessità di modificare le pratiche scolastiche, le pratiche di insegnamento, ma soprattutto di apprendimento, in un'ottica di innovazione digitale, di didattica digitale.
  Per quanto io possa condividere con il deputato Fusacchia, che forse avremmo dovuto fare un documento conclusivo più attento delle audizioni e delle diverse fasi, l'importanza di chiudere questa indagine sta proprio nel fatto che rimane a futura memoria la consequenzialità di fatti inaspettati e che non avremmo voluto vedere, quali la pandemia e il ricorso alla DAD. Quando siamo partiti c'era, nel 2019, un'esigenza didattica e di innovazione del sistema, di modernizzazione del sistema scolastico che, peraltro, non era all'anno zero, perché c'erano tante esperienze in tanti settori. La volontà della Commissione era quella di capire in fondo, nel Paese reale, nella scuola reale, quale fosse il punto di caduta dell'innovazione. Poi c'è stata la pandemia che ha sconvolto, evidentemente, questa modernizzazione, ha prodotto un'accelerazione dell'uso delle tecnologie nelle scuole, nell'acquisto di strumenti tecnologici. Non dimentichiamo che il problema delle tecnologie è che richiamano competenze e investimenti in denaro, quindi di risorse dedicate. Noi abbiamo assistito a tutto questo. Quando siamo ritornati all'indagine conoscitiva, di fatto abbiamo dovuto aggiungere ai temi di indagine, oltre all'innovazione didattica pura e semplice, la DID (didattica integrata digitale) e la DAD, che non erano mai entrate nel linguaggio della didattica scolastica italiana. Quindi, questa indagine, comunque sia, ha un valore incredibile, perché rimarrà a futura memoria come una testimonianza di quello che noi, come Commissione cultura, avevamo avvertito come esigenza di innovazione nel sistema e come, invece, questa innovazione è diventata una necessità della scuola e di lì, poi, è cominciato un percorso che si è concluso. Credo che questa debba essere la soddisfazione più grande di questa Commissione. È un valore in cui dobbiamo riconoscerci tutti, come il fatto che poi siamo riusciti a fare leggi che hanno prodotto, che porteranno a questa modernizzazione e a questa innovazione.
  Siamo partiti da un'esigenza, abbiamo vissuto un'esperienza drammatica, ma abbiamoPag. 5 reagito alla fine, perché oggi chiudiamo la legislatura, ancorché anticipata di pochi mesi, con un folto numero di leggi che, di fatto, vanno a sostenere i fenomeni più avanzati che noi abbiamo registrato e che rimangono agli atti.
  Non lo devo ricordare a voi, ma mi fa piacere ricordare che su proposta di Forza Italia, su proposta mia e del collega Palmieri, ma certamente di tutta la Commissione, è stato introdotto lo studio obbligatorio del coding nella scuola italiana. Probabilmente, quando siamo entrati nel 2018 e abbiamo iniziato questa legislatura, non tutti avvertivano l'esigenza di introdurre l'alfabetizzazione informatica come una finalità assolutamente necessaria e indispensabile del terzo millennio. Ci siamo riusciti. Abbiamo prima previsto che i docenti ai concorsi venissero formati al coding e a questo tipo di utilizzo, di didattica, di alfabeto e di pratica. Poi, abbiamo previsto nel PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) addirittura la formazione degli insegnanti e lo studio obbligatorio del coding in tutte le scuole, in tutti gli ordini e gradi della scuola italiana e poi abbiamo previsto la formazione dei docenti, esattamente l'ultima sollecitazione che arriva dalla relazione. In quello che è diventato la legge n. 79 del 2022, ovvero il decreto-legge n. 36, che abbiamo recentemente approvato, recante ulteriori misure urgenti per l'attuazione del PNRR, abbiamo proprio previsto un piano straordinario di formazione dei docenti che parte, addirittura, il prossimo anno scolastico e che prenda in considerazione, appunto, la necessità di formare, di colmare il famoso digital divide, quindi di formare con competenze digitali tutti i docenti della scuola italiana.
  Concludo dicendo che abbiamo fatto bene a fare questa indagine, perché comunque consegniamo al Paese a futura memoria, l'impegno di quanti, a livello nazionale, hanno portato avanti la pratica dell'innovazione e dell'innovazione digitale, prima ancora, poi, di vederla normata. Mi auguro che nella prossima legislatura, la formazione degli insegnanti e dell'innovazione non sia più un'emergenza: dovremmo essere capaci adesso di andare veramente a regime rispetto a tutto quello che noi abbiamo evidenziato. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei Onorevole Aprea. Onorevole Frassinetti, prego.

  PAOLA FRASSINETTI. Sarò molto sintetica. Fratelli d'Italia apprezza questa relazione. Mi auguro, però, che rimanga sempre il concetto che l'innovazione e la tecnologia sono un servizio, perché in una scuola dove i bambini non sanno più scrivere in corsivo, dove c'è un grosso abbandono, dove sostanzialmente l'asticella dell'apprendimento è calata, si è abbassata, si sono conseguentemente allargate le diseguaglianze e le persone più bisognose, meno abbienti, che una volta trovavano nella scuola, tramite il merito e la selezione, non possono più fare il loro riscatto: quindi, nonostante tante problematiche incredibili, ben venga, questa indagine conoscitiva.
  Abbiamo visto, attraverso la didattica a distanza, come la scuola in presenza sia imprescindibile e non si possano assolutamente slegare gli alunni dalla loro comunità, in presenza. Forse non ci saremmo mai potuti aspettare tanti danni legati alla mancanza della scuola in presenza. Quindi, modernizzazione sì, ma anche una seria riflessione sullo stato di questa scuola, che ha tantissime criticità e ci dà forti preoccupazioni. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie Onorevole Frassinetti. Prego, onorevole Orrico.

  ANNA LAURA ORRICO. Grazie Presidente. Anche io esprimo, a nome del gruppo Movimento Cinque Stelle, l'apprezzamento per la relazione finale dell'Onorevole Fusacchia. Vorrei, in particolare, soffermarmi sul primo punto, che a mio avviso è il più importante, ovvero sul ruolo che la tecnologia, l'innovazione digitale, può avere per abbattere le diseguaglianze territoriali, che sono profonde nel nostro Paese e quindi quanto sia importante quello che con il PNRR si farà nell'ambito della infrastrutturazione digitale del Paese.
  L'augurio, l'auspicio, è che da questa relazione il prossimo Parlamento e il prossimoPag. 6 Governo vogliano insistere affinché davvero la digitalizzazione e le nuove tecnologie siano un fattore abilitante di accesso per chi non ha opportunità, per chi vive nelle aree interne, nelle periferie del nostro Paese, concentrandoci forse meno sulle eccellenze e più sulle forme di precarietà didattica, che esistono nei vari territori e provando anche ad utilizzare la digitalizzazione e le nuove tecnologie, a fare in modo che i modelli che oggi rappresentano un'eccellenza possano trasferire esperienze e competenze in un'ottica di osmosi e sinergia territoriale, che aiuti finalmente ad abbattere le differenze e a rendere più equilibrato l'accesso all'istruzione che, come sappiamo, è il primo passaggio per essere cittadini responsabili, cittadini attivi, cittadini consapevoli. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Prego, onorevole Di Giorgi.

  ROSA MARIA DI GIORGI. Grazie Presidente. Rinnovo il mio apprezzamento per questa relazione, che purtroppo arriva in un momento in cui di fatto questa attività è stata interrotta. Per noi che seguiamo questi temi, che abbiamo tanto seguito la didattica a distanza in questa fase e i problemi che sono sopravvenuti, riuscire a concludere nei tempi giusti questo lavoro sarebbe stato, naturalmente, di grande soddisfazione o di maggiore soddisfazione. Tuttavia, sulle indicazioni, che il collega ha voluto proporci, credo ci sia un grande accordo, perché è evidente che ormai c'è bisogno della digitalizzazione nella scuola. Non dobbiamo pensare che la digitalizzazione nella scuola, ossia l'uso degli strumenti informatici in tutte le loro forme, corrisponda a ciò che correntemente è stato detto in tanti momenti durante la pandemia, ossia non è la didattica a distanza. La didattica a distanza è stato un momento, è stato un grande ausilio per i momenti più drammatici della pandemia, soprattutto in certi territori; ha anche funzionato, ma la digitalizzazione della scuola e i progetti che a questo si devono legare sono tutt'altra cosa e vanno a incidere esattamente sul fronte del digital divide. Se fin dall'inizio i ragazzi si abitueranno a utilizzare queste nuove tecnologie, il digital divide nel nostro Paese si abbatterà. Non solo nel nostro Paese: questi temi sono elemento di programmazione in tante politiche di tanti Governi. Sappiamo che le organizzazioni internazionali si occupano moltissimo di questo; voglio citare qui soltanto l'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico), che ha una sua sezione particolare che si occupa della digitalizzazione nella società dei Paesi di cui si deve occupare. Quindi, siamo assolutamente in sintonia.
  È bene quindi che la nostra Commissione, in questa legislatura, abbia voluto affrontare questo tema. «Tante opportunità in più», dicevano i colleghi. Ed è vero. La digitalizzazione, l'uso delle nuove tecnologie in tutte le forme, perché i nostri ragazzi dovranno diventare fruitori della rete, ma anche, auspicabilmente, coloro che costruiscono la rete, costruiscono i sistemi, costruiscono i programmi. Ci sono più ambiti di sviluppo e quindi la scuola deve essere in grado di orientarli in questo senso. E orientarli in questo senso significa, quindi, anche avere insegnanti in grado di fare questo e mi fa piacere che, infatti, il punto ultimo della proposta che stiamo andando a votare indichi proprio questo: la formazione degli insegnanti. Ci vogliono insegnanti in grado di seguire questo sviluppo, di seguire i nostri ragazzi, ormai nativi digitali, ma che devono essere orientati a utilizzare bene la rete.
  Credo che abbiamo dato anche noi un piccolo contributo – purtroppo non abbiamo svolto le altre audizioni che avremmo voluto fare – un approfondimento ulteriore, lasciando un buon compito ai nostri colleghi della prossima legislatura. Grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Grazie a lei. Non ho altri iscritti. Volevo aggiungere anche io qualcosa. I colleghi sono stati molto attenti ed esaustivi nell'analisi di tutto il percorso che abbiamo fatto.
  Siamo stati testimoni di un evento storico importante: avevamo cominciato, come ricordavate, questa indagine prima della pandemia, poi abbiamo visto l'evoluzione e Pag. 7le difficoltà. Tuttavia, volevo concentrarmi sul quarto punto, quello relativo all'orientamento. Abbiamo visto in tantissimi documenti, in tantissimi lavori che questa Commissione ha fatto, come il tema dell'orientamento, mi riferisco alle lauree abilitanti, ai tirocini, ritorni sempre ed è un punto, come dire, strategico anche nella formazione dei nostri studenti e delle nostre studentesse. Doveva essere una delle riforme del PNRR da portare avanti nel corso di questa legislatura. Mi auguro che si riparta da qui, perché credo che orientare, come appunto si diceva, alla ricerca del sé, alla consapevolezza verso quello che si vuole fare sia l'elemento strategico su cui costruire poi la formazione degli individui e quindi la formazione dei nostri studenti e delle nostre studentesse.
  Ringrazio anche io, come Presidente, tutti voi per il grande contributo e il grande lavoro che è stato fatto e, in particolare il collega Fusacchia. Era importante lasciare traccia di questo percorso, quindi mi volevo associare. Prego Onorevole Fusacchia.

  ALESSANDRO FUSACCHIA. Solo per ringraziare i colleghi per avere condiviso l'importanza di chiudere la relazione.

  PRESIDENTE. Non essendoci altri iscritti a parlare pongo in votazione il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva. Chi è favorevole? Chi è contrario? Chi si astiene? Il documento è approvato all'unanimità.

  Dichiaro conclusa la seduta.

  La seduta termina alle 15.20.

Pag. 8

ALLEGATO

Indagine conoscitiva in materia di innovazione didattica, anche legata all'uso di nuove tecnologie.

DOCUMENTO CONCLUSIVO APPROVATO

  La VII Commissione (Cultura, scienza e istruzione) ha deliberato, il 6 marzo 2019, un'indagine conoscitiva in materia di innovazione didattica, anche legata all'uso di nuove tecnologie.
  Il termine di conclusione dell'indagine, inizialmente fissato al 30 novembre 2019, era stato poi prorogato al 30 marzo 2020 ma le ultime audizioni pianificate, che avrebbero dovuto svolgersi il 4 marzo 2020, furono disdette per l'emergenza dell'epidemia.
  L'esperienza della didattica a distanza resa necessaria dall'esigenza di contenimento dei contagi – che ha avuto un forte impatto sulle scuole e suscitato un acceso dibattito nel Paese – ha investito e stravolto il campo di osservazione dell'indagine conoscitiva, imponendo l'introduzione della più moderna tecnologia nella didattica e accelerando, ma in maniera molto disomogenea in aree diverse del Paese, alcune innovazioni nelle metodologie d'insegnamento. L'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi della Commissione ha ritenuto pertanto inizialmente preferibile soprassedere alla prosecuzione dell'indagine, anche per capire gli effetti educativi e culturali dell'esperienza della didattica a distanza (DAD).
  In seguito, nella riunione del 28 luglio 2021, l'ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi ha giudicato che, con la chiusura dell'anno scolastico, i tempi fossero maturi e ha concordato sull'opportunità di riprendere l'indagine conoscitiva e di portarla a conclusione, facendo il punto sull'impatto dalla didattica a distanza.
  Nell'agosto del 2021 è stata dunque autorizzata la ripresa dell'indagine che inizialmente avrebbe dovuto concludersi entro il 31 dicembre 2021 ma il cui termine è stato poi prorogato fino al 31 luglio 2022.
  La Commissione ha così complessivamente inteso promuovere un'attività conoscitiva approfondita sullo stato dell'innovazione digitale e didattica nella scuola italiana risultante da un lato, dall'adozione di politiche nazionali quali, in primis il Piano Nazionale per la Scuola Digitale, e, dall'altro, da tante prassi provenienti «dal basso»: sperimentazioni di singole scuole e in alcuni casi singoli docenti o reti di docenti, che ogni giorno inventano un modo nuovo per rinnovare il modo di trasmettere sapere e accompagnare le giovani generazioni in un progetto di crescita.
  Il tentativo è stato quello di avere un quadro ampio e una mappatura reale delle prassi che si sono sviluppate a livello nazionale, del loro livello di penetrazione e diffusione nelle varie aree del Paese, così da allineare l'attuale modello educativo nazionale alle istanze richieste dalla società e dall'innovazione digitale, e individuare, di conseguenza, le più efficaci strategie didattiche per colmare i divari all'interno del sistema scolastico. Di rilevanza cruciale anche l'inquadramento degli strumenti e delle modalità di misurazione dell'impatto (in termini di soft-skills, competenze, processi, valore) dei modelli didattici-innovativi oggi diffusi nella scuola italiana su studenti e docenti, aprire la strada a relative strategie di sviluppo di modelli sperimentali, individuare alcuni dei modelli quali buone prassi riconoscendone la valenza nazionale e quindi valorizzarli in sede internazionale.
  Consapevole del fatto che l'innovazione didattica, non solo quella legata all'uso del digitale, è un tema fondamentale sul quale si dovranno confrontare negli anni a venire tutti gli attori del sistema scolastico pubblico e privato, italiano ed europeo, per fare fronte alle esigenze della società, la Commissione ha inteso predisporre un quadroPag. 9 di riferimento ufficiale ascoltando in primo luogo i rappresentanti del Ministero dell'Istruzione, dell'ISTAT, dell'INVALSI, dell'INDIRE, passando poi alle audizioni delle rappresentanze sindacali, delle associazioni di categoria, di esperti del settore, di fondazioni e associazioni, di istituti ed enti pubblici e privati che promuovono in Italia buone pratiche di innovazione didattica, a partire da quella legata all'uso del digitale.
  Poiché l'innovazione didattica si sostanzia in un insieme di innumerevoli buone pratiche, sviluppate a livello locale o nazionale, poi condivise nell'ambito di convegni, forum, incontri e progetti, una delegazione della Commissione ha visitato il Global Education & Skills Forum di Dubai, il 23-24 marzo 2019, organizzato dalla Varkey Foundation, che si configura come l'appuntamento annuale del movimento che, a livello globale, cerca di condividere in modo orizzontale le buone pratiche di innovazione nella didattica valorizzando scambi e occasioni di confronto tra partecipanti di tutto il mondo e assegnando il prestigioso Global Teacher Prize, una sorta di «Premio Nobel per l'insegnamento», a cui partecipano migliaia di docenti che in ogni angolo del mondo stanno sperimentando nuove metodologie didattiche. La scuola italiana è stata in passato già protagonista, con le sue eccellenze, nel suddetto Forum, figurando come primo Paese partner ufficiale nel 2015.

  Attività svolte nell'ambito dell'indagine conoscitiva:

   23-24 mar 2019: Missione a Dubai per visitare il Global Education & Skills Forum

   11 giu 2019: Audizione di Giovanni Biondi, presidente dell'INDIRE, e Anna Maria Ajello, presidente dell'INVALSI

   10 lug 2019: Audizione di Stefano Molina e di Francesca Bilotta, rappresentanti dell'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASVIS)

   25 set 2019: Audizione di Nicola Crepax e Lorenzo Benussi, Fondazione per la Scuola Compagnia di San Paolo, di Andrea Gavosto, Fondazione Agnelli, e di Antonio Danieli, Fondazione Golinelli.

   16 ott 2019: Audizione di Gabriele Ferreri e Carlo Prosperi dell'Associazione Nazionale Giovani Innovatori (ANGI), di Miriam Cresta, Junior Achievement, di Alessandro Valera e Luca Solesin, Ashoka Italia, di Katia Tafner e Cristiana Clementi, Bagus Association, di Riccardo Messina e Mattia Clemente, United Network

   23 ott 2019: Audizione di dirigenti scolastici (dell'Istituto comprensivo statale 12 di Bologna, dell'Istituto comprensivo di Pontecagnano S. Antonio (Salerno), dell'Istituto comprensivo di Santa Marina Policastro (Salerno) e dell'ISS Ernesto Ascione di Palermo) ed esperti (Maria Buccolo, dottore di ricerca in progettazione e valutazione dei processi formativi, Mario Caligiuri, professore ordinario di pedagogia della comunicazione, Paolo Gheda, professore aggregato di storia contemporanea, Lorenza Orlandini, esperta di service learning, e Francesca Scafuto, dottore di ricerca in psicologia della salute)

   15 gen 2020: audizione di Paolo Mottana, professore ordinario di filosofia dell'educazione e di ermeneutica della formazione e pratiche immaginali presso l'Università degli studi di Milano Bicocca; Michela Schenetti, professore associato di didattica generale e metodologia e didattica dell'attività motoria presso l'Università degli studi di Bologna; Gisella Langé, esperta di lingue straniere e internazionalizzazione; e Francesco 'Piersoft' Paolicelli, consulente opengov ed esperto di coding

   29 gen 2020: Audizione di Lucia Balduzzi, membro del direttivo della SIPED (Società italiana di pedagogia), e di Raffaella Reali, membro della direzione della Rete nazionale «Scuole senza zaino»

   19 mag 2022: Audizione, in videoconferenza, di Roberto Ricci, Presidente dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI), di Stefano Versari, capo dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell'Istruzione, di Antonella Iunti, direttrice generale dell'Ufficio scolastico regionale della Calabria, e di Ettore Acerra, direttore generalePag. 10 dell'ufficio scolastico regionale della Campania

   21 giu 2022: Audizione, in videoconferenza, di Mirta Michilli e Alfonso Molina, rispettivamente direttore generale e direttore scientifico della Fondazione Mondo digitale; Marco De Rossi, amministratore delegato di Weschool; Massimiliano Ventimiglia, fondatore e amministratore delegato di Onde alte

   27 giu 2022: Audizione di Lorenzo Micheli, esperto di metodologie didattiche innovative, coordinatore del Programma Education presso il Commissariato generale dell'Italia a Expo Dubai 2020; di Antonello Giannelli, Presidente dell'Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola (ANP); di Antonio Piscopo, vice direttore e responsabile relazioni istituzionali, impatto ricerca e policy di Teach for Italy.

  L'interruzione anticipata della legislatura, con lo scioglimento delle Camere e l'indizione delle elezioni per il 25 settembre 2022, non ha consentito alla VII Commissione di redigere una relazione articolata e dettagliata che, partendo dalle audizioni, potesse fare un bilancio dello stato dell'innovazione didattica e digitale nelle scuole italiane e formulare, come inizialmente previsto, proposte di riforma e di miglioramento del sistema di istruzione, nell'interesse di studentesse e studenti e della loro capacità di crescere maggiormente preparati per stare al mondo.
  E tuttavia, la VII Commissione ha inteso evidenziare 5 punti che ritiene possano costituire la base di approfondimento e lavoro ulteriore per la prossima legislatura, su temi che saranno sempre più rilevanti per il futuro del Paese.
  Questi 5 punti sono:

   1. La necessità di recuperare una visione sana dell'apporto che le tecnologie possono dare alla scuola italiana e, in generale, al nostro sistema di istruzione. I limiti, in molti casi particolarmente vistosi, hanno indotto in più casi a far ritenere che la didattica della pandemia fosse la conseguenza del digitale applicato alla scuola, invece che pressoché il suo opposto. La DAD ha (di)mostrato come ancora sia inadeguata l'infrastruttura digitale, quanto forti siano i divari territoriali, quanto le disuguaglianze di partenza incidano sul futuro di ragazze e ragazzi, quanto bisogno ci sia di alfabetizzazione digitale. La scuola è presenza e non può essere sostituita da una connessione remota in permanenza. Ma la tecnologia, e più concretamente l'integrazione della tecnologia in nuovi modelli didattici, può aiutare molto a fare la scuola 'aumentata', ad aumentare l'accesso a saperi, esperienze, persone, mondi che altrimenti resterebbero inaccessibili o sconosciuti. Se usata con cognizione e intelligenza, può aiutare docenti e studenti a diventare più capaci.

   2. L'innovazione che il digitale consente a scuola non può essere confinato ad un solo insegnamento, perché è metodo e strumento, e deve integrare ogni attività didattica e extra-didattica. Allo stesso tempo, un'attenzione particolare va riservato all'insegnamento dell'uso critico degli strumenti digitali, per crescere nuove generazioni di ragazze e ragazzi consapevoli delle opportunità ma anche dei rischi che le tecnologie emergenti comportano.

   3. Un sistema di istruzione così connesso e interconnesso ogni giorno produce – estrae – una mole significativa di dati. Trattandosi per lo più di minori, è necessario assicurarsi che ci sia un livello adeguato di protezione e tutela dei dati personali di alunni e docenti.

   4. L'innovazione didattica e digitale può essere un potente strumento per ripensare e aumentare la capacità della scuola, assieme al sistema universitario e di altri attori della società – da fondazioni ad associazioni, da imprese a realtà del terzo settore o del privato sociale – di contribuire a quello sforzo complessivo e collettivo che va sotto il nome di orientamento. Sia in termini di accesso all'informazione sia, a maggior ragione, rispetto a quello che l'orientamento deve sempre più diventare: sperimentazione in prima persona, partecipazione a esperienze laboratoriali, possibilità di esplorare i confini della propria Pag. 11curiosità per conoscere il mondo e di conseguenze se stessi.

   5. Infine, la formazione dei docenti. Non c'è possibilità di innovazione didattica che esca dal campo d'azione di pochi per farsi normalità di tanti, senza un ripensamento complessivo della formazione dei docenti italiani. Che deve farsi ambizione collettiva del corpo insegnante e diventare un passaggio regolare degli anni lavorativi di chiunque insegni in una scuola italiana; e che va ripensata mettendo la migliore innovazione di cui il Paese dispone a disposizione di chi ha in carico la crescita delle nuove generazioni.