XVIII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 4 di Giovedì 27 giugno 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLE CONDIZIONI DEL PERSONALE MILITARE IMPIEGATO NELL'OPERAZIONE «STRADE SICURE»:

Audizione Comandante del Comando forze operative nord (COMFOP NORD) – Generale di Corpo d'armata, Amedeo Sperotto.
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Sperotto Amedeo , Comandante del Comando forze operative nord (COMFOP NORD) ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 11 
Del Monaco Antonio (M5S)  ... 11 
Russo Giovanni (M5S)  ... 11 
Tondo Renzo (Misto-NcI-USEI)  ... 11 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Presentazione informatica illustrata dal Comandante del Comando forze operative nord (COMFOP NORD) ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Sogno Italia - 10 Volte Meglio: Misto-SI-10VM.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 8.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione Comandante del Comando forze operative nord (COMFOP NORD) – Generale di Corpo d'armata, Amedeo Sperotto.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle condizioni del personale militare impiegato nell'operazione «Strade sicure», l'audizione del Comandante del Comando delle forze operative nord (COMFOP NORD), Generale di Corpo d'armata Amedeo Sperotto.
  Saluto e do il benvenuto al Generale Sperotto, che ringrazio per la sua presenza all'incontro di oggi. Il Generale Sperotto è accompagnato dal Colonnello Alfonso Cornacchia e dal Capitano Giovanni Gambaretto.
  Ricordo che dopo l'intervento del Generale Sperotto darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni e successivamente il Generale potrà rispondere alle domande poste. Chiedo a tal proposito ai colleghi di far pervenire fin da ora al banco della Presidenza la propria iscrizione a parlare.
  Do, quindi, la parola al Generale Sperotto.

  AMEDEO SPEROTTO, Comandante del Comando forze operative nord (COMFOP NORD). Onorevole presidente, onorevoli deputati, mi sia innanzitutto concesso di portare a tutti loro il saluto mio personale, unitamente a quello di tutte le donne e gli uomini del Comando forze operative nord di Padova.
  Esprimo, poi, un sentito ringraziamento per l'opportunità concessami di poter illustrare l'operato dei militari che svolgono il servizio sotto la responsabilità del mio Comando nell'operazione «Strade sicure», nonché di fornire un quadro d'insieme delle attività svolte dalle unità del Comando in relazione all'operazione di cui sopra, evidenziandone alcuni aspetti peculiari.
  Lo scopo della mia presentazione, come già anticipato, è quello di fornirvi informazioni riguardanti l'impiego dei militari che espletano il servizio nell'ambito dell'operazione «Strade sicure», nell'area di responsabilità assegnata al Comando forze operative nord.
  A premessa, ricordo che il Comando forze operative nord, posto alle dirette dipendenze del Capo di stato maggiore dell'Esercito, è un Alto Comando multifunzione dell'Esercito a valenza interregionale, con una struttura che attribuisce ad un unico Comandante le risorse e le capacità per gestire in maniera unitaria le problematiche nei settori operativo, territoriale ed infrastrutturale nell'ambito della propria area di responsabilità, la cui struttura è riportata nella lastrina intitolata «Struttura Ordinativa».
  Il Comando forze operative nord è stato costituito in Padova in data 1° ottobre Pag. 42016, ereditando le tradizioni del 5° Corpo d'Armata di Vittorio Veneto.
  Procederò ad illustrare gli elementi di inquadramento generale che riguardano l'operazione, per poi passare ad aspetti di dettaglio che caratterizzano l'impiego del personale. Procedo, dunque, con la descrizione della linea di comando e controllo che si rende necessaria per comprendere come si colloca esattamente il COMFOP NORD e quali sono le funzioni che esso è chiamato ad assolvere.
  L'operazione «Strade sicure» viene condotta in stretto coordinamento con il Ministero degli interni ed è assegnata al Capo di stato maggiore della Difesa, che, per il tramite del Comando di vertice interforze, ne esercita il Comando operativo. Il Capo di stato maggiore dell'Esercito, su delega del Capo di stato maggiore della Difesa, esercita il controllo operativo, avvalendosi di tre Comandi multifunzione (il Comando truppe alpine, il Comando forze operative nord e il Comando forze operative sud), dai quali dipendono i raggruppamenti che operano sul terreno.
  Al fine di conferire maggiore efficacia all'esercizio della funzione di comando e controllo, l'Italia è stata suddivisa in tre aree di responsabilità: Nord-Ovest, gestita dal Comando truppe alpine, con sede a Bolzano, comprende le regioni della Valle d'Aosta, del Piemonte, della Liguria, della Lombardia e del Trentino Alto-Adige; Centro-Nord, gestita dal Comando forze operative nord di Padova, comprende le regioni del Friuli Venezia Giulia, del Veneto, dell'Emilia Romagna, della Toscana, dell'Umbria e delle Marche; Sud e Isole, assegnata al Comando forze operative sud con sede a Napoli, comprende le regioni del Lazio, dell'Abruzzo, della Campania, della Puglia, della Calabria, della Sicilia e della Sardegna.
  Nell'ambito dell'operazione «Strade sicure» l'area di responsabilità del COMFOP NORD è stata suddivisa in quattro settori ed assegnata a quattro Comandi interregionali/interprovinciali denominati raggruppamenti (a livello reggimento) retti da colonnelli.
  Tali Comandi hanno sede a Udine per il raggruppamento Veneto-Friuli Venezia Giulia (il prossimo 1° luglio, il 132° Reggimento Carri subentrerà al 3° Reggimento Genio guastatori, collocando la propria sala operativa non più a Udine, ma in Cordenons – Pordenone); Bologna per il raggruppamento Emilia Romagna; Pistoia per il raggruppamento Toscana (il prossimo 5 luglio il 186° Reggimento Paracadutisti assumerà la responsabilità del raggruppamento Toscana, subentrando al 183° Reggimento, spostando la sala operativa da Pistoia a Siena); Foligno (Perugia) per il raggruppamento Umbria-Marche (il prossimo 28 giugno il 185° Reggimento Paracadutisti del raggruppamento Umbria-Marche subentrerà al 10° Reggimento Guastatori, mantenendo la sala operativa presso il Centro di selezione e reclutamento nazionale di Foligno).
  In rosso nella slide «Articolazione del dispositivo – Aree di responsabilità COMFOP NORD» sono indicate le province, denominate «piazze», per le quali con decreto interministeriale (Interno e Difesa) è stato disposto il concorso di unità della Forza armata alle autorità locali di pubblica sicurezza.
  In linea con quanto previsto dal citato decreto interministeriale, sono impiegati nelle suddette province o piazze 1041 uomini o donne, di cui 99 con funzioni di comando e controllo e 942 operativi. I citati 1041 militari, di cui 31 dell'Aeronautica militare, sono ripartiti tra i raggruppamenti e hanno il compito di presidiare 107 siti operativi, così suddivisi: 65 siti sensibili, 10 stazioni ferroviarie, 6 porti e aeroporti, 2 luoghi artistici, 3 siti diplomatici, 1 CARA (Centro accoglienza richiedenti asilo), 12 siti istituzionali e 8 luoghi di culto.
  Veniamo ora all'illustrazione della missione e dei compiti assegnati al Comando forze operative nord. La missione assegnata al COMFOP NORD è quella di impiegare il personale militare in concorso con le Forze di polizia per l'espletamento dei compiti di vigilanza, assegnati dalle autorità provinciali di pubblica sicurezza, al fine di incrementare la prevenzione e il Pag. 5contrasto alla criminalità e al terrorismo nell'area di operazione.
  In tale contesto, i militari dovranno vigilare i siti sensibili assegnati ed assicurare il pattugliamento di aree metropolitane densamente popolate. Agli stessi viene attribuita la qualifica di agenti di pubblica sicurezza in virtù della legge n. 125 del 24 luglio 2008, in esito alla quale i militari potranno procedere all'identificazione e all'immediata perquisizione sul posto di persone e mezzi di trasporto, a norma dell'articolo 4 della legge n. 152 del 22 maggio 1975.
  Inoltre, il personale militare potrà, qualora impiegato in attività di pattugliamento e non di pura vigilanza statica, procedere all'accompagnamento delle persone presso i più vicini uffici/comandi di Polizia e Carabinieri, dove le Forze di pubblica sicurezza procederanno con le attività di polizia giudiziaria di competenza. Al riguardo, preme specificare che il militare non può essere impiegato per i servizi di vigilanza alle persone oggetto di accertamento da parte delle Forze di pubblica sicurezza, il cosiddetto «piantonamento», in quanto si tratta di un'attività non prevista dalla normativa di riferimento.
  Gli obiettivi ed i servizi di pattugliamento a livello locale, nonché le relative modalità di esecuzione rientrano nelle competenze delle autorità di pubblica sicurezza, alle quali è stato concesso in concorso il contingente militare, che comunque rimane alle dipendenze gerarchiche dei propri comandanti diretti. I servizi vengono disciplinati da apposite consegne scritte, redatte dai comandanti di raggruppamento e sanzionate dai prefetti.
  Al fine di garantire l'assolvimento dei citati compiti, il Comando forze operative nord a premessa dell'impiego delle unità configura gli assetti propri e quelli ricevuti in concorso da altri Comandi nel rispetto dei volumi organici autorizzati dai provvedimenti normativi di riferimento; assicura l'approntamento delle forze per l'impiego in operazioni di supporto alle Forze di polizia; garantisce il supporto logistico e la disponibilità di infrastrutture per l'alloggiamento e vettovagliamento delle forze.
  Durante lo svolgimento dell'operazione (fase condotta) esercita il Comando tattico sulle forze impiegate nell'area di responsabilità, coordina e monitora tutte le attività di schieramento ed avvicendamento dei reparti nell'area di responsabilità, effettua una costante e frequente attività di controllo, argomento che in seguito tratterò più nel dettaglio.
  Illustrerò ora le modalità con cui i militari svolgono il servizio di vigilanza presso i siti assegnati dalle prefetture. Il servizio viene effettuato in maniera differente a seconda delle indicazioni impartite dalle autorità di pubblica sicurezza, sulla base delle ordinanze delle menzionate prefetture. In particolare, per quanto riguarda l'area di responsabilità assegnata al COMFOP NORD, con riferimento al Centro di accoglienza di Gradisca d'Isonzo, l'attività si svolge mediante l'impiego congiunto di appartenenti alle Forze armate e aliquote di operatori delle Forze di polizia. La responsabilità del servizio risale alle Forze di pubblica sicurezza, a prescindere dal grado rivestito dal personale che vi partecipa.
  Presso i siti «sensibili» il servizio avviene attraverso i seguenti moduli operativi: congiuntamente con le Forze di polizia (anche in questo caso la responsabilità dello stesso risale a questi ultimi); in via esclusiva e per singolo obiettivo dalle Forze armate, con il concorso delle Forze di polizia, a mezzo di una pattuglia in servizio di vigilanza dinamica, dedicata a più obiettivi che insistono in un'area circoscritta definita; in via esclusiva e per più obiettivi ricadenti in un'unica area, da parte di una pattuglia che opera a bordo di un mezzo composto da almeno tre operatori dell'Esercito, esclusivamente lungo un itinerario definito dall'autorità provinciale di pubblica sicurezza, in concorso e radiocollegata con pattuglie delle Forze di polizia, impiegata nella zona nell'ambito di un piano coordinato di controllo del territorio.
  Vediamo ora quali sono i criteri che vengono adottati per pianificare l'impiego delle unità in operazioni. Come accennato, Pag. 6tra i compiti assegnati al COMFOP NORD c'è quello di individuare i reparti che devono operare nelle varie piazze. Pertanto, con cadenza semestrale viene elaborata una pianificazione d'impiego, al fine di permettere alle unità designate di approntarsi al meglio e conseguire il pronti all'impiego per svolgere il servizio.
  I criteri che vengono adottati per elaborare tale pianificazione sono quelli dell'organicità, della concentrazione, del bilanciamento e della vicinanza geografica. In particolare, il criterio di organicità è senza dubbio quello più importante, in quanto tende a garantire la maggiore efficacia della funzione di comando e controllo. In sostanza, si cerca di far condurre ai reparti/unità dipendenti da una medesima Brigata lo stesso ciclo temporale di approntamento, impiego e ricondizionamento per impegni simultanei anche in teatri operativi differenti, oltre che sul territorio nazionale.
  Al citato criterio di organicità è strettamente collegato quello della concentrazione degli impegni operativi delle Brigate. In pratica, si prevede che all'impiego del Comando Brigata in operazioni corrisponda nel medesimo periodo un impiego massivo di tutte le unità dipendenti o della maggior parte di esse, sia all'estero che sul territorio nazionale, in modo tale che il Comandante della stessa Brigata possa curarne l'addestramento/approntamento e impiegarne direttamente una parte in operazione, e che, una volta rientrate dai vari impegni e ricondizionate, possa disporne nuovamente per l'inizio di un nuovo ciclo.
  Il criterio del bilanciamento sottende, ove fattibile, ad un impiego contestuale nei maggiori teatri operativi esteri di unità tratte da comandi diversi. Inoltre, in sede di pianificazione, ove possibile e fermo restando i criteri sopra descritti, si cerca di impiegare il personale secondo il criterio di vicinanza geografica, al fine di andare incontro alle esigenze di carattere personale e familiare dei militari, obiettivo questo ambizioso ma non sempre perseguibile.
  Passiamo adesso ai contributi che il Comando forze operative nord fornisce all'operazione. Come accennato in precedenza, uno dei compiti del COMFOP NORD è quello di individuare i reparti che devono operare nelle varie piazze assegnate. Al riguardo va detto che non è sempre possibile, in virtù dei criteri illustrati, impiegare nell'area di responsabilità del Comando esclusivamente il personale appartenente alle Brigate dipendenti, che sono la Brigata Paracadutisti Folgore, la Brigata Cavalleria Pozzuolo del Friuli, la Brigata Aeromobile Friuli e la Brigata Corazzata Ariete.
  Pertanto, in aderenza alle indicazioni del Comando forze operative esercito, i contributi vengono forniti dei restanti comandi multifunzione nonché da altri comandi (COMFOTER SPT, COMAVES, COMFOSE, NRDC). Analogamente, il COMFOP NORD è chiamato a fornire un contributo di forze alle aree di responsabilità degli altri comandi multifunzione (ad esempio nel semestre in corso vengono impiegati militari dipendenti da questo Comando in Calabria e in Sicilia orientale).
  Darò ora qualche informazione sulla durata del mandato con riferimento alle turnazioni svolte dai militari, illustrando le problematiche che ne scaturiscono.
  Il mandato per il personale designato è di norma di sei mesi ed inizia dal momento in cui viene schierato nella località di svolgimento del servizio. Il militare svolge il proprio turno di servizio con la cosiddetta «turnazione in quinta» in turni giornalieri di 6 ore, che non comprendono i tempi necessari per i movimenti dalla sede dove alloggiano i militari ai siti di impiego, il ritiro di armi e viceversa.
  Questo comporta che ciascun militare, al termine del mandato di sei mesi, accumula circa 200 ore prestate in eccedenza all'orario di servizio, oltre a quelle remunerate di straordinario, pari a 14 ore e mezza pro capite al mese, e circa 40 giorni di recupero festività o giornata non lavorativa.
  Per affrontare un impiego su base semestrale è necessario prevedere almeno due mesi di approntamento e tre mesi di recupero per consentire di ridurre (spesso senza annullarlo) il monte ore accumulato durante l'operazione. Al termine del recupero il militare dovrà essere ricondizionato, Pag. 7 ovvero dovrà riacquistare la propria capacità operativa, poiché in pratica nei precedenti 11 mesi non ha avuto alcuna possibilità di addestrarsi nelle attività peculiari di specialità e/o arma di appartenenza.
  Passiamo ora a parlare della situazione alloggiativa. Il personale in servizio in «Strade sicure» alloggia prioritariamente presso le strutture dell'Esercito o di altre Forze armate o Forze dell'ordine. Allo stato attuale, gli unici militari alloggiati presso apprestamenti civili o struttura alberghiera sono i militari in servizio presso le piazze di Perugia e Ancona del raggruppamento Umbria-Marche.
  L'attenzione sulla situazione alloggiativa è sempre massima. Come diremo in seguito, vengono inviati periodicamente, a cura del Comando forze operative nord, appositi team di controllo, per verificare tra l'altro lo stato di efficienza delle infrastrutture, individuando, di concerto con i comandanti di raggruppamento, eventuali interventi manutentivi o correttivi da mettere in atto al fine di garantire standard alloggiativi in linea con le direttive di Forza armata.
  Per quanto concerne il mantenimento/ripristino delle inefficienze infrastrutturali, nel corso del corrente anno sono state assegnate ad oggi ai quattro raggruppamenti fondi per un totale di 686.000 euro. Inoltre è stato disposto ai comandanti di raggruppamento di comunicare prontamente il sopraggiungere di eventuali, ulteriori esigenze o criticità.
  Illustro ora l'equipaggiamento di cui sono dotati i militari per svolgere il proprio servizio. Nell'ambito dell'operazione Strade sicure sono previste quattro tipologie di configurazione dell'equipaggiamento, denominate T0, T1, T2 e T3. È data facoltà ai comandanti di raggruppamento, nell'ambito della propria area di responsabilità, di concerto con le autorità di pubblica sicurezza, di definire, anche in base al livello della prevedibile minaccia, la soluzione più opportuna in relazione ai criteri di mobilità e di protezione. Tale opportunità risulta molto apprezzata dai militari.
  I predetti comandanti possono inoltre autorizzare l'uso di capi specifici per l'impiego dei propri militari in condizioni particolari. Mi riferisco al berrettino in pile per climi rigidi, a occhiali protettivi in caso di prolungata esposizione al sole, alla facoltà di utilizzare anche dei gazebo per la protezione del personale dall'esposizione ai raggi solari e alle intemperie, laddove sia prevista una forma di vigilanza statica.
  Per lo svolgimento del servizio di vigilanza presso il Centro di accoglienza richiedenti asilo di Gradisca d'Isonzo, in analogia a quanto previsto per gli operatori delle Forze di polizia, è stato disposto che il personale abbia sempre al seguito il kit di protezione individuale (mascherina facciale, guanti monouso in lattice, occhiali di protezione a tenuta, visiere paraschizzi e tutta monouso).
  In caso di servizi in prossimità di strade principali ad alta percorrenza e/o in caso di scarsa visibilità, è autorizzato infine l'impiego dell'indumento catarifrangente (gilet giallo), al fine di incrementare il livello di sicurezza del personale.
  Nel dettaglio, il personale impiegato nei raggruppamenti Veneto-Friuli e Umbria-Marche adotta nella maggior parte dei casi la configurazione leggera di tipo T0 e T1, indossando esclusivamente uniforme da servizio e combattimento, radio, arma individuale combat jacket. Presso i raggruppamenti Emilia-Romagna e Toscana, invece, tenuto conto della tipologia di siti da presidiare nelle piazze di Bologna, Modena, Ferrara e Firenze, vengono adottate in alcuni casi configurazioni pesanti di tipo T2 e T3. Ciò significa che, in aggiunta all'equipaggiamento precedentemente citato, il personale indossa il giubbetto antiproiettile e al seguito porta maschera da indossare in caso di attacco nucleare biologico chimico (NBC) ed elmetto.
  Preme a questo punto sottolineare che, in linea con quanto sancito dallo stato maggiore dell'Esercito, si è provveduto, di concerto con le autorità locali di pubblica sicurezza, ad una revisione delle modalità di svolgimento dei servizi, privilegiando le attività dinamiche rispetto a quelle di vigilanza statica di obiettivi sensibili. L'approccio Pag. 8 dinamico, mediante ricorso a pattuglie mobili su itinerari o aree estese, permette di rendere meno prevedibile l'azione dei militari.
  Al riguardo, i comandanti di raggruppamento, sempre di concerto con le autorità locali di pubblica sicurezza, hanno significativamente incrementato il numero delle attività dinamiche in luogo di quelle statiche sulla quasi totalità delle piazze, rendendo pertanto più efficaci gli effetti dello svolgimento del servizio, come dimostrato dai risultati operativi conseguiti, come illustrerò in seguito.
  Su alcune piazze, invece, non è stato ancora possibile rivedere il servizio di vigilanza statica per motivi riconducibili alla natura dell'obiettivo da presidiare (tribunali, sinagoghe) e al fatto che le autorità locali di pubblica sicurezza non ravvisano l'opportunità di cambiare le modalità di svolgimento del servizio in un'ottica più dinamica.
  Nel dettaglio, nel raggruppamento Veneto-Friuli Venezia Giulia, l'81 per cento delle attività svolte sono di carattere dinamico. Il raggruppamento è peraltro l'unico del dispositivo di COMFOP NORD a svolgere il servizio presso il Centro di accoglienza richiedenti asilo a Gradisca d'Isonzo (GO). Anche presso il raggruppamento Emilia-Romagna viene garantita un'elevata percentuale di servizi dinamici pari a circa l'84 per cento. Solo 3 attività su 19 sono di natura statica.
  La percentuale di attività dinamiche più elevata si riscontra in Toscana (95 per cento), dove l'unica attività di natura statica è quella relativa alla vigilanza fissa presso il Consolato USA di Firenze.
  Il raggruppamento Umbria-Marche è invece caratterizzato da un numero elevato di attività statiche, pari al 59 per cento, dovuto al fatto che i militari hanno il compito di presidiare continuativamente i varchi di accesso alle aree interdette al pubblico a seguito degli eventi sismici che hanno colpito le regioni in questione. I risultati operativi conseguiti nel 2018 e nel primo semestre del 2019 sono stati ottenuti quasi esclusivamente grazie all'impiego dei militari in attività dinamiche, ovvero ove gli stessi non sono vincolati ad assolvere ad un puro compito di presidio statico.
  Procedo ora con un rapido cenno al trattamento economico. La disciplina del trattamento economico per il personale impiegato nell'operazione è regolata da un decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri dell'interno e della difesa, che prevede la corresponsione di un'indennità omnicomprensiva pari a 26 euro lordi per coloro che operano al di fuori della propria abituale sede di servizio, 13 euro lordi per coloro impiegati nella propria sede di servizio, compensi per lavoro straordinario nel limite stabilito pro capite di 14 ore e mezzo mensili.
  In relazione alle tempistiche, il pagamento dei compensi spettanti al personale avviene circa dopo due mesi dall'inserimento delle variazioni stipendiali da parte degli enti d'impiego.
  Come detto in precedenza, in virtù delle peculiarità organizzative del servizio (turnazione in quinta), ciascun militare al termine del proprio mandato di sei mesi accumula mediamente circa 200 ore di straordinario e circa 40-45 giorni di recupero festività/giorno non lavorativo non goduti. Tale eccedenza, che dovrà essere necessariamente recuperata, comporta un'assenza dai reparti e quindi la sottrazione di periodi di tempo da dedicare allo svolgimento di specifiche ed ineludibili attività addestrative di specialità, con inevitabili ripercussioni sull'efficienza operativa dei reparti.
  Uno sguardo ora alle attività di controllo svolte nei confronti dei raggruppamenti dipendenti. Le attività di controllo, oltre alle visite che svolgo di persona, vengono effettuate sia dal personale del Comando forze operative nord, sia dal personale dei comandi di raggruppamento. I controlli sono condotti per verificare il corretto ed efficace svolgimento delle attività, ma anche per accertare le condizioni di vita dei militari, con particolare riferimento agli aspetti alloggiativi, al vettovagliamento e alla fruizione dei turni di riposo. Pag. 9
  Nel corso delle prefate attività non è escluso riscontrare situazioni alloggiative meritevoli di attenzione e bisognose di interventi manutentivi. In questi casi vengono rappresentate specifiche richieste di intervento per una risoluzione delle problematiche evidenziate.
  Un ulteriore aspetto afferente alle infrastrutture che influisce sulla condotta delle attività è legato al fatto che in alcuni casi il personale alloggia in strutture militari in cui non è previsto un servizio di vigilanza armata, quindi in ottemperanza alla normativa in vigore è necessario custodire le armi in altre strutture idonee. Giusto per fare un esempio, a Vicenza i militari sono alloggiati presso la Caserma Ederle e custodiscono le armi presso un posto di polizia distante alcuni chilometri dalla stessa.
  Un'ulteriore problematica è quella relativa alla vetustà e all'efficienza del parco mezzi. I veicoli tattici in dotazione alle Forze armate impiegati nell'operazione hanno percorso e continuano a percorrere un numero elevato di chilometri. Numerosi raggruppamenti si trovano spesso costretti a far fronte a diverse inefficienze e con difficoltà riescono a garantire il normale ed efficace svolgimento del servizio.
  Al riguardo, al fine di ridimensionare sensibilmente tale problematica, lo stato maggiore dell'Esercito, in analogia a quanto avviene per le operazioni fuori area, ha adottato una policy di contingentamento, che semplifica significativamente la gestione degli automezzi. In sintesi, le unità subentranti durante l'avvicendamento non dovranno trasferire i mezzi necessari per lo svolgimento dell'operazione dalla propria sede di servizio, in quanto gli stessi saranno lasciati in loco dalle unità cedenti.
  Mi accingo a concludere il mio intervento con alcune considerazioni. Onorevole presidente, onorevoli deputati, l'operazione «Strade sicure» è un impegno oneroso per la Forza armata in termini di uomini, mezzi e materiali. Trattasi di una vera e propria operazione, articolata su una fase di pianificazione, una fase di approntamento, una fase di esecuzione (condotta), e una fase di recupero, cui segue una fase di ricondizionamento, necessaria per riacquistare le capacità operative e per il successivo impiego di queste unità.
  Quello di «Strade sicure» è un contributo significativo alla collettività, la cui importanza è stata determinata dalle caratteristiche intrinseche dello strumento militare terrestre, quali la tempestività di intervento, la capillare distribuzione delle forze in ogni regione e la capacità di rischieramento delle unità in ogni condizione ambientale, fattori decisivi in molteplici circostanze per assicurare la salvaguardia della vita umana e la tutela del bene comune.
  Nel corso degli anni la componente militare ha assunto sempre maggiore importanza sia in termini di incremento di volumi organici richiesti, sia in termini di una maggiore autonomia sul terreno attraverso l'introduzione di nuove modalità operative di svolgimento del servizio, che hanno suggerito una riconfigurazione dello stesso con una caratterizzazione sempre più dinamica piuttosto che statica.
  L'approccio dinamico mediante il ricorso a pattuglie mobili su itinerari o aree estese permette di rendere meno prevedibile l'azione dei militari, consentendo al personale di esprimere al meglio le proprie potenzialità professionali. A tal riguardo, se si analizzano i dati dei risultati operativi conseguiti in questi anni dal personale militare impiegato in «Strade sicure», ci si rende facilmente conto che gli effetti maggiori dell'azione di vigilanza sono stati ottenuti a seguito di attività di tipo dinamico.
  Si ritiene pertanto opportuno ricercare la dinamicità piuttosto che la staticità. Nell'ambito dell'area di responsabilità del Comando forze operative nord, grazie alla disponibilità e alla collaborazione con le autorità locali, è stato possibile raggiungere una buona percentuale di attività dinamiche a fronte di quelle statiche.
  Nell'ottica di assicurare un servizio sempre più efficace ed efficiente, è stato intrapreso un processo di revisione del modello operativo dell'operazione «Strade sicure», teso tra l'altro alla valorizzazione dello strumento militare e in particolare alla Pag. 10tutela del personale militare, elemento centrale della Forza armata.
  È stato pertanto promosso dalle autorità di pubblica sicurezza l'impiego di assetti specialistici ad alta connotazione tecnologica, che consentono di sfruttare pienamente le caratteristiche peculiari di impiego delle unità militari. Mi riferisco innanzitutto all'impiego degli apparati di sorveglianza per zone estese, che consentono di verificare la presenza non autorizzata di persone o cose all'interno di una determinata area o perimetro. È il caso di sistemi radar, che stiamo testando presso i punti di frontiera di Tarvisio e di Trieste.
  In altre parole, quello che si sta cercando di fare è di offrire un servizio maggiormente specialistico, che consenta anche di mantenere la familiarità con le apparecchiature in dotazione normalmente impiegate nei diversi teatri operativi.
  Per quanto riguarda la tutela del personale militare, un primo provvedimento è stato quello riguardante la riconfigurazione dell'equipaggiamento. Non va sottaciuto che l'equipaggiamento ha bisogno di essere costantemente manutenuto e rinnovato nell'ottica di fornire al personale standard di sicurezza sempre adeguati al prevedibile livello di minaccia. Mi riferisco per esempio al sistema di protezione individuale da utilizzare in caso di colluttazione con persone in possesso di armi da taglio. Tutto questo richiede una cura e un'attenzione costante, con l'evidente obiettivo di far sì che il soldato si senta sempre più tutelato in termini di sicurezza e di autoprotezione.
  Sempre in merito alla tutela del personale, sono state implementate specifiche iniziative formative di tipo psicologico, finalizzate alla gestione dello stress e al supporto del personale, con l'obiettivo di fornire a tutti i livelli gli strumenti per verificare e potenziare il morale e il benessere psicofisico dei militari.
  In tale quadro sono stati condotti con continuità e sempre maggiore capillarità interventi mirati al benessere psicologico dell'individuo ovunque impiegato, e, a partire dal 2018, sono state introdotte nel ciclo di approntamento a premessa dell'impiego in operazione delle specifiche sessioni formative dedicate allo stress management.
  Un altro aspetto sul quale abbiamo concentrato i nostri sforzi è quello della sistemazione alloggiativa. L'obiettivo che ci siamo prefissati è di garantire a tutto il personale la possibilità di usufruire di strutture decorose e compatibili con le esigenze operative dell'operazione. Al riguardo, è in corso un'attenta e costante attività di valutazione delle condizioni alloggiative, svolta dai comandanti ai vari livelli, affinché siano sempre assicurate sistemazioni adeguate.
  L'attenzione al personale è perseguita anche attraverso l'adozione di misure di revisione del trattamento economico spettante, elemento di particolare sensibilità, la cui attuale disciplina sta determinando un impatto negativo su tutto lo strumento, in relazione alla quale si auspica siano individuate le soluzioni più opportune.
  Al riguardo, non posso fare a meno di sottolineare ancora una volta le criticità che stanno emergendo dagli accumuli di ore di straordinario, che determinano un periodo di circa tre mesi di assenza dal servizio al termine del periodo medio di impiego di 180 giorni, precludendo la possibilità di svolgere quelle fondamentali attività addestrative che consentono il mantenimento del livello di prontezza operativa auspicato.
  Onorevole presidente, onorevoli deputati, a chiusura del mio intervento mi sia permesso di affermare che la componente umana dell'Esercito rappresenta il cardine dello strumento schierato nell'operazione «Strade sicure» ed è per questo che stiamo cercando di migliorarne le condizioni generali a più ampio spettro, affrontando le criticità non solo di carattere operativo-logistico, ma soprattutto quelle inerenti al benessere del personale.
  Per fare questo, è tuttavia imprescindibile il supporto istituzionale nella sua accezione più ampia e l'attribuzione di mezzi e risorse adeguate, affinché i provvedimenti descritti possano trovare piena attuazione nell'interesse del personale e dello strumento militare stesso.
  Vi ringrazio e sono a disposizione per eventuali domande.

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  PRESIDENTE. Do adesso la parola ai colleghi che desiderino intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni, raccomandando la sintesi perché dobbiamo completare i nostri lavori per le 9.30.
  Chiedo la disponibilità al Generale di fornire eventualmente risposte scritte alle domande dei colleghi.

  ANTONIO DEL MONACO. Grazie, Generale, per la sua relazione. Cercherò di essere molto sintetico e andare direttamente alle domande.
  Prima domanda riguarda i VFP1 (volontari in ferma prefissata di un anno) impiegati in «Strade sicure». Tenuto conto che parliamo di agenti di pubblica sicurezza, tali volontari sono realmente adatti, visto il breve tempo che passa dal mondo civile al mondo militare, o pensiamo a un eventuale volontario a ferma triennale?
  Seconda domanda: servizio statico/dinamico. Da quanto ho capito, stiamo andando verso una maggiore dinamicità, addirittura al 95 per cento in un'area di sua competenza. Sono i prefetti che decidono l'impiego e la modalità con cui approcciarsi (e mi sembra di capire che sia completamente opposto rispetto a ciò che succede nel sud, dove è maggiore la staticità rispetto alla dinamicità). Mi chiedo perché non vi sia uniformità in tal senso e perché, ad esempio, a Bologna la pattuglia sia dinamica e in una città del sud no.
  Altra domanda. Diceva che 534 persone vengono inviate in Sicilia e in Calabria, ma mi sembra una contraddizione rispetto alla vicinanza geografica. Mi chiedo perché queste 534 persone non siano inserite nell'ambito del sud, invece di tenerle al nord a fare una missione così lunga, trasferendo uomini e mezzi con tutte le difficoltà che comporta effettuare una missione in Calabria e in Sicilia.
  Il recupero. La media di 40-45 giorni da recuperare è sicuramente inferiore a quella del sud, che è 60 giorni. Mi chiedo se ciò sia dovuto alla dinamicità oppure a un'organizzazione diversa dal punto di vista della modalità con cui si approccia al sud, perché 15-20 giorni in più sono tantissimi. Mi chiedo anche come sia monitorato e affrontato lo stress. Lei ha parlato di un supporto psicologico, ma quanti sono gli psicologi impegnati in questo monitoraggio e sono sufficienti, visto che durante «Strade sicure» abbiamo avuto nel giro di poco tempo tre suicidi?
  Trattamento economico. Sulla famosa indennità onnicomprensiva abbiamo avuto due risposte diverse in due audizioni. In una ci è stato detto che è uguale per tutti; in un'altra invece che è in maniera graduale e inversa, cioè prendono più i graduati rispetto a sottufficiali e ufficiali. Vorrei sapere dove stia la verità, se sia uguale per tutti o sia diversificata e, se diversificata, in che misura.
  Le difficoltà lamentate dal personale sono riferite alle mense, ai servizi, alle infrastrutture e soprattutto ai mezzi, che sono logori, e tutto questo comporta un aumento di stress nel personale.

  GIOVANNI RUSSO. Faccio una domanda sola, che è stata ispirata dalla lastrina dove si evidenzia che per affrontare un impiego su base semestrale è necessario prevedere due mesi di approntamento e tre mesi di recupero, e al termine del recupero il militare dovrà essere ricondizionato, ovvero riacquisire la propria capacità operativa, perché nei precedenti 11 mesi non ha avuto alcuna possibilità di addestrarsi alla specialità oppure all'arma di appartenenza.
  Parliamo sempre giustamente del benessere del singolo militare, però a livello di reparto qual è l'indice di perdita di capacità operativa? I reparti impegnati in «Strade sicure» subiscono molto usura?

  RENZO TONDO. Non faccio alcuna domanda, ma non posso esimermi come rappresentante della regione Friuli-Venezia Giulia di ringraziare veramente per quello che state facendo, perché ho piena consapevolezza di ciò che accade al Cara di Gradisca d'Isonzo e soprattutto sui confini orientali. Come ho avuto modo di dire ieri e di chiedere al sottosegretario, sottolineo l'importanza di aumentare il controllo verso la frontiera della Slovenia. Anche ieri sera ho sentito il Ministro dell'interno a Porta a porta sottolineare la consapevolezza che c'è un aumento di traffico clandestino da quelle Pag. 12parti, soprattutto in Bosnia dove abbiamo notizie di una concentrazione di rischi terroristici molto elevati. Ci tenevo a rivolgerle un ringraziamento per quello che state facendo.

  PRESIDENTE. Avendo acquisito la disponibilità del Generale e dovendo terminare i lavori per via dei lavori dell'Aula, rinnovo i ringraziamenti al Generale Sperotto, anche per la presentazione informatica che ci ha consegnato e di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico (vedi allegato), e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.30.

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