XVIII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Martedì 22 gennaio 2019

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLO STATO DEL RECLUTAMENTO NELLE CARRIERE INIZIALI DELLE FORZE ARMATE

Seguito dell'audizione di rappresentanti
del COCER-Interforze.

Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Buccoliero Antonio , delegato sezione Carabinieri del COCER ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 5 
Pirisi Antonio , delegato sezione Carabinieri del COCER ... 5 
Serpi Antonio , delegato sezione Carabinieri del COCER ... 5 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 6 
Satta Davide , delegato sezione Carabinieri del COCER ... 6 
Romeo Vincenzo , delegato sezione Carabinieri del COCER ... 6 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 8 
Trotta Giancarlo , delegato sezione Guardia di finanza del COCER ... 8 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Ferrari Roberto Paolo (LEGA)  ... 10 
Deidda Salvatore (FDI)  ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 11 
Romeo Vincenzo , delegato sezione Carabinieri del COCER ... 11 
Trotta Giancarlo , delegato sezione Guardia di finanza del COCER ... 11 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero-Sogno Italia: Misto-MAIE-SI;
Misto-Civica Popolare-AP-PSI-Area Civica: Misto-CP-A-PS-A;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Noi con l'Italia-USEI: Misto-NcI-USEI;
Misto-+Europa-Centro Democratico: Misto-+E-CD.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 12.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione di rappresentanti
del COCER-Interforze.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sullo stato del reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate, il seguito dell'audizione dei rappresentanti del COCER-Interforze.
  Ricordo che nella giornata odierna svolgeremo l'audizione delle sezioni dei Carabinieri e della Guardia di finanza.
  Saluto e do il benvenuto a tutti i rappresentanti del COCER oggi presenti e ricordo che, in considerazione del tempo a disposizione e del numero degli intervenuti, ogni delegato avrà a disposizione tre minuti per svolgere il proprio intervento. Successivamente darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni, a cui i delegati potranno replicare, eventualmente, anche in forma scritta se il tempo a disposizione non dovesse essere sufficiente.
  Do la parola ai rappresentanti della sezione Carabinieri del COCER.

  ANTONIO BUCCOLIERO, delegato sezione Carabinieri del COCER. Grazie, presidente, per il gentile invito.
  Onorevole presidente e membri della Commissione Difesa, un sincero grazie da parte di tutti i componenti del COCER Carabinieri per l'opportunità che ci è stata offerta.
  Sedersi nuovamente in questi banchi per esprimere, con spirito collaborativo, il nostro contributo su un argomento di valenza strategica per l'Arma significa aver riconosciuto al COCER Carabinieri il ruolo di soggetto attivo del processo decisionale sulle tematiche di interesse del personale che ci ha scelto dopo le elezioni dello scorso anno e che rappresentiamo.
  Il 23 ottobre scorso siamo stati auditi da voi in merito alla risoluzione n. 7-00043 presentata dall'onorevole Salvatore Deidda, che apprendiamo con grande soddisfazione è stata approvata all'unanimità.
  L'indagine conoscitiva sullo stato del reclutamento nelle carriere iniziali delle Forze armate e, a maggior ragione, della nostra Istituzione, esaminata con attenzione e ponderatezza, riguarda senza alcun dubbio il progetto sicurezza del nostro Paese, priorità assoluta di qualsivoglia stato di diritto. L'Arma dei carabinieri, al pari delle altre Forze di polizia, ha bisogno di assumere nuove risorse umane per ripianare gli organici e abbassare l'età media. La nostra istituzione ha una carenza organica di oltre 8.000 unità, ossia il 7,6 per cento della forza complessiva. L'età media di 44 anni dimostra un eccessivo invecchiamento di un'organizzazione che opera prevalentemente su strada e in qualsiasi ora del giorno o della notte. Oltre 70.000 carabinieri hanno oggi più di 40 anni.
  Come già ampiamente riferito nel corso della richiamata audizione, il COCER Carabinieri ritiene necessaria e caldeggia fortemente la previsione di riconoscere anche all'Arma, al pari delle altre Forze armate, Pag. 4la figura del volontario in ferma breve, da reclutare su base volontaria. Il carabiniere in ferma breve diventerebbe – come già detto – l'erede del carabiniere ausiliario e del carabiniere ausiliario raffermato, figura di cui tutti noi abbiamo un ottimo ricordo poiché in grado di colmare i vuoti, laddove necessario, soprattutto nelle stazioni dove incrementerebbe l'efficienza operativa.
  Non solo. La possibilità di formare carabinieri in ferma breve nei nostri reparti di istruzione consentirebbe di disporre nell'immediato di figure professionali che potrebbero essere da subito impiegate proficuamente nel controllo del territorio, delle aree maggiormente degradate dal punto di vista della criminalità e in servizio antiterrorismo. L'arruolamento su base volontaria dei carabinieri in ferma breve equivarrebbe, quindi, a garantire maggior sicurezza e professionalità al cittadino, poiché si può affermare senza alcun dubbio che si avrà una maggiore proiezione esterna e una maggiore capacità tecnica in giovani formati da subito per un impiego ben chiaro, quello del carabiniere.
  A ciò si aggiunga anche il forte risparmio economico sul reclutamento, laddove si consideri che gli attuali VFP1 (volontari in ferma prefissata di un anno) e VFP4 (volontari in ferma prefissata di quattro anni) provenienti dalle altre Forze armate, incorporati nell'Arma dei carabinieri, oltre al corso svolto all'atto dell'arruolamento, devono effettuare un altro corso di preparazione professionale nei reparti di istruzione dell'Arma dei carabinieri: una sorta di inevitabile e indispensabile doppio corso di istruzione, con i conseguenti costi che, per contro, verrebbero abbattuti con l'arruolamento diretto nell'Arma dei carabinieri in ferma breve.
  Inoltre, bisogna considerare che lo sforzo governativo per i prossimi cinque anni non risolverà il problema del sottorganico nell'Arma dei carabinieri, in quanto le 427 assunzioni annue ridurrebbero il gap solo dello 0,4 annuo.
  Per tutti questi motivi, il COCER Carabinieri ritiene auspicabile un intervento legislativo affinché siano rivisitate le attuali norme di legge che, nel disciplinare il servizio di leva su base volontaria, hanno stabilito che il contingente annualmente autorizzato debba essere diviso esclusivamente tra l'Esercito, la Marina e l'Aeronautica. L'assegnazione all'Arma dei carabinieri di una quota parte di tale contingente, opportunamente incrementato per non creare difficoltà gestionali alle altre Forze armate, consentirebbe, quindi, di mitigare la forte sofferenza organica nell'Arma dei carabinieri arruolando personale con ridotti costi rispetto a un carabiniere in servizio permanente; intervenire concretamente sull'invecchiamento, con conseguenti benefici per l'operatività dei servizi svolti; avere una costante rigenerazione a vantaggio dell'impiego; preparare, con qualificato e mirato addestramento, i futuri volontari per l'organizzazione della protezione civile, per l'inserimento sia nelle file delle associazioni carabinieri in congedo sia nelle altre associazioni di volontariato sparse nell'intero territorio nazionale, con impiego anche in altre attività di pubblica utilità quali tutela ambientale, educazione e promozione del patrimonio artistico, culturale ed altro; realizzare una riserva per alimentare, in caso di necessità di mobilitazione, i reparti delle Forze di polizia impegnate nella difesa interna del territorio mediante un elastico e dinamico richiamo in servizio su base volontaria.
  Signor presidente, signori onorevoli, nel ringraziarvi ancora una volta per aver consentito al COCER Carabinieri di esprimere la propria posizione in relazione a una tematica che consideriamo, per i motivi espressi, di assoluta importanza, ci auguriamo di proseguire la collaborazione. Siamo certi che il ruolo che ci riconoscete ci consentirà di affrontare con voi anche le altre tematiche che interessano il comparto difesa e sicurezza, poiché molti sono i capitoli irrisolti ancora sul tavolo delle trattative, dalla coda contrattuale al rinnovo del contratto, dalla sindacalizzazione ai correttivi di secondo tempo in materia di riordino dei ruoli delle Forze di polizia.
  Grazie.

Pag. 5

  PRESIDENTE. Grazie a lei, Colonnello Buccoliero. Do ora la parola al delegato Pirisi.

  ANTONIO PIRISI, delegato sezione Carabinieri del COCER. Sono il Luogotenente Antonio Pirisi, delegato COCER.
  Grazie per l'occasione che ci state dando con questo incontro e con questa audizione. Nell'associarmi ai contenuti del documento che, come COCER, vi abbiamo presentato, intendo sottolineare che l'opportunità di poter avere nell'Arma dei carabinieri la figura del cosiddetto (lo abbiamo chiamato così noi, ma potrebbe essere chiamato in mille modi) «carabiniere in ferma breve» consentirebbe alla nostra Istituzione di poter disporre nell'immediato, anche se per soli nove mesi, di nuove forze da impiegare proficuamente, dopo il periodo di addestramento, sulle nostre strade per garantire sicurezza ai cittadini.
  Il carabiniere in ferma breve, sia chiaro, sarebbe da assumere su base volontaria. Non stiamo parlando, quindi, di una reintroduzione del servizio di leva. Dopo tre mesi di corso, infatti, di preparazione all'interno dei reparti di istruzione dell'Arma dei carabinieri, verrebbe messo in grado di operare sulla strada, con i conseguenti benefici che deriverebbero per la nostra società.
  Se ipotizziamo l'immissione di 2.000 unità annue, nel giro di un anno avremmo un abbattimento della nostra forza organica del 20 per cento. Sarebbe, a nostro modo di vedere, una decisione più risolutiva rispetto alle recenti autorizzazioni straordinarie previste per legge, che prevedono, in cinque anni, l'assunzione di 2.000 unità. Con l'esempio che abbiamo fatto, al contrario, in cinque anni avremmo 10.000 unità da poter impiegare in un anno per strada.
  Non solo. Dopo l'anno di impiego nella nostra Istituzione, quindi con servizi attivi, ne gioverebbero anche le nostre associazioni carabinieri in congedo, dove i carabinieri in ferma breve potrebbero essere iscritti. I carabinieri in congedo – lo ricordo – oggi sono impegnati quotidianamente per assicurare servizi di pubblica utilità quali la tutela ambientale, l'educazione e la promozione del patrimonio artistico e culturale. Insomma, ci sarebbe un beneficio anche successivamente.
  Infine, per sottolineare ciò che rappresenta essere carabiniere, mi permetto di riprendere i ricordi di un affermato giornalista televisivo che, nel rammentare i suoi trascorsi nell'Arma dei carabinieri, testualmente diceva, tra le varie altre cose: «Mai un giorno mi sono pentito. Mai una volta ho pensato che avrei potuto impiegare meglio quell'anno. Ho condiviso quei mesi con i carabinieri veri, uomini che lo fanno di professione, che lasciano a casa moglie e figli e si buttano in strada sperando di rientrare sani e salvi, notte o alba che sia». Continuava l'affermato giornalista: «Quando incrocio una pattuglia dei carabinieri in strada, il mio sguardo si sofferma più a lungo su quei volti. Loro non sanno il perché. Io sì». Questo per dire che chi indossa gli alamari rimane sempre un carabiniere e anche questo – consentitemi di dirlo – non può che far bene alla nostra società.
  Grazie di tutto.

  ANTONIO SERPI, delegato sezione Carabinieri del COCER. Ringrazio la Commissione per l'approvazione all'unanimità della risoluzione sui carabinieri cosiddetti «ausiliari».
  Anche nella scorsa occasione abbiamo detto che sentiamo l'esigenza di creare agenti e ufficiali di polizia giudiziaria. È importante. All'Arma dei carabinieri non manca la militarità. Siamo militari nei militari. Siamo i più militari come Arma dei carabinieri, questo è risaputo, però abbiamo le nostre esigenze. In particolare, abbiamo l'esigenza di creare agenti di polizia giudiziaria. Abbiamo l'esigenza di creare un personale che si rapporti con la popolazione italiana, un personale che viva la quotidianità. Le stazioni dei carabinieri, i reparti particolari che abbiamo come Arma dei carabinieri.
  È questo ciò che volevo dire. La nostra è un'esigenza vera. Inoltre, avremmo una minore spesa. Creando un bacino di 8.000, 9.000, 10.000 carabinieri in ferma, avremo una minore spesa che potremo investire sull'aumento dell'organico del personale stesso. Non è una spesa che matura con Pag. 6una progressione di carriera. È un bacino di 5.000-10.000 persone che fa un corso di due-tre mesi, quindi non di sei mesi o un anno. Li avremo quasi subito nel territorio, dove daranno un apporto positivo – come in passato hanno dato un apporto storico e positivo all'Arma dei carabinieri – i carabinieri ausiliari.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei.

  DAVIDE SATTA, delegato sezione Carabinieri del COCER. Sono l'Appuntato scelto qualifica speciale Davide Satta. Signor presidente, onorevoli membri della Commissione, vi ringrazio.
  Vorrei parlare della sicurezza passiva, che non tutti comprendono cosa sia. Noi carabinieri non lo siamo solo per sei ore al giorno, ma lo siamo per ventiquattro ore al giorno, perché sottostiamo comunque alle leggi dello Stato e al codice di procedura penale. «Sicurezza passiva» vuol dire che se al di fuori del servizio succede qualcosa devo intervenire, ho l'obbligo di intervenire. Introducendo i carabinieri ausiliari andremo a incrementare questa sicurezza passiva. Negli esercizi commerciali, nella pubblica via qualsiasi cosa avvenga interveniamo.
  Il discorso è che, magari, al di fuori dell'essere agenti di polizia giudiziaria o agenti di pubblica sicurezza, io non ho quest'obbligo. Introducendo da noi il VFP1 andremo a incrementare la sicurezza, sicurezza che viene a mancare in questo momento storico nei piccoli comuni, in quanto le caserme sono composte da tre-quattro carabinieri. Va da sé che tante volte noi, come tutti, dovremmo fare un giorno di riposo. Tra licenze e quant'altro, la caserma si trova a operare con due sole unità che, logicamente, non possono garantire una risposta pronta al cittadino. Introducendo gli ausiliari incrementeremmo queste piccole realtà dei comuni, dove la gente ha tutto il diritto di essere al sicuro. Grazie.

  VINCENZO ROMEO, delegato sezione Carabinieri del COCER. Sono l'Appuntato scelto dei carabinieri Vincenzo Romeo e da sedici anni mi occupo di rappresentanza militare, con mandato elettivo. Se, in questi sedici anni, qualcosa è cambiato a tutela del personale ed è cresciuta la rappresentanza militare, sicuramente è per l'impegno di tutti. Questo significa che negli ultimi sei anni sono stato un rappresentante nazionale in mezzo ai carabinieri. Quello che vi sto dicendo, quindi, è anche testimonianza di quello che i carabinieri tutti i giorni riportano.
  Per quanto riguarda il reclutamento, è importantissimo prendere in esame il fatto di riuscire a portare i nostri organici non in quelli che sono i numeri stabiliti, ma in quelle che sono le necessità di sicurezza. Una politica di governo non può non passare da una politica di sicurezza sul territorio interno. Non si tratta solo di sicurezza esterna. La sicurezza interna passa proprio dal fatto di avere carabinieri motivati. Oggi, la carenza organica è devastante e sta portando disagio a tutti i carabinieri, sin dalla mattina, quando iniziano il servizio. Stazioni di carabinieri che avevano tredici, quattordici unità oggi sono ridotte alla metà. Per quanto riguarda le stazioni forestali, che abbiamo adesso acquisito, pochissime sono in organico; e parliamo della tutela dell'ambiente, della tutela del territorio, che non può passare dal senso di responsabilità che realmente – dico «realmente» – hanno i carabinieri quando indossano la divisa. Quel senso di responsabilità che ti fa fare un lavoro straordinario.
  Un carabiniere non fa sei ore di servizio al giorno. È impossibile. Se voi vi recate in una caserma e andate a vedere gli orari di servizio troverete colleghi che stanno lavorando più del dovuto e queste ore di straordinario vengono pagate con grande ritardo.
  Il reclutamento: è importante che ci sia l'organico. Dovete sapere che oggi l'Arma dei carabinieri non è in grado di trasferire due carabinieri sposati, in servizio permanente, con dei figli. Non li può ricongiungere. Questo non perché il nostro Comandante generale sia bravo oppure cattivo. La necessità dell'organico di avere dei territori Pag. 7coperti comporta queste scelte. Il carabiniere vive nel suo disagio.
  Siamo 111.262. Aggiornavo oggi i dati. Abbiamo quasi 60.000 appuntati e carabinieri, quelli che vedete sulla strada. Abbiamo 14.500 brigadieri, che stanno crescendo con il riordino, con i concorsi interni. Quindi, un po’ di motivazione sta arrivando anche su quel fronte. Penso soprattutto alla copertura degli ufficiali di polizia giudiziaria, che mancano nelle stazioni. Pensiamo ai compiti degli agenti di polizia giudiziaria nelle stazioni. Sappiamo benissimo la mole necessaria degli ufficiali di polizia giudiziaria. Abbiamo 28.500 marescialli e 4.400 ufficiali.
  Abbiamo personale che deve andare in quiescenza. Adesso abbiamo 4.430 unità dal 2018, che dovranno essere collocate in pensione, e nella scuola abbiamo 2.600 unità. Per i prossimi anni – vi invito a fare un approfondimento su questo punto, perché solo con i dati riuscirete ad avere elementi validi per sviluppare le vostre valutazioni – avremo un pensionamento ancora più forte. Questo disagio, questa motivazione porta il collega a dire «basta». Noi in ausiliaria abbiamo solo 469 unità, quindi un numero inesistente rispetto ai 111.000 effettivi. L'ausiliaria – sappiamo benissimo che è molto tassata – è quella fascia di colleghi che continuano a restare.
  Per quanto riguarda la carenza organica, si parlava di 6.000 unità. La carenza organica, però, è spalmata sul territorio dove c'è necessità di operare in sicurezza. Il carabiniere in ferma, il carabiniere ausiliario, come hanno detto già i colleghi e come è stato detto in premessa, è anche un'operazione sociale, un'operazione economica. È un risparmio. Il carabiniere in ferma non ha lo stesso costo del personale. Il costo che abbiamo come amministrazione dell'Arma dei carabinieri è il costo del personale, non è il costo della gestione. Se andiamo a guardare, il costo incisivo è quello del personale. L'operazione dei carabinieri in ferma – noi ne avevamo 8.000, 9.000, 10.000 – è un'operazione con un costo ridotto, ma è un'operazione sociale. Come dicevamo prima, non è che tutti i 10.000 saranno arruolati. Una parte di essi partecipa a una selezione naturale, ma la stragrande maggioranza di essi rappresenta un'operazione sociale, perché saranno cittadini che avranno vissuto un periodo nell'Arma dei carabinieri. Nell'Arma dei carabinieri hanno conosciuto un punto di vista della società: stare dalla parte di chi si occupa di sicurezza tutti i giorni, vedere uno scorcio di società con le sue criticità e vivere la propria vita tutti i giorni essendo un riferimento dei carabinieri. Lui non perderà mai di vista di esserlo stato. Ancora oggi, come diceva il collega Pirisi, chi lo ha fatto lo porta con sé.
  Si tratta, quindi, anche di un'operazione sociale, a costo contenuto. Dobbiamo parlare anche di contenuti. Comprendo il significato di fare arruolamenti straordinari. Io non posso non ringraziare gli impegni del precedente Governo. Gli arruolamenti straordinari sono stati fatti dallo scorso Governo. Attenzione: abbiamo avuto Expo, abbiamo avuto il Giubileo, sicuramente c'è stata una leva a favore, però non potete pensare che l'avvicendamento del turnover ora possa soddisfare le criticità. Il turnover, che quest'anno arriva al cento per cento, ci fa perdere 1.200 unità. Non riusciremo a farlo. Addirittura, abbiamo criticità sull'organizzazione delle scuole per le scelte che sono state fatte in passato chiudendole. Non riusciamo a fare la formazione per le scuole. Riusciremo a farlo nei corsi ridotti.
  Gli arruolamenti straordinari vanno fatti per riuscire a coprire le criticità. Con gli arruolamenti si mettono i carabinieri nelle condizioni adeguate per lavorare. Noi facciamo una vita semplice. Il carabiniere non fa vita agiata. Oggi vedo nel Governo tanti impegni che vengono presi per il lavoro. Il carabiniere non fa vita agiata. È costretto a stare lontano da casa. È costretto a stare lontano dagli affetti familiari. Non può avere agevolazioni economiche, oltre a quelle affettive (avere un padre o una madre vicino). La moglie del carabiniere non può lavorare. Pensiamo al carabiniere che ha una moglie che lavora. Mi rivolgo alle donne. La moglie non ha il diritto di lavorare. Se la moglie ha un lavoro a tempo indeterminato in una località, l'Arma dei carabinieri non è in condizioni di mandare il marito in Pag. 8quella località. Quella donna non può cambiare lavoro. Cosa succede? Per amore, la moglie del carabiniere deve pagare un prezzo: deve perdere il lavoro. Non è possibile. Non solo. Se la moglie di un carabiniere vuole lavorare, lo sappiamo benissimo, dobbiamo considerare che oggi non tutte le società assumono la moglie di un carabiniere. È difficile anche impiegarla. Tutto questo cosa significa? Che io voglio il lavoro anche per mia moglie? No. Significa che noi faremo una vita da monoreddito, costretti come tutti a prendere un mutuo, a fare una vita fuori, e non posso avere il diritto di scegliere, un giorno, di tornare a casa a causa della carenza organica, a causa degli arruolamenti.
  Metteteci nelle condizioni di lavorare in armonia. Cercate di farci combattere questo disagio dando un apporto importante. So che ci mettete il massimo impegno (mi riferisco a tutte le parti politiche presenti), ma oggi un Paese non può essere civile, non può crescere senza passare dalla sicurezza, senza passare dai carabinieri.
  Noi siamo per il presidio su tutto il territorio nazionale, a partire dal paese piccolo, dove nessuno vuole andare ad abitare. Quei carabinieri devono scegliere di abitarci perché devono stare sul territorio. Vi chiedo uno sforzo importante sugli arruolamenti. Credetemi: mettendo i carabinieri nelle condizioni di essere in organico date una motivazione a chi deve operare per l'ordine e la sicurezza pubblica sul territorio. Grazie.

  PRESIDENTE. Do la parola ai rappresentanti della Guardia di finanza.

  GIANCARLO TROTTA, delegato sezione Guardia di finanza del COCER. Signor presidente, onorevoli, buongiorno. Grazie per questa occasione che viene concessa al COCER della Guardia di finanza di esporre la propria posizione su un tema veramente molto importante, quello del reclutamento. Abbiamo condiviso un documento, di cui ora darò lettura, che al termine dell'esposizione, chiaramente, consegnerò alla Commissione.
  La Guardia di finanza esplica la propria attività nel settore decisivo e trainante dell'intera vita sociale, ossia quello economico e finanziario. La particolare complessità e dinamicità della normativa che disciplina tale comparto richiede donne e uomini accuratamente selezionati, fortemente motivati e preparati. Ciò postula che quelli del reclutamento e della formazione siano temi chiave e che in tali settori si registrino consistenti investimenti in termini di risorse umane, finanziarie e materiali.
  Limitando l'analisi ai reclutamenti puri, ossia agli accessi alle diverse categorie di personale dall'esterno del Corpo ed escludendo, quindi, i concorsi riservati a coloro che già indossano l'uniforme della Guardia di finanza, la normativa vigente dispone che gli arruolamenti avvengano a mezzo di concorso pubblico ai quali possono accedere: per gli ufficiali, i giovani diplomati di età compresa tra i 17 e i 22 anni; per gli ispettori, i cittadini diplomati della fascia di età 18-26 anni; per i finanzieri, i volontari in ferma prefissata delle Forze armate nel limite del 70 per cento dei posti messi a concorso ed i giovani diplomati di età compresa tra i 18 e i 26 anni per il rimanente 30 per cento.
  Il reclutamento è regolato, a partire dal 2010, dal sistema del turnover che, di fatto, a meno di manovre straordinarie, disposte nel tempo e anche nella recente legge di bilancio, si traduce nel congelamento della forza effettiva e, conseguentemente, della carenza rispetto alla dotazione organica.
  I provvedimenti che, a partire dal 2012, hanno ridotto il numero delle assunzioni effettuabili rispetto alle cessazioni dal servizio verificatesi nell'anno precedente hanno condotto, oltre che a un ampliamento del gap organico effettivo, anche all'elevazione dell'età media del personale, atteso che i giovani vincitori di concorso hanno rimpiazzato solo in parte le fuoriuscite del personale anziano. Su quest'ultimo profilo hanno anche inciso le norme che, inizialmente fino al 2020 e poi fino al 2015, hanno riservato l'accesso alle carriere iniziali delle Forze di polizia esclusivamente ai volontari in ferma prefissata di un anno, quadriennale, ovvero in rafferma annuale delle Forze armate in servizio o in congedo. Pag. 9
  Questa riserva totale di posti, unitamente all'innalzamento di un periodo pari all'effettivo servizio militare prestato e comunque non superiore a tre anni del limite di età ordinariamente previsto (che, ricordo, è di 26 anni), ha determinato che l'età media dei finanzieri si sia attestata su livelli più alti rispetto al periodo in cui accedevano al ruolo giovani provenienti dai civili. Ciò ha comportato inevitabili riflessi sia sulla formazione del personale del Corpo che sulla condizione lavorativa generale dei finanzieri derivanti dalla necessaria rimodulazione dei processi formativi rivolti a personale sempre meno giovane in ingresso nei ruoli di base e dall'impiego di risorse umane sempre più anziane, anche in tipologie di servizi tendenzialmente riservate a personale di minore età.
  Quella dell'elevata età media è una tematica di grande rilevanza per una Forza di polizia chiamata a garantire il rispetto della legalità nel comparto economico-finanziario. Infatti, dalla già richiamata complessità e dinamicità della normativa che presiede alla tutela delle entrate, alla lotta agli sprechi di risorse pubbliche, alla verifica del corretto funzionamento dei mercati e al contrasto economico-patrimoniale alla criminalità organizzata discende l'esigenza di una formazione non limitata al corso di base, ma da sviluppare in forma permanente, lungo l'intero arco della carriera. Ne consegue che occorrono diversi anni di servizio attivo per poter arrivare a contare su donne e uomini esperti e in grado di fronteggiare le diversificate esigenze del servizio e che, dopo aver tanto investito e raggiunto questo traguardo, è auspicabile poterli impiegare per un numero di anni commisurato allo sforzo compiuto.
  Inoltre, non va dimenticato che la Guardia di finanza concorre alla tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica con l'impiego di militari in contesti connotati da particolare pericolosità, nei quali è necessario poter fare affidamento anche su un assetto fisico adeguato.
  È soprattutto in questi contesti che la mancanza di finanzieri di giovane età ha comportato riflessi negativi sulla condizione lavorativa generale del personale del Corpo che, pur avendo maturato un'età anagrafica avanzata ed un'elevata esperienza professionale specifica, e come tale meritevole di un impiego quasi esclusivo nei settori propri della missione istituzionale della Guardia di finanza, si trova a dover essere impegnato in servizi più propriamente attagliati per personale giovane o, comunque, con formazione non ancora completamente definita.
  Il tema è, dunque, particolarmente avvertito e, in particolare, è sentito nella carriera iniziale, laddove – si ripete – la riserva del cento per cento dei posti a beneficio dei volontari in ferma prefissata e l'elevazione del limite d'età per questi ultimi ha portato all'effettiva immissione in servizio di persone che avevano superato i 30 anni di età. Infatti, ai 29 anni, massimo, richiesti per partecipare, si devono aggiungere i tempi delle procedure di concorso che, pur compressi sensibilmente, grazie anche all'utilizzo della tecnologia, richiedono comunque alcuni mesi, e i tempi della formazione di base, che oggi si attestano sui dieci mesi.
  A partire dal 2016 è stata gradualmente reintrodotta la possibilità di alimentare il ruolo di appuntati e finanzieri, anche direttamente dai civili, segnatamente nelle misure del 15 per cento dei posti messi a concorso per gli anni 2016 e 2017 e del 22,5 per cento per l'anno 2018. Dal corrente anno è prevista la messa a regime del sistema con la riserva per i volontari in ferma prefissata pari al 70 per cento dei posti messi a concorso.
  Pur comprendendo l'esigenza di rendere attrattiva per tanti giovani l'esperienza di volontario nelle Forze armate, nonché di stabilizzare l'inserimento nel mondo del lavoro dei giovani dopo un'esperienza anche quasi decennale, crediamo che, per le ragioni che sono state evidenziate in precedenza, questa percentuale andrebbe ridotta, consentendo così di poter ampliare il bacino di personale più giovane da poter mettere in servizio nelle Forze di polizia in generale e nella Guardia di finanza in particolare.
  Vi ringrazio.

Pag. 10

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ROBERTO PAOLO FERRARI. Ringrazio tutti gli intervenuti per il contributo che hanno voluto portare a questa indagine conoscitiva, che nasce da un'esigenza emersa dalle audizioni avute con i vertici delle Forze armate all'inizio di questa legislatura.
  Come credo sappiate, la scorsa settimana abbiamo iniziato ad audire anche i vostri colleghi rappresentanti delle altre tre Forze armate. Oggi, ascoltando voi, emergono delle diversità di necessità di cui noi, come Commissione e come parte politica, dovremo cercare di fare sintesi. Non ve lo nascondo: non sarà affatto semplice. Nell'audizione della scorsa settimana emergeva come le tre storiche Forze armate (Esercito, Marina e Aeronautica) spingessero, sotto il punto di vista della attrattività per i volontari in ferma breve, oltre a un aumento della durata, a una prospettiva di carriera, di inserimento sia nella relativa Forza armata che nel mondo civile; quindi, le Forze di polizia a ordinamento civile, o Arma dei carabinieri e Guardia di finanza.
  Dal vostro punto di vista, tutto questo, oltre all'aspetto dell'età anagrafica, considerazione che peraltro è emersa, diminuisce l'attrattività all'interno della vostra Forza armata o, comunque, della vostra Forza di polizia. È davvero un elemento che bisognerà tenere in considerazione?
  Vorrei poi chiedere un chiarimento circa la possibilità di ripristinare o, comunque, introdurre una forma di volontario in ferma breve anche per la Forza armata dei carabinieri e di andare nella direzione di prevedere, al termine della formazione e dell'impiego, un'aliquota di riserva ulteriore per la prosecuzione nella carriera all'interno dell'Arma dei carabinieri. Altrimenti, si contrarrebbe ancora di più la possibilità di inserimento di personale proveniente dalle Forze armate, andando a contrastare quella appetibilità, quella possibilità di stabilizzazione, termini usati la settimana scorsa dai vostri colleghi delle altre Forze armate. Tutte queste informazioni sono essenziali per fare una sintesi nelle eventuali conclusioni di questa indagine.
  Per quanto riguarda la peculiarità della Guardia di finanza, con l'attuale stabilizzazione al 70 e al 30 per cento, tendenzialmente chiedereste una diminuzione dell'aliquota ancora riservata all'inserimento delle Forze armate. La particolarità della Forza di polizia e la specificità della materia richiedono sicuramente – come sottolineava il Generale Trotta – una formazione iniziale e continua. La materia è particolarmente specifica e complessa. Attingere al personale civile con una formazione universitaria o in termini di scuola secondaria specifica potrebbe essere sicuramente un elemento di vantaggio.
  Grazie ancora per i vostri contributi.

  SALVATORE DEIDDA. Ringrazio i componenti delle sezioni Carabinieri e Guardia di finanza del COCER. Colgo l'occasione di rivolgere davanti a voi un ringraziamento al presidente, anche a nome dei miei colleghi di Commissione, perché la risoluzione sui carabinieri ausiliari è stata migliorata con l'apporto di tutti. Sono felice, perché abbiamo aperto una breccia in questo senso su questo problema.
  Come avete ben evidenziato a tutti, non è un vezzo tra Forze armate il fatto di volere i volontari. Non è un qualcosa per dire «li abbiamo anche noi, come tutte le altre Forze armate». È un bisogno reale che tocca la società. Come avete ben detto e come ha detto anche il vostro Comandante generale, se l'Arma dei carabinieri chiude le caserme nei piccoli comuni perché non c'è personale o perché nessuno ci vuole andare allora... La verità è che in Barbagia vengono alcune volte marescialli romani e a loro sembra di essere mandati al confino e non vedono l'ora di scappare via.
  Questa indagine conoscitiva è come la ciliegina sulla torta proprio per far vedere i problemi di tutte le Forze armate. L'unico problema di attrattività delle altre Forze armate è il precariato. Nessun giovane vuole fare una vita da militare se poi non ha la possibilità di vedere sviluppata quella professionalità. Dopo sei anni, o passano alla Guardia di finanza o ai Carabinieri o vengono Pag. 11 buttati fuori. A quel punto, la vita è rovinata. A 30-32 anni si ha un glorioso passato nelle Forze armate, ma più che vedere il bello si prova malinconia e odio verso le Forze armate.
  Auspico che da questa indagine conoscitiva esca una riforma globale di tutto il sistema della leva che preveda un anno e poi un processo di stabilizzazione e di permanenza nelle Forze armate, siano Esercito, Marina o altra Forza armata. Ognuna ha la propria specificità. Alcune volte, ripeto, quando si parla di Forze armate bisogna distinguerle, perché non sono tutte uguali. Ognuna ha la propria caratteristica, i propri bisogni e la propria specificità.
  Concludo rivolgendo una domanda al rappresentante della Guardia di finanza. La legge Madia vi ha assegnato compiti nuovi. C'è la polizia del mare. Io ho segnali contrastanti. Vi hanno assegnato questo compito e non hanno modificato altre leggi. Voi non potete intervenire, a volte, come una forza di polizia reale del mare. C'è bisogno di un correttivo nel personale? C'è qualche problema? Avete carenze di personale in quel settore? Che cosa possiamo fare per armonizzare questa riforma che, magari, è rimasta a metà?

  PRESIDENTE. Passo la parola ai nostri ospiti per la replica.

  VINCENZO ROMEO, delegato sezione Carabinieri del COCER. Rispondo all'onorevole Ferrari. Sì, prevedere una riserva è assolutamente necessario, ma proprio in considerazione di quello che ho accennato prima nell'analisi che ho fatto della realtà dei fatti. Questo ci consentirebbe di aprire altri percorsi anche con la formazione. In passato il carabiniere ausiliario, quando rimaneva all'interno dell'amministrazione, non faceva lo stesso corso di formazione come il civile che si arruolava, ma faceva un percorso ridotto in quanto sul territorio ci era stato uno o due anni. Bastava, quindi, un corso di aggiornamento e prendeva subito servizio.
  Questo in previsione di voler fare questo percorso, come mi auguro, ci aiuterà con il problema delle scuole. Noi non riusciamo ad avere spazio nelle scuole per fare la formazione. Questo avrebbe un duplice effetto. Ci farebbe fare il percorso con le aliquote che stabiliamo e con un'aliquota garantita per il percorso interno, che rimanga, facendo corsi ridotti. Per chi ha fatto questo percorso sociale come volontario, comunque, dovrà essere previsto un incremento nei concorsi pubblici o in qualsiasi altro concorso, perché ha una formazione sociale fatta all'interno di una Forza di polizia. Quindi, è un vantaggio per qualsiasi tipo di concorso che possa fare nel pubblico impiego o altro. È importantissimo, quindi, prevedere percorsi garantiti di aliquote che si dovranno arruolare.
  Rivolgo un ringraziamento all'onorevole Deidda, che ha proposto la risoluzione sui carabinieri ausiliari, e soprattutto a tutta la Commissione Difesa. Proporre una cosa è interessantissimo; che sia recepita è ancora più importante. Come diceva l'onorevole Deidda, quello odierno è un percorso successivo. Io sono molto contento che oggi parliamo di arruolamenti perché è un'evoluzione del lavoro che state facendo e per noi non è la direzione giusta, ma di più: è proprio la direzione di quello che i carabinieri auspicano dall'azione del Governo.

  GIANCARLO TROTTA, delegato sezione Guardia di finanza del COCER. Rispondo all'onorevole Deidda, che ha formulato la domanda per quanto riguarda la polizia del mare. Stiamo svolgendo questa funzione che abbiamo acquisito e che credo sia anche il giusto riconoscimento per le attività che i nostri colleghi del servizio aeronavale hanno svolto per tanti anni.
  Io sono impiegato sul territorio, quindi non registro problematiche. Lo stiamo svolgendo con grande efficienza e con grande efficacia. Chiaramente, la Guardia di finanza ha assunto un ruolo di coordinamento delle attività anche di ordine e sicurezza pubblica a mare, che prima non ci spettava. I nostri Comandanti di unità navale sono gli unici nel Corpo ad avere la qualifica di ufficiale di pubblica sicurezza. È stata conferita questa qualifica che, per esempio, io non ho. Siamo tutti agenti di pubblica sicurezza. Gli unici che hanno la Pag. 12qualifica di ufficiale sono i nostri Comandanti di unità e di reparti navali.
  Io sono impiegato a Palermo. Abbiamo vissuto situazioni di ordine pubblico particolari, per visite molto importanti. Ha funzionato perfettamente il coordinamento da parte della Guardia di finanza. Le posso portare questa mia esperienza. È chiaro che un ragionamento di livello più strategico potrà essere richiesto, chiaramente, ai rappresentanti del Comando generale.
  Ovviamente, in questo settore non siamo autonomi. D'altra parte, il coordinamento della tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica spetta ad altre autorità, in particolar modo al prefetto e al questore. Alle dipendenze del questore, i nostri ufficiali hanno svolto, devo dire con grande efficacia, il servizio sicurezza a mare, anche durante la recente Conferenza internazionale sulla Libia, che ha visto confluire a Palermo moltissime delegazioni internazionali. Penso anche al G7 di Messina. Abbiamo avuto solamente parole di elogio per quello che abbiamo svolto.

  PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento, rinnovo i ringraziamenti a tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.55.