XVIII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 31 di Mercoledì 24 novembre 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PIANIFICAZIONE DEI SISTEMI DI DIFESA E SULLE PROSPETTIVE DELLA RICERCA TECNOLOGICA, DELLA PRODUZIONE E DEGLI INVESTIMENTI FUNZIONALI ALLE ESIGENZE DEL COMPARTO DIFESA

Audizione di rappresentanti di ELESIA S.p.A.
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Saba Fabio , Direttore Commerciale di ... 3 
Marchesini Claudio , Direttore Ricerca e Sviluppo Business e Shareholder di ELESIA S.p.A ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Deidda Salvatore (FDI)  ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Russo Giovanni (FDI)  ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 11 
Aresta Giovanni Luca (M5S)  ... 11 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 11 
Marchesini Claudio , Direttore Ricerca e Sviluppo Business e Shareholder di ELESIA S.p.A ... 11 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 12 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 12 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 12 
Marchesini Claudio , Direttore Ricerca e Sviluppo Business e Shareholder di ELESIA S.p.A ... 13 
Saba Fabio , Direttore Commerciale di ELESIA S.p.A ... 13 
Marchesini Claudio , Direttore Ricerca e Sviluppo Business e Shareholder di ELESIA S.p.A ... 14 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 14 

ALLEGATO: Presentazione informatica illustrata dai rappresentanti di ELESIA S.p.A ... 15

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la diretta sulla web-tv e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti di ELESIA S.p.A.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca – nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla pianificazione dei sistemi di difesa e sulle prospettive della ricerca tecnologica, della produzione e degli investimenti funzionali alle esigenze del comparto difesa – l'audizione di rappresentanti di ELESIA S.p.A.
  Saluto e do il benvenuto al dottor Fabio Saba, Direttore Commerciale, e al dottor Claudio Marchesini, Direttore Ricerca e Sviluppo Business e Shareholder, che ringrazio per la partecipazione ai lavori della Commissione, i colleghi presenti e i colleghi che parteciperanno alla seduta secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento del 4 novembre 2020, ai quali rivolgo l'invito a tenere spenti i microfoni per permettere e consentire una corretta fruizione dell'audio.
  Ricordo che dopo l'intervento dei nostri ospiti darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni. Successivamente, i nostri ospiti potranno rispondere alle domande poste. A tal proposito chiedo ai colleghi di far pervenire la propria richiesta di iscrizione a parlare già adesso al banco della Presidenza.
  Do, quindi, la parola al dottor Fabio Saba. Prego.

  FABIO SABA, Direttore Commerciale diELESIA S.p.A. Buongiorno a tutti. Grazie, presidente e onorevoli deputati della Commissione, per questa opportunità di poter raccontare un po' la storia di ELESIA alla Commissione difesa. Se siamo tutti d'accordo, vorrei iniziare facendo scorrere un video che rappresenta un po' ELESIA e le sue capacità. Prego.

  (Viene proiettato un breve filmato).

  CLAUDIO MARCHESINI, Direttore Ricerca e Sviluppo Business e Shareholder di ELESIA S.p.A. Grazie a tutti di nuovo. Devo dire che l'ho visto mille volte, ma è sempre emozionante. Sarà il contesto, poiché in questo momento stiamo vedendo questo nostro spot pubblicitario che ha già fatto il giro del mondo. Come vi dirò meglio dopo, siamo sbarcati in America perché abbiamo avuto manifestazioni di interesse da parte dei big della difesa mondiale come Lockheed Martin e così via che hanno voluto valutare i nostri prodotti.
  Io vi mostrerò adesso la presentazione che, purtroppo, è estremamente tecnica. Cercherò di non annoiarvi troppo e di rispettare i tempi. Sono tante diapositive, alcune delle quali sono ridondanti, quindi cercherò di andare velocemente.
  Inizio dicendo due parole su chi compone la società. Siamo in tutto circa 50 persone. Il management che io rappresento è fatto di tre persone, tre soci: un amministratore delegato, che è anche presidente; un direttore tecnico e me stesso in qualità Pag. 4di sviluppo business e visionario dell'attuale offerta di ELESIA.
  Noi abbiamo tirato fuori dei prodotti che sono veramente cutting edge solutions, perché quello che oggi abbiamo in produzione è qualcosa che, in termini di concezione, risale ad almeno otto o nove anni fa. All'epoca abbiamo pensato che sarebbe stato interessante fare le cose in un altro modo, che sarà quello che vedrete. Oggi siamo anche gratificati dal fatto che queste scelte di uso di materiali innovativi, di microelettronica e di nanotecnologie rappresenti un modo di fare che, in tempi non sospetti, questa società ha messo in piedi ideando dei nuovi prodotti.
  La vision che ci pilota è inventare nuovi prodotti in maniera tale che vadano a coprire le esigenze operative che all'epoca erano molto sofisticate e oggi sono, invece, pane quotidiano. Siamo nella categoria di quelle poche aziende che hanno tirato fuori soluzioni cosiddette «disruptive», che per loro natura hanno cambiato anche il modo di operare e adesso vedremo il perché. La nostra missione riguarda lo sviluppo e la realizzazione di questi prodotti.
  I mercati di riferimento sono senz'altro la difesa, poiché l'80 per cento dei nostri incoming revenue viene dal mondo della difesa, ma grazie al fatto che utilizziamo le cosiddette «KET (key enabling technologies)» o tecnologie abilitanti – discorsi che si facevano già anni addietro –, quello che sviluppiamo per la difesa ha trovato ragion d'essere anche nel mondo dei trasporti; per esempio, il ferroviario in particolare. In termini di numeri comunque la difesa è l'80 per cento.
  Attualmente siamo su due edifici per un totale di 4.500 metri quadri circa, perché il building della R&D (research and development) della progettazione è in ELESIA e in un altro building vi è la manifattura dei materiali compositi, che sono una delle tecnologie che stiamo utilizzando.
  Questo è lo stato corrente. Attualmente siamo circa 52 persone. Vi è una buona percentuale di ricavi provenienti da R&D. Tutti gli anni approfittiamo dei bandi che vengono emessi e abbiamo ottime collaborazioni con le università romane, ma anche con qualcuna all'estero. Ad esempio, l'anno scorso abbiamo fatto due proposte su due bandi differenti e li abbiamo vinti entrambi, portando a casa quei 600 mila euro dedicati esclusivamente alla ricerca e sviluppo. La maggior parte dei nostri impiegati sono ingegneri o tecnici specializzati.
  Passiamo alle prospettive future. Con la visibilità che abbiamo adesso, COVID-19 permettendo, siamo seriamente intenzionati ad aumentare l'organico, perché stiamo avendo un certo successo specialmente all'estero. Immaginiamo di riuscire a tirar fuori risorse per 18 o 20 ingegneri e tecnici, con un margine che può cominciare a diventare interessante.
  Per quanto riguarda gli uffici di rappresentanza, in Italia abbiamo – tra Nord e Sud – due uffici a Torino e a Roma, ma abbiamo nostri rappresentanti anche in Germania, in Francia e in Spagna.
  Come dicevo, pur essendo una PMI e con le risorse che avete visto, lo sviluppo dei nostri prodotti parte dall'analisi dei requisiti. Ci poniamo di fronte all'ipotetica opportunità o cliente come coloro che capiscono il requisito operativo e, a fronte del requisito, cerchiamo di dare la risposta giusta in termini tecnologici hardware e software. La filiera della progettazione parte dall'analisi dei requisiti, esegue il progetto, realizza prototipi.
  Abbiamo la capacità di fare il rapid prototiping. Usiamo per le parti meccaniche come, ad esempio, le stampanti 3D – oggi è diventato corrente l'utilizzo di queste tecnologie –, abbiamo una linea di manufacturing pura e, data la natura degli oggetti e degli apparati che facciamo, ci vengono sempre richieste qualificazioni e certificazioni che tipicamente dimostrino la capacità di resistere ad ambienti estremamente severi dal punto di vista della temperatura, dello shock, delle vibrazioni e così via. Stiamo parlando del mondo della difesa.
  Come facciamo le nostre cose? Pur essendo una PMI di modeste dimensioni, oltre che partecipare ai bandi per ottenere i fondi di ricerca finanziata, la proprietà tutt'oggi ha riversato in ricerca e sviluppo quello che avrebbe potuto guadagnare in Pag. 5termini di margini. Tutto il management – non so se questa sia una nota comune – è trattato a livelli ordinari senza particolari benefit a fronte di nulla. Tutto quello che abbiamo lo riversiamo nella R&D e ci sta dando ragione.
  Vi è molta ricerca e l'utilizzo di tecnologie abilitanti. Le KET che vedete sono declinate con microelettronica custom e materiali speciali. Oggi vi è la crisi dei semiconduttori, ma noi attraverso dei partner stiamo cercando di portare ciò che si trova sul mercato come elettronica e implementarlo a livello di circuito integrato, per essere indipendenti da eventuali problemi derivanti dalle situazioni politiche che vediamo in questo momento.
  Per definizione conosciamo le esigenze del nostro mercato e di conseguenza in tempi non sospetti abbiamo detto: «Proviamo a fare le cose come diciamo noi.». Così qualche anno fa abbiamo appreso che eravamo nella categoria di coloro che tiravano fuori prodotti disruptive, che vuol dire cambiare il modo di fare – il vapore ha sostituito la trazione del cavallo – e noi siamo in quella direttrice.
  Cerchiamo di proteggere la nostra proprietà intellettuale attraverso brevetti, copyright e così via, ma questo in particolare è un punto di debolezza sul quale in futuro dobbiamo trovare aiuti consistenti, perché le capacità di difendere una proprietà intellettuale da parte di una ditta di 50 persone che si confronta con il mondo evidentemente è ambizioso e, nello stesso tempo, è una battaglia persa se non ci si attrezza.
  Prima ho già detto che facciamo ricerca in generale: nello specifico facciamo ricerca di base e ricerca applicata divisa in due. La ricerca di base è fatta per il tramite e con la partecipazione di università italiane. Ad esempio, siamo estremamente familiari con l'università di Tor Vergata, in particolare con il dipartimento di ingegneria impresa; abbiamo qualcosa con La Sapienza, ma abbiamo anche rapporti interessanti e importanti con l'estero, tra cui il Technion di Haifa in Israele e altre PMI o start up come Nanesa, che è una società piccina tutta italiana che fabbrica il grafene, questo materiale futuribile, di cui vi farò vedere cosa ci facciamo.
  Questa parte è estremamente importante, anche perché come azienda siamo estremamente focalizzati sull'acquisizione di studenti in gamba, nel senso che tutte le università tirano fuori un rango di dottorandi o qualcuno che vuole studiare ulteriormente. Noi abbiamo iniziato con Tor Vergata cinque anni fa e ci prendiamo e finanziamo le segnalazioni che ci vengono dall'università per il dottorando in azienda e cresciamo le persone che riteniamo più adatte.
  Quello che facciamo con le nanotecnologie è il risultato di una collaborazione di questo tipo tra università e industria. Per quanto piccini, anche nell'ambiente abbiamo ottimi rapporti e questo ci gratifica moltissimo.
  La ricerca di base con l'università tirò fuori dall'università una materia prima, un componente, ovvero il grafene, con cui poi si cercò di fare qualcosa di pratico e questa è la ricerca applicata. La slide che vedete mostra i due bandi che abbiamo vinto un anno e mezzo fa per la realizzazione di apparati elettronici che, in volumi estremamente ridotti, fossero in grado di gestire potenze di calcolo molto elevate. Quando si usa una potenza di calcolo molto elevata, si scalda molto e quindi occorre smaltire il calore generato in maniera molto efficiente. Questo lo si è ottenuto attraverso l'uso di dissipatori che utilizzano il grafene. Il grafene a temperatura ambiente è un superconduttore termico. Un dissipatore alettato che avete visto tante volte, se trattato con il grafene, smaltisce il calore di due ordini di grandezza superiori al normale.
  Per quanto riguarda i materiali compositi, abbiamo abbandonato definitivamente o quasi il metallo e tutta la gamma di materiali nuovi che vanno dalle fibre di carbonio alle fibre di vetro. Ad esempio, sapete che oggi il Dreamliner è un aeroplano che ha una componente di materiali compositi superiori all'80 per cento. Perché i compositi? Innanzitutto perché il materiale composito è qualcosa che pesa molto poco rispetto ai metalli. In seconda battuta Pag. 6oggi è – un tempo non lo era – facilmente lavorabile con i tool che sono stati generati e, soprattutto, dà dei gradi di libertà veramente ragguardevoli nella realizzazione delle strutture che poi portano l'elettronica e così via. Le prestazioni sono entusiasmanti perché tra fibra di carbonio e acciaio c'è un rapporto di quasi 7 a 1: niente peso, resiste molto di più e si riesce a fare cose che con i metalli non si riesce a fare.
  Un'altra buona notizia è che il lato negativo dei materiali compositi, che è lo smaltimento a fine vita, se questa esiste, oggi è entrato in un meccanismo di economia circolare.
  Immaginate che chi costruisce un aeroplano grandissimo ha degli sfridi – li chiamiamo così – materiale pregiato che entrano in una catena di chopping, di sminuzzamento che rimette in circolo un materiale che è fibra di carbonio nobile che sembra un fluff di tessuto che può essere di nuovo lavorato.
  Tendenzialmente in questo senso, come vedremo anche più avanti, queste scelte ci hanno consentito con molto anticipo di tirar fuori oggetti che adesso saranno obbligatori. La riduzione del peso, la riduzione della potenza dei consumi eccetera, alla fine della filiera, vanno nella linea della riduzione della carbon footprint: con meno carburante o con lo stesso carburante si va più lontano con una nave e così via. Può sembrare un dettaglio, ma immaginate una nave che trasporta tonnellate e tonnellate e poter dire: «Arriva l'ELESIA che fa una console che invece che pesare 100, ne pesa 10.».
  Vi faremo vedere a conti fatti che il contributo è molto importante, soprattutto quando si ha a che fare con sistemi di difesa che sono tra i più grandi consumatori di oil and gas del mondo, come il Pentagono, tanto per dirne una. Infatti, il motivo per cui siamo risultati attrattivi anche dall'altra parte dell'oceano è che qualcuno ha detto: «Queste navi sono troppo pesanti.». Noi lo avevamo pensato quasi dieci anni fa e, quindi, abbiamo detto: «Accidenti. Se faccio la somma di tutto l'acciaio che posso risparmiare, risparmio 10 tonnellate!». La risposta è stata «Very good». Così è diventato importante.
  Tra l'altro, in questo momento siamo anche un unicum worldwide e non esagero nel dirlo. Abbiamo il controllo della nostra filiera produttiva sia per la parte meccanica che per la parte elettronica e facciamo tutto in casa, perché anche la società che si occupa dei compositi è nostra e lavora mettendo in pratica le nostre idee. Questo è un processo di manifattura. Il materiale composito grezzo arriva come uno scampolo di tessuto impregnato di resina che viene spalmato su uno stampo e poi viene cotto in un forno che si chiama «autoclave». Quando il prodotto è finito, si ottiene una forma resistente molto più dell'acciaio e con una straordinaria leggerezza. Non vi sto a tediare con i dettagli.
  Passiamo a un'altra nostra particolare invenzione. Siccome il materiale composito – carbonio, vetro eccetera – è un materiale naturalmente isolante dielettrico, abbiamo dovuto provvedere a un trattamento superficiale con del metallo che viene applicato attraverso un processo che si chiama «thermal spray». Dovete immaginare una sorta di pistola per la verniciatura, dove un metallo d'apporto viene fuso a livello di plasma e, sparando questa vernice verso la superficie di carbonio, si ottiene l'aggrappamento. Alla fine che cosa voglio fare? Voglio che su questa parete, su questo materiale – che è intrinsecamente un materiale plastico – ci sia una pellicola sottile di poche centinaia di micron nella peggiore delle situazioni, perché i miei contenitori, i miei cabinet, le mie console ospitano elettronica e devo schermare dalle emissioni elettromagnetiche e proteggermi da quelle indotte degli apparati vicini. Ottengo le prestazioni della tecnica convenzionale dell'alluminio, del rame eccetera, ma sono più leggero e posso rendere efficace quella schermatura a seconda delle frequenze dalle quali voglio isolarmi e non interferire.
  Per chi vorrà leggere il testo di questa presentazione ci sono i dettagli, ma tutto quello che ho detto va poi certificato da terze parti in maniera che effettivamente si possa salire a bordo di un mezzo navale, un mezzo aereo e così via. Dobbiamo essere Pag. 7assolutamente certi che quelli che portiamo sia omologo in termini di certificazione all'esistente. Non dobbiamo dar luogo a nulla di strano.
  Uno degli aspetti più importanti è la resistenza al fuoco, la generazione di fumi tossici e così via. Le soluzioni che abbiamo messo in piedi sono al pari o superiori alle tecnologie convenzionali. Siamo certificati anche per applicazioni a bordo di sommergibili, dove la generazione di fumi tossici e il fuoco sono qualcosa di importante, come lo sono per un aereo o una nave.
  Questo è il case study della filosofia che gli americani sempre appassionati con gli acronimi hanno chiamato «SWAP-C», ovvero size, weight and power consumption. In questo senso se si confrontano i nostri prodotti con i prodotti analoghi in uso adesso in un sistema di controllo di una nave da guerra, il semplice utilizzo delle nostre tecnologie fa risparmiare fino a 3 tonnellate di peso. Può sembrare trascurabile, ma non lo è affatto nella testa del cliente.
  Tra l'altro, quell'ELESIA con quel logo e la piuma è un messaggio verso Greta Thurnberg per dire che siamo attenti anche in questo caso questo.
  Questo è ambiziosissimo: è il nostro ecosistema diviso in cielo, terra e mare con i maggiori prodotti che riusciamo a realizzare. Parlo di prodotti, perché alcune soluzioni vengono effettivamente prodotte in serie e sono tutti uguali, ma veniamo pur sempre da una sartoria su misura, quindi siamo capaci di recepire il requisito e di inventare nuove forme. Cominciamo a parlare di prodotti, quando lo stesso oggetto viene prodotto effettivamente in un numero maggiore o superiore a 100 unità. Questi sono gli ordini di grandezza.
  Di SWAP-C abbiamo già parlato, quindi andiamo avanti.
  Questo che stiamo vedendo ora è un cabinet con un formato standard – si chiama REC 19 pollici – e contiene dell'elettronica. Anche qui che cosa abbiamo ottenuto? Funzionalmente abbiamo ottenuto un oggetto che fa il mestiere di quelli in metallo, ma la differenza è che pesa quasi niente e ha un grado di robustezza eccezionale rispetto a tutte le altre caratteristiche che abbiamo detto prima. Ad esempio, questo è un tipico assetto full composite, dove ci sono computer e quell'unità che si vede sta per uscire dal cassetto ridotto ai minimi termini è un frigorifero: è un piccolo cooler capace di raffreddare in autonomia tutto quello che c'è dentro senza ricorrere a sistemi esterni. Arriviamo a dimensioni importanti, perché nel nostro gergo arriviamo ad altezze fino a 42 unit, che vuol dire che ci entra veramente tanta elettronica con la stessa identica filosofia.
  Questo che vedete adesso, invece, oltre che essere un record mondiale ed essere uno dei nostri brevetti di punta, è il primo shelter ISO-20, che vuol dire 6 metri di lunghezza per 2,80 metri e in termini di volume lo potete assimilare a quello di un container a cui forse siete più abituati. Ha dimensioni ragguardevoli ed è tutto realizzato in materiale composito. I numeri lì presenti dicono tutta la storia: uno shelter di pari prestazioni militari oggi ha un peso a vuoto di 2,2 tonnellate, mentre noi possiamo arrivare a 950 chili. Lo shelter convenzionale di 2,2 tonnellate ha quello che noi chiamiamo «payload», ovvero che posso caricare circa il doppio della sua tara, ma noi abbiamo certificato la nostra scatola di plastica fino a 7 tonnellate.
  La deformazione del materiale composito non è permanente come il metallo: mi fletto, mi aggiusto entro certi limiti, non mi rompo e, quando la sollecitazione del peso della liberazione viene tolta, ritorno nelle posizioni originarie, ma stiamo parlando di piccoli slittamenti. Questo è molto interessante, perché, per esempio, uno shelter di questo tipo può ospitare tanta roba, come un sistema di comando e controllo, una parte di un ospedale e così via. Grazie alla leggerezza dello shelter si riesce ad alzare questo payload anche con un elicottero piccolo e non vi è la necessità del CH-47 e questo è molto interessante. Ovviamente è un oggetto più costoso di un contenitore di metallo, però anche qui vale il discorso dell'economia di scala: se dovessimo avere un ordine importante, è chiaro che metteremo in piedi un sistema produttivo più efficace.Pag. 8
  Veniamo un po' all'elettronica. Questo è stato il nostro primo successo: è una console navale adatta tipicamente per applicazioni a bordo di battelli cacciamine, dove ci sono molti requisiti di amagneticità e di peso. In questo senso è stato il primo sistema in assoluto per operatori di bordo. Non si vede, ma ci sono dei computer dentro a quei volumi che costituiscono il supporto. Questo fuscello, che vuoto pesa circa 40 chili, è stato certificato a shock estremi al CSSN (Centro di supporto e sperimentazione navale) di La Spezia. Lo shock estremo è un martello da 1.500 chili che viene alzato a 270 gradi e che poi viene lasciato cadere e colpire per gravità il basamento su cui è fissata quella console. Bisogna resistere tre colpi per ogni asse – X, Y e Z – e «grade A» significa tutto acceso, con software funzionante. In sostanza, deve funzionare tutto. Il secondo grado della MIL-901 è il grado B che implica che si può rompere, purché non trasmetta i pezzi a chi le sta vicino.
  Un altro record personale di ELESIA è quello di aver qualificato a shock estremi uno schermo di grandi dimensioni con le stesse regole che ho detto prima a bordo di una nave. Di display grandi per la rappresentazione di tattiche eccetera ce ne sono tantissimi. Non vi dico quanti ne abbiamo rotti prima, perché mi vergogno.
  Qui poi cominciano i prodotti di serie attuale. Queste che vedete sullo sfondo sono le console del contratto per la Navy del Qatar, che Leonardo ha portato a casa. Leonardo ha messo sul suo sistema di combattimento queste console. A tutt'oggi Leonardo è senza dubbio uno dei nostri migliori clienti. Questo lo chiamiamo «prodotto», perché ne abbiamo prodotte effettivamente 120 ed è una postazione per operatore molto universale che può essere replicata piuttosto facilmente.
  Non si vede molto, ma questo è un bridge integrato, una plancia delle unità della Marina militare, le cosiddette «UNPAV (Unità navale polivalente ad alta velocità)» che un paio di anni fa sono state date in dotazione alla Marina. Anche questa è stata una collaborazione tra ELESIA e Leonardo. Pur essendo tutto verniciato di blu – è la vernice istituzionale –, è tutto materiale composito qualificato, come vi ho detto prima.
  Per quanto riguarda i clienti all'estero, questo è un piccolo sistema che fa tutto per una nave di classe assimilabile a una corvetta. In questo caso parliamo della Navy ecuadoriana. Abbiamo scoperto che l'Ecuador è una nazione giovane e, pur non essendo tra i Paesi ricchi, ha una competenza e un compito difficilissimo di salvaguardia del proprio spazio mare, perché sono anche i proprietari delle isole Galapagos. Quindi, è un'area di pesca estremamente importante e la Marina ecuadoriana la difende in tutti i modi.
  Potete vedere un grande display e due console ai lati. L'insieme è tutto il sistema di combattimento di una corvetta, perché un operatore si occupa dei sensori, l'operatore di sinistra può controllare i sistemi di contrasto e le armi; sul display grande l'ufficiale vede la situational awareness. In questo senso è una CIC in a package. È un buon prodotto anche questo, perché è molto efficace.
  Qui ci sono altri esempi. Ci troviamo dentro a uno shelter che ospita un radar come, ad esempio, il radar Kronos di Leonardo. Anche queste postazioni sono state inventate per dare la possibilità di operare in rada e di fare anche la manutenzione quando necessario.
  Questo è il nostro best seller. Si tratta di console e calcolatori che stanno nel basamento più universali e adattabili, ovvero ciò che replichiamo in maggior numero. Recentemente clienti anche importanti hanno trovato il prodotto così come è stato concepito, off the shelf, adatto alla propria situazione.
  Ad esempio, uno di questi clienti per esempio è la tedesca Hensoldt, una società davvero ragguardevole, che si è dotata di queste console per i sistemi di bordo dei sommergibili che fanno. In particolare, Hensoldt fa il sensore più importante del sommergibile, che è il periscopio, che è un mondo a sé e non è più quello dei film. Questo è stato di grande soddisfazione, perché non ci hanno chiesto nessuna personalizzazione,Pag. 9 anzi li hanno comprati così come sono, a differenza di altri.
  Questa è la vista d'insieme di una console di comando e controllo in uno spazio estremamente ridotto, perché qui parliamo di sottomarini Midget come quelli che fa la società DRASS, che fa parte anch'essa dei nostri clienti.
  Sono tavoli tattici con la possibilità di rappresentare la situazione corrente e la possibilità di avere il tilting di 90 gradi: si può lavorare con lo schermo sul piano, ma si può mettere in verticale in quelle situazioni dove si deve fare un briefing di preparazione a un'azione a bordo nave, in cui gli ufficiali stanno a sentire quello che dice il comandante che lo rappresenta attraverso dei tablet, o successivamente, fatta l'azione, al ritorno con la fase di debriefing, in cui si va a vedere che cosa è successo. Si tratta di novità, perché fino a qualche tempo fa, a parte le tecnologie in sé, il display orizzontale o verticale non esisteva, ma in realtà soddisfa un'esigenza operativa piuttosto importante.
  Questi sono sistemi pallettizzati montati su pallet a bordo di aereo. Insieme alla parti logistiche o ad altri materiali che vengono trasportati possiamo mettere un sistema di comando e controllo.
  Questa è una console avionica della Guardia di finanza, maritime patrolling con P-72.
  Questi sono prodotti di ultima generazione con delle features particolare che recentemente sono stati esposti negli Stati Uniti a una mostra evento a cui abbiamo partecipato. Vi è anche il nuovo tavolo tattico.
  Siamo anche distributori di pochi brand molto importanti di prodotti che riguardano il mondo IT (Information Technology), come calcolatori, elementi di rete o apparati di telecomunicazione che sono funzionali ai nostri sistemi.
  Volevo farvi vedere una cosa d'assieme. Questa slide rappresenta l'ambiente naturale dei prodotti ELESIA, ma soprattutto potete vedere che ci sono dei loghi come quelli di Alisport Swiss, Pxion, Edge Lab e così via. Questa immagine rappresenta un aspetto molto importante della mia azienda, che è quello di avere capacità di aggregazione. Tutti quelli che vedete lì sopra sono piccole e medie imprese più piccole di noi che, secondo noi, hanno quel quid in più rispetto a quello che normalmente si trova e con cui ci somigliano molto.
  Abbiamo tecnologie in comune e tutti quelli che vi ho mostrato utilizzano materiali compositi, quindi ci possiamo scambiare lavoro, ma nello stesso tempo con questi partner ELESIA è in grado di servire il mercato che chiede sistemi complessi: non mi limito più a venderti il calcolatore e la console con prestazioni particolari, ma con i miei partner posso darti la possibilità di mettere insieme, ad esempio, un sistema di comando e controllo estremamente complesso, perché ti posso dare dei droni, dei sistemi di comunicazione adeguati, un software applicativo, poiché abbiamo anche un altro piccolo partner che fa un applicativo molto performante e anche lui è abbastanza noto nel mondo.
  In questo modo riusciamo a essere qualcuno. Potreste dire: «Che vuoi fare Leonardo?». No, non voglio fare Leonardo, però ce la mettiamo tutta per cercare di coprire quegli spazi che le grandi organizzazioni non riescono a coprire vuoi perché siamo più veloci, vuoi perché siamo più piccoli. Ovviamente abbiamo i nostri limiti, ma l'ambizione è sicuramente questa e non è per niente nascosta.
  Concludo dicendo che vi avevo detto che usiamo tecnologie trasversali, le KET. Nei trasporti siamo nei treni, ovvero in Hitachi Rail. All'indomani dello sbarco dei giapponesi in Italia e della vendita di AnsaldoBreda e Ansaldo STS a Hitachi, i giapponesi sono arrivati, hanno fatto le loro cose, hanno messo in piedi una struttura organizzativa fantastica e, incidentalmente, abbiamo scoperto che alcune parti dei nuovi treni che sarebbero stati realizzati aveva senso realizzarle in compositi. Parliamo di elementi strutturali.
  Questa è una carrozza che in gergo si chiama «imperiale», che necessita di un tettuccio particolare perché ci sono i condizionatori d'aria, gli impianti tecnologici e così via.
  Al tempo abbiamo accettato la sfida di sostituire quel pezzo di ingegneria con il Pag. 10composito e siamo in produzione da almeno quattro anni su tutta la flotta di treni regionali che fa parte del grosso contratto che a suo tempo fece la rete ferroviaria italiana.
  Sulla riciclabilità dei materiali difficili abbiamo già dimostrato come con gli scarti della costruzione degli aeroplani si possono fare i cassoni degli automezzi che fanno la raccolta dei rifiuti. In questo caso il nostro tester era stata l'azienda Mazzocchia di Frosinone e, grazie a un progetto di ricerca finanziata, abbiamo sostituito un cassone pesantissimo e rumorosissimo con un oggetto fatto in materiale composito.
  Siamo su due programmi. Il primo importante programma è quello cinese per la realizzazione del MA700, un aeroplano da trasporto a medio raggio che i cinesi costruiranno in migliaia di esemplari. Per un problema tecnologico siamo entrati realizzando dei pezzi strutturali di quell'aeroplano, così come sul Piaggio, sul P180 Avanti, in cui abbiamo parti strutturali in costruzione, perché ci intendiamo un po' anche di queste cose.
  Queste sono le nostre milestone più importanti: cosa abbiamo fatto nel corso del tempo, per chi, chi è l'utente, qual è il tipo di veicolo e così via. Questi sono i nostri clienti più importanti e questa è la sede di ELESIA a via Montenero. Questi siamo noi. Magari non siamo facilissimi da capire, però di una cosa sono certissimo: ciò che ci contraddistingue – a cominciare da me – è una grandissima passione. Questo è il risultato attuale.
  Mi preme dire che anche noi abbiamo subìto gli effetti della pandemia da COVID-19. Anche noi ci siamo trovati in un momento in difficoltà, però, ora che tutto sta ripartendo, siamo di nuovo sul pezzo.

  PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Saba e il dottor Marchesini. Le assicuro che la passione si percepisce abbondantemente. È un complimento. Grazie per la vostra relazione certamente molto dettagliata che presenta un livello tecnico molto alto, però sicuramente rende l'idea.
  Anche noi abbiamo avuto dei riscontri in funzione delle nostre esperienze, come la missione in Albania con la Guardia di finanza, in cui abbiamo potuto vedere la console avionica sull'AT 72.
  Ho delle richieste di intervento. Iniziamo dal collega Deidda. Prego.

  SALVATORE DEIDDA. Ringrazio e voglio fare i complimenti a chi abbiamo audito, perché è veramente un'eccellenza italiana. Abbiamo avuto riscontri anche visitando la Trust, dove hanno parlato benissimo del lavoro, della fornitura fatta e anche dell'importanza del lavoro. A questo proposito sarò breve. Voi lavorate approvvigionandovi di materiali ricercatissimi. Vi chiedo se in questo periodo avete avuto problemi di approvvigionamento e magari, anche se, con l'aumento dei costi sia dell'energia sia dei prodotti stessi, state avendo delle problematiche.
  La seconda domanda è una curiosità e anche un lavoro che esamineremo come Commissione. Vi chiedo se voi, con i vostri subfornitori o con le imprese che lavorano con voi più piccole, avete un modello di contratti o di collaborazione di tipo europeo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Deidda. L'onorevole Giovanni Russo, prego.

  GIOVANNI RUSSO. Grazie, signor presidente. Anch'io mi associo ai complimenti, soprattutto per l'energia che dimostrate di avere, che tra l'altro è un'energia importante visto che voi, con 52 dipendenti, riuscite a sostenere questa mole di lavoro. Immagino che sia veramente molto complicato.
  Prendo spunto anche da quello che ha detto prima il collega Deidda. Poiché adesso c'è questa grande problematica legata ai semiconduttori, come si pone la vostra azienda visto anche le specificità che proponete nella catena di produzione dei semiconduttori per questo ritorno in Europa, in particolar modo in Italia? Chiedo ciò soprattutto perché trattate anche materiali molto pregiati, che nei semiconduttori sono molto importanti, tipo il grafene.
  Vi chiedo anche quanto è importante e quanto pensate di sviluppare all'interno della vostra azienda la componente dell'industriaPag. 11 4.0, soprattutto perché considerato l'esiguo numero di dipendenti avete bisogno di tanti macchinari. Non voglio che mi sveliate il vostro modello industriale, ma qual è il vostro modello di business, visto che avete pochi dipendenti ma tanta produzione? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Russo. Onorevole Aresta.

  GIOVANNI LUCA ARESTA. Grazie, presidente. Intanto ringrazio i graditissimi ospiti che ci hanno offerto uno spaccato interessantissimo di quella che è la nostra indagine conoscitiva, in particolare sulla pianificazione e sulla ricerca tecnologica, sugli investimenti e le applicazioni. Come ha ricordato il presidente, siamo reduci da un'importante missione in Albania, per cui abbiamo veramente apprezzato e toccato con mano dove è arrivata la nostra tecnologia, grazie a Dio made in Italy, e quali sono le prospettive future di applicazione, anche attraverso importanti settori quali quelli svolti dalla Guardia di finanza di indagine e di ricerca sul territorio. Per cui da parte del nostro Gruppo c'è veramente un apprezzamento per il lavoro svolto e come Commissione non possiamo far altro che sondare questi campi che poi possiamo effettivamente applicare nel corso del nostro intervento. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Aresta. Io non ho altre richieste di intervento, pertanto darei la parola ai nostri ospiti per la replica. Dottor Marchesini, prego.

  CLAUDIO MARCHESINI, Direttore Ricerca e Sviluppo Business e Shareholder di ELESIA S.p.A. Provo a rispondere alla domanda «tanto lavoro, poche persone». È così, però abbiamo un sistema organizzativo sufficientemente aggiornato, ma non quanto vorremmo. A proposito dell'industria 4.0, qualcosa abbiamo cominciato a mettere in piedi, ma non quanto vorremmo. In parole povere, da questo punto di vista, la sintesi dell'organizzazione aziendale è sicuramente tanta passione pilotata da scelte visionarie, di cui mi attribuisco i demeriti e i meriti. L'unicità del lavoro che facciamo, tra l'altro, richiede risorse davvero molto specializzate, perché non è facile costruire le cose con questi materiali, però è quello che abbiamo fatto.
  Ora sicuramente siamo in una situazione dove ci servono le spalle più grosse in termini di persone, di risorse in generale, perché, anche nella divisione standard la tendenza è quella di riuscire nel nostro lavoro e riuscire ad assumere personale.
  Io su quella slide ho messo almeno altri 18 ingegneri eccetera, però effettivamente come facciamo? Abbiamo intanto una rete di subfornitori che ci siamo andati a scegliere uno per uno e con cura. Nel mondo del composito in Italia siamo andati nel bacino della Formula 1, in Emilia. Io nel mio pregresso ho lavorato anche con Ferrari, quindi conoscevo un po', e abbiamo trovato un Manufacture puro che sa fare parti strutturali. Quando abbiamo il lotto di 100 unità, una buona parte del lavoro viene data all'esterno. Certifichiamo prima l'azienda, abbiamo il controllo di qualità e così via, però questo è.
  Tendenzialmente ELESIA, nella mia visione, deve rimanere nel mondo dell'ingegneria e continuare a fare le invenzioni, perché la rampa di salita della modernità è incredibilmente ripida e non ci si rende conto se non si gioca.
  Al momento siamo organizzati in questo modo: abbiamo il controllo interno della filiera, della progettazione e realizzazione, più subfornitori. In prospettiva non basta. In prospettiva dobbiamo avere benzina per aumentare l'industria 4.0 e anche il personale, non dimenticando mai le origini e la focalizzazione dei nostri prodotti, perché specialmente in momenti di difficoltà come questo che abbiamo appena passato per il COVID la tentazione di sparare a tutto quello che si muove pur di portare a casa dei ricavi è forte, e invece dobbiamo resistere e mantenere la barra dritta anche quando c'è tempesta.
  In questo senso è evidente che in un sistema ideale di industria Paese personalmente ritengo che le istituzioni ci possano dare una mano. Noi ci siamo già mossi in Pag. 12questo senso e abbiamo avuto i nostri riscontri, quando abbiamo vinto bandi di ricerca finanziata, ad esempio, o quando abbiamo iniziato a parlare con Cassa depositi e prestiti che ci ha accolto favorevolmente e ci sta esortando non solo a produrre documentazione e piani di business in una forma leggibile, perché noi siamo tutti molto tecnici. In questo senso Cassa depositi e prestiti ci sta dando una mano.
  Abbiamo chiesto e fatto il bando per l'internazionalizzazione perché immaginiamo di poter aprire due realtà, prima commerciali, successivamente produttive; una in Germania e una negli Stati Uniti. I motivi sono semplicissimi: la Germania in questo momento è il Paese in Europa che ha il budget più importante di tutti nel mondo della Difesa, quindi per una mera speculazione di quantità la Germania è rimasta con la Difesa veramente a trent'anni fa e di lavoro ce n'è tantissimo. Noi siamo entrati in sintonia con Hensoldt un anno e mezzo fa, ancor prima che Leonardo pensasse di entrare in Hensoldt. Anche in questo senso siamo armati di buona volontà.
  Poi gli Stati Uniti. Anche qui succede che il numero uno al mondo in Canada parte con un programma che si chiama «Fregate Classe Combattente», di oramai tre anni fa, e Lockheed Martin Canada dice: «Questa nave è troppo pesante». Incidentalmente io ho un pregresso, sono un ex manager di Leonardo e ho lavorato con Lockheed Martin, quindi ho detto: «Guardate che c'è qualcuno che in Italia fa queste cose». Lockheed ha comprato un nostro prodotto per valutazione e ha detto: «Crescete un attimo e poi ne riparliamo». Di questo siamo particolarmente orgogliosi, perché un negozietto di Guidonia che è riuscito a vendere a Lockheed Martin non è cosa di tutti i giorni.
  In questo momento negli Stati Uniti, là dove è sbarcata anche Fincantieri dove ci sono i nuovi programmi, ci siamo anche noi. Siamo stati presi in considerazione proprio per le cose che facciamo sulle nuove costruzioni. Al momento non abbiamo nessun business in atto, però anche lì abbiamo montato il filmato pubblicitario che avete visto all'inizio, abbiamo investito realizzando tre o quattro dei nostri pezzi funzionanti, li abbiamo mandati negli Stati Uniti a una mostra dove c'era anche Fincantieri eccetera, in era COVID.
  Vi dico questo per incoraggiare altri imprenditori: un cliente importante per noi è la Marina pachistana. Recentemente abbiamo inaugurato un nuovo modo di fare: collaudi finali ed emissione della fattura completamente telematica. Cioè, la nostra consolle viene spedita al cliente che la connette a Internet; noi da remoto la controlliamo, poi mettiamo una telecamera sul nostro tester e il signore che sta dall'altra parte virtualmente muove la consolle, vede il risultato, collaudo passato, fattura inviata e nessuno si è mosso da casa. Più di questo non sappiamo cosa inventarci per portare a casa il business.
  Ora se avremo la possibilità di avere questi fondi per l'internazionalizzazione ci metteremo la giacchetta e andremo a vedere cosa possiamo fare.

  PRESIDENTE. Grazie, dottor Marchesini. Io ho un'altra richiesta di intervento da parte del collega D'Uva. Prego.

  FRANCESCO D'UVA. Buongiorno e grazie. Tenuto conto che voi già intraprendete collaborazioni internazionali nell'ambito dell'elettronica e del digitale nel settore Difesa, mi chiedo quali sarebbero i vantaggi e gli svantaggi delle aziende come la vostra per l'avvio di una difesa comune. È un tema che stiamo trattando abbastanza in questo periodo ed è interessante anche un vostro parere.
  Inoltre, proprio in questi giorni, siamo chiamati a dare il parere sullo schema di decreto legislativo che reca il regolamento dell'Agenzia per la cyber sicurezza nazionale. A vostro avviso, in ambito Difesa ma anche come sistema Paese, quali ulteriori passi dovremmo compiere per renderci più impermeabili ai rischi di attacchi cyber? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole. Do la parola al dottor Marchesini. Prego.

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  CLAUDIO MARCHESINI, Direttore Ricerca e Sviluppo Business e Shareholder di ELESIA S.p.A. È una domanda estremamente complessa. Noi non ci occupiamo di cyber, ma sappiamo come fare per essere impermeabili con i nostri prodotti. In questo senso lavoriamo con un partner italiano, che recentemente ha avuto un riassetto della proprietà, che si chiama ISC2, che ha una serie di prodotti formidabili per la cyber. Non è il nostro settore. Nei prodotti che facciamo siamo però in grado di garantire ciò che oggi chiede il mercato.
  Cosa dobbiamo fare? Non voglio essere polemico, ma in Italia abbiamo risorse di eccellenza che non sono seconde a nessuno. Secondo me è importante mettere a fattor comune, così come in altri settori più vicini a noi, l'ingegneria dell'hardware, dei materiali, delle nanotecnologie.
  Per quello che ci riguarda, se ha visto l'ultima slide, una delle ambizioni molto grandi di ELESIA è quella di fungere da aggregatore. Non è facile, però credo che ci siano molte eccellenze che necessitano di raggrupparsi, avere maggior forza sul mercato ed essere sostenute dallo Stato nell'interesse dello Stato stesso. È piuttosto facile riconoscere queste eccellenze perché sono quelle che già si sono affermate molto bene all'estero. Non c'è un modo particolare per capire se in Italia c'è qualcuno bravo. Sono quelli che hanno ottenuto risultati simili ai nostri; poi non conosco un altro metodo.
  Ho dimenticato di rispondere alla domanda sulla crisi della fornitura di materie prime. Per quanto ci riguarda, sul versante dei materiali compositi non vediamo la crisi perché, grazie al cielo, la dipendenza dall'Estremo Oriente per questo è molto limitata. In più, il maggior costruttore orientale di fibra di carbonio nobile è il gruppo Toray giapponese, che è assolutamente allineato ai Paesi occidentali, per cui non abbiamo nulla da temere.
  Il problema davvero grosso è quello dei chip, perché gli americani hanno trasferito molto know how per abbassare i costi in Cina, e quindi siamo ragionevolmente preoccupati perché, ad esempio, su sistemi che facciamo noi l'ultima notizia arrivata ieri sera è che per una parte che noi utilizziamo all'interno di alcuni piccoli dispositivi i tempi di consegna sono espressi in settimane: sono cinquantadue settimane, che vuol dire un anno, quando l'approvvigionamento normale era di qualche settimana, non di più.
  Noi cosa facciamo? Abbiamo la possibilità non dico di mettere in piedi industrie che facciano semiconduttori a partire da zero, però oggi ci sono modi di fare che consentono di sostituire l'elettronica critica andando a implementare le funzioni di quella elettronica, che non ti danno più, in un supporto di silicio e utilizzare le fonderie che abbiamo in Italia.
  Abbiamo un paio di poli in Sicilia e in Nord Italia, che sono in grado di costruire il circuito integrato che qualcuno progetta. Noi stiamo analizzando anche questo aspetto. È un po' più complicato di come l'ho detto, ma non saprei altrimenti come spiegarlo.
  Noi abbiamo queste capacità e riusciamo a tamponare in qualche modo. Certamente è uno degli aspetti che va maggiormente considerato, perché gli stessi chip che mettono in crisi l'automotive sono utilizzati anche nei nostri sistemi.
  Avremo costi di energia? Sì, confermo. Avremo costi di energia senz'altro.

  FABIO SABA, Direttore Commerciale di ELESIA S.p.A. Grazie davvero. Vi volevo ringraziare davvero per tutti questi complimenti, che ci fanno davvero piacere da un lato e ci danno la forza e la spinta per andare avanti, poiché come ha detto il mio collega non è facile per una piccola media impresa come la nostra riuscire a essere pervasivi sul mercato come si vorrebbe. La problematica è che poi devi fare i conti con il quotidiano, e il quotidiano è composto anche dalla necessità di avere un volume o un volano, sia economico ma soprattutto di forza lavoro, che ci consente di trasformare tutti questi prodotti sartoriali in qualcosa che poi può essere installato a bordo di unità navali.
  Non lo dico per piaggeria, ma ci sono davvero molti costruttori navali che si stanno affacciando ai nostri prodotti. Servirli tutti insieme non è facile, però nonostante ciò Pag. 14andiamo avanti e stringiamo i denti, perché secondo me è importante.

  CLAUDIO MARCHESINI, Direttore Ricerca e Sviluppo Business e Shareholder di ELESIA S.p.A.. Volevo segnalare un aspetto importante che io tocco con mano tutti i giorni.
  Nelle nostre università ci sono dei ragazzi veramente formidabili. Io lavoro con le università sia all'estero che in Italia e vi assicuro che, come padre e come Governo, dobbiamo fare di tutto per loro. Ai miei tempi non c'erano persone così brave.

  PRESIDENTE. Ringrazio il dottor Saba, il dottor Marchesini, per la disponibilità, per l'apporto che avete dato ai lavori della nostra Commissione e per la presentazione informatica, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'audizione (vedi allegato).
  Rinnovo il ringraziamento a tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.15.

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