XVIII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 11 di Mercoledì 13 gennaio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULLA PIANIFICAZIONE DEI SISTEMI DI DIFESA E SULLE PROSPETTIVE DELLA RICERCA TECNOLOGICA, DELLA PRODUZIONE E DEGLI INVESTIMENTI FUNZIONALI ALLE ESIGENZE DEL COMPARTO DIFESA

Audizione di rappresentanti della Rheinmetall Italia S.p.A.
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Ercolani Alessandro , amministratore delegato della Rheinmetall S.p.A ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 8 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 8 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 
Russo Giovanni (M5S)  ... 9 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 
Ferrari Roberto Paolo (LEGA)  ... 9 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 9 
Perego Di Cremnago Matteo (FI)  ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Ercolani Alessandro , amministratore delegato della Rheinmetall S.p.A ... 10 
Russo Giovanni (M5S)  ... 11 
Ercolani Alessandro , amministratore delegato della Rheinmetall S.p.A ... 11 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Centro Democratico-Italiani in Europa: Misto-CD-IE;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare (AP) - Partito Socialista Italiano (PSI): Misto-PP-AP-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 15.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la diretta sulla web-tv e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione di rappresentanti della Rheinmetall Italia S.p.A.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla pianificazione dei sistemi di difesa e sulle prospettive della ricerca tecnologica della produzione e degli investimenti funzionali alle esigenze del comparto difesa, l'audizione di rappresentanti della Rheinmetall Italia S.p.A.
  Saluto e do il benvenuto all'ingegnere Alessandro Ercolani, amministratore delegato della Rheinmetall Italia S.p.A., all'avvocato Filippo Scarante, direttore relazioni istituzionali e affari strategici e alla dottoressa Francesca Micaela Russo, assistente amministratore delegato, che ringrazio per essere intervenuti, ai colleghi presenti e a quelli che parteciperanno alla seduta secondo le modalità stabilite dalla giunta per il Regolamento del 4 novembre 2020, ai quali rivolgo l'invito a tenere spenti i microfoni per consentire una corretta fruizione dell'audio. Ricordo che, dopo l'intervento dell'ingegnere Ercolani, darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni. Successivamente, il nostro ospite potrà rispondere alle domande poste. A tal proposito, chiedo ai colleghi di far pervenire fin da ora la propria richiesta di iscrizione a parlare. Do ora la parola all'ingegner Alessandro Ercolani.

  ALESSANDRO ERCOLANI, amministratore delegato della Rheinmetall S.p.A. Buon pomeriggio a tutti. Innanzitutto ringrazio il presidente Rizzo e i commissari presenti e collegati per questa opportunità che ci è stata concessa di contribuire all'attività di indagine conoscitiva della Commissione, illustrando la visione di Rheinmetall Italia sulla tematica molto importante della pianificazione dei sistemi di difesa e sulle prospettive della ricerca tecnologica della produzione e degli investimenti funzionali alle esigenze del comparto Difesa.
  Prima di entrare nel vivo dell'argomento previsto, permettetemi di esprimere i nostri più sentiti ringraziamenti per il grande contributo portato da questa Commissione nel supportare i programmi italiani, nelle valutazioni delle diverse proposte perseguite sempre con spirito costruttivo e, soprattutto, per essersi messa in gioco con visite, approfondimenti e aver ridotto barriere e distanze spesso presenti tra la Difesa e i cittadini. Veramente i nostri ringraziamenti a tutte le donne e gli uomini delle nostre Forze armate e di pubblica sicurezza, che incessantemente proseguono nell'aiuto alla popolazione in questa gravissima crisi sanitaria.
  Riguardo all'emergenza sanitaria, è doveroso premettere che Rheinmetall Italia, in qualità di azienda strategica per il Paese, ha assicurato la continuità delle produzioni e l'efficienza operativa, garantendo al contempo la salute e la sicurezza di tutto il proprio personale. Abbiamo deciso di puntare su investimenti per la salute dei dipendenti, avviando un'importantissima campagna Pag. 4 preventiva ed attivando – tutt'oggi è ancora in corso – una fruttuosa collaborazione con la Croce Rossa Italiana, che colgo l'occasione per ringraziare per avere portato il loro personale nel nostro sito fino alle sei e mezza di mattina, per testare in modo preventivo tutto il personale. Questo ci ha permesso di avere sempre un costante monitoraggio della situazione sanitaria, assicurando la piena serenità e sicurezza nell'ambiente di lavoro. Sul versante esterno, in relazione alla campagna di vaccinazioni, Rheinmetall Italia ha deciso di mettere a disposizione le strutture climatiche dello stabilimento industriale di Roma, tra l'altro tra le più grandi in Italia, dedicate all'esecuzione di test ambientali che possono raggiungere temperature inferiori a meno 70 gradi, con altissimi livelli di sicurezza. Temperature che sono necessarie per lo stoccaggio dei vaccini Pfizer. Sono in corso contatti con il dottor Arcuri, commissario straordinario per l'emergenza sanitaria e con la sanità militare, con l'auspicio di poter contribuire alle operazioni di contrasto a questa pandemia.
  Oggi più che mai riteniamo che i principi sanciti dalla nostra Costituzione in materia di responsabilità sociale delle imprese siano indissolubilmente legati al diritto alla salute e all'integrità di tutti i soggetti che contribuiscono, con le loro azioni, al progresso della nostra nazione. È per noi, come industria della difesa italiana, un vanto, un onore e un orgoglio rendere disponibili le nostre tecnologie, i nostri assetti e le nostre infrastrutture al servizio dello Stato e della nostra comunità. Riteniamo che mai come oggi gli investimenti del settore difesa e sicurezza abbiano un valore sociale immediatamente percepibile.
  Colgo l'occasione per presentare la nostra società. Rheinmetall Italia è un'azienda italiana di diritto italiano che appartiene al gruppo multinazionale Rheinmetall, presente in tutto il mondo e leader nel settore della mobilità militare e dell'elettronica per la Difesa. Il gruppo Rheinmetall impiega circa 25.000 persone nel mondo e raggiunge un fatturato di oltre sei miliardi di euro. È tra le aziende della Difesa al mondo che negli ultimi cinque anni ha creato maggior valore nel mercato dei capitali, raddoppiando il valore delle proprie azioni. Nell'ambito del gruppo, Rheinmetall Italia – storica realtà del panorama industriale italiano, fondata nel 1952 e conosciuta probabilmente da tutti come Oerlikon Contraves – è stata costituita con lo scopo di beneficiare dell'eccellenza tecnologica e della ricerca e sviluppo che il nostro Paese da sempre esprime nel campo della radaristica militare.
  Rheinmetall Italia vende i suoi prodotti in oltre sessanta Paesi, è leader mondiale nello sviluppo, produzione e commercializzazione di sistemi di difesa aerea a corto-medio raggio, nonché di diverse categorie di radar in configurazione duale, con uno stabilimento di oltre 80.000 metri quadrati a Roma, in via Tiburtina, dove oggi è situato il polo della Difesa italiano. L'azienda ha oltre 400 persone, con profilo prettamente tecnico specializzato e oltre 150 milioni di euro di fatturato.
  Nel corso degli anni, l'elevatissimo grado di specializzazione di Rheinmetall, ha spinto il gruppo ad individuare lo stabilimento di Roma come un suo principale polo di eccellenza radar, mettendo in campo una serie di importanti investimenti, a livello materiale e umano, che oggi è ancora in corso di attuazione. Ci rende particolarmente orgogliosi affermare come si stia procedendo a un importante trasferimento di tecnologia del gruppo verso lo stabilimento italiano, con una contestuale crescita occupazionale. Su tale punto, consentitemi di evidenziare l'importanza e la strategicità di tale iniziativa per tutto il sistema Italia, considerato il drammatico periodo che tutti stiamo vivendo. In particolare, mi preme evidenziare l'ampia rilevanza sociale dell'iniziativa in corso, soprattutto a livello occupazionale; evento che consente ai nostri giovani laureati di non dover cercare fortuna all'estero, ma rimanere qui, a casa, per contribuire da casa al progresso sociale ed economico del nostro Paese. Abbiamo decine e decine di posizioni aperte e un ambizioso progetto di crescita.
  Entrando nel cuore della tematica, ringraziando di nuovo per questo spazio, è Pag. 5doveroso premettere come l'intera gamma di prodotti della Rheinmetall Italia sia di altissima tecnologia e innovazione, ma richieda costanti ed importanti investimenti sia umani che materiali. Il nostro prodotto di punta è rappresentato dal sistema di difesa a corto-medio raggio, di cui tutti hanno sentito parlare, Skyguard, interamente sviluppato ed assemblato nello stabilimento di Roma. Si tratta di un sistema d'arma in esercizio in Italia e in tantissime forze armate in tutto il mondo. A questo si aggiungono una serie di soluzioni radar dual-use, per applicazioni in ambito di pubblica sicurezza, anti-drone e aeroportuale, nonché la produzione di componentistica di pregio per applicazioni in ambito spaziale. Abbiamo sviluppato un radar unico al mondo, brevettato per la sicurezza degli aeroporti, su cui è stato manifestato interesse da parte degli Stati Uniti e del Lussemburgo. È in grado di identificare – per darvi dei numeri – detriti di qualche centimetro a un chilometro di distanza.
  Rheinmetall Italia, nella sua qualità di polo di eccellenza radar, attiva il sito italiano ogni volta che c'è un'opportunità, sia per attività di sviluppo, di produzione e assemblaggio, assumendo nel gruppo la veste di fornitore interno. Sottolineo come questo ci permetta di far lavorare, di nuovo, i nostri ingegneri italiani su programmi internazionali, creando valore aggiunto per il nostro Paese. Per esempio, in questi giorni stiamo lavorando al programma di ammodernamento delle fregate F-123 della marina tedesca, prodotte da ThyssenKrupp.
  Da ultimo, Rheinmetall Italia – in qualità di azienda di sistema Paese con una forte dimensione transnazionale – rappresenta la potenziale porta d'ingresso e il ponte di collegamento per il nostro Paese di tecnologie di eccellenza, che vanno dalla veicolistica corazzata cingolata (i carri Leopard, i Lince e il futuro carro franco tedesco MGCS), all'elettronica per la difesa, con un'importantissima opportunità di collaborazione industriale con gli altri attori nazionali da svilupparsi, però, in una dimensione europea.
  Venendo alle prossime esigenze di sviluppo capacitivo e di investimento delle nostre Forze armate, è doveroso premettere come l'attività di Rheinmetall Italia sia legata a consolidati e duraturi rapporti di complementarità e collaborazione industriale con le altre aziende italiane, in particolare per quanto concerne appunto il prodotto Skyguard.
  Ad oggi, Rheinmetall partecipa a programmi nazionali, principalmente su due direttrici. In primo luogo, nell'ambito del programma Forza NEC (Network Enabled Capabilities), con la produzione e fornitura di radar XRA3D, necessarie alla realizzazione di posti comando e modulo di ingaggio e nell'ambito della legge navale per la flotta della nostra Marina militare.
  In termini finanziari, il valore complessivo attuale della partecipazione di questa società ai programmi nazionali è pari a circa 25 milioni di euro. In prospettiva, l'ambizione è chiaramente di poter incrementare il nostro contributo qualitativo e quantitativo allo sforzo di ammodernamento dello strumento militare che il nostro Paese sta perseguendo. Purtroppo, l'incidenza di questi programmi italiani sul nostro fatturato, fatto da ingegneri italiani, è solo del 5 per cento circa.
  Con riguardo all'attuale pianificazione, alla luce di quanto sancito dal documento programmatico pluriennale della difesa per il triennio 2020-2022, si evidenzia un'importante possibilità di partecipazione al programma di difesa aerea a corto-medio raggio Grifo, con l'acquisizione di nuovi sistemi d'arma missilistici, CAMM-ER (CommonAnti-air Modular Missile – Extended Range) da integrare nei posti di comando di Forza NEC, attività da realizzare con le altre aziende italiane, Leonardo e MBDA. Sulle suddette piattaforme sarà altresì necessario e possibile integrare la nostra nuova funzionalità anti-drone. Un ulteriore importante opportunità di collaborazione riguarda la possibile dotazione delle Forze armate italiane per la capacità – necessaria, ormai, nei teatri operativi internazionali dove si svolgono tutte le missioni estere italiane – denominata C-RAM (Rocket Artillery and Mortar), mediante la fornitura dei nostri attuatori in almeno cinque sistemi, attività da sviluppare con la collaborazione Pag. 6 di Leonardo e per la quale è stato già chiesto uno stanziamento di fondi.
  Nel campo della robotica segnaliamo l'esistenza del programma RAS (Robotics and Autonomous Systems), attivato dallo stato maggiore dell'Esercito a cui Rheinmetall Italia ha già aderito con la propria piattaforma Mission Master, veicolo terrestre autonomo recentemente oggetto di un'apposita dimostrazione di grande successo a Cesano.
  Nel campo navale ed aeronautico si prospettano importanti opportunità di fornitura di armamento sia nell'ambito della legge navale, sia con riguardo ai sistemi anti-drone per l'Aeronautica militare, nonché al sistema radar, di cui abbiamo parlato prima, per supportare la sicurezza aeroportuale militare mediante l'individuazione di detriti sulle piste di decollo e atterraggio, realizzato in parte con fondi del Ministero dello sviluppo economico. Colgo l'occasione, proprio sul versante ricerca e sviluppo, per segnalare, con nostro orgoglio e soddisfazione, come nel corso degli anni il Ministero dello sviluppo economico non abbia mai fatto mancare il proprio sostegno all'attività di innovazione di Rheinmetall Italia, supporto che ci ha consentito di sviluppare soluzioni radaristiche all'avanguardia di notevole successo internazionale. Consentitemi anche di cogliere l'occasione per ringraziare il Ministro dello sviluppo economico, senatore Patuanelli, per la costante attenzione dimostrata dal suo dicastero nei confronti della nostra società.
  Infine, sempre in ambito di ricerca e sviluppo, segnaliamo la nostra candidatura ad un Piano nazionale di ricerca militare (PNRM), mirato a creare i fondamenti di una rete mobile e intelligente di radar di nuova generazione, che consentono in modo digitale di scambiare i dati e di equipaggiare e controllare una rete di veicoli a pilotaggio remoto necessaria per gli scenari futuri di sorveglianza urbana. Probabilmente, parliamo di una capacità unica al mondo, ma dove sappiamo che già importanti nazioni stanno lavorando.
  A livello di mercato export, Rheinmetall Italia è uno dei maggiori punti di riferimento mondiale per la fornitura (a ben 60 Paesi) di sistemi di difesa aerea a corto raggio Skyguard, con importanti contratti in essere in Medio Oriente, nord Africa e Asia. È un onore che Paesi stranieri abbiano deciso di affidare completamente la protezione di città, siti o assetti strategici alla nostra società e, soprattutto, ai nostri ingegneri e tecnici. Vendere un sistema Skyguard significa vendere una capacità, un concetto di difesa. Molti Paesi hanno scelto noi italiani e per noi è un grande motivo di orgoglio.
  Inoltre, segnalo importanti ulteriori opportunità di espansione in Egitto, in Kuwait, in Iraq in Pakistan e nel resto del nord Africa (Tunisia e Marocco), oltre che in Europa (cito recentemente il caso della Slovacchia). La concretizzazione di tale opportunità di rilevanza strategica e industriale del nostro Paese non potrà avvenire senza il sostegno del sistema Italia, supporto che non è mai venuto meno e per il quale risulterà decisivo implementare al più presto i recenti innesti normativi in materia di accordi Governo-Governo. Su tale punto, mi preme sottolineare come ogni successo di Rheinmetall Italia, in qualità di prime contractor sui mercati esteri, produca considerevoli benefici ai propri partner nazionali, che sono di volta in volta chiamati a fornire contributi di elevato valore tecnico, tecnologico e umano.
  Con il vostro permesso passerei, adesso, alla trattazione della parte che considero centrale per questo intervento e oggetto della presente audizione, ossia la possibilità di costruire per l'Italia solide prospettive nella difesa e con un canale – che oggi vogliamo approfondire – di collaborazione bilaterale Italia-Germania nel settore terrestre e dell'elettronica della difesa.
  Ad oggi è noto come l'intero comparto dell'industria della difesa europea si avvii verso una decisa fase di concentrazione, consolidamento ed integrazione che comporterà considerevoli impatti nel settore aeronautico, navale e terrestre. Tale risultato è frutto sia di motivazioni tecnico-industriali, costi di sviluppo, economie di scala, sia di precise scelte politiche della Commissione europea, dirette a incoraggiare Pag. 7 una sempre maggior cooperazione tecnologica dalle industrie europee, per il tramite di delicati programmi di ricerca adeguatamente finanziati, in primis, come tutti conosciamo, il Fondo europeo per la difesa che, negli anni 2021- 2027 ha un budget di circa 7 miliardi di euro.
  Ritengo qui necessario condividere l'importanza strategica per il nostro settore dei programmi di rinnovamento delle flotte di corazzati e cingolati in Italia e in Germania. È di pubblico dominio come sia l'Esercito italiano che quello tedesco esprimano requisiti operativi diretti al rinnovo delle rispettive brigate corazzate cingolate sul versante arma di cavalleria, Main Battle Tank (MBT), come si usa chiamare in Europa, nonché sul versante di arma di fanteria, Infantry Fighting Vehicles (IFV). Sul versante italiano siamo attivamente impegnati nella definizione dei requisiti operativi per identificare il sostituto del Dardo cingolato, assetto che si accinge a raggiungere la fine della vita operativa con un programma di acquisizione come requisito operativo per circa 400-600 nuovi veicoli, che dovranno entrare in servizio a partire dal 2025. In aggiunta, è in corso di esecuzione l'analisi delle caratteristiche del futuro Main Battle Tank, il carro che dal 2030 dovrà sostituire il carro Ariete, quest'ultimo attualmente soggetto ad aggiornamento operativo prodromico alla sua sostituzione con un nuovo e moderno assetto. È noto come la Germania abbia sottoscritto un accordo bilaterale ed industriale con la Francia, denominato Main Ground Combat System (MGCS), diretto a sostituire i principali carri armati tedeschi Leopard 2 e i carri francesi Leclerc, a partire dalla metà del 2030. Mentre sul versante Infantry Fighting Vehicles sussiste un orientamento per l'acquisizione del veicolo Lynx, considerato tra i più evoluti al mondo da tutte le fonti specializzate, prodotto dal gruppo Rheinmetall, selezionato già dalle forze armate ungheresi e con ottime prospettive di vendita negli Stati Uniti, in Europa e già selezionato per i primi due prototipi in Australia.
  Lo stato attuale dei programmi volti al rinnovamento delle flotte corazzate e cingolate sopra descritte presenta, per l'Italia, rilevantissime opportunità di rinforzare ulteriormente il partenariato strategico e industriale con la Germania, sia riguardo la componente veicolare cingolata, che per la componente dell'elettronica della difesa. Riteniamo un'opportunità unica di crescita industriale, tecnologica e sociale per il nostro Paese, che comporterà un fondamentale trasferimento di tecnologie know-how nel settore dei cingoli dalla Germania verso l'Italia, a tutto vantaggio della nostra industria nazionale, con l'avvio di un circolo virtuoso di lungo termine perché parliamo dei prossimi trent'anni. Il tema centrale di cui stiamo parlando ha un titolo: la creazione di un polo di eccellenza italiano attraverso il consolidamento del settore terrestre nazionale. Probabilmente, parliamo di una delle maggiori operazioni della Difesa degli ultimi vent'anni, con la creazione di assetti nazionali e cooperazioni europee. Non riesco ad immaginare le ricadute occupazionali oltre che gli effetti sulle nostre competenze strategiche che devono rimanere sovrane.
  Punto di partenza di tale collaborazione strategica va individuato nel programma di sostituzione, da realizzare in tempi brevi, dell'Infantry Fighting Vehicles Dardo, dove Rheinmetall e le industrie italiane possano lavorare sulla piattaforma, con innumerevoli vantaggi in termini di interoperabilità tra le Forze armate, e su tale argomento con interazioni e dialoghi già in corso con le nostre istituzioni, l'Esercito e lo stato maggiore della Difesa, a cui sommare importantissimi benefici nell'operazione complessiva di natura industriale. Su tale punto possiamo costruire un decisivo coinvolgimento dell'intero comparto industriale nazionale, mediante la costituzione di dedicate strutture societarie e con attribuzione di primari ruoli alle aziende italiane, nonché a tutto l'indotto nazionale del settore. Parlo di centinaia di piccole e medie imprese altamente specializzate che costituiscono un settore primario di tecnologie, valore e competenza nel nostro tessuto sociale.
  Ad oggi, sulla base di un'analisi preliminare di dati grezzi disponibili, è possibile affermare come la quota italiana di produzione Pag. 8 possa superare il 70 per cento del valore dell'ipotetica commessa, da individuarsi prevalentemente nel trasferimento di tecnologia a beneficio dell'industria nazionale. In aggiunta, si evidenzia come l'acquisizione di tecnologia cingolata, per il tramite del nuovo programma Infantry Fighting Vehicles, consentirà al nostro Paese, in un momento immediatamente successivo, di candidarsi ad accedere – forti di tecnologie acquisite – ad una posizione di primo piano nel programma per il nuovo Main Battle Tank, dove l'Italia ha già espresso il desiderio di entrare e che, per il calibro dei Paesi attualmente coinvolti, i volumi previsti – parliamo di oltre 2500 veicoli – e la rilevanza delle aziende partecipanti, rappresenterà uno dei programmi d'armamento principali a livello europeo per i prossimi trent'anni.
  Pertanto, consentitemi di sottolineare nuovamente come il ruolo della nostra azienda e la potenziale cooperazione bilaterale tra Italia e Germania nel campo del rinnovamento delle flotte corazzate cingolate costituiscono un'opportunità unica di sviluppo per il sistema Paese, in termini strategici, industriali e di accesso agli ingenti finanziamenti che l'Unione europea metterà a disposizione dell'intero comparto della difesa, determinando la nascita di un polo industriale terrestre nazionale che si affiancherà ai già esistenti poli aeronautici e navali.
  Come Rheinmetall Italia, prendiamo qui l'impegno e la disponibilità per costruire questo ponte di collegamento per tecnologie innovative non presenti oggi in Italia, per costruire un nuovo polo di eccellenza italiano, oltre che segnare ed avviare un nuovo corso che avrà ricadute occupazionali senza precedenti.
  Mi accingo alle conclusioni. Dopo tanti anni di esperienza personale nel settore dell'industria della difesa, permettetemi di affermare come la società rappresenti un'eccellenza nazionale, parte di un gruppo multinazionale che ha investito, investe e intende investire a lungo termine nel nostro Paese in tecnologie pregiate e d'avanguardia. L'esistenza di Rheinmetall Italia impreziosisce il già ricco panorama industriale nazionale e, in considerazione delle sue elevate capacità tecniche e del suo elevato grado di integrazione industriale con le maggiori aziende nazionali, desidera essere un attore di primo ordine nella ripartenza nazionale e nella pianificazione di sistemi di difesa, che nelle prospettive della ricerca tecnologica e della produzione degli investimenti supporterà le esigenze future del comparto della Difesa.
  In questa audizione abbiamo parlato di sistemi radar innovativi, di sistemi di difesa, aerei all'avanguardia oltre che di una possibile cooperazione Italia-Germania, la costruzione del nuovo polo terrestre italiano, attraverso la piattaforma Lynx e il programma MGCS. Sono titoli molto importanti per il futuro della Difesa italiana e oggi, a partire da questa Camera, abbiamo l'opportunità di costruire delle traiettorie nazionali che cambieranno sicuramente il corso dei nostri assetti. Oggi, a partire da questa Camera, da questo discorso, abbiamo l'occasione di rafforzare il nostro Esercito, le nostre Forze armate e rafforzare, quindi, la nostra Difesa e il nostro Stato. Abbiamo oggi l'occasione di rafforzare i nostri assetti industriali e, cosa più importante, avvicinare noi all'Europa e portare l'Europa dentro il nostro Stato. Non vorrei dilungarmi, quindi concludo ringraziando il presidente Rizzo e la Commissione per questa opportunità e per l'attenzione mostrata alla nostra azienda. Vi prego di considerarmi a disposizione per qualunque tipo di domanda, grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio l'ingegnere Ercolani per la relazione che ha esposto alla Commissione e per il contributo che ha dato all'indagine conoscitiva che abbiamo in corso. Passiamo la parola ai colleghi che hanno chiesto di intervenire. Onorevole D'Uva, a lei la parola.

  FRANCESCO D'UVA. Grazie, presidente. Ringrazio il gruppo Rheinmetall Italia e l'ingegnere Ercolani, per essere qui e averci fatto conoscere meglio questa realtà industriale molto importante del nostro Paese.
  La mia più che una domanda al gruppo Rheinmetall, che di fatto è il primo fornitore Pag. 9 in Europa in ambito tecnologico nel settore difesa e sicurezza, è un parere. Secondo voi, quanto costa la mancanza di una Difesa integrale europea per i Paesi come l'Italia e per tutti gli altri Paesi membri e cosa, invece, potrebbe comportare la realizzazione di una reale Difesa integrata europea per i singoli Paesi. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega D'Uva. Do la parola all'onorevole Giovanni Russo. Prego.

  GIOVANNI RUSSO. Grazie, signor presidente. Ringrazio anche tutti gli esponenti di Rheinmetall Italia per la loro graditissima presenza e per la loro esposizione.
  Il processo di integrazione delle piattaforme terrestri ormai è un dato assolutamente inoppugnabile. In questo momento, con tanti progetti e tanti programmi europei, anche le piattaforme terrestri necessariamente devono essere interessate da questo processo, anche perché i programmi aerospaziali e navali hanno già drenato parecchie risorse. Ci riferiamo, in particolare, all'F-35 o alle FREMM (Fregate europee multi-missione). Conosciamo la sofferenza del settore dei mezzi terrestri e credo fortemente che il rafforzamento – tra l'altro auspicato anche da lei – del partenariato strategico tra Italia e Germania possa portare dei frutti importanti, anche per il trasferimento di tecnologie sui cingolati, come lei giustamente accennava prima, con un incremento notevole di quelle che sono le capacità tecnologiche del nostro Paese e con le importantissime ricadute occupazionali che ne conseguono. Volevo chiedere a che punto è, secondo il suo parere, questo processo di integrazione dei sistemi tra Italia e Germania e, visto che la creazione di una piattaforma comune ha dei risvolti importantissimi anche dal punto di vista politico, quanto sia fattibile l'attuazione di un programma del genere. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, collega Russo. Do la parola all'onorevole Ferrari.

  ROBERTO PAOLO FERRARI. Ringrazio il presidente e ringrazio anch'io gli auditi. Sottolineo come nell'audizione sia stata evidenziata, in maniera forte, l'italianità di questa azienda, pur facendo parte di un gruppo internazionale, con base soprattutto in Germania. Abbiamo sentito parlare dell'impatto sul territorio di questa azienda – presente dagli anni Cinquanta, se non ho inteso male –, attraverso i propri progetti di punta, e tutti quei prodotti come l'adeguamento delle fregate della Marina tedesca. Abbiamo sentito parlare anche della collaborazione e dell'integrazione all'interno del sistema produttivo della difesa italiano, delle collaborazioni con MBDA e con Leonardo, per la realizzazione di sistemi di difesa più propriamente made in Italy. È stato fatto un focus molto interessante, a cui faceva cenno anche il collega Russo, relativo all'aspetto dei mezzi corazzati cingolati e alla futura sostituzione dei Dardo e, in futuro, anche del carro Ariete. Abbiamo più volte sento parlare della volontà franco-tedesca di sviluppare una piattaforma europea, attingendo anche a quelle che sono le risorse messe in campo dal Fondo europeo per la difesa. Ho cercato di cogliere l'aspetto di proporsi anche come azienda italiana che fa parte di un gruppo tedesco, che sicuramente sarà coinvolta nello sviluppo di questo prodotto, per farsi portatrice di quelle possibili interazioni che possono essere sviluppate all'interno di questo progetto.
  Da parte vostra, che siete un'azienda italiana all'interno di un gruppo internazionale tedesco, vorrei capire se c'è il sentore, la volontà – per lo meno dalla parte industriale, la parte politica sicuramente non potete sondarla e sono scelte indipendenti dalle vostre – e l'interesse a coinvolgere il nostro Paese, cosa che dal punto di vista politico, in alcuni frangenti, è sembrato non esserci. Se potete dirci, dal vostro punto di vista industriale non vi chiedo di andare oltre, quanto sia realmente possibile percorrere assieme questa strada. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Ferrari. Un'ultima richiesta di intervento da parte del collega Perego di Cremnago.

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  MATTEO PEREGO DI CREMNAGO. Grazie, presidente. Grazie per questa interessante relazione. Ho solo un quesito. Lei ritiene che se dovesse essere fatta una legge terrestre, la vostra azienda ne trarrebbe giovamento? Dico questo perché le esperienze recenti insegnano che quando c'è un cappello normativo così specifico, come è stato nel caso della legge navale, questo ha sicuramente favorito la pianificazione nel lungo periodo e ha favorito, come una sorta di volano positivo, la crescita delle aziende coinvolte nel progetto.
  Mi sembra che nella dimensione terrestre e nell'Esercito ci sia un fabbisogno maggiore di ammodernamento dei sistemi d'arma e delle diverse infrastrutture. Mi chiedo se questo strumento normativo potrebbe accelerare il processo di ammodernamento, fatto salvo che in ambito europeo – come ha citato prima anche il collega Ferrari – ci sono diverse iniziative a livello di Governo, nel caso specifico della Francia e della Germania susseguenti ai patti di Aquisgrana. Sicuramente, se possiamo agire nel concerto europeo, lo facciamo, ma pensando soltanto alla dimensione nazionale vorrei sapere se potremmo essere facilitati da uno strumento legislativo che acceleri il processo. Vorrei un suo parere in questo senso, grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei collega. A questo punto do la parola al nostro ospite per la replica.

  ALESSANDRO ERCOLANI, amministratore delegato della Rheinmetall S.p.A. Grazie per le domande, tutte veramente centrate e che ci danno l'opportunità di fare, secondo me, una riflessione chiaramente industriale.
  Rispondo alla domanda di quanto costa la mancanza di una Difesa europea e, conseguentemente, una Difesa integrata. Costa tantissimo, perché l'Italia – in parte rispondo anche ad altre domande – nel settore industriale della difesa ha subìto, a livello industriale, processi di maturità diversi. Il settore aeronautico ha trovato un suo percorso di consolidamento prima con la piattaforma Eurofighter, cito la mia esperienza pregressa come direttore tecnico della piattaforma, in cui si mutuavano le esperienze di quattro nazioni e, poi, con l'F-35, che al di là dei risvolti politici, sicuramente dal punto di vista industriale hanno fatto sì che il settore industriale italiano e l'aeronautica avessero un processo di consolidamento e di maturazione tale da portarsi ai livelli delle industrie europee internazionali. Per me il termometro del successo è l'export; le piattaforme italiane aeronautiche sono esportate. Stessa cosa vale per il settore navale italiano, da quello più grande a quello più piccolo, da Fincantieri a società più piccole. Le cooperazioni con la Francia e la legge navale hanno fatto sì che si creassero degli assetti industriali nazionali importanti in grado di vincere sempre nelle gare all'estero. Il settore terrestre, da questo punto di vista, ha avuto dei rallentamenti; quindi, immaginare un segmento terrestre europeo integrato, dove il discorso di sovranità – torno anche al ruolo di questa azienda italiana in un contesto multinazionale – deve essere sempre garantito. Da cittadino italiano non riesco a immaginare una Difesa non sovrana in ambito terrestre così strategico. Tra l'altro parliamo di cingolati, un settore dove non ha tecnologie. L'ultimo cingolato è stato fatto trent'anni fa e, quindi, purtroppo si sono perse alcune competenze. È chiaro che gli scenari geopolitici europei stanno cambiando e stanno tornando a vedere nel settore terrestre un punto di forza. Stanno tornando concerti di difesa che erano concerti spariti della guerra fredda in poi. Direi che – per rispondere alla domanda – in questo momento il settore terrestre è penalizzato, quindi, è auspicabile immaginare un percorso di difesa europea in cui l'Italia abbia un ruolo. Prima abbiamo detto che, oggi, abbiamo l'occasione, a partire da questa Camera, di rafforzare i nostri assetti industriali e avvicinarci all'Europa e portare l'Europa dentro il nostro Stato. Questo è il punto su cui dobbiamo lavorare. Per rispondere alla domanda, le due parole sono: «sovranità» e «integrazione». La sovranità è un punto dove, onestamente, l'Italia non deve cedere.
  Rispondo all'altra domanda sulla fattibilità. Quanto è fattibile un programma? Pag. 11Se uno immagina un programma di acquisizione terrestre, parliamo della sostituzione del Dardo, un'esigenza operativa di circa 400-600 piattaforme, e a un programma di ammodernamento dell'Ariete, già traguardando un carro europeo che oggi in Europa vede nel suo business plan – e qui ritorno a una visione industriale – almeno 2500 piattaforme da sostituire. È chiaro che la fattibilità del programma di per sé ha una sua attrattività e ci permetterebbe di fare un passaggio ignorato anche da molte testate giornalistiche. In qualche modo è passato spesso sui giornali che l'Italia non è stata accettata nel programma franco tedesco ed è corretto, però – e parlo in qualità di tecnico – quando si entra in un programma europeo tra più nazioni, come fu per gli Eurofighter, o per le FREMM, cito due programmi di settori diversi, c'è un ruolo importante che ogni industria nazionale fa. Nel momento in cui l'Italia mette dei soldi per acquisire una capacità, la contropartita è l'acquisizione di un pacchetto di lavoro. Oggi probabilmente l'Italia non ha, nel settore del cingolato terrestre, le tecnologie adeguate per poter esprimere una competenza che quelle nazioni e quel programma richiedono. Quello che oggi abbiamo cercato di illustrare è un percorso coerente, fattibile e sostenibile di ingresso e di crescita dell'Italia nel settore terrestre, prima attraverso la piattaforma Dardo, Lynx, rimutuata in una veste italiana che permette di acquisire quelle tecnologie che poi fanno entrare l'Italia con dignità, forza e autorevolezza nel programma del carro franco-tedesco. Io credo che, in tal senso, l'Italia possa esprimere una leadership diversa. Chiaramente poi esula da considerazioni politiche che hanno fatto sì che l'Italia non entri, ma dal punto di vista industriale sicuramente questo è un percorso coerente e sostenibile e permette anche all'Italia di avere una forza negoziale, perché si implementa un discorso di do ut des, quindi di crescita e di scambio che è esattamente il principio sul quale i mercati crescono. Il mercato è un insieme di domanda e offerta; questo è quello che si farebbe.

  GIOVANNI RUSSO. L'orizzonte temporale sarebbe sufficiente affinché questo percorso venisse fatto in maniera efficace?

  ALESSANDRO ERCOLANI, amministratore delegato della Rheinmetall S.p.A. Domanda centrale. Questa è un'occasione unica, perché c'è anche l'allineamento dei tempi. Come sappiamo il programma franco-tedesco ha un orizzonte più lontano del 2030 ed è compatibile con le nostre esigenze operative di sostituzione dell'Ariete. Quindi questo interim, questa transizione tecnologica tra il Dardo e l'Ariete e, quindi, dall'IFV all'MBT diventa il passaggio in cui l'Italia cresce con la scala temporale giusta; un'occasione unica.
  Passo ora alla domanda, sul vantaggio di questa azienda e sul gruppo Rheinmetall. È chiaro che qui oggi noi giochiamo due ruoli. Quando parlavo del 70 per cento di possibilità di trasferimento di know-how, competenze, tecnologie dall'Europa all'Italia, sono numeri che direi sostenibili e, alla fine, non credo si possano discostare da questo numero. Specialmente Francia, Germania e Inghilterra lavorano tantissimo sul concetto di sovrano. È chiaro che quest'azienda oggi – parte di un gruppo tedesco che ha dato già disponibilità a investire e sta già investendo in questa Nazione – può essere il punto d'ingresso, di collegamento di quello che oggi si sta facendo in Europa e potremmo portarlo in Italia creando un know-how italiano, perché ripeto, la sovranità per noi è fondamentale.
  La legge terrestre. Credo che lo stato maggiore dell'Esercito auspichi con forza una legge terrestre analoga a quanto è successo nel mondo aeronautico e nel mondo navale. È chiaro che porta dei benefici incredibili, è uno strumento di pianificazione. Quando si vuole fare industria con una prospettiva a trent'anni, è difficile immaginare – a meno che i costi non ricadano sul cliente e quindi sul contribuente, nel caso di programmi italiani – che le industrie possano investire a proprio rischio in qualcosa di cui non hanno visibilità. Questo credo sia chiaro a tutti. Se l'Italia apre un programma, le industrie, anche la nostra sicuramente, ne beneficiano e quello diventa un programma. Nel Pag. 12momento in cui si fa una legge che ha una sua pianificazione, una sua sostenibilità e una sua solidità, è chiaro che le industrie hanno capacità di investire, tra l'altro a favore dei contribuenti. Nell'altro caso è solo il contribuente e, quindi, lo Stato che deve pagare i non ricorrenti, perché un conto è vedere un programma che dura un anno; altro è immaginare già una legge che lo finanzia per i prossimi trent'anni. Quindi, aiuta tutti a fare quello che si scrive nei libri, cioè creare un modello di business sostenibile, virtuoso per tutti, perché a quel punto si consolida la domanda, cioè cosa il cliente chiede nei prossimi trent'anni e si costruisce l'offerta. Quando c'è una domanda coerente e un'offerta coerente, è il meccanismo perfetto di cui tutti beneficiano: il contribuente, lo Stato, l'utente finale, in questo caso l'Esercito e l'industria. Nel momento in cui c'è una legge terrestre, per l'occupazione è facile verificare quanti ingegneri, quanti tecnici e quante persone saranno impiegate. È uno strumento auspicabile e penso che tutti l'aspettiamo con molto entusiasmo.

  PRESIDENTE. Ringrazio l'ingegnere Ercolani. Non ho altre richieste di intervento, pertanto rinnovo i ringraziamenti per il contributo importante che ci avete fornito e per la vostra disponibilità. Ringrazio tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.55.