XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (IV e VII)

Resoconto stenografico



Seduta n. 6 di Martedì 22 giugno 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI GRUPPI SPORTIVI MILITARI

Audizione, in videoconferenza, del Presidente del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato, dottor Francesco Montini.
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Montini Francesco , Presidente del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 6 
De Menech Roger (PD) , intervenendo da remoto ... 6 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 7 
Rossini Roberto (M5S)  ... 7 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 7 
Mariani Felice (LEGA) , intervenendo da remoto ... 7 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 8 
Montini Francesco , Presidente del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato ... 8 
Mariani Felice (LEGA) , intervenendo da remoto ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 
Mariani Felice (LEGA) , intervenendo da remoto ... 10 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 10 

ALLEGATO: Documentazione depositata dal Presidente del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato ... 11

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Facciamo Eco-Federazione dei Verdi: Misto-FE-FDV;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE-PSI: Misto-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA IV COMMISSIONE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 9.35

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la diretta sulla web-tv e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, del Presidente del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato, dottor Francesco Montini.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno delle Commissioni riunite Difesa e Cultura, Scienza e Istruzione reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sui gruppi sportivi militari, l'audizione in videoconferenza del dottor Francesco Montini, Presidente del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato.
  Saluto e do il benvenuto al dottor Montini, che ringrazio per essere intervenuto in collegamento, ai colleghi presenti e ai colleghi che partecipano alla seduta secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento del 4 novembre 2020, ai quali rivolgo l'invito a tenere spenti i microfoni per consentire una corretta fruizione dell'audio.
  Ricordo che dopo l'intervento del nostro ospite darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni e, successivamente, il nostro ospite potrà rispondere alle domande poste. A tal proposito chiedo ai colleghi di far pervenire fin da adesso la propria richiesta di iscrizione a parlare al banco della Presidenza.
  Do, quindi, la parola al dottor Francesco Montini. Prego, a lei la parola.

  FRANCESCO MONTINI, Presidente del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato. Intanto mi presento. Sono un dirigente superiore della Polizia di Stato e sono il direttore dell'Ufficio per il coordinamento delle attività dei gruppi sportivi della Polizia di Stato. Lei, giustamente, mi ha presentato anche come Presidente delle Fiamme Oro e già da questo si capisce la duplice veste con cui si muove il Gruppo sportivo della Polizia: da una parte, si tratta di un sodalizio sportivo che deve rispettare tutte le regole imposte dall'ordinamento giuridico sportivo, dalle federazioni sportive nazionali e dal CONI (Comitato olimpico nazionale italiano); dall'altro, è anche un ufficio del Dipartimento della pubblica sicurezza che deve rispettare tutte le norme che regolano l'attività di un ufficio del Dipartimento.
  Noi abbiamo fornito una brochure in cui abbiamo indicato un quadro normativo abbastanza esteso. In questa sede vorrei solamente trattare di quelle che ritengo essere le norme fondamentali per l'attività del Gruppo sportivo.
  In primo luogo vi è il decreto del Presidente della Repubblica del 3 novembre 2003, ovvero la normativa che regola le modalità di accesso e di uscita dal Gruppo sportivo. Si accede al Gruppo sportivo della Polizia mediante un concorso pubblico per titoli, con una Commissione composta da un membro del CONI, un membro del Dipartimento, il Presidente del Gruppo sportivo e un dipendente dell'Ufficio concorsi. Quindi, vi è la massima trasparenza. Pag. 4
  In questo decreto è disciplinata anche la modalità di uscita dell'atleta del Gruppo sportivo al termine della sua attività. Vi è un decreto di un direttore centrale – attualmente degli affari generali – con il quale il dipendente viene posto nuovamente a disposizione per svolgere l'attività istituzionale di Polizia.
  Fondamentale in questo quadro normativo che sto cercando di sintetizzare – nella relazione che vi ho mandato è molto più ampio – l'articolo 24 del decreto del Presidente della Repubblica n. 395 del 1995, consente ai nostri dipendenti delle Fiamme Oro di fare servizio presso le federazioni sportive, presso le rappresentative nazionali e presso le rappresentative azzurre. Il nostro dipendente, dunque, risulta in servizio nel momento in cui presta l'attività presso la Nazionale.
  A mio modo di vedere è fondamentale anche lo statuto e il regolamento delle Fiamme Oro, provvedimenti che sono stati emendati a gennaio 2017, abbastanza recentemente rispetto alla storia del Gruppo sportivo. Perché sono fondamentali questi due decreti? Sono fondamentali perché contengono quella che è la mission del Gruppo sportivo delle Fiamme Oro.
  Le Fiamme Oro, nate nel 1954, quando è stata stipulata la prima convenzione tra il Dipartimento pubblica sicurezza e il CONI, avevano come primo fine quello di garantire il sostegno allo sport nazionale in quelle discipline cosiddette «olimpiche» e nelle discipline che necessitavano di un sostegno economico, ma con il tempo la finalità del Gruppo sportivo si è andata via via evolvendo. Per cui nel 2017 si è sentita la necessità di ricercare anche un altro fine.
  Vi è un duplice binario su cui si muove il Gruppo sportivo: da una parte l'alto livello e il contributo che diamo in maniera importante; ma, dall'altra parte, vi è una politica di inclusione sociale dei giovani, di legalità attraverso lo sport e di integrazione dei diversamente abili attraverso il Gruppo sportivo della Polizia.
  In questo doppio binario sono previste numerose sezioni giovanili che prima furono aperte solo all'interno dei reparti della Polizia – in particolare nei reparti mobili e nelle scuole – e poi successivamente, attraverso convenzioni con enti territoriali, abbiamo cominciato a prevedere queste sezioni giovanili anche nell'ambito dei rapporti con gli enti territoriali.
  La nostra prima famosa sezione giovanile è quella di Marcianise, aperta nel 2013 attraverso una convenzione con la regione Campania presso l'Istituto sportivo di una scuola, in cui facciamo l'attività del pugilato. Questa sezione ha avuto un grande successo, perché oltre dal punto di vista sportivo, una ragazza della nostra sezione giovanile, Angela Carini, si è laureata recentemente, è vicecampionessa del mondo, si è qualificata anche nel recentissimo torneo di qualificazione olimpica di questo mese a Parigi e si è qualificata anche per le Olimpiadi. È una ragazza che ha iniziato la propria attività in una sezione giovanile in un territorio disagiato, la Terra dei fuochi, ce l'ha fatta ed è riuscita a entrare in Polizia e a qualificarsi per un'Olimpiade. Credo che questo sia un messaggio molto importante per la collettività: attraverso il Gruppo sportivo della Polizia c'è la possibilità di farcela anche dal punto di vista sociale.
  Attraverso le nostre sezioni giovanili vengono insegnati valori importanti per i giovani, quali il rispetto delle regole, la legalità e che per arrivare a un risultato bisogna sacrificarsi. Spesso dalle sezioni giovanili del nostro Gruppo sportivo escono dei campioni, ma sicuramente usciranno delle brave persone.
  Naturalmente gli sport che pratichiamo in queste sezioni giovanili sono particolarmente attrattivi per una certa gioventù, poiché abbiamo una «clientela» un po' particolare. Cerchiamo di praticare gli sport di combattimento e il pugilato in particolare, ma anche il judo, il karate, il taekwondo e il sollevamento pesi. Pratichiamo sport particolarmente attrattivi per i ragazzi che pensano possano indurre alla violenza, ma in realtà inducono al rispetto delle regole. Attraverso questi tipi di sport, come ad esempio il pugilato, diventiamo attrattivi e insegniamo il rispetto delle regole, dell'avversario e il sacrificio come mezzo per raggiungere un risultato. Pag. 5
  Oltre a questo discorso delle sezioni giovanili, importante nel nostro statuto è il discorso dell'integrazione dei diversamente abili. A tale riguardo è stata emanata una legge di riforma dello sport, la legge n. 36 del 10 febbraio 2021 che prevede l'opportunità che ogni amministrazione emani un decreto ministeriale per prevedere l'assunzione dei paralimpici nell'ambito delle rispettive amministrazioni.
  Noi ci stiamo muovendo al riguardo e abbiamo già predisposto una bozza di decreto che abbiamo inoltrato al nostro Ufficio per l'amministrazione generale, che lo sta valutando dal punto di vista della sua regolarità normativa. L'idea è di assumere un 5 per cento dell'organico del Gruppo sportivo – il Gruppo sportivo della Polizia ha un organico previsto di 400 unità – quindi 20 unità.
  Negli anni nel paralimpico abbiamo sviluppato una particolare predisposizione in due tipi di sport: la scherma, in cui abbiamo già una particolare predisposizione con i nostri tecnici – Bebe Vio è l'atleta più rappresentativa della scherma che fa parte del nostro Gruppo sportivo –; e il nuoto, in cui abbiamo numerosi tecnici nella Nazionale paralimpica. Inoltre, la scherma e il nuoto sono due sport in cui siamo particolarmente affermati anche a livello di normodotati: nella scherma basti pensare alla sottosegretaria Valentina Vezzali e nel nuoto a Gregorio Paltrinieri.
  Qual è l'obiettivo che ci poniamo? L'obiettivo che ci poniamo è quello di riuscire a produrre la sicurezza pubblica e la legalità attraverso lo sport. Si tratta di una specie di sicurezza integrata e partecipata che vede coinvolti anche altri enti pubblici per realizzare questa politica di legalità attraverso la gestione diretta di plessi sportivi. Questo è uno degli obiettivi che ci poniamo.
  L'organizzazione del nostro del nostro Ufficio delle Fiamme Oro è un'organizzazione abbastanza snella che si avvale del mio Ufficio, che è l'Ufficio per il coordinamento attività gruppi sportivi, per cui è prevista una figura di un dirigente superiore e alle sue dipendenze dirette vi è un primo dirigente. Successivamente, abbiamo sul territorio 9 centri nazionali, dove viene fatta l'attività sportiva. Le discipline sportive praticate sono in tutto 48 e siamo presenti in 25 federazioni.
  I risultati sportivi sono sicuramente molto importanti. Basti pensare alle medaglie olimpiche nella storia delle Fiamme Oro che in tutto sono 86: 75 alle Olimpiadi estive, di cui 35 d'oro, 14 d'argento e 26 di bronzo e 11 alle Olimpiadi invernali, di cui 5 oro, 2 argento e 4 bronzo. Anche nel paralimpico abbiamo conseguito 6 medaglie paralimpiche.
  Voglio ricordare che la prima medaglia importante del Gruppo sportivo delle Fiamme Oro è stata quella del 1960, quando Livio Berruti – un atleta del Gruppo sportivo della Polizia – vinse i 200 metri. Peraltro, la prima convenzione con il CONI fu fatta nel 1954 e, quindi, Berruti è un po' la prima medaglia di rilievo che abbiamo conseguito.
  Fondamentale per quanto riguarda l'attività del Gruppo sportivo è il rapporto con le federazioni sportive nazionali, con il Comitato Olimpico Nazionale e con il Comitato Paralimpico.
  Per quanto riguarda l'organizzazione interna al Gruppo sportivo, come le federazioni sportive anche noi abbiamo un Consiglio direttivo che si riunisce periodicamente e che delibera sulle iniziative che devono essere esplicate dal Gruppo sportivo della Polizia.
  Penso di aver detto un po' tutto sia sull'organizzazione del Gruppo sportivo sia sugli obiettivi e soprattutto su questi progetti che vedono un'inclusione dei giovani.
  Vorrei citare qualche sezione giovanile particolarmente importante che in questi ultimi tempi è salita agli onori della cronaca, in particolare quella che abbiamo aperto questo mese al rione Sanità nella città di Napoli, dove abbiamo una bellissima sezione giovanile che si occupa di pugilato e di judo dove operano degli ex campioni del passato (penso che sia la migliore maniera di reimpiegare il nostro personale di Polizia). Infatti, per il pugilato abbiamo Vincenzo Picardi, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Pechino, mentre per il judo abbiamo Pino Maddaloni, anche Pag. 6lui medaglia d'oro a Sydney 2000. Sono due campioni del passato che prestano la loro attività per portare avanti questi bellissimi progetti che vedono coinvolti i giovani che si trovano in quartieri particolarmente degradati.
  Anche a Roma, nel quartiere di Casal Bruciato, abbiamo un bellissimo palazzetto dello sport, dove pratichiamo il pugilato, la scherma e il karate, ovvero sport che si rivelano particolarmente attrattivi.
  Difficilmente le Fiamme Oro faranno il calcio, che non è uno sport che necessita del nostro contributo e che forse non ha valori etici che cerchiamo di perseguire, almeno in questo momento, oppure sport particolarmente ricchi, come il tennis o il golf, che sono sport bellissimi, ma che non hanno la necessità del nostro supporto.
  Credo che i gruppi sportivi dello Stato debbano fornire il loro supporto negli sport che necessitano dell'aiuto degli stessi gruppi sportivi e non andare random dove in quel momento sembra esserci più possibilità di dimostrare le proprie capacità. Occorre, infatti, andare dove vi è necessità.
  Per quanto riguarda le nostre sezioni giovanili, la nostra idea è quella di aprirne ulteriori a breve termine – tra pochissimo ne apriremo una anche ad Avellino – e speriamo di ottenere anche attraverso i rapporti con Sport e Salute un aiuto dal punto di vista dell'impiantistica sportiva e dei contributi per riuscire a realizzare tutti questi progetti. Una volta che abbiamo aperto le nostre sezioni giovanili non le abbiamo mai chiuse, almeno fino ad adesso. Quindi, non ci limitiamo all'inaugurazione, ma questi discorsi vengono portati avanti con discreti risultati.
  Sono a vostra disposizione per qualsiasi domanda che possa attenere l'organizzazione, il quadro normativo, le modalità di accesso, ma soprattutto gli obiettivi che noi vogliamo perseguire.

  PRESIDENTE. La ringrazio, dottor Montini, per la sua relazione. Adesso do la parola ai colleghi che ne hanno fatto richiesta, iniziando dal collega De Menech. Prego.

  ROGER DE MENECH, intervenendo da remoto, grazie, presidente e grazie al Gruppo sportivo della Polizia per l'occasione di incontro. Mi sembra che la sua esposizione sugli obiettivi e le modalità operative, dottor Montini, sia stata chiara. La ringrazio, dunque, del lavoro.
  Lei ha sottolineato più volte l'effetto educativo dello sport, oltre a quello più conosciuto dei grandi risultati alle Olimpiadi e ai Campionati del Mondo. Credo che l'effetto educativo dello sport nei nostri gruppi sportivi debba essere posto al centro dell'educazione dei nostri figli e, soprattutto, debba essere un esempio da perseguire per le nuove generazioni.
  Essendo colui che ha promosso questa indagine conoscitiva, le farei due domande molto dirette.
  Voi siete un Gruppo sportivo a ordinamento civile, come la Polizia penitenziaria. Quali sono i rapporti con gli altri gruppi sportivi, in particolare con quelli a ordinamento militare? Mi sembra che il clima tra le varie Forze armate di Polizia sia ottimo, ma la mia domanda riguarda la difficoltà burocratica nei rapporti di leale collaborazione tra istituzioni diverse ma che lavorano nello stesso campo.
  Passando alla seconda domanda, prendo spunto dalle sue riflessioni e dal fatto che durante il periodo agonistico, sia degli atleti che dei paratleti, la modalità operativa, i risultati e quello che state facendo sono sotto gli occhi di tutti. Mi interessava un focus rispetto al dopo, ovvero quando non sono più degli atleti e rientrano nella gestione ordinaria dell'amministrazione della Polizia, che è sempre un momento – non possiamo nascondercelo – abbastanza delicato. Sappiamo che un terzo degli ex atleti va a finire nel comparto dei tecnici. Quello che mi interessa capire è se il sistema del rientro in servizio è un sistema che funziona oppure ha bisogno di alcune indicazioni da parte del Parlamento che possano agevolare un rientro dopo la carriera sportiva.
  La ringrazio ancora e sono disponibile a promuovere le opportune iniziative legislative perché, ripeto, questa indagine conoscitiva punta proprio a esaltare le qualità Pag. 7di questo sistema tutto italiano e a cercare di mettere in atto delle misure, nel limite del possibile, per migliorarlo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole. Do adesso la parola al collega Roberto Rossini. Prego.

  ROBERTO ROSSINI. Grazie, presidente. Ringrazio il dottor Francesco Montini per il contributo prezioso che ci ha dato con la sua relazione. Non mi ripeto, perché alcune domande le ha fatte già il collega De Menech, che ringrazio. Voglio sottolineare un'altra volta come lei, dottor Montini, ha precisato e sottolineato, l'alto livello sociale che dà lo sport. Su questo ormai dopo varie audizioni siamo tutti d'accordo. La scorsa settimana, con il Gruppo sportivo della Polizia penitenziaria, ci siamo resi conto di quanto sia importante anche per integrare i detenuti a livello sociale e sotto altri aspetti.
  Ho visto che ha un obiettivo: produrre sicurezza pubblica e legalità attraverso lo sport. Questo è un obiettivo ambizioso, ma che con lo sport – secondo me – si può assolutamente raggiungere. La ringrazio anche per questo.
  Volevo farle una domanda sui gruppi sportivi giovanili. Se non sbaglio, dalla relazione emerge che ci sono tanti centri giovanili in tutta Italia. Questo vi aiuta a trovare dei campioni, visto che siete dislocati sotto tanti comuni. Mi pare di non aver visto altri gruppi sportivi, anche militari, che hanno tante dislocazioni in Italia. Un centro è a Sabaudia, il Centro sportivo remiero, dove so che c'è anche il Gruppo sportivo della Marina. Mi chiedevo se avete anche collaborazioni e integrazioni con i gruppi sportivi delle Forze armate.
  Poi volevo parlare di un argomento di cui si parla poco, ma che riveste un'importanza da non sottovalutare, ovvero quello delle sponsorizzazioni dei nostri atleti, specialmente quelli di interesse nazionale. Spesso arrivano grandi sponsor interessati ad abbinare il loro brand all'immagine dei nostri sportivi e si presentano con contratti importanti, che è un'ottima cosa per un atleta che si allena 10-12 ore al giorno e che, forse, negli sport minori non ha quelle possibilità che, come diceva lei, ha nel calcio, nel golf, o in sport che hanno più risorse. È un'ottima cosa che andrebbe incoraggiata e agevolata il più possibile. Ma se da un lato questo è il segno evidente del grande livello che hanno raggiunto i nostri atleti, dall'altro è anche un aiuto economico per loro ma anche per tutto il movimento, sia per la disciplina sia per il Gruppo sportivo. Sono partnership che hanno anche un ritorno di immagine.
  Purtroppo, però, non sempre questi contratti vanno in porto. Lo vedo soprattutto nei gruppi delle Forze armate, perché ci sono lungaggini burocratiche che fermano un po' e ostacolano il supporto a questa sponsorizzazione. Volevo sapere da voi come funziona, qual è la vostra normativa di riferimento, se ci sono decreti specifici sul tema, circolari che regolano la questione, come e quali sono le autorizzazioni che devono richiedere gli atleti, e i tempi. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Mariani. Prego, collega.

  FELICE MARIANI, intervenendo da remoto, grazie, presidente. Buongiorno, dottor Montini. Ho ascoltato attentamente la sua relazione e credo che, se non sbaglio, con le 48 discipline sportive che avete siete il Gruppo sportivo più numeroso, o uno dei più numerosi. Devo dire che questa indagine conoscitiva si sta rivelando sempre più interessante. Vengono fuori spunti interessanti proprio al fine di migliorare quello che è già un gioiello, lo definisco così, dello sport militare e non.
  Le domande più o meno sono le stesse. Alcune le hanno già fatte i miei colleghi.
  Però, prima di fare alcune domande, volevo dirle che in una precedente audizione è stato auspicato, con un coordinamento, di far sì che non ci fosse dispersione di atleti, o perlomeno una sorta di competizione per accaparrarsi i migliori. Questo va un po' a discapito di quello che può essere, invece, un'ottimizzazione di quelli che sono i gruppi sportivi militari.
  In riferimento alle dismissioni, le faccio anche io una domanda che le è già stata Pag. 8fatta. Avete criteri diversi? In particolare il gruppo sportivo della Polizia penitenziaria aveva difficoltà a dismettere proprio per una questione sindacale, e auspicava una sorta di regolamento comune che potesse evitare che gli atleti, una volta terminata l'attività agonistica, non vengano inseriti in breve tempo nell'attività che dovrebbero svolgere di Polizia o di qualche altro Gruppo sportivo e, invece, rimangano poi per diversi anni in una sorta di bolla.
  Un'altra domanda. È chiaro che ci sono diversità tra i vari gruppi sportivi. Si punta più su alcuni sport rispetto ad altri. Ci sono anche alcuni gruppi sportivi, come mi sembra anche il vostro, in cui si arruolano degli stranieri. La mia opinione è che arruolare gli stranieri va bene, ma chiaramente dovrebbero essere ad alto livello – io ascolto anche critiche che vengono dai settori – perché a volte questo pregiudica, magari, un posto per un italiano. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega. Io non ho altre richieste di intervento, pertanto do la parola al nostro ospite per la replica. Prego, dottor Montini.

  FRANCESCO MONTINI, Presidente del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato. Cerco di riassumere le domande. Molte attenevano ancora alle procedure di accesso, di restituzione ai servizi ordinari e al DPR n. 393 del 2003. Do una prima risposta all'onorevole Mariani. Noi non assumiamo stranieri perché il primo requisito per poter partecipare al concorso pubblico delle Fiamme Oro è la cittadinanza italiana. Abbiamo atleti che prendono la cittadinanza italiana e successivamente ci vengono suggeriti, caldeggiati, dalla Federazione sportiva. Qualora secondo le nostre valutazioni abbiano i requisiti adeguati, possiamo decidere di mettere il posto a concorso, che poi devono vincere mediante una valutazione rigida dei titoli sportivi. Il nostro concorso non consente nessuna valutazione discrezionale.
  Probabilmente stava accennando ad alcuni sport di combattimento, riguardo ai quali anche noi riteniamo che vada data più attenzione a quelli che provengono dalle nostre sezioni giovanili, che provengono dal nostro territorio, piuttosto che rivolgersi a dei processi di naturalizzazione di atleti provenienti dall'estero. Comunque, per accedere al Gruppo sportivo è richiesta la cittadinanza italiana.
  Logicamente non possiamo fare discriminazioni una volta che hanno la cittadinanza italiana nei confronti di cittadini che l'hanno presa successivamente, perché altrimenti la politica di integrazione non sarebbe corretta. Abbiamo anche numerosi atleti di colore nel Gruppo sportivo della Polizia provenienti da altre nazioni, ma sono tutti cittadini italiani.
  Per quanto riguarda il discorso delle dismissioni, ci tengo molto a dire che il nostro sistema sta funzionando molto bene, altrimenti noi non potremmo fare il concorso speciale, in quanto abbiamo un organico massimo di 400 unità mai raggiunto nella nostra storia degli ultimi 20 anni (in precedenza probabilmente sì), perché quando arriviamo vicino al cosiddetto «tappo» facciamo sempre una procedura di destituzione nei servizi ordinari degli atleti che hanno perso l'idoneità sportiva o che abbiano presentato domanda. Non è poi così difficile restituire ai servizi ordinari. È sufficiente non mandarli in collegiale con la Nazionale quando vengono richiesti, oppure la Federazione sportiva non ce li deve richiedere quando non siano strettamente necessari all'attività nazionale. L'atleta stesso, una volta che non ha la possibilità di allenarsi vicino casa e di fare attività sportiva, chiederà lui stesso la restituzione ai servizi ordinari.
  Negli ultimi dieci anni abbiamo restituito quasi 400 atleti ai servizi ordinari. Ne abbiamo assunti quasi 500 e facciamo almeno un concorso l'anno. Abbiamo fatto 15 concorsi negli ultimi 13 anni. Il ricambio generazionale per noi è fondamentale, anche per consentire questo supporto allo sport nazionale, allo sport olimpico, perché il sistema Sport-Italia che giustamente tutti avete celebrato si regge su questo duplice movimento: le società civili da una parte, che formano i giovani, e successivamente i gruppi sportivi militari, che consentono di fare un'attività sportiva di tipo professionale. Pag. 9 Questo ci dà la possibilità alle Olimpiadi di arrivare spesso decimi, undicesimi, al mondo, che per un Paese come il nostro penso che sia un risultato di tutto rispetto.
  Tornando alla domanda dell'onorevole De Menech, per quanto riguarda i rapporti con gli altri gruppi sportivi militari, questi sono ottimi, ma le amministrazioni sono differenti. Loro dipendono dal Ministero della difesa, noi dipendiamo dal Ministero dell'interno. Abbiamo questa finalità che si coglie agevolmente dello sport come strumento di legalità, per il quale forse ho insistito anche troppo. Logicamente abbiamo le nostre affinità e anche il nostro ordinamento interno che è differente.
  Io ho citato alcune norme, alcuni decreti del Capo della Polizia, che ovviamente non hanno gli altri gruppi sportivi. Noi abbiamo un nostro statuto, un nostro regolamento. È un po' come un rapporto tra una federazione e un'altra. I rapporti sono ottimi, ma abbiamo delle norme differenti e dei vertici differenti. Il trait d'union tra tutti, secondo me, è il Comitato olimpico nazionale, dove ci ritroviamo allo stesso tavolo a confrontarci con il CONI per stabilire strategie comuni.
  Spesso facciamo anche dei tavoli comuni tra i gruppi sportivi in divisa e ci vediamo per stabilire a nostra volta delle strategie comuni, ma si tratta comunque di amministrazioni differenti che hanno una disciplina differente.
  Per quanto riguarda l'indicazione dell'onorevole Rossini riguardante la nostra diffusione sul territorio, effettivamente siamo il Gruppo sportivo più diffuso sul territorio proprio perché quella di arrivare un po' a tutti con lo sport con le nostre finalità enunciate più volte è una nostra politica. Crediamo molto in questa diffusione sul territorio e in questa necessità di distribuirsi su più città. Nelle nostre sezioni giovanili spesso escono grandi campioni, ma logicamente non possiamo pensare che il Gruppo sportivo della Polizia possa da solo dare un supporto importante alla formazione dei giovani. Sono importanti sicuramente anche le società civili, che danno un contributo a mio modo di vedere maggiore alla creazione dei giovani talenti.
  La nostra finalità è una finalità più sociale. Escono anche dei grandi campioni, ma la nostra vocazione è sociale, è quella di formare i giovani e di allontanarli dalla strada attraverso lo sport; è una funzione educativa.
  Per quanto riguarda la domanda sulla collaborazione, sulle sponsorizzazioni, sul come sono regolate, nel nostro regolamento abbiamo la possibilità, per il Gruppo sportivo, di farsi sponsorizzare. Però anche i singoli atleti possono essere sponsorizzati da singole ditte. Abbiamo diversi atleti, logicamente i più rappresentativi, i più importanti, che hanno un loro procuratore e nel rispetto dell'anagrafe delle prestazioni e nel rispetto del nostro regolamento di servizio – perché logicamente queste sponsorizzazioni devono rispettare anche le regole della Polizia di Stato – non abbiamo nessuna difficoltà a consentire la sponsorizzazione degli atleti.
  So che in passato c'è stata qualche problema in qualche altro gruppo sportivo. Noi cerchiamo di risolvere queste problematiche che inevitabilmente ci possono essere. Ad esempio, la sponsorizzazione dell'atleta può differire da quella della disciplina di quel Gruppo sportivo; può capitare. Faccio un esempio: nell'atletica il Gruppo sportivo ha una sponsorizzazione della Nike e l'atleta ha una sponsorizzazione della Puma. Bisogna trovare una quadra, una soluzione, però credo che vadano ricercate, perché credo che la sponsorizzazione dell'atleta sia importante per l'atleta stesso e noi siamo sicuramente favorevoli a consentirla.
  Così come siamo favorevoli alla partecipazione di atleti a trasmissioni televisive, purché siano in linea con l'etica del nostro Gruppo sportivo. Noi abbiamo avuto tantissimi atleti che hanno partecipato a Ballando con le stelle – penso a Valentina Vezzali, a Elisa di Francisca, a Roberto Cammarelle – perché si trattava di una trasmissione che secondo noi era diretta alle famiglie, ed era positivo che i nostri atleti vi partecipassero. Siamo favorevoli alla sponsorizzazione, alla partecipazione a programmi, purché non siano contrari con l'etica della Polizia.

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  FELICE MARIANI, intervenendo da remoto, vorrei aggiungere un'osservazione, presidente.

  PRESIDENTE. Onorevole Mariani, a lei la parola.

  FELICE MARIANI, intervenendo da remoto, sarò veloce. È ovvio che intendevo, per quanto riguarda gli stranieri, che avessero la cittadinanza italiana. Mi sembrava ovvio questo. Ma immagino che, visto che a volte c'è una accelerazione nel dare la cittadinanza italiana, per rispettare i criteri poi si debbano fare degli esami, saper parlare italiano, saper scrivere, perché poi indubbiamente uno andrà a fare il poliziotto o il finanziere, e quindi immagino che ci siano tanti controlli su questo. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole. Io non ho altre richieste di intervento, pertanto ringrazio il Presidente del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato, il dottor Montini, per la disponibilità e per il contributo che ha dato ai lavori delle nostre Commissioni, anche attraverso la documentazione che ci ha lasciato e di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'audizione (vedi allegato). Ringrazio tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.15

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ALLEGATO

Documentazione depositata dal Presidente del Gruppo
sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato

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