XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (IV e VII)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Giovedì 3 dicembre 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SUI GRUPPI SPORTIVI MILITARI

Audizione del Capo Ufficio Sport dell'Ufficio generale dello Stato Maggiore della Difesa, Capitano di Vascello Roberto Recchia, e del Capo Ufficio Relazioni istituzionali, Politiche dello Sport e Cerimoniale del Capo di Stato Maggiore della Difesa e Presidente del Comitato Sportivo Militare della Difesa, Colonnello Alessandro Loiudice.
Rizzo Gianluca , Presidente ... 3 
Recchia Roberto , Capo Ufficio Sport dell'Ufficio generale dello Stato Maggiore della Difesa ... 3 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 7 
Loiudice Alessandro , Capo Ufficio Relazioni istituzionali, Politiche dello Sport e Cerimoniale del Capo di Stato Maggiore della Difesa e Presidente del Comitato Sportivo Militare della Difesa ... 7 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 11 
Rossini Roberto (M5S)  ... 11 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 11 
Mariani Felice (M5S)  ... 11 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 12 
De Menech Roger (PD)  ... 12 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 13 
Loiudice Alessandro , Capo Ufficio Relazioni istituzionali, Politiche dello Sport e Cerimoniale del Capo di Stato Maggiore della Difesa e Presidente del Comitato Sportivo Militare della Difesa ... 13 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 14 
Recchia Roberto , Capo Ufficio Sport dell'Ufficio generale dello Stato Maggiore della Difesa ... 14 
Rizzo Gianluca , Presidente ... 15 

Allegato 1: Presentazione informatica illustrata dal Capo Ufficio Sport dell'Ufficio generale dello Stato Maggiore della Difesa ... 16 

Allegato 2: Presentazione informatica illustrata dal Capo Ufficio Relazioni istituzionali, Politiche dello Sport e Cerimoniale del Capo di Stato Maggiore della Difesa e Presidente del Comitato Sportivo Militare della Difesa ... 35

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Italiani in Europa: Misto-CD-IE;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare (AP) - Partito Socialista Italiano (PSI): Misto-PP-AP-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA IV COMMISSIONE
GIANLUCA RIZZO

  La seduta comincia alle 17.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la diretta sulla web-tv e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del Capo Ufficio Sport dell'Ufficio generale dello Stato Maggiore della Difesa, Capitano di Vascello Roberto Recchia, e del Capo Ufficio Relazioni istituzionali, Politiche dello Sport e Cerimoniale del Capo di Stato Maggiore della Difesa e Presidente del Comitato Sportivo Militare della Difesa, Colonnello Alessandro Loiudice.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno delle Commissioni riunite IV Difesa e VII Cultura reca l'avvio dello svolgimento dell'indagine conoscitiva sui Gruppi Sportivi Militari. Il ciclo di audizioni previsto dovrà completarsi, salvo eventuale richiesta di proroga, entro il 28 aprile 2021. La scelta di svolgere un'indagine conoscitiva sugli atleti nelle Forze armate nasce dalla volontà di accertare quali interventi normativi siano necessari per meglio valorizzare le professionalità, sia tecniche che sportive, operanti nell'ambito dei Gruppi Sportivi Militari.
  Se non vi sono obiezioni, le audizioni del Capo Ufficio Sport del V Reparto Affari Generali dello Stato Maggiore della Difesa, Capitano di Vascello Roberto Recchia e del Capo Ufficio Relazioni Istituzionali, Politiche dello Sport e Cerimoniale dell'Ufficio Generale del Capo dello Stato Maggiore della Difesa e Presidente del Comitato Sportivo Militare, Colonnello Alessandro Loiudice, saranno svolte congiuntamente.
  Saluto e do il benvenuto ai nostri ospiti, che ringrazio per la loro presenza all'incontro di oggi, e agli altri colleghi che parteciperanno alla seduta anche secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento del 4 novembre 2020, ai quali rivolgo l'invito a tenere spenti i microfoni per consentire una corretta fruizione dell'audio.
  Ricordo che dopo l'intervento degli auditi darò la parola ai colleghi che intendano porre domande o svolgere osservazioni. Successivamente, i nostri ospiti potranno rispondere alle domande poste. A tal proposito chiedo ai colleghi di far pervenire fin da ora al banco della Presidenza la propria richiesta di iscrizione a parlare.
  Do, quindi, la parola al Capitano di Vascello Roberto Recchia e, poi, al Colonnello Alessandro Loiudice. Prego.

  ROBERTO RECCHIA, Capo Ufficio Sport dell'Ufficio generale dello Stato Maggiore della Difesa. Presidente Rizzo, onorevoli deputati, buonasera. Desidero, in premessa, esprimere il mio ringraziamento per questa occasione di fornire elementi informativi in merito ai Gruppi Sportivi Militari e, in generale, all'Organizzazione dello Sport Militare del comparto Difesa, nell'ambito di questa indagine conoscitiva, che rappresenta un ulteriore segnale di attenzione, interesse e vicinanza.
  Sono il Capitano di Vascello Roberto Recchia, Capo Ufficio Sport – Delegazione CISM e Attività Paraolimpica dello Stato Maggiore Difesa, qui oggi anche nella veste di Capo della Delegazione Italiana presso il Pag. 4Consiglio Internazionale dello Sport Militare e Vicepresidente del Gruppo Sportivo Paraolimpico della Difesa, ruoli attribuitimi in ragione dell'incarico che ricopro presso lo Stato Maggiore della Difesa.
  Nella lastrina intitolata «Agenda» sono dettagliati i punti che saranno trattati nel corso della presentazione, che ha l'obiettivo di evidenziare gli elementi di maggiore rilievo e interesse inerenti le attività condotte dall'Ufficio Sport dello Stato Maggiore Difesa nell'ambito di competenza.
  L'Ufficio Sport è inserito nel V Reparto Affari Generali e, nella struttura della lastrina «Organizzazione comparto sportivo SMD», è l'articolazione che si trova sulla destra. Si avvale di due sezioni attraverso le quali, in estrema sintesi, esercita le sue attribuzioni sviluppando principalmente tre macro attività: collabora con la preparazione olimpica del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) per la corretta applicazione degli accordi sottoscritti tra Difesa e CONI; costituisce la Delegazione Italiana presso il Consiglio Internazionale dello Sport Militare; pianifica, organizza e dirige le attività del Gruppo Sportivo Paraolimpico Difesa, relazionandosi con l'Ufficio di Preparazione Paraolimpica del CIP (Comitato Italiano Paraolimpico) e con le federazioni interessate.
  Come si evince dall'organigramma, nell'ambito dello Stato Maggiore Difesa esiste un'articolazione di vertice, che è la struttura riportata a sinistra della lastrina, che definisce la policy dei Gruppi Sportivi Militari e funge da cabina di regia dello sport in ambito Difesa, le cui competenze specifiche nel settore vi verranno illustrate dal Colonnello Loiudice, che interverrà dopo di me.
  Le relazioni della Difesa con il mondo dello sport hanno origini ben radicate nel tempo, che si fanno risalire a livello internazionale al 1949, anno di adesione dell'Italia al Consiglio Internazionale dello Sport Militare e, in ambito nazionale, all'applicazione del primo Protocollo di intesa con il Comitato Olimpico Nazionale Italiano siglato nel 1954, i cui primi positivi risultati ottenuti hanno dato il via a una successione di accordi che, nel corso degli anni, hanno sancito il comune interesse delle Forze armate e del CONI di stabilire efficaci forme di collaborazione tese, attraverso la formulazione di reciproci impegni, a integrare le proprie attività per il conseguimento dei rispettivi compiti istituzionali. Gli accordi attualmente in vigore con il CONI, previsti in scadenza il 31 dicembre del 2021, consistono: in un accordo quadro che definisce, in generale, l'ambito di collaborazione; un protocollo di intesa, che fissa i reciproci impegni e sinergie sul piano tecnico e dirigenziale; e una convenzione che norma la sinergia fra le parti nel settore della realizzazione e manutenzione di infrastrutture sportive militari.
  In ragione di questi accordi si sviluppa l'attività dell'Ufficio Sport nell'ambito della prima macro-area, ossia quella delle relazioni tra la Difesa e lo sport nazionale. Negli anni, sulla base di quanto previsto sia dal protocollo d'intesa che dalla convenzione infrastrutturale, sono stati garantiti alla Difesa contributi annui destinati, in parte, all'attività sportiva dei Gruppi Sportivi Militari, definiti secondo specifici parametri di riferimento applicati a tutti i Gruppi Sportivi in uniforme, e, in parte, alle contribuzioni da destinare alla realizzazione e manutenzione delle infrastrutture sportive militari.
  A titolo esemplificativo, nell'ultimo triennio, al comparto Difesa (Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri) sono stati destinati, in media, annualmente, circa un milione e 250 mila euro per le attività sportive e circa 700 mila euro per la parte infrastrutturale, contemplando anche i contributi derivanti dall'applicazione della legge di assestamento del bilancio, la cosiddetta «redistribuzione del gettito fiscale».
  Sempre in virtù del medesimo protocollo d'intesa, da parte sua la Difesa fornisce, generalmente a titolo non oneroso, un consistente numero di concorsi in termini di personale, mezzi, infrastrutture sportive e alloggiative, mense, bande, fanfare e altri assetti, le cui richieste vengono avanzate dal CONI e dalle federazioni in occasione di diverse manifestazioni sportive.
  Un'altra forma di concorso consiste nel distacco di personale tecnico presso le federazioni. Pag. 5 Tale personale può trovarsi nella condizione di impiego presso i centri sportivi delle rispettive Forze armate oppure in servizio presso altri comandi, enti, reparti. In quest'ultima circostanza, corre l'obbligo di evidenziare che il personale distaccato viene sottratto all'attività di istituto anche per periodi considerevoli. Quest'ultimo contributo si è attestato negli ultimi anni intorno alle 5 mila giornate lavorative per anno.
  Passiamo alla seconda macro-area di attività dell'Ufficio Sport, ossia la gestione del Gruppo Sportivo Paraolimpico della Difesa (GSPD). Peraltro, come ben noto, oggi ricorre la Giornata internazionale del personale con disabilità, e questa circostanza assume un significato ancora più importante perché mi dà la possibilità di illustrare questa iniziativa intrapresa dalla Difesa nel 2014, a sostegno del proprio personale disabile.
  Nella lastrina «Stato Maggiore V Reparto Affari Generali» è raffigurato il logo del GSPD, che riporta gli emblemi delle Forze armate e il motto «per aspera ad astra», «attraverso le difficoltà verso le stelle», che ben sintetizza il percorso di recupero e riabilitazione che le persone con disabilità devono affrontare, processo in cui lo sport gioca un ruolo fondamentale.
  Il Gruppo Sportivo Paraolimpico Difesa viene costituito il 22 dicembre del 2014, su indicazione dei vertici politici e militari, con l'approvazione da parte del Capo di Stato Maggiore della Difesa pro tempore dello Statuto e del Regolamento, che ne prevede il suo inquadramento all'interno del V Reparto Affari Generali, il cui Caporeparto, attualmente il Generale di Divisione dell'Arma dei carabinieri Alfonso Manzo, riveste il ruolo di Presidente.
  Il progetto si rivolge al personale militare e civile della Difesa che, durante il servizio, abbia riportato lesioni permanenti invalidanti o vissuto in modo diretto eventi traumatici. L'obiettivo primario è quello di promuovere e incentivare la pratica sportiva quale mezzo atto a favorire il miglioramento della condizione fisica e psichica, lo sviluppo di costruttive relazioni interpersonali e di gruppo, mirando a facilitare il processo di recupero terapeutico riabilitativo e di reinserimento sociale degli aderenti.
  In ragione dell'accordo quadro tra il Ministero della difesa e il Comitato Italiano Paraolimpico, siglato già nel 2014 all'indomani della costituzione del gruppo e rinnovato il 14 aprile ultimo scorso, il GSPD sostiene le attività sportive nel settore della disabilità per promuovere e sviluppare, nel rispetto delle reciproche competenze e dei rispettivi compiti istituzionali, i programmi relativi al personale disabile della Difesa e agli atleti paraolimpici segnalati dal CIP. Il GSPD costituisce, di fatto, l'unica componente dello sport paraolimpico per l'intero comparto della Difesa.
  Attualmente gli iscritti al GSPD sono 48, di cui 33 sono militari in servizio, 7 ex militari transitati nei ruoli civili della Difesa e 8 militari in congedo. Gli iscritti prestano servizio presso i comandi, enti di appartenenza o i luoghi di residenza. Per mantenere un adeguato livello di preparazione svolgono attività sportive e allenamenti presso infrastrutture sportive militari locali o presso strutture rese disponibili dal Comitato Italiano Paraolimpico.
  Nella lastrina «Federazioni Sportive» sono riportate le federazioni con le quali il GSPD è affiliato e presso le quali ha tesserato i suoi iscritti. A destra, in colore azzurro, le federazioni presso le quali il GSPD è in procinto di affiliarsi per l'anno 2021.
  Il gruppo generalmente effettua ogni anno tre raduni tecnico-sportivi, di cinque giorni ciascuno, quale importante momento di aggregazione, confronto e coesione fra gli iscritti e quanti con loro collaborano a vario titolo. I raduni rappresentano, oltre che un momento di promozione della pratica sportiva tra i nuovi iscritti e di consolidamento e verifica del livello di preparazione per coloro che praticano sport a livello agonistico, anche un'occasione di incontro con i vertici militari e della Difesa, con la dirigenza del gruppo e con altre figure di riferimento, fra le quali ad esempio gli ufficiali psicologi. Pag. 6
  Nella lastrina «Principali risultati sportivi» sono sintetizzati i risultati sportivi di rilievo raggiunti nei cinque anni di attività. La promozione della pratica sportiva e l'interesse mostrato degli iscritti ha consentito, in alcuni casi, la crescita di veri e propri talenti che, con le loro prestazioni, hanno conseguito risultati di assoluto rilievo nelle manifestazioni sportive nazionali e internazionali, collocandosi ai vertici delle classifiche in diverse discipline.
  Il GSPD svolge attività sportiva anche nell'ambito del Consiglio Internazionale dello Sport Militare, in manifestazioni dedicate non solo ad atleti militari normodotati, ma anche a quelli disabili.
  Siamo così giunti alla terza macro-area di attività dell'Ufficio Sport, che consiste nel programmare e impartire direttive per la partecipazione delle rappresentative interforze, che sono nazionali militari, alle competizioni internazionali militari organizzate sotto l'egida del Consiglio Internazionale dello Sport Militare (CISM). Fondato il 18 febbraio 1948, il Consiglio Internazionale dello Sport Militare è una delle più grandi organizzazioni multi sportive al mondo, che svolge un ruolo di interlocutore privilegiato nel contesto sportivo internazionale, tanto da vantare consolidate collaborazione con il Comitato Olimpico Internazionale, così come con tutte le federazioni e istituzioni sportive mondiali. L'Italia, come detto, vi aderisce dal 1949.
  Allo stato attuale si contano 140 Paesi membri che, attraverso le rispettive delegazioni, si confrontano sui campi di gara nelle varie discipline sportive. Da ciò deriva, come previsto dalla sua filosofia e dagli ideali contenuti nella Carta d'adesione sottoscritta da tutti i Paesi membri, il contributo del CISM all'edificazione della pace mondiale. Lo sport e la solidarietà sono i due pilastri dell'organizzazione sui quali sono basate le numerosissime attività mondiali e regionali che si svolgono sotto l'egida del motto «Amicizia attraverso lo sport».
  Alle competizioni CISM partecipano gli atleti militari delle Forze armate e della Guardia di finanza, in quanto corpo armato dello Stato a ordinamento militare. Gli sport oggetto di campionati del mondo in seno al CISM sono 24. Per una gran parte di questi, i campionati vengono organizzati annualmente.
  Come detto, essi vengono praticati anche a livello regionale e, inoltre, sono ripresi in parte nel programma dei Giochi mondiali militari organizzati ogni quattro anni. Tra questi, in particolare, ve ne sono alcuni che non sono sport olimpici o diffusamente praticati, ma che hanno peculiarità e affinità di carattere militare, per cui le competizioni in queste discipline si rivelano come una delle poche occasioni di confronto a livello internazionale, ad esempio il pentathlon militare, il paracadutismo o il nuoto per salvamento.
  Un particolare cenno ai Giochi mondiali militari appare quanto mai opportuno per via del determinante impulso che l'Italia ha dato in questo campo nell'ideare una formula che ricalca l'organizzazione dei Giochi olimpici e nel dare attuazione al progetto che si è concretizzato nel 1995, quando, a Roma, si svolse la prima edizione dei Giochi mondiali militari, grazie anche al costante sostegno del CONI e al convinto entusiasmo dello Stato Maggiore della Difesa.
  Fu proprio il successo riscosso dalla manifestazione a incoraggiare il CISM ad andare avanti nel perseguire l'organizzazione delle successive edizioni con cadenza quadriennale. Dal 2010, inoltre, sempre con cadenza quadriennale, a similitudine di quanto avviene per i Giochi olimpici, il CISM organizza anche le edizioni invernali dei Giochi mondiali militari e, anche in questo caso, a giocare un ruolo di primaria importanza è stata l'Italia, che ne ha ospitato la prima edizione ad Aosta.
  Nella lastrina «Statistiche e risultati giochi mondiale militari estivi e invernali» è riportato un sintetico riepilogo dei risultati conseguiti dalla Delegazione Italiana nelle ultime due edizioni dei Giochi mondiali militari estivi e invernali, a cui hanno preso parte atleti militari della Difesa e della Guardia di finanza che, cimentandosi con grande orgoglio nelle discipline previste dal programma sportivo delle manifestazioni, Pag. 7hanno fatto sì che l'Italia potesse giocare un ruolo di assoluta protagonista.
  In conclusione, come auspico sia emerso da questa presentazione, la Difesa svolge un ruolo primario nell'ambito dell'organizzazione sportiva nazionale di vertice, verso la quale garantisce un'attività di supporto rilevante e qualificato in termini di personale, capacità, infrastrutture. In tale ottica si ritiene che l'azione della Difesa debba essere volta a continuare a giocare un ruolo da protagonista, perseguendo il sostegno allo sport nazionale, sia esso di élite o di base, attraverso diverse forme di collaborazione con gli organismi sportivi nazionali, la valorizzazione dell'impegno della Difesa quale uno dei maggiori sostenitori del sistema sport nazionale, lo sviluppo delle attività del Gruppo Sportivo Paraolimpico Difesa nello spirito dei principi fondanti quale unica componente dello sport paraolimpico in ambito Difesa, la partecipazione fattiva alle attività e alle iniziative internazionali del Consiglio Internazionale dello Sport Militare quale momento di confronto e crescita per il comparto sportivo militare.
  Nel ringraziare per l'attenzione dimostrata, sono a disposizione per eventuali domande o per fornire ogni utile elemento di approfondimento in questa sede o successivamente. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Capitano di Vascello Recchia. Do ora la parola al Colonnello Loiudice. Prego.

  ALESSANDRO LOIUDICE, Capo Ufficio Relazioni istituzionali, Politiche dello Sport e Cerimoniale del Capo di Stato Maggiore della Difesa e Presidente del Comitato Sportivo Militare della Difesa. Presidente Rizzo, onorevoli deputati, desidero innanzitutto ringraziare le Commissioni per l'opportunità concessa di presentare la realtà dei Gruppi Sportivi dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica e dell'Arma dei carabinieri e, per estensione, alcuni aspetti dell'organizzazione dello sport in ambito Difesa.
  Sono il Colonnello Alessandro Loiudice, Capo Ufficio Relazioni Istituzionali, Politiche dello Sport e Cerimoniale del Capo di Stato Maggiore della Difesa, che d'ora in avanti per facilità chiameremo con l'acronimo RISC, costituito dal primo febbraio di quest'anno presso l'Ufficio Generale del Capo di Stato Maggiore della Difesa, con l'obiettivo di curare, agevolare e promuovere presso gli organi istituzionali e gli organismi esterni e inter-agenzia l'immagine delle Forze armate. Sono qui oggi anche nella veste di Presidente del Comitato Sportivo Militare, ruolo da me rivestito per effetto dell'incarico che ricopro nello Stato Maggiore della Difesa.
  Nel mio intervento cercherò dunque di presentare i Gruppi Sportivi Militari, indicati di seguito come GSM, e gli aspetti significativi che ritengo possano essere utili all'indagine conoscitiva in corso.
  Avvalendomi anche di alcune lastrine, toccheremo i seguenti punti: il settore sportivo dello Stato Maggiore della Difesa; i Gruppi Sportivi Militari, un cenno sulla loro storia; l'organizzazione; i risultati sportivi di rilievo conseguiti dagli atleti; gli accordi Difesa, CONI e CIP, che danno il nostro quadro di riferimento; la riforma dello sport; la valorizzazione delle professionalità; e una conclusione per le nostre sintesi.
  Abbiamo già visto, con il collega Recchia, la lastrina «Organizzazione comparto sportivo», perché nell'ambito dello Stato Maggiore esistono due differenti articolazioni, con competenze specifiche nel settore sportivo militare. La prima è inserita nell'Ufficio RISC, da me guidato, e si configura come cabina di regia unica dello sport militare della Difesa. I compiti sono diversi e articolati, e prevedono l'emanazione di linee di policy e di indirizzo relativamente all'attività dei Gruppi Sportivi, a partire dai reclutamenti, per passare alla gestione e al successivo reimpiego degli atleti attraverso una visione unitaria che consenta di armonizzare le diverse esigenze e ottimizzare l'intero sistema.
  Di fatto, si è inteso costituire un organismo in grado di indirizzare i Gruppi Sportivi verso un percorso di crescita unitario, assicurando un unico interlocutore nei confronti degli organismi sportivi nazionali Pag. 8 (Ministero dello sport e delle politiche giovanili, il CONI, il CIP, la società Sport e Salute e tutti gli altri asset sportivi per le materie di interesse comune). In particolare, la sezione Politiche dello Sport opera attraverso idee, progetti e ogni tipo di iniziativa tesi a valorizzare al meglio l'impegno e gli investimenti del comparto sportivo della Difesa nei confronti del complesso e variegato mondo dello sport, con l'obiettivo di rispondere pienamente alla visione strategica del vertice militare, offrire un'immagine coerente del sistema sportivo militare nella sua globalità e divenire asse portante e modello di riferimento per l'intero sistema sportivo nazionale, in virtù del potenziale espresso.
  Il Capo Ufficio, ossia chi vi parla, è il rappresentante della Difesa nei confronti degli organismi sportivi nazionali e presiede il Comitato Sportivo Militare (COSMI), formato dai Presidenti dei Gruppi Sportivi Militari.
  La seconda struttura è l'Ufficio Sport Delegazione CISM e Attività Paraolimpica, inserita nel V Reparto dello Stato Maggiore, le cui attività sono state ampiamente illustrate dal Capitano di Vascello Roberto Recchia nel precedente intervento.
  Per dare un po' di numeri su quella che è la storia dei Gruppi Sportivi, da sempre le Forze armate investono risorse e riservano attenzione allo sport inteso quale disciplina di base per la preparazione fisica del militare e per l'espletamento delle attività operative. Lo sport militare è un settore che è andato sempre più imponendosi all'attenzione del grande pubblico e degli organi di informazione, sia per il crescente livello internazionale dei suoi atleti che per la straordinaria qualità dei risultati conseguiti. Per lungo tempo, contestualmente e coerentemente al sistema della leva obbligatoria, l'attività sportiva sviluppata dal personale di Difesa si è principalmente orientata verso una funzione conservativa, che consentisse agli atleti già affermati o potenziali campioni di continuare la propria attività sportiva agonistica anche durante il servizio militare obbligatorio.
  È datata primo gennaio del 1960 la nascita del Centro Sportivo dell'Esercito, cui fanno seguito, nel 1964, quelli dell'Aeronautica militare e dell'Arma dei carabinieri, mentre la direzione dello sport velico, di cui si hanno le prime tracce sin dal 1935, può considerarsi la cellula embrionale dell'attuale gruppo sportivo della Marina militare. Lo scopo per tutti è quello di incentivare e sviluppare la pratica sportiva tra tutti i militari e contribuire allo sviluppo del potenziale sportivo nazionale.
  Nel 1954 viene stipulata la prima convenzione tra il CONI e le Forze armate, avviando il percorso che da quel momento vedrà queste ultime sempre più coinvolte nel fattivo e determinante sostegno allo sport nazionale, con gli atleti riconosciuti di interesse nazionale che diventano atleti in uniforme, una stabile e longeva collaborazione che ha fortemente contribuito alla crescita dello sport italiano e posto le basi per la costituzione degli attuali Gruppi Sportivi Militari.
  La crescita quantitativa e qualitativa del movimento e il contestuale incremento dei risultati, anche a livello olimpico, ha indotto e accelerato il processo di specializzazione del sistema sportivo militare, che dai primi anni Duemila con la sospensione del servizio militare obbligatorio ha avviato una profonda revisione della propria vision e dei conseguenti obiettivi, rivolgendo la propria attenzione soprattutto all'alto livello e aprendo la strada a una sorta di professionismo attraverso l'arruolamento del personale in qualità di atleta presso i Centri Sportivi di Forza armata tramite concorso pubblico per titoli.
  Quella dell'atleta militare è divenuta una professione grazie alla quale gli atleti di interesse nazionale possono dedicarsi pienamente e totalmente alla propria preparazione in sinergia con i programmi e le attività delle rispettive federazioni sportive nazionali, di cui costituiscono la spina dorsale. Atleti, tecnici e dirigenti, questi ultimi prestati alla governance sportiva, che ne riconosce competenze e capacità gestionali. È un sistema innovativo e virtuoso divenuto, da anni, parte integrante del modello sportivo italiano e punto di forza dello Pag. 9sport nazionale di élite. In sostanza, attraverso il reclutamento disciplinato per norma e il successivo impiego degli atleti e degli istruttori, i Gruppi Sportivi Militari, unitamente a quello dei Corpi armati e non dello Stato, supportano e sostengono lo sviluppo e la crescita dello sport italiano, con particolare riferimento alle discipline olimpiche.
  Nella lastrina «Organizzazione Gruppi Sportivi Militari» possiamo vedere come sono organizzate le quattro Forze armate in materia di Centro Sportivo. L'Esercito italiano ha quattro sedi: una a Roma alla Cecchignola, un Centro di Addestramento Alpino a Courmayeur, un centro militare di Equitazione a Montelibretti e un Centro di Addestramento Paracadutismo a Pisa. Anche la Marina è strutturata con quattro Centri Sportivi: uno con sede a Tor di Quinto, a Roma, l'altro a Sarzana. Poi abbiamo un Centro Remiero a Sabaudia e un Centro Velico d'Altura a Napoli. L'Aeronautica militare, invece, ha accentrato tutte le sue discipline in un unico Centro, che ha sede a Vigna di Valle, presso l'aeroporto, che è anche sede del Museo storico italiano, vicino al lago di Bracciano. I Carabinieri hanno un Centro a Tor di Quinto, a Roma, dei Centri di Addestramento Invernali del Ghiaccio di Val Gardena e Auronzo di Cadore, e, poi, delle sedi distaccate di Bologna, Napoli, Rieti, Sabaudia e Val Brenta.
  Ogni Gruppo Sportivo Militare ha un'autonomia in termini di organizzazione e di servizi. I Gruppi Sportivi sono delle associazioni sportive dilettantistiche affiliate alle federazioni sportive nazionali, e le cariche dirigenziali si identificano secondo lo Statuto di ciascun Gruppo Sportivo, con gli incarichi ricoperti nell'ambito della propria organizzazione, mentre da un punto di vista ordinativo in ambito Difesa la struttura è definita «Centro».
  Nella successiva lastrina possiamo dare una fotografia di quello che, alla data di oggi, è il numero degli atleti suddivisi per Forza armata e tecnici. Ci sono 314 atleti nell'Esercito, 78 nella Marina, 136 in Aeronautica e 250 nell'Arma dei carabinieri; 73 tecnici nell'Esercito, 24 nella Marina, 11 in Aeronautica e 70 nell'Arma dei carabinieri.
  È importante guardare anche i reclutamenti che, nell'anno 2020, sono stati effettuati dalle varie Forze armate. Gli atleti che sono stati arruolati nell'anno in corso sono un dato significativo per evidenziare, da una parte la continuità del reclutamento delle giovani promesse, in alcuni casi dei campioni già affermati, dall'altra, per rilevare come annualmente si operi un deciso rinnovamento e aggiornamento qualitativo, a fronte della fuoriuscita di personale che alla fine della carriera sportiva viene dismesso e destinato ad altri incarichi e funzioni, sia in ambito sportivo che in altre attività d'istituto. C'è sempre un ricambio tra gli arruolamenti e il personale che viene dismesso e viene destinato ad altre attività.
  Lo sport militare è un modello di riferimento ed è un sostegno per lo sport nazionale. Qui abbiamo dei dati delle ultime due edizioni olimpiche, sia invernali che estive. Come si può notare, alle ultime due Olimpiadi più di un quarto degli atleti che hanno partecipato appartenevano ai Gruppi Sportivi Militari del comparto Difesa (chiaramente intendo sempre indicare il Gruppo Sportivo dell'Esercito, della Marina, dell'Aeronautica e dell'Arma dei carabinieri). Circa il 40 per cento delle medaglie sono state conseguite da atleti delle Forze armate, segno evidente che lo sport militare può essere considerato, oltre che una caratteristica storica dello sport nazionale, anche parte integrante del modello sportivo italiano, costituendo da anni uno dei punti di forza dello sport nazionale di élite.
  Nella lastrina «Rapporti Difesa Coni e CIP» citiamo quelli che sono i nostri riferimenti e gli accordi che abbiamo. I rapporti della Difesa con il mondo dello sport nazionale sono regolati da specifici accordi, volti soprattutto a sostenere lo sport di eccellenza. Consistono, principalmente, in un accordo quadro – che definisce, in generale, l'ambito di collaborazione – un protocollo di intesa che fissa i reciproci impegni e sinergie sul piano tecnico e dirigenziale, una convenzione che norma le sinergie fra le parti nel settore della realizzazione Pag. 10 e manutenzione di infrastrutture sportive militari. Inoltre, la Difesa nell'aprile del 2020 ha siglato con il CIP un accordo quadro, finalizzato a sostenere le attività sportive nel settore della disabilità per promuovere e sviluppare, nel rispetto delle reciproche competenze e compiti istituzionali, i programmi relativi al personale disabile dalla Difesa e agli atleti paraolimpici indicati dal CIP.
  I recenti decreti di riforma dello sport approvati dal Consiglio dei ministri hanno previsto, tra l'altro, una norma che disciplina l'accesso degli atleti paraolimpici nei Gruppi Sportivi Militari e nei Corpi civili dello Stato, un provvedimento che ha il merito di inviare un importante segnale culturale a tutto il Paese, per una piena inclusione delle persone con disabilità e per il riconoscimento di uguali diritti per tutti.
  Nella lastrina intitolata «2019 Istituzione Società Sport e salute SpA», invece, parliamo del rapporto con Sport e Salute. La legge di bilancio 2019 ha avviato la riforma dello sport nazionale con l'istituzione della società Sport e Salute, che ha sostituito la CONI Servizi, avente per obiettivi: aumentare l'attenzione verso la pratica sportiva di base valorizzando gli stili di vita sani; assicurare allo sport italiano risorse certe e maggiori, introducendo un meccanismo automatico di finanziamento e distribuendo più soldi agli organismi sportivi; semplificare il funzionamento del sistema sportivo, riducendo la burocrazia e aumentando la trasparenza.
  Anche in questo caso sono in corso, da parte della Difesa, delle azioni finalizzate a intraprendere un nuovo percorso che vede il coinvolgimento attivo dei Gruppi Sportivi al fine di sostenere gli obiettivi di Sport e Salute, favorendo lo sport di base, l'inclusione sociale e la promozione dell'attività fisica per i disabili.
  In merito alla valorizzazione degli atleti che hanno prestato servizio per anni e con merito nei Centri Sportivi di Forza armata e al riconoscimento della loro carriera sportiva quale titolo di merito per l'avanzamento di carriera, si ritiene che la partecipazione ai Giochi olimpici e ai campionati mondiali, e ancor più la conquista di medaglie nelle medesime competizioni, possano senza dubbio costituire un merito ed essere riconosciuti validi ai fini concorsuali, valorizzando un'attività di eccellenza che ogni anno porta lustro e prestigio a tutto il comparto sportivo e non solo della Difesa. A tal fine, sono in corso azioni per valutare la possibilità di riconoscere i risultati agonistici di eccellenza, quali la conquista di una medaglia olimpica e/o mondiale quale titolo di merito per i concorsi interni. Tale opportunità, ancora da definire, potrebbe costituire un ulteriore stimolo per raggiungere risultati di eccellenza con ancora più determinazione, e permetterebbe alla Difesa di utilizzare tale personale in ruoli gestionali e manageriali, sia presso i Centri Sportivi, che nelle articolazioni sportive degli Stati Maggiori e quali ambassador verso le istituzioni esterne, in virtù del riconoscimento sociale da essi ottenuto e per l'esperienza maturata a livello nazionale e internazionale nel corso della prestigiosa carriera.
  Nell'avviarmi verso le conclusioni, mi preme sottolineare come la necessità delle Forze armate di avere personale costantemente pronto anche fisicamente per sostenere gli impegni operativi è nel tempo evoluta fino a strutturarsi in una capacità di eccellenza per il Paese. Oggi la Difesa svolge un ruolo centrale nell'ambito dell'organizzazione sportiva nazionale di alto livello attraverso le proprie componenti che storicamente costituiscono l'ossatura in molte discipline. Tale sistema garantisce da una parte un supporto decisivo per lo sviluppo dello sport nazionale e per la crescita degli atleti, che possono dedicarsi alla propria attività a tempo pieno e con garanzie di carattere economico non diversamente reperibili, sgravando tra l'altro le famiglie di oneri aggiuntivi e assicurando un futuro professionale al termine della carriera sportiva; dall'altro, assicura alle Forze armate di riferimento un elevato ritorno in termini di immagine e di promozione dell'istituzione militare attraverso la condivisione e la promozione di valori quali la solidarietà, il rispetto, la correttezza e la disciplina che lo sport sottende in Pag. 11maniera esemplare, garantendo, inoltre, la continua e regolare disponibilità di professionalità di alto livello per mantenere e migliorare le capacità psicofisiche del proprio personale.
  Le ragioni di un così evidente successo si possono individuare nell'integrazione e nella virtuosa sinergia tra i valori di fondo che caratterizzano i nostri atleti e il grande impegno profuso dal mondo in uniforme. Per queste ragioni le istituzioni militari garantiscono il loro impegno favorendo lo sviluppo dello sport militare e il modello sportivo nazionale da esso identificato.
  Consapevole di aver fornito una panoramica solo introduttiva al settore rispetto alla complessità che lo sottende, sono naturalmente disponibile per gli approfondimenti necessari che mi saranno richiesti in questa sede o, nel caso, successivamente. Ringrazio per l'attenzione.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, Colonnello. Un ringraziamento per le nutrite ed esaustive relazioni che avete fornito alle nostre Commissioni nel merito dell'indagine conoscitiva. Passiamo adesso agli interventi dei colleghi. Ha chiesto di intervenire il collega Roberto Rossini. A lei la parola.

  ROBERTO ROSSINI. Grazie, presidente. Ringrazio il Capitano di Vascello Recchia e il Colonnello Loiudice per gli interventi. Sono molto interessato all'ambiente sportivo. Ho visto, però, che questo è un ambiente molto complesso, quindi approfitto di questa indagine per conoscere quelle parti che ancora non mi sono chiare.
  Oggi ho avuto questa possibilità e volevo chiedervi – faccio domande specifiche e dirette – se tra di voi c'è anche una collaborazione con l'istituzione scolastica. Vi chiedo questo perché i professionisti del futuro verranno da questi ragazzi che partono a livello agonistico. Sarebbe bello, magari, avere un rapporto di collaborazione e far capire l'importanza dello sport anche in Italia, come già fanno altri Paesi. L'esempio classico è l'America, che a livello sportivo aiuta molto i ragazzi; infatti, nel momento in cui un atleta è veramente importante, riceve anche borse di studio e possibilità di portare avanti il percorso scolastico.
  Poi mi chiedevo se il GSPD collabora anche con il Centro Veterani della Difesa. Vorrei sapere se in questo Comitato ci sono solo ex militari, ex carabinieri o forze dell'ordine oppure ci sono anche atleti che arrivano dall'esterno, che fanno parte della società civile. Ve lo chiedo proprio perché non lo so.
  Un'altra domanda è se questi atleti sono pagati, se hanno uno stipendio.
  Ne avrei tante di domande e sarebbe importante che ci lasciaste e i vostri interventi e anche le slide, per approfondirli successivamente. Mi piace l'idea dello sviluppo sportivo nazionale che dà lustro alla Difesa. La butto lì, potrebbe essere anche un motivo di ingresso nel mondo della Difesa. Spesso, in audizione, abbiamo sentito che manca il personale, soprattutto quello giovane. La Difesa non ha più quell'appeal che aveva una volta, considerando che non c'è più neanche la leva obbligatoria. Forse potrebbe essere un percorso che potrebbe aiutare la Difesa a far entrare nuovi ragazzi. Magari non diventano campioni, ma potrebbero proseguire un percorso diverso. Mi è venuto in mente un modo nuovo per farli entrare.
  Direi che già vi ho fatto abbastanza domande. Lascio spazio anche ai colleghi. Grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Mariani. Prego, collega.

  FELICE MARIANI. Grazie, presidente. Ringrazio gli ufficiali qui presenti. Molti li conosco. Sono stato quarant'anni nella Guardia di finanza, nelle Fiamme Gialle, come atleta, come tecnico e come Direttore tecnico. Ho apprezzato e ho ascoltato con interesse la vostra illustrazione sui Gruppi Sportivi Militari.
  È innegabile che siano un sistema virtuoso, un modello di riferimento. Mi ricordo che anni fa sono venute anche altre nazioni per cercare di capire il nostro sistema e come riusciamo a far diventare dei campioni olimpici i giovani atleti, magari ancora all'inizio. È innegabile la funzione dei Gruppi Sportivi. Pag. 12
  Oggi è la Giornata mondiale della disabilità. Sono particolarmente contento anche di questo, perché, insieme alla collega Versace e a tanti altri colleghi di tutte le forze politiche, ho dato un contributo fattivo affinché gli atleti disabili possano entrare nei Gruppi Sportivi. Credo che questo sia un passo molto importante, che ci pone anche in un contesto a livello mondiale positivo.
  Ho potuto svolgere la mia attività da atleta, da dilettante, e ho potuto continuare a livello professionistico proprio perché sono stato nel Gruppo Sportivo Militare. Non mi sono dovuto preoccupare del futuro, di quando arriva il momento di smettere di fare l'atleta e pensare a un lavoro. A proposito di questo voglio fare un esempio. Tanti di voi si ricorderanno di Vincenzo Maenza, soprannominato «Pollicino». Per me è uno dei più grandi della storia dello sport italiano, che forse tanti neanche conoscono. Conoscono i calciatori. Al di là di Maradona che è un grande campione, secondo me Maenza è stato un grande atleta. Lo cito perché, oltre a essere stato un mio amico, abbiamo vissuto insieme gli allenamenti durante le varie Olimpiadi; però lui è stato uno di quelli che non è potuto entrare in un Gruppo Sportivo Militare. Fortunatamente, poi, credo sia riuscito a entrare in banca. Stiamo parlando di uno dei più grandi atleti italiani che non ha avuto questa possibilità. Questo per sottolineare l'importanza dei Gruppi Sportivi Militari.
  Voglio aggiungere che è chiaro che i Gruppi Sportivi Militari fanno tanto, però si può fare ancora di più. Gli atleti hanno una grande possibilità nel momento in cui entrano nei Gruppi Militari e, quindi, devono anche essere stimolati a fare di più. Una buona percentuale, la quasi totalità, l'80-90 per cento, continua questo percorso in maniera positiva; però a volte succede che qualche atleta che noi arruoliamo e che, per esempio, ha già vinto dei campionati italiani o addirittura medaglie nel Campionato europeo juniores, invece di mantenere quel trend nei successivi anni si blocca. Voglio sottolineare questo per far capire a questi ragazzi che hanno una grande possibilità rispetto a tanti altri che fanno un concorso ordinario; quindi, devono impegnarsi a maggior ragione perlomeno per mantenere quel trend di risultati. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, onorevole Mariani. Ha chiesto di intervenire l'onorevole De Menech. Prego, collega. A lei la parola.

  ROGER DE MENECH(intervento da remoto). Grazie per l'audizione, grazie per la presenza. Mi scuso per partecipare da remoto, ma sono i tempi che viviamo. Sono stato uno dei promotori di questa indagine proprio perché credo che il lustro che i Gruppi Sportivi Militari danno alle Forze armate siano sempre troppo sottovalutati in questo Paese. Noi abbiamo il dovere di mettere al centro l'eccellenza dei Gruppi Sportivi Militari. Riusciamo a portare nel mondo un'eccellenza italiana di assoluto rilievo perché partiamo da una base molto forte, che è l'organizzazione che voi bene avete descritto nell'audizione di oggi. Il nostro obiettivo politico è di mettervi sempre di più nelle condizioni di migliorare e implementare ancora di più le azioni che fate sul territorio.
  Vi faccio alcune domande che riguardano la fase prima dell'arruolamento degli atleti, e la fase in cui l'atleta perde le caratteristiche sportive per motivi spesso anagrafici. Voi ci avete mostrato una tabella; secondo voi il contingente annuale di ricambio è sufficiente oppure dovremmo pensare a potenziarlo? Dico questo perché, in un'ottica più generale, soprattutto di promozione dello sport e dello sport fra i ragazzi, è chiaro che spesso il lavoro eccellente che fanno le forze sportive militari surroga tutto quello che non c'è fuori da questo contesto.
  Il secondo punto, in parte, è un percorso che avete già avviato: la costruzione di titoli di merito sportivi per fare in modo che le carriere, anche durante l'attività sportiva, preparino donne e uomini per le attività che verranno dopo lo sport. Probabilmente, noi abbiamo il compito di dare la possibilità ai migliori atleti e atlete italiani di fare Pag. 13dello sport, soprattutto quegli sport spesso non considerati dal grande pubblico e senza grande attrattiva economica, ma dobbiamo anche curare la loro vita professionale una volta che hanno finito di fare sport. In questo senso la costruzione di titoli di merito, secondo me, è una delle caratteristiche. Come un'altra caratteristica – la dico come osservazione e come stimolo – è la possibilità che la carriera possa essere permeabile; cioè, una volta che l'atleta abbia finito l'attività dentro un determinato Gruppo Sportivo Militare, se ha delle caratteristiche di utilità per la pubblica amministrazione in altri campi, occorre che queste siano messe a frutto.
  Altro tema fondamentale – lo vediamo soprattutto per gli sport invernali – è il ricorso al distacco, perché dà una mano indiretta enorme al mondo dello sport. Anche su questo chiedo se non è il caso di potenziare questo strumento. Capisco che tutte le cose che avete detto necessitino anche di un aiuto economico finanziario al comparto della Difesa, però è chiaro che le osservazioni che facciamo oggi servono anche a pianificare lo stanziamento di ulteriori capitoli di bilancio proprio per potenziare un modello che è già eccezionale, che è in tutto il mondo e che va assolutamente aiutato a crescere ancora di più.
  Queste sono le tre domande che volevo farvi, ringraziandovi ancora della presenza e scusandomi per non poter essere lì in mezzo a voi. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie a lei, collega. Io non ho altre richieste di intervento. Pertanto, do la parola al Capitano di Vascello Recchia e al Colonnello Alessandro Loiudice per la replica.

  ALESSANDRO LOIUDICE, Capo Ufficio Relazioni istituzionali, Politiche dello Sport e Cerimoniale del Capo di Stato Maggiore della Difesa e Presidente del Comitato Sportivo Militare della Difesa. Rispondo per le osservazioni che riguardano la mia articolazione, mentre per la parte Attività Disabile ci penserà il Comandante Recchia.
  Andiamo per ordine. L'onorevole Roberto Rossini ha fatto due osservazioni molto puntuali e interessanti. A proposito del rapporto con la scuola, le confermo che i nostri atleti e i nostri campioni diventano dei testimonial molto richiesti e noi siamo molto sensibili a questo tipo di approccio. Soprattutto quando ci sono da fare delle attività di inclusione o di contatto con la scuola, noi li autorizziamo, li mandiamo; fanno delle conferenze, raccontano come sono diventati campioni e diventano sicuramente un modello di riferimento per questi ragazzi. Lo facciamo; probabilmente dovremmo incentivare ancora di più. Chiaramente non sempre è facile, perché un campione deve conciliare la presenza sul territorio con la preparazione fisica, soprattutto nella fase delle competizioni.
  Un'altra osservazione riguardava il fatto che questi campioni diventano appeal per i giovani. La promozione dell'immagine è una delle funzioni dei Gruppi Sportivi Militari. Attraverso questi ragazzi che conquistano medaglie cerchiamo di avvicinarci ai giovani per fargli scoprire il nostro mondo e per cercare nuovi cittadini che vogliano inserirsi nella nostra organizzazione. È sicuramente un'attività che portiamo avanti.
  Anche l'onorevole Mariani faceva riferimento all'importanza dei Centri Sportivi come funzione sociale, come sostegno dello sport nazionale e promozione di immagine. Lo stimolo a mantenere il livello è sicuramente un problema che abbiamo, però è anche vero che ci siamo dati delle norme, per cui coloro che in due anni non mantengono degli standard vengono esclusi. Il fatto di reclutare, ma poi di perdere quella forza e quella voglia di crescere, viene gestito in questo modo. Tutti coloro che dopo due anni non conseguono risultati di livello vengono messi fuori, ma vengono comunque tutelati perché vengono inseriti all'interno di un'organizzazione. Anche a questo tipo di percorso stiamo cercando di prestare attenzione.
  L'onorevole De Menech parlava dell'attività di pre-arruolamento e dalla fase dell'uscita. Quest'anno abbiamo reclutato 86 atleti. A fronte di 86 atleti che entrano, che chiaramente sono tra i migliori atleti che il nostro mondo sportivo ha cresciuto, ce ne sono altrettanti che escono; esiste un percorso Pag. 14 di questo tipo. Le persone che abbandonano sono poi inserite anche in incarichi che esulano dall'organizzazione sportiva, per cui la permeabilità che richiamava l'onorevole De Menech la applichiamo. Nel mio Ufficio, che è un Ufficio dello Stato Maggiore, fa servizio un Sottufficiale che faceva atletica leggera in un Gruppo Sportivo. È cresciuto, ha vinto un concorso, è diventato un Sottufficiale e oggi lavora in un Ufficio dello Stato Maggiore. Si presta molta attenzione a chi ha caratteristiche e capacità per poter dare un contributo diverso oltre alla carriera sportiva.
  L'ultima osservazione dell'onorevole De Menech riguarda il distacco. Anche in questo caso abbiamo delle norme che lo regolamentano. Cerchiamo di mettere i nostri atleti nelle migliori condizioni. Molto spesso, soprattutto se un distacco è funzionale alla crescita sportiva, lo autorizziamo. Siamo ben lieti di poter dare un contributo a questa Commissione per tutto ciò che può essere utile per migliorare il sistema e farlo diventare ancora più un modello di riferimento a livello internazionale.

  PRESIDENTE. Grazie, Colonnello. Do la parola al Comandante Recchia. Prego.

  ROBERTO RECCHIA, Capo Ufficio Sport dell'Ufficio generale dello Stato Maggiore della Difesa. Grazie, presidente. Comprendo benissimo la difficoltà dell'onorevole Rossini, perché è comune la difficoltà nel fare riferimento a una miriade di sigle che fanno poi perdere un po' di vista il concetto principale.
  Il Gruppo Sportivo Paraolimpico Difesa ha delle strette connessioni con il Centro Veterani della Difesa. Il Gruppo Sportivo è nato nel 2014; il Centro Veterani della Difesa è nato qualche anno più tardi, nel 2017, come articolazione dello Stato Maggiore dell'Esercito. Successivamente, nel 2019, il Ministero della difesa ha voluto dare un forte impulso di crescita al Centro Veterani della Difesa, che è stato posto come articolazione unica di riferimento per l'accoglienza e l'assistenza del personale che, per cause di servizio, ha purtroppo conseguito disabilità invalidanti per tutto il settore della Difesa. Da qui è nato un percorso di collaborazione che si sta tuttora sviluppando. Il Centro Veterani della Difesa si occupa del coordinamento assistenziale di tutti i veterani della Difesa, della riabilitazione clinica e della ricerca nel settore specifico. Ovviamente, le competenze sono tali per cui c'è, non dico una commistione, ma una collaborazione che avviene per forza.
  Per esempio, nella fase di iscrizione dell'atleta al GSPD c'è una fase in cui si svolge anche un colloquio che noi chiamiamo «motivazionale», ma è sostanzialmente un colloquio di conoscenza diretta che serve, anche in questa fase in cui sono presenti il personale del Centro Veterani della Difesa, ufficiali, psicologi, a conoscere il personale e, poi, a indirizzarlo verso quell'area che è più tagliata per il personale. Può essere l'attività sportiva e, quindi, viene indirizzato verso il GSPD; può essere un'attività di carattere formativo e, quindi, può anche svolgere un compito negli istituti di formazione di Forza armata; può svolgere attività in settori dell'impiego civile della Difesa. In questa logica c'è una grossa condivisione delle attività GSPD e Centro Veterani della Difesa.
  Inoltre, chiedeva anche se, oltre agli ex militari e ai militari in servizio, c'è il personale civile nel GSPD. Attualmente no, però la Difesa in questo settore è stata lungimirante, perché già nel primo protocollo d'intesa siglato con il Comitato Italiano Paraolimpico era prevista la possibilità di iscrivere atleti paraolimpici segnalati dal CIP alla Difesa nel Gruppo Sportivo Paraolimpico della Difesa. Ovviamente, all'epoca non c'era uno strumento che potesse consentire l'effettivo incorporamento. Più del tesseramento dell'atleta, come può avvenire in una qualsiasi associazione sportiva dilettantistica all'esterno, non era possibile fare. Adesso, con il decreto legislativo della riforma dello sport che tratta questi aspetti, ci sarà la possibilità di prevedere l'incorporamento con una contrattualizzazione di lavoro sportivo; quindi questa possibilità sarà soddisfatta.
  Volevo aggiungere un'informazione riguardo alla collaborazione con gli istituti Pag. 15scolastici. I nostri atleti iscritti al GSPD spesso danno testimonianza nelle scuole e negli istituti di quello che è il loro vissuto, la loro esperienza, il modo in cui si sono scoperti atleti o con cui attraverso lo sport sono riusciti a rinascere, a rivivere questa realtà. Anche in questo abbiamo una collaborazione con gli istituti di formazione e scolastici.
  L'onorevole Mariani faceva riferimento alla proposta di legge Versace che noi abbiamo sin dall'inizio seguito con molta attenzione perché riteniamo che sia un valore aggiunto e sia motivo di crescita per il Gruppo Sportivo Paraolimpico e per la Difesa in generale. Non possiamo che esprimere soddisfazione per il percorso che questa iniziativa ha avuto fino a questi giorni. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Comandante Recchia e il Colonnello Loiudice anche per le presentazioni informatiche che ci hanno illustrato, di cui autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico dell'audizione odierna (vedi, rispettivamente, allegati 1 e 2), tutti gli intervenuti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 18.45.

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ALLEGATO 1

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ALLEGATO 2

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