XVIII Legislatura

III Commissione

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI NEL MONDO

Resoconto stenografico



Seduta n. 53 di Mercoledì 25 maggio 2022

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Boldrini Laura , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'IMPEGNO DELL'ITALIA NELLA COMUNITÀ INTERNAZIONALE PER LA PROMOZIONE E LA TUTELA DEI DIRITTI UMANI E CONTRO LE DISCRIMINAZIONI

Audizione, in videoconferenza, della difensora dei diritti umani Laila Soueif, in relazione alla vicenda di Alaa Abd-el Fattah, attivista e blogger egiziano in detenzione e in sciopero della fame.
Boldrini Laura , Presidente ... 3 
Soueif Laila , difensora dei diritti umani (intervento da remoto) ... 4 
Boldrini Laura , Presidente ... 5 
Quartapelle Procopio Lia (PD)  ... 5 
Boldrini Laura , Presidente ... 5 
Soueif Laila , difensora dei diritti umani ... 6 
Boldrini Laura , Presidente ... 7

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Coraggio Italia: CI;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Alternativa: Misto-A;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-MAIE-PSI-Facciamoeco: Misto-MAIE-PSI-FE;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Europa Verde-Verdi Europei: Misto-EV-VE;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista - Sinistra Europea: Misto-M-PP-RCSE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
LAURA BOLDRINI

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera.
  L'odierna audizione sarà svolta consentendo la partecipazione da remoto, oltre che della personalità audita, anche delle deputate e dei deputati, secondo le modalità stabilite dalla Giunta per il Regolamento nella riunione del 4 novembre 2020.

Audizione, in videoconferenza, della difensora dei diritti umani Laila Soueif, in relazione alla vicenda di Alaa Abd-el Fattah, attivista e blogger egiziano in detenzione e in sciopero della fame.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'impegno dell'Italia nella Comunità internazionale per la promozione e tutela dei diritti umani e contro le discriminazioni, l'audizione, in videoconferenza, della difensora dei diritti umani Laila Soueif, in relazione alla vicenda di Alaa Abd-el Fattah, attivista e blogger egiziano in detenzione e in sciopero della fame da ben cinquantaquattro giorni.
  Anche a nome dei componenti del Comitato, saluto la professoressa Soueif e La ringrazio per la disponibilità a prendere parte ai nostri lavori. L'audizione odierna si inserisce nel filone di approfondimento, sulla situazione dei diritti umani in Egitto, dopo l'incontro svolto il 12 aprile scorso con il difensore Ramy Shaath e Céline Lebrun.
  Alaa Abd-el Fattah, volto della rivolta di piazza Tahrir del 2011, è considerato da Amnesty International un prigioniero di coscienza, simbolo di un'intera generazione di giovani egiziani che mettono la propria vita e la propria intelligenza al servizio dei diritti umani. Insieme alla moglie Manal, Alaa ha fondato l'aggregatore egiziano di blog Manalaa, che ha vinto nel 2005 il premio Weblog Awards di Reporter Sans Frontieres (RSF). La famiglia di Alaa è una famiglia politicamente attiva e assai impegnata sul terreno della difesa dei diritti umani. La madre – che è la nostra ospite odierna – è docente di matematica all'università del Cairo e vanta un lungo percorso come difensora dei diritti umani. Il padre, Ahmed Seif al Islam, è stato prigioniero due volte sotto il regime di Sadat e altre due volte sotto Mubarak; durante la prigionia, pur avendo subito atroci torture, è riuscito a laurearsi in legge e, una volta uscito dal carcere, è diventato uno dei più rispettati avvocati per i diritti umani in Egitto.
  Il calvario di Alaa lo ha portato ad una prima, lunga detenzione nel 2013: condannato a cinque anni per partecipazione a manifestazione non autorizzata, era stato rilasciato nel marzo 2019 con l'obbligo di dimora notturna presso una stazione di polizia. Nuovamente arrestato nel settembre del 2019, dopo una detenzione cautelare di oltre due anni, il 20 dicembre 2021 è stato condannato a cinque anni, con l'accusa di aver organizzato una manifestazione non autorizzata.
  Poche settimane prima della condanna, il 21 ottobre dell'anno scorso, era stato pubblicato un libro di Alaa intitolato Non Pag. 4siete stati ancora sconfitti. Una raccolta di scritti composta in gran parte nel carcere di Tora, al Cairo, nei suoi dieci anni di attivismo, dalla rivoluzione di Piazza Tahrir, alla presidenza di Mohamed Morsi, alla controrivoluzione, fino alla presa del potere di Abdel Fattah Al-Sisi. Questa, peraltro, è la copertina del suo libro, che è stato tradotto da poco anche in italiano e che vale la pena leggere, perché si evince la condizione di vita dei detenuti di coscienza in Egitto.
  Per la maggior parte di questi dieci anni Alaa è stato in detenzione preventiva, in condizioni speciali di detenzione, quindi dall'isolamento alla massima sicurezza, come descrive nel suo libro. Fino a pochi giorni fa si trovava detenuto nella prigione di massima sicurezza di Tora 2, nota come «lo Scorpione», la stessa dove è stato detenuto Patrick Zaki, dove le condizioni detentive sono aberranti e dove decine di prigionieri hanno intrapreso lo sciopero della fame. Anche Alaa è in sciopero della fame da cinquantaquattro giorni e le sue condizione di salute sono estremamente allarmanti.
  Segnalo che il Parlamento Europeo, con una risoluzione approvata il 18 dicembre 2020, aveva chiesto la liberazione immediata e incondizionata delle persone – tra cui Alaa Abd-el Fattah – detenute arbitrariamente e condannate per avere svolto la loro attività legittima e pacifica a sostegno dei diritti umani, deplorando il continuo ricorso da parte dell'Egitto alla legislazione antiterrorismo, all'inserimento arbitrario dei difensori dei diritti umani negli elenchi dei terroristi egiziani e alla custodia cautelare per perseguire e criminalizzare il loro lavoro.
  Dopo questi elementi, che inquadrano la situazione, do ora la parola alla professoressa Soueif, affinché svolga il Suo intervento e La ringrazio infinitamente di avere voluto dare a questo Comitato la possibilità di ascoltarla e di avere un aggiornamento sulle condizioni di Alaa. Grazie.

  LAILA SOUEIF, difensora dei diritti umani (intervento da remoto). Grazie. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno organizzato questo incontro e tutti coloro che vi partecipano. Viviamo tempi molto difficili. Le violazioni dei diritti umani sono in aumento, pressoché ovunque nel mondo e finanche i Governi, che sostengono di tutelare i diritti umani nella maggior parte dei casi, si accontentano di dichiarazioni di circostanza. In tempi del genere, la vera solidarietà con le vittime di questi abusi è molto preziosa.
  Oggi mio figlio, Alaa Abd-el Fattah, è in sciopero della fame al suo cinquantaquattresimo giorno, dal 2 aprile. L'ho visitato giovedì scorso, il 19 maggio, presso il nuovo carcere Wadi El Natroun, in cui era stato trasferito il giorno prima. Alaa era stato incarcerato dal settembre 2019 presso il carcere di massima sicurezza di Tora 2. Al suo arrivo, il 29 settembre 2019, Alaa era stato bendato, spogliato, percosso e minacciato di gravi conseguenze qualora avesse riportato queste violazioni, ma ha ignorato le minacce e i suoi avvocati hanno presentato una denuncia alla Procura. Alaa non è stato picchiato nuovamente, ma la sua denuncia non è mai stata oggetto di indagini. Per trentadue mesi, fino a una settimana fa, Alaa è stato trattenuto al carcere di massima sicurezza di Tora 2, dove gli sono stati negati i libri o materiali di lettura per trentadue mesi. Non gli è stato consentito di ascoltare la radio e di avere un orologio, non ha potuto fare attività fisica ed è stato rinchiuso nella sua cella, dalla quale usciva solo per visite di familiari o per andare in Tribunale per le udienze.
  Vi dico tutti questi dettagli, anche se ora spero siano cosa del passato, perché queste sono le condizioni in cui vivono centinaia di detenuti del carcere di Tora 2. Di fatto, la maggior parte di questi detenuti non può ricevere visite dai propri familiari. Alcuni dei detenuti non vedono i loro familiari da anni e questo è forse l'abuso più crudele di tutti, un abuso che, grazie a Dio, la nostra famiglia non ha dovuto subire. Il trasferimento di Alaa, da Tora al carcere di Wadi El Natroun, sembra essere uno sviluppo positivo, ma è troppo presto per dire in che misura lo sarà, perché, ricordate, quando ho visto Alaa in questo carcere vi era stato trasferito da appena ventiquattro ore. Durante la sua detenzione a Tora, Alaa ha Pag. 5spesso assistito a violazioni nei confronti di altri prigionieri e ha fatto tutto quello che era possibile per denunciarle. Su sua richiesta noi e i suoi avvocati abbiamo presentato diverse denunce alla Procura, che non sono mai state oggetto di indagine e nessuno nell'amministrazione penitenziaria è stato mai chiamato a rendere conto del proprio operato.
  Non credo di dovervi ricordare che le autorità in Egitto ignorano completamente e impunemente lo Stato di diritto. Voi ne avete esperienza diretta. Vorrei cogliere questa opportunità per esprimere il mio profondo rispetto e la mia vicinanza nei confronti della famiglia di Giulio Regeni, in particolare sua madre, la cui perdita è tanto più immensa della mia. Il mio augurio è che la sua pena, un giorno, possa essere placata nel vedere gli assassini di suo figlio condotti dinanzi alla giustizia. Alaa continua a portare avanti il suo sciopero della fame, a modo suo, come cittadino egiziano chiede che le autorità giudiziarie egiziane designino un giudice per indagare sulle numerose denunce che ha presentato, a volte come vittima, a volte come testimone. Come cittadino britannico chiede l'accesso delle autorità consolari per poter denunciare i reati a cui ha assistito alla magistratura britannica. Alaa ha la doppia cittadinanza. I britannici da gennaio stanno cercando di ottenere l'accesso consolare, ma finora le autorità egiziane non hanno dato seguito alle richieste. Non hanno mai opposto un no esplicito, ma le hanno insabbiate. Alaa, lo scorso dicembre, è stato condannato a una pena detentiva di cinque anni con l'accusa di diffondere notizie false. È stato condannato da un Tribunale d'emergenza per la sicurezza dello Stato, le cui sentenze non possono essere impugnate. Il suo processo è stata una farsa. I suoi avvocati non hanno potuto mettere in piedi una difesa, perché non hanno avuto accesso a una copia del suo fascicolo.
  Degli ultimi undici anni, Alaa ne ha passati più di otto in carcere. Quando è stato arrestato nel settembre del 2019, era stato rilasciato da appena sei mesi, dopo aver passato cinque anni in carcere con l'accusa di avere organizzato una manifestazione non autorizzata. Durante questi sei mesi, da marzo a settembre del 2019, Alaa è stato in regime di libertà vigilata, il che significa che ogni giorno doveva trascorrere le ore tra le 6 del pomeriggio e le 6 del mattino rinchiuso nel commissariato. Ne ha abbastanza, Alaa. Si rifiuta di sopportare altri cinque anni in carcere, anche se alla fine risulterà che la morte è il solo modo per porre fine alla sua detenzione. Spero che non si arrivi a questo punto. Spero che Alaa verrà liberato. Grazie.

  PRESIDENTE. Molte grazie, dottoressa Soueif. Vorrei esprimerLe la mia vicinanza nei confronti Suoi e della Sua famiglia. Ho molta ammirazione per ciò che Alaa sta facendo.
  Chiederei ai colleghi e alle colleghe se vogliono intervenire. La parola alla collega Quartapelle.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Buongiorno. Ringrazio molto la presidente, ringrazio molto la professoressa Laila Soueif per la disponibilità a questa audizione, che immagino sia estremamente dolorosa per Lei. Noi seguiamo la vicenda di Alaa da tanto tempo, grazie anche agli amici italiani di Alaa, che sollecitano e ci tengono informati rispetto alle sue condizioni, in particolare Paola Caridi, che ha curato la pubblicazione degli scritti di Alaa in italiano.
  Il mio intervento è semplicemente per impegnarmi e impegnare il nostro partito, il Partito democratico, a qualsiasi iniziativa a sostegno di Alaa, che Lei ci può anche suggerire. Sappiamo la delicatezza e la difficoltà di relazione con le autorità egiziane. In Italia è una vicenda che conosciamo bene, sia per il caso Regeni, sia per il caso di Patrick Zaki. Ma se Lei volesse suggerirci cose che possiamo fare, perché le condizioni carcerarie e il processo ad Alaa siano giusti e le condizioni carcerarie migliori e Alaa possa uscire almeno dallo sciopero della fame, saremmo disponibili a fare tutto il possibile.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Quartapelle. Mi chiedo se ci siano colleghi, collegatiPag. 6 da remoto, che intendono prendere la parola. Non ci sono altri interventi. Professoressa Soueif, io anche volevo dirLe che sono stata molto toccata dalla Sua testimonianza. Lei è una accademica, una difensora dei diritti umani, ma è anche la madre di Alaa Abd-el Fattah e quindi capisco quanto sia per Lei difficile parlare delle condizioni di detenzione di Suo figlio e anche delle condizioni di salute di Suo figlio. Abbiamo capito che dopo questi lunghi cinquantaquattro giorni Alaa chiaramente si è molto indebolito e sta risentendo di questo lunghissimo sciopero della fame.
  Provo molto ammirazione per una persona che riesce a fare questo in nome della giustizia, perché crede dopo tutto nella giustizia, perché esige che le sue domande, le sue richieste di spiegazioni, vengano prese in considerazione da un giudice e che, giustamente, il Consolato britannico possa avere accesso a lui in quanto cittadino britannico. Anche in questo caso lui si sta comportando da difensore dei diritti umani, anche in detenzione non ha abbandonato la sua attività e questo fa di Alaa una persona di grande statura morale, di grande consapevolezza politica, quindi questo ci induce ad ammirare la sua determinazione.
  Come chiedeva anche la collega Quartapelle, noi vorremmo riuscire, con questa audizione, ad essere di supporto alla causa di Alaa, perché quello che chiede è condizioni di detenzione più accettabili e rispettose della dignità della persona, chiede anche un processo giusto. Chiaramente, quello che appare è che in questi capi di imputazione ci sia una sproporzione enorme tra il capo di imputazione e quanto fatto da Alaa stesso. La libertà di espressione non può essere un crimine in un Paese che vuole sembrare un Paese evoluto. Noi abbiamo visto quello che è successo a Giulio Regeni e Lei, giustamente, ha ricordato la famiglia che ancora chiede giustizia. Il Paese, l'Italia chiede giustizia, una giustizia che però non arriva, perché le autorità egiziane non stanno collaborando con le nostre autorità.
  Lei sa anche che l'Italia si è molto prodigata per un altro cittadino egiziano, Patrick Zaki, che ci sta molto a cuore, e che ora è in attesa di un processo. Quindi, vorrei chiederLe se Lei pensa che sia utile un'azione mirata e quale potrebbe essere per migliorare la condizione di Alaa, per farlo anche smettere da questo sciopero della fame, perché cinquantaquattro giorni sono veramente un periodo lunghissimo. Siamo qui per riuscire a contribuire, nei limiti delle nostre possibilità, ad una soluzione. Le sarei grata se ci potesse suggerire come poter intervenire, secondo quanto Lei ha già potuto constatare e quindi darci la possibilità di farlo.

  LAILA SOUEIF, difensora dei diritti umani. Grazie. Vi sono azioni da portare avanti, per esempio parlare con l'Ambasciatore egiziano, colloqui ufficiali con le autorità egiziane, con il Ministro degli Esteri egiziano. Devono capire che questa situazione è inaccettabile, specie se si considera che l'Egitto è un regime che si presume non abbia rapporti di ostilità con i Paesi dell'Unione europea, ai quali è anzi legato da molti Trattati. Questa sarebbe un'azione diretta.
  Ad un livello più profondo, però, ritengo che tutte le nazioni democratiche europee debbano fare qualcosa nei confronti dei loro Governi. È questo che intendevo quando ho parlato di Governi che si limitano a dichiarazioni di circostanza in materia di diritti umani. Il Governo italiano ha scambi commerciali con l'Egitto: armi, energia e tante altre cose, e lo fa nonostante abbia perso un cittadino che è stato torturato dalle autorità egiziane. Questo è qualcosa in merito a cui i democratici e i difensori dei diritti umani italiani devono fare qualcosa. Come mai gli interessi delle grandi aziende, delle società energetiche, dei commercianti di armi riescono a prevalere sugli interessi dei cittadini? Perché accade questo?
  Per quanto riguarda il lungo termine, penso che dobbiate veramente trovare un modo per chiamare i vostri Governi a rendere conto del loro operato in materia di politica estera, perché ciò che accade è che i Governi fanno tante dichiarazioni, ma poi continuano a portare avanti gli scambi commerciali, di armi e di tutto il resto. È come Pag. 7se strizzassero l'occhio per far capire che non va data importanza alle loro dichiarazioni.

  PRESIDENTE. Sì, professoressa Soueif, capisco chiaramente la Sua richiesta. Sicuramente la veicoleremo alle autorità di Governo. Come Lei sa, in Italia c'è un forte movimento su questo, molte associazioni chiedono esattamente la stessa cosa, di non continuare i rapporti commerciali con l'Egitto in segno di protesta, specialmente per quanto riguarda le armi. Quindi Lei, in qualche modo, sta rappresentando la voce anche della società civile italiana, che su questo punto fa la stessa richiesta.
  Se i colleghi e le colleghe non hanno altro da aggiungere, La ringrazio per questa testimonianza. Ci impegneremo a tenere viva l'attenzione sul caso di Alaa Abd-el Fattah e cercheremo di segnalare la Sua richiesta – anzi, lo faremo – ai membri del Governo, del nostro Ministero degli Esteri, così da tentare di dare seguito, facendo più pressione possibile sulle autorità egiziane. Auguriamo a Lei e alla Sua famiglia di riuscire nell'intento di portare Alaa Abd-el Fattah fuori dalla prigione, in cui è ingiustamente detenuto e speriamo di potervi aiutare a questo scopo.
  La ringrazio. Ci aggiorniamo presto per avere ulteriori informazioni. Arrivederci. Dichiaro chiusa questa audizione.

  La seduta termina alle 9.