XVIII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 32 di Mercoledì 20 gennaio 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fassino Piero , Presidente ... 2 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'AZIONE INTERNAZIONALE DELL'ITALIA PER L'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Audizione, in videoconferenza, del dottor Carlo Tamburi, Direttore Italia di ENEL.
Fassino Piero , Presidente ... 2 
Tamburi Carlo , Direttore Italia di ENEL ... 2 
Fassino Piero , Presidente ... 8 
Emiliozzi Mirella (M5S)  ... 8 
Di Stasio Iolanda (M5S)  ... 9 
Fassino Piero , Presidente ... 9 
Tamburi Carlo , Direttore Italia di ENEL ... 9 
Fassino Piero , Presidente ... 10 
Tamburi Carlo , Direttore Italia di ENEL ... 10 
Fassino Piero , Presidente ... 11 
Valentini Valentino (FI)  ... 11 
Fassino Piero , Presidente ... 11 
Tamburi Carlo , Direttore Italia di ENEL ... 11 
Valentini Valentino (FI)  ... 11 
Tamburi Carlo , Direttore Italia di ENEL ... 11 
Fassino Piero , Presidente ... 12 
Tamburi Carlo , direttore Italia di ENEL ... 12 
Fassino Piero , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Documentazione depositata dal Direttore Italia di ENEL, Carlo Tamburi ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Centro Democratico-Italiani in Europa: Misto-CD-IE;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare (AP) - Partito Socialista Italiano (PSI): Misto-PP-AP-PSI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PIERO FASSINO

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, del dottor Carlo Tamburi, Direttore Italia di ENEL.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'azione internazionale dell'Italia per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l'audizione del dottor Carlo Tamburi, Direttore Italia del gruppo ENEL. Questa audizione è dedicata ad approfondire il ruolo che i grandi protagonisti del settore privato possono esercitare rispetto a un'Agenda di grande impegno internazionale su temi come l'ambiente, la sostenibilità dello sviluppo umano e l'accesso all'energia pulita.
  Ricordo che, con la legge n. 125 del 2014, il settore privato è diventato a tutti gli effetti un coattore del nostro sistema nazionale di cooperazione allo sviluppo.
  Segnalo, peraltro, che ENEL, società leader nei mercati mondiali di elettricità, gas e rinnovabili, è la più grande utility d'Europa ed è presente in oltre trenta Paesi nel mondo. Ai nostri fini, in particolare, ENEL Green Power è il più grande operatore privato nelle rinnovabili a livello mondiale, con oltre 47 gigawatt di capacità eolica, solare, geotermica ed idroelettrica installata in Europa, America, Africa, Asia e Oceania. Da questo dato emerge l'attenzione dell'azienda per la protezione delle risorse naturali, la lotta ai cambiamenti climatici e il contributo ad uno sviluppo economico e sostenibile. Sono di interesse per la Commissione la Strategia di ENEL 2020-2022 per il raggiungimento del 13° obiettivo degli Obiettivi di sviluppo sostenibile – cioè la lotta al cambiamento climatico –, nonché gli indici adottati da ENEL per misurare le performances ambientali della sua organizzazione nonché le tecnologie di riduzione degli impatti e le iniziative di economia circolare, finalizzata a una gestione ottimale dei rifiuti. In quest'ottica, dall'audizione potranno derivare spunti di interesse sul tema della decarbonizzazione del mix energetico attraverso la crescita della componente rinnovabile.
  Risulta, tra l'altro, che l'attività della ENEL Foundation sia incentrata sullo sviluppo di partnership sull'energia pulita, con il coinvolgimento di esperti ed istituzioni in tutto il mondo, di Governi, di società civili e del mondo accademico. Al riguardo, segnalo che il 14 dicembre scorso ENEL Foundation ha organizzato la quinta edizione dell'incontro annuale di ENEL con i partner accademici nel quadro del programma World Energy for Universities (We4u), la piattaforma del gruppo finalizzata a valorizzare le strategie per il mondo accademico e quello aziendale sui temi della sostenibilità.
  Richiamati questi pochi elementi di quadro, ringrazio ancora il dottor Tamburi e gli lascio la parola. Prego, dottore.

  CARLO TAMBURI, Direttore Italia di ENEL. Buongiorno a tutti. Grazie, presidente, di averci invitati e di darci la possibilità di illustrare rapidamente e sinteticamente Pag. 3 quelle che sono le nostre linee guida in relazione alla sostenibilità e alla lotta ai cambiamenti climatici. Questa è anche un'opportunità per fare un po' il punto su dove l'ENEL sta andando nella sua strategia di sviluppo.
  Io ho provveduto a far avere ai vostri Uffici una presentazione, che credo sia stata distribuita e che io seguirei come traccia per questa presentazione.
  Nella slide n. 3 c'è una prima fotografia di quello che Lei ha già accennato in qualche modo: noi siamo un operatore globale presente in oltre trenta Paesi. Nel 2020 abbiamo fatto un margine operativo lordo di 18 miliardi, ma la cosa più importante a questi fini è sottolineare come abbiamo impostato questa strategia di sviluppo, di penetrazione delle energie rinnovabili in circa dieci anni con la creazione nel 2008 di ENEL Green Power, che oggi è di gran lunga la principale azienda del mondo di capacità rinnovabile. Nel 2020 abbiamo raggiunto i 49 gigawatt, 49 mila megawatt di capacità installata, e stiamo crescendo a un ritmo di circa 3 o 4 mila nuovi gigawatt installati ogni anno. Quindi ogni anno siamo più grandi di alcuni piccoli operatori.
  Sempre ai fini della transizione energetica e della lotta ai cambiamenti climatici, rilevano moltissimo due aspetti: il primo consiste nelle reti di distribuzione di media e bassa tensione. Noi, secondo le regole italiane, non siamo proprietari di Terna Spa, dell'alta e altissima tensione, ma anche negli altri Paesi vige questa distinzione, sicuramente a livello europeo, ma anche in Sud America; ma la rete è il grande, vero abilitatore della penetrazione delle rinnovabili. Quindi una rete moderna, digitale e flessibile è quella che consente il pieno utilizzo di queste rinnovabili che, come sappiamo, sono molto distribuite sul territorio e che sono di piccole dimensioni rispetto alle grandi centrali a carbone o a gas, che eravamo abituati a considerare. Quindi avere una rete importante ed efficiente è l'abilitatore sine qua non, così come – visto che i clienti dovranno consumare energia in un modo sempre più oculato, moderno e anche a risparmio – poter disporre di una rete di clienti finali rende chiaramente l'integrazione verticale della nostra capacità industriale molto più efficiente degli altri nei vari Paesi.
  La slide successiva (slide n. 4) mostra la distinzione geografica più importante: noi abbiamo circa il 44 per cento delle nostre attività in Italia, in termini di margini. Quindi per la Commissione Affari esteri sarà importante notare che oltre il 55 per cento delle nostre attività in termini di profitti sono all'estero, in particolare in Spagna e in Sud America. Questa grande diversificazione è stata fatta anch'essa, non casualmente, nel 2008 con l'acquisto di Endesa Spa – che era l'ENEL spagnola –, che aveva al suo interno tutte le partecipazioni in Sud America, che poi sono state scorporate e oggi dipendono direttamente da ENEL Spa. Quindi ENEL Italia, ENEL Spagna – che si chiama Endesa – e tutte le attività in America Latina sono sorelle sotto la grande holding. È importante notare che noi siamo presenti sia in mercati maturi e stabili come l'Italia, la Spagna e gli Stati Uniti, ma anche in Paesi in via di sviluppo; abbiamo iniziato anche a ad aprire le nostre centrali e le nostri attività industriali in Africa, in Asia e in Oceania.
  È importante notare che, dal punto di vista del personale, noi abbiamo uno staff di circa 68 mila persone, di cui circa 30 mila sono in Italia – corrispondendo così, più o meno, allo stesso valore del 44 per cento rispetto al resto – e circa 19 mila sono in America Latina, mentre 10 mila sono in Spagna.
  Nella slide successiva (slide n. 5) illustro rapidamente la politica degli investimenti: nella presentazione del Piano industriale che è stata fatta agli investitori il 23 novembre dello scorso anno, abbiamo fatto notare come rispetto ai tre anni del Piano precedente – quindi non gli anni precedenti, ma gli anni 2020, 2021 e 2022, il 2020 si era esaurito di fatto in quelle settimane –, noi siamo passati e stiamo impegnando l'azienda e tutte le risorse, le competenze, le persone e le risorse finanziarie in un Piano che si incrementa di circa il 35 per cento, passando da quasi 29 miliardi a quasi 40 miliardi nel triennio. Da questo punto di vista, sulla destra avete la distribuzione Pag. 4 per attività industriali. Comincio ad entrare nei termini della sostenibilità, dicendo che la cosa importante è che il 90 per cento di questi 40 miliardi sono direttamente o indirettamente correlati ai quattro Obiettivi tra i 17 che noi abbiamo ritenuto essere al centro della nostra strategia operativa, che sono gli obiettivi 7, 9, 11 e 13. È anche abbastanza facile ricordarli, perché sono in sequenza. È molto importante notare che di questi 39 miliardi, 14 miliardi sono in Italia, dove – lo vedremo tra un attimo perché c'è una slide sull'Italia – incrementano da 9 a 14 miliardi rispetto al triennio precedente e questo dà un po' la dimensione dell'attenzione che noi poniamo anche sulla necessità di riportare investimenti nel Paese, soprattutto in questa fase che è ancora di emergenza, ma che speriamo possa essere rapidamente di post emergenza, con un enorme bisogno di scaricare a terra investimenti sul territorio. Preciso subito – ma ne parlerò meglio quando parlerò dell'Italia – che questi investimenti sono al netto di quelli che potrebbero essere le accelerazioni o gli ulteriori investimenti che potrebbero derivare dall'utilizzo dei fondi europei del cosiddetto «Recovery Plan». Quindi questi sono i nostri investimenti, quelli dell'azienda, che facciamo comunque, a prescindere. Dicevo che su 39 miliardi, 14 miliardi sono in Italia, 10 miliardi nel Sud America, 8 miliardi in Spagna e i circa 8 miliardi restanti nel resto mondo.
  Nella slide n. 6 vi sono quelli che sono gli obiettivi in termini numerici, i cosiddetti «key performance indicators» (KPIs) – a cui accennava anche il presidente – sui quali noi ci misuriamo, perché non c'è nulla che possiamo fare senza misurare. Questi KPIs danno un po' il senso di come noi abbiamo incrementato il focus sulle rinnovabili, ovvero abbiamo ridotto le emissioni di CO2 tra il 2015 e il 2020. Questi sono dati che non abbiamo ancora pubblicato ufficialmente, ma sono molto vicini alla realtà. Abbiamo i dati obiettivi sui quali ci siamo impegnati formalmente con i mercati finanziari al 2023, ma per la prima volta – proprio in relazione all'importanza che l'Agenda europea del 2030 ha assunto in questi ultimi mesi, dall'insediamento della nuova Commissione von de Leyen fino ad oggi – con l'incremento anche degli obiettivi per la riduzione dei gas serra abbiamo voluto dare un accenno e un riferimento anche a quelli che sono i nostri valori verso il 2030, che ovviamente sono meno vincolanti, ma vogliono essere un po' la traiettoria, la stella polare e l'indicazione di dove vogliamo andare. È anche molto importante notare l'importo complessivo degli investimenti che noi mobiliteremo in questi dieci anni: si tratta di 190 miliardi che, divisi per i dieci anni, più o meno si avvicinano a 19 o 20 miliardi all'anno e questo vuol dire che sono in forte crescita, perché se ne faremo – e ci siamo impegnati a farne – 39 miliardi, sarebbero 13 miliardi all'anno nei prossimi tre anni. Tutto questo vuol dire che negli ultimi anni della decade andremo molto al di sopra anche dei 20 miliardi.
  Quindi si tratta di uno sforzo importante, che credo che pochi altri soggetti italiani, ma anche europei, possono impegnarsi a fare. Grazie a questo noi siamo anche stati abbastanza apprezzati dai mercati finanziari, che hanno premiato la strategia degli ultimi anni di questo management, sia dal punto di vista dell'incremento del valore azionario – perché siamo diventati già da un po' di tempo di gran lunga la prima società italiana in termini di capitalizzazione finanziaria –, ma soprattutto per le condizioni finanziarie alle quali possiamo accedere quando emettiamo obbligazioni e anche obbligazioni green, che abbiamo lanciato per primi sui mercati europei e statunitensi nel corso degli ultimi anni. Quindi c'è un apprezzamento abbastanza largo e condiviso da parte dei cosiddetti «stakeholders» su quello che noi abbiamo fatto, sugli obiettivi che ci eravamo prefissati e che sono stati raggiunti e quindi vi è la fiducia per il raggiungimento degli obiettivi che ci stiamo proponendo.
  Nella prossima slide (slide n. 7) accenno alla presenza in Italia, come dicevo, di circa 30 mila colleghi, il 44 per cento del margine, sono 8 miliardi. Nell'anno 2020 abbiamo fatto quasi 3 miliardi di investimenti, perché – come vi farò vedere nella Pag. 5prossima slide – c'era un battente di circa 3 miliardi all'anno sui 9 del Piano precedente. Ora passiamo a 14 miliardi di investimenti e quindi il nostro battente annuo passa, di fatto, da 3 a circa a 5 miliardi. In Italia siamo presenti su tutta la catena del valore, siamo presenti con le rinnovabili e con la generazione termoelettrica dal punto di vista della produzione e della distribuzione, che è la rete di media e bassa tensione che raggiunge circa 30 milioni di utenti finali, e siamo un player rilevante nel mercato della vendita finale di energia elettrica e di gas. Abbiamo circa il 50 per cento di clientela, come numero di siti serviti sul mercato libero. Sottolineo questo, perché siamo in una stagione di inizio dell'ultima fase del superamento del servizio di maggior tutela e quindi questo è un dato abbastanza rilevante per quello che è l'approccio alle famiglie e ai clienti finali.
  Nella prossima slide, la n. 8, vi mostro l'incremento degli investimenti nel prossimo triennio: come dicevo, siamo passati da 9 a 14 miliardi per i prossimi tre anni – oltre il 50 per cento di incremento – ed è molto importante notare nel box a destra come ci sia un forte incremento sulla rete; ciò sempre per rendere la rete lo strumento più efficace e più efficiente di decarbonizzazione indiretta, cioè di fare in modo che la penetrazione delle rinnovabili, da un lato, e l'elettrificazione dei consumi, dall'altro, quindi comportamenti virtuosi sul risparmio energetico e sull'efficienza energetica che vengono poi facilitati dalle misure del Governo, come gli ecobonus e quant'altro, non rimangano frustrate dall'assenza di una rete intermedia che non sia all'altezza.
  Dall'inizio del 2000, con la prima wave di contatori digitali – che adesso stiamo sostituendo con la seconda wave – ma anche con la digitalizzazione completa di tutte le misure e tutte le manovre, riteniamo di avere il miglior operatore che esista in termini di qualità del servizio, di numero di interruzione per cliente e anche di durata delle stesse. Quindi un forte e ulteriore incremento sulla rete non può che essere il fattore abilitante per lo sviluppo delle rinnovabili e per la transizione energetica. È importante anche notare il passaggio dall'1,7 al 2,7, ovvero quasi il doppio di incremento sugli investimenti nelle rinnovabili.
  Se andiamo alla slide successiva (slide n. 9), vi è la stessa slide che abbiamo visto prima per il gruppo, in cui manca chiaramente il punto al 2030, che per noi rimane il Piano energia e clima (PNIEC) del Governo che è in discussione, perché dovrà essere inevitabilmente rivisto alla luce dell'incremento dei targets che ha posto l'Unione europea, che sono stati approvati pochi giorni fa, di nuovo, dal Consiglio europeo. Per raggiungere quegli obiettivi, le rinnovabili devono andare ad una penetrazione di circa il 55 per cento per quanto riguarda i vecchi dati, forse il 65 per cento se vogliamo incrementare la riduzione dei gas serra. Noi immaginiamo di raggiungere quegli obiettivi europei, che saranno traslati a livello nazionale, già nel 2023. Siamo in largo anticipo proprio perché noi vogliamo essere non solo i leader, ma proprio i trainanti della transizione energetica, anche nel nostro Paese.
  Mi soffermo un attimo su un tema che è molto importante e anche molto attuale: il punto di fondo di questa decarbonizzazione, di questa transizione energetica, in Italia è la chiusura delle centrali a carbone. Ci sono ancora cinque centrali a carbone, di cui quattro sono nostre. Noi siamo molto impegnati a rispettare l'obiettivo del 2025, che sarà un po' lo spartiacque, sia come anno sia come immagine del Sistema Paese. Riteniamo che poter abbandonare completamente e definitivamente la produzione a carbone possa essere veramente il cambio di passo che ci siamo prefissati e che stiamo perseguendo, ovviamente con il supporto di tutte le istituzioni del Governo, del Parlamento, di Terna Spa e dell'Autorità, perché questo è un esercizio che chiaramente coinvolge anche tutti gli altri.
  Nella seconda parte della presentazione, mi soffermo e vado un po' più al cuore delle tematiche dello sviluppo sostenibile dell'Agenda delle Nazioni Unite, andando alla slide n. 11. Intanto vorrei dire una cosa: secondo me, una delle intuizioni più rivoluzionarie che questo gruppo di management, Pag. 6 in particolare l'Amministratore delegato, ha voluto veramente sottolineare è stato l'inserimento, la costituzione di una Direzione centrale che si chiama «Sostenibilità e innovazione», che è stata creata proprio nel 2015. Non si è voluta porre l'attenzione e l'accento solo su questo, ma la sostenibilità è entrata non solo negli obiettivi da raggiungere, perché per poter raggiungere questi obiettivi abbiamo dovuto inserire la sostenibilità in ogni singolo processo dell'azienda, quindi non solo nella produzione delle energie rinnovabili, ma anche nella gestione degli impianti, nella gestione dei rifiuti, nella vita dei colleghi, nel coinvolgimento delle comunità locali, nel rifacimento delle centrali stesse, nella sensibilità del territorio, dei lavoratori diretti e dell'indotto per poter portare avanti questa transizione. Noi abbiamo detto che la sostenibilità è un must e non è un must ideologico o moralistico, ma è un must perché è il mondo che lo richiede, è la società che lo richiede, sono i cittadini, i nostri clienti e i nostri stakeholders finali che lo richiedono. Poi abbiamo anche scoperto che questo fa bene all'azienda stessa, perché le aziende sostenibili sono aziende meno rischiose e sono aziende che i mercati, come dicevo prima, apprezzano di più di altri. Quindi abbiamo creato virtuosismi su virtuosismi.
  La slide n. 12 racchiude un po' tutto quello che tutto quello che stavo dicendo, cioè che abbiamo considerato i 17 sustainable development goals (SDGs) delle Nazioni Unite al centro della nostra strategia e li abbiamo integrati punto per punto in tutte quelle che sono le nostre attività operative: quindi, ripeto, nella produzione, nella distribuzione, nella vendita, nei rapporti con i clienti, con le istituzioni, con il territorio, con i fornitori e quant'altro. Ne abbiamo scelti quattro e, come dicevo, sono: l'Obiettivo numero 7, ovvero la possibilità di accedere a una energia pulita per tutti; il numero 9, che riguarda l'infrastruttura e l'innovazione industriale; il numero 11, che riguarda principalmente le città dove si concentra la massa delle persone e del lavoro – almeno fino a prima dell'emergenza COVID-19 –, e quindi anche dell'inquinamento; il numero 13, ovvero tutto quello che poteva essere la super sintesi, cioè la lotta ai cambiamenti climatici. Per ciascuno di questi, noi abbiamo messo degli obiettivi che abbiamo raggiunto in questi anni e – come dicevo anche prima rispetto all'Agenda dell'Italia e all'Agenda dell'Europa – siamo sempre in anticipo, arriviamo prima e rialziamo ogni anno questi stessi obiettivi, perché – come ho detto e mi ripeto – è giusto che un'azienda di servizi che si sta impegnando a fornire le condizioni di vita migliori nei Paesi in cui opera faccia questo e che lo faccia anche condividendo il valore creato con le istituzioni stesse e con i Paesi, con i territori circostanti, creando anche valore per gli azionisti proprio per l'apprezzamento che i mercati danno di queste iniziative, nessuna esclusa.
  Accenno a due temi in particolare. Questo monitoraggio degli obiettivi sui quattro SDGs viene fatto regolarmente nelle riunioni dei Consigli di amministrazione, quindi oltre a produrre ovviamente il bilancio di sostenibilità, che da quest'anno è perfettamente integrato con il nostro bilancio di gruppo, abbiamo un monitoraggio costante. Credo che la seconda cosa sia quella degli obiettivi di riduzione della CO2, cioè la riduzione quasi a zero, entro il 2030, di emissioni di anidride carbonica. I 218 grammi di CO2 per kilowattora prodotto – non ho il dato al 2015 con me, ma se qualcuno fosse curioso, lo posso tirare fuori – sono già molto di meno rispetto a quello che facevamo prima e si ridurrà fino a 80 grammi circa e, come sapete, vogliamo che tenda allo zero per il 2050, ma certamente raggiungeremo quell'obiettivo anche prima.
  Un altro aspetto molto importante, secondo me, è il tema dei punti di ricarica elettrica per la mobilità sostenibile. Stiamo lavorando su questo territorio, in Italia, ma anche in altri in altri Paesi del mondo e soprattutto in questo ultimo periodo stiamo lavorando moltissimo con le amministrazioni cittadine, con le municipalità, per aiutarle a fare una transizione del trasporto pubblico locale verso la mobilità sostenibile e verso l'elettrico. Gestiamo la flotta degli autobus di Santiago del Cile e, Pag. 7in parte, anche di Barcellona e di Madrid. Stiamo partecipando a tutte le gare anche dei comuni più importanti delle città metropolitane più importanti in Italia e piano piano, a partire da Milano, da Roma o da Torino, qualche autobus elettrico si comincia a vedere.
  Questo, secondo noi, è un punto importante, perché riteniamo che la sharing economy debba portare sempre di più a un trasporto collettivo e che il trasporto collettivo debba essere il più sostenibile possibile. Quindi questa slide identifica come noi abbiamo ben chiaro dal punto di vista manageriale quali sono i nostri obiettivi e come poterli raggiungere. Ho sorvolato la prima riga, che è quella della capacità rinnovabile, perché ne ho parlato già prima e questo si sposa perfettamente con la chiusura degli impianti a carbone il 2025, che dovranno essere principalmente sostituiti con impianti ibridi, rinnovabili che avranno batterie per poter sfruttare la produzione delle rinnovabili anche quando non serve per i consumi immediati, e in parte marginale e minimale, della produzione a gas, che inevitabilmente deve essere il tappo finale e marginale per garantire l'adeguatezza e l'indipendenza del nostro sistema e del quale non si può fare a meno.
  Nella prossima slide (slide n. 13), faccio un accenno a quello a cui accennava anche il presidente Fassino, cioè la collaborazione che noi abbiamo con queste Agenzie internazionali, e in particolare con le Nazioni Unite. Noi come ENEL siamo stati i primi ad aderire al Global Compact. Credo che il nostro l'Amministratore delegato sia l'unico rappresentante di una società energetica nel Board del Global Compact già da qualche anno e il nostro chief financial officer (CFO) è co-chairman della CFO Taskforce. Questo è molto importante perché, come accennavo, gli strumenti di finanza sostenibile stanno diventando sempre più preponderanti. Gli investitori guardano con sempre maggior favore alle compagnie sostenibili e virtuose, quindi si sta autoalimentando non solo la nostra capacità, ma siamo stati un driver, un esempio, un traino anche per molte aziende italiane, sia che siano nostri fornitori o che non lo siano, sia per venire con noi in queste iniziative, sia per seguire l'esempio che stiamo dando.
  Un'altra cosa molto importante è la presidenza che è sempre l'ingegnere Starace ha del Board di Sustanaible energy for all, che è l'SDG numero 7, quindi l'accessibilità per tutti. Sappiamo quanti – forse centinaia di milioni di soggetti in tutto il mondo – non hanno accesso all'energia, tanto meno a quella pulita e sappiamo bene quanto questo fattore di distanza, di divergenza e di discriminazione possa poi creare problemi economici, sociali, problemi di migrazioni, quindi problemi biblici che dobbiamo tutti quanti contribuire a ridurre e a mitigare. Il fatto di essere presenti addirittura con la presidenza del Board dà un ulteriore elemento del nostro impegno a livello mondiale per queste iniziative.
  Il terzo aspetto che mi fa piacere citare è il Global Investors for Sustainable Development Alliance (GISD), che è un'alleanza fra i leader mondiali del settore privato, come riferiva sempre il presidente citando la legge n. 125 del 2014: i privati sono entrati a tutto tondo e a tutto titolo nelle strategie per lo sviluppo e per la cooperazione in questi Paesi.
  Nella prossima slide (slide n. 14), sulla quale potrei anche soffermarmi poco, facciamo vedere quelli che sono i cinque elementi trainanti della nostra presenza in Italia. Siamo passati dal mondo all'Italia: vi è il tema della rifocalizzazione, tutto il parco di generazione con la chiusura degli impianti a carbone al 2025; vi è l'economia circolare, che riguarda proprio il rifacimento e lo smantellamento di parte di questi impianti e la riqualificazione a nuova vita degli impianti stessi, che abbiamo iniziato quando nel 2015 ancora non si parlava di chiusura del carbone, ma si parlava di Futur-e, un progetto di cui forse avrete sentito parlare, perché già immaginavamo la chiusura totale e definitiva degli impianti a gasolio, a olio gas e a gas che avevano fatto la loro storia e la loro vita e che, secondo il nostro punto di vista, non sarebbero più stati richiamati o tornati in produzione. Fin dall'inizio della nostra gestione manageriale avevamo iniziato a guardare e a promuovere i concetti di economia Pag. 8circolare e di riqualificazione dei siti industriali. Sulla parte di destra vi è il tema dell'elettrificazione dei trasporti, ma non solo, perché vi è anche quello del riscaldamento e dell'efficientamento delle città e delle smart cities. Da questo punto di vista, devo dire che le misure del Governo, sia come semplificazione sia come sussidi, stanno andando verso questa linea. Poi vi è il tema della digitalizzazione e della rete, a cui ho già accennato. Noi abbiamo anche digitalizzato tutti i nostri processi e credo che siamo stati fra i primissimi in Italia a portare tutte le nostre applicazioni sul cloud e quindi anche a proteggerle più facilmente dal punto di vista di intrusioni esterne; soprattutto, sul cloud abbiamo la possibilità di essere più flessibili e più agili per aderire al cambiamento.
  Quando parlo di sistemi di accumulo e del demand response, accenno alla gestione attiva dei consumi che deriva dal fatto che le rinnovabili sono poco prevedibili e poco programmabili, anzi quasi per nulla, se non il grande idroelettrico, e quindi devono associarsi a sistemi di gestione della domanda attiva piuttosto sofisticati. Anche su questo abbiamo fatto delle acquisizioni negli Stati Uniti e siamo leader del mercato, ma sempre nella logica di aderire a quelle che, a nostro avviso, sono le esigenze dei clienti finali, delle istituzioni, della pubblica amministrazione e delle grandi imprese. Noi siamo un'azienda di servizio e siamo un'azienda globale dal punto di vista delle piattaforme organizzative, ma siamo anche un'azienda multilocale, perché ogni Paese ha le sue regole, le sue visioni di politica industriale, le sue regolazioni e quindi è evidente che noi dobbiamo contemperare e «mediare» quelle che sono le esigenze di un'azienda globale che vuole fare efficienza standardizzando i processi a quelle che sono le esigenze locali del territorio.
  Passerei alla slide n. 15, che è anche l'ultima: questa slide riguarda la capacità e le competenze dei nostri 68 mila colleghi, che sono i veri motori, artefici di quello che viene fatto nel mondo e che portano veramente sulle loro spalle, sulle loro responsabilità, l'achievement dei nostri risultati e che evidentemente stiamo cercando di coltivare come si conviene, considerandolo l'asset più prezioso, più importante e più strategico. Quindi parliamo di welfare, di formazione, di inclusione, di riduzione delle diversità e così via. È evidente che poi questo si deve integrare – ma ne ho fatto già un accenno più volte nella mia relazione – all'integrazione sul territorio, quindi parliamo di tutela dell'ambiente, del verde pubblico, parliamo dell'economia circolare, quindi di cose che sono ormai abbastanza note. Sul lato destro vedete identificate le partnership: si parte dall'Alleanza per lo sviluppo sostenibile (ASviS), che è una meravigliosa intuizione di qualche anno fa che noi abbiamo supportato e promosso in tutte le sedi e in tutte le occasioni possibili, perché riteniamo che sia veramente meritevole e abbia già raggiunto tantissimi risultati. Poi vi sono tutte le altre organizzazioni del terzo settore, con le quali collaboriamo anche direttamente. Il presidente ha citato i rapporti con le università e con i centri di ricerca di ENEL Foundation. Io citerei anche il ruolo di ENEL Cuore Onlus, che opera sul territorio nazionale come fondazione più filantropica e che ha fatto tantissimo anche in questa emergenza di COVID-19 nello stare vicino agli ospedali e a tutto il personale sanitario, alle Regioni, alla Protezione civile e alle varie alle istituzioni. Siamo un gruppo sufficientemente diversificato non solo dal punto vista industriale o dal punto di vista geografico, ma anche come capacità di interazione con le istituzioni nei vari Paesi.
  Io mi fermerei qui. Forse sono andato addirittura un po' oltre il tempo che mi era stato concesso. Grazie.

  PRESIDENTE. La ringrazio, dottor Tamburi. Abbiamo un quarto d'ora per porre possibili questioni e domande, perché ricordo che c'è il question time in Aula alle 15 con il Ministro Di Maio. Chi chiede la parola? Prego, onorevole Emiliozzi.

  MIRELLA EMILIOZZI. Grazie, presidente. Grazie per l'esaustiva spiegazione e approfondimento. Io sarei interessata, se è possibile, ad avere qualche dato in più sullo Pag. 9sviluppo della combinazione, – che ultimamente ho sentito molto spesso e che immagino sia molto interessante – di fotovoltaico e idrogeno e sull'impegno dell'ENEL in questo settore innovativo.
  Lei ha parlato anche dello smantellamento delle centrali a carbone. Le chiedo se sia possibile fare un piccolo approfondimento anche sui termovalorizzatori.
  Come ultima cosa, chiedo se sia possibile e se sia previsto che una grande azienda come ENEL abbia la possibilità di pensare a una sorta di sostegno per la riconversione verde delle aziende che non riescono a pianificarlo da sole con le proprie forze, perché magari sono troppo piccole. Grazie.

  IOLANDA DI STASIO. Grazie anche al Direttore per questa esaustiva panoramica. Recentemente questa Commissione, e questa Camera, ha licenziato un testo di legge che prevede l'istituzione di Zone economiche esclusive. In tal senso, visto che il panorama anche geopolitico si sta ampliando anche in scenari marittimi abbastanza delicati, complicati ed anche abbastanza appetibili dal punto di vista energetico, mi chiedevo se ENEL stesse guardando, come stanno già facendo anche altri enti nazionali, a sistemi di riconversione e anche di approvvigionamento energetico che deriva a secco da onde marine, quindi sfruttando più energia via mare, sempre dal punto di vista del green. Grazie.

  PRESIDENTE. Altri? Dottor Tamburi, se vuole rispondere a queste questioni che sono state poste.

  CARLO TAMBURI, Direttore Italia di ENEL. Rispondo rapidamente. Per quanto riguarda l'idrogeno, noi assumiamo come punto di partenza l'idrogeno verde: riteniamo che l'idrogeno abbia un senso se prodotto con la scissione dell'acqua, con gli elettrolizzatori, quindi utilizzando l'energia verde per produrre quell'energia necessaria alla scissione dell'acqua. Da questo punto di vista è evidente che il fotovoltaico si integra alla perfezione con questo con questo tipo di produzione.
  Abbiamo detto di essere parte dei vari tavoli di ricerca e di sviluppo per fare in modo che il costo di produzione dell'idrogeno possa arrivare ad essere competitivo. Oggi non lo è, ma lo sarà probabilmente fra qualche anno con gli investimenti che sono necessari. Da questo punto di vista, posso citare anche un piccolo accordo che abbiamo fatto con ENI per la produzione di idrogeno verde che verrà utilizzato nelle loro raffinerie.
  Il tema dello smantellamento delle centrali a carbone è il punto centrale della nostra strategia. Abbiamo La Spezia, Fusina, Marghera, Venezia, Civitavecchia e Brindisi. Il caso di Sulcis in Sardegna è un caso relativamente diverso e separato per due motivi: il primo motivo è che recentemente si è ripreso lo sviluppo del distretto dell'alluminio con degli accordi con il Ministero dello Sviluppo economico e con Invitalia Spa per far ripartire la produzione di Alcoa Srl e di Eurallumina Spa; quindi, c'è necessità di una produzione elettrica in loco e, come sapete, la Sardegna non è metanizzata, non c'è gas e la sostituzione di quell'impianto a carbone deve essere integrato nella strategia di politica industriale della regione. Per gli altri quattro noi abbiamo già ottenuto qualche settimana fa la chiusura di uno dei tre gruppi di Brindisi; infatti, dal 1° gennaio uno dei tre gruppi è chiuso. Abbiamo avuto l'autorizzazione per chiudere Fusina, due piccole unità già quest'anno, quindi in anticipo rispetto al 2025. Stiamo discutendo per La Spezia con le autorità, mentre la chiusura di Civitavecchia avverrà forse un po' più avanti. Questi impianti dovranno essere sostituiti, come ho detto, da impianti molto più piccoli e molto più efficienti, che funzioneranno meglio, che funzioneranno meno a gas e che saranno dei piccoli impianti a ciclo aperto che possono essere anche trasformati in cicli combinati. Sullo stesso territorio, quindi sugli stessi nodi di rete, ci sarà la penetrazione delle rinnovabili e quindi su questo stiamo facendo il nostro iter autorizzativo con gli enti preposti.
  L'onorevole Emiliozzi ha accennato al tema dei termovalorizzatori: noi non siamo presenti in quel settore e non siamo presenti Pag. 10 nel tema della gestione dei rifiuti, quindi non siamo coinvolti.
  La terza domanda riguardava il sostegno alla riconversione a verde per le aziende: noi riteniamo, come ho detto, che da un lato stiamo aiutando tutti i nostri fornitori a rendersi sostenibili loro stessi, e quindi ad essere in grado di dialogare con noi dal punto di vista, per esempio, anche delle procedure, della digitalizzazione e della sicurezza sul lavoro. Quindi noi siamo sicuramente in grado di spingere e di creare anche una filiera produttiva che sia tutta verde, però chiaramente questo avviene sempre nel rispetto delle logiche tra cliente e fornitore. Possiamo fare consulenze, possiamo fare scuola dal punto di vista di dove va il mondo, però è un sostegno che si limita a questo.
  L'onorevole Di Stasio ha parlato delle onde marine. Non ne ho parlato perché la relazione poi avrebbe toccato forse temi troppo di dettaglio, ma noi ovviamente abbiamo dei centri di ricerca e di sviluppo per le nuove energie. Sono quelli che si stanno occupando dell'idrogeno, quelli che hanno permesso di sviluppare il fotovoltaico di ultimissima generazione che noi stessi produciamo, ovvero i pannelli a Catania, e sicuramente c'è anche un gruppo che si sta occupando del moto ondoso e dall'azione prodotta dalle onde marine. Direi che la nostra sensazione, in questo ambito, è che siamo ancora abbastanza a uno stadio iniziale ed embrionale. Non riteniamo che, nell'orizzonte del Piano dei prossimi tre o quattro anni, ci possa essere una significativa produzione che derivi da quello. Credo di aver risposto alle osservazioni che erano state poste. Non so se c'è altro.

  PRESIDENTE. Una domanda ce l'ho io, prima di chiudere. Che impatto ha la mobilità sostenibile sulla domanda di aumento dell'energia elettrica? Perché naturalmente quanto più va avanti la mobilità sostenibile, tanto più c'è un consumo di energia elettrica, Abbiamo una misura e una previsione di questo impatto?

  CARLO TAMBURI, Direttore Italia di ENEL. Io Le do una cifra complessiva: nel 2030 l'incremento di consumi necessari per il Paese dovrebbe passare da circa 311 terawattora dell'anno 2019 – escludo il 2020, perché a causa del COVID-19 c'è stata una domanda più bassa del circa 5,3 per cento – a circa 330 terawattora. Quindi in dieci anni ci dovrebbe essere, se non vado errato, un incremento del 7-8 per cento. Si tratta di un incremento relativamente marginale, ma per un motivo molto semplice: noi riteniamo che ci sarà un grosso shifting dei consumi. Sicuramente ci sarà la mobilità elettrica che avrà un suo impatto – per quanto non enorme –, ma ci sarà sicuramente la riduzione dei consumi derivante dalle tecniche di efficientamento energetico, dalla tecnologia.
  Tutti i nostri elettrodomestici, come chiunque di noi può rilevare ogni giorno, consumano e assorbono molto meno energia di prima. Abbiamo cominciato dieci anni fa con le lampadine a LED e concettualmente si continua ad andare avanti, quindi tutti i vari accumulatori, come gli scaldabagni e le caldaie. Anche se volessimo trasformare il riscaldamento da gas o da gasolio a quello elettrico sarà con degli strumenti, rispetto agli scaldabagni, ai frigoriferi o ai forni di una volta, con dei consumi non dico di un ordine di grandezza in meno, ma dell'ordine del 50, 60 o 70 per cento in meno di energia assorbita e consumata. Quindi alla fine ci sarà come una sorta di ribilanciamento. Il problema è che questo ribilanciamento avverrà con modalità diverse, per cui i consumi saranno forse più concentrati nelle grandi città e meno nelle periferie, le mega cities tenderanno ad essere dei poli aggreganti, la distribuzione della produzione sarà, come dicevo prima, meno legata alle grandissime centrali da migliaia di megawatt e più legata a piccole entità distribuite, per cui ciascuno di noi, le piccole imprese, le aziende agricole, ma anche le famiglie potranno dotarsi dei propri pannelli fotovoltaici e delle proprie batterie. Quindi è un paradigma che cambia moltissimo. Paradossalmente, il numero di kilowattora consumati o di terawattora consumati in un anno nel nostro Paese invece crescerà di una quota relativamente marginale rispetto alla rilevanza Pag. 11 di questi cambiamenti, che sono più sugli stili di vita e più socioeconomici che non di tipo energetico, dal punto di vista dei consumi finali. Non so se sono riuscito a spiegare bene.

  PRESIDENTE. Onorevole Valentini, deve essere proprio telegrafico, siamo al limite. Prego.

  VALENTINO VALENTINI. Volevo ringraziare il nostro ospite per la presentazione ampia, vasta e approfondita. Ho una domanda di carattere internazionale.
  Il mercato elettrico è un mercato nazionale, ma l'ENEL ci ha dimostrato, con la sua trasformazione in tema di società, che ormai anche il mercato elettrico è un mercato globale. Sul mercato globale noi vediamo l'affacciarsi di una potenza, soprattutto, che da produttore di pannelli di basso costo sta diventando la seconda potenza e forse diventerà anche la prima in competizione, sia in termini di produzione sia in termini di tecnologie: parlo della Cina. Questo non è soltanto un fattore legato all'energia, ma è anche un fattore legato, come sappiamo, all'internet of things (IoT), alla connessione di una serie di elementi, di cui Lei ci ha parlato. Volevo chiederLe se può darci una valutazione e se in un certo qual modo Lei e l'ENEL sentiate una presenza come competitor globale della Cina.
  Inoltre, Le faccio una domanda che esula certamente dal tema che abbiamo affrontato: Lei ritiene che la Cina sarà uno dei Paesi centrali oppure no nello sviluppo internazionale del mercato energetico e del mercato dell'energia sostenibile?

  PRESIDENTE. Prego, dottor Tamburi.

  CARLO TAMBURI, Direttore Italia di ENEL. Grazie, la domanda è interessantissima. La Cina è già per definizione un grandissimo player da questo punto di vista, perché, dovendo produrre grandi masse di energia per la sua attività, è stato per anni uno dei grandissimi consumatori di carbone, è stato uno dei grandissimi investitori nelle energie nucleari, con partnership per imparare il mestiere e poi hanno cominciato a fare anche da soli. Quindi la Cina è sicuramente un grandissimo player nell'energia, da questo punto di vista, e uno dei grandissimi consumatori di gas, visto che anche loro stanno andando verso una transizione energetica. Quello che noi abbiamo notato in questi anni è che vi è una sensibilità sulle rinnovabili, che ha sicuramente spinto la produzione di pannelli fotovoltaici, delle pale eoliche anche per l'autoproduzione, per l'autoconsumo e non solo per l'export, e questo è molto importante. Quello che Lei accennava è l'abbinamento tra le tecnologie digitali, quindi le interconnessioni di rete, e l'energia elettrica, quindi parliamo di fibra ottica, di reti 5G: non voglio entrare in quelle tematiche mega politiche, ma sicuramente quello è un è un grosso fattore.
  Nell'ambito di quello che riguarda, invece, la vera e propria energia elettrica, se posso banalizzare la sua domanda, onorevole Valentini, è questo: la Cina, che ha invaso il mercato mondiale con le sue merci e con i suoi denari, comprando e sottoscrivendo, può invadere il mondo con la propria energia? Direi di no. Qui c'è un tema fisico, di interconnessione di rete, per cui è abbastanza improbabile che nel giro dei prossimi venti o trenta anni ci possa essere una linea elettrica o un gasdotto che possa fare migliaia e migliaia di chilometri senza perdere efficienza.

  VALENTINO VALENTINI. Con la propria tecnologia, non con la propria energia. La mia domanda era più se la Cina riuscirà a invadere il mondo con la propria tecnologia, anche in campo energetico.

  CARLO TAMBURI, Direttore Italia di ENEL. Io penso che dal punto di vista delle fibre ottiche e delle comunicazioni lo aveva già fatto e continuerà sempre a farlo. Dal punto di vista dell'energia, lo ha fatto con i pannelli fotovoltaici. Non credo che lo possa fare con l'idrogeno. Se vogliamo guardare a quello che sarà la nuova frontiera dei prossimi anni, mi stupirei, anche perché – non l'ho detto – c'è un tema di trasmissione e di distribuzione di quel gas, Pag. 12che mi pare abbastanza difficile che ci possa essere una produzione lontana dai centri di consumo. Nel nostro piccolo in Italia si è parlato di hydrogen valleys, ovvero di luoghi dove la produzione, derivante dalle rinnovabili, perché questa è la nostra precondizione, e il consumo siano molto ravvicinante.
  Credo che proprio fisicamente, se posso dire anche per fortuna, ci sia una barriera fisica all'invasione di questa tecnologia e quindi di quello che la tecnologia può comportare dal punto di vista energetico.

  PRESIDENTE. Va bene. Grazie, dottor Tamburi. La ringraziamo molto, anche per la documentazione che ci ha illustrato, che sarà pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato). Credo che ci potranno essere altre occasioni di interlocuzione, perché l'ENEL, come Lei ha illustrato, opera su scacchiere su cui la Commissione Affari esteri sta conducendo una serie di iniziative, come lo scacchiere latinoamericano. Quest'anno – il 2021 – sarà l'anno della 10a Conferenza Italia-America Latina e in questo quadro abbiamo deciso una serie di audizioni, quindi credo che Le chiederemo di tornare da noi. Anche l'Amministratore delegato della società, il dottor Starace, ha partecipato qualche settimana fa al lancio del partenariato Italia-Africa insieme al Ministro De Maio e anche su questo tema la Commissione intende sviluppare un piano di iniziative, per le quali è probabile che le chiederemo di accompagnarci.

  CARLO TAMBURI, direttore Italia di ENEL. Sarà un piacere e un onore prendere parte ai vostri lavori.

  PRESIDENTE. Grazie a Lei. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.05.

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