XVIII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta antimeridiana n. 27 di Mercoledì 18 novembre 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fassino Piero , Presidente ... 3 

INDAGINE CONOSCITIVA SULL'AZIONE INTERNAZIONALE DELL'ITALIA PER L'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE

Audizione, in videoconferenza, del Presidente dello International Fund for Agricultural Development (IFAD), Gilbert F. Houngbo.
Fassino Piero , Presidente ... 3 
Houngbo Gilbert Fossoun , Presidente dello ... 4 
Fassino Piero , Presidente ... 6 
Quartapelle Procopio Lia (PD)  ... 6 
Fassino Piero , Presidente ... 6 
Houngbo Gilbert Fossoun , Presidente dello ... 6 
Fassino Piero , Presidente ... 6 
Lupi Maurizio (Misto-NI-USEI-C!-AC)  ... 6 
Fassino Piero , Presidente ... 7 
Houngbo Gilbert Fossoun , Presidente dello ... 7 
Fassino Piero , Presidente ... 7 
Houngbo Gilbert Fossoun , Presidente dello ... 8 
Fassino Piero , Presidente ... 8 
Houngbo Gilbert Fossoun , Presidente dello ... 9 
Fassino Piero , Presidente ... 9

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa: Misto-CD-RI-+E;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare (AP) - Partito Socialista Italiano (PSI): Misto-PP-AP-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PIERO FASSINO

  La seduta comincia alle 10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
  Informo anche il signor Houngbo, come l'Ambasciatore Lomonaco, che, sulla base delle regole che ci ha dato in questo tempo di COVID-19 la Camera dei deputati, le audizioni possono essere anche ascoltate in remoto. Questa è la ragione per cui vedete solo me nell'Aula della Commissione. Gli altri colleghi sono collegati in remoto e seguiranno e interverranno da remoto.

Audizione, in videoconferenza, del Presidente dello International Fund for Agricultural Development (IFAD), Gilbert F. Houngbo.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'azione internazionale dell'Italia per l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, l'audizione, in videoconferenza, del Presidente dell'International Fund for Agricultural Development (IFAD), Gilbert F. Houngbo, che saluto e ringrazio per la disponibilità a questa audizione.
  Ricordo che il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) è stato istituito a Roma nel 1977 da un'Agenzia specializzata delle Nazioni Unite ed è un'istituzione finanziaria internazionale. Il suo obiettivo è contrastare la povertà e la fame nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo attraverso programmi di sviluppo locale, che IFAD realizza in stretta collaborazione con i Governi dei Paesi beneficiari e con il coinvolgimento degli attori locali.
  Nei suoi programmi, inoltre, presta particolare attenzione alle donne, a cui viene spesso negato un accesso equo a opportunità e risorse, tant'è che circa la metà dei beneficiari delle iniziative promosse dal Fondo sono donne.
  Dal 1978 a oggi sono state investiti oltre 20 miliardi di dollari in donazioni e prestiti a tassi agevolati per finanziare progetti di cui hanno beneficiato 480 milioni di persone.
  Il quadro strategico 2016-2025 dell'IFAD definisce le linee direttrici della sua azione del prossimo decennio che ruotano intorno al clima e all'ambiente, due degli assi prioritari dell'Agenda.
  Le risorse finanziarie dell'IFAD provengono principalmente dal proprio capitale iniziale. Altre risorse includono i redditi da investimenti, il recupero dei prestiti erogati, i contributi dei Paesi membri – complessivamente 176 – e da istituzioni multilaterali quali la Banca di sviluppo multilaterale e altre Agenzie delle Nazioni Unite del Polo romano, come la FAO e il World Food Programme.
  L'Italia è un partner fondamentale dell'IFAD, non solo perché ne ospita la sede, ma anche perché è uno dei maggiori contribuenti fin dal 1977. Per il triennio 2019-2021 l'Italia, attraverso il Ministero dell'Economia e delle finanze, ha annunciato un contributo di 66 milioni di dollari. La cooperazione italiana, in aggiunta ai suddetti fondi, concede all'IFAD contributi obbligatori, derivanti dall'accordo di sede, e può concedere contributi volontari per il finanziamento Pag. 4 di specifici progetti di sviluppo dell'IFAD.
  A febbraio del 2019, cioè un anno fa, l'Italia e IFAD hanno firmato un nuovo accordo quadro di partenariato che riflette gli obiettivi dell'Agenda 2030 e tiene conto delle priorità strategiche della cooperazione italiana. La collaborazione dell'Italia sulla base del nuovo accordo riguarda soprattutto il sostegno agli agricoltori e ai gruppi vulnerabili, in particolare associazioni contadine e popolazioni indigene, e lo sviluppo di filiere produttive, incluso il potenziamento dei servizi finanziari nelle aree rurali nonché la sicurezza alimentare e nutrizionale, con particolare riguardo all'Africa sub-sahariana.
  Richiamati sinteticamente gli elementi di quadro, sono lieto di dare la parola al Presidente Houngbo per il suo intervento. Prego, Presidente.

  GILBERT FOSSOUN HOUNGBO, Presidente dello International Fund for Agricultural Development. Grazie, signor presidente. Sono molto lieto di avere la possibilità di vederLa, anche se in modo virtuale. L'ultima volta ci siamo visti a Torino due anni fa. Sono davvero onorato di essere di nuovo con Lei. Grazie, Ambasciatore Lomonaco, per il supporto dato da Lei e dalla Sua missione.
  Onorevoli membri della Commissione Affari esteri, onorevoli deputati e signore e signori, vorrei esprimere i miei ringraziamenti per aver invitato noi oggi a questo importante dibattito sull'intensificazione dell'impegno per porre fine alla fame e alla malnutrizione globali entro il 2030. Sono lieto di poter rivedere alcuni di voi dopo la visita che avete effettuato all'IFAD all'inizio di quest'anno. Era gennaio o febbraio. Sono lieto che si svolga questo dibattito oggi, in un momento in cui il Governo italiano affronta questioni così importanti, e vi ringrazio del tempo che avete voluto dedicare all'IFAD.
  Come ben sapete, questo momento è davvero critico. Oggi non possiamo permetterci di trascurare la povertà e la fame. Sappiamo che la fame è sia il risultato sia la causa dei conflitti. Anche prima del COVID-19 il mondo non era sulla strada giusta per raggiungere e conseguire il primo degli Obiettivi globali, quello di porre fine alla povertà estrema, né per conseguire il secondo Obiettivo, quello di porre fine alla fame entro il 2030. Le previsioni che abbiamo visto, purtroppo, dipingono un quadro all'insegna di una maggiore povertà, all'insegna della fame e di turbolenze economiche a causa della pandemia.
  A nome di tutti i miei colleghi dello staff dell'IFAD vorrei ringraziare voi, le autorità e le istituzioni italiane, per il partenariato e per il continuativo sostegno citati dal presidente nel suo intervento introduttivo e per il vostro ruolo guida durante questa inattesa emergenza legata al coronavirus.
  Vorrei rivolgere i miei ringraziamenti anche al Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, oltre che al Ministero delle Finanze. Entrambi i Ministeri sono partner dell'IFAD per lo sviluppo da più di quarant'anni.
  Onorevoli parlamentari, come saprete – lo ha detto anche il Presidente – l'IFAD è la più giovane istituzione, qui a Roma dal 1977; ironicamente, fummo creati in risposta alla devastazione causata da siccità, carestie e dall'impennata dei prezzi alimentari. Il nostro mandato è sempre stato molto specifico. Consiste nella fornitura e nell'erogazione di finanziamenti ai più poveri all'interno delle comunità rurali, per rafforzare la loro resilienza e porre fine alla fame attraverso progetti agricoli e non agricoli.
  Mentre i nostri colleghi della FAO si concentrano sulla ricerca in campo alimentare e agricolo, su un lavoro normativo, sulla condivisione di conoscenze e sulle politiche, mentre il Programma alimentare mondiale si concentra sugli aiuti e l'assistenza alimentari nei periodi di emergenza, il 100 per cento del lavoro dell'IFAD si basa su operazioni condotte sul campo e sugli investimenti per lo sviluppo.
  Circa il 60 per cento delle nostre attività oggi si svolge in Africa, anche se vale la pena ricordare che, in un mondo globale, nel 2020 fino al 90 per cento delle nostre attività globali si è svolto all'interno dei Paesi a basso reddito, per lo più in Africa e in Asia. Pag. 5
  Come ha detto il presidente, siamo anche un'istituzione finanziaria. Il nostro modus operandi consiste nell'erogare prestiti agevolati ai Paesi debitori, prestiti che sono a beneficio delle comunità rurali. Quindi, concediamo prestiti agevolati ai Paesi, i Governi sono responsabili del pagamento ma i beneficiari al 100 per cento sono sempre costituiti da comunità rurali.
  Alla fine del 2019 il nostro portfolio era di 7,5 miliardi di dollari, costituiti per lo più da prestiti concessi ma non ancora rimborsati. Lavoriamo a circa duecento progetti in novanta Paesi. Raggiungiamo all'incirca 130 milioni di beneficiari, il 50 per cento dei quali almeno è costituito da donne e il 20 per cento da giovani.
  Conduciamo valutazioni di impatto secondo le quali ogni anno gli investimenti dell'IFAD fanno aumentare la produzione di 15 milioni di piccoli agricoltori e migliorano la resilienza di circa 9 milioni di partecipanti ogni anno. Ci siamo impegnati anche perché il 50 per cento delle nostre attività garantisca un'attenzione particolare alla nutrizione. Come ha detto il presidente, i nostri quattro principali ambiti d'azione sono il genere, i giovani, il clima e la nutrizione.
  Sulla base delle somme restituite, vale a dire quei debiti che sono ripagati dai Paesi che hanno beneficiato dei prestiti sovrani di cui ho parlato prima, noi siamo in grado di garantire che ogni dollaro versato dai vostri contribuenti sia trasformato in otto dollari per i nostri programmi attraverso l'integrazione dei rimborsi ricevuti da prestiti passati e l'aggiunta di cofinanziamenti: questo modus operandi ci aiuta a mobilitare risorse. Ogni dollaro versato dai contribuenti ci aiuta a creare un valore pari a 8 dollari per i nostri progetti.
  Molti di voi sapranno che circa un mese fa abbiamo finito un processo al termine del quale Fitch ha conferito alla nostra organizzazione un rating pari a AA+. È la prima volta che un'Agenzia delle Nazioni Unite riceve un rating del credito.
  Noi siamo profondamente preoccupati per l'impatto della crisi del COVID-19 sugli Stati membri in generale e sui milioni di giovani, donne e uomini, nelle comunità rurali. Perciò, per fornire una risposta immediata alla crisi, abbiamo riadattato i nostri progetti sulla base delle richieste di circa settanta Governi. Abbiamo riadattato i nostri progetti in corso per un valore di 150 milioni di dollari per garantire la nostra capacità di assistenza fornita ai Governi e consentire loro di affrontare l'impatto socioeconomico della crisi del COVID.
  Noi garantiamo sempre il fatto che non interveniamo nella dimensione umanitaria, perché questa rientra nell'ambito del mandato del Programma alimentare mondiale. Aiutiamo i Paesi a procurarsi e a distribuire sementi e fertilizzanti, che vengono forniti soprattutto ai piccoli agricoltori. Oltre a ciò, abbiamo lanciato un meccanismo finanziario di stimolo per i poveri delle comunità rurali. Con l'aiuto di numerosi dei nostri donatori siamo riusciti a mobilitare le nostre risorse con ulteriori 80 milioni di dollari per aiutare i Paesi ai quali rendiamo già il nostro servizio.
  Ancora una volta vorrei esprimere il nostro apprezzamento nei confronti dell'Italia, che è un partner speciale dell'IFAD dalla nostra fondazione. Siete padroni di casa generosi perché ospitate non solo l'IFAD, ma anche le altre Agenzie che hanno sede a Roma. In aggiunta a ciò, sia l'Italia sia l'IFAD riconoscono l'importanza dell'agricoltura su piccola scala. Condividono insieme l'impegno nella lotta alla povertà e alla fame attraverso uno sviluppo rurale agricolo sostenibile, inclusivo ed equo.
  Noi plaudiamo anche al ruolo critico essenziale svolto dall'Italia in relazione all'agricoltura, non solo da una prospettiva legata alla produzione, ma anche in quanto contributore essenziale allo sviluppo socioeconomico. Così siamo in grado di aiutare i Paesi a basso reddito in cui il settore agricolo a volte rappresenta fino al 25 per cento del PIL nazionale. Auspichiamo di poter continuare la nostra collaborazione con l'Italia anche durante la presidenza del G20 del prossimo anno, anche nell'ambito della COP26, Siamo pronti a lavorare con voi.
  Vi ringrazio ancora una volta per questo invito. Grazie, signor presidente.

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  PRESIDENTE. La ringrazio, Presidente. Adesso passiamo la parola ai commissari. Chi chiede la parola? L'onorevole Quartapelle Procopio, prego.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Buongiorno. Ringrazio molto il Direttore per l'intervento. Vorrei capire quali sono i Paesi in cui IFAD vede un rischio principale di effetti negativi del virus sulla capacità di approvvigionarsi di cibo e che tipo di strategie si possono mettere in campo. Se capisco bene, il problema non è tanto sulla produzione di cibo quanto sulla capacità che le persone hanno di acquistare cibo a fronte di lockdown, e quindi di una ridotta attività economica; dall'altro lato, c'è tutto il tema dell'approvvigionamento. Più che una crisi di offerta è una crisi di domanda.
  Volevo sapere anche quali sono le strategie della cooperazione internazionale per far fronte a questo tipo di crisi.

  PRESIDENTE. Ci sono altri commissari? Intanto do la parola al Presidente Houngbo. Poi vediamo se ci sono altri commissari. Prego, Presidente.

  GILBERT FOSSOUN HOUNGBO, Presidente dello International Fund for Agricultural Development. Grazie mille. Grazie, onorevole Quartapelle. I Paesi più a rischio hanno spesso istituzioni deboli o sono usciti di recente da crisi provocate dagli uomini o legate a shock, ai cambiamenti climatici, a inondazioni o siccità prolungate, anche prima del COVID. È importante ricordare che dal 2015 le percentuali di insicurezza alimentare sono aumentate. Tanti Paesi, ancor prima del COVID, erano fragili in termini di produzione alimentare.
  Il problema spesso è la mancanza di trasformazioni minime. Tutto ciò aumenta i rischi relativamente allo spreco e alla perdita alimentare. Sappiamo che il 30-33 per cento della produzione alimentare viene sprecato o perso. Gran parte della produzione alimentare è andata perduta durante la pandemia del COVID. A causa delle rigidissime chiusure gli agricoltori da un giorno all'altro producono, ma non possono consegnare la loro produzione perché non arrivano gli autocarri, e così non riescono a vendere nei mercati locali o nelle città vicine né riescono a consegnare agli hotel o ai ristoranti delle città. A volte, all'inizio del ciclo produttivo manca l'accesso alle sementi e ai fertilizzanti perché tutto è stato bloccato. Questi sono alcuni dei problemi.
  Per quanto riguarda la strategia, adesso abbiamo dovuto avviare una strategia innanzitutto sanitaria per poter lottare contro la pandemia. Questa è la direzione che abbiamo dovuto seguire. In tanti Paesi due terzi della popolazione vive al di sotto della linea di povertà, il che vuol dire vivere sotto la soglia di 1,9 dollari al giorno. Due terzi della popolazione in tanti Paesi vive al di sotto della soglia di povertà e sono le attività quotidiane che generano i redditi e il cibo, gli alimenti che queste persone possono avere a disposizione.
  Anche il distanziamento sociale è diventato una vera sfida in questi Paesi. Abbiamo elaborato una strategia che tenesse conto anche della dimensione umanitaria e adesso sosteniamo l'importanza di continuare a investire per lo sviluppo. Sapete bene che la dimensione umanitaria è fondamentale per salvare le vite, ma non crea un'autonomia a lungo termine. Bisogna continuare a investire nello sviluppo affinché si possa continuare in quei Paesi a produrre in maniera autonoma i prodotti alimentari, affinché vi siano le infrastrutture per trasportare gli alimenti nei magazzini o nei mercati regionali e locali.
  Ci sono state tante iniziative. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha lanciato un fondo fiduciario nel tentativo di mobilitare risorse; anche il Fondo monetario internazionale e la Banca mondiale hanno mostrato flessibilità. Anche noi abbiamo mostrato flessibilità nell'assistenza ai Paesi bisognosi. Dobbiamo mantenere vivo questo slancio, altrimenti il rischio è che si possa passare da una pandemia sanitaria a una crisi per carestia.

  PRESIDENTE. Grazie, Presidente. Altri commissari? L'onorevole Lupi. Prego.

  MAURIZIO LUPI. Anch'io ringrazio di cuore per la disponibilità e il tempo che ci Pag. 7sta dando. Anche collegandomi all'ultima sua battuta, vorrei un approfondimento da parte Sua con specifico riguardo, come ha sottolineato il presidente Fassino nella sua introduzione, al lavoro di IFAD con la nostra cooperazione, cioè ai progetti strategici che l'Italia sta portando avanti insieme con voi.
  Il presidente Fassino ha fatto riferimento a questo accordo firmato a febbraio del 2019 tra Italia e IFAD. Mi piacerebbe capire come giudica i progetti, quali sono i progetti strategici su cui state lavorando insieme con la nostra cooperazione, come l'Italia sta e può ulteriormente, secondo la Sua esperienza, dare il proprio contributo perché il lavoro non sia solo puntuale, cioè la risposta a una drammatica emergenza, ma sia anche, come ha detto Lei, strategico per creare le condizioni strutturali affinché questi Paesi possano uscire dalla situazione drammatica in cui si trovano.

  PRESIDENTE. Prego, Presidente Houngbo.

  GILBERT FOSSOUN HOUNGBO, Presidente dello International Fund for Agricultural Development. Grazie mille, onorevole Lupi, per la Sua domanda. La nostra cooperazione con l'Italia è molto efficace. C'era già questa cooperazione prima dell'accordo che abbiamo firmato a febbraio 2019. La nostra cooperazione era già vitale. Ci concentriamo sulla cooperazione bilaterale, ma pensiamo anche agli investimenti nei Paesi del Sahel. L'Italia lo sa bene ed è molto impegnata anche su quel fronte. La cooperazione prevede la valutazione di modalità di aiuto ai piccoli produttori e alle comunità rurali della regione del Sahel. L'Italia è molto apprezzata per la cooperazione, sia nei Paesi a basso reddito sia nei Paesi che sono stati resi fragili dal protrarsi di crisi.
  La seconda dimensione che riteniamo importante ricordare, in relazione alla nostra cooperazione bilaterale con l'Italia, è che la conoscenza dell'Italia basata sull'esperienza maturata anche in termini di piccole e medie imprese, che sono la spina dorsale del sistema produttivo italiano, può essere trasferita e adattata ai Paesi a basso reddito.
  Il terzo punto che ritengo essenziale è il ruolo dell'Italia non solo a livello bilaterale nella cooperazione con noi, ma anche in termini di governance e orientamento a livello globale. Ho detto che noi siamo un'istituzione finanziaria. Abbiamo ricevuto un rating da Fitch molto alto, AA+, un livello molto alto riconosciuto dalla comunità internazionale.
  L'Italia presiede da anni il Comitato di revisione, una sorta di comitato finanziario. Il sostegno dato dall'Italia perché noi ricevessimo quel rating è stato fondamentale; quindi consideriamo l'Italia tra i dieci contributori principali dell'IFAD, anche in termini di sostegno. Questa cooperazione è davvero essenziale e noi continueremo a riferirci a questa cooperazione anche nell'era post-COVID. È importante per noi continuare a investire per lo sviluppo. Insisto su questo punto, perché purtroppo a volte, una volta che si migliora sul piano umanitario, si tende a pensare che il gioco sia finito, e ciò è legato alla nostra natura umana; ma questa è una sfida da affrontare, non solo da parte dell'Italia ma da parte di tutti noi.

  PRESIDENTE. Grazie, Presidente. Ci sono altri commissari che intervengono? Vorrei porre una questione, in particolare. Come l'IFAD affronta il tema del cambiamento climatico? Noi sappiamo che il cambiamento climatico determina nei Paesi in via di sviluppo conseguenze drammatiche, dalla siccità che rende molto difficile qualsiasi possibilità di coltivazione alla desertificazione; e siccità e desertificazione spingono spesso a migrazioni da questi territori. Si calcola che siano decine e decine di milioni le persone che sono migrate da territori investiti da siccità e desertificazione e quindi da impossibilità di vita. Siccome questo tema del cambiamento climatico è uno dei grandi temi che sta di fronte al mondo, è uno degli Obiettivi dell'Agenda 2030, è uno degli obiettivi principali dell'Unione europea nello sforzo di rilanciare la crescita dopo la vicenda COVID-19, come l'IFAD gestisce questo problema del cambiamento climatico? Grazie.

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  GILBERT FOSSOUN HOUNGBO, Presidente dello International Fund for Agricultural Development. Grazie, signor presidente. I cambiamenti climatici sono, come ho detto, uno dei quattro pilastri della nostra attività. Saprete che adesso siamo nel ciclo di rifinanziamento per il periodo 2022-2024. Nel passato – fino a quest'anno – il nostro impegno è consistito nel garantire che il 35 per cento delle nostre attività fosse basato sui cambiamenti climatici. Adesso il Comitato di rifinanziamento, che riunisce sessanta Stati membri, inclusa l'Italia, ci ha chiesto di aumentare questo obiettivo al 40-45 per cento, cosa che prevediamo di ufficializzare a dicembre.
  Se torniamo indietro al 2012, già allora l'IFAD riconobbe la natura essenziale e fondamentale del problema dei cambiamenti climatici. Varammo un progetto di adattamento per i piccoli agricoltori, il programma ASAP (Adaptation for Smallholder Agriculture Programme), che contava su 400 milioni di dollari per cinque o sei anni. Il programma ha avuto un enorme successo. Abbiamo garantito che i nostri Paesi debitori integrassero sempre più la dimensione dei cambiamenti climatici in tutte le loro iniziative.
  Avrete notato che parlo spesso di «adattamento» più che di «mitigazione». Il problema dell'adattamento è molto più acuto e grave nelle aree rurali. Noi sappiamo che gli investimenti globali legati ai cambiamenti climatici vanno alla dimensione dell'adattamento in ragione di meno del 15 per cento. Si tratta di una proporzione molto piccola; una proporzione ancora più piccola va alle comunità rurali. Adesso, in fase di rifinanziamento, abbiamo creato una finestra speciale e stiamo incoraggiando i nostri Stati membri ad aiutarci sì per il programma globale, ma anche a investire, a stanziare altre risorse per questa finestra speciale in modo che quel denaro sia destinato all'adattamento delle comunità rurali.
  Ci dedichiamo anche ai cambiamenti climatici. I cambiamenti climatici e il genere sono due dei nostri pilastri in cui conseguiamo i maggiori progressi già da tanti anni, e sono contento che Lei abbia sollevato questo punto. Per noi si tratta di aiutare a gestire siccità, inondazioni, migliorare la distribuzione delle sementi; ma una delle cose che cerchiamo di fare è anche quella di rafforzare le capacità, formare i nostri piccoli agricoltori a cambiare le loro pratiche, le loro condotte, le loro tecniche di coltivazione, ed è importante anche pensare a introdurre tecnologie convenienti e disponibili in modo che i piccoli produttori possano, per esempio, prevedere meglio il meteo e quindi rafforzare e irrobustire le loro capacità di resistenza.
  Vogliamo rafforzare la loro resilienza anche con delle polizze assicurative contro gli eventi atmosferici estremi. Cerchiamo di pensare a vari aspetti. Noi abbiamo anche un dialogo molto intenso con il Fondo verde per il clima. Vorremmo stimolare anche questo Fondo a rafforzare gli investimenti per le comunità rurali.
  Un progetto ambizioso a cui lavoriamo, che era stato presentato già alcuni anni fa, è quello per il miglioramento delle condizioni ambientali, con i centomila ettari di alberi piantati nella Grande Muraglia Verde al confine fra Senegal e Gibuti: si tratta di un progetto ambizioso, che non possiamo realizzare da soli, per cui lavoriamo insieme al GCF (Green Climate Fund), con la Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (UNCCD), altre Agenzie delle Nazioni Unite e la Banca Mondiale.
  Era solo un esempio per dimostrare quanto sia importante rafforzare l'azione di lotta ai cambiamenti climatici. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie. Ci sono altri commissari? No, allora io credo che possiamo concludere questa audizione. Come Lei sa, Presidente, questa audizione fa parte di un'indagine conoscitiva che la nostra Commissione sta svolgendo sull'Agenda 2030, indagine conoscitiva che naturalmente si concluderà con un rapporto e con un atto di indirizzo verso il Governo. Se Lei ritiene di farci pervenire delle note scritte, del materiale o il testo della sua relazione di questa mattina, noi naturalmente le saremmo grati, perché tutto questo contribuisce al materiale di documentazione per la stesura del rapporto finale. Pag. 9
  Ringrazio Lei e l'Ambasciatore Lomonaco che ci ha seguito. Ringrazio voi per la collaborazione e tutti coloro che sono stati in collegamento. Mi auguro di avere presto la possibilità di incontrarLa in presenza e non soltanto in video. Grazie a Lei, Presidente.

  GILBERT FOSSOUN HOUNGBO, Presidente dello International Fund for Agricultural Development. Grazie ancora per averci invitati. Sicuramente Le manderemo la documentazione. Grazie ancora.

  PRESIDENTE. Grazie. Ricordo ai commissari che alle 11 abbiamo l'audizione con il World Food Programme. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 10.45.